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Conflitto dinteressi, il testo che scotta

Dovrebbe essere approvato in questi giorni il disegno di legge allesame del Parlamento centrale bosniaco, nonostante le critiche sollevate dalla comunit internazionale Durante la settimana i parlamentari bosniaci dovranno votare il nuovo disegno di legge in materia di conflitti dinteresse e secondo il sito internet Balkan Insight vi la maggioranza necessaria a far passare abbastanza agevolmente il testo, del resto gi approvato dalla Camera dei Rappresentanti sebbene la comunit internazionale ritenga che la legge, paradossalmente, aggraver ancora di pi la situazione e certamente non favorir la nascita di una lotta seria ed efficace alla corruzione. La principale novit introdotta con le modifiche al testo originario riguarda lorgano preposto a decidere sullesistenza o meno di casi di conflitti dinteresse: non sar pi, dunque, la Commissione elettorale centrale ad occuparsene, bens un nuovo organismo composto da parlamentari e funzionari delle agenzie di vigilanza bosniache. Un grave vulnus secondo i rappresentanti della comunit internazionale, i quali hanno inviato alle autorit del Paese una dura lettera esortandoli ad abbandonare il testo e a ritirare ufficialmente il disegno di legge; la missiva indirizzata al ministro della Giustizia Barisa Colak e ai presidenti delle due camere del Parlamento stata vergata e siglata dal capo della delegazione dell'Unione europea in Bosnia Peter Sorensen, l'Alto Rappresentante Valentin Inzko, l'ambasciatore degli Stati Uniti Patrick Luna, l'ambasciatore OSCE Fletcher Burton e Mary Ann Hennessey, rappresentante del Consiglio d'Europa in Bosnia. Il motivo di tanta preoccupazione risiede nelle nuove regole di composizione dellorganismo: con dei parlamentari al suo interno a rappresentare i partiti politici, la nuova commissione metter a serio rischio i criteri di autonomia e indipendenza richiesti dalla comunit internazionale. La commissione deve essere davvero indipendente e per questo nella lettera inviata al ministro si chiede che il testo venga trasmesso alla Commissione di Venezia (Commissione europea per la democrazia, lorgano consultivo del Consiglio dEuropa) in modo da determinare se le modifiche introdotte - proposte dal partito socialdemocratico

(Sdp) e dallAlleanza dei socialdemocratici indipendenti (Snsd) siano in linea o meno con gli standard internazionali.

Droghe sintetiche, boom nei Balcani


Nella regione rimane abbastanza stabile la diffusione degli stupefacenti classici, ma la nuova moda comporta fortissimi rischi per la salute Il vertiginoso aumento delle droghe sintetiche mette a serio rischio la salute pubblica nei Balcani e specialmente in Turchia: sottolinea questa nuova tendenza lultimo rapporto sulla diffusione e il consumo di droga nella regione stilato dagli esperti delle Nazioni Unite e riportato dal sito internet Southeast Europe Times. In base ai dati contenuti nel documento si evince che l'uso di stupefacenti tradizionali come lhashish, la marijuana, leroina e la cocaina rimane generalmente stabile nei Paesi balcanici, tuttavia le nuove e pericolosissime sostanze sintetiche si stanno affacciando sul mercato dei narcotici come una valida alternativa. Molte di queste nuove droghe, considerate da non pochi giovani uno "sballo legale", contengono prodotti chimici di uso comune: per questo non sono illegali, sebbene la maggior parte di esse non siano mai state analizzate e testate presso appositi laboratori. "Al fine di ingannare le autorit, i fornitori hanno commercializzato e pubblicizzato i loro prodotti in modo incredibilmente aggressivo. Alla base di tutto ci vi unenorme frode: queste droghe vengono spacciate al momento della vendita come deodoranti per ambiente, sali da bagno e persino sostanze fertilizzanti, recita uno stralcio del rapporto. La vetta nel consumo e nella diffusione di tali sostanze stata registrata verso la met del 2012, quando il numero di droghe sintetiche passato da 166 (in base alle rilevazioni effettuate a dicembre del 2009) a 251.

Criminalit digitale nei Balcani

Lo ribadiscono i maggiori esperti e analisti internazionali: senza una fitta e continua cooperazione mondiale, la nuova minaccia dilagher indisturbata Il recente arresto di alcuni membri di un gruppo criminale internazionale, dedito alla clonazione di centinaia di carte di credito in Macedonia e alla messa a punto di frodi milionarie, ha sollevato limportante questione della sicurezza economica nei Balcani. Una delle vittime di questi raggiri, Tatjana N., ha raccontato la sua esperienza al sito internet Southeast Europe Times, spiegando com iniziata la frode circa un anno e mezzo fa, quando ha cercato di prelevare denaro da un bancomat in un centro commerciale di Skopje. "Quando ho inserito la carta nel bancomat, un forte sospetto ha iniziato a farmi preoccupare: il procedimento era molto pi lento del solito e la carta non voleva saperne di uscire", ha raccontato Tatjana, la quale non ha voluto diffondere il proprio cognome per ragioni di sicurezza e per preservare la segretezza dellindagine. "Una settimana dopo - ha aggiunto la ragazza controllando il saldo totale sul mio conto, ho notato un ammanco di ben 30.000 dinari (500 euro). La polizia macedone sta continuando a far luce sulla mega-frode messa in piedi dallorganizzazione criminale in seguito agli arresti della settimana scorsa che hanno fatto finire dietro le sbarre cinque macedoni e un bulgaro della citt di Prilep dietro l'accusa di "produzione e utilizzo di carte di credito false." Servendosi di particolari dispositivi installati in vari bancomat di Skopje, Prilep, Ohrid, Bitola, Kumanovo e Negotino, i malviventi sono riusciti a impadronirsi dei dati personali relativi a 829 carte di credito che hanno fruttato allorganizzazione un bottino di oltre 32.000 euro, prelevati grazie al marchingegno collegato inizialmente. Secondo molti esperti e analisti internazionali, affrontare un siffatto tipo di criminalit organizzata richiede una grande e meticolosa preparazione da parte degli agenti di polizia, ma specialmente ladozione di una strategia di cooperazione mondiale che al momento manca nella regione balcanica.

Indiana Jones agli arresti

Pasko Kuzman, il noto archeologo macedone e secondo molti la mente dietro al progetto Skopje 2014, si trova attualmente dietro le sbarre per contrabbando di reperti La polizia macedone ha arrestato luned Pasko Kuzman, il direttore del Dipartimento per la cultura macedone accusato di aver trafugato e contrabbandato preziosi reperti archeologici. Dalle poche informazioni riportate finora dal quotidiano Dnevnik, emerso il presunto coinvolgimento di Kuzman in unindagine sul contrabbando di preziose icone e manufatti archeologici. Verso mezzogiorno Kuzman stato portato in manette dinanzi al giudice istruttore presso il Tribunale penale di Skopje per l'interrogatorio. Kuzman, un personaggio particolarmente eccentrico e noto nel Paese, sempre stato paragonato da molti suoi concittadini a Indiana Jones: il confronto sembra reggere bene per questo archeologo irrequieto e mai soddisfatto, che veste in modo eccentrico e indossa ben quattro orologi alla volta, due su un braccio e altrettanti sull'altro. Kuzman, inoltre, sempre presente accanto al premier alle inaugurazioni delle numerosissime nuove opere a Skopje, considerato da molti la vera mente che sta dietro al progetto di "Skopje 2014", il piano di rinnovamento del cuore della capitale macedone che ne sta trasfigurando completamente l'aspetto.

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