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Il Restauro del mobile Il Laboratorio

1. Il Laboratorio di restauro 2. Sicurezza in Laboratorio 3. Gli attrezzi 4. Affilatura utensili 1. Il Laboratorio di restauro

Scelta del posto: Il laboratorio del restauratore un ambiente pieno di fascino sia per il profano che per l'artigiano stesso. In queste pagine mi rivolgo a chi, come me, pratica questattivit per hobby, sia pure con la migliore seriet dintenti. Pertanto difficilmente avremo a disposizione grandi spazi: il mio laboratorio lho ricavato da un semplice garage. La cosa importante, che l'ambiente che andiamo a destinare come laboratorio sia il pi possibile arieggiato e luminoso. In un ambiente limitato come questo riusciremo a lavorare un solo pezzo alla volta, ma pu bastare. In un posto di lavoro "ridotto ai minimi termini" vale ancor di pi l'antico detto: ogni cosa al suo posto e ogni posto per ogni cosa. Se non faremo cos ci accorgeremo ben presto come ogni attrezzo o utensile godr di una propria energia cinetica che lo porter a nascondersi proprio quando noi ne abbiamo bisogno.

Il laboratorio dell'Hobbista e ...


Occorre che il nostro laboratorio sia fornito di: prese di corrente una o pi luci per poter illuminare bene il punto di lavoro: teniamo presente che la luce artificiale soprattutto quella prodotta da lampade al neon, cambia la tonalit al colore del mobile, attenuando la componente rossa del colore e quindi rendendolo

meno piacevole, le lampade contrario esaltano il colore caldo e piacevole.

ad incandescenza al rendendolo molto pi

un lavandino con acqua corrente un fornello elettrico una o pi scaffalature dove poter ordinatamente riporre ogni cosa un tavolo da lavoro la possibilit di riscaldare l'ambiente se intendiamo lavorare anche d'inverno. Infatti, occorre ricordare che la lucidatura di un mobile a gomma lacca non possibile farla se non alla temperatura ambiente superiore a 16 circa. Se invece pensiamo in grande, abbiamo la possibilit di avere pi locali attigui a cui destinare il nostro laboratorio allora possiamo farci suggerire da Fabio un restauratore di vecchia data come dovremmo organizzarlo. Molte indicazioni sono comunque utili anche a noi hobbisti.

... e quello del professionista


L'organizzazione del laboratorio richiede alcuni accorgimenti che fondamentale importanza poich ai sicurezza, sui tempi e sulla qualit del restauratore si rivelano di riflettono sulla dei risultati.

Nella disposizione dei macchinari, attrezzature e materiali di consumo converr attenersi a determinati criteri di razionalit e sicurezza. Innanzitutto ci si dovr preoccupare del corretto stoccaggio di materiali infiammabili e/o tossici ponendoli lontano da fonti di calore e in luoghi ove sia difficile che si rovescino accidentalmente. Inoltre si prenderanno tutte le precauzioni possibili onde evitare l'accidentale messa in moto di attrezzature elettriche, soprattutto da parte di persone non addette al lavoro, che occasionalmente dovessero trovarsi nel laboratorio. Secondariamente ai tender, per quanto possibile, a separare le aree destinate alle diverse fasi del restauro per evitare, per esempio, che si danneggi un mobile gi lucidato mentre se ne pulisce un altro.

Nella disposizione dei banchi di lavoro si terr conto dell'illuminazione naturale e artificiale, riservando le zone pi illuminate alle fasi del lavoro che richiedono maggior attenzione. Affinch si ottengano i migliori risultati nel minor tempo possibile, sar cura del restauratore disporre in maniera ordinata le attrezzature e gli utensili, cosi da minimizzare le perdite di tempo per la ricerca degli stessi; il che riassumibile nel motto "ogni cosa al suo posto e un posto per ogni cosa". Inoltre necessario ricordare che tenere pulito lambiente di lavoro, oltre ad avere riflessi positivi sulla salute di chi vi lavora, influisce in maniera notevole sulla qualit del risultato finale, soprattutto durante la tintura e la lucidatura. Sar pertanto opportuno dedicare l'ultima parte della giornata lavorativa a tali incombenze, cosi da iniziare, il giorno successivo, il lavoro in un ambiente ordinato e senza polveri in sospensione.

2. Sicurezza in Laboratorio
La sicurezza in laboratorio
Fonte: Milo Soldati, restauratore in Trezzano S.N. (Milano) Mai come negli ultimi anni si guardato a questaspetto che riguarda ogni tipo di lavoro in cui siano presenti dei rischi: la sicurezza. In Italia sono solo pochi anni che si parla di sicurezza come componente del lavoro, come costituente essenziale della qualit aziendale. Il DL 626/94 introduce un nuovo modo di concepire la sicurezza per i lavoratori inseriti in aziende, definendo figure molto specifiche preposte alla formazione e al rispetto delle norme di sicurezza in ambiente di lavoro mediante uninformazione e ad una rigorosa metodologia di logistica organizzativa. Se si escludono gli svariati riferimenti specifici settoriali e i soliti aspetti burocratici, la legge

626 altro non che un insieme di norme di buona tecnica, cio uninformazione su tutti gli aspetti che compongono il massimo contenimento di rischio dincidente. Linformazione e la conseguente formazione su tali norme sono previste necessarie solo in realt aziendali in cui vi siano dipendenti o collaboratori. La sicurezza comunque un fattore di estrema importanza in qualsiasi ambiente in cui vi siano rischi di pericolo, indipendentemente da quante persone vi operino e dal motivo. Questo significa che ovunque vi siano rischi importante anzitutto averne la giusta consapevolezza, e limitarne al massimo il coefficiente di pericolosit. Unindagine ha rilevato che l'85 % degli incidenti in ambiente lavorativo causato da errore umano. Lerrore umano dovuto a: ignoranza delle corrette metodologie di lavoro mancanza svolgimento di concentrazione dei sulle operazioni di in

mancato utilizzo individuale.

dispositivi

protezione

Il secondo e il terzo punto sono spesso legati a una troppa confidenza con le operazioni svolte; si tende, infatti, ad abbassare la guardia e a prendere sotto gamba le operazioni che si abituati a svolgere in maniera ripetuta, nell'errata convinzione che non essendo mai successo nulla in cento volte , nulla mai succeder. un processo mentale assai rischioso, poich quando si crede di non correre rischi che si rischia maggiormente, in quanto ci si espone senza accorgersene. Quanto scritto sin ora non vuole essere un concentrato teorico sulle norme di sicurezza in vigore, ma piuttosto unintroduzione a delle norme di buona tecnica applicate al laboratorio di restauro, ambiente in cui, per la presenza di macchine

rotatorie e troncatrici e di prodotti nocivi e infiammabili, vi sono elevati rischi dincidente, aggravati dal fatto che, come credo, molti operatori vi lavorino da soli, quindi con l'impossibilit di avere un immediato soccorso in caso dincidente.

L'abbigliamento
un aspetto che solitamente si tende a sottovalutare, sia in campo professionale che amatoriale. La scelta del vestiario riveste un ruolo che invece strettamente correlato alla sicurezza. Vediamo quali sono i requisiti che dovrebbero avere dei buoni abiti da lavoro. Devono essere anzitutto comodi per l'operatore e consentirgli la massima libert di movimento: questi, oltre a permettere un miglior svolgimento del lavoro, garantiscono un minor affaticamento a fine giornata. Devono essere sacrificabili, cio sporchevoli e rovinabili senza remore: la concentrazione durante il lavoro deve essere interamente dedicata alle operazioni che si svolgono, non alla paura di sporcarsi o rovinarsi il vestito. Devono essere il pi possibile aderenti (nei limiti della comodit) e senza accessori svolazzanti, cio senza cinghiette, bretelle, frange o qualsiasi altra parte che possa impigliarsi o ancor peggio venir agganciata da organi rotativi. Il camice un ottimo indumento per unaula di policromia, ma non certo indicato se si sta tornendo un pezzo o tagliando alla circolare, e comunque sempre meglio abbottonarlo. La salopette non deve avere le cinghie di aggancio cascanti; se sono troppo lunghe, meglio risvoltarle sotto la pettorina, per i motivi sopra citati; le bretelle risultano pi stabili se si incrociano dietro la schiena.

I dispositivi di protezione individuale


Nel campo del restauro, data la versatilit dei lavori svolti, si rendono necessari diversi tipi di

protezione. Troppo spesso per, convinzione di non essere soggetti a operatori dimenticano l'importanza dispositivi.

nell'erronea rischi, gli di tali

Il fatto che, tutto sommato, un po di polvere non uccide nessuno, che le schegge volanti difficilmente finiscono negli occhi, che un po di solvente sulle mani non da problemi, che forti rumori si possono sopportare, ci porta frequentemente a dimenticare di proteggerci. Solitamente quando si deve compiere unoperazione insolita, magari con un solvente raramente utilizzato, o con un utensile elettrico con cui non si ha confidenza, si ha la tendenza a prendere svariate misure di protezione. Quando altres le operazioni che si svolgono sono a noi familiari, le protezioni vengono meno poich la confidenza porta ad abbassare la guardia Questo meccanismo molto pericoloso, ma umano , e si possono comunque limitare i rischi. In questo campo vi sono inoltre rischi che non vengono percepiti, in quanto i danni da essi causati non sono immediati. Chiunque, saldando del metallo, si ricorderebbe di indossare gli occhiali da saldatore, ma manipolando dei solventi ritenuti comuni (alcool, nitro, acetone) non tutti indossano guanti protettivi e maschere per solventi . Questo avviene perch, mentre nel primo caso il danno immediatamente percepibile, nel secondo caso considerato erroneamente nullo, dato che non causa danni diretti ma cronici. I danni cronici si manifestano dopo molto tempo con conseguenze spesso irreversibili. (esempio: silicosi da polveri e allergie da solventi). Da qui nasce l'importanza dei dispositivi di protezione individuale, importanza che non deve mai essere sottovalutata nemmeno se l'operazione che si compie familiare. Inoltre, per indossare la maggior parte delle protezioni usate in restauro, basta un semplice gesto. Vediamo una protezione: Guanti da piccola rassegna Sono dei dispositivi guanti di per

carpentiere.

dei

comuni

lavori pesanti, proteggono da urti e graffi. Guanti in lattice. Sono guanti sottili e aderenti che proteggono la pelle da brevi esposizioni a solventi organici (usati in restauro) e liquidi mordenti. Sono ottimi per dare la tinta, la gommalacca, la cera, e in tutti quei casi in cui si deve operare mantenendo una buona sensibilit tattile. Guanti in neoprene. Sono solitamente neri, garantiscono una buona protezione contro esposizione prolungata ai solventi. Sono indicati nella sverniciatura, ma non hanno grande resistenza alle abrasioni prodotte dalla paglietta. Guanti in nitrile. Garantiscono unelevata e unottima resistenza caso di esposizioni aggressivi, come la soda Sono solitamente verdi. protezione da agenti chimici meccanica. Sono ideali nel a solventi particolarmente caustica.

Mascherine per polveri. Ne esistono tantissimi modelli. Nel restauro importante essenzialmente proteggersi dalle polveri prodotte dalla lavorazione del legno che non crea sospensioni aventi granulometrie inferiori a 0.6 micron; quindi sufficiente una maschera di buona qualit indossata correttamente.(deve avere sempre 2 elastici per garantire una buona protezione) Mascherine per solventi organici. Solitamente sono grigie. Sono maschere che, oltre a filtrare le polveri, trattengono odori sgradevoli e le esalazioni organiche presenti in concentrazione bassa (inferiore al TLV) Respiratori facciali. Sono delle piccole maschere antigas che non proteggono per gli occhi. Presentano anteriormente dei filtri a carboni in grado di filtrare elevate concentrazioni di vapori organici e altre sostanze volatili nocive. I filtri sono solitamente specifici per determinate sostanze. In presenza di vapori di ammoniaca consigliato l'uso di questi respiratori. Dispositivi di protezione dell'udito. Si tratta di tappi e cuffie auricolari in grado di abbattere parte

del rumore percepito dall'orecchio, solitamente i migliori abbattono massimo 20 db. Sono molto importanti poich unesposizione a rumore superiore agli 80 db causa danni all'udito che a lungo andare possono trasformarsi in ipoacusia cronica. Occhiali protettivi. Vi sono tantissimi modelli in pvc e policarbonato. La scelta in questo campo legata alla comodit. Meglio comunque se avvolgenti. Calzature. Ideale in laboratorio l'uso di scarpe antinfortunistiche. Devono avere suola antiscivolo e antistatica, puntale in acciaio e lamina antiforo. Di solito si usano solo nei cantieri, ma in laboratorio vi sono diverse occasioni in cui si possono apprezzare (posso citare un esperienza, un mulettista qualche tempo fa, sbagliando la leva , mi appoggi una combinata da mezza tonnellata sul piede, me ne accorsi quando mi resi conto di non riuscire a muovere la gamba avendo il piede incollato per terra. Fu una mia distrazione quella di non controllare costantemente di non mettere i piedi sotto la linea di caduta della combinata in movimento, ma avrei potuto pagarla cara. Non c bisogno di arrivare a questi estremi, basta un buon martello che cade dal bancone, per valutare l'importanza delle scarpe antinfortunistiche). Suole ergonomiche. Non sono dei veri dispositivi di protezione, ma concorrono a un minor affaticamento stando per periodi prolungati in piedi, e sono quindi correlati alla sicurezza.

Codici di Rischio
R 1 Esplosivo allo stato secco

R 2 Rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti di ignizione R 3 Elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti di ignizione R 4 R 5 R 6 Forma composti metallici esplosivi molto sensibili Pericolo di esplosione per riscaldamento Esplosivo a contatto o senza contatto con l'aria

R 7 R 8 R 9

Pu provocare un incendio Pu provocare l'accensione di materie combustibili Esplosivo in miscela con materie combustibili

R 10 Infiammabile R 11 Facilmente infiammabile R 12 Estremamente infiammabile R 14 Reagisce violentemente con l'acqua R 15 A contatto con l'acqua libera gas estremamente infiammabili

Codici dei Consigli


S 1 Conservare sotto chiave S 2 Conservare fuori dalla portata dei bambini S 3 Conservare in un luogo fresco S 4 Conservare lontano da locali di abitazione S 5 Conservare sotto ...(liquido appropriato, vedi scheda di sicurezza) S 6 Conservare sotto ...(gas inerte, vedi scheda di sicurezza) S 7 Conservare il recipiente ben chiuso S 8 Conservare al riparo dall'umidit S 9 Conservare il recipiente in luogo ben ventilato S 12 Non chiudere ermeticamente il recipiente S 13 Conservare lontano da alimenti o mangimi e da bevande S 14 Conservare lontano da ... (sostanze incompatibili, vedi scheda di sicurezza) S 15 Conservare lontano dal calore S 16 Conservare lontano da fiamme e scintille - Non fumare S 17 Tenere lontano da sostanze combustibili S 18 Manipolare e aprire il recipiente con cautela S 20 Non mangiare n bere durante l'impiego S 21 Non fumare durante l'impiego S 22 Non respirare le polveri S 23 Non respirare i gas/fumi/vapori/aerosol (termine(i) appropriat(o)i, vedi scheda di sicurezza) S 24 Evitare il contatto con la pelle S 25 Evitare il contatto con gli occhi S 26 In caso di contatto con gli occhi, lavare immediatamente e abbondantemente con acqua e consultare un medico S 27 Togliersi di dosso immediatamente gli indumenti contaminati S 28 In caso di contatto con la pelle lavarsi immediatamente e abbondantemente con... (prodotti idonei,

vedi scheda di sicurezza) S 29 Non gettare i residui nelle fognature S 30 Non versare acqua sul prodotto S 33 Evitare l'accumulo di cariche elettrostatiche S 34 Evitare l'urto e lo sfregamento S 35 Non disfarsi del prodotto e del recipiente se non con le dovute precauzioni S 36 Usare indumenti protettivi adatti S 37 Usare guanti adatti S 38 In caso di ventilazione insufficiente, usare un apparecchio respiratorio adatto S 39 Proteggersi gli occhi/la faccia S 40 Per pulire il pavimento e gli oggetti contaminati da questo prodotto usare ... (vedi scheda di sicurezza) S 41 In caso di incendio e/o esplosione non respirare i fumi S 42 Durante le fumigazioni/polimerizzazioni usare un apparecchio respiratorio adatto (termine(i) appropriato(i), vedi scheda di sicurezza) S 43 In caso di incendio usare ... (mezzi estinguenti idonei, vedi scheda di sicurezza. Se l'acqua aumenta il rischio precisare "Non usare acqua" S 44 In caso di malessere consultare il medico (se possibile mostrargli l'etichetta) S 45 In caso di incidente o di malessere consultare immediatamente il medico (se possibile mostrargli l'etichetta) S 46 In caso di ingestione consultare immediatamente il medico e mostrargli il contenitore o l'etichetta S 47 Conservare a temperatura non superiore a ...C (vedi scheda di sicurezza) S 48 Mantenere umido con ... (mezzo appropriato, vedi scheda di sicurezza) S 49 Conservare soltanto nel recipiente originale S 50 Non mescolare con ... (vedi scheda di sicurezza) S 51 Usare soltanto in luogo ben ventilato S 52 Non utilizzare su grandi superfici in locali abitati S 53 Evitare l'esposizione - procurarsi speciali istruzioni prima dell'uso S 54 Procurarsi il consenso delle Autorit di controllo dell'inquinamento prima di scaricare negli impianti di trattamento delle acque di scarico S 55 Utilizzare le migliori tecniche di trattamento disponibili prima di scaricare nelle fognature o nell'ambiente acquatico S 56 Smaltire questo materiale e relativi contenitori in un punto di raccolta di rifiuti pericolosi o speciali autorizzati S 57 Usare contenitori adeguati per evitare l'inquinamento ambientale

S 58 Smaltire come rifiuto pericoloso S 59 Richiedere informazioni al produttore/fornitore per il recupero/riciclaggio S 60 Questo materiale e il suo contenitore devono essere smaltiti come rifiuti pericolosi S 61 Non disperdere nell'ambiente. Riferirsi alle istruzioni speciali/schede informative in materia di sicurezza S 62 In caso di ingestione non provocare il vomito. consultare immediatamente il responsabile sanitario.

3. Gli attrezzi
Gli attrezzi:
Si potrebbe dire che una buona attrezzatura di alta qualit e completa di ogni accessorio sia indispensabile al lavoro. Se da una parte ci vero, io penso che inizialmente, sia sufficiente avere anche attrezzi non eccelsi per qualit in quanto l'inesperienza all'uso di questi, porterebbe in breve a rovinarli dovendo affrontare poi spese esose per rimpiazzarli. Inoltre la completezza di una attrezzatura verr portata a termine col tempo: gli attrezzi andranno acquistati quando il loro uso nel lavoro che stiamo facendo diventa necessario. Fonte: ha collaborato il restauratore Fabio del sito Il Restauro del Mobile

Banco da lavoro
Di costruzione robusta, e pesante, tale da non vibrare sotto gli urti prodotti mentre si lavora su di esso; formato da quattro gambe sostenenti un rosso piano. E munito di due morse, la sinistra, detta "a banco", e la destra detta "carrello", la quale in sostanza una morsa parallela. Il piano presenta dei fori equidistanti per lalloggio degli arresti a molla detti anche "cani" o "granchi", che servono a fissare i pezzi da lavorare sul banco a mezzo della morsa a carrello; viene generalmente realizzato in un legno duro e compatto, ad esempio leccio, carpino o

quercia.

Fattorino mobile o garzone

Si tratta di un asta retta da un treppiede e munito di un tappo spostabile a piacere detto "ascialone" Viene utilizzato per reggere lestremit delle tavole troppo lunghe per essere sorrette con la sola morsa a banco.

Strumenti per tracciare

1 - riga in acciaio, con spigolo smussato, lunga circa 1 m., per uno spessore di 5 mm; utile per tracciare e verificare i piani; 2 - squadra di precisione, per tracciare e verificare gli angoli retti; alcuni modelli consentono di tracciare anche a 45; 3 - squadra falsa o mobile; consente di rilevare e riportare qualsiasi tipo di angolo; 4 - compasso per spessori esterni 5 - compasso per spessori interni; 6 - compasso a punte dritte; serve per tracciare circonferenze e archi di cerchio; 7 - compasso con sestante; indica l'angolo di apertura; 8 metro allungabile; 9 - calibro di precisione; consente di misurare gi spessori esterni, interni e, tramite l'astina scorrevole, la profondit

dei fori o degli incassi, con notevole precisione e rapidit; 10 - coltello per tracciare le linee che serviranno da guida al taglio; 11 - graffietto; usato per tracciare linee parallele ad un bordo; costituito da un battente, dotato di una vite di bloccaggio, che scorre lungo un alberino, su cui sono sono fissate una lama e uno spillo

d'acciaio; 12 - graffietto per mortase; dotato di due spilli, di cui uno mobile, che si pu regolare sull'ampiezza della mortasa e del tenone; 13 - graffietto a lama; usato per tracciare controvena; la lama pu essere rimossa per l'affilatura; 14 - matita da falegname

4. Affilatura utensili

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