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numero 9 anno V 6 marzo 2013


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Luca Beltrami Gadola GRILLO E LA POLITICA A KM ZERO Massimo Cingolani IL PD E IL PROGRAMMA DI GRILLO Valerio Onida GOVERNO: ECCO UNA VIA DUSCITA Giulia Mattace Raso TUTTO EXPO SALVO IL DOPO Valentina Magri QUELLO CHE LE DONNE NON STUDIANO Giovanni Cominelli PER VINCERE IN REGIONE NON BASTA LARANCIONE Carlo Alberto Rinolfi TEKNE CULTURA E GRILLO: LINVINCIBILE BUROCRAZIA Sergio Vicario SINISTRA: CAPIRE NON PER SOPRAVVIVERE MA PER VINCERE Domenico Muscianisi VISTI DA EST: LE ELEZIONI 2013 E LA STAMPA GRECA Giuseppe Rotondo CRESCERE IN LOMBARDIA COI FONDI EUROPEI Ileana Alesso GIUNTA AL 50, VEDERE PER CREDERE Ilaria Li Vigni CYBERBULLISMO E SOLITUDINE

VIDEO UMBERTO AMBROSOLI: LA MIA OPPOSIZIONE suggerimento musicale THE ROAD canta Emmylou Harris Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE a cura di Virginia Colombo LIBRI a cura di Marilena Poletti Pasero TEATRO a cura di Emanuele Aldrovandi CINEMA Marco Santarpia e Paolo Schipani www.arcipelagomilano.org

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GRILLO E LA POLITICA CHILOMETRO ZERO Luca Beltrami Gadola


Non c santi, la situazione quella che : azzardare ipotesi sul futuro ormai vuol dire solo cercare di dar forma alle proprie speranze. Autorevoli commentatori, da Scalfari a De Bortoli, non fanno altro che rimestare nel pentolone del loro scontento senza nemmeno domandarsi se forse siamo dove siamo anche per qualche loro editoriale pi di pancia che di testa. La vera difficolt quella di trovare un accordo che non consenta a Grillo di ricapitalizzare il voto a ogni mossa dei suoi avversari. Non facile. Grillo mi ricorda un personaggio della mia ormai lontana giovent: lamico campione di flipper. La sua pallina non andava mai in buca e tutte le volte che colpiva un funghetto il totalizzatore saliva vorticosamente. Quanto tempo ci vorr perch la pallina di Grillo vada in buca? Nel frattempo si avverer la sua profezia sulle disastrose condizioni della nostra finanza? Nessuno gli ha ancora risposto e questo mi preoccupa. Il terrore serpeggia e anche le persone pi pacate si domandano: dove andremo a finire? Lunica cosa che dovrebbe far riflettere Grillo il favore di cui gode ormai presso la grande finanza internazionale: il suo tsunami li fa sperare in una crisi delleuro e in una pacchia per i loro speculatori. Chiss se il vecchio proverbio di tagliarsi i c per far dispetto alla moglie circola ancora? Ma veniamo agli affari di casa nostra: la Regione Lombardia. Leggo unaffermazione che non mi convince ma che so piacere a molti: la Lombardia e la sua borghesia non saranno mai di sinistra ma geneticamente di destra. Il voto dice altro: il fatto che nelle citt capoluogo Umberto Ambrosoli abbia vinto con percentuali poco differenti tra centro e periferia mi fa pensare altrimenti. Ha dunque anche torto Maroni quando dice che Ambrosoli era il rappresentante di una borghesia fighettina. Une dalle ragioni del mancato successo della sinistra sta nella vecchia separazione tra citt e contado - tanto per usare una insostituibile parola che oggi definisce le aree antropizzate non urbane - separazione culturale ma non per una cultura inferiore ma una cultura diversa frutto di saperi diversi, una cultura espressione di bisogni che la citt e la sua sinistra non conosce fino in fondo. Ma su tutte le ragioni quella che mi convince di pi che la sinistra non ha colto, o se lha colto non ha saputo cosa fare, che anche la politica si dovesse avviare, e per alcuni si era gi avviata, verso il chilometro zero: per vincere bisogna accorciare le distanze tra eletti ed elettori, dovunque essi siano ma soprattutto se sono nel contado. La Lega del primo Bossi- lanimale politico - e Maroni lo sapevano istintivamente, come sanno quali siano le corde da toccare, quelle pi profonde dellegoismo e quelle dellinteresse economico immediato (IMU e quote latte tanto per fare due esempi). Ma la Lega ha anche potuto contare sullattivismo non solo dei suoi pi accesi militanti ma anche dei suoi semplici elettori nei quali ha saputo instillare il complesso dellassediato e dello sfruttato: ognuno di loro la sera al bar o con gli amici si trasformava in propagandista. Chiss se qualcuno si ricorda ancora dei compagni che vendevano lUnit la domenica nei paesi? Io non sono mai stato comunista ma me li ricordo. Chi li ha sostituiti? Internet? I media? Grillo ha fatto il suo di chilometro zero, quello che si fa in Internet con i blog, con twitter, con face book. Ma anche andato nelle piazze, uno dei luoghi meno virtuali a riconciliare il virtuale col reale. La sinistra non ha fatto nulla di tutto questo. Eccoci allora destinati allopposizione ma anche questa bisogna saperla fare, cosa non facile: si tratta di predisporsi ad andare al governo accumulando esperienza e capacit organizzative e non lasciandosi sedurre dal consociativismo e nemmeno giocare solo di rimessa. Non lo si fatto, o lo si fatto troppo poco: abbiamo perso per una corta incollatura.

IL PD E IL PROGRAMMA DI GRILLO Massimo Cingolani


I risultati delle elezioni confermano un primo dato: il PD la forza egemone del centrosinistra, visti anche gli elementi che mostrano la marginalit della sinistra radicale. Ogni discussione e approfondimento non pu che essere fatto allinterno del PD, almeno fino a quando non nascer un nuovo soggetto; pertanto la responsabilit che ha questo partito di cercare di allargarsi e tentare, se ci riesce, a includere e superare la logica delle ultime primarie che vedeva chi dissentiva o non era in linea con la maggioranza come un nemico interno. Le primarie sono una delle occasioni mancate del PD, andavano bene quando erano plebiscitarie e allo sconfitto si lasciava un ruolo di testimonianza con onore; appena la competizione stata quasi equa si accentuato uno scontro, che invece di avvantaggiare un dibattito anche duro sui contenuti, puntava subito alla demonizzazione, pi con toni da terza Internazionale che da democratici americani. Inoltre quelle per i parlamentari sono state eccessivamente autoreferenziali, coinvolgendo solo i militanti, che con le scelte fatte hanno premiato i pi conosciuti allinterno della struttura. In attesa del governo e di un congresso del PD, si pu cominciare a mettere in agenda temi che animeranno il dibattito nel centrosinistra. Uno senzaltro il tema della rappresentanza del lavoro, cio di un mondo che non inizia con la Confindustria e finisce con la CGIL, organizzazioni importanti ma che non racchiudono tutte le nuove figure come nuovi professionisti, piccoli e anche micro imprenditori. Le partite Iva sono il doppio dei lavoratori dipendenti e sono ancora alla ricerca di chi li rappresenti pienamente. A questo proposito interessante come tra gli eletti del M5S, ci siano appartenenti alle professioni tecniche, piccoli imprenditori e pochissimi avvocati, impegnati peraltro in tematiche ambientali e di diritti dei consumatori. Questo un fatto pi che positivo, perch forse in un parlamento con pochi conflitti dinteresse potremo finalmente avere una riforma della giustizia civile, una ridefinizione della authority e unattenzione alla cultura scientifica. La composizione professionale dei grillini senzaltro

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una della novit interessanti della nuova situazione politica. Sarebbe importante, se ci sar un congresso, anche la partecipazione ad alcune fasi, penso a quelli che una volta si chiamavano congressi di sezione, con momenti di discussione in rete, utilizzando skype, il PD pieno di competenze disponibili a connettersi ma non ad andare in un circolo, non per snobismo, ma solo perch magari abitano a 100 Km. Lunico che queste potenzialit le ha valorizzate il M5S. Non ho minimamente le idee chiare su come uscire da questa situazio-

ne ma ho letto il programma di Grillo. Su diversi temi, dal ruolo dellauthority, che spesso in questi anni con regolamenti attuativi si sono sostituite al legislatore senza che il parlamento se ne accorgesse, sino alla fiscalit e alle politiche per il rilancio della piccola impresa, si nota come siano state valorizzate le competenze specifiche di chi conosce i problemi dallinterno, cosa che non si nota in altri programmi. Certo ci sono anche posizioni bizzarre su alcune argomenti forti, per credo che, proprio per la composizione professionale e culturale degli

eletti siano possibili prove di dialogo, e comunque nella prima repubblica un partito come il PCI aveva ancora in agenda, come si dice adesso, la Dittatura del Proletariato, il Centralismo Democratico, guardava a Mosca come un faro e questo non gli ha impedito di essere una forza riformista che ha contribuito a migliorare questo paese. Nella seconda repubblica, un partito di governo, che ha espresso ministri e vicepremier, ha addirittura come obiettivo lindipendenza della Padania.

GOVERNO: ECCO UNA VIA DUSCITA Valerio Onida


* INGOVERNABILIT? Perch si formi un nuovo Governo con pieni poteri necessario che colui al quale il Presidente della Repubblica conferir lincarico ottenga il voto di fiducia in entrambe le Camere. Alla Camera dei deputati il centrosinistra da solo ha la maggioranza assoluta, e dunque non avrebbe problemi. Al Senato, il centrosinistra conta su 123 eletti, la lista Monti su 19 (totale 142). Votando contro il centrodestra (117 eletti), sarebbe sufficiente che i Cinque Stelle (54 eletti) non partecipassero al voto (lunico modo per astenersi al Senato), perch il Governo ottenga la fiducia con una maggioranza relativa (c.d. non sfiducia). Se poi, come si sentito dire, il centrodestra minacciasse di non partecipare anchesso al voto per far mancare il numero legale (160, contando anche i senatori a vita), cos puntando a invalidare la votazione, basterebbe, per parare questa manovra, che solo 18 dei 54 senatori Cinque Stelle partecipassero invece al voto, anche votando contro il Governo, per consentire a questo di ottenere la fiducia (presenti 142+18=160, voti a favore 142, voti contrari 18; se invece la destra partecipa al voto, voti a favore 142, voti contrari 117+18=135). La presenza dei quattro senatori a vita (Ciampi, Andreotti, Colombo, Monti), presumibilmente favorevoli al Governo, potrebbe solo migliorare questi numeri. Naturalmente occorre per questo che il movimento Cinque Stelle collabori, pur senza entrare nella maggioranza e senza votare la fiducia al Governo, e quindi senza rinunciare alla propria posizione attuale. Se poi i Cinque Stelle fossero disposti a concordare anche un sintetico programma di governo fatto di poche cose (riforma elettorale, riduzione delle indennit, abolizione o trasformazione radicale del finanziamento pubblico dei partiti, legge anticorruzione, legge sul conflitto dinteressi, legge sulla radiotelevisione, legge sulla cittadinanza, misure fiscali e sul credito per il sostegno delloccupazione, interventi urgenti in tema di giustizia, ecc.), tanto meglio: e si potrebbe in questo caso pure discutere e trovare accordi sul nome del Premier (non necessariamente il segretario del PD) e sulla composizione del Governo. ** NON C NESSUN BLOCCO. I primi adempimenti delle Camere sono lelezione dei loro Presidenti e degli uffici di presidenza. Per tale elezione, anche al Senato, non c nessuna possibilit che si crei una situazione di stallo: infatti il regolamento del Senato prevede che si proceda con successive votazioni, e infine con ballottaggio fra i due pi votati, alla scelta del Presidente; per gli uffici di presidenza ogni parlamentare vota uno o pi nomi, e sono eletti i pi votati. Poi c da formare il Governo. Il Presidente della Repubblica dovr fin da subito esperire tutti i tentativi possibili per la formazione di un Governo che ottenga la fiducia di entrambe le Camere. Se poi il Governo, pur nominato, non ottenesse la fiducia, e tutti gli ulteriori tentativi andassero a vuoto, non resterebbe che sciogliere le Camere e andare a nuove elezioni: cosa che si renderebbe possibile (e in quel caso necessaria), non appena eletto il nuovo Capo dello Stato: lattuale infatti non pu scioglierle perch nellultimo semestre del suo mandato, che per non coincide pi con la fine della legislatura. Resterebbe in carica, per gli affari correnti, il Governo da ultimo nominato ma che non abbia ottenuto la fiducia. Potrebbe accadere che non si pervenga a nominare alcun nuovo Governo, perch nessuno accetta di formarlo (inverosimile), o perch il Presidente ritenesse di non procedere alla nomina in mancanza di affidamenti preventivi e sicuri sul voto di fiducia (ma anche questa seconda ipotesi, allindomani delle elezioni e non potendosi ancora procedere allo scioglimento delle Camere, inverosimile, e direi anche di dubbia correttezza costituzionale). In questa ipotesi si perverrebbe allo scioglimento delle Camere restando nel frattempo ancora in carica, per gli affari correnti, lattuale Governo dimissionario Monti. Nel frattempo, le Camere potrebbero comunque approvare una nuova legge elettorale: dovrebbe essere una priorit assoluta. Si dovr poi procedere, fra poco pi di un mese, allelezione del nuovo Presidente della Repubblica, da parte del Parlamento in seduta comune integrato da sessanta delegati delle Regioni: il mandato di Napolitano scade il 15 maggio, e se allora non fosse ancora eletto il suo successore egli sarebbe sostituito dal Presidente del Senato come supplente. Lelezione dovrebbe scaturire non tanto da un accordo politico, coll egato a quello per il Governo, fra le forze presenti in Parlamento (fra le quali comunque il centrosinistra e la lista Monti hanno la maggioranza assoluta, sufficiente per lelezione) quanto dallo sforzo di individuare una personalit unitiva, cio in

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www.arcipelagomilano.org grado di ben rappresentare lunit nazionale. Come si vede, dal punto di vista istituzionale non c una situazione di stallo irrisolvibile: o nuovo Governo, o nuove elezioni consentono comunque di uscire dallimpasse entro la primavera. *** COSA NON SI DEVE FARE. In questa situazione, lipotesi sciagurata che il centrosinistra dovrebbe ad ogni costo evitare quella di cercare un accordo con Berlusconi, il quale non a caso lo cerca e lo offre. Dopo che il paese si liberato fortunosamente del predominio, non della destra, ma di quella destra, rimetterla in gioco con accordi di governo o peggio di spartizione di posti, arroccandosi col PDL nel vecchio fortino assediato dai Cinque Stelle, sarebbe un errore fatale e suicida. C anche ci dovrebbe essere una discriminante etica: non si pu cercare laccordo con chi, ad esempio, ha versato, alla luce del sole, un milione di euro per sostenere lattivit politica di un transfuga dal partito di Di Pietro passato a sostenere Berlusconi. Una nuova destra (quella di Monti e dei suoi) nata, anche se per ora troppo asfittica per consentire un confronto o una collaborazione a tutto campo. Con essa e solo con essa, non col PDL di oggi - certo possibile e anche se del caso necessario dar vita ad accordi da grande coalizione, che per per via dei numeri non bastano per governare senza lapporto dei Cinque Stelle. E tuttavia si pu continuare a sperare che in futuro questa nuova destra riesca a emarginare definitivamente lanomalia berlusconiana. Da respingere nettamente anche lidea di inseguire la vecchia destra berlusconiana sulla via di riforme istituzionali di stampo antiparlamentare e presidenzialistico (allitaliana), che esattamente il modello da essa perseguito. Occorre invece confermare, rafforzare e consolidare le condizioni di una convivenza democratica nello spirito della Costituzione. Quindi: sul piano immediato del Governo, ricominciare da cinque (stelle), spingendo questo movimento a uscire dalla posizione di puro rifiuto e a misurarsi sulle cose da fare per governare il paese. Sul piano delle istituzioni, farle funzionare al meglio liberandole del peso della cattiva politica, e in prospettiva puntare sulle riforme di manutenzione che da tempo sono state individuate come utili (struttura del Parlamento, non svuotato ma potenziato e reso efficiente; efficienza della giustizia e sana divisione dei poteri; rafforzamento delle autonomie regionali e locali in un quadro di unit nazionale e non di spinte secessionistiche; costruzione di amministrazioni pubbliche amiche dei cittadini e formate alla cultura del risultato). **** UN NUOVO SISTEMA POLITICO? Nel frattempo, il compito che attende a medio termine le forze politiche quelle almeno che sono capaci di prendere atto della morte del sistema politico attuale e del connesso presunto bipolarismo fra PD e PDL (basta pensare che i due poli contendenti, insieme, hanno avuto meno del 60% di voti, da un elettorato che ha votato solo per tre quarti) sar quello di ricreare le condizioni perch il paese esprima delle scelte e realizzi gli strumenti per dare vita a un nuovo sistema politico, dialettico ma concorde sui presupposti della convivenza democratica. Questa sar limpresa pi ardua, ma necessaria.

TUTTO EXPO SALVO IL DOPO Giulia Mattace Raso


Expo in tutte le salse. Si potrebbe dire che negli ultimi giorni Expo si sia materializzata in tutte le sue possibili sfaccettature: giochi di potere, cantieri, sviluppo, malaffare, trasformazione della citt, marketing territoriale, ma ancora non chiaro cosa succeder dopo. Expo come banco di prova dei rapporti di forza nel centro destra: scorcio di un incubo? Eravamo finalmente fuori dalla caccia alla poltrona che ha paralizzato Expo per i primi due anni e mezzo, che il cambio della guardia al Pirellone sembra farci ripiombare nello stesso guado. Chi sar Commissario Generale? Pisapia auspica Maroni, Formigoni non molla, Sala apprezza le qualit pragmatiche del neo governatore, Maroni rilancia sulla nomina governativa, non dipende da me. Sullo sfondo larresto di Piergiorgio Baita, amministratore delegato della societ Mantovani aggiudicataria dellappalto per la costruzione della piastra per il sito espositivo di RhoPero, indagato per evasione fiscale in Veneto: Expo non oggetto diretta n indiretta di indagine, ma la preoccupazione che linchiesta veneta possa ostacolare i lavori c, al punto da desiderare le dimissioni spontanee dellad. Il protocollo per la legalit nei cantieri, il tema della infiltrazioni mafiose tornano alla ribalta. Expo approda in centro attraverso le Vie dAcqua: finanzia il progetto per la Darsena e la risistemazione di piazza XXIV Maggio, si incunea in una vicenda che tocca la trasformazione e il cuore di luoghi simbolo per i milanesi. Pi di 90 milioni destinati a realizzare il canale scolmatore che collegher la Darsena al sito: larea espositiva ribassata rispetto alle autostrada, in caso di piogge ingenti potrebbe allagarsi e pi si costruir pi si accentuer il fenomeno. un opera funzionale, non sar navigabile, speriamo sia in grado almeno di disegnare il paesaggio, cos come leconomia agricola sempre si intrecciata alla costruzione della bellezza di parchi e giardini. partita la grande campagna di marketing territoriale: 20 milioni di visitatori attesi, la costruzione del network non coinvolge solo la regione Lombardia, ma le principali citt darte italiane (Venezia porta di ingresso privilegiata) e le localit delle riviere, per intercettare il turismo stagionale. Enit, reti delle comunit italiane nel mondo, roadshow, ingaggiati per divulgare limmagine dellItalia come paese dellarte e dei sapori. Giuseppe Sala lamministratore delegato di Expo 2015, illustrando la ricerca redatta da un team della Bocconi sullindotto della operazi one, parla di 24,7 miliardi di produzione aggiuntiva dal 2012 al 2020 e 10,5 miliardi di valore aggiunto per l'Italia, che ricadr soprattutto su Milano e la Lombardia, e 200mila posti (non necessariamente nuovi) di lavoro necessari. Gli appalti vanno avanti: 67 milioni per la realizzazione delle strutture di servizio in legno lamellare, chioschi negozi e servizi su progetto del gruppo di architetti milanesi quarantenni che si affermato nel concorso di idee, cos come la costruzione di reti materiali e immateriali, ultima citata la nuova metr dei laghi che collegher Lugano a Malpensa. La macchina decisamente in corsa: non tutti a quanto pare ne sono informati. Una ricerca Eurisko commissionata dallente afferma che la met degli italiani intervistati non sa

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che l'Expo sar a Milano. Forse ancora pi inquietante quanto racconta Stefano Boeri a margine di una assemblea cogestita al liceo Volta: solo 5 ragazzi su 300 sanno quale il tema di Expo. Lo impareranno presto visto anche il numero di progetti che coinvolgono le scuole con il Ministero dellIstruzione sui temi della alimentazione sana e sostenibile. al milanese medio che manca qualche tassello: per ora ha visto il viale delle bandiere tra Cairoli e il Duomo e ha capito che la sera potr andare allExpo a cena fuori, imbarazzato per la scelta tra le culture gastronomiche del mondo, potendo

assistere a spettacoli conditi di son et lumire. Ma poco pi: si dovr conquistare e coinvolgere anche la platea pi vicina, oltre che costruire i pacchetti turistici per quella lontana. E alla citt intera manca la consapevolezza di cosa sar il dopo Expo: che fine faranno i padiglioni? Rester un parco o si potr costruire? Risposte sospese. Sappiamo che come eredit permanente dopo la conclusione dellEsposizione Un iversale, il progetto prevede la realizzazione di un polo internazionale di studio, ricerca e divulgazione, centro di attrazione per tutte le eccellenze dell'ecologia e della sicu-

rezza alimentare, un soggetto senza eguali al mondo, come afferma il comunicato stampa relativo allintesa firmata tra ministero dellAmbiente ed Expo 2015, ma sembra di intuire che gallegger nel vuoto, tanto indistinto il paesaggio circostante. Lipotesi del parco tematico, di cui si parlato molto anche in queste pagine, non pare pervenuta. Emerge qualche dettaglio ai margini: nelle aree ex Alfa Romeo ad Arese, limitrofe al sito, verr realizzato un parcheggio, con la promessa a fine esposizione di un cambio di destinazione. Predichiamo bene, ma razzoliamo cos cos.

QUELLO CHE LE DONNE NON STUDIANO Valentina Magri


Limminente Festa della Donna ci rammenta che portare i tacchi in Italia pi difficile che nel resto dellarea euro. Ce lo dicono i dati sulloccupazione femminile: nel decennio 2001-2011, in Italia la percentuale di donne occupate aumentata leggermente dal 41,1 al 46,5%, ma restando sempre ben al di sotto della media europea oscillante fra il 54,3 e il 58,5%. Peggio di noi fa solo la Grecia, dove nel 2011 era occupato solo il 45,1% delle donne (Fonte: Eurostat, Employment Statistics). Tra le (poche) donne che lavorano, pochissime ricoprono ruoli dirigenziali: lItalia saldamente in mano a una classe dirigente di uomini over 50, che ricoprono quasi l80% dei ruoli apicali (Fonte: Rapporto Eurispes 2012). Le (poche) donne che lavorano guadagnano meno degli uomini: il Gender Pay Gap la differenza in percentuale tra il salario lordo mensile maschile e quello femminile pari al 4,5% nel settore pubblico e al 17,5% in quello privato; in questo caso, a onor del vero urge precisare che questo un problema dellintera larea euro (Fonte: Eurostat, Gender Pay Gap). Ma in Italia c anche un problema culturale, per cui si stigmatizzano le madri che vogliono tornare al lavoro in tempi brevi, a costo di lasciare il pargolo alla baby sitter o ai parenti. Anche gli studi economici, come quello di Algan e Cahuc del 2006, hanno confermato il ruolo della cultura nel determinare loccupazione femminile. Ancora, in Italia c un numero insufficiente di asili nido pubblici. E quei pochi che ci sono, sono molto costosi, come documenta repubblica.it. E purtroppo i nidi aziendali stentano a decollare. Tutto verissimo. Ma basta a spiegare tout court il gender gap nel mercato del lavoro? Secondo gli economisti Anelli e Peri della University of California, Davis, no, non basta. Il loro studio a quattro mani presentato nel 2012 alla XIV Conferenza Europea della Fondazione Rodolfo Debenedetti mostra che c anche una componente individuale, oltrech di contesto, allorigine del gender gap. La loro indagine parte da Milano. Precisamente, dai liceali diplomatisi allombra della Madonnina fra il 1985 e il 2005, seguendoli poi nelle universit milanesi da loro frequentate e poi nella loro carriera, incrociando svariate fonti di dati. La prima parte della ricerca mostra chiaramente che uno dei principali determinanti del gender gap la facolt universitaria scelta dopo il liceo. Scelta condizionata dal genere: i giovani uomini sono pi propensi a scegliere le facolt pi quantitative come Economia e Ingegneria, mentre le donne amano pi Lettere, Arte, Design e le Scienze Sociali. La scelta della facolt non influenza solo i cinque anni passati tra i banchi, ma lintera vita lavorativa: le facolt scelte dai giovani uomini sono migliori in termini di sbocchi occupazionali e stipendio. Il modello econometrico sviluppato dagli economisti giunge ad attribuire un quarto o un terzo del gender gap alla facolt scelta. Eppure le facolt pi quantitative non sono snobbate dal gentil sesso per una questione di abilit. Gli autori, dati alla mano, sfatano il vecchio pregiudizio delle donne poco abili a far di conto: al contrario, le (poche) iscritte alle facolt pi quantitative sono anche pi brave dei maschi. Se cos, perch le giovani donne sono cos restie a iscriversi? La seconda parte della ricerca risponde a questa domanda chiamando in causa i valori preferiti dagli individui, riassunti dalla dicotomia competizione/egoismo; cooperazione/altruismo. La prima approssimata dalla partecipazione a tornei e gare sportivi; la seconda dal coinvolgimento in attivit di volontariato. Dai dati si evince che i giovani uomini sono pi propensi alla competizione/egoismo e le giovani donne alle cooperazione/altruismo. Questa preferenza si ripercuote sulla scelta della facolt universitaria e quindi sulle performance lavorative future. C dunque una componente psicologica in gioco a carico dellindividuo. Siccome Aristotele dixit luomo un animale sociale, potrebbero esserci dietro anche delle dinamiche di gruppo (peer effect) che spingono i giovani a iscriversi a una facolt piuttosto che a unaltra. Gli economisti verificano anche questa ipotesi e scoprono che le donne sono pi sensibili alle scelte delle loro compagne (same-gender peer effect) forse proprio per la loro maggiore attenzione verso gli altri mentre i giovani uomini tendono a curarsene meno e ad andarsene di pi per la propria strada. Per chi volesse approfondire, il Report completo della Fondazione Rodolfo Debenedetti disponibile qui. Queste recenti scoperte su suolo milanese gettano una nuova luce sul problema della bassa occupazione femminile in Italia: non pi ascrivibile (solamente) a quello che

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www.arcipelagomilano.org la classe dirigente formata da uomini over 50 non fanno. Ma anche

a quello che le donne non studiano. Che finisce per rendere difficile la

loro vita (lavorativa). Che volete? Siamo cos, dolcemente complicate.

PER VINCERE IN REGIONE NON BASTA LARANCIONE Giovanni Cominelli


La campagna elettorale del centrosinistra ha proposto unipotesi di risposta alle necessit oggettive e alle domande degli elettori lombardi. Le urne lhanno falsificata. Le spiegazioni ricorrenti sono troppo note. La colpa di chi non ti ha capito. O di chi stato ingannato da preponderanti mezzi di persuasione. O di chi non antropologicamente allaltezza del tuo messaggio, perch in preda a spiriti animali, a pulsioni viscerali. Qui si parte dal punto di vista opposto: che prima di far notare la pagliuzza nellocchio dellelettore sia opportuno togliere la trave dal proprio. Che la Lombardia sia articolata in due o tre Lombardie gi stato oggetto di elaborazione sociologica: la citt metropolitana, la bassa Padania, la fascia pedemontana. Ciascuna di queste aree sperimenta originali e distinte dinamiche socioeconomiche e culturali. Ma le differenti domande e pulsioni che sgorgano da queste realt diverse si possono tuttavia raccogliere sotto un solo logo: la questione settentrionale. Essa vuol dire molte cose: la prima, gi denunciata tempo fa da Luca Ricolfi e molti altri, che la ricchezza prodotta qui viene in gran parte rovesciata nelle casse dello Stato, a causa di una struttura centralistica del sistema fiscale, e non torna pi indietro, se non in piccola parte amministrata direttamente e in termini qualitativamente apprezzabili, come nel caso della Sanit, dai lombardi stessi, al netto di episodi di corruzione. Ma ci che preoccupa e indigna i cittadini lombardi che la parte maggiore delle tasse resta a Roma per finanziare una crescita tropicale dei costi della politica, della superfetazione amministrativa degli apparati statali, degli infiniti meandri di spesa statali e para-statali. La Lombardia produttiva finanzia attraverso le tasse uno Stato centrale, che alimenta lespansione di occupazione pubblica parassitaria e di sussidi politici alle grandi imprese nonch, per fare solo un esempio, il mantenimento di un dirigente regionale ogni nove dipendenti in Sicilia, mentre in Lombardia uno ogni ottanta! Listituzione di una Provincia (supponiamo la Monza - Brianza, voluta da tutto larco politico!) non solo richiede di finanziare le sedi fisiche e i costi di funzionamento del Consiglio, della Giunta e degli Assessorati, ma genera lindotto di Prefettura, di Questura, di Procura, di Guardia di Finanza, di Carabinieri, del Provveditorato ecc... ecc... Si attivano in tal modo degli automatismi di spesa dovuta, che nessuno pi in grado di bloccare, salvo, per esempio, abolire radicalmente tutte le Province, dimezzare le Regioni e, soprattutto, costruire un sistema fiscale alla Svizzera: tot ai Comuni, tot alle Regioni, tot allo Stato. Mentre la spesa pubblica aumenta, migliaia di lavoratori lombardi, dalle valli alla pianura, sono lasciati a casa dalla chiusura di grandi e piccole aziende, strozzate dalle banche, dalla mancanza di investimenti, dai ritardi dei pagamenti della Pubblica amministrazione. La critica della politica e dello Stato centrale profonda e diffusa nel corpo sociale: questo il nocciolo duro della coscienza politica lombarda, oggi. Il popolo, quello del contado e quello delle valli pedemontane, assai pi informato e consapevole di quanto si creda a Milano. La Lega non la causa di questa coscienza, le ha dato voce da tempo, ha proposto la trattenuta improbabile del 75% delle tasse. Ma solo una delle risposte possibili. E se appare lunica ma, dopo Grillo, non pi perch altre risposte e interpretazioni della realt e della coscienza lombarda non sono state avanzate. Certo, non dal candidato Ambrosoli e neppure dalla coalizione che lo sosteneva: Pisapia, Pd, Camera del Lavoro di Milano, CGIL, Vendola, settori della Cisl. Non , infatti, bastato rivendicare uno spirito di rottura faremo cieli nuovi e terra nuova! , dopo i nefasti da basso impero di Formigoni, per dare agli elettori il senso di una capacit di governo. Nellenciclopedia programmatica cera tutto, eccetto lessenziale. Come a dire: la sinistra non arrivata allaltezza dei problemi che i lombardi sentono come reali, perch sono reali. Eppure PdL e Lega hanno perso pi di 1 milione di voti, il centro-destra si presentato diviso. Perdere nelle condizioni politiche pi favorevoli: questa la sconfitta perfetta! Rifugiatosi nellantileghismo di maniera - come se la secessione fosse e sia davvero molto di pi che uno straccio rosso per far impazzire il toro di turno in campagna elettorale e infilzarlo - il candidato non ha visto la Lombardia reale. A questa miopia ha contribuito indubbiamente larancionismo, plasticamente rappresentato sul palco del Dal Verme il 12 gennaio da Gherardo Colombo, Lella Costa, Vecchioni, Eco, Gad Lerner... Larancionismo la fase suprema e senile della sinistra radical-chic, rinserrata tra le mura spagnole, che eccita e diverte le platee con le facili battute antiberlusconiane e antileghiste, ma che non ha mai avuto il collegamento intellettuale con il tessuto economico - sociale e culturale lombardo. Un po di societ civile, un po di trasparenza, un po di legalit e tanto doveva bastare. Lesito elettorale ha dimostrato tutta linconsistenza di questa piattaforma.

TEKNE CULTURA E GRILLO: LINVINCIBILE BUROCRAZIA Carlo Alberto Rinolfi


I palazzi dello Stato Italiano e del Vaticano stanno tremando. Il sisma si generato nei pi profondi territori della scienza, ha investito leconomia e adesso sta travolgendo tutti i modi di organizzare le attivit e le strutture della convivenza civile e religiosa. Siamo nel pieno di uninarrestabile valanga tecnologica e culturale. Si comporta come unonda sotterranea e silenziosa che avvolge ogni aspetto della vita quotidiana e abbatte, una a una tutte le strutture che oppongono resistenza. Il suo arrivo velocizza e sconvolge tutti i processi decisionali, sbaraglia abitudini, certezze, ruoli e procedure consolidate. Sul terreno rimangono schiere di personaggi attoniti con

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grandi assenze percettive e disturbi comportamentali che richiamano i sintomi dellanomia. I valori introiettati e tramandati dalle liturgie burocratiche, perdono la capacit di definire lidentit e guidare le relazioni con gli altri. Tutti i leader tradizionali e i re sono nudi di fronte allimpeto del cambiamento . Elisabetta sta al gioco e si paracaduta dallelicottero di James Bond. Papa Ratzinger sceglie la via della meditazione rigorosa e pellegrina a bordo di un bianco Augusta che vola sopra gli occhi umidi dei suoi fedeli. C chi si sfoga nel suo harem personale, chi torna alla vecchia casa e chi nuota nello stretto di Messina. Che cosa sta accadendo? Uomini di potere di lungo corso si estinguono in silenzio, altri si ritirano dalla scena nellintento di rielaborare una situazione che troppo complessa da governare. Molti per insistono nel ripresentare il loro copione impolverato. I seguaci frastornati oscillano tra furiose regressioni adolescenziali e gioconde partecipazioni collettive che nascondono un profondo smarrimento. Il virus colpisce ovunque e merita di essere messo sotto osservazione. La prima evidenza del contagio si registra con la rottura del linguaggio abituale. Il modo di parlare di chi resiste al cambiamento diventa obsoleto, insignificante, falso e scontato per chi ascolta, stonato e ridicolo anche per chi lo usa. Il linguaggio che possedeva un significato, si fa rumore. Lascolto si trasforma in formale osservazione di chi, nellistante dellentrata in scena dellinterlocutore, prevede subito lo spartito gi sentito. La trama nota e senza senso alcuno, il gioco delle parti nelle apparizioni pubbliche di vecchi attori urlanti appartiene ormai a una liturgia che lascia indifferenti. Come

ridare sacralit a una parola cos falsificata? Il rifugio in una lingua antica sconosciuta ai pi lultimo artificio per ricreare il senso del segreto per la Chiesa, lo anche il ritorno allincomprensibile politichese, ma il maggiordomo e il magistrato intercettano segreti sconosciuti anche ai re e li diffondono al mondo in lingua contemporanea. Tutto ci avviene in Italia mentre VikiLeaks svela i segreti della Cia e Youtube mostra citt che bruciano in Medio Oriente. Ormai tutto cambiato per le burocrazie di questo mondo. Ogni data base pu essere penetrato, ogni falso pu essere svelato, ogni informazione pu essere resa pubblica. questa una delle regole imposte dal contagio. I data base delle istituzioni sono colmi dinformazioni sulla corruzione e le incapacit gestionali si sono accumulate generando montagne di debiti impossibili da sostenere. Come per tutte le organizzazioni, il punto critico per le burocrazie scatta quando i bilanci sfondano il rosso delle perdite e il ricorso al debito precluso anche sul mercato nero. Carlo Maria Vigan chiamato a risistemare i conti del Vaticano e tocca a Mario Monti a evitare la catastrofe finanziaria dellItalia. Monti arriva al punto di far scatenare la reazione dei grandi interessi e si convince che senza una societ civile capace di far da contrappeso allinvasione dello Stato da parte dei partiti impossibile ricreare condizioni di sviluppo. Vigan scrive la sua lettera di denuncia dei poteri della curia, sconfessato e finisce a New York mentre il segretario di Stato chiude a chiave la stanza dellex Pontefice. Lappello di Benedetto a non usare Dio per ottenere il potere assomiglia allinvito ad adottare comportamenti trasparenti sul piano della moralit che Napoli-

tano rivolge in modo accorato ai partiti. Parole al vento? Tutti sanno tutto ma nessuno sembra possedere il linguaggio adatto per tradurre il verbo in azione efficace. Ci sono parole che nessuno dei vecchi leader vuole, sa o pu pronunciare. a questo stadio del contagio che appaiono le metafore tragicomiche. Per taluni solo un modo per spiegarsi meglio a un pubblico che simmagina incapace di intendere e volere, in realt il modo per cercare una improbabile via uscita nellimprovvisazione della furbesca commedia italiana. Tutto avviene mentre i data base gerarchici, top down, che ancora strutturano la pi parte delle burocrazie, sono ormai carcasse preistoriche seppellite da quelli relazionali. Il ritardo culturale da recuperare notevole mentre moltitudini di fedeli, di cittadini esperti ma anche di speculatori intelligenti accedono liberamente a data base strategici che stanno per migrare nella nuvola. Le nuove forme organizzative si cibano ormai di reti multipolari e collaborative, ma i movimenti si creano attorno a pochissime persone che lavorano sulle attese delle moltitudini. Nel gioco ci sono anche gli speculatori che sanno di poter mettere in ginocchio un intero Paese in pochi giorni. La posta in gioco molto alta. Soggetti pi potenti delle stesse burocrazie nazionali hanno gli occhi sul Paese. Per adottare soluzioni strategiche senza demagogia si richiede limmediato sforzo di capire il nuovo da parte di chi non lha ancora fatto e molto realismo da parte di tutti. Occorrono competenze capaci di concepire soluzioni innovative nel rispetto dei vincoli di un rigoroso bilancio sociale. Bisogna innovare radicalmente mantenendo un continuo controllo sociale dei flussi di cassa.

SINISTRA: CAPIRE NON PER SOPRAVVIVERE MA PER VINCERE Sergio Vicario


Una prima valutazione del risultato delle elezioni politiche e di quelle regionali per la Lombardia non pu prescindere dal freddo esame dei dati. Il Centrodestra, rispetto alle elezioni politiche del 2008 ha perso per strada circa 7 milioni di voti, mentre il Centrosinistra ne ha persi circa 3,7 milioni che diventano 4,2 se si tiene conto del saldo negativo del confronto tra il voto a Rifondazione comunista e quello andato alla lista cappeggiata da Ingroia. La maggioranza dei voti in fuoriuscita andata al Movimento 5 Stelle (circa 8,7 milioni), il resto si disperso tra la Scelta Civica di Mario Monti e liste minori. Se si aggiunge che il calo degli elettori rispetto alle elezioni politiche del 2008 risultato di oltre 2,7 milioni, la competizione tra Centrodestra e Centrosinistra risultata una gara tra gamberi, ovvero tra chi arretrava meno velocemente dellavversario, tenendo conto che il punto iniziale di partenza era diverso in termini assoluti. Entrambi gli schieramenti, per cos dire, tradizionali presenti in Parlamento hanno scontato il fatto di non essere risultati credibili con le loro proposte a fronte di un vero e proprio tsunami che ha investito la rappresentanza politica. Il problema , forse, ancor pi grave per il Centrosinistra al Nord e in particolare in Lombardia. Qui, assieme alla pi generale situazione di crisi, nonostante la caduta verticale di credibilit del Centrodestra, a seguito degli scandali che hanno travolto Giunta

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www.arcipelagomilano.org e Consiglieri di maggioranza, la Lega Nord e il presidente Formigoni in primis, il Centrosinistra ha perso politicamente e amministrativamente la grande occasione che gli si presentava davanti dopo oltre 17 anni. Politicamente perch nelle elezioni per la Camera, a fronte del crollo della Lega e del PDL, il Centrosinistra perde oltre 330.000 voti rispetto alle elezioni del 2008, politicamente e amministrativamente perch i 550.000 voti in pi conquistati da Umberto Ambrosoli e dal suo schieramento, rispetto al voto politico, non sono stati sufficienti a conquistare Palazzo Lombardia, nonostante ci fosse un bacino potenziale di altri 1,2 milioni di voti (i 400mila voti in pi conquistati da Roberto Maroni rispetto alle politiche e i quasi 800mila voti conquistati dal M5S) dentro di cui pescare quei 150/200mila voti necessari per vincere la partita. Le prime riflessioni autocritiche sono state per lo pi di tipo organizzativo: non eravamo radicati nel contado, bisognava schierare il sindaco di Firenze, avevamo bisogno di pi tempo, ecc. Tutte spiegazioni con qualche fondamento, ma riconducibili alla sola comunicazione elettorale. Nessuno, per, si ancora posto il problema se lofferta politica del Centrosinistra e, in particolare del PD, in quanto partito egemone nella coalizione, fosse adeguata alla domanda sociale maggioritaria che si manifesta nella pi importante regione italiana. La mia opinione che, ancora una volta, la questione settentrionale, evidenziata dalle ricerche di Ilvo Diamanti e di Aldo Bonomi, sostenuta con articolate argomentazioni politiche da Massimo Cacciari e raccontata con chiarezza sul Corriere della Sera da Dario Di Vico, non abbia trovato posto nellofferta pol itica del Centrosinistra, offrendo cos praterie per le scorribande del Movimento di Beppe Grillo. Del lavoro, per fare un esempio, si molto parlato in termini di diritti, con lo scontato riferimento allarticolo 1 della Costituzione, ma quasi mai lo si affrontato in termini di impresa, se non nelle riunioni di categoria o tra esperti. Dimenticando, un dato di fatto che sotto gli occhi di tutti, che la stragrande maggioranza dei lavoratori delle piccole-medie imprese lombarde, la colonna portante del lavoro dipendente, proprio nei momenti pi duri della crisi, si identificata con le sorti delle proprie imprese e dei tantissimi e diffusi imprenditori e non con i sindacati di categoria. Con un cambio culturale stratosferico: il lavoro si difende rischiando. Unaltra rilevante questione, che non problema unicamente del PD, riguarda la partecipazione della cosiddetta cittadinanza attiva nella quotidianit e non solo durante i periodi elettorali. Si tratta di una disponibilit che coinvolge un numero ampio e crescente di cittadini ma alla quale, anche nelle esperienze civico - politiche pi innovative come quella di Milano, non si saputo ancora dare risposte, contribuendo cos alla mancata intercettazione del voto dopinione in mobilit. In estrema sintesi, per lofferta politica che il PD ha presentato per le elezioni politiche che si rivelata il vero piombo nelle ali che ha impedito il successo di Umberto Ambrosoli e della sua proposta di Patto civico, rimasto recintato in quel cono dombra. Con il M5S, in corso d'opera, saranno sicuramente possibili e auspicabili convergenze su singole questioni, dubito per che si possano costruire alleanze strategiche. Anche perch il M5S, oltre a non volere fare alleanze, al momento, solo una lista di obiettivi senza una scala di priorit. Soprattutto per chi vuole fare politica, bisognerebbe mettere al primo posto la comprensione dei punti deboli delle risposte date dalla propria parte politica alle domande di cambiamento che il voto ha evidenziato. Io ripartirei da l, cercando di rimettermi in sintonia con la maggioranza dei cittadini lombardi (se ci si propone di governare alle prossime elezioni). Il rapporto con il M5S, come lintendenza napoleonica, eventualmente, suivra.

VISTI DA EST: LE ELEZIONI 2013 E LA STAMPA GRECA Domenico G. Muscianisi


Vittoria di Pirro titola la stampa greca di sinistra, Ingovernabilit quella di destra. Su un elemento concordano: in Italia c il pericolo di non raggiungere la maggioranza nelle Camere di Governo. Fin qui niente di originale: si tratta di una questione numerica, che chiunque in Italia ha notato nellimmediato. C, per, un motivo se allindomani delle elezioni in Italia quasi tutte le testate greche hanno messo in prima pagina Bersani, Grillo e Berlusconi. Infatti, la Cancelliera Angela Merkel per incoraggiare lItalia dal pericolo dellingovernabilit ha detto Siete nel G8, siete lItalia non la Grecia. Da qui le smentite tedesche per lopinione pubblica greca; ma linteresse italiano viene approfondito da analisi politologiche. La stampa greca di sinistra vede il vincitore Pirro - Bersani schiacciato dai Romani - Grillo (e Berlusconi) e dalla propria debolezza e forse incapacit formare alleanze per creare un governo. La stampa di destra vede, invece, la vera vittoria in Grillo, ipotizzando unalleanza con Berlusconi, testate come i Kathimerini il Quotidiano parlano tranquillamente di un Gkrilouskoni (= Gkrilos, Grillo + Mperlouskoni, Berlusconi) con i verbi alla terza persona singolare! La stampa greca, sia di destra sia di sinistra, prefigura cos un ritorno alle urne per gli Italiani oppure addirittura un governo di fatto di Grillo. Se da un punto di vista politologico destra e sinistra greche sostengono quasi le medesime posizioni; dal punto di vista economico e finanziario la stampa greca non cos omogenea. La stampa di sinistra, che gi per la situazione interna auspica unuscita dalleurozona, vede nellItalia una sfiducia nellUE e la testata i Avgi lAlba titola la prima pagina con Grillo che grida Basta! (in italiano), perch nei propri comizi auspicava un ritorno alla lira un po populisticamente, come populisticamente la sinistra greca auspica un ritorno alla dracma, mettendo in evidenza lantica dracma ateniese del sec. V a.C., dicendo che quella civetta rese Atene la citt pi potente dellEgeo e quella stessa civetta risolleverebbe lodierna Atene sempre bello guardare al passato, ma forse bisogna avere un maggiore spirito critico nel farlo. La stampa destra rimane pi nel generico, limitandosi a descrivere il segno meno alla chiusura delle borse europee, linnalzamento dello spread italiano allindomani delle elezioni e le preoccupazioni nei grandi dEuropa per il nuovo ruolo dellItalia nella eurozona. Che cosa dice la stampa greca delle elezioni in Lombardia? Sostanzialmente niente. Difficilmente la stampa estera si occupa delle realt regionali; Milano la capitale della moda, molti sono gli articoli relativi alla Milan Fashion Week proprio di questi giorni, ma di politica nulla.

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www.arcipelagomilano.org Solo un quotidiano on-line Alithia Verit parla della Lega Nord al governo in Lombardia come di una minoranza secessionista (la parola greca che definisce il partito sottende questi due concetti) Forse questo deve far riflettere noi su come siamo visti dai nostri vicini.

CRESCERE IN LOMBARDIA COI FONDI EUROPEI Giuseppe Rotondo


La Lombardia investe ingenti risorse nella ricerca, innovazione e finanziamento a startup e spin-off universitari. Questi fondi vanno incrementati sia intercettando pi finanziamenti Europei che attraverso accordi con istituzioni private. questa la via per spingere il tessuto economico della regione verso percorsi produttivi legati allinnovazione e alle tecnologie: si tratta di ambiti che per loro natura risentono meno della concorrenza dei paesi emergenti. Da qui pu ripartire la crescita nella regione attraverso un impiego proficuo del patrimonio umano costituito delle tante capacit e conoscenze formatesi nei centri distruzione superiore, accademici e di ricerca, della Lombardia. Gli investimenti in questi settori andrebbero riqualificati e legati a obiettivi di produttivit e capacit di innescare processi di crescita e sviluppo economico che possano essere oggettivamente valutati. Gli investimenti in ricerca della regione, non dovrebbero meramente sovrapporsi ai finanziamenti nazionali alla ricerca universitaria replicandone i criteri e le strategie. Mentre lo stato nazionale ha il dovere, tutelato dalla Costituzione, di finanziare anche la libera ricerca e il sapere, questo compito non appartiene alla regione che ha invece il compito, dovendo anche far fronte alla scarsit di risorse disponibili, di promuovere il lavoro e lo sviluppo economico sul territorio. Ecco allora che, se da un lato da apprezzare il proposito di consultare i rettori di tutte le Universit lombarde, evidente che non dovrebbero essere queste a dettare i criteri del piano di erogazione e utilizzo dei fondi regionali nel settore della ricerca e innovazione. Criteri che invece dovrebbero seguire le direttive indicate dallUnione Europea nel piano di coesione 2014-2020 adottato nellottobre 2011 e intitolato, significativamente, Strategie di Ricerca e Innovazione per la specializzazione intelligente anche per intercettarne i finanziamenti e ridare alla Lombardia il suo ruolo di regione centrale nel trainare lo sviluppo economico non solo dellItalia ma dellEuropa tutta. A differenza di quanto fatto dallamministrazione Formigoni, il ruolo di controllo della regione non pu limitarsi a stabilire i criteri d erogazione e, dopo lerogazione, di controllo puramente formale dei modi di spesa. ormai necessario stabilire criteri legati alle ricadute economiche: non solo pubblicazioni scientifiche, ma anche brevetti, contratti con aziende, formazione di startup e spinoff. In base a queste valutazioni aggregate che diano un indice economico dellinvestimento, valutare poi la reiterazione dei finanziamenti. Dovrebbero essere evitati finanziamenti "a pioggia" e frammentati e criteri soggettivi per lerogazione. Specialmente se di natura politica. Mentre i finanziamenti vanno concentrati in progetti che possano avere una copertura finanziaria adeguata a produrre ricadute economiche. A tal fine sarebbe opportuno costituire unagenzia nella quale concentrare tutte le risorse disponibili per gli investimenti nella ricerca e innovazione capace di seguire i progetti finanziati in tutte le fasi pre e posterogazione. Lagenzia dovrebbe avere il compito non solo di indicare i percorsi attraverso i quali la ricerca finanziata possa risolversi in attivit produttive innovative e in lavoro, ma anche essere di supporto per i soggetti ai quali i finanziamenti siano stati erogati. Fondamentale, in questa prospettiva di riqualificazione della spesa in materia di ricerca e innovazione, la valorizzazione di quel vasto patrimonio di conoscenze, capacit e talento costituito dai ricercatori precari delle universit e centri di ricerca della regione, che ora in gran parte si disperde. Si potrebbe legare lerogazione dei fondi regionali a startup e spin-off allimpiego a tempo indeterminato di un certo numero di ricercatori assegnisti e borsisti delle universit e centri di ricerca. Il progetto della regione Emilia Romagna FESR segue le direttive illustrate e da esso si potrebbero trarre buone pratiche

GIUNTA AL 50, VEDERE PER CREDERE Ileana Alesso


Legalit, merito e innovazione. Questo il pensiero emerso alla lettura della dichiarazione del Presidente Roberto Maroni che ieri ha annunciato la costituzione a breve della giunta regionale lombarda riducendo il numero degli assessori e nominando uomini e donne in pari numero e grado. Dopo la pronuncia dei giudici amministrativi che si sono occupati della giunta regionale lombarda del Presidente Formigoni, il rispetto della legalit, la valorizzazione della meritocrazia e la innovazione per lo sviluppo attengono a ogni ambito ma soprattutto alla pubblica amministrazione che ha 8.100 Comuni, 120 Province e 20 Regioni. In fondo il tema delle nomine nelle giunte e nelle societ, enti e fondazioni controllate dagli enti locali e regionali, pu essere sintetizzato in queste tre direttrici che in terra lombarda, per rimanere qui da noi, ridiventano particolarmente attuali, nellimminenza del varo della nuova giunta regionale dopo la scorsa tornata elettorale. In tema di legalit la giunta del Presidente Formigoni aveva collezionato una storica sentenza del Consiglio di Stato e una ulteriore bacchettata infertagli dal Tar Lombardia che ora costituiscono ineludibili linee guida per il nuovo Presidente Maroni per le imminenti designazioni nellorgano politico esecutivo della Regione e negli organi, di gestione e di controllo, delle oltre duecento (e forse pi se si considerano anche quelle di secondo livello) societ, fondazioni, istituzioni dellEnte Regionale. La sentenza del Consiglio di Stato (Sezione V, n. 3670/2012), pronunciata per violazione del riequilibrio di genere nella giunta regionale lombarda composta da 15 uomini e 1 donna in violazione gi delle stesse norme statutarie della regione medesima, ha ricordato alla politica che le designazioni politiche rimangono assoggettate al controllo di legalit dei cittadini e dei giudici. La

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www.arcipelagomilano.org discrezionalit, ha ricordato il giudice amministrativo, ha un limite. Vi ovviamente una scelta effettuata su un rapporto di fiducia ma nellambito delle norme vigenti che impediscono che la discrezionalit si trasformi in arbitrariet e impunit, personale e di casta. Come componente del gruppo di avvocati che ha curato la causa al Tar e al Consiglio di Stato mi fa piacere ricordare che quel principio di legalit pronunciato per la giunta regionale divenuto operante dallagosto del 2012 anche per le societ partecipate degli enti locali e territoriali, con lentrata in vigore della legge Golfo Mosca, e costituisce un inequivoco avviso ai naviganti approdati a Palazzo Lombardia dopo lesito elettorale perch nellinteresse pubblico siano costituite squadre miste, unanimemente individuate come il mix migliore per pi soddisfacenti innovazioni e risultati specie in ambito pubblico istituzionalmente preposto a occuparsi del bene comune. In tema di merito quel che invece rileva non il dato biologico di entrambi i generi che costituiscono le squadre miste ma le competenze, i curricula e, non ultimo i requisiti personali oltre che professionali di coloro che vengono designati. Se per gli appalti pubblici debbono essere presenti entrambi i requisiti lo stesso da pretendersi per le designazioni e le nomine per chi a sua volta stipula contratti e patti in nome della comunit e degli enti che la rappresentano. In tema di innovazione, che ovviamente non riguarda il solo soggetto designante, sia esso il Presidente della Regione, il Consiglio Regionale o la Giunta, la questione attiene allevidenza a un diverso atteggiamento dei partiti che tali nomine e designazioni propongono, attiene a nuova modalit della gestione della cosa pubblica, attiene alla imparzialit ed efficacia della azione amministrativa e quindi ai conseguenti risultati che cos si possono raggiungere a favore della collettivit.

CYBERBULLISMO E SOLITUDINE Ilaria Li Vigni


Il cyberbullismo un fenomeno nato negli ultimi anni tra i ragazzi e viene messo in atto attraverso internet, telefoni cellulari o computer. Il bullo invia messaggi molesti alla vittima tramite sms, e-mail o in chat oppure la fotografa e filma in momenti in cui non desidera essere ripresa. Il cyberbullismo o bullismo elettronico comprende quindi tutte le forme di prevaricazione e prepotenze tra coetanei messe in atto attraverso email, messaggini con i cellulari, chat, blog, siti internet, immagini o video diffusi sulla rete. Il fenomeno in crescita, anche perch attraverso il web o il telefono cellulare il bullo si pu nascondere dietro lanonimato e agire indisturbato. Non solo: il bullismo elettronico pu essere maggiormente nascosto al mondo degli adulti poich i ragazzi hanno in genere una competenza informatica maggiore rispetto ai genitori o agli insegnanti. La maggior parte degli studiosi ritiene che sia una nuova manifestazione del bullismo tradizionale e, a conferma di questa ipotesi, ci sono alcune ricerche che sottolineano come chi mette in atto il bullismo tradizionale utilizzi con maggiore frequenza anche il cyberbullismo. In Italia il primo episodio che ha aperto il dibattito sul cyberbullismo risale al 2006 e ha coinvolto un ragazzo disabile: i compagni di classe lo hanno picchiato e uno di loro ha ripreso tutto laccaduto con il telef ono cellulare. Il cyberbullismo un fenomeno molto recente e, anche per questo motivo, non facile da quantificare. Sono state tuttavia condotte alcune ricerche che fanno capire la dimensione del fenomeno. Varie ricerche sono state condotte negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Olanda, in Svezia, in Australia, mentre in Italia i dati sono ancora limitati: secondo il decimo Rapporto nazionale sullinfanzia e ladolescenza di Telefono Azzurro ed Eurispes il 3,2% degli adolescenti intervistati ha dichiarato di avere inviato o diffuso messaggi offensivi o minacciosi attraverso supporti tecnologici, il 4% ha utilizzato Internet o il telefonino cellulare per diffondere informazioni false sul conto di un compagno, mentre il 7,5% ha intenzionalmente escluso qualcuno da gruppi online. Quali rimedi per prevenire il fenomeno? La Commissione europea ha fatto sottoscrivere a diciassette compagnie del web un accordo per introdurre dispositivi che rendano pi sicura la partecipazione dei minorenni alle reti sociali online. Un'iniziativa necessaria sia per il numero crescente di utenti dei social network in Europa (41,7 milioni e 107,4 milioni stimati nel 2012) sia per lalto numero di episodi di abuso che coinvolgono i minorenni. L'accordo prevede, in particolare, che le compagnie attivino il tasto segnalazione di abusi: gli utenti possono quindi cliccare sul bottone per segnalare contatti o comportamenti inappropriati di altri utenti. Non solo: il documento assicura che i profili online e gli elenchi dei contatti di utenti di siti Internet registrati come minorenni siano automaticamente classificati come "privati" e garantisce che non sia possibile compiere ricerche sui loro profili (su siti Internet o con i motori di ricerca). Ma ritengo che la vera prevenzione sia di tipo educativo e sociale. Lunico consiglio che mi sento di dare quello di promuovere davvero un percorso di dialogo in casa che non faccia sentire neppure il desiderio ai giovanissimi di trascorrere tutto il loro tempo libero su internet. poi importante proporre momenti di vita comune anche fuori casa, introdurre alla passione per il cinema, per il teatro, per la musica, per lo sport: ciascun ragazzino, sperimentate le opportunit offerte, sceglier liberamente lhobby che pi gli piace. La vigilanza dei siti visionati o dei social network ritengo sia un antidoto che lascia il tempo che trova: infatti, i rischi sono insiti nel sistema e non sono facilmente prevedibili. Poi, sar ovvia la ritrosia degli adolescenti ad acconsentire ai genitori di introdursi nella loro sfera di privacy e tale intrusione potrebbe avere effetti ancora pi compromettenti da un punto di vista psicologico. Insomma, occorre parlare, parlare, parlare con i figli e spiegare che la vita vera altrove rispetto al mondo web e che i contatti veri sono altrove rispetto ai social network, soprattutto in giovane et e con tutte le prospettive che la vita offre.

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Scrive Liliana Rigamonti ad ArcipelagoMilano


Solo una breve testimonianza: ho sempre votato Pd ma non in quest'ultima elezione. Ho votato la lista civica di Monti per ribellione. Per la Regione ho votato Ambrosoli senza dare preferenze. Sono d'accordo con l'analisi di LBG sul comportamento vergognoso dei candidati e delle candidate. Sono andata alla presentazione di un candidato (quello del Dai del tu alla Lombardia) e sono tornata a casa furente. Campagna del Pd vergognosa. Faccio l'esempio del comizio finale in piazza Duomo che ho molto parzialmente seguito grazie alla diretta dal sito del Corriere della Sera. Hanno parlato sei uomini tra cui Prodi, esempio vivente delle sconfitte passate. A nessuna donna stato permesso di parlare ma in compenso una "valletta" presentava man mano gli oratori. Ai miei tempi, a Trieste, c'erano sempre delle donne che parlavano nei comizi. Siamo andati indietro rispetto a cinquanta anni fa. NB. Ho votato Renzi alle primarie

Scrive Giuseppe Vasta ad ArcipelagoMilano


Mi sembra ci sia un po' troppo pessimismo sull'esito delle elezioni regionali (forse qualcuno si era troppo illuso prima, chiss). Primo: alle elezioni precedenti, si partiva da un distacco di venti punti, ora ridotto a quattro. Secondo: Maroni non Bossi o meno che meno Borghezio, una Lega tutto sommato presentabile. Terzo: i capoluoghi provinciali sono quasi tutti favorevoli al centrosinistra e non affatto detto che "perdere nelle valli" sia peggio di "perdere in citt". Le citt non sono solo salotti, qui c' anche innovazione, finanza, commercio, cultura e istituzioni. In definitiva quello che mi sembra veramente sconfitto (speriamo) il modello di potere formigoniano, che schiacciava chiunque (alleati e avversari). Non mi sembra poca cosa, staremo poi a vedere come questo si tradurr nelle iniziative.

Scrive Felice Besostri ad ArcipelagoMilano


L'elezione di Maroni contestabile per gli stessi motivi dei ricorsi e azioni promossi contro il Porcellum da un gruppo di avvocati milanesi e che stanno per arrivare in Corte Costituzionale. La prima decisione della Sezione Prima della Corte di Cassazione il 21 Marzo. Segue a ruota la Sezione II bis del Tar Lazio il 4 aprile. Infatti anche in Lombardia il premio di maggioranza non prevede una soglia minima per essere attribuito e quindi tanto pi alto il premio in seggi quanto minore il consenso elettorale del candidato Presidente. Il voto non pi uguale come richiede l'art. 48 della Costituzione, i privilegi dei gruppi consiliari uscenti, compresi quelli virtuali violano l'art. 51 della Costituzione: non ci sono candidati alle cariche elettive in condizioni di uguaglianza. Chi fuori deve raccogliere le firme in misura spropositata. In Renania Vesfalia, che ha 10 milioni di abitanti in pi della Lombardia, ne bastano 1.000. Possibile che non si reagisca a questa compressione dei diritti costituzionali?

Scrive Luigi Caroli ad ArcipelagoMilano


E loro dov'erano? I grandi maitres a prendre! Gli strapagati Direttori (De Bortoli, Mauro, Scalfari pro domo sua, Napoletano) che hanno incensato per mesi e mesi Monti, Napolitano (dissento completamente da Rita Bramante) e Bersani (sicut erat)! Mauro avrebbe dovuto parlare ben prima di luned sera. Una volta celebrando i matrimoni si diceva: "Chi sa parli ora o mai pi". facile parlare dopo e dare sempre tutta la colpa agli altri. Quelli che piangono per l'ingovernabilit si battano piuttosto il petto. Senza parlare del fatto che alcuni di loro sono favorevoli all'inciucione! Si vergognino. Servi erano e tali rimangono. Qualcuno di loro ha riesumato Berlusconi scrivendo che non aveva meritato di morire. La Confindustria per anni e anni non ha detto niente mentre i suoi dirigenti godevano e rubavano alla grande portando il malloppo all'estero. Adesso tacciano, sepolcri imbiancati che non sono altro! Sottoscrivo una per una le parole di Marco Vitale. L'Italia attualmente ben pi governabile di quanto non fosse con l'impresentabile Berlusconi puntellato da Razzi e Scilipoti e il Monti che ci portava alla rovina completa. Perch nessuno dice che Monti sempre stato valutato almeno dieci volte il vero? Ora c' gi pi pulizia. Io del vecchio lordume non rimpiango niente ma a rimpiangere Berlusconi non ci sono solo le vecchiette ignoranti.

MUSICA questa rubrica curata da Palo Viola rubriche@arcipelagomilano.org Musica contemporanea


C'era un tempo in cui tutte le arti erano ospitate dentro le cattedrali: l'architettura, la pittura, la musica, la poesia, il teatro, eccetera. Poi ne sono uscite, e ognuna ha preso una propria strada. Con questa immagine folgorante iniziato l'intervento di Philippe Daverio alla affollatissima presentazione del bel libro di Ricciarda Belgiojoso Note d'autore. A tu per tu con i compositori d'oggi edito da Postmedia Books, nel quale sono raccolte 29 interviste ad altrettanti

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www.arcipelagomilano.org compositori contemporanei, una selezione dei molto pi numerosi incontri che lautrice ha curato per Radio Classica, ogni settimana, negli ultimi sette anni. Una presentazione svoltasi nella meravigliosa Villa Necchi - Campiglio del FAI, e un libro che hanno consentito prima a Daverio e poi a Quirino Principe di compiere un'analisi esplicita e senza sottintesi di un grande tab culturale dei nostri giorni: il rapporto del pubblico colto (forse non coltissimo) con la musica contemporanea, la sua "incomprensibilit" o la fatica estrema di gustarne o almeno di coglierne il senso (se non da parte di pochissimi eletti e addetti ai lavori). Lontani ormai dal tempo delle "cattedrali" - ha ragionato Daverio - alcune delle espressioni artistiche hanno mantenuto la loro leggibilit, la comunicazione con platee pi o meno vaste, altre si sono rinchiuse in un rapporto con i chierici, con i rispettivi popoli degli eletti, perdendo il loro senso sociale. Fra queste la musica colta contemporanea. L'opera instancabile della Belgiojoso, aiuta a capire, usando un linguaggio meno esoterico e complesso - quello della parola piuttosto che quello musicale - il senso della ricerca dei suoni che questi autori portano avanti, per la maggior parte indifferenti all'incomprensione del pubblico e agli insuccessi. Una trib, dice la Belgiojoso e confermano Daverio e Principe, molto diversa dalle avanguardie storiche che hanno sempre consapevolmente giocato un ruolo di innovazione "impegnata" (nel senso dell'engagement sartriano) imponendo la ricerca nell'ambito di battaglie e di sfide culturali volte a sostituire i vecchi idiomi con nuovi stili; mentre i chierici della neue musik appaiono rassegnati e paghi degli spazi minimali e rarefatti che le istituzioni culturali riservano loro. Leggete questo disarmante e candido brano del dialogo tra la Belgiojoso ed Eliot Carter, uno dei pi celebrati musicisti della contemporaneit, seguace e allievo di Schnberg, Berg e Webern: B.: la tua musica sempre stata considerata difficile" / C.: " vero". / B.: "ma in questi anni diventata pi chiara, meno complessa" / C.: non lo faccio consapevolmente, scrivo semplicemente quello che mi piace". Parole in cui sembra assente qualsiasi progetto, qualsiasi illusione o speranza di riallacciare i fili con chi non gi parte dell'lite. O meglio, come dichiara un altro compositore, Luca Francesconi, scrivo per la mia storia. Come coniugare questa sorta di autismo con la nozione stessa di arte che sicuramente inscindibile dalla comunicazione - un problema che rimane aperto anche dopo la piacevole serata trascorsa ascoltando le illuminanti dissertazioni dei due critici. Se non una chiave, almeno una parziale spiegazione viene dal considerare la differenza strutturale tra i media attraverso cui le diverse forme darte vengono veicolate. Ricorda ancora Daverio, riprendendo una riflessione di Pierre Boulez, che una delle ragioni della difficile comunicazione / comprensione sta nella differenza tra il modo in cui si pu fruire unopera di pittura e un brano musicale: la prima, esposta in un museo, ancorch a prima vista incomprensibile, pu diventarlo con il muto colloquio che, in un tempo pi o meno lungo, losservatore pu instaurare con essa. Inoltre losservatore sa che quellopera, anche se per motivi a lui incomprensibili, ha un valore economico e quindi portato a sforzarsi per apprezzarla. Per la musica, invece, il tempo della fruizione limitato, fuggevole e quindi o si stabilisce unimmediata empatia o non c modo di recuperarla. Per di pi il suo valore economico , nella maggior parte dei casi, nullo e quindi non c da preoccuparsi: nella societ di massa, ci che il mercato non apprezza (cio non ha prezzo) non ha valore. Pu darsi che questo influisca sul problema, ma certamente non lo esaurisce, poich siamo nel tempo della riproduzione meccanica della musica, oggi accessibile in ogni tempo e in ogni dove. Infine un tema che il dibattito non ha toccato o ha toccato molto di sfuggita: il rapporto fra la musica contemporanea e il computer. Ne parlano molti, fra i musicisti intervistati, dicendone ovviamente meraviglie: il computer apre uno scenario infinito alla creazione di suoni, consente di superare i limiti degli strumenti fisici, apre alla creazione di timbri, colori, suoni, intervalli che lesecuzione con strumenti manuali non consente. Lallargamento delle possibilit creative ed espressive grazie allinformatica un tema generale, che riguarda anche la progettazione architettonica, le pratiche diagnostiche e mille altre attivit. Ma mentre luso del computer in genere ha avvicinato gli artisti al pubblico, rendendo lespressione artistica pi comprensibile ed efficace, al limite banalizzandola, nella musica contemporanea lelettronica ha portato a sperimentazioni ancora pi esoteriche e sempre pi lontane dal comune sentire. Insomma il mistero, anche se ben indagato dal libro della Belgiojoso, rimane. Che i clerici ci perdonino. (Andrea Silipo)

ARTE questa rubrica a cura di Virginia Colombo rubriche@arcipelagomilano.org Leonardo e le macchine ricostruite
Come faceva Leonardo Da Vinci a progettare le sue macchine volanti? Potevano davvero volare? Che cosera il famoso Leone Meccanico? Perch non venne mai portato a termine il colossale monumento equestre di Francesco Sforza? Queste sono solo alcune delle domande che potranno avere risposta grazie allinnovativa - e unica nel suo genere - mostra che si appena aperta in una location deccezione: gli Appartamenti del Re nella Galleria Vittorio Emanuele. Tutto nasce dallidea di tre studiosi ed esperti, Mario Taddei, Edoardo Zanon e Massimilano Lisa, che hanno saputo mettere insieme e creare un centro studi e ricerca dedicato a Leonardo, alle sue invenzioni e alla sua attivit, con risultati sorprendenti sia sul fronte delle esposizioni, sia su quello della divulgazione. Leonardo3 (L3) parte di un progetto pi ampio, di un innovativo centro di ricerca la cui missione quella di studiare, interpretare e rendere fruibili al grande pubblico i beni culturali, impiegando metodologie e tecnologie allavanguardia. Sia i laboratori di ricerca sia tutte le produzioni L3 (modelli fisici e tridimensionali, libri,

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www.arcipelagomilano.org supporti multimediali, documentari, mostre e musei) sono dedicati allopera di Leonardo da Vinci. E i risultati sono stati straordinari: L3 ha realizzato il primo prototipo funzionante al mondo dellAutomobile di Leonardo, hanno ricostruito il Grande Nibbio e la Clavi-Viola, il primo modello fisico della Bombarda Multipla, il primo vero modello del Pipistrello Meccanico, il Leone Meccanico e il Cavaliere Robot, oltre a interpretazioni virtuali e fisiche inedite di innumerevoli altre macchine del genio vinciano. Non solo macchine per. Fondamentali per la riscoperta e la creazione dei prototipi sono stati i tanti codici leonardeschi, tra cui il famoso Codice Atlantico interamente digitalizzato, cos come il Codice del Volo, presentato in Alta Definizione, in cui ogni singolo elemento interattivo. E queste tecnologie diventeranno, in futuro, sempre pi utili per studiare manoscritti antichi e fragilissimi, come i diversi Codici e taccuini, gi molto rovinati dallusura e dal passare dei secoli. Una mostra che divertir grandi e bambini, che potranno toccare con mano le macchine e i modellini ricostruiti, testarsi sui touch screen per comporre, sezionare o vedere nel dettaglio, tramite le ricostruzioni 3D, i vari pezzi delle macchine di Leonardo, far suonare la Clavi-Viola e costruire, davvero, un mini ponte autoportante. Una delle ultime sezioni poi dedicata ai dipinti di Leonardo, su tutti la famosa Ultima Cena. Una ricostruzione digitale e una prospettica permettono di ricostruirne strutture e ambienti, di capirne perch Leonardo sbagli di proposito la prospettiva e di approfondire alcuni dettagli. I modelli sono stati costruiti rispettando rigidamente il progetto originale di Leonardo contenuto nei manoscritti composti da migliaia di pagine, appunti e disegni. Il visitatore avr anche la possibilit di leggere i testi di Leonardo invertendo la sua tipica modalit di scrittura inversa (da destra a sinistra). L3 si gi fatto conoscere nel mondo, le mostre sono state visitate da centinaia di migliaia di persone in citt e Paesi come Torino, Livorno, Vigevano, Tokyo, Chicago, New York, Philadelphia, Qatar, Arabia Saudita e Brasile. Occasione imperdibile. Leonardo3 Il Mondo di Leonardo -piazza della Scala, ingresso Galleria Vittorio Emanuele II, fino al 31 luglio, orari: tutti i giorni dalle ore 10:00 alle ore 23:00, biglietti: 12 intero, 11 studenti e riduzioni, 10 gruppi, 9 bambini e ragazzi, 6 gruppi scolastici.

Modigliani, Soutine e la Collezione Netter


Di Modigliani si detto e scritto di tutto. A iniziare dal suo soprannome, Mod, gioco di parole tra il suo cognome e lespressione peintre maudit, il pittore folle. Si sa della sua dipendenza cronica da alcol e droghe, si sa del suo grande amore, leterea Jeanne, si sa della loro tr agica fine. Esponente di rilievo della cosiddetta Scuola di Parigi, Modigliani ha davvero segnato unepoca, pur nella sua breve esistenza, influenzando artisti e generazioni future. Un artista incompreso, come molti altri allinizio della carriera, e che pot sopravvivere soprattutto grazie allaiuto di generosi e lungimiranti mecenati. Dopo Paul Alexandre e Paul Guillaume, entra in gioco un collezionista atipico, schivo e riservato, che aiuter Mod nei suoi anni pi cruciali: Jonas Netter. Industriale ebreo emigrato a Parigi, Netter negli anni riuscir a mettere insieme una straordinaria collezione di opere darte, pi di duemila, scegliendo gli artisti pi promettenti e interessanti, affidandosi al suo gusto personale ma anche a quello di un uomo completamente diverso da lui per stile di vita e carattere, Leopold Zborowski. Polacco, arriva a Parigi nel 1914 insieme alla moglie, per tentare la carriera artistica. La ville lumire lo trasformer invece, a suo dire, in poeta. E in un mercante. Grazie alle conoscenze e alle frequentazioni dei caff e dei locali di Montparnasse, Zborowski conosce e frequenta gli studi degli artisti pi talentuosi, e poveri, che stipendia e compra per Netter, con il quale aveva precisi rapporti commerciali. Un sodalizio lungo pi di un decennio, interrotto in brusco modo nel 1929, e che condurr Netter ad avere 50 dipinti di Modigliani, 86 Soutine e 100 Utrillo. Ed proprio Maurice Utrillo, figlio della ex modella e pittrice Suzanne Valadon, a essere stato il grande amore di Netter. In mostra molti paesaggi, declinati nei diversi periodi e momenti della sua vita. La precoce dipendenza di Utrillo dallalcol non gli ha impedito di lavorare tantissimo, a scopo terapeutico, e di ispirarsi alla pittura impressionista, soprattutto di Pissarro. Netter amava i suoi artisti come dei figli, sostenendoli in ogni modo: pagava stipendi, studi e materiali, pagava anche alcol e cliniche di disintossicazione. Ma in realt la collezione molto variegata. Oltre agli artisti maledetti per eccellenza, Mod e Soutine -con i suoi paesaggi espressionisti e i materici quarti di bue- presenta anche fauve come Derain con le fondamentali Grandi bagnanti del 1908, e de Vlaminck; molte opere di Suzanne Valadon, il neoplasticista Helion, Kisling, Kikoine, Kremegne e altri artisti dellEst- e non soloscappati da una vita di miseria per approdare a Parigi, citt ricca di promesse, di collezionisti e simbolo, con Montmartre, Montparnasse e i loro caff, di una vita bohemien e ribelle. Certo non tutto al livello delle opere di Modigliani, sono presenti anche pittori minori e nomi forse poco conosciuti. Ma daltra parte la collezione il frutto del gusto e dellestetica personale di Netter, che ha saputo riunire tutti quegli artisti, diversi per storia, cultura e Paese, e che hanno segnato la storia dellarte europea. Dice il curatore, Marc Restellini: Questi spiriti tormentati si esprimono in una pittura che si nutre di disperazione. In definitiva, la loro arte non polacca, bulgara, russa, italiana o francese, ma assolutamente originale; semplicemente, a Parigi che tutti hanno trovato i mezzi espressivi che meglio traducevano la visione, la sensualit e i sogni propri a ciascuno di loro. Quegli anni corrispondono a un periodo demancipazione e di fermento che ha pochi eguali nella storia dellarte. Di Jonas Netter, uomo nellombra, oggi non rimane quasi niente, solo un suo ritratto fatto da Moise Kisling e qualche lettera. La sua eredit pi grande sono senza dubbio le opere darte che oggi, dopo pi di settanta anni, tornano a essere esposte insieme per ricreare una delle epoche doro della pittura europea. Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti - Palazzo Reale, fino all8 settembre 2013 - Orari: Luned: 1430 - 19.30. Dal marted alla domenica: 9.30-19.30. Gioved e sabato: 9.30-22.30 - Costo: Intero 9 euro, ridotto 7,50 euro.

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I tarocchi dei Bembo. Gusto cortese tra Milano e Cremona


Dopo i tarocchi della collezione Sola Busca, la Pinacoteca di Brera espone un altro prestigioso gioiello, le 48 carte del mazzo braidense, detto Brambilla dal nome della famiglia milanese che lha posseduto nel corso dellOttocento e di buona parte del Novecento. Il mazzo, realizzato dalla bottega cremonese di Bonifacio Bembo tra il 1442 e il 1444 circa per il duca di Milano Filippo Maria Visconti, stato acquistato nel 1971 dallo Stato per la Pinacoteca. Per ragioni conservative legate al materiale costitutivo (cartoncino pressato, rivestito di un sottile strato di gesso, con foglia doro o dargento e coloritura a tempera), i tarocchi non possono essere esposti con continuit. Ecco perch, dopo la breve apparizione alla mostra Oro dai Visconti agli Sforza, tenutasi al Museo Diocesano nel 2011, loccasione preziosa. La mostra, curata da Sandrina Bandera e Marco Tanzi, presenta una scelta di opere che, nel secolo scorso, sono state alla base del recupero critico della stagione del gotico in Lombardia e intende fare il punto sulla produzione artistica della famiglia cremonese dei Bembo, protagonista, tra Lombardia ed Emilia, del delicato passaggio dalla cultura gotica cortese e internazionale, a quella rinascimentale. I fratelli Bembo, attivi alla corte milanese e nelle principali corti padane, attraversano quarantanni di storia del ducato con ruoli da protagonisti: Bonifacio, alla guida della bottega cremonese, il preferito dei duchi di Milano, che gli affidano la conduzione delle pi importanti fabbriche nei centri del loro potere (Milano, Pavia, Cremona, Vigevano, Caravaggio); Ambrogio il suo collaboratore prediletto tra gli anni quaranta e cinquanta. Benedetto, pi giovane, e il presunto Gerolamo sono, invece, i beniamini dei feudatari padani. Stessa famiglia ma influenze e interessi differenti: Bonifacio guarda alla tradizione gotica di Milano e, in parte, di Venezia e si rivolge a Gentile da Fabriano, Masolino e Pisanello registrandone le opere presenti nei territori confinanti con Cremona e in Valpadana, Benedetto precocemente orientato sulla Ferrara di Leonello dEste, tra lo Studiolo di Belfiore, Donatello e Rogier van der Weyden. A contornare i tarocchi dei due mazzi bembeschi presenti in mostra, quello di Brera e quello dellAccademia Carrara di Bergamo, sono esposte alcune significative opere, selezionate per tentare di delineare, alla luce delle pi recenti riflessioni critiche, le scelte espressive dei vari fratelli. Codici disegnati e miniati, tavolette da soffitto e dipinti su tavola e anche, da Cremona, i ritratti dei duchi Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti (1462), affreschi strappati dalla chiesa di SantAgostino, mai usciti dalla citt, e lIncoronazione di Cristo e di Maria. Il tutto per testimoniare la produzione quasi seriale di questa famiglia di artisti. E proprio la bottega (o le botteghe) dei Bembo rappresentano un modello esemplare del fervore culturale che anima, dalla met del Quattrocento, Cremona, scelta nel 1441 per celebrare il matrimonio tra Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza, fondatore della nuova dinastia. Nel segno delle nozze ducali si intrecciano, simbolicamente, i vecchi e i nuovi orizzonti culturali: la tendenza milanese a un visione gotica propriamente internazionale, derivata da Giovannino de Grassi e da Michelino da Besozzo, con uno sguardo pi moderno, aggiornato sulle novit portate dal toscano Masolino, ma anche sulla lezione pi espressiva in arrivo da Padova e Ferrara. In mostra anche un capolavoro eccezionale: i disegni del Lancillotto, che ne fanno un codice-capolavoro della cultura cavalleresca, sempre attribuito alla bottega di Bonifacio Bembo. I tarocchi dei Bembo. Una bottega di pittori dal cuore del Ducato di Milano alle corti padane Pinacoteca di Brera Dal 21 febbraio al 7 aprile Orari 8.30-19.15 da marted a domenica (la biglietteria chiude alle 18.40) Biglietti Intero: 10,00 Ridotto: 7,00

Bob Dylan pittore a Milano


Di lui si sa che un grande musicista, un poeta (ha vinto anche il Premio Pulitzer 2008), un idolo per intere generazioni, e un vero artista. Nel senso pi letterale della parola. A Milano, presso lAppartamento di Riserva di Palazzo Reale (primo piano), Bob Dylan espone 22 lavori, oli su tela, in cui la protagonista indiscussa la New Orleans degli anni 40 e 50. Da cosa nasce la passione di Dylan per la pittura? In realt un amore di lunga data questo, risalente gi agli anni 60, data in cui, per un piccolo incidente, Dylan costretto a letto e passa il suo tempo disegnando e abbozzando le prime opere. Una passione che continuata nel corso degli anni, tra un tour e laltro anzi, durante gli spostamenti tra una tappa e laltra, tanto che la prima mostra di bozzetti e disegni a essere esposta (in Italia), era intitolata On the road. Dylan ci riprova, questa volta a Milano, citt nella quale ha fatto una breve apparizione allinaugurazione della mostra. Pochi minuti, giusto il tempo di una foto e via di nuovo. Il tema dei 22 dipinti, la cui serie intitolata New Orleans Series, dunque la realt sporca, angusta, malfamata e cupa della citt americana negli anni 40 e 50, altrettanto loschi ma vivi. La mostra si caratterizza, soprattutto nelle prime stanze, per scene molto forti di sesso e violenza, creando un contrasto incolmabile con le tappezzerie e la boiserie degli antichi appartamenti. Basati quasi tutti su fotografie, le tele raccontano un mondo tormentato, intriso di perversioni sessuali, razzismo, ma anche di situazioni allapparenza banali: fedeli afroam ericani che cantano in chiesa con i loro reverendi, attese alla stazione del treno, barber shop, bische e balli clandestini. Si conclude con le Courtyard, interni di cortili che Dylan ha visto durante le sue passeggiate per la citt che tante volte lo ha ospitato. Qui il tono si rilassa, la tensione delle scene di violenza si allenta e si portati in un mondo fatto di piante, fiori, colori e sole. La pennellata di Dylan pastosa e materica, non ha spazio per le raffinatezze dei dettagli, centrerebbero poco con i temi rappresentati, crea e forma i personaggi dando loro forza e corposit. Si potrebbe preferire il cantautore rispetto allartista, ma la mostra a ingresso gratuito, su decisione dellartista stesso, per cui il confronto dobbligo. Bob Dylan - New Orleans Series Palazzo Reale, fino al 10 marzo lun 14.30-19.30; mar, merc, ven e dome 9.30 -19.30; giove e sab 9.3022.30. Ingresso gratuito

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Le mostre del 2013. Milano si risveglia?


Nuovo anno, nuove mostre. Dopo il clamoroso successo della retrospettiva su Picasso, che stata la mostra pi visitata dItalia e che ha r egalato numeri da capogiro in termini di biglietti staccati, si pensa gi alle nuove iniziative. Ancora da vedere, fino a marzo, la bella mostra di Costantino 313 d.C., sempre a Palazzo Reale, sede che ospiter anche, a partire dal 21 febbraio, un altro gigante della pittura: Modigliani. E infatti la mostra dal titolo Modigliani e gli artisti di Montparnasse: la collezione Jonas Netter, racconter la vita, le opere, larte e le passioni di Modigliani, livornese ma parigino dadozione, e dei tanti artisti che con lui hanno condiviso gli anni della Parigi, difficile, affascinante, vivissima, di inizio secolo. Sempre a Palazzo Reale, in autunno, prevista una mostra che non mancher di affascinare e stupire: protagonista sar August Rodin, lartista del Pensatore, con una mostra monografica in cui verranno presentati, per la prima volta in Italia, sculture e opere per lo pi in marmo. Il programma espositivo dellanno molto ricco, con nomi, come si visto, di grande richiamo. Continuiamo proprio con Palazzo Reale e le sue mostre pi importanti. A fine gennaio aprir Il vero e il falso, mostra che propone un viaggio sul fenomeno della falsificazione nel mondo dellarte, a cura della Guardia di Finanza, mentre in febbraio ci sar invece una piacevole sorpresa per gli appassionati di Bob Dylan: verranno infatti esposti 22 dipinti creati dal musicista-artista, che da anni si diletta anche di pittura. A cura di Francesco Bonami intitolata The New Orleans Series. Larte contemporanea prende ancora il sopravvento, con la mostra The desire for freedom. Arte in Europa dal 1945. Nata dalla collaborazione tra Milano e prestigiosi musei europei, lesposizione racconta levoluzione dellarte e dei suoi temi dal 45 a oggi, attraverso oltre 100 lavori di grandi artisti contemporanei come Daniel Hirst, Richter e Merz. A giugno entra in gioco la fotografia. Quasi 1000 fotografie provenienti dal prestigioso Moderna Museet di Stoccolma, racconteranno la storia della fotografia a partire dal 1840 fino ad oggi. Da ottobre in poi la stagione riprender con grande vigore con due super mostre. La prima si intitoler Da Pollock alla Pop Art, e proporr ai visitatori niente meno che le prestigiose opere degli Espressionisti Astratti americani conservate presso il Whitney Museum di New York, concentrandosi sugli artisti pi influenti e importanti, coprendo un arco di tempo che va dalla fine degli anni Quaranta ai primi anni Sessanta: da Jackson Pollock - protagonista indiscusso - a Willem de Kooning, Mark Rothko, Franz Kline e Barnett Newman. Se questo non bastasse, ecco arrivare anche una retrospettiva sullitaliano Piero Manzoni, in occasione del cinquantesimo anniversario della sua scomparsa. Per gli appassionati della pittura pi tradizionale ci sar invece la possibilit di visitare la mostra su Bernardino Luini, pittore lombardo leonardesco, a cui sar dedicata una mostra autoctona, curata dal Comune di Milano e dalla Pinacoteca di Brera. Anche il PAC far la sua parte, con le mostre di Jeff Wall, artista canadese considerato uno dei pi influenti fotografi contemporanei (a marzo), e di Adrian Paci (a ottobre), artista albanese di grande successo internazionale. Non poteva mancare anche il Museo del 900, che ad aprile propone il nome di un artista intramontabile: Andy Warhol. Non pitture, film o fotografie, ma stampe, relative ai pi celebri nuclei e soggetti dellartista, protagonista della Pop art americana. La GAM di via Palestro invece punta su artista di casa, Medardo Rosso. Unoccasione per presentare le nuove sale della galleria, aperte dal prossimo autunno, in cui verr risistemato e riqualificato il pi importante nucleo di opere al mondo di questo artista. Ci fermiamo qui, ma il programma in realt molto pi vasto e sviluppato su quasi tutte le sedi museali milanesi, dal Castello, al Museo del Fumetto, allArcheologico, alla Rotonda della Besana. Un programma vario e ricco, sintomo di una rinnovata attenzione verso larte e le sue manifestazioni.

Costantino 313. Il sogno che cambi lEuropa


Per celebrare la nascita del famoso Editto di tolleranza, datato 313 d.C., il Museo Diocesano e la casa editrice Electa, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attivit Culturali, con la Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma e sotto lAlto Patronato del Presidente della Repubblica e della Segreteria di Stato del Vaticano, presentano la mostra Costantino 313 d.C. Una grande esposizione celebrativa non solo di quelleditto che di fatto cambi il corso della storia europea, ma anche del ruolo di Milano come citt imperiale e punto di riferimento politico, religioso e culturale. LEditto di Milano fu emanato nel 313 d. C. dallimperatore romano dOccidente Costantino e dal suo omologo dOriente, Licinio, che si incontrarono nel palazzo imperiale milanese e decisero che, da quel momento, il Cristianesimo, culto gi affermato in larghi strati della popolazione dellImpero, dopo secoli di persecuzioni veniva dichiarato lecito, inaugurando cos un periodo di tolleranza religiosa e di grandi rinnovamenti politici e culturali. Dal palazzo imperiale a Palazzo Reale, dunque. La mostra, divisa in sei sezioni, racconta la Milano dellepoca, ricostruendone idealmente spazi e palazzi, luoghi, arte e suppellettili che circolavano non solo nella capitale ma anche in tutto il mondo romano. Con pi di duecento preziosi oggetti darcheologia e darte, vengono indagate tematiche storiche, artistiche, politiche e religiose: da Milano capitale imperiale, alla conversione di Costantino, con quellaura di leggenda, fino ai simboli del suo trionfo. Attraverso la ricostruzione di Milano, il visitatore potr ritrovarsi nella capitale dellepoca, con tutti gli edifici funzionali a una grande citt: dal Palatium, edificio polifunzionale destinato ad accogliere non solo limperatore ma anche la complessa burocrazia dello Stato, alle grandiose terme erculee, identificabili tra gli odierni Corso Vittorio Emanuele e via Larga, fino alla necropoli dellarea di SantEustorgio, senza tralasciare quartieri residenziali e nobiliari. Ma siamo in un momento di transizione, in cui accanto allaffermarsi del Cristianesimo come culto sempre pi importante, persistono ancora diverse religioni nellimpero costantiniano, che ci sono note me-

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www.arcipelagomilano.org diante luso di iconografie pagane in oggetti darte di destinazione uffici ale o privata, e che spesso si mescolano ai simboli e alle immagini cristiane. Oltre ad approfondire la figura di Costantino e della sua famiglia, ampio spazio dato anche a tre istituzioni importanti per la vita pubblica romana: lesercito, la chiesa e la corte imperiale. Cos grandi ritratti ufficiali, monete, medaglie e oggetti quotidiani documentano il nuovo aspetto pubblico e sempre pi presente dellimperatore, della corte, dei grandi funzionari, dellesercito, della Chiesa e dei suoi vescovi, fino ad Ambrogio. Oggetti preziosi e di lusso che testimoniano, con le loro figurazioni, il passaggio graduale che il Cristianesimo compie allinterno della soci et, da devozione lecita ma privata a una dimensione pubblica e ufficiale, per arrivare infine a essere lunica religione dellImpero. Gemme e cammei, argenterie, gioielli in oro e fibule auree consentiranno di tracciare un quadro dello splendore che caratterizzava la vita della corte e la nuova devozione verso la Chiesa. Chiude la mostra una grande sezione dedicata a Elena, madre di Costantino, santa e imperatrice. Fu proprio Elena che si rec in Terra Santa e trov, secondo la tradizione, dopo averla riconosciuta, la Vera Croce di Cristo, riportandola in Europa e inserendo nella corona imperiale del figlio uno dei Sacri Chiodi, come protezione e dichiarazione ufficiale della nuova, vera Fede. Imperdibile la bellissima Sant Elena di Cima da Conegliano, proveniente dalla National Gallery di Washington, 1495 c. Sulla conversione di Costantino si scritto molto: fu frutto di una decisione presa per convenienza o il suo spirito era sincero? Il battesimo in punto di morte, il celebre sogno, avvenuto la notte prima della Battaglia di Ponte Milvio, nel 312, in cui si preparava a combattere il suo nemico Massenzio, sono storie ben note. Quel che certo che, da quel momento, inizia a diffondersi liconografia del Krismon, le due iniziali greche di Cristo incrociate tra loro, dapprima sugli scudi dellesercito di Costantino, poi su monili e gioielli, per approdare infine in tutto lImpero. Si diffonde a simbolo di unepoca intera il signum crucis di Costantino. Costantino 313 d.C. Palazzo Reale, fino al 17 marzo 2013 orari: lun 14.30 19.30 mar, mer, ven, dom: 9.30 19.30 giov, sab: 9.30 22.30 ingresso: intero euro 9,00 ridotto euro 7,50 10.00 19.00. Chiuso il marted.

LIBRI questa rubrica a cura di Marilena Poletti Pasero rubriche@arcipelagomilano.org Lina Sotis Libretto di risparmio
Ricominciamo da zero Rizzoli, nov. 2012 pp 180,10 euro
Mercoled 6 marzo, ore 18, il libro verr presentato a cura di Unione Lettori Italiani Milano a Palazzo Sormani, sala del Grechetto, via F. Sforza 7, Milano, relatore Antonio Calabr dello scrittore-sociologo sapere fiutare l'aria del suo tempo, l'esprit du temps, e segnalare al lettore distratto i cambiamenti in atto nella societ. Maestra in questo genere di esercizio intellettuale, come in Modi e Mode di Gillo Dorfles, senza dubbio Lina Sotis, che dal suo arrivo a Milano, giovane sposa, a oggi, ci delizia con i suoi acuminati ritratti di costume, illuminati dal suo occhiolaser, dalle pagine del Corriere e dei suoi libri. E come allora si impose, con quel caso editoriale che fu Bon ton, un vademecum per proporsi con stile e sicurezza nei salotti e nel lavoro (libro dedicato alle donne emergenti ed emancipate dal ruolo di casalinga) oggi la Sotis pubblica, con quel suo piglio telegrafico, ironico e mordace, un sapiente Libretto di risparmio, dal titolo in linea con le problematiche del nostro tempo, naufragato in una crisi mondiale. L'autrice ora volge il suo sguardo soprattutto all'etica, per orientare tutti noi a un vivere all'insegna dell'essenziale e della semplicit, un vivere scevro dall'inutile e dalle frivole apparenze. Quelle che abbondavano nella Milano da bere e ancora fino al 2008. Si evidenzia cos che i costumi, anche se trattati con proverbiale leggerezza, sono una questione molto seria da analizzare, sono specchio della salute economica e morale di un luogo e dei suoi abitanti, e affondano in meccanismi psicologici dettati dalle circostanze storiche e dall'assetto di ogni specifica societ. E se all'epoca di Dante, aggiungiamo noi, si andava affermando il dolce stil novo e poi il gusto delle Corti, dei Comuni, delle Signorie (il cui eco risuona ancora in quelle meravigliose sequenze di dame a cavalieri, con ghirlande nei capelli e lunghe maniche, negli affreschi gotico rinascimentali del Castello della Manta a Cuneo) solo nel 1558 si codifica il comportamento dei notabili, nel Galateo di Monsignor della Casa, come sinonimo di appartenenza. Il Cinque -Seicento, scosso dai dubbi della controriforma e della scienza, impone nuove regole, rivisitate nell'illuminismo con l'affermazione della ragione e della libert individuale. Spetter a Georg Sand, amica di Chopin, nell'800, scardinare l'uso sacrale della gonna, con l'introduzione dei pantaloni, che lei indossava spesso con spavalderia, come segno di una nuova consapevolezza di s, verso l'uguaglianza tra i sessi. Nel '63 Bon ton suggella un'epoca che stava per finire, spazzata via dalla rivoluzione del '68. Mentalit e stili dirompenti azzerano baciamani e inchini. sintomatico che oggi, debellati tutti gli ismi del passato, in un tempo senza certezze e denso di ansie per un futuro oscuro, con i giovani deprivati del posto fisso, Lina Sotis sappia individuare una nuova estetica, non gi relativa a un viso ritoccato, ma alla fisionomia dell'anima, per affermare il valore dell'understatement e il disvalore dell'opulenza. Invita a scrutare i moti interiori, per tradurli in azioni concrete di solidariet verso il prossimo, e per riconoscere, nelle sole qualit umane di una persona, il segreto di una nuova amicizia.

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www.arcipelagomilano.org barattare, riciclare, non sprecare. Un nuovo modo di vivere insomma, per noi e per i nostri figli, per una felicit pi consapevole, l'unica oggi possibile. Con meno soldi, ma pi

Gi l'amicizia, stessa radice di amore, la chiave del libro, il sapere l'unica cosa che dobbiamo mettere in cassaforte perch non si svaluta, e imparare a condividere, aiutare,

sorrisi. Perch ove si chiude una porta, si apre un portone (si pu aprire, chiss). Il tutto suggerito con la consueta gioiosa levit.

TEATRO questa rubrica a cura di Emanuele Aldrovandi rubriche@arcipelagomilano.org La rivincita


di Michele Santeramo Regia Leo Muscato Con M. Cipriani, V. Continelli, S. Damato, P. Fresa, R. Lanzarone, Mi. Sinisi, Direttore tecnico N.Cambione Assistente alla regia A. Papeo Organizzazione L. Marengo/A. Papeo Produzione Teatro Minimo In coproduzione con Bollenti Spiriti Regione Pugila Assessorato alle politiche Giovanili e alla Cittadinanza In collaborazione con lAssessorato alla Cultura del Comune di Andria
Teatro minimo il nome della compagnia di Sinisi e Santeramo, ma anche il riassunto perfetto della poetica di questo spettacolo: una messa in scena fatta con niente. Niente scenografie (a parte due muretti di cartongesso dietro ai quali gli attori si nascondono e si cambiano quando non sono in scena e che si muovono in avanti solo nella scena finale), niente musiche, niente effetti, niente costumi (la storia ambientata ai giorni nostri e i vestiti potrebbero tranquillamente venire dagli armadi degli attori); niente di niente, insomma. Niente tranne tre cose minime e fondamentali: un bel testo, dei bravi attori e unidea registica. La vicenda quella di due uomini alle prese con problemi economici e voglia (o non-voglia) di paternit, ma si inserisce in un contesto che diventa il vero protagonista, con un banchiere insensibile, due barististrozzini, un avvocato opportunista, due mogli molto diverse fra loro e un tessuto sociale fatto di lavoro sottopagato e buchi nella terra agricola scavati di notte per sotterrare rifiuti tossici (che si rivelano essere poi la causa della quasi-sterilit del protagonista). Il dramma trattato per con la cifra della commedia e non c spazio per patetismo o retorica, anche se la critica finale alle banche forse anche a causa della troppa attualit risulta un po scontata. Landamento del testo ha un ritmo brillante e incalzante che tiene viva lattenzione del pubblico e suscita molte risate, ma che forse rimane troppo identico dallinizio alla fine. Se questo da un lato rischia di indebolire lazione drammatica, visto che ai personaggi succedono in modo quasi ciclico sempre le stesse cose (sindebitano, guadagnano un po, pagano i debiti e poi sindebitano di nuovo), dallaltro rende lidea di una ripetizione sistematica che dal punto di vista tematico molto interessante. Il linguaggio semplice e diretto, mai generico, e ha unautorialit ben precisa, riconoscibile in altri testi di Santeramo, come ad esempio Sequestro allitaliana: i personaggi hanno un particolare equilibrio nellutilizzare termini e costruzioni sintattiche poco complessi, popolari, quasi dialettali, ma nel formulare con essi argomentazioni ironiche e talvolta intellettualmente sofisticate; si tratta di uninteressantissima forma di ibrido fra il realismo dellam bientazione, delle problematiche, dei toni e appunto del linguaggio, e una sorta di non-realismo che emerge quando i personaggi commentano la situazione in cui loro stessi si trovano con uno sguardo lucido e distaccato che chi agisce come agiscono loro, dallinterno, non potrebbe avere. Leo Muscato riesce a rendere teatrale una trama che forse avrebbe avuto bisogno del cinema (infatti in origine era una sceneggiatura), facendo in modo che siano gli attori a creare gli spazi, muovendosi e i ncontrandosi con soluzione di continuit anche se si passa da una scena in banca a una in campagna. Gli attori sono bravi ma soprattutto quel che fa la differenza sono affiatati e si lasciano andare nel gioco teatrale con fiducia reciproca, risultando per questo motivo molto veri e naturali, a riprova del valore che pu avere un lavoro di compagnia ben guidato e che si appoggia su un testo solido. Uno spettacolo fatto con niente, da vedere.

CINEMA questa rubrica a cura di M. Santarpia e P. Schipani rubriche@arcipelagomilano.org Gambit


di Michael Hoffman [U.S.A., 2012, 90'] con Colin Firth, Cameron Diaz, Alan Rickman, Tom Courtenay, Stanley Tucci
Nel gergo degli scacchi il gambetto (gambit in inglese) un'apertura che comporta il sacrificio volontario di un pedone, mossa che, in alcuni casi, libera i movimenti pi efficaci della regina. Questo il caso di Gambit, la nuova pellicola di Michael Hoffman tratta dalla sceneggiatura dei fratelli Coen e remake dell'omonimo film di Ronald Neame. Il pedone Harry Deane (Colin Firth), un ingessato e goffo esperto d'arte contemporanea che sbarca in Texas per arruolare la sua regina PJ Puznowski (Cameron Diaz), spennatrice di polli e rodeo-girl. Lo scacco matto all'avido e irascibile datore di lavoro di Harry, il magnate Lionel Shahbandar, (Alan Rickman) non per rapido e scevro da peri-

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www.arcipelagomilano.org coli come nei sogni dell'ingenuo protagonista. Il buon esito della truffa rimane, tuttavia, facilmente intuibile. Il proprietario manifesta cos palesemente incompetenza e rozzezza, da non mettere mai in dubbio la fine in mani meritevoli dei Covoni di Monet. La sceneggiatura gioca cos sulla perdita di dignit del povero Harry, costretto prima sul lastrico dai vizi della sua ospite, poi realmente senza pantaloni nel pi lussuoso albergo della citt. Il punto di forza di Gambit dovrebbe essere la coesistenza, per un'ora e mezza, di tre personaggi agli antipodi, ma il tentativo di divertire sconfina presto nella ridicolaggine. I dialoghi ricorrono troppo spesso al doppio senso pi prevedibile, perdendo cos l'occasione di sfruttare in modo originale le scene pi divertenti. D'altronde il Maggiore (Tom Courtenay), fedele compagno di truffa di Harry, ci aveva avvertito: la storia sarebbe stata sciocca e coraggiosa. E il coraggio, di un pur convincente pedone come Colin Firth, non bastato. Marco Santarpia In sala a Milano: Ducale, Plinius, The Space Cinema Odeon, UCI Cinemas Bicocca.

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