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Professor Pier Enrico Gallenga

Per il rilancio e lo sviluppo del nostro Ateneo

Programma di Rettorato
della Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio”
Chieti – Pescara

Elezione 13 Maggio 2009

Premessa

Io amo la nostra Università. Mi sento orgoglioso erede della lucida follia dei suoi Padri
Fondatori, uomini coraggiosi e lungimiranti che seppero rifiutare e contrastare l’inerzia di
una terra che sembrava rassegnata ad un destino di arretratezza e subalternità.

Oggi come allora, occorre uscire dalla rassegnazione e dall’inerzia: è necessario un atto di
discontinuità e di rinnovamento nella gestione del nostro Ateneo, appannato e frenato nel
suo sviluppo da troppi anni di gestione monocratica.

Solo così restituiremo alla “G. d’Annunzio” vitalità, ambizione e capacità di


sognare/progettare il futuro.

Io mi candido quale Rettore perché vorrei contribuire, nel ruolo di massima responsabilità e
di massimo impegno, al risveglio della nostra Università, nel segno del rinnovamento, della
partecipazione, della collegialità, della trasparenza e della più rigorosa eticità dei
comportamenti.

Il programma che espongo qui di seguito è costituito da pochi punti essenziali. Non ho
voluto redigere un “libro dei sogni”, ma un vero e proprio “contratto” con la comunità del
nostro Ateneo basato su impegni precisi e concreti per far ripartire lo sviluppo della
“Gabriele d’Annunzio”.

1. L’Ateneo

La crisi economica locale e globale, la devastante tragedia del terremoto in Abruzzo,


impongono un ripensamento del ruolo pubblico dell’Università, della sua accresciuta
responsabilità quale sede fondamentale di formazione e qualificazione di figure
professionali d’eccellenza in grado di far ripartire la crescita economica e lo sviluppo

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sociale e culturale del territorio regionale e nazionale: figure, dunque, mirate ad ampliare
l’offerta di ruoli e formazione in campo tecnico ed umanistico.

Occorre innanzitutto mettere a punto nuove modalità di rapporti con le consorelle Università
di L’Aquila e Teramo. Proporremo la creazione di una “rete territoriale dei saperi” che,
raccordandosi con le istituzioni e con le rappresentanze sociali, sostenga lo sforzo di una
ricostruzione da cogliere non solo come problema ma anche come opportunità per una
sempre maggiore caratterizzazione dell’Università come “fattore di qualità” dello sviluppo
territoriale.

Siamo contrari alla trasformazione della nostra Università pubblica in fondazione di diritto
privato, così come consentito dall’articolo 16 della Legge 133/2008. Tuttavia, in nome del
pluralismo che fortemente rivendichiamo, subordineremmo alla consultazione di tutto il
personale docente e non docente, nel pieno rispetto delle opinioni individuali, ogni
eventuale, relativo provvedimento.

Si potrà ovviare al palpabile scollamento fra il campus di Madonna delle Piane e la Chieti
alta con il ritorno del Rettorato sul colle, dove non mancano alcune prestigiose sedi
dismesse in attesa di nuove destinazioni.

Quale primo e “visibile” esempio di decentramento amministrativo e di gestione non


monocratica, nomineremo un Pro Rettore con specifiche deleghe per l'area metropolitana
Chieti-Pescara ed altre deleghe in materia di rapporti con le rappresentanze sindacali,
dell’applicazione delle leggi sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e deleghe di natura
gestionale-amministrativa.

Attiveremo azioni di fund raising utilizzando, tra l’altro, la legge sugli investimenti
industriali in Information Technology che prevede, per le aziende che potenziano la propria
dotazione di tecnologie innovative coinvolgendo strutture universitarie, un’incremento dal
50% al 60% del contributo ministeriale. La mia esperienza nel CdA di BankItalia mi
consente di conoscere bene le realtà produttive del territorio metropolitano e della provincia
chietina, in particolare i poli agroalimentare e tecno-industriale della Val di Sangro, ricchi
di opportunità e potenziale sviluppo per la Facoltà di Architettura.

Creeremo una banca dati delle ricerche “dormienti” (cioè realizzate dal nostro Ateneo e mai
utilizzate) da mettere a disposizione di Enti locali e territoriali, Associazioni imprenditoriali
e di categoria (Camere di Commercio, Unioni Industriali, Associazioni Artigianali) di tutta
Italia.

2. Lo Statuto

Ho già detto, prima ancora di ufficializzare la mia candidatura, che, se eletto, non mi
ricandiderò per un secondo mandato. Ho perciò constatato con vivo piacere che nel DDL

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del ministro Gelmini su “Governance e reclutamento nell’Università” il comma d)
dell’articolo 1 prescrive che le università statali inseriscano nei propri statuti la norma
secondo la quale la durata della carica di rettore non potrà durare “più di due mandati e un
massimo di otto anni, ovvero sei anni nel caso di mandato unico”.

Norma sacrosanta per promuovere un processo di rinnovamento che attiene alla fisiologia
stessa d’una democrazia e che in una Università è condizione indispensabile per garantire,
oltre che l’opportuno ricambio della massima dirigenza, la stessa “freschezza” intellettuale
necessaria a governare e progettare.
Avremmo perciò apprezzato che l’attuale Rettore pro-tempore avvertisse la sensibilità
intellettuale e morale di raccordarsi all’esplicito intento moralizzatore del disegno di legge
rinunciando a proporsi per il quinto (!) mandato consecutivo. La legge vigente non glielo
vieta e quella imminente non parla di retroattività della norma ma, dopo dodici (!) anni di
Rettorato, sorprende e delude che abbia voluto appigliare la propria candidatura a un mero
aspetto formale. Peccato, tanto più che l’intento moralizzatore del DDL Gemini è rafforzato
ed esplicitato laddove prescrive, sempre nell’articolo 1, comma a), che gli statuti delle
Università prevedano che “gli atenei adottino entro sei mesi un codice etico che individui
tra l’altro in modo puntuale i casi di incompatibilità e di conflitto di interesse e
predisponga opportune misure per evitarli”.

Noi inseriremo nel nostro Statuto questa norma (codice etico e limite di due mandati) anche
nella (remota) eventualità che il testo definitivo della legge non le preveda più.

Da parte mia, ribadisco l’ impegno fin da ora, se eletto, a non ripresentarmi per un secondo
mandato triennale.

Sarà inserita in Statuto anche la nomina di un Pro Rettore con ampie deleghe.

3. I docenti

Lo sviluppo di macroaree dipartimentali, come delineato nel DDL Gemini, modificherà le


strutture attuali dei Dipartimenti-Facoltà. Di fatto, esse si potranno riparcellizzare su gruppi
di 30-50 docenti e funzioni di grande potenziale propositivo, potenziando e ottimizzando la
spesa collegando la sua dinamica alle iniziative e attività progettuali e didattiche. Sarà
altresì possibile riportare alla dialettica interna funzioni attualmente definite in altri luoghi,
con conseguente disaffezione per i Consigli di Facoltà, oggi in molti casi svuotati di poteri
decisionali e anestetizzati nelle loro stesse possibilità di discussione attraverso una vera e
propria “criminalizzazione” del dissenso.

Noi sapremo cogliere tutte le opportunità insite in questa riorganizzazione per rivitalizzare il
confronto dialettico, promuovere e valorizzare le capacità propositive e, soprattutto,
premiare il merito e non le “appartenenze”.

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Nella Universitas non può esistere il reato di “lesa maestà”, ma solo il libero confronto
dialettico di menti libere. Non ci sono nemici da abbattere, né ora né poi: c’è da confrontare
modelli ed ipotesi di sviluppo, accogliere o confutare critiche alla gestione senza pretendere
aprioristiche e umilianti genuflessioni.

Solo così si potrà favorire un rinnovato processo di aggregazione di risorse intellettuali e di


ripristino di un clima di passione ed entusiasmo per la nostra attività, così preziosa per la
formazione dei dirigenti e delle più alte professionalità di domani.

Ci attiveremo per inserire nominativi di docenti della “G. d’Annunzio” tra gli esperti MIUR
in strutture quali CILEA e SIRIO.

4. Gli studenti

Gli studenti sono l’anima dell’Università, grande e preziosa parte del suo capitale umano e
del capitale umano del Paese. L’Università cambia la vita: si entra studenti e si esce medici,
linguisti, matematici, architetti, storici, letterati, manager… Lo studente che si riconosce
nella sua Università la ricorderà per tutta la vita.

Per qualificare lo studente non bastano la moltiplicazione delle sessioni di esami o il


riconoscimento di equipollenze: anche gli studenti chiedono trasparenza, qualità e regole, e
chiedono che noi si sia i primi a rispettarle. Gli studenti chiedono esempi positivi.

Essi vanno supportati con aule sufficienti ed idonee alle lezioni e allo studio, con servizi di
igiene adeguata, con ambienti di aggregazione che consentano risposte alla curiosità ed alla
fame di sapere dell’età, in feedback con i Presidenti e le rappresentanze dei Consigli dei
Corsi di Laurea.

Istituiremo la figura dell’ombudsman (1 a Chieti e 1 a Pescara), a garanzia dei diritti degli


studenti, che si interfacci con i rappresentanti eletti degli studenti e con la Presidenza dei
Consigli dei Corsi di Laurea. Gli ombudsmen garantiranno il rispetto dei diritti e della
persona degli studenti, sia singoli che associati. Ad essi ci si potrà rivolgere anche per
funzioni conciliative in caso di problemi degli studenti con l’amministrazione o con
qualunque altra componente universitaria.

Gli ombudsmen degli studenti saranno nominati tra i Docenti di I e II fascia.

5. Il personale

Trasparenza, responsabilità e pari opportunità sono i criteri che rafforzano il senso di


appartenenza.

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La trasparenza è alla base del rapporto fiduciario tra amministratori ed amministrati e tra le
aree culturali dell’Ateneo.

Oggi sembra palpabile, tra questi settori ed aree, uno scollamento, legato anche al calo
oggettivo delle risorse. Si tratta, perciò, di coinvolgere tutti, in particolare il personale
tecnico ed amministrativo, per ripristinare i necessari collegamenti e potenziare il senso di
responsabilità e dell’appartenenza all’istituzione.

Perciò:
- non va bene quando i docenti sono costretti a contattare l’amministrazione per via
gerarchica, irrigidendo e burocratizzando i rapporti;
- non va bene quando l’amministrazione diventa autoreferenziale e perde di vista gli
obiettivi primari della funzione amministrativa;
- il sistema si opacizza quando in molti suoi componenti si diffonde una paralizzante
paura o quando s’impaluda in procedure burocratiche (UNIVEX, CONSIP, etc.) solo
apparentemente efficaci – abbiamo ben visto che non evitano abusi – e di dubbi
risultati sul piano dell’efficienza.

Le recenti innovazioni legislative introducono modifiche importanti al welfare, incidendo


profondamente nel prelievo sulla retribuzione, soprattutto nei casi di minore reddito e
maggiore disagio. Per questo ci siamo preoccupati, insieme con il Comitato per lo Sviluppo
dell’Università, di ricercare e predisporre opzioni assicurative che tutelino i dipendenti del
nostro Ateneo per la copertura di spese mediche derivanti da grandi interventi o da gravi
patologie (come da elenco OMS) la cui quota di adesione (circa € 130 per nucleo familiare)
potrà essere ripartita fra azienda e lavoratore secondo i criteri che verranno determinati
anche in accordo con i sindacati.

Allo stesso tempo stiamo studiando una opzione, sempre a favore dei dipendenti della
nostra Università, diretta alla integrazione delle decurtazioni conseguenti alla applicazione
della legge n.133 del 06.08.2008 (“Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la
semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione
tributaria”).
Intendiamo offrire l’opportunità di un sostegno che non sia benevola concessione ma diritto
del personale.

Metteremo in cantiere un’accurata ottimizzazione organizzativa delle strutture


amministrative e degli uffici della nostra Università, per assicurare ad essi la dotazione di
personale necessaria all’espletamento delle loro attività, attraverso modalità e procedure
concorsuali per l’acquisizione di nuovi profili professionali.

6. Le pari opportunità

La Commissione Pari Opportunità della “G. d’Annunzio” ha svolto un’azione meritoria.

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Noi ci impegniamo a realizzare degli asili-nido per i figli dei dipendenti e degli studenti
lavoratori, volendo, in tal modo, creare non solo un notevole supporto per le famiglie ma
anche delle opportunità di lavoro per ex-allievi. Individueremo ambienti parascolastici nel
Villaggio Mediterraneo (augurandoci che l’iter di utilizzazione di questa struttura non
incontri ostacoli) e nelle sedi pescaresi.
È un investimento per il quale ci impegniamo fin da ora, nella convinzione che oltre ad
offrire un utilissimo servizio, esso rafforzerà il senso di appartenenza alla “G. d’Annunzio” .
Sarà comunque possibile reperire risorse sui fondi ad hoc del Ministero delle Pari
Opportunità.

Considerazione finale
La mia è una candidatura serena ed entusiasta, frutto di una lunga esperienza accademica e
professionale fuori ed all’interno della nostra Università, volta alla valorizzazione – in un
clima disteso e di pieno consenso – di tutte le risorse umane, strumentali e finanziarie
dell’Ateneo per un vero grande ruolo della G.d’Annunzio nel quadro regionale, nazionale
ed internazionale.

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