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Hegel, Fenomenologia dello Spirito

Esistono autori nella storia della filosofia che influenzano tutta la filosofia seguente. Hegel (1770-1831) uno di questi. Volenti o nolenti si deve ammettere che Hegel liniziatore della filosofia contemporanea perch pone problemi e usa dei termini che influenzeranno tutta la filosofia successiva. I due testi fondamentali di Hegel sono La Fenomenologia dello Spirito (1807, leggenda vuole che Hegel fin la Fenomenologia il giorno in cui Napoleone entr a Jena) e LEnciclopedia delle Scienza Filosofiche in Compendio (1827; 1830). Per meglio capire la Fenomenologia ho preparato un breve schema sinottico :Fenomenologia dello Spirito ( schema pag.4). La Fenomenologia la storia romanzata della dissoluzione del finito nellinfinito, ovvero altro non il cammino che percorre la coscienza errabonda delluomo per raggiungere luniversale, lidentit tra reale e razionale. In quanto tale la Fenomenologia concerne le figure: ovvero le situazioni storiche romanzate attraverso le quali l autocoscienza infinita giunge a riconoscersi. Per capire bene la figura utile contrapporre la Fenomenologia allEnciclopedia, infatti la parte della Filosofia dello Spirito dellEnciclopedia concerne le categorie dello spirito. Per categorie si intende un momento necessario alla realizzazione della coscienza infinita. La Fenomenologia mostra cos il divenire dellautocoscienza, fa si che il singolo individuo si riconosca e si risolva nello spirito universale. La Fenomenologia comincia illustrando i gradi della coscienza:

La certezza sensibile: la certezza che concerne un singolo oggetto. Conoscendo il singolo oggetto non si conosce luniversale ma solo il singolo. Esempio: la certezza sensibile ci fa conoscere questo albero, non tutti gli alberi. Dalla certezza sensibile si passa alla percezione: in questo stadio loggetto non pu essere percepito come unit nella molteplicit delle sue qualit, se lio non stabilisce da solo lunit delloggetto. La percezione diventa quindi intelletto quando si riconosce nelloggetto una forza che agisce secondo una legge determinata. Dunque loggetto percepito come un semplice fenomeno distinto dallessenza stessa delloggetto. Caratteristica del fenomeno lessere solo nella coscienza.

In questo modo la coscienza risolve lintero oggetto-fenomeno in se stessa e diventa quindi coscienza di s, ovvero autocoscienza. Lautocoscienza considera se stessa come oggetto e facendo questo si scinde in diverse autocoscienze. La storia delle autocoscienze altro non che la storia del genere umano:

La prima coscienza quella della dicotomia Signoria-Servit. Questa coscienza propria del mondo antico. Le coscienze devono affrontare la lotta per giungere alla piena consapevolezza del proprio essere. Ma la lotta non si risolve con la morte, bens con il sottomettersi di una coscienza allaltra secondo la logica di servo-padrone. Caratteristica di questo rapporto la libert diniziativa del padrone nei confronti del servo. Il servo arriva alla coscienza della propria dignit e della propria libert, allora il signore decade. La seconda forma di coscienza lo Stoicismo. Nello Stoicismo la coscienza vuole rompere i propri legami con la natura disprezzandoli, ma in questo modo la libert raggiunta astratta in quanto non viene negata la realt della natura. Allo Stoicismo segue lo Scetticismo che una negazione della realt della natura. La negazione della realt della natura porta a porre ogni realt allinterno della coscienza stessa. Ma la coscienza rimane pur sempre coscienza singola, ovvero in contrasto con le altre coscienze singole. Per questo motivo lautocoscienza si ritrova in contrasto con se stessa. Il disaccordo dellautocoscienza con se stessa porta alla Coscienza Infelice. La coscienza infelice trova il suo corrispettivo storico nella coscienza religiosa medioevale. Essa pi devozione che pensiero, ovvero dipendenza della coscienza singola dalla coscienza divina. La coscienza infelice non conosce per il suo pensiero, ma conosce per dono gratuito della coscienza divina. La coscienza infelice giunge allascetismo. Nellascetismo la coscienza riconosce linfelicit e la miseria della carne e tende quindi verso lunificazione con Dio. Grazie a questa unificazione la coscienza giunge a capire di essere essa stessa coscienza assoluta. Nel Soggetto Assoluto, lautocoscienza, diventa ragione e assume in se ogni realt. La ragione la certezza di essere ogni realt. Ma questa certezza intuita per divenire verit si deve giustificare: Il primo tentativo di giustificazione un Inquieto Cercare nella natura. Questa fase storica quella del naturalismo rinascimentale e dellempirismo. La coscienza crede di cercare lessenza delle cose e invece non cerca altro che se stessa. Delusa dalle ricerche naturalistiche la coscienza si butta nella Ricerca del Piacere. E questa la fase rappresentata dal Faust di Goethe.
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Nella ricerca del piacere la coscienza si imbatte nella Legge del Cuore(Romanticismo). La legge del cuore urta contro la legge di tutti. Per sconfiggere la legge di tutti i Romantici si rifanno alla Virt, ma il contrasto tra la virt e il bene realizzato non pu che risolversi a favore del bene gi realizzato. Alla fine la coscienza riconosce di non cercare altro che se stessa ed entra nella fase delleticit. Leticit appunto la coscienza divenuta cosciente di se stessa realizzata nelle istituzioni storico-politiche di un popolo. Nelleticit non c contrapposizione tra dover essere ed essere come nella moralit kantiana. Nelleticit dover essere e realt coincidono perfettamente in quantoci che reale razionale e ci che razionale reale. In Hegel lindividuo non si pu realizzare da solo, ma lindividuo si realizza solo riconoscendosi e ponendosi allinterno dello Stato. Lautocoscienza raggiunge la pace solo se realizzata allinterno di uno Stato.

Hegel inser nella Fenomenologia altri tre capitoli: lo spirito, la religione e lo spirito assoluto. Laggiunta di questi tre capitoli fu suggerita ad Hegel solo da ragioni editoriali. In questi tre capitoli vengono anticipate le conclusioni che poi saranno proprie della Enciclopedia. In realt la Fenomenologia ha uno scopo pedagogico: deve dimostrare come lautocoscienza non pu realizzarsi individualmente ma pu realizzarsi solo allinterno di uno Stato. Lo scopo pedagogico della Fenomenologia pi che raggiunto dalla storia romanzata delle vicende dellautocoscienza.

Kierkegaard, Briciole di Filosofia La dicotomia tra Possibilit e Necessit


Introduzione del autore: A volte ci si ferma Non grave, pu succedere che si perda un p il filo del discorso, che si perdano un p gli obiettivi iniziali e che ci si perda anche un p di se stessi. A volte, quando si perde il bandolo della matassa, forse conviene ripartire dallinizio; quindi dopo pi di un anno dalla creazione di questo blog e dopo pi di 40.000 visite eccomi di nuovo a scrivere, per Briciole di Filosofia il mio blog, di Briciole di Filosofia (1844) di Kierkegaard. Prefazione: Tecnicamente Briciole di Filosofia il classico libro di Kierkegaard in cui il nostro autore cerca di dare un fondamento filosofico alla propria concezione religiosa dellesistenza. Sotto questo punto di vista Kierkegaard molto noioso e un p fuori moda. Per mostrare il fine religioso della vita, Kierkegaard elabora i concetti diSingolo, Paradosso, Scandalo, Contemporaneit. Lelaborazione di questi concetti molto meno noiosa del fine del libro e della filosofia della religione dellautore. Non a caso tutti questi concetti vanno a cozzare con le linee guida della filosofia hegeliana:

il Singolo (oggi diremmo Individuo) si oppone al concetto di Spirito Onnicomprensivo di Hegel non esiste pi la storia totale del popolo, esiste la salvezza e lesistenza dellindividuo integrato nella societ in cui vive. il Paradosso si oppone alla Mediazione dei Contrari la dialettica di Hegel porta ad una Mediazione dei Contrari, ma la Mediazione concettuale; lesistenza invece reale, vera, non concettuale, quindi paradossale perch unica, e in quanto unica, irriducibile alla comprensione adeguata del pensiero. lo Scandalo quello della filosofia che (da Cartesio in poi) ha voluto staccarsi dalla religione rifiutandone i dogmi e cercando, logicamente, ci che prima era dogmatico. In altri scritti Kieregaard definisce Cristo e il cristianesimo come degli scandali perch si staccano dalla morale a loro contemporanea. la Contemporaneit lantitesi del concetto hegeliano del Divenire Storico il singolo non ha come fine quello del Divenire Storico del popolo hegeliano bens ha il problema della Beatitudine Eterna; la storia non ha nulla a che fare con la realizzazione del singolo.
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Tralascio ora la filosofia della religione di Kierkegaard, in cui il nostro spiega e valorizza la scelta del discepolo di Cristo nella contemporaneit ed indica la via della sua morale religiosa, per scelte strettamente editoriali. Il concetto di Possibile, ovvero laffermazione della netta dicotomia tra possibile e necessario: In realt ci che mi affascina di pi in tutta lopera di Kierkegaard il concetto di possibile. I tratti riconosciuti come propri dellesistenza umana da Kierkegaard, ovvero langoscia e la disperazione, sono in realt costituiti dalle strutture di possibilit. Lunica analisi della nozione di possibile in Briciole di Filosofia (non il blog). NellIntermezzo di Briciole di Filosofia Kieerkegaard riprende la trattazione aristotelica della nozione di possibile, la corregge e la ri-categorizza. Aristotele nel De Interpretazione considera il necessario come possibile, ovvero inserisce ci che necessario nella categoria del possibile: poich il possibile pu non essere e il necessario non pu non essere, Aristotele, costretto a considerare, oltre al possibile mutevole , che pu non essere, un possibile immutabile che porta ad un non impossibile. Riassumendo Aristotele, considerando il necessario come possibile costretto a scindere il concetto di possibile e a considerare: un possibile mutevole che pu non essere; un possibile necessario, immutabile, che in realt un semplice non impossibile. Kierkegaard nota che in realt bisognerebbe semplicemente negare che il possibile entri nel necessario e che il necessario entri nel concetto di possibile.

In questo modo Kierkegaard nega anche la tesi di Hegel secondo la quale la necessit la sintesi del possibile e del reale , infatti, nota in nostro autore, che se il possibile e il reale fossero la sintesi del necessario, essi passerebbero a costituire unessenza completamente diversa e, divenendo, diverrebbero ci che esclude il divenire, ovvero il necessario. Secondo Kierkegaard se i concetti di possibile e di necessario vengono immobilizzati bisogna ritenere che il necessario non diviene e che il divenire non mai necessario: Il necessario non diviene perch il necessario si rapporta sempre a se stesso e vi si rapporta sempre allo stesso modo, dunque il necessario per definizione. Il divenire non mai necessario perch nulla del necessario pu essere mutato/annientato mentre il divenire sempre un annientamento parziale.
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In seguito le nozioni di possibile e di necessario saranno riprese da Kierkeegard in una filosofia della storia, ma la trattazione del concetto di possibile non pi cos chiara e la dicotomia tra possibile e necessario non pi cos marcata. Sempre in Briciole di Filosofia (il libro)vi la nozione di storia: la storia il dominio del possibile, ma questo un altro discorso che forse verr trattato successivamente. SCHEMA DE LA MALATTIA MORTALE DI S. KIERKEGAARD. STRUTTURA DELL'IO Definizione

Uomo = Spirito = IoIo = un rapporto che si rapporta con se stesso; l'io non il rapporto(ch sarebbe unit negativa) ma il terzo elemento positivo.

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