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Energia: istruzioni per luso.

di Giuseppe Damiani, ricercatore CNR

Il mito di Prometeo ed Epimeteo


Quando vennero creati gli esseri viventi sulla terra, gli dei ordinarono a Prometeo e a Epimeteo di dare con misura e distribuire in modo opportuno a ciascuno le facolt naturali. Epimeteo chiese a Prometeo di poter fare da solo la distribuzione ma non si rivel molto capace: senza accorgersene aveva consumato tutte le facolt per gli esseri privi di ragione. Il genere umano era rimasto dunque senza mezzi, e lui non sapeva cosa fare. In quel momento giunse Prometeo per controllare la distribuzione, e vide gli altri esseri viventi forniti di tutto il necessario, mentre luomo era nudo, scalzo, privo di giaciglio e di armi. Allora Prometeo, non sapendo quale mezzo di salvezza procurare alluomo, rub a Efesto e ad Atena il fuoco e la capacit di produrre tecnologie - infatti impossibile per chiunque sviluppare tecnologie senza poter usare il fuoco - e li don alluomo. Alluomo fu concessa in tal modo la perizia tecnica necessaria per la vita, ma non la virt politica La perizia tecnica era di aiuto sufficiente per procurarsi il cibo ma ogni volta che gli uomini stavano insieme commettevano ingiustizie gli uni contro gli altri, non conoscendo ancora la politica; perci, disperdendosi di nuovo, morivano. Zeus dunque, temendo che la nostra specie si estinguesse del tutto, invi Ermes per portare agli uomini rispetto e giustizia, affinch fossero fondamenti dellordine delle citt e dei vincoli damicizia. Ermes chiese a Zeus in quale modo dovesse distribuire rispetto e giustizia agli uomini: Devo distribuirli come sono state distribuite le arti? Per queste, infatti, ci si regolati cos: se uno solo conosce la medicina, basta per molti che non la conoscono, e questo vale anche per gli altri artigiani. Mi devo regolare allo stesso modo per rispetto e giustizia, o posso distribuirli a tutti gli uomini? A tutti rispose Zeus - e tutti ne siano partecipi; infatti non esisterebbero la societ, se pochi fossero partecipi di rispetto e giustizia, come succede per le arti. Istituisci inoltre a nome mio una legge in base alla quale si uccida, come peste della societ, chi non sia partecipe di rispetto e giustizia.

Dal "Protagora"di Platone

Prometeo ruba il fuoco, di Heinrich Friedrich Fger ,1817

Che cos lenergia?


Che cos lenergia? Il suo significato etimologico la capacit di compiere un lavoro, dal greco en (dentro) ergon (lavoro). Il concetto intuitivo della maggior parte delle persone legato a quello di movimento, sforzo, lavoro e vita: senza lenergia ogni attivit sarebbe impossibile. Non facile dare una definizione esatta di cosa sia lenergia. Per semplificare molte le cose possiamo dire che il mondo fatto da uno scenario costituito dallo spazio e dal tempo e da due attori protagonosti che sono la materia e lenergia. Materia ed energia sono composte da particelle elementari. Sia lo spazio-tempo che tutte le particelle materiali ed energetiche elementari hanno una pulsazionevibrazione interna attorno ad un punto di equilibrio su distanze e tempi microscopici molto piccoli in media di circa 10-13 cm e 10-23 secondi. Per distanze e tempi maggiori possiamo considerare le particelle di materia ferme nello spazio mentre passa il tempo mentre le particelle di energia si muovono sempre almeno alla cosidetta velocit della luce a circa 300000 km al secondo (la velocit il rapporto tra lo spazio percorso, nel nostro caso 300000 km, e una certa quantit di tempo, nel nostro caso il secondo). Esistono quattro tipi di particelle materiali che si uniscono tra loro per formare degli aggregati microscopici relativamente stabili che chiamiamo atomi. A questi quattro tipi di particelle materiali (dette fermioni) corrispondono quattro forze (gravit, elettromagnetismo, forza nucleare forte e forza nucleare debole)mediate da quattro tipi (un tipo per ogni forza)di particelle energetiche (dette bosoni) che trasmettono le forze tra le particelle materiali.
Interazione Interazione forte Interazione elettromagnetica Interazione debole Interazione gravitazionale Mediatore gluone fotone Bosoni Z, W+ e Wgravitone

Le quattro forze esistenti nel nostro universo.

Nella vita di tutti i giorni percepiamo solo le forze e le particelle di tipo gravitazionale ed elettromagnetiche perch le altre due forze e particelle, la forza forte e quella debole, agiscono solo a distanze molto piccole allinterno degli atomi. Gravit ed elettromagnetismo e le relative particelle spiegano quasi tutte le caratteristiche degli atomi e le regole con cui questi si aggregano per formare gli oggetti macroscopici che ben conosciamo.

Le particelle che costituiscono la materia sono dette fermioni (da Enrico Fermi). Le particelle che fungono da mediatrici delle forze sono dette bosoni (da Satyendranath Bose). Tra i fermioni troviamo i quark (che costituiscono il nucleo dell'atomo, cio protoni e neutroni) ed i leptoni (dal gr. leptos sottile/ leggero - di cui i pi noti sono gli elettroni); mentre i bosoni pi famosi sono sicuramente i fotoni, mediatori della forza elettromagnetica.

Ricordiamo che gli atomi in assenza di energia (allo zero assoluto e cio a circa -273 C) possono essere considerati fermi. Il movimento macroscopico degli atomi dovuto al fatto che questi possono associarsi alle particelle di energia elettomagnetica (i fotoni) o gravitazionale (i gravitoni). I fotoni sono onde elettromagnetiche costituite da due entit (tra loro perpendicolari ed entrambi perpendicolari alla direzione di propagazione dellonda) che pulsano, variando in modo oscillante la propria intensit: il campo elettrico ed il campo magnetico.

Unonda elettromagnetica

I fotoni, che sono anche i componenti della luce, si spostano continuamente alla velocit della luce (circa 300000 km al secondo) mentre il movimento degli atomi-fotoni (che sono sistemi ibridi di materia ed energia) avviene ad una velocit intermedia tra quella nulla della materia (fredda e ferma) e quella dellenergia. Questo movimento macroscopico pu essere misurato dalla grandezza che chiamiamo temperatura che dipende dalla velocit media con cui si muovono gli atomi.

La temperatura di un corpo una misura dell'energia cinetica media delle particelle che lo compongono.

Gli atomi interagendo tra loro (reazioni chimiche) tendono a liberarsi dei fotoni ma ogni volta che emettono fotoni questi hanno un livello (che dipende dalla frequenza di vibrazione microscopica interna) pi basso di quello dei fotoni assorbiti: in pratica un sistema materiale assorbe energia ad alto livello (pochi fotoni che vibrano tanto) aumentando la sua temperatura ma poi riemette questenergia nello spazio (e lo spazio interplanetario ha una temperatura di pochi gradi superiore allo zero assoluto) ad un livello pi basso (tanti fotoni che vibrano poco). Nelle normali trasformazioni chimiche la quantit di energia si conserva (1 principio della termodinamica) ma la sua qualit si degrada (2 principio della termodinamica).

Lenergia di alta frequenza (ad esempio lelettricit) si pu degradare ad energia di bassa frequenza (ad esempio il calore) ma la trasformazione inversa non possibile.

La grandezza che misura la qualit dellenergia si chiama entropia e una conseguenza del 2 principio della termodinamica che lentropia tende sempre ad aumentare, cio lenergia tende sempre a degradarsi. I fotoni di alto livello vengono prodotti soprattutto nelle reazioni nucleari sub-atomiche in cui intervengono la forza forte e quella debole e durante la caduta di un corpo in un campo gravitazionale. Un flusso di energia in un sistema complesso di materia porta alla degradazione (aumento del disordine) delle particelle di energia e alla nascita di sistemi complessi di particelle materiali (aumento di ordine). La Terra un sistema chiuso (la quantit di materia si mantiene relativamente costante) attraversato da un flusso continuo di energia proveniente dal Sole. La materia passa dall'ambiente agli organismi, e dagli organismi all'ambiente, in un ciclo continuo, attraverso sintesi e decomposizioni di vari tipi di molecole. I cicli della materia sul nostro pianeta e tutte le forme di vita presenti nella biosfera sono tenuti in moto dal continuo flusso di energia solare.

I cicli della materia sulla Terra sostenuti dal flusso di energia solare.

In pratica sul nostro pianeta le principali fonti di energia ad alto livello sono le radiazioni emesse dal sole (energia solare), il calore proveniente dallinterno della terra (energia geotermica) e quello che pu essere prodotto dalle reazioni nucleari sub-atomiche controllate dalluomo (energia nucleare). Lenergia solare pu essere sfruttata indirettamente utilizzando i movimenti prodotti nellaria (energia eolica) e nelle acque (energia idroelettrica) o in reazioni foto-chimiche (biomasse e fotovoltaico). In un processo chiamato fotosintesi, i vegetali utilizzano parte dellenergia solare per produrre molecole che hanno fotoni ad alto livello intrappolati nei legami chimici. In condizioni ottimali la fotosintesi pu convertire circa il 10% dellenergia solare ma la resa finale energetica delle piante pi efficienti (mais, sorgo, soia) pari a circa l'1% dell'energia solare incidente. Quasi tutti gli organismi viventi sulla terra usano direttamente o indirettamente per il loro funzionamento lenergia immagazinata nelle molecole energetiche prodotte dalle piante. Questenergia chimica viene liberata e utilizzata mediante due processi: la fermentazione che avviene in assenza di ossigeno, e la respirazione che avviene in presenza di ossigeno. Mentre nella fotosintesi si utilizza energia, acqua e anidride carbonica e si produce ossigeno e molecole complesse come gli zuccheri (glucosio), nella fermentazione e respirazione avviene il processo inverso e le molecole complesse vengono fatte reagire con lossigeno per essere degradate ad acqua e anidride carbonica, liberando energia che viene utilizzata per i processi vitali e infine, una volta degradata, viene liberata nellambiente sotto forma di calore ( per questo che riusciamo a mantenere una temperatura di 37 gradi anche quando fa freddo).

Fotosintesi e fermentazione-respirazione sono complementari

Energia per lumanit


Da I processi energetici degli organismi viventi sono controllati in modo molto sofisticato e avvengono in una serie di tappe intermedie. Invece quando luomo vuole liberare lenergia contenuta nelle molecole organiche utilizza la combustione diretta con lossigeno producendo spesso sostanze inquinanti pericolose per la salute. Anche la combustione del metano, che una delle molecole organiche che brucia in un modo relativamente pulito, genera polveri sottili (per lo pi indirette), anidride carbonica, monossido di carbonio e ossidi di azoto nonch altri inquinanti minori anche se si tratta di quantit estremamente ridotte e poco significative, perlomeno rispetto ad altri combustibili fossili ampiamente utilizzati (come carbone, petrolio, ecc) che sono molto pi inquinanti del metano.

L'accresciuta coscienza dei danni ambientali e sanitari provocati dalluso dei processi di combustione per produrre energia ha portato ad un uso pi consapevole delle fonti di energia, includendo nelle valutazioni economiche i cosiddetti "costi esterni" di una fonte di energia. Il calcolo delle esternalit non comunque facile. Un grosso problema legato alluso dei combustibili fossili la produzione dei cosiddetti gas serra: anidride carbonica (CO2), metano (CH4), protossido di azoto o ossido di diazoto (N2O) e ozono (O3). Questi gas favoriscono l'effetto serra, che la capacit dell'atmosfera di trattenere pi a lungo il calore proveniente dal sole, innescando un aumento delle temperature e cambiamenti climatici su scala planetaria. Per limitare questo fenomeno, favorito soprattutto dallaumento delle emissioni di CO2, la Comunit Europea ha varato un programma per lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili (come il fotovoltaico, leolico, il geotermico, il termodinamico e le biomasse).

Si cita spesso un esteso lavoro condotto dal fisico David MacKay dellUniversit di Cambridge per sostenere che non ci sia sufficiente energia rinnovabile per l'Umanit. Non vero: l'energia rinnovabile del sole che arriva sulla terra in un solo anno 8400 volte di pi di quella che usiamo oggi ed pari a 10 volte quella contenuta in tutte le riserve conosciute di petrolio, carbone, gas naturale e uranio.

MacKey sostiene che discutendo di energia e di consumi non possiamo prescindere dai fatti e dalle leggi fisiche. Sono d'accordo con questa affermazione. Il problema che MacKay fa delle stime in cui intervengono fattori soggettivi e dipendenti dall'evoluzione tecnologica ed economica. Sicuramente ci sono problemi tecnologici ed economici da risolvere per costruire un mondo basato sulle energie rinnovabili. Ad esempio lenergia solare in relazione alla latitudine e alle stagioni, distribuita sullintera superficie terrestre ed pertanto poco concentrata. Questo crea dei problemi legati al suo utilizzo: necessit di grandi superfici, di accumularla non essendo producibile a comando, di ripensare in toto il sistema distributivo e di utilizzo. Questo tipo di energia, con lattuale tecnologia fotovoltaica, non ideale per rispondere alla grande domanda che caratterizza i consumi di una nazione industrializzata, ma idonea ad una produzione distribuita, particolarmente efficace nelle abitazioni, integrata dai sistemi produttivi tradizionali. In tal modo in grado di liberare risorse energetiche prodotte con combustibili fossili, che assicurano una maggiore flessibilit e prolungare la loro durata. L'umanit avrebbe cos un tempo pi lungo per adattarsi alle trasformazioni inevitabili senza che ci comporti il crollo dell'attuale societ. Ma chiaro che dobbiamo cambiare mentalit e modello di sviluppo se vogliamo uscire dalla crisi e creare delle societ sostenibili. Lo sviluppo ha dei limiti fisici e quando lo capiremo sar sempre troppo tardi. Che senso ha trasportare i pomodori dalla Cina ai nostri supermercati? O girare con i SUV per le vie cittadine? Prendiamo esempio dalla Natura. La Biosfera funziona da miliardi di anni utilizzando un processo energetico (la fotosintesi) che ha un efficienza piuttosto bassa (circa l 1% nelle migliore coltivazioni). Il fattore limitante per la vita sulla terra non l'energia! Ma il cosi detto Homo sapiens non lo sa e vuole continuare ad aumentare senza limiti i suoi consumi energetici, anche a costo di morire avvelenato dai prodotti di combustione e di cambiare il clima del pianeta! Dobbiamo assolutamente abbandonare il modello della crescita senza limiti, frenare i consumi e puntare al risparmio energetico utilizzando varie tecniche atte a ridurre i consumi dell'energia necessaria allo svolgimento delle diverse attivit umane. Dobbiamo assolutamente praticare politiche mirate all'incentivazione dell'efficienza energetica e del risparmio energetico. In particolare sussistono ancora margini di miglioramento riguardo l'efficienza delle centrali termoelettriche, con lutilizzo della cogenerazione e politiche di dismissione o ristrutturazione delle centrali pi inquinanti e con i rendimenti pi bassi e maggiore diffusione delle energie rinnovabili.

La produzione di energia elettrica in Italia


Il kilowattora, l'unit di misura dell'energia che consumiamo a casa nostra e viene usata sulla comune bolletta della luce o del gas.

Il costo del kWh in Italia di circa 0,20 se consumiamo energia elettrica, di circa 0,09 se consumiamo gas naturale (metano) e quindi, a parit di calore prodotto, una stufetta elettrica in Italia coster il doppio rispetto al riscaldamento a metano. Nel 2010 il consumo italiano di energia in Italia stato di 326 TWh (1TWh =1000 GWh) di cui 75 TWh (il 22,2% del totale) prodotto da fonti rinnovabili (fondamentale idroelettrico e in piccola parte biomasserifiuti, geotermico e altre fonti).

Le diverse fonti utilizzate per la produzione di energia elettrica in Italia (2009)

La maggior parte dell'energia elettrica prodotta in Italia con fonti rinnovabili deriva dalle centrali idroelettriche (localizzate principalmente nell'arco alpino e in alcune zone appenniniche) che producono il 15,8% del fabbisogno energetico lordo. Le centrali geotermoelettriche (essenzialmente in Toscana) producono l'1,6% della potenza elettrica mentre le "nuove" fonti rinnovabili come l'eolico (con parchi eolici diffusi principalmente in Sardegna, Sicilia e nell'Appennino meridionale), sebbene in crescita, producono ancora solo l'1,9% della potenza elettrica richiesta. Percentuali ancora minori (sebbene in forte crescita) vengono prodotte con il fotovoltaico in impianti connessi in rete o isolati (circa 676,5 GWh nel 2009, pari a circa lo 0,2% del totale, considerando anche il contributo degli impianti in Conto energia). Infine, negli ultimi anni cresciuta la quota di energia elettrica generata in centrali termoelettriche o termovalorizzatori dalla combustione di biomasse, rifiuti industriali o urbani. Tale fonte passata da una produzione quasi nulla nel 1992, fino a superare la quota geotermoelettrica nel 2008, per giungere fino al 2,38% dell'energia elettrica richiesta nel 2009. Circa il 40% di tale aliquota riconducibile ad energia ottenuta a partire dai cosiddetti "RSU" biodegradabili, mentre la parte restante relativa agli altri scarti e rifiuti o biomassa comunque di natura organica.

In conclusione, considerando tutti i contributi, la quota "rinnovabile" italiana giunge fino al 22.5% della produzione totale nazionale, al 20,6% dell'energia elettrica richiesta e al 19,5% del fabbisogno nazionale lordo. Nella conferenza europea di Berlino (2004), la UE ha stabilito i propri obiettivi riguardo alle fonti rinnovabili. Il risultato da raggiungere quello di coprire con tali fonti, entro il 2020, il 20 per cento del consumo totale di energia.

Un impianto fotovoltaico tradizionale produce circa 140 kWh per metro2 allanno. Per produrre solo con il fotovoltaico tutta lenergia elettrica consumata in Italia prodotta da fonti non rinnovabili (250 TWh) basterebbero 1790 km2 di panelli fotovoltaici, solo lo 0,6 % della superficie italiana (301000 km2), una piccola parte dei tetti gi esistenti. Il costo potrebbe essere dellordine di 250 Miliardi di Euro che comunque si ripagherebbe ampiamente con il costo dellenergia elettrica prodotta durante i circa 30 anni di vita dei pannelli. Dipendendo dalla presenza del sole la produzione sarebbe discontinua e quindi servirebbe un sistema di immagazzinamento dellenergia prodotta. Chiaramente si tratta di un calcolo dimostrativo e la soluzione pi logica un mix di fonti rinnovabili senza dimenticare di incentivare la ricerche innovative da cui possono arrivare utili scoperte che possono abbassare di molto il costo delle rinnovabili.

Perch gli incentivi indiscriminati alle biomasse sono sbagliati


Regioni come la Lombardia incentivano fortemente (contributi CIP6 e borsa energetica nazionale) ogni tipo di inceneritori di rifiuti e impianti a biomasse che stanno nascendo in quasi ogni Comune. Alcune semplici considerazioni dimostrano che si tratta di una scelta sbagliata. Si consideri che sulla base dellindice EROEI (il rapporto fra lenergia necessaria a costruire e mantenere la produzione di un impianto rispetto allenergia che ne viene prodotta) le biomasse si collocano fra le fonti rinnovabili meno efficienti nella produzione energetica. Ricordiamo che un impianto fotovoltaico converte circa il 10% dell'energia solare intercettata mentre con le biomasse, a parit di superficie impiegata, otteniamo valori circa 100 volte pi bassi. A titolo di esempio un impianto da 1 MWh a biometano (uno dei meno inquinanti) con digestore anaerobico e magazzini occupa una superficie di circa 10.000 m2 pari quasi a quella occupata da un impianto fotovoltaico che produce la stessa quantit di energia. Inoltre costa di pi e sono necessari acqua, materiali, energia, tempo e una superficie circa 100 volte maggiore di quella occupata dallimpianto (circa 1.000.000 m2) per coltivare le biomasse necessarie al suo funzionamento.

Utilizzando le pi efficienti culture dedicate (come mais, soia, e sorgo) con i metodi altamente energivori dellagricoltura intensiva il bilancio energetico di poco in attivo in condizioni ottimali e in condizioni ambientali sfavorevoli pu facilmente diventare negativo. Inoltre nella maggioranza degli impianti attualmente in funzione il calore generato durante il processo di produzione dellelettricit in buona parte sprecato. La ovvia conclusione che usare coltivazioni intensive dedicate per produrre energia elettrica poco intelligente, non sostenibile dal punto di vista ambientale e senza gli incentivi non ci sarebbe nessun tornaconto economico al loro utilizzo. La funzione di questi impianti non sta nel loro limitato potenziale energetico ma circoscritta al loro utilizzo come strumenti per riciclare rifiuti organici, scarti agricoli e materiale legnoso proveniente dalla corretta gestione dei boschi. Inoltre rispetto ad altre tecnologie che usano risorse rinnovabili come il fotovoltaico, leolico, il geotermico e il termodinamico, gli impianti a biomasse risultano altamente inefficienti nel contenimento di emissioni inquinanti sia nella fase di costruzione sia in quella di mantenimento degli impianti. Le biomasse sottoposte a bruciatura producono emissioni di polveri sottili. Anche il trasporto delle biomasse verso gli impianti fonte di inquinamento. La maggior parte degli impianti a biomasse che si propongono in Italia, pur nel pieno rispetto delle norme vigenti, peggiora la qualit dell'aria con le emissioni nocive prodotte direttamente dai processi di combustione (ossidi di azoto, polveri fini (PM10) ed ultra fini (PM2,5) e indirettamente (come con quelle del traffico veicolare indotto). Peggiora anche la qualit del suolo e dei prodotti agricoli con le ricadute di composti organici dannosi persistenti (come diossine, furani, idrocarburi policiclici aromatici) e metalli pesanti che si accumulano nel terreno e nella catena alimentare. La quantit e il tipo di inquinanti emessi variano molto in funzione del materiale e delle tecnologie utilizzate. Ad esempio in uno stesso impianto la composizione del biogas pu essere molto variabile nel tempo in funzione di numerose variabili che influenzano il processo di fermentazione. Le biomasse bruciate possono essere di tre tipi: gassose, ad esempio biometano (0,2) e biogas (circa 0,5), liquide, ad esempio olio vegetale (2), o solide come ad esempio legna (2) e rifiuti organici (2). Il numero tra parentesi indica il numero in grammi di PM10 per GJ emessi da impianti di cogenerazione moderni che sono i meno inquinanti (gli impianti tradizionali producono quantit di PM10 circa 10 volte maggiori). Ho usato come indicatore dell'inquinamento delle emissioni solo il PM10 per semplicit ma le polveri di dimensioni inferiori o altri inquinanti come le diossine e gli idrocarburi policiclici aromatici che sono le sostanze pi dannose sono in genere abbastanza correlati alla quantit di PM10. Inoltre gli impianti che utilizzano biomasse solide producono ceneri (e per questo che mi sembra giusto chiamarli inceneritori!) che possono contenere numerosi composti tossici. La differenza tra "inceneritori" e digestori anaerobici (biogas) importante perch le ceneri spesso presentano problemi di smaltimento mentre il materiale di scarto dei digestori, se proviene da biomasse non contaminate, pu essere usato come fertilizzante. Gli inceneritori che utilizzano la combustione diretta delle biomasse sono gli impianti pi inquinanti mentre gli impianti pi sostenibili da un punto di vista economico e ambientale sono quelli a biometano (ottenuto dalla purificazione del biogas derivante dalla digestione anaerobica) e quelli a syngas (nel caso in cui il syngas sia stato purificato in modo corretto). Non capisco perch la legge impedisca di immettere il biometano nella rete o non incentivi il suo uso come combustibile di riserva (ad esempio per gli autoveicoli). Dato la scarsa resa energetica e il carico inquinante degli impianti a biomasse, nonch il loro impatto paesaggistico e, in alcuni casi, il loro inquinamento sonoro e olfattivo, necessario diversificare gli incentivi per tali impianti lasciandoli solo nel caso di impianti poco inquinanti (a biometano o a syngas) che vengano installati allinterno di imprese dedite al riciclaggio di rifiuti organici, allagricoltura o alla silvicoltura, l dove questi impianti siano progettati esclusivamente per lo smaltimento di residui e scarti organici derivanti ad esempio dalla raccolta della frazione umida dei rifiuti urbani, da sottoprodotti dellattivit agricola e dalla corretta gestione dei boschi. Questi prerequisiti fanno esplicito riferimento alla Direttiva 96/62/CE sulla gestione e qualit dell'aria ambiente dei paesi dell'Unione che, all'Articolo 1 individua tra i suoi obiettivi quello di "mantenere la qualit dell'aria ambiente, laddove buona, e migliorarla negli altri casi". Per amore di brevit stendiamo un velo pietoso sulla qualit dellaria nella pianura padana. Si tratta comunque di una situazione drammatica per cui la diminuzione delle emissioni nocive dovrebbe essere una priorit urgente. Ricordiamo inoltre lArticolo 32 della Costituzione: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettivit". I maggiori danni sanitari indotti dalle emissioni, ben documentati da migliaia di pubblicazioni scientifiche, non sono giustificati dai pochi benefici collettivi prodotti dalla realizzazione degli impianti, il cui principale scopo quello di massimizzare gli utili dei proponenti in base agli attuali incentivi alla produzione di elettricit da biomasse. A nostro avviso nella maggior parte dei casi giustificata l'opposizione alla realizzazione di questi impianti sia da parte delle comunit interessate, sia dei loro rappresentanti, in quanto le centrali a biomasse proposte non sono assolutamente una scelta strategica necessaria e utile allo sviluppo del Paese. Non dobbiamo dimenticare che nei prossimi anni prevista con certezza una grossa crisi alimentare a livello internazionale e quindi il prezzo dei prodotti agricoli, soprattutto quelli ad alto valore

aggiunto, destinato ad aumentare mentre il costo dellenergia prodotta con le altre tecnologie rinnovabili ( come il fotovoltaico, leolico, il geotermico e il termodinamico) destinato a diminuire grazie al probabile progresso tecnologico. In conclusione tra diversi tipi di tecnologie che utilizzano le biomasse ci sono differenze enormi (anche di centinaia di migliaia di volte) nelle emissioni inquinanti a parit di energia prodotta. Per questo motivo non corretto incentivarle tutte nello stesso modo. Gli impianti a biomasse inoltre possono essere fonte di inquinamento acustico, olfattivo, o di disturbo paesaggistico. Per quanto riguarda il confronto con le altre fonti rinnovabili (come idroelettrico, geotermico, fotovoltaico, solare termico ed eolico) le biomasse sono la fonte meno efficiente dal punto di vista economico, di life cycle assessment e di bilancio energetico e non potranno che avere un ruolo marginale nel futuro. Senza considerare il grosso problema del consumo di suolo e di quanto sia etico usare il cibo come carburante in un mondo dove la gente muore di fame (ogni giorno muoiono di fame, o per cause ad essa correlate, circa 24.000 persone, tre quarti delle quali sono bambini al di sotto dei 5 anni det).

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