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IL CALENDARIO ROMANO ARCAICO E IL CALENDARIO GIULIANO

I popoli antichi utilizzavano come misura di tempo il periodo che intercorre fra una luna nuova e la successiva, cio il mese lunare, anche se esso non poteva contenere un numero costante di giorni interi, poich la rivoluzione lunare dura 29 giorni solari e mezzo. Lavvicendamento delle stagioni infatti determinato dal movimento annuale di rotazione della terra intorno al sole, che avviene in circa 365 giorni e un quarto, vale a dire undici giorni e un quarto in pi rispetto ai dodici mesi lunari. Anche i Romani avevano un calendario basato sul ciclo lunare; in origine esso era puramente agricolo ed aveva solo dieci mesi, di durata molto irregolare, per un totale di 304 giorni. Lanno siniziava con il mese di Marzo, Martius (dal nome del dio Mars, Martis), cui seguivano Aprilis (dal verbo aperio aprire la primavera; era il mese di Venere), Maius ( da Maia), Iunius (da Iuno, -&onis, Giunone), Quintilis, Sextilis, September, October, November, December. Forse gi dal VI secolo a.C. anche se la tradizione attribuisce la paternit della riforma al re Numa Pompilio si aggiunsero due mesi, Ianuarius (da Ianus, -i Giano) e Februarius (da februo, -are purificare); essi divennero i primi due dellanno a partire dal 153 a.C., data in cui si cess di considerare Marzo il primo mese. Tuttavia la corrispondenza fra il ciclo solare e i dodici mesi lunari era imperfetta e richiedeva laggiunta di un mensis intercal&aris ogni quattro anni, operazione che per negli ultimi decenni della Repubblica venne fatta senza alcuna regolarit. Una riforma scientifica del calendario fu promossa da Giulio Cesare, che nel 46 a.C., su consiglio del matematico greco Sosgene, assegn allanno 46 a.C. 445 giorni per eliminare la differenza fra lanno civile e quello solare. Dal 1gennaio del 45 lanno fu reso di 365 giorni con una durata dei mesi corrispondente pressappoco a quella del nostro calendario. In questo calendario, detto appunto giuliano, lanno civile ha una durata maggiore di circa undici minuti rispetto allanno solare. Fu anche introdotto lanno bisestile, inizialmente, per errore, ogni tre anni, poi, dall8 a.C., ogni quattro. Il giorno supplementare (il nostro 29 febbraio) veniva aggiunto ripetendo due volte (bis) il 24 Febbraio, che il sesto giorno prima delle calende di Marzo; pertanto il giorno aggiunto venne detto (v. infra) ante diem bis sextum Kalendas Martias oppure die bis sexto ante Kalendas Martias, da cui il nostro bisestile. Nel 44 a.C., dopo luccisione di Giulio Cesare, il mese di Quintilis fu chiamato in suo onore Iulius. Nell8 a.C., durante il principato di Ottaviano, chiamato dal senato Augustus il sommo nel 27 a.C., Sextilis mut il nome in Augustus. Il calendario gregoriano Nonostante la riforma di Giulio Cesare, si aveva un ritardo di un giorno ogni 133 anni, che nel 1582 ammontava a dieci giorni. Perci papa Gregorio XIII tolse dieci giorni allanno 1582 e propose di sopprimere tre giorni intercalari ogni quattrocento anni. Il calendario giuliano resta tuttavia in uso per gli anni antecedenti il 1582 e nella Russia zarista rest in uso anche per gli anni successivi: ecco perch la rivoluzione bolscevica del 1917 detta rivoluzione di Ottobre, mentre nel nostro calendario tale data corrispondeva ai primi giorni di Novembre. La settimana In et antica il calendario romano era scandito in periodi di otto giorni, lultimo dei quali era chiamato Nundinae, -arum cio ogni nono giorno, secondo il metodo di calcolo inclusivo gi menzionato. Era questo il giorno di mercato, in cui gli agricoltori si riposavano dal lavoro dei campi e potevano recarsi a Roma. I giorni che componevano questa sorta di settimana erano indicati nel calendario con le lettere dalla A alla H e le Nundinae erano contrassegnate con la A. La scansione in settimane (hebdomas, hebdomadis 1) di sette giorni si consolid nel I secolo a.C., cos come la denominazione dei giorni, che utilizzava i nomi dei pianeti allora conosciuti:
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La parola un calco del greco eJbdoma~, (hebdoms), che deriva dal numerale ordinale evJbdomo~, (hbdomos; cfr. lat. septimus), corrispondente al cardinale eJptav (hept; cfr. il latino septem); la parola septimana, -ae attestata in tale accezione solo dalla fine del IV sec.d.C.

dies solis cfr. linglese Sunday e il tedesco Sonntag. Il nome Domenica deriva da dies Domin$ica, vale a dire il giorno del Signore (Dominus) poi abbreviato in Dominica. dies lunae dalla forma inversa lunae dies derivato litaliano luned dies Martis Martis dies marted dies Mercurii Mercurii dies mercoled dies Iovis Iovis dies gioved dies Veneris Veneris dies venerd dies Saturni che ritroviamo nelle lingue germaniche, per esempio nellinglese Saturday. Le ore del giorno I Romani dividevano il giorno in 24 ore, di cui le 12 ore dalle 6 del mattino alle 6 del pomeriggio costituivano il dies; le rimanenti 12 ore, dalle 6 di sera alle 6 del mattino successivo, costituivano la nox. Essa era suddivisa in quattro parti, chiamate vigiliae, di tre ore ciascuna. Tale suddivisione deriva dal linguaggio militare: infatti vigilia, -ae era chiamato ogni turno di guardia, anchesso di tre ore, montato appunto dalle vigiliae, -arum le sentinelle notturne. In realt tali notazioni sono convenzionali, perch il calcolo della giornata si fondava sul sorgere e sul tramontare del sole. Ora, come ognuno sa, alle nostre latitudini i giorni sono pi brevi dinverno e pi lunghi destate, in corrispondenza delle variazioni del sorgere e del calare del sole. Di conseguenza anche la divisione in dodici parti della giornata comportava ore pi brevi dinverno e pi lunghe destate. Lindicazione dellora espressa di solito in ablativo semplice, come complemento di tempo determinato; con vigilia si trova anche lablativo preceduto dalla preposizione de: hora quarta = alle dieci di mattina de tertia vigilia = fra mezzanotte e le tre. Lindicazione dellanno In et repubblicana e imperiale i Romani usavano preferibilmente i nomi dei 2 consoli per indicare lanno, in caso ablativo e senza congiunzione copulativa, seguiti da consulibus: C. Fundanio L. Valerio consulibus, lett. essendo consoli C. Fundanio e L. Valerio, durante/sotto il consolato di C. Fundanio e L. Valerio. Risalire da questa formula alla determinazione dellanno richiede la conoscenza di tutti i consoli della storia di Roma. In effetti possediamo una lista completa dei consoli, dalla fondazione della repubblica (509 a.C.) al 541 d.C., anche se probabilmente, almeno per i primi due secoli, i nomi tramandati sono fittizi. Gli autori latini non facevano invece un uso particolarmente frequente della formula ab Urbe condita dalla fondazione di Roma (lett. dalla citt fondata) abbreviato a.U.c., o, pi raramente, post Urbem conditam, dopo la fondazione di Roma. La ragione forse da ricercare nellincertezza che regnava sulla determinazione esatta dellanno di fondazione, quel 753 a.C. che noi oggi accettiamo come tradizionale.

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