GRANADOS (solo per uso degli studenti) [PIB 2011-II]
:.cat e| e,e| eu .eu (Col 1,25). Completare o portare a compimento? Bibliografia minima: ALETTI, J-N., Les deutropauliniennes: entre principe thologique et principe dogmatique, Nuovo Testamento: teologie in dialogo culturale. Scritti in onore di Romano Penna nel suo 70 compleanno (eds. N. CIOLA G. PULCINELLI) (Supplementi alla Rivista Biblica; Bologna 2008) 337-348; ALETTI, J-N., Saint Paul ptre aux Colossiens, (tudes bibliques. Nouvelle srie; Paris 1993); ALETTI, J-N., Sagesse et mystre chez Paul. Rflexions sur le rapprochement de deux champs lexicographiques, La sagesse biblique. De l'Ancien au Nouveau Testament. Actes du XVe Congrs de l'ACFEB (Paris 1993) (ed. J. TRUBLET) (Lectio divina; Paris 1995) 357-384; CARAGOUNIS, C.C., The Ephesian Mysterion: Meaning and Content (Coniectanea Biblica. New Testament Series; Lund 1977); PENNA, R., Il Mysterion Paolino: Traiettoria e Costituzione (Supplementi alla Rivista Biblica; Brescia 1978); REYNIER, Ch., vangile et mystre. Les enjeux thologiques de lptre aux phsiens (Lectio divina; Paris 1992). Questa presentazione ha i seguenti obiettivi: (a) Mostrare la continuit del disegno (etse|eta) salvifico (volont di rivelazione divina) come stato interpretato dopo le Scritture (AT). (b) Dimostrare la continuit (continuum) tra Antico Testamento, Vangelo di Ges e predicazione apostolica, come formulata dall'epistolario paolino e in particolare dalla lettera ai Colossesi. (c) Presentare l'esegesi succinta di Col 1,24-29. (d) Evidenziare l'importanza della categoria ucte| per capire il legame interno tra Cristo, Vangelo e la chiesa nel pensiero deuteropaolino. 1. Delimitazione di Col 1,24-29 1 (a) Le sofferenze dell'apostolo (1,24) (b) Il servizio (ministero) dell'apostolo (1,25) (c) Il ucte| (1,26-27) (b') La portata universale della missione apostolica (1,28) (a') La fatica e il lavoro dell'apostolo (1,29) (a) La lotta paolina per i colossesi e per la chiesa (2,1) (b) La finalit della consolazione e della conoscenza (2,2ab) (c) Il ucte| da conoscere (2,2c-3) (b') La resistenza ai discorsi inadeguati (2,4) (a') La presenza paolina in favore della fede dei colossesi (2,5) I limiti delle sezioni Col 1,24-29 e 2,1-5 sono facilmente reperibili se si considera il cambio nel soggetto verbale (da terza a prima persona singolare) e l'unit tematica dell'insieme: le sofferenze (:aact|) (1,24) e fatiche (se:t. a,.|t,e.|e,) (1,29) di Paolo a causa come risultato anche del suo servizio (etase|e,) apostolico. Si deve notare, tuttavia, che non tutta la sezione si svolge nella prima persona singolare. Per esempio in 1,26-27 il soggetto in terza persona; in 1,28 in prima plurale e in 2,2-3 si ritrova un soggetto al plurale. La sintassi delle due sotto-sezioni non rende pi semplice la loro analisi. La loro struttura a cascata, formata da successive clausole relative e frasi preposizionali. La figura retorica 1 Vedi ZEILINGER, F., Der Erstgeborene der Schpfung: Untersuchungen zur Formalstruktur und Theologie des Kolosserbriefes, Herder (Wien 1974) 44-46; P.T. OBRIEN, Colossians, Philemon, (WBC; Waco TX 1982) liv. 1 JM. GRANADOS (solo per uso degli studenti) [PIB 2011-II] pi caratteristica quella dell'accumulazione (in questo caso di frasi preposizionali, participiali e in apposizione). Ai limite segnalati si devono aggiungere, anche se brevemente, alcune osservazioni che riguardano la funzione di questo testo nell'insieme della lettera. L'inizio della sezione formulato in prima persona singolare cos come il racconto dei patimenti e delle fatiche paoline sono stati considerati da alcuni studiosi come indizi chiari di un'auto-presentazione (Selbstvorstellung) dell'apostolo o persino anche di una narratio. Il limite principale che comportano queste ipotesi di struttura quello di rimandare l'inizio del corpo della lettera a Col 2,6-8. Vedi per esempio la proposta di M. Wolter e B.L. Campbell che vedono in 2,6- 8 una introduzione (Einleitung) a modo di partitio 2 : Esortazione a camminare secondo la tradizione ricevuta Avvertenza affinch nessuno sia orientato verso (i) le tradizioni degli uomini e gli elementi del mondo (positiva); (ii) e non al Cristo (negativa). E' difficile non vedere dietro le loro proposte resti dell'interpretazione tradizionale che considera la lotta contro l'eresia o contro l'errore dei colossesi come il tema fondamentale della lettera. Se il corpus epistolare comincia in 2,6, allora qual la funzione del testo precedente? Se Col 1,24-2,5 unauto-presentazione dell'apostolo, come si spiega allora il vocabolario del ucte| e della conoscenza in queste sezioni? Un'analisi dettagliata dei versetti precedenti suggerisce un'altra disposizione argomentativa. Ad esempio, la menzione del servizio paolino alla diffusione della parola si accenna gi in Col 1,23. In questo versetto, curiosamente, si enuncia anche l'esigenza rivolta ai credenti di rimanere nella speranza del vangelo. In 1,21-22 si formulano invece le conseguenze della riconciliazione dei credenti, vale a dire, una vita santa e irreprensibile. Queste osservazioni suggeriscono che Col 1,21-23 funziona come vera partitio della lettera, che si sviluppa in modo inverso. La ripresa degli elementi enunciati in 1,21-23 si realizza al rovescio mostrando la seguente disposizione 3 : (a) Col 1,21-22 Schema temporale prima dopo: passato di separazione e inimicizia vs. presente di santit (b) Col 1,23a-b La fedelt al vangelo (c) Col 1,23c-d Il ministero paolino dell'annuncio (C) Col 1,242,5 Sforzi paolini in favore della diffusione del ucte| (B) Col 2,63,4 Coerenza con la tradizione ricevuta (A) Col 3,54,1 2 Vedi M. WOLTER, Kolosser 1,24-2,23 (3,4), en B. STANDAERT (ed.), Le Christ tout et en tous (Col 3,11). Lptre aux Colossiens, Benedictina 16 (Roma 2003) 29-68; B.L. CAMPBELL, Colossians 2:6-15 as a Thesis: A Rhetorical-Critical Study, JSRCNT (http://rhetjournal.net) (2003) 1-15. 3 Vedi P. LAMARCHE, Structure de lptre aux Colossiens, Bib 56 (1975) 453-463; J-N. ALETTI, La dispositio de Colossiens. Enjeux exgtiques et thologiques, in J.E. AGUILAR CHIU F. MANZI F. URSO C. ZESATI ESTRADA, Il verbo di Dio vivo. Studi sul Nuovo Testamento (FS A. VANHOYE, S.I.) Editrice Pontificio Istituto Biblico (Roma 2007) 323-336. 2 JM. GRANADOS (solo per uso degli studenti) [PIB 2011-II] Opposizione temporale prima dopo: passato di idolatria vs. presente di santit Per criterio di brevit si analizzer a continuazione solo la prima parte dell'unit, vale a dire, Col 1,24-29. 2. Studio della dispositio 1a singolare 24 Nu| ,at. .| et, :aact| u :. u.| sat a |a|a:. a uc.aa .| t..| eu Xtceu .| cast eu u :. eu c.ae, aueu, e .ct| .sscta,
25 , .,.|e | .,. etase|e, Piano di servizio saa | etse|et a| eu .eu | ee.tca | et .t, ua , :.cat e | e,e| eu .eu, Il mistero Manifesto 26 e ucte| e a :es.su. |e| a :e . | at.|.| sat a:e .| ,.|..|- |u | e. .|a|.. et, a,tet, aueu, Destinatari contenuto 21 et, .c.| e .e, ,|.tcat t e :eue, , ee, eu uct eu eueu .| et, .|.ct|, e .ct| Xtce, .| u t|, .:t, , ee, 1a plurale annuncio 28 e | .t, saa,,.e.| |eu.eu|., :a|a a|.:e| sat eteacse|., :a|a a|.:e| .| :ac ce|ta, t|a :aacc..| :a|a a|.:e| ..te| .| Xtc. 1a singolare 29
.t, e sat se:t. a,.|t,e.|e, saa | . |.,.ta| aueu | .|.,eu.|| .| . et .| eu|a.t I verbi principali di Col 1,24 (,at . e a|a|a:. ) sottolineano il presente delle sofferenze paoline 4 . La costruzione verbale si caratterizza per la ripetizione dei complementi preposizionali (u:. +) e per l'amplificazione tramite due frasi relative (e .ct| e , .,.|e|). Le frasi relative, costruite a sua volta, a modo di cascata sono seguite da una lunga frase composta da una frase preposizionale (saa | etse|eta| eu .eu), una participiale (| ee.tca| et .t, ua,) e una finale (:.cat e| e,e| eu .eu). La sintassi in cascata sottolinea in questo caso la finalit dell'azione paolina: portare a compimento la parola di Dio. Col 1,26 costituisce un'amplificazione ulteriore dell'ultimo elemento della sintassi precedente, cio di e| e,e| eu .eu. Col 1,27 amplifica da parte sua l'ultimo elemento di 1,26 cio et, a,tet, aueu . Queste successive amplificazioni evidenziano con molta chiarezza la formulazione del ucte| (in apposizione a la parola di Dio) e la sua manifestazione ai credenti. Col 1,28 riprende, tramite una clausola relativa (e| .t, saa,,.e.|), l'annuncio universale del Cristo. La caratteristica principale di questo versetto la ripetizione (:a|a a|.:e|) che enfatizza la portata universale del lavoro apostolico. Col 1,29 riprende con altro vocabolario (fatica e lotte) il tema annunciato all'inizio della sotto-sezione: le sofferenze dell'apostolo a favore della chiesa. 4 Riguardo al significato di :aa e tt, si deve notare: (i) L'AC ha disposto a :aaa di Paolo in rapporto stretto con at t.t, di Cristo. E' molto probabile che l'uso del termine tt, non corrisponda pi in questo caso a quello delle Homologoumena. Le tribolazioni in Col 1,24-29 per esempio, si considerano una lotta necessaria affinch i gentili possano capire il vangelo, credere e diventare perfetti in Cristo (J-N. ALETTI, Colossiens, 136). Le sofferenze in Rom 5,3 invece, non si possono considerare necessarie, ma indicano la condizione estrema di cui il credente si pu vantare. (ii) Le sofferenze e i patimenti appaiono vincolati anche in 2Cor 1,3-8; tuttavia, l'uso dei termini in questo caso rovesciato: le t.t, indicano le afflizioni paoline mentre a :a aa quelle del Cristo. 3 JM. GRANADOS (solo per uso degli studenti) [PIB 2011-II] La disposizione degli argomenti evidenzia il centro della composizione, vale a dire, il ucte| come oggetto principale della manifestazione divina e del lavoro di divulgazione apostolica. Questo tipo di vocabolario poco comune in Paolo e molto raro per designare la parola di Dio (o il vangelo) suscita la domanda per la sua pertinenza. Perch la lettera ai Colossesi usa questo termine strano al vocabolario biblico per designare una realt cos importante come la parola di Dio? A quest'osservazione bisogna aggiungerne due altrettanto importanti. Il vocabolario del ucte| in questa sezione si abbina con il vocabolario della conoscenza (,|.t,.). Questa particolarit si verifica anche nella lettera agli Efesini (vedi Ef 3,3-4.9). Un'analisi veloce del vocabolario mostra in questo modo che non solo la rivelazione (manifestazione) del ucte| acquista rilevanza nelle lettere discusse, ma anche la sua conoscenza. Perch conoscere il mistero del Cristo sembra cos importante ora 5 ? Il vocabolario del :e. (a|a|a:. e :.cat) sembra contraddire l'impostazione soteriologica della lettera. L'azione salvifica del Cristo e la identificazione della vita del credente con essa si considerano compiute, per esempio in Col 2,12. Come si deve intendere allora che le sofferenze del Cristo debbano essere ancora completate, o che la parola di Dio debba essere ancora portata a compimento? 3. Le difficolt esegetiche Come pu l'analisi retorica della disposizione contribuire a rispondere alle questioni appena enunciate? Lo pu in quanto mostra la progressione argomentativa (line of thought) del testo e la sua coerenza con l'insieme 6 . Gli esempi in questo caso parlano meglio da s. Ad esempio, come si deve intendere che alle sofferenze del Cristo o alla parola di Dio gli manca ancora qualcosa? a|a|a:. a u c.aa .| t..| eu Xtceu .| cast eu L'interpretazione e traduzione dell'espressione presenta grosse difficolt quando non si tiene conto dell'ordine sintattico della frase. Diverse traduzioni anticipano la posizione di .| cast eu. Tuttavia, secondo la disposizione della frase non si tratta di completare nella mia carne, ma delle sofferenze di Cristo che hanno luogo nella mia carne. In senso stretto a Cristo non manca nulla, mentre l'itinerario paolino pu mancare ancora nel modo di vivere il vangelo di Cristo e di soffrire per esso. :.cat e| e,e| eu O.eu L'espressione :.cat e| e,e| eu O.eu completare la parola di Dio potrebbe suggerire una deficienza della parola, in questo caso il verbo prenderebbe un senso molto simile a quello di a|a|a:e . appena citato in 1,24. Tuttavia, il verbo :e. pu avere una sfumatura diversa, quella di portare a compimento, che in questo caso pi vicina alla 5 Sorprende la ridondanza del vocabolario che appartiene al campo semantico della conoscenza e anche l'accostamento di questo vocabolario alla realt del ucte|. Non si tratta pi di un ucte| da tenere nascosto, ma di essere conosciuto; un mistero che in certo senso si pu conoscere solo con un'intelligenza piena. L'identit tra il mistero di Dio e quello di Cristo costituisce ora l'oggetto di una intelligenza che risulta dal vincolo dell'amore. 6 Lo studio della dispositio insinua infatti che il contenuto del ministero apostolico dell'annuncio del vangelo consiste nella diffusione del ucte| di Cristo. 4 JM. GRANADOS (solo per uso degli studenti) [PIB 2011-II] spiegazione successiva, cio alla manifestazione del ucte|. Alcune espressioni parallele da esaminare: saa | etse|eta| eu .eu | ee.tca| et .t, ua, :. cat e| e,e| eu .eu (Col 1,25) .c. . a:e `I.euca sat sus. .,t eu `Iutseu :.:.s. |at e .ua,,.te| eu Xtceu (Rm 15,19) La questione che si solleva in questo caso quando e come si porta a compimento la parola di Dio: con la predicazione locale dell'apostolo, oppure, con la predicazione universale nello spirito? Per rispondere a questa domanda si deve notare che: (i) Il vocabolario del :e. in Col 1,9 associato al vocabolario della conoscenza della volont divina indica una realt gi conosciuta (che in questo caso si tratta della fede e la carit della comunit, vedi Col 1,4) che si porta a compimento in due livelli: quello della conoscenza della volont divina e quello del comportamento etico coerente con il primo livello (Col 1,9-10). La parafrasi di questo portare a compimento sarebbe: noi abbiamo sentito parlare della vostra fede e carit e preghiamo affinch la vostra fede e la vostra carit diventino piene, cio raggiungano la conoscenza della volont divina e questo affinch la vostra condotta di vita corrisponda a questa nuova consapevolezza. (ii) L'espressione :.cat e| e,e| eu .eu difficilmente pu alludere a una parola incompleta. In base all'argomentazione dell'insieme, il portare a compimento la parola di Dio si pu intendere come finalit del servizio apostolico paolino. La parafrasi in questo caso del portare a compimento sarebbe: Paolo serve la chiesa mediante l'annuncio universale del vangelo e mediante questo annuncio si porta a compimento la parola di Dio. (iii) L'annuncio o divulgazione del ucte| (parola di Dio) avviene in questo senso quando l'apostolo annuncia, insegna, istruisce ogni uomo affinch raggiunga la pienezza in Cristo (Col 1,28). Cos portare a compimento la parola di Dio non significa completare il messaggio divino, ma far conoscere ad ogni uomo i mezzi per arrivare alla maturit umana (:a|a a|.:e| ..te| .| Xtc.), in altre parole, far arrivare il Cristo al cuore dell'umanit. Il servizio apostolico cos inteso non consiste soltanto nella divulgazione della parola divina, ma anche nell'aggiornamento adeguato ad ogni uomo. 4. La funzione del ucte| L'espressione che modifica il ucte| in Col 1,26; Ef 3,9 a:esu:.. La costruzione di questo verbo + a:e indica non soltanto il tempo da quando si nascosta la cosa, ma anche coloro da cui si nascosta, in questo senso ha funzione sia temporale che attoriale 7 . Durante la storia dell'interpretazione si discusso molto se in questo versetto si segue uno schema o modello di rivelazione 8 . La scelta dei termini fatta dall'autore invita tuttavia alla prudenza: il verbo usato qui |a|.e. (Col 1,26) e si evita, a quanto pare consciamente, l'uso di a:esau:. (Ef 3,5). Il verbo |a|.e. nel contesto ha due significati possibili: diffondere oppure manifestare. Il contesto sottolinea il presente di questa manifestazione e non una rivelazione futura - escatologica ancora da svelarsi 9 . Nell'insieme si insiste anche sulla responsabilit paolina nell'annuncio, quest'osservazione avvicina il significato di |a|.e. a quello della divulgazione del ucte|. 7 J-N. ALETTI, Colossiens, 139. 8 Vedi D. LHRMANN, Das Offenbarungsverstndnis bei Paulus und in paulinischen Gemeinden, Neukirchener (Neukirchen-Vluyn 1965) 124-133; vedi anche P.T. OBRIEN, 83-84. 9 Il verbo |a|.e. nelle Homologoumena si riferisce a un processo di manifestazione universale e non a una rivelazione divina personale. Vedi Rom 1,19; 3,21; 16,26; 1Cor 4,5; 2Cor 2,14; 3,3; 4,10.11; 5,10.11; 7,12; 11,6. Cf. J-N. ALETTI, Colossiens, 140. 5 JM. GRANADOS (solo per uso degli studenti) [PIB 2011-II] La storia dell'interpretazione della teologia paolina ha speculato per diversi anni sullo sfondo misterico (religioni dei misteri) della formulazione paolina. La ricerca recente ha scoperto legami pi chiari tra il ucte| paolino e la letteratura sapienziale e apocalittica dellAT. Un vincolo stretto si scopre nei testi di Dn 2,28.29-30. 28 a` .ct .e, . | eua|. a |asau:.| ucta e, .e .c. . act.t Naeu,eee|ece a e.t ,.|.cat .:` .c,a .| .| ..| act.u .t, e | at.|a ,t e . |u:|te| sat e eaa , s.|a, ceu . :t , set, ceu eue .ct 29 cu act.u saast.t, .:t , set , ceu ..asa, :a|a eca e.t ,.|.cat .:` .c,a .| .| ..| sat e a |asau:.| ucta .e.c. cet a e.t ,.|.cat 30 saet e. eu :aa | ce|ta| | euca| .| .et u:. :a |a, eu, a|.:eu, e ucte| eu e ..|a | a` . |.s.| eu e.|at . act.t .ca | et a u:.a., saeta ceu . | ,|.c.t. In Daniele la rivelazione del ucte| ha a che fare con il piano divino di salvezza previsto per la fine dei tempi. Nella lettera ai Colossesi, invece, la manifestazione del ucte| non rimanda a un futuro di salvezza, ma al presente della divulgazione del vangelo. Le componenti del ucte| evidenziate dalla progressione argomentativa si possono sintetizzare cos: (i) il ucte| consiste nell'annuncio universale del vangelo; (ii) il cui contenuto il Cristo; (iii) esso ha portata universale, cio, raggiunge tutta l'umanit; (iv) il termine indica la novit di quest'annuncio (ma, anche la sua continuit); (v) la finalit ultima di questo ucte| giungere all'uomo perfetto. 5. La novit del ucte| Col 1,23-29 presenta un testo parallelo con caratteristiche molto simili in Ef 3,1-13. Il paragone tra i due testi dimostra che in Ef 3,1-13 i destinatari della rivelazione del ucte| sono gli apostoli e i profeti, mentre in Col 1,23-29 sono tutti i santi, cio i credenti. La presentazione del mistero nella lettera agli Efesini enfatizza la sua dimensione ecclesiologica, tramite la descrizione del suo contenuto (l'unit 3,6) e il suo annuncio (3,10), mentre la presentazione di esso fatta nella lettera ai Colossesi sottolinea laspetto cristologico e la sua divulgazione mediante il servizio apostolico. Ef 3,1-13 Col 1,23-29 3,1 . ,. Eau e, 3,1 u :. u . | 3,2 | et se|et a| , ,a te, eu .eu , ee.t c, et .t , u a , 3,4b . | . uct . eu Xtceu 3,5b |u | a :.sau | et , a ,t et, a :ece et, au eu sat :e| at, . | :|.u at 3,7a eu . ,.| | eta se|e, 3,7c saa | . |. ,.ta| , eu|a .., au eu 3,8b et , . |.ct| .u a,,.t cacat e a |.t,|t ace| :eu e, eu Xtceu 3,9 eu uct eu eu a :es.su. |eu a :e . | at . |.| 1,23c . ,. Eau e, 1,24 u :. u . | 1,25b saa | et se|et a| eu .eu | ee.t ca | et .t , u a , 1,27b eu uct eu eu eu [], e . ct| Xtce , 1,26b |u | e. . |a|.. et , a ,t et, au eu 1,25a , . ,.|e | . ,. eta se|e, 1,29b saa | . |. ,.ta| au eu | . |.,eu. || . | . et . | eu|a .t 1,27-28a et , . c.| e .e , ,|.t cat t e :eu e, , ee , eu uct eu eu eu . | et , . |.ct| 1,26a e uc te| e a :es.su. |e| a :e . | at . |.| 6 JM. GRANADOS (solo per uso degli studenti) [PIB 2011-II] La presentazione del ucte| in Efesini descrive il volere di Dio inteso come un piano (etse|eta) di salvezza (Ef 1,9; 3,9); identifica il ucte| con l'unit nel corpo della Chiesa (Ef 3,3) 10 , un'unit intima tra Cristo come testa e Chiesa come corpo (Ef 5,32). Questo mistero si condensa nel vangelo ed vangelo (Ef 6,19). Tutte queste caratteristiche sottolineano, insomma, il contenuto ecclesiologico del ucte|. D'altro canto, la lettera ai Colossesi non enfatizza con la stessa forza il contenuto ecclesiologico del ucte|, ma il suo contenuto cristologico (Col 1,27; 2,2; 4,3) cos come la sua divulgazione, cio il suo |a|.e. alle genti (Col 1,26). La descrizione cristologica del ucte| in Colossesi, inoltre, evidenzia la mediazione del servizio apostolico di Paolo nella sua diffusione, cio nel portare a compimento la parola di Dio (Col 1,25). Nonostante le particolarit segnalate, la categoria del ucte| presenta una caratteristica comune alle due lettere. Si tratta della sua associazione con il campo semantico della conoscenza. E' da chiedersi quindi, perch tanto importante conoscere il ucte| per il pensiero deuteropaolino? Prima di rispondere a questa domanda bisogna, tuttavia, risolvere un'altra questione enunciata e non ancora totalmente chiarita: perch si usa in queste lettere una categoria apparentemente non biblica per designare il contenuto dellazione salvifica divina? (Perch non vengono usate categorie anche comuni alle protopaoline come giustizia, alleanza, nuova creazione, ecc.). Efesini e Colossesi fanno ricorso al termine ucte| per mostrare la novit (discontinuit) del vangelo di Cristo rispetto al disegno di salvezza dellAT. L'affermazione secondo cui il ucte| (di Cristo e della Chiesa) era nascosto e ora stato rivelato e dato a conoscere alle genti, indica chiaramente che c' una novit senza precedenti nella storia del rapporto tra Dio e l'umanit. Lo stesso termine, tuttavia, esprime paradossalmente la continuit con il disegno di salvezza perch la categoria ucte| gi appare nell'AT (Dn 2,28-30) indicando che Dio non ha detto la sua ultima parola. Quindi, secondo le stesse Scritture (AT) il manifestarsi di Dio non finito, ma fa parte dei misteri che si devono adempire alla fine dei tempi. La categoria del ucte| indica, dunque, da una parte la novit del vangelo. Ma dallaltra parte, essa sottolinea limportanza della conoscenza di questa novit. Questa categoria abbraccia ora la Chiesa e stabilisce un legame indissolubile tra Cristo e Chiesa. Perci la conoscenza di Cristo include anche la conoscenza della Chiesa e del rapporto tra questa e Cristo. Il vangelo si comprende allora nel ucte| rivelato e il mistero si comprende, a sua volta, come realt inseparabile dalla chiesa. Conoscere la novit (di Cristo e del suo vangelo) significa capire l'unit come fonte di coerenza etica per la nuova umanit. La rivelazione del ucte| non solo importante perch annuncia cose nuove alla fine dei tempi, ma perch giustifica con il linguaggio della scrittura che la scrittura stessa non aveva detto tutto ci che essa contiene. Questa categoria esprime in modo paradossale la novit e discontinuit dellannuncio del continuum della salvezza; suggerisce anche che questo annuncio non soltanto la ripetizione del kerygma apostolico, ma la sua attualizzazione e reinterpretazione. Limportanza della categoria del ucte| consiste, infine, nella sua 10 Si deve notare che l'espressione sa., :e.,aa .| e t,. in questo caso si riferisce al risultato dell'opera del Cristo in favore degli uni e degli altri (a |e .et), cio all'unit organica della nuova umanit (sat|e, a|.:e,) (Ef 2,15). 7 JM. GRANADOS (solo per uso degli studenti) [PIB 2011-II] componente conoscitiva; essa dimostra che le categorie bibliche non sono sufficienti per conoscere Cristo, ma che per accedere al Cristo bisogna capire la novit nascosta nelle scritture dei giudei. Sommario * Non si tratta soltanto del a:esau:. del ucte| (Ef 3,3.5), ma anche della sua divulgazione (|a|.e.) (Col 1,26) apostolica paolina (1,25). * Non si tratta soltanto di divulgazione apostolica (del ucte|) (Col 1,25-26), ma anche di continuit (interpretazione) ecclesiale (Ef 5,32). * Non si tratta soltanto di interpretazione apostolica della parola divina (Col 1,24-29), ma anche di impegno etico per raggiungere l'umanit matura in Cristo (cio per far arrivare l'umanit alla maturit (perfezione) in Cristo) (Col 1,28; 4,12; Ef 4,13). 8