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Genere e potere / 1

Privilegi incorporati e afasie sociologiche


Redazione , 10 aprile 2011

di Chiara Bertone Sugli intrecci tra genere, sessualit e potere in Italia la sociologia dovrebbe avere molto da dire, eppure, seguendo il dibattito pubblico recente, con le sue tante voci articolate e sofisticate, trovo che vi siano degli spazi di afasia del sapere sociologico che vorrei mettere a fuoco.[1] Il fatto che i termini di questa discussione siano incorporati nella figura di Berlusconi offre alcune possibilit da cogliere, anche per la ricerca sociologica: la figura delluomo eterosessuale maturo ricco, di una posizione dunque di vantaggio nelle gerarchie di genere, di sessualit, di et, di classe, a perdere linvisibilit del proprio privilegio ed essere messo in discussione. Non a caso, hanno notato anche molte analisi giornalistiche, questo potuto accadere in modo cos diffuso quando almeno un aspetto della sua posizione di maschilit egemone andato in crisi, quando con la presa di parola della moglie se ne infranta la funzione di specchio per limmagine del buon marito e padre di famiglia. Al tempo stesso, vediamo nelle manifestazioni pensate e organizzate dalle donne per denunciare la persistenza delle gerarchie di genere nel nostro paese una grande partecipazione di uomini, in parte paternalista, in parte riflessiva rispetto ai modelli di maschilit in cui ci si vuole riconoscere. Le immagini della grande partecipazione di eterosessuali alle manifestazioni LGBT, penso ad esempio ai Pride di Torino, riflettono forse un passaggio corrispondente: non solo espressione di solidariet, ma di riflessivit sulle affettivit e sessualit possibili e sugli aspetti oppressivi per tutte e tutti di un certo modello di eterosessualit. Troviamo anche nel dibattito accademico internazionale questi passaggi, dallattenzione allaltro, ossia alle posizioni di svantaggio nelle gerarchie di genere (le donne) e della sessualit (gli omosessuali), allo sviluppo di sguardi critici sulle posizioni di privilegio in queste stesse gerarchie: maschilit ed eterosessualit. Sguardi critici, appunto, con lintento di metterne in discussione il carattere scontato di realt universali, normali e naturali, indagarle come parzialit, termini di sistemi binari fondati sullesclusi one dellaltro, costruzioni sociali mutevoli nella storia e variabili nelle loro forme attuali. Nello sviluppo di questi sguardi la sociologia pu dare un contributo fondamentale. La sua stessa storia quella di un movimento generale, su diversi ambiti di realt, da visioni essenzialiste verso prospettive costruzioniste [Vance 1989]. In questa storia possiamo dunque trovare quindi gli strumenti teorici e di ricerca per realizzare un obiettivo fondamentale degli studi di genere, quello di indagare i processi attraverso cui una certa configurazione delle differenze di genere viene costruita come naturale, legittimando e rendendo al tempo stesso invisibili i rapporti di potere implicati in questa costruzione. Se per lungo tempo lattenzione si concentrata sul versante femminile di questa costruzione, parte indispensabile di questo progetto anche lesplorazione dei processi di naturalizzazione della maschilit, di come certi modi di essere uomini vengono definiti e vissuti come normali e naturali. Sugli strumenti: cercando nella sociologia gli attrezzi teorici per assumere una visione radicalmente costruzionista e performativa del genere come quella proposta da Judith Butler, li possiamo trovare, ad esempio, in prospettive come letnometodologia [Kessler e McKenna 1978; West e Zimmerman 1987; Sassatelli 2000]. Analogamente, rispetto alla sessualit, per una critica alla visione repressiva e lo sviluppo di una prospettiva costruzionista sulla sessualit, come quella proposta da Foucault, possiamo

anche fare riferimento ad apparati interpretativi come quello sviluppato da Simon e Gagnon [cfr. Jackson e Scott 2010]. Il loro concetto di sexual scripts [Gagnon e Simon 1973] consente infatti di mettere in discussione una visione della sessualit come forza naturale dellorganismo biologico, pre-sociale, che viene poi incanalata attraverso regole sociali, e di riconoscerne non solo le forme, ma gli stessi desideri, come costruzioni variabili, che si realizzano nel corso di pratiche sociali storicamente situate. Il contributo prezioso della sociologia sta per soprattutto nellintegrazione tra dimensione teorica e ricerca empirica; proprio lesplorazione delle pratiche situate di costruzione delle maschilit e delle eterosessualit nel lavoro di ricerca pu mettere in crisi una visione scontata e monolitica di queste posizioni, svelarne gerarchie e contraddizioni interne, indagando le forme di riproduzione, resistenza, ibridazione di modelli differenti. Queste direzioni di ricerca sono ormai molto sviluppate negli studi sulle maschilit, testimoniate da successo e qualit di riviste come Men and Masculinities. Pi recente larticolazione degli studi critici delleterosessualit in sociologia come prospettiva teorica e ambito di ricerca specifico [Richardson 1996; Jackson 1999; Ingraham 2005]. A partire da un posizionamento femminista, queste prospettive da un lato tematizzano la dimensione istituzionale delleterosessualit obbligatoria [Rich 1980] come forma di organizzazione sociale fondata sulla complementariet e sulla costruzione gerarchica delle differenze di genere. Al tempo stesso tentano di superare una visione delleterosessualit come monolitica, astorica e invariabile, come spesso viene assunto implicitamente negli studi sulle altre sessualit, sollecitando a fare delle eterosessualit un oggetto di indagine non solo in quanto modelli normativi, ma anche come pratiche sociali, esplorando come donne e uomini vivono e danno senso alle loro esperienze di eterosessualit nella vita quotidiana [Hockey, Meah, Robinson 2007]. nellintreccio tra queste esplorazioni che credo si possa sviluppare, come si sta realizzando nella letteratura internazionale, quella conoscenza pi approfondita e articolata delle esperienze di sessualit maschili eterosessuali di cui siamo alla ricerca, per poter prendere parola competente, come sociologhe e sociologi, nel dibattito pubblico sul nostro Paese. Veniamo allora alla situazione italiana. In una recente rassegna sugli studi critici che esplorano le intersezioni tra genere e sessualit in Italia, Ross [2010, 165] sostiene che nonostante lattenzione critica sia aumentata, il suo focus piuttosto rimasto orientato a quelli che sono percepiti come altri (per esempio, donne e uomini gay), piuttosto che essere volto a uno sguardo decostruttivo sulle identit normative di genere e sessuali (maschilit egemone, sesso eterosessuale). Marginalizzati per lungo tempo in Italia, in questi anni gli studi sulla maschilit stanno finalmente trovando visibilit e legittimazione, anche in sociologia [Bellassai 2004; Deriu 2004; DellAgnese e Ruspini 2007; Ruspini 2009]. Pi difficile sembra essere lintegrazione di prospettive femministe negli studi sulla sessualit, e dunque il percorso degli studi critici sulleterosessualit. In realt, prospettive critiche sulleterosessualit si sono sviluppate nella sociologia italiana, allintersezione tra studi femministi e sulla famiglia, a partire dagli anni Settanta (si pensi allesperienza del GRIFF). Il focus principale stato orientato per su alcune dimensioni delleterosessualit, in particolare la divisione del lavoro remunerato e del lavoro di cura, piuttosto che su altre, come la sessualit. Gli sguardi critici verso la sessualit eterosessuale sviluppati dal femminismo italiano non si sono quindi tradotti in ricerca sociologica di genere sulla sessualit nella vita quotidiana, al di l di alcune importanti e preziose eccezioni sulle esperienze femminili [cfr. Piccone Stella

1979; Siebert 1991]. Il terreno dellintreccio tra maschilit, ses sualit ed eterosessualit resta invece uno spazio di ricerca marginale e poco legittimato. Cosa pu dire dunque oggi la sociologia sullintreccio tra privilegi di genere e sessualit (oltre a quelli di classe ed et anchessi fondamentali per capire ques to intreccio), incorporato nella figura di Berlusconi, e sui rapporti tra questo ed altri modelli di maschilit presenti in Italia? Qualcosa sa dire sulle rappresentazioni, sulle forme della comunicazione mediatica, seppure anche qui lattenzione rimane sp esso concentrata sul corpo della donna pi che sulle rappresentazioni incorporate delle maschilit, a parte alcune eccezioni come i lavori di Boni [2008] sulla costruzione del leader politico come corpo mediale. Qualcosa dice sui vissuti della vita quotidiana, su come uomini di et, classi sociali, esperienze biografiche diverse interpretano, riproducono, cambiano, ricompongono i modelli disponibili di eterosessualit maschile nelle loro pratiche sessuali e affettive [Ferrero Camoletto e Bertone 2009; Bertone e Ferrero Camoletto 2010]. Molto resta per da fare perch la sociologia possa dare un suo contributo al dibattito pubblico, per andare oltre le riflessioni astratte e gli assunti universalizzanti e naturalizzanti sulla sessualit eterosessuale maschile di cui spesso permeato ed esplorare le forme mutevoli di costruzione sociale del desiderio, anche di quello maschile. Con propri strumenti e voce competente, potrebbe cos dialogare con le esperienze di azione collettiva, i gruppi di riflessione sul maschile, che questa esplorazione stanno gi conducendo. Gli spazi di ricerca nellindagare gli intrecci tra gerarchie di genere ed eterosessuali sono dunque ampi, come ricca la possibilit di confronto internazionale; tutte da vedere sono invece le possibilit di finanziamento e autonomia critica della ricerca empirica, quando spesso la pi innovativa svolta da precarie e precari. Anche nella sociologia ci sono resistenze agli sguardi critici sulle posizioni di privilegio incorporate: neanche nellaccademia i corpi sono neutri [Widerberg 1995]. Riferimenti bibliografici Bellassai, S. 2004 La mascolinit contemporanea. Roma: Carocci. Bertone, C., e Ferrero Camoletto, R. 2009 Beyond the Sex Machine? Sexual Practices and Masculinity in Adult Mens Heterosexual Accounts. Journal of Gender Studies, 18: 369-386. Boni, F. 2008 2007 Il superleader. Roma: Meltemi. Mascolinit all'italiana. Costruzioni, narrazioni, mutamenti. Torino: UTET. Dell'Agnese, E., e Ruspini, E. (a cura di) Deriu, M. 2004 La fragilit dei padri. Il disordine simbolico paterno e il confronto con i figli adolescenti. Milano: Unicopli. Ferrero Camoletto R., e Bertone C. 2009 Like a sex machine. La naturalizzazione della sessualit maschile. In Uomini e corpi. Una riflessione sui rivestimenti della mascolinit , a cura di E. Ruspini. Milano: Franco Angeli. 2010 Coming as a man. Pleasure in the construction of Italian mens sexuality. Italian Studies 65: 23550.

Gagnon, J.H., e Simon, W. 1973 2007 Sexual Conduct. Chicago: Aldine. Mundane Heterosexualities. Basingstoke: Palgrave MacMillan. Hockey, J., Meah, A., e Robinson, V. Ingraham, C. 2005 Thinking straight: the power, the promise, and the paradox of heterosexuality. London: Routledge. Jackson, S. 1999 2010 Heterosexuality in Question. London: Sage. Theorizing sexuality. Buckingham: Open University Press. Jackson, S., e Scott, S. Kessler, S.J., e McKenna, W. 1978 Gender: an ethonethodological approach. Chicago-London: University of Chicago Press Piccone Stella, S. 1979 1980 1996 Ragazze del Sud. Roma: Editori Riuniti. Compulsory heterosexuality and lesbian experience. Signs 5: 631-660. Theorising Heterosexuality. Milton Keynes: Open University Press. Rich, A. Richardson, D. (ed.) Ross, C. 2010 Critical Approaches to Gender and Sexuality in Italian Culture and Society. Italian Studies 65: 164177. Ruspini, E. (a cura di) 2009 Uomini e corpi. Una riflessione sui rivestimenti della mascolinit. Milano: Franco Angeli. Sassatelli, R. 2000 1991 Presentazione. In H. Garfinkel, Agnese. Roma: Armando. femmina, per bella Torino: Rosenberg & Sellier. Siebert, R. Vance, C. S. 1989 Social Construction Theory: Problems in the History of Sexuality. In Which Homosexuality?, edited by A.V. Niekerk and T.K. Van Der Meer. Amsterdam: An Dekker. West, C., and Zimmerman, D. H. 1987 1995 Doing gender. Gender & Society 1: 125-151. Kunskapens kn. Minnen, reflektioner och teori. Norstedt: Stockholm. Widerberg, K.

[1] Queste riflessioni, di cui sono ovviamente lunica responsabile, devono per molto al prezioso confronto sviluppato nelle comuni esperienze di ricerca con Raffaella

Ferrero Camoletto. Cfr. Bertone e Ferrero Camoletto 2009, Ferrero Camoletto e Bertone 2009 e 2010.

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