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UNIVERSIT DEGLI STUDI DI MILANO DIPARTIMENTO DI BIOSCIENZE

Alla cortese attenzione del Sen. Pietro Grasso Presidente del Senato della Repubblica E dei colleghi Senatori

Milano, 13 gennaio 2014 Gentile Presidente Grasso, Gentili Colleghi Senatori, in concomitanza con l'evento organizzato dalla Commissione Igiene e Sanit del Senato per la giornata di domani, 14 gennaio, presso la Sala Zuccari, dal titolo "Sperimentazione animale e diritto alla Conoscenza e alla Salute", ritengo doveroso esprimere a quest'Aula, nel modo pi chiaro e sincero, i motivi che mi hanno spinto a contribui re nel promuoverlo e il significato civile che gli attribuisco. La tensione etica sollevata dagli animalisti ben conosciuta e condivisa dalla comunit scientifica, di cui mi onoro di far parte. Come gi altrov e ho avuto modo di sostenere, l'utilizzo di modelli animali pone un problema etico che vivo personalmente, credo non meno intensamente degli animalisti, ma che riesco a superare richiamandomi ad un'altra, per me primaria, tensione morale: quella verso la comprensione e la cura di malattie che affliggono gli esseri umani, nell'assenza, ad oggi, di alternative sperimentali. Mi occupo da anni della malattia genetica neurodegenerativa nota come Corea di Huntington e sfido chiunque a dimostrarmi che avrei potuto arrivare alle scoperte raggiunte nel mio laboratorio senza l'impiego di animali. Si tratta di una delle tante e serie malattie umane. Non c' cura, alcun trattamento, genetica. Ciascun figlio di malato ha il 50% del rischio di ereditare il gene malato e se ci avviene la malattia si svilupper, prima con disturbi motori poi psichiatrici. L'et media di insorgenza 35 anni. Usando 4 modelli animali abbiamo scoperto molecole cerebrali difettose con conseguente disturbo di connessione tra aree cerebrali e alterate circuitazioni tra cervello e sistema vascolare periferico. Queste nostre scoperte sono state verificate e confermate da altri colleghi nel mondo, anche nel malato Huntington. Alcune sono ora in studio per trovare principi attivi in grado di stimolare o inibire quelle segnalazioni. A ci si aggiungono_nuove strategie per spegnere il gene malato, senza poterlo

Universit degli Studi di Milano Dipartimento di Bioscienze Via Viotti 3/5, 20133 Milano tel. 02.50325840/830- fax 02.50325843 e-mail elena.cattaneo@unimi.it

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ovviamenterimuovere". Ci sono nuovi strumenti terapeutici che utilizzano virus ingegnerizzati ma a causa della loro complessit impossibile non testarli prima sull'animale. Ci sono molte altre malattie ora trattabili e in alcuni casi curabili con strumenti biologici (virus, anticorpi monoclonali). Abbiamo molte altre strade da seguire nell'animale, non ultimo lo studio dell'aspetto tossicologico sistemico di un trattamento. In molte malattie neurologiche l'animale anche impiegato per identificare molecole di origine cerebrale che siano misurabili nel sangue e facciano da rivelatori dell'insorgenza della malattia. Si tratterebbe di uno strumento diagnostico fenomenale per definire il regime terapeutico e valutare l'efficacia di farmaci ben prima di qualsiasi test clinico. Ne abbiamo identificato uno nell'animale Huntington che ha un profilo analogo nell'uomo e stiamo ora ampliando la casistica in uno studio longitudinale nel malato. Abbiamo anche ricostruito la storia del gene sano - che tutti noi abbiamo - scoprendo che nasce 800 milioni di anni fa. Vogliamo capire perch ci portiamo in corpo questo gene antico, visto il rischio a cui ci espone. Abbiamo scoperto che quel gene parla della nostra storia evolutiva e con studi nellanimale capiremo cosa ci dice. Perch i malati chiedono anche di sapere. Tutti i nostri risultati sono frutto del rigore, della cura e del rispetto con cui nel mio laboratorio, come in centinaia di altri in Italia, si lavora ad ogni parte dell'esperimento, avvertendo sempre l'obbligo morale di non usare un animale in pi del necessario (ma nemmeno uno in meno) per giungere al consolidamento e alla verificabilit del risultato. Ben sapendo che, ad oggi, non esistono metodi alternativi per le ricerche per le quali necessaria la sperimentazione animale. Semplici cellule nel piatto di coltura, seppur utilissime per studiare meccanismi di malattia (le usiamo e le sviluppiamo noi e bene le conosciamo!), non riproducono la complessit dell'organo, non trasmettono segnali e tantomeno sono in grado di formare complessi circuiti cerebrali o mimare il rapporto cervello-periferia. Il modello animale, il topo o il ratto, e dove necessario gli organismi di grossa taglia, ovviamente s. Come anche i malati e i familiari Huntington ben sanno, qualsiasi avanzamento di diagnosi sintomatica sulla malattia o qualsiasi speranza di cura saranno raggiunti anche mediante il sacrificio di questi animali. Passare dall'animale all'uomo, in un ambito di ricerca su malattie sulle quali nessuno si era magari cimentato prima, resta difficile ed per questo che servono pi modelli, pi esperimenti, pi convergenza di risultati. Ne ho le prove. Passare da cellule in un piattino di coltu ra o da un computer a una proposta di intervento su un essere umano malato sarebbe da irresponsabili.

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L'amore per gli animali, che condivido, non pu mai prevalere sulla tutela e la protezione che dobbiamo ad un essere umano, tanto pi se malato, e al quale sarebbe impensabile chiedere o pretendere che affronti tutti i rischi.

Sono in contatto con migliaia di ricercatori, attivi in centinaia di centri di ricerca italiani. Fra loro vi sono anche giovani che dedicano la loro vita a dare speranze a uomini, donne e bambini malati. Spesso non hanno abbastanza in cambio, nemmeno un orizzonte a cui guardare perch questo Paese sembra essere specializzato nel cancellarglielo. Eppure questi giovani esistono e lavorano nei laboratori di ricerca sulla base della convinzione che i loro studi e la loro dedizione sia utile anche alla parte dItalia che non vuole accorgersi della loro esistenza e del loro valore. Anche attraverso l'impiego di animali, in condizioni controllate e riducendo al minimo le loro sofferenze, questi scienziati sviluppano vaccini o producono farmaci e cellule con le quali costruire, verificandone ogni passo, prove alla mano e pubbliche, la cura e la prevenzione di gravissime malattie. Questi scienziati sviluppano idee, le confrontano, le sottopongono a critica, si appassionano, si spingono dove nessuno era mai passato prima, ci restano da soli, magari per anni (perch studiare l'ignoto difficile!), accettano il rischio del fallimento, e non arretrano mai. Competono internazionalmente, vincono fondi per lavorare di pi (non fondi per s stessi), sbagliano e ricominciano, spendono ogni speranza sull'esperimento e nel desiderio che possa essere quello giusto, quello che avanza il campo. Questi giovani e l'intera ricerca italiana sono oggi sotto attacco. Se l'articolo 13 della legge di delega 96/2013, bench in contrasto con le prescrizioni della direttiva 2010/63/UE recepita da 22 Paesi su 28, a partire dai pi importanti Paesi dove si fa ricerca in Europa tra cui Francia, Gran Bretagna, Germania, Paesi Scandinavi fosse recepito acriticamente dal Governo, in questo Paese il danno scientifico, sociale ed economico sarebbe incalcolabile. Non potremo pi lamentarci per la fuga dei cervelli e il declino economico se non permetteremo alla ricerca biomedica italiana di continuare a lavorare in modo competitivo per concorrere all'innovazione delle conoscenze e delle terapie. Se consentissimo che l'Italia recepisca la direttiva europea con l'aggiunta delle restrizioni previste dalla legge di delega, che saranno probabile oggetto di censura in sede UE, ci assumeremmo la responsabilit di minare il benessere e la salute delle generazioni future. Ricordo anche che l'approvazione della Direttiva 2010/63 era stata preceduta da un approfondito dibattito a cui avevano partecipato anche le maggiori organizzazioni animaliste europee, inclusa la LAV, che avevano espresso un parere favorevole alla stessa.

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Gentile Presidente, gentili Senatori, se non facessi tutto il necessario per far comprendere alle massime istituzioni italiane la gravit di una decisione che il Parlamento sembra aver sottovalutato, forse anche per mancanza di adeguate informazioni, mi sentirei di non esercitare correttamente il pi importante dei compiti che in questaula siamo chiamati a svolgere. Mi sento in dovere, perci, di parlarvi da scienziata per raccontare a Voi, e per vostro tramite ad una ben pi ampia comunit di cittadini, le vere e pi profonde ragioni del mondo della ric erca, uno dei pi potenti motori di sviluppo, che vivo e conosco da 25 anni. Nelle mie intenzioni, eventi come quello di domani si collocano tra le azioni utili a raccordare di pi e meglio le istanze della Scienza a quelle della Politica, consentendo al la Politica - quella che seriamente accetta la responsabilit del ruolo che le compete - di possedere ogni elemento di fondata conoscenza utile ad assumere le decisioni che le spettano in modo consapevole, ricordando nel contempo agli scienziati quanto il colloquio con la Politica sia divenuto un dovere non pi trascurabile, sempre pi decisivo per lo sviluppo culturale, civile e per il progresso dell'Italia. Sono sempre disponibile per chi volesse riflettere ulteriormente con serenit sulle ragioni che mi spingono a sostenere pienamente la sperimentazione animale, senza omettere le ragioni di chi la pensa diversamente. Abbiamo anche curato, con alcuni colleghi e collaboratori, un semplice booklet che metteremo a disposizione in occasione dell'evento del 14 gennaio. Spero soprattutto che molti di Voi vorranno conoscere personalmente e ancora meglio i volti della Scienza che, nonostante tutto, lavora per l'Italia e che a disposizione anche per ricevere le Vostre motivate critiche.

Cordiali saluti.

Sen. Elena Cattaneo


Direttore Centro UniStem Universit degli Studi di Milano http://www.unistem.it Coordinatore progetto europeo NeuroStemcell http://www.neurostemcell.org Coordinatore progetto europeo Neurostemcellrepair http://www.neurostemcellrepair.org

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