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Con la nascita della fotografia, in quanto scienza e poi mezzo di comunicazione di massa, fu chiaro fin da subito delleccezionale potenzialit

di questo medium. Il passaggio da mezzo tecnico scientifico a strumento di comunicazione, in cui la fotografia divenne funzionale al sistema, fu la carte de visite ottocentesca, che permise le prime diffusioni a livello popolare dellimmagine di famiglie reali o personalit celebri. Quella che viene comunemente definita cartolina divenne quindi da souvenir di viaggio, ritratto di soggetti penetrando nelluniverso dellimmagine familiare. In verit il regime non adott da subito una politica unitaria per la diffusione delle proprie immagini: alcune erano di derivazione cinematografica, altre utilizzavano liconografia religiosa, altre la tradizione pittorica, altre ancora si servivano di forzature grafiche. Bisogna poi distinguere due piani, il primo, pi aulico, di cui facevano parte immagini costruite con una lingua pi colta e raffinata, e il secondo, diretto invece a classi sociali pi umili, basato sullimmaginario popolare. Nel corso degli anni 30 prende forma la politica dellimmagine: lesigenza della ricerca del consenso diviene il fulcro centrale della politica del fascismo, rendendo necessaria lunificazione del linguaggio propagandistico. La programmazione del regime coordina lintero insieme dei media e stabilisce Pezzomanca Le mostre non sono pi organizzate per un pubblico elitario, ma coinvolgono lintera collettivit. Il ruolo della fotografia diventa duplice: popolare e al tempo stesso documento culturale a futura memoria, la fotografia fissa i momenti della vita nazionale, ma definisce anche i modelli del comportamento che il regime intende imporre. Nel 1932 la Mostra della Rivoluzione Fascista sancisce laffermazione di una serie di valori e dei relativi stilemi: monumentalismo romano, lettering cubitale e architettonico, effetti scenografici, colorismo rude e segno rozzo, ritenuto significativamente virile. questa lunificazione del linguaggio fotografico di cui si serve il regime, che mantiene allo stesso tempo il suo connotato di verit e artificio insieme: la scelta della posa, il taglio della ripresa, le tecniche di sviluppo, sono tali da realizzare sempre immagini accattivanti di un comportamento possibile o desiderabile. Tecnicamente il sistema di retorica fascista ha un suo codice, che comprende: lutilizzo delle vedute assiali e chiuse, la massima evidenza data alla centralit, la retorica del monumentale, con una netta diminuzione del rilievo dellindividuo se non protagonista.

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