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Francesco Lamendola

Amare una vocazione, non una brama


Ci sono molte cose che non vanno nel modo di amare degli uomini (e delle donne) moderni, ma tutte, o quasi, si possono riassumere in una formula: che lamore non pi sentito come una chiamata, come una vocazione e come un completamento del proprio destino, ma essenzialmente come una brama, come uno stimolo da soddisfare ad ogni costo, non molto diverso dagli altri stimoli corporali, come quello di grattarsi se si avverte un prurito sulla pelle. Lamore non pi visto come una relazione che ci completa, che ci realizza, e nella quale troviamo il significato del nostro esistere; ma come un fatto individuale, come una specie di diritto naturale della persona, una richiesta e un bisogno dellio, nel quale il tu centra pochissimo, se non come corpo e come strumento di gratificazione del proprio io. Questa la ragione principale della crisi del matrimonio; le altre sono ragioni collaterali, che derivano, sostanzialmente, da essa: lamore non pi lespressione di un destino da realizzare, non pi un ponte che si getta verso laltro, per completare e realizzare anche il proprio s, ma divenuto una tecnica di soddisfacimento sessuale per il piacere dellio; ed essendo lio dispotico, narcisista e capriccioso, il piacere che ottiene non mai sufficiente e sempre esso torna ad esigerne dosi ulteriori, sempre pi frequenti e massicce. Per ragioni analoghe, anche il sentimento dellamicizia oggi fortemente in crisi; mentre il dilagare delledonismo sessuale non altro che il rovescio della medaglia di un isolamento sempre pi frustrante dellio, di una sua sempre maggiore diffidenza, di una sempre pi forte paura nei confronti dellaltro. Ed logico: in un mondo di io ipertrofici, tutti protesi ad arraffare la maggior quantit possibile di piacere servendosi dellaltro, nessuno si sente riconosciuto e valorizzato, tutti si sentono usati e strumentalizzati e ciascuno sul piede di guerra, con ogni senso allerta, per godere il pi possibile senza dover pagare alcuno scotto: in altre parole, per fregare gli altri prima che gli altri possano fregare lui. Lomosessualit dilagante non che un caso particolare di questo stravolgimento del retto senso dellamore. Se lamore, o la ricerca dellamore, non pi la ricerca del tu che completi il proprio io, allora tanto vale concentrarsi sulla ricerca del piacere con qualcuno che non sia troppo diverso, perch la differenza metterebbe in crisi lio narcisista ed ipertrofico: differenza, infatti, vuol dire tu, vuol dire uscire dal proprio io e confrontarsi costruttivamente con laltro. Meglio, allora, puntare su un altro che si altro il meno possibile; sul proprio simile, che ci faccia da specchio; su qualcuno che sappia, anche materialmente, come darci il massimo del piacere, perch il suo corpo identico al nostro. Costruire un rapporto basato sulla differenza, al contrario, faticoso: si parlano due lingue diverse e a volte non ci si comprende; si costretti, per forza, a uscire spesso e volentieri dal proprio io, a dire tu, a mettersi in discussione, magari scontrandosi e litigando, ma comunque definendo meglio anche la propria identit, arricchendola, completandola. proprio questo completamento che non interessa allio ipertrofico e narcisista: esso si ritiene pago di essere cos com, senza bisogno di uscire allesterno, senza bisogno di affrontare fatiche e di dover lavorare su se stesso per riuscire a dialogare in profondit con laltro. La ragione della progressiva erosione della famiglia scaturisce da qui. Ciascuno bada prima di tutto ai propri diritti, alla propria gratificazione, al proprio piacere: laltro, in questa prospettiva, un ostacolo, o, nel migliore dei casi, un peso morto: sia esso una moglie o un marito, un figlio o un genitore. Perch complicarsi la vita per andare incontro al tu, perch rinunciare a tutte le occasioni, grandi e piccole, che la vita offre occasioni dogni genere, sessuali e non -, insomma perch sacrificarsi, quando si sa che la vita una e che ci che lasciato, perso? Se ti piace una cosa, prenditela: nessuno ha il diritto di negartela , n ci sono vincoli che tengano. Lio prima di tutto. 1

In questottica, oggi largamente diffusa (ma che fa la sua comparsa, in Occidente, verso la fine del Medioevo, precisamente con il Decameron di Boccaccio), anche lattrazione sessuale non che uno stimolo fisiologico, nel quale non hanno il minimo peso eventuali considerazioni relative allamore come chiamata, come percorso preferenziale per evolvere da semplice individuo a persona: logico che, a quel punto, non abbia pi importanza se loggetto del desiderio sia un uomo o una donna, un adulto o un bambino, o magari un anziano: tutto va bene, perch nessuno ha il diritto di porre dei limiti allimpulso verso il piacere (e se qualcuno lo fa, allora deve trattarsi per forza di un bieco moralista). Prendiamo, a mo di esempio per illustrare questo concetto, la confessione delle fantasie sessuali di una classica giovane donna americana, Lindsay, una trentenne atletica e attraente - tale si definisce da se stessa -, sposata da due anni e mezzo, senza figli, che ha lasciato il posto da segretaria per fare la casalinga e dedicarsi alla palestra e ai corsi da disegno; in precedenza sempre stata attratta dalle donne, preferibilmente pi vecchie di lei, e ha vissuto per nove anni con una di esse (da: Nancy Friday, Donne sopra. Le nuove fantasie sessuali femminili; titolo originale: Women on top, 1991; traduzione dallinglese di Anna Rusconi, Milano, Mondadori, 1992, pp. 193): Attualmente frequento un corso di disegno e la mia insegnante mi prende da morire. Devessere intorno alla sessantina, ma vibra e sprigiona vitalit da tutti i porti. Quando la guardo nei suoi occhioni scuri (sempre ben truccati) avverto lantica eccitazione pervadermi mente e corpo. una persona molto spiritosa, e lo stesso vale per me. Mi domando se le nostre schermaglie verbali le fanno lo stesso effetto che fanno a me. Questa p la mia fantasia. Finita la lezione mi chiede se le do uno strappo a casa (lei non ha la patente) e io faccio un salto (Dio, se la porterei, se solo me lo chiedesse). Una volta arrivate, i invita a salire per vedere i suoi quadri. Il cuore mi batte forte, mi sento la testa leggera e in effetti concentrarmi sulle sue tele uno sforzo. appoggiata con la spalla e un braccio contro di me, la testa inclinata nella mia direzione, la bocca a pochi centimetri dalla mia. Quasi non riesco a dominarmi. Poi vedo il suo pianoforte a coda, nellaltra stanza. Mi ci butto sopra e comincio a suonare, dapprima adagio, poi con pi veemenza, e alla fine senza pi trattenermi lascio che la musica lasci traboccare le emozioni che mi scuotono. Sento emergere un misto di amore, desiderio, paura, tortura ed eccitazione, sentimenti che si spandono nella vecchia casa riempiendola di suoni intensi, belli, liberi. Suono fino a entrare in una specie di trance, e quando torno coi piedi per terra, e smetto, nella stanza cala un silenzio profondo. Mi giro e vedo lei, la mia adorata, seduta a guardarmi: nei suoi occhi brilla unespressione che mi costringe a correre verso di lei. Mi tende le mani, ha le guance rigate di lacrime, e in un attimo sono fra le sue braccia, le bacio il viso e la bocca, la accarezzo e tutte e due ci ritroviamo a piangere come bimbe mentre il nostro amore erompe in superficie. Sul divano, ci sentiamo sprofondare in unintensit fisica ed emotiva tale da arrivare entrambe a un orgasmo travolgente, e siamo ancora completamente vestite. Fine della fantasia. Vorrei con tutto il cuore che questo sogno si avversasse, ma temo che l interesse per me sia di natura strettamente professionale, e non vorrei scioccarla o spaventarla con un approccio troppo violento. Dovr dunque accontentarmi delle mie fantasie. Certo che mi costa una bella fatica, comportarmi con indifferenza alle sue lezioni. Quando mi osserva con quei suoi occhi intensi e scuri, credo di potervi leggere pi di quanto non vi sia in realt, e starle di fronte davvero difficile. A quanto pare, questa trentenne emancipata e spiritosa, che dice di essere sposata con un uomo delizioso e che definisce il so matrimonio felice, pacifico e funzionale, tranne che dal lato sessuale, non capace di domandarsi che senso esso abbia e perch lo tiri avanti, mentre fantastica sulla sua pi che matura insegnante di disegno; n salta fuori lombra di un desiderio di maternit; n dice mai qualcosa di s, di suo marito o di chiunque altro, da cui traspaia che ella consideri se stessa o gli altri diversamente che dei semplici corpi, pi o meno desideranti e desiderabili. Dal suo sentire traspaiono un drastico impoverimento e un soffocante restringimento della persona. 2

Nelluniverso mentale e affettivo di questa giovane moglie, in apparenza felice e realizzata, tutto quel che conta soddisfare il proprio appetito sessuale, magari masturbandosi furiosamente (come confessa di aver imparato a fare sin da bambina, con un delizioso senso di colpa); lunica ragione per cui non salta addosso alla professoressa sessantenne che teme di spaventarla e allontanarla, per cui, piuttosto che niente, preferisce coltivare fantasie erotiche sul suo conto e, verosimilmente, pensare a lei mentre fa lamore con il suo uomo. Che in tutto questo ci sia qualcosa di sbagliato, di assurdo, di radicalmente contrario al senso della vita, cosa che non sembra sfiorarla nemmeno; dalle sue confessioni- cos come, del resto, da quelle di centinaia di altre donne intervistate dallautrice non emergono altro che un edonismo esasperato e una sistematica riduzione di ogni rapporto umano alla sfera del sesso o, per dir meglio, dellorgasmo. Quel che conta, per la signora Lucy, cos come per milioni di donne e, naturalmente, di uomini della societ odierna, inseguire il proprio piacere e soddisfare il proprio stimolo sessuale: come e con chi, del tutto secondario; pu essere da soli (masturbazione), con persone del proprio sesso o dellaltro, indifferentemente: purch la fantasia si accenda, il sangue bruci, i sensi godano e lio naufraghi nel mare profondo dellorgasmo. Lamore ridotto a sesso e il sesso ridotto a tecnica per conseguire lorgasmo; non c nullaltro che conti. Questa precisamente la prospettiva da cui muovono tutti coloro, e oggi sono forse la maggioranza, che esigono una ridefinizione non solo dellethos sessuale, ma anche della legislazione familiare; che pretendono, ad esempio, che qualunque unione, eterosessuale o omosessuale, venga equiparata per legge alla famiglia naturale (come un tempo si usava chiamarla), formata dal vincolo stabile tra un uomo e una donna e aperta alla generazione dei figli. Largomento pressoch unico di tutti costoro sempre lo stesso: Perch no?; e, in subordine: Che male c?. Se lamore il valore assoluto, allora che cosa importa se si tratta di una relazione stabile o temporanea, eterosessuale oppure omosessuale, fra due maggiorenni o fra due minorenni? Questi sono tutti pregiudizi, essi dicono: lunica cosa che conta amare. Gi, ma cosa vuol dire amare? Essi dovrebbero dire, pi onestamente: lunica cosa che conta il piacere. Lamore non la stessa cosa che la brama del piacere; lamore chiamata, vocazione, tensione verso il confronto con lalterit, da cui scaturisce una pi profonda e matura consapevolezza di se stessi. La famiglia, quella vera, nasce da questa tensione, da questo bisogno di arricchimento e di completamento: che parte del percorso formativo della persona, e che non si realizza se ci si limita ad inseguire incessantemente le proprie fantasie sessuali pi disordinate, cercando di metterle in pratica con chiunque e ogni volta che se ne presenti loccasione. Non che ci sia qualcosa di male nel piacere, tuttaltro: ma esso il risultato dellamore, non il suo fine o la sua ragion dessere; infatti, lamore ci pu essere anche senza il piacere fisico, come pu accadere quando sopravviene una menomazione fisica o, semplicemente, la vecchiaia. Chi non ha capito questo, non ha capito niente dellamore e ne parla a vanvera, riempiendosi la bocca con una parola di cui non sa letteralmente il significato. Una societ nella quale lamore cede il passo alla brama del piacere fine a se stessa, da raggiungere comunque e con chiunque, una societ che si getta a capofitto verso lautodistruzione, perch in essa le persone scompaiono e vengono sostitute da individui narcisisti e chiusi in se stessi, atomi incapaci di aprirsi verso lesterno, di dire tu, di collaborare con laltro. La famiglia si sta disgregando perch venuta meno la capacit di collaborare: nessuno vuol rinunciare a qualcosa, tutti sanno dire solamente io. Troppo poco per costruire qualcosa di durevole, come invece hanno saputo fare i nostri genitori e i nostri nonni. Loro sapevano dire tu; noi lo abbiamo dimenticato. Nellaltro vediamo solo uno specchio, un riflesso del nostro io, uno strumento per raggiungere il nostro piacere. Se tutto quello che conta lorgasmo, allora possiamo affidarci anche a una macchina, a un circuito elettronico che simuli la realt vera e la sostituisca con quella virtuale. Non occorrer pi stringere laltro fra le braccia; baster stringere un tu virtuale, ossia una proiezione del proprio io. Ma lio che sa dire solamente io, che nellaltro non sa pi vedere il tu, sterile: ed condannato a vivere in un deserto nel quale, alla fine, sparir, senza aver lasciato traccia del suo passaggio 3

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