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Libro Rosso degli insetti della Toscana

Libro Rosso degli insetti della Toscana

Filiera Foresta legno ed emergenze ambientali

ARSIA Agenzia Regionale per lo Sviluppo e lInnovazione nel settore Agricolo-forestale via Pietrapiana, 30 - 50121 Firenze tel. 055 27551 - fax 055 2755216/2755231 Web: www.arsia.toscana.it E-mail: posta@arsia.toscana.it

Museo di Storia Naturale dellUniversit degli Studi di Firenze Sezione di Zoologia La Specola

Coordinamento della pubblicazione: Carlo Chiostri - ARSIA, Responsabile del Servizio n. 1 Promozione, collaudo e trasferimento dell'innovazione Tiziana Mazzei - ARSIA, Servizio n. 1 Promozione, collaudo e trasferimento dell'innovazione, Filiera foresta legno e emergenze ambientali In copertina: Rosalia alpina (Linn, 1758) Foto di Saulo Bambi Cura redazionale, grafica e impaginazione: LCD srl, Firenze Stampa: EFFEEMME LITO srl, Firenze ISBN 88-8295-019-0 Copyright 2001 ARSIA Regione Toscana

Libro Rosso degli insetti della Toscana


a cura di

Alessandra Sforzi, Luca Bartolozzi


Museo di Storia Naturale dellUniversit di Firenze Sezione di Zoologia La Specola

ARSIA Agenzia Regionale per lo Sviluppo e lInnovazione nel settore Agricolo-forestale, Firenze

Ringraziamenti
Colleghi e amici hanno contribuito in varia misura alla realizzazione di questo libro, desideriamo ringraziare: Alberto Ballerio (Brescia), Paolo Maria Casini (Firenze), Bernardo Cecchi (Firenze), Riccardo Consorti (Prato), Giulio Cuccodoro (Ginevra), Silvio Cuoco (Livorno), Marcello DAndrea (Arezzo), Marco Dellacasa (Pisa), Leonardo Favilli (Siena), Claudio Finetti (Siena), Giancarlo Fiorini (Pratovecchio, Arezzo), Bruno Foggi (Firenze), Lucia Fusi (Empoli, Firenze), Giovanni Gianfaldoni (Volterra, Pisa), Franz Hebauer (Grafling, Germania), Piero Leo (Cagliari), Gianfranco Liberti (Milano), Gianluca Magnani (Cesena), Paolo Mazzi (Revello, Cuneo), Riccardo Mourglia (Torino), Stefania Nappini (Prato), Roberto Pace (Monteforte dAlpone, Verona), Rossano Papi (Castelfranco di Sopra, Arezzo), Emanuele Piattella (Roma), Giuseppe Platia (Gatteo, Forl), Marta Poggesi (Firenze), Roberto Poggi (Genova), Gianfranco Sama (Cesena), Valerio Sbordoni (Roma), Amorino Sutto (Prato), Carlo Utzeri (Roma), Sarah Whitman (Firenze), Petr Zabransky (Vienna, Austria). Un ringraziamento particolare va allamico Romeo Segoni, gi Assessore alle Politiche del Territorio della Provincia di Arezzo, per averci fattivamente incoraggiato nella stesura di questo libro, e a Maria Grazia Mammuccini, Amministratore dellARSIA, per averne resa possibile la realizzazione e la stampa. Un ringraziamento speciale a Tiziana Mazzei (ARSIA) per la preziosa collaborazione fornita durante la fase progettuale e a Flavia Ravenni (LCD) per la cura nella preparazione editoriale del volume. Infine, un grazie di cuore agli amici Saulo Bambi (Museo La Specola) e Paolo Magrini (Firenze) per le tante belle foto realizzate e per la pazienza dimostrata in mille occasioni.

Sommario

Presentazione Maria Grazia Mammuccini Prefazione Curzio Cipriani, Marco Vannini

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Gli insetti Gli insetti e la gestione agro-forestale del territorio


Tiziana Mazzei

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Breve storia delle ricerche entomologiche in Toscana Le Liste Rosse Metodologia e Lista delle specie

SCHEDE

DELLE SPECIE

47 49 71 81 83 121 141 167 173 191

Odonati Fabio Terzani Ortotteri Alessandra Sforzi, Stefano Vanni Coleotteri Carabidae Paolo Magrini, Stefano Vanni Hygrobiidae, Gyrinidae, Dytiscidae Saverio Rocchi Staphylinidae Arnaldo Bordoni, Alessandra Sforzi Lucanidae Luca Bartolozzi, Alessandra Sforzi Trogidae, Geotrupidae, Aphodiidae, Melolonthidae, Dynastidae, Cetoniidae Pietro Lo Cascio Psephenidae, Heteroceridae, Limnichidae, Dryopidae, Elmidae Alessandro Mascagni

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Elateridae Alessandra Sforzi Buprestidae Alessandra Sforzi Melyridae Pietro Lo Cascio Tenebrionidae Pietro Lo Cascio Cerambycidae Alessandra Sforzi Chrysomelidae Roberto Lisa Brentidae, Apionidae, Curculionidae
Piero Abbazzi, Alessandra Sforzi

205 209 215 219 229 243 255 289

Ditteri Luciano Santini Lepidotteri


Filippo Fabiano, Giuseppe Vignali, Leonardo Dapporto

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Bibliografia Glossario Indice dei nomi Gli Autori

345 361 367 371

Presentazione

La pubblicazione di questo Libro Rosso degli insetti della Toscana uniniziativa a corollario di un pi ampio progetto che lAgenzia Regionale per lo Sviluppo e lInnovazione nel settore Agricolo-forestale sta attuando in collaborazione con il Dipartimento delle Politiche Ambientali e Territoriali della Giunta Regionale Toscana. Tale progetto, gi svolto per le parti di territorio toscano ricadenti nelle aree ob. 5/b (finanziato attraverso il Reg. CEE 2081/93) e in corso di completamento per tutto il territorio regionale, consiste in una raccolta organica delle conoscenze inerenti gli elementi naturali di interesse conservazionistico della Toscana, finalizzata alla costituzione di una base omogenea di informazioni da utilizzare come strumento operativo per la gestione del territorio nel senso pi ampio del termine. Pi precisamente, nellambito del progetto sono state predisposte Liste Rosse provvisorie di specie di fauna selvatica e di flora spontanea, nonch di habitat e di fitocenosi, sono state realizzate indagini bibliografiche, museali ed effettuati sopralluoghi relativamente alla presenza di tali elementi di attenzione sul territorio, sono stati georeferenziati i dati relativi alle segnalazioni e realizzato un archivio informatizzato. Per la realizzazione di questo Libro Rosso degli insetti della Toscana sono state ampiamente utilizzate ed elaborate le informazioni provenienti da questo studio. LARSIA, Agenzia della Regione Toscana con competenze tecniche specifiche nel comparto agricolo-forestale, si sta occupando in modo sempre pi significativo di tematiche inerenti lambiente e la sua tutela, consapevole del ruolo fondamentale che tale settore pu rivestire per una gestione razionale del territorio e conseguentemente per una sua adeguata conservazione. Da quanto emerso dagli studi condotti appare in modo evidente

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limportanza che lorientamento di attivit produttive quali quelle del settore agricolo-forestale pu assumere per la tutela di elementi naturalistici di pregio e di come sia necessario avere sempre pi una visione integrata degli ambienti naturali e di quelli artificiali. Daltra parte, il mantenimento di unelevata qualit ambientale e paesaggistica pu costituire un elemento molto positivo per la crescita economica delle comunit rurali, attraverso lo sviluppo del turismo rurale e naturalistico. Per questi motivi lARSIA direttamente impegnata nella realizzazione di progetti relativi alla salvaguardia della biodiversit e la pubblicazione di questo Libro Rosso degli insetti della Toscana pu costituire un piccolo, ma prezioso, contributo in questo senso. Maria Grazia Mammuccini
Amministratore ARSIA

Prefazione

con orgoglio che presentiamo questopera voluta dallAgenzia Regionale per lo Sviluppo e lInnovazione nel settore Agricolo-forestale e frutto dellattivit degli entomologi della Sezione Zoologica del Museo di Storia Naturale dellUniversit di Firenze, a tutti meglio nota come la Specola. Forse non tutti sanno che uno dei primi impegni che il Museo assunse fin dal 1775 fu quello di inventariare ed esporre quanto la natura offriva nella nostra regione, allora Granducato, in fatto di animali, piante, minerali e risorse naturali di ogni tipo. Fare del Museo un punto di riferimento costante per enti pubblici e privati interessati alle conoscenze naturalistiche del nostro territorio, a studi dei potenziali rischi ambientali derivati da attivit antropiche, allindividuazione di aree e specie a rischio uno dei nostri obiettivi prioritari. Opere come questa costituiscono una buona testimonianza del nostro impegno nello stabilire fruttuosi rapporti con gli enti pubblici, delle potenzialit offerte da un Museo di Storia Naturale a vocazione anche regionale e, forse non starebbe a noi dirlo, del successo delle nostre scelte e della nostra attivit. Qualcuno si potrebbe stupire scoprendo che anche per gli insetti sia stata avvertita lesigenza, nella nostra Regione, di compilare una lista delle specie a rischio. vero che un certo senso di responsabilit collettiva nei riguardi del mondo della natura, a volte definita coscienza ecologica, ormai entrata faticosamente a far parte della nostra vita quotidiana e della nostra cultura. Che enti pubblici e privati compiano sforzi per la salvaguardia dellaquila reale (come sembrano lontane le immagini per lo pi di fantasia di Walter Molino sulla Domenica del Corriere, di giovani pastorelli dilaniati dai feroci rapaci) cosa ormai accettata da tutti. Persino il lupo, la fiera per eccellenza delle nostre terre, simbolo di ancestrali incubi collettivi, la paura notturna per antonomasia, il divoratore di incauti bambini (e di relative nonne), si ormai guadagnato se non

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una patente di simpatia, almeno una certa rispettabilit in quanto specie da proteggere e, se non da amare, almeno da tollerare. Questo lento processo di acquisizione di una coscienza ecologica per ancora accompagnato da una sorta di equivoco di fondo. Siamo sempre pi disposti a sostenere sforzi per la salvaguardia di specie belle e maestose (laquila) o presumibilmente ecologicamente utili (il lupo), ovvero di specie belle per noi, utili per noi. Di vera coscienza ecologica forse potremo per parlare solo quando saremo disposti a impegnarci a salvare la natura che ci circonda anche indipendentemente dalla sua bellezza e utilit, quando ci convinceremo che non ci possiamo pi considerare i signori di un Creato di cui disporre a nostro piacimento e che la Natura ha una sua ragione dessere indipendente dalla nostra capacit di sfruttarla. Di una vera coscienza ecologica forse potremo parlare quando ognuno di noi sentir di dover lasciare alle generazioni future un mondo se non migliore, almeno non peggiore di come lo ha trovato. Un mondo di cui gli insetti fanno parte, anzi, di cui sono la componente animale dominante. Con un po di umilt e un minimo di attenzione potremmo poi perfino scoprire che non pochi di loro sono assai utili e molti addirittura bellissimi. Marco Vannini Responsabile della Sezione Zoologica "La Specola" Curzio Cipriani Direttore del Museo di Storia Naturale

Gli insetti

Quando parliamo di animali, il nostro pensiero va immediatamente ai grossi mammiferi o agli uccelli, mentre in realt dimentichiamo che gli insetti rappresentano da soli i tre quarti di tutte le specie animali viventi. Attualmente si conoscono circa un milione di specie e ogni anno vengono descritte dalle 4000 alle 5000 nuove specie: secondo alcuni scienziati parecchie centinaia di migliaia, se non addirittura qualche milione, restano ancora da scoprire. Gli insetti hanno avuto un enorme successo evolutivo e popolano tutti gli ambienti terrestri e dacqua dolce. I motivi di questo successo, che dura da oltre 400 milioni di anni, sono molteplici. La capacit di volare ha permesso loro di diffondersi rapidamente in ambienti diversi e di sfuggire ai predatori, lo scheletro esterno ha limitato le perdite dacqua e favorito la colonizzazione anche degli ambienti pi aridi, la grande capacit riproduttiva ha consentito loro di avere un gran numero di discendenti in tempi rapidi, la possibilit di avere larve che utilizzano fonti alimentari diverse da quelle degli adulti ha permesso di occupare pi nicchie ecologiche. Luomo tende a identificare gli insetti come animali dannosi alle colture, oppure pericolosi per la salute o semplicemente fastidiosi. Eppure solo il 3% di tutte le specie di insetti causa di infestazioni o malattie, mentre tutte le altre rivestono un ruolo essenziale nelle catene alimentari, sia come consumatori primari di vegetali, sia come predatori di invertebrati, come prede di vertebrati e infine come decompositori (coprofagi, saprofagi, necrofagi, ecc.) delle sostanze organiche. Molti insetti hanno una grande importanza ecologica, in quanto contribuiscono alla fecondazione delle piante con il trasporto del polline di fiore in fiore. Due terzi di tutte le piante fanerogame dipendono da questo meccanismo di impollinazione. Oltre a consentire quindi la riproduzione di un gran numero di vegetali, gli insetti hanno anche una notevole importanza nella produzione dei

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MN PA

MN

UG AN AN TA

capo

OC

OC

FE

TI

pronoto

FE TI EL FE AM TI

addome
TA UG

TA

UG

Fig. 1 - Morfologia esterna di un insetto coleottero (Lucanus cervus). AM: ala membranosa, AN: antenna, EL: elitra, FE: femore, MN: mandibola, OC: occhio, PA: palpi, TA: tarsi, TI: tibia, UG: unghie
[da: Il Cervo Volante, 1998, Electa ed., modificato]

nostri alimenti; infatti il 33% del nostro regime alimentare dipende dagli insetti impollinatori. Gli insetti possono anche essere usati come indicatori biologici della qualit di un ecosistema. Si visto, per esempio, che il popolamento di un fiume o di un torrente, in termini di quantit di specie diverse, rispecchia lo stato di salute del corso dacqua. Infatti un torrente dacqua pulita ospita una comunit di insetti ricca e ben strutturata, mentre quando la qualit dellacqua peggiora diminuiscono le specie pi sensibili e aumenta il numero degli individui delle specie pi resistenti allinquinamento. I coleotteri carabidi vengono utilizzati come bioindicatori degli ecosistemi terrestri, mentre le api sono usate per individuare la presenza di inquinanti nellambiente in base alle analisi del miele che producono.

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Da un punto di vista morfologico, gli insetti sono artropodi dotati di sei zampe e di un corpo diviso in tre parti: capo, torace e addome (Fig. 1). Di conseguenza i ragni, gli scorpioni, le zecche, gli acari, i millepiedi non sono insetti, perch presentano caratteristiche diverse. Gli insetti hanno inoltre un solo paio di antenne e un paio di occhi composti, talvolta sono presenti alcuni ocelli. Sul torace sono impiantate le zampe e le ali, di norma due paia (talora, come nel caso dei ditteri, ridotte a un solo paio). Il corpo rivestito da uno scheletro esterno, costituito da chitina e proteine, che protegge e sostiene lanimale. Gli insetti pi evoluti hanno metamorfosi completa, cio la larva, una volta terminato il suo sviluppo, si trasforma in una pupa o in una crisalide allinterno delle quali avvengono dei profondi mutamenti morfologici e fisiologici che danno origine allinsetto adulto, che ha un aspetto completamente diverso dalla larva, basti pensare al bruco e alla farfalla; ladulto non pi in grado di accrescersi ulteriormente. Negli insetti meno evoluti, invece, avviene uno sviluppo graduale per fasi di crescita, dette mute, finch non si arriva allo stadio adulto in cui linsetto sessualmente maturo e pronto alla riproduzione.

Gli insetti e la gestione agro-forestale del territorio


Tiziana Mazzei

Gli insetti vivono in tutti gli ambienti terrestri e dacqua dolce, naturale quindi che la loro presenza sia importante anche negli ecosistemi agro-forestali. Ogni specie ha ovviamente un suo ruolo negli ecosistemi naturali, dov presente un equilibrato rapporto fra fitofagi, predatori, decompositori, ecc.: lintervento delluomo ha spesso modificato molti di questi ecosistemi naturali, trasformando le praterie in campi coltivati, bonificando le zone umide, piantando determinate essenze forestali per ricavarne legno o carta. Anche in questi ambienti, per cos dire artificiali, la componente dellentomofauna pu essere ricca e ben rappresentata. Tuttavia, la presenza di poche specie vegetali, coltivate in maniera intensiva su grandi superfici di territorio, rende gli ambienti artificiali particolarmente vulnerabili allattacco di specie di insetti fitofagi dannosi. Ogni anno la mosca dellolivo, la dorifora della patata o i bruchi delle processionarie, tanto per fare qualche esempio di specie a tutti note, causano gravi danni alle colture o alle foreste. Una consistente quantit di risorse finanziarie sono state spese per la produzione e lutilizzazione di insetticidi sempre pi sofisticati, in una lotta senza fine con insetti sempre pi resistenti a questi prodotti. In tempi relativamente recenti, al fine di limitare o evitare gli effetti collaterali dannosi allambiente causati dalluso degli insetticidi, si sono sviluppati sistemi di lotta integrata e biologica contro gli insetti nocivi. Le metodologie impiegate sono le pi varie e diversificate, ed esulano dal tema di questo libro. In questa sede possiamo solo rilevare come alcune delle specie incluse nella Lista Rossa degli insetti minacciati in Toscana possano avere un ruolo estremamente positivo nellambito degli ecosistemi agro-forestali. Citiamo fra tutte il coleottero carabide Calosoma sycophanta (vedi relativa scheda), che un predatore di bruchi e crisalidi di lepidotteri defoliatori, soprattutto limantridi e taumetopeidi.

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Questa specie, caratterizzata da elitre di un bel colore verde metallico, si pu trovare nei boschi di conifere o di latifoglie dove siano in atto massicce invasioni di bruchi di processionaria. Altre specie della Lista Rossa non hanno un ruolo attivo di predazione nei confronti di insetti cosiddetti dannosi, ma rivestono un ruolo di grande importanza come degradatori del legno morto, rendendolo pi facilmente attaccabile da parte di batteri, funghi e muffe; possiamo ricordare a questo proposito alcune specie di coleotteri cerambicidi, lucanidi e curculionidi. Le specie di insetti di interesse conservazionistico che vengono descritte in questa pubblicazione occupano svariati ambienti, fra i quali ricordiamo i boschi in generale, i margini dei boschi, le radure con alberi e arbusti, i coltivi, gli incolti, i prati, i pascoli, le zone umide (stagni, paludi, torbiere, acquitrini, risaie), i corsi dacqua, i fossetti, i laghetti, gli ambienti costieri sabbiosi, le zone lagunari costiere, gli ambienti rocciosi, le grotte e le cavit sotterranee. La sopravvivenza di queste specie spesso strettamente legata alla conservazione dei loro ambienti di vita, molte volte degradati o distrutti dallazione antropica. Le cause di minaccia per le specie inserite nella Lista Rossa, in quanto influenti sulle loro singole specifiche esigenze ecologiche, possono essere molteplici. Una gran parte di queste sono costituite dagli interventi di bonifica delle zone umide e palustri, altre dagli interventi effettuati dalluomo sui corpi idrici (canalizzazione e cementificazione dei corsi dacqua, opere di sistemazione degli argini, opere di regimazione idrica, alterazioni del regime idrico, escavazioni dellalveo, scorretta gestione della vegetazione ripariale e acquatica). Altre cause ancora riguardano pi strettamente laspetto agroforestale, come ad esempio i disboscamenti, gli incendi, il rimboschimento delle praterie daltitudine, la riduzione delle siepi, leliminazione di piante vecchie e la rimozione di piante morte o deperienti, la distruzione della vegetazione spontanea, luso di diserbanti e pesticidi con il conseguente inquinamento delle acque e del suolo, il pascolo eccessivo. Oltre a quelle finora elencate possiamo indicare inoltre linquinamento marino, lantropizzazione delle spiagge sabbiose, leliminazione della vegetazione alofila e dei materiali spiaggiati, lerosione del suolo e delle dune costiere, lattivit estrattiva delle cave, le attivit turistiche, lurbanizzazione e alcuni interventi che riducono la naturalit delle stazioni in cui vivono e si riproducono gli insetti.

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Fig. 2 - Sistemazione con tecniche di ingegneria naturalistica di una scarpata del torrente Sova in Casentino
Foto Comunit Montana del Casentino

Linfluenza che la gestione agro-forestale ha sul territorio, e in particolare sulla conservazione della biodiversit, come emerge dalle cause di minaccia sopracitate, molto importante, tanto che in alcuni casi la scelta di un certo tipo di intervento piuttosto che un altro pu portare a unulteriore rarefazione o addirittura alla scomparsa di una specie di interesse conservazionistico. Il comparto agro-forestale pu pertanto contribuire molto alla tutela degli insetti in via destinzione, ad esempio partendo da una corretta gestione dei corsi dacqua in aree collinari e montane attraverso lutilizzazione di tecniche di ingegneria naturalistica nellambito della sistemazione idraulica dei corsi dacqua e della sistemazione dei versanti finalizzata alla prevenzione del dissesto idrogeologico e al ripristino delle stabilit idro-geologiche (Fig. 2); tecniche che consentono allo stesso tempo di mantenere e di ricostituire habitat naturali efficienti sia dal punto di vista idro-geologico che biologico-ecologico. Un altro aspetto per il quale lagricoltura pu fare molto quello relativo allinquinamento dellacqua e del suolo attraverso una sempre maggiore attenzione nellimpiego di prodotti inquinanti (diserbanti, pesticidi, ecc.) che sono nocivi non solo per gli insetti, ma per tutti gli esseri viventi.

Breve storia delle ricerche entomologiche in Toscana

Bench lo scopo di questo libro non sia quello di parlare della storia dellentomologia in Toscana, ci pare comunque opportuno affrontare, sia pur brevemente, questo argomento, in quanto le conoscenze sullattuale composizione e distribuzione dellentomofauna toscana sono il frutto delle ricerche svolte negli ultimi due secoli da entomologi professionisti e dilettanti che in questa regione hanno operato. Informazioni pi approfondite e complete sullargomento possono essere trovate in Baccetti (1989) e in Conci & Poggi (1996). Uno dei primi e principali studiosi di insetti in Toscana fu Pietro Rossi (Firenze, 1738 - Pisa, 1804) autore della Fauna Etrusca (1790) e di Mantissa Insectorum, stampato a Pisa nel 1792 e nel 1794, dove descrisse oltre 400 specie nuove di insetti raccolti in Toscana. Nel 1869 fu fondata a Firenze la Societ Entomologica Italiana, che ebbe qui la sua sede fino al 1922. Il suo primo presidente fu Adolfo Targioni Tozzetti (Firenze 1823-1902). Per quanto di estrazione botanica, fu uno dei pi importanti zoologi dellepoca e si dedic anche allentomologia; fu direttore del Gabinetto di Zoologia degli invertebrati dellImperial Regio Museo di Fisica e Storia Naturale, attualmente Sezione di Zoologia La Specola del Museo di Storia Naturale dellUniversit di Firenze. Qui nel 1875 fond anche la Stazione di Entomologia Agraria, in cui lavor, fra gli altri, il famoso Antonio Berlese (Padova, 1863 - Firenze, 1927), destinato a diventare uno dei pi grandi entomologi del mondo. Fra i fondatori della Societ Entomologica Italiana, possiamo ricordare Ferdinando Maria Piccioli (Firenze, 1821-1900) e Pietro Bargagli (Siena, 1844 - Firenze, 1918), coleotterologi, le cui ricche raccolte entomologiche sono ancora presenti alla Specola, cos come quelle di Guelfo Cavanna (Ferrara, 1850 - Firenze, 1920); fra i lepidotterologi illustri non si pu dimenticare Pietro Stefanelli (Firenze, 1835-1919), che fu anche il primo vice-presidente della

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Fig. 3 - Alfredo Andreini (1870-1943)

Societ. Importanti contributi allincremento delle conoscenze sullentomofauna toscana furono dovuti alle ricerche di Alfredo Andreini (Firenze, 1870 - Lippiano, 1943) (Fig. 3), colonnello medico, grande raccoglitore e collezionista di coleotteri, e di Roger Verity (Firenze, 1883-1959) (Fig. 4), medico, lepidotterologo famoso, autore di numerosi volumi sulle farfalle dItalia. Le collezioni di entrambi sono conservate al Museo La Specola. In tempi pi recenti, una grande quantit di dati faunistici e geonemici sono stati acquisiti grazie alle raccolte di un gran numero di appassionati e valenti entomologi, fra cui ricordiamo in particolare Silvio Failla (Livorno, 1905 - Firenze, 1988), magistrato, studioso e collezionista di coleotteri.

Fig. 4 - Roger Verity (1883-1959)

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Fig. 5 - Escursione del Gruppo Entomologico Toscano nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, luglio 1995. Da sinistra: Filippo Fabiano, Alessandra Sforzi, Stefano Vanni, Leonardo Dapporto, Guido Crudele, Fabio Terzani, Paolo Agnelli
Foto L. Bartolozzi

Nel 1990 stato fondato presso La Specola il Gruppo Entomologico Toscano, che conta attualmente oltre 100 soci distribuiti su tutto il territorio regionale. Fra gli scopi del Gruppo, oltre alla divulgazione dellentomologia fra i giovani, ci sono anche quelli di approfondire le conoscenze sugli insetti della Toscana e di mettere a disposizione degli Enti pubblici dati aggiornati sulla distribuzione delle specie pi interessanti dal punto di vista conservazionistico (Fig. 5).

Le Liste rosse

Le Liste Rosse o i Libri Rossi sono pubblicazioni contenenti elenchi di specie animali o vegetali minacciate, in pericolo o in via di estinzione. Varie liste sono state redatte a livello sovra-nazionale (per esempio, europeo), nazionale (relativamente allItalia citiamo Prola & Prola, 1990; Pavan, 1992) o regionale, come per esempio la Lista Rossa delle specie minacciate in Alto Adige (AA.VV., 1994). In Toscana esiste solo una pubblicazione (Sposimo & Tellini, 1995) relativa agli uccelli, ma nessuna sugli invertebrati. Tuttavia comunque evidente un aumento dellinteresse nei confronti di certi gruppi animali, come gli insetti, finora ritenuti marginali. Questo ha fatto s che anche in Toscana alcuni enti locali cominciassero a inserire specie di invertebrati nelle loro liste di attenzione. Citiamo ad esempio la Provincia di Arezzo, che nellambito della pianificazione e tutela della aree protette del territorio provinciale, ha redatto degli elenchi di emergenze faunistiche che comprendono anche numerose specie di insetti. Questo Libro Rosso permette di colmare in parte questa lacuna, fornendo un elenco di 310 specie di insetti vulnerabili o in pericolo in Toscana. Ci dovrebbe consentire la realizzazione di una strategia di conservazione e monitoraggio delle specie pi minacciate, basata su elementi conoscitivi certi, ricavati da dati bibliografici, museali e dalle informazioni fornite dagli specialisti dei vari gruppi. Bisogna tuttavia precisare che una corretta strategia di conservazione delle specie deve essere mirata non tanto e non solo alla protezione dei singoli individui, quanto soprattutto alla protezione degli ambienti in cui questi vivono. Solo la tutela degli ambienti permette infatti di salvaguardare i rapporti esistenti fra le diverse componenti, quella abiotica, quella animale e quella vegetale, e il loro delicato equilibrio. La Toscana una regione che per posizione e conformazione geografica presenta una grande variet di ambienti, da quelli insu-

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Fig. 6 - Cartina delle aree protette della Toscana


Fonte: Regione Toscana

lari e costieri, a quelli palustri, fluviali e lacustri, a quelli pianeggianti e collinari, a quelli appenninici e montani. Tutto questo si riflette in una estrema complessit del popolamento faunistico in generale ed entomologico in particolare. In Toscana le principali aree protette sono il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, del Monte Falterona e di Campigna, il Parco Nazionale dellArcipelago Toscano, il Parco Regionale della Maremma, il Parco Regionale delle Alpi Apuane, il Parco Regionale di Migliarino-San Rossore e Massaciuccoli, ai quali si aggiunge una rete di riserve naturali con vari tipi di protezione (Fig. 6).

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Fig. 7 - Padule di Bientina


Foto L. Fusi

Fig. 8 - Padule di Fucecchio


Foto A. Sforzi

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Fig. 9 - Parco Nazionale dellArcipelago Toscano: Isola di Pianosa (Isolotto La Scola)


Foto S. Bambi

Fig. 10 - Parco Regionale della Maremma


Foto S. Bambi

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Fig. 11 - Parco Regionale di Migliarino-San Rossore e Massaciuccoli


Foto S. Bambi

Fig. 12 - Parco Regionale delle Alpi Apuane


Foto S. Bambi

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Fig. 13 - Riserva Naturale del Sasso di Simone (AR)


Foto S. Bambi

Fig. 14 - Riserva Naturale dellAlpe della Luna (AR)


Foto S. Bambi

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Fig. 15 - Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, del Monte Falterona e di Campigna
Foto B. Cecchi

Emergenze faunistiche importanti, relativamente agli insetti, si trovano in particolare nelle zone umide (Padule di Bientina, Fig. 7; Padule di Fucecchio, Fig. 8; stagni della Piana fiorentina, ecc.), nelle isole dellArcipelago (Isola di Pianosa, Fig. 9); nelle aree costiere (Parco Regionale della Maremma, Fig. 10; Parco Regionale di Migliarino-San Rossore e Massaciuccoli, Fig. 11), nelle aree montane (Parco Regionale delle Alpi Apuane, Fig. 12; Sasso di Simone, Fig. 13; Alpe della Luna, Fig. 14; Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Fig. 15).

Metodologia e Lista delle specie

Nella compilazione della nostra Lista Rossa degli insetti della Toscana ci siamo basati su diversi criteri di valutazione. Abbiamo preso in considerazione innanzitutto le specie inserite nelle liste delle Direttive comunitarie (Direttiva Habitat 92/43/CEE - all. II e IV), nazionali (D.P.R. n. 357 dell8 settembre 1997) e regionali (L.R. Toscana n. 56/2000). Ovviamente sono state prese in considerazione le specie degli allegati CEE anche nei casi in cui alcuni dei taxa considerati non risultino attualmente soggetti a particolare minaccia nella regione. Ci perch gli habitat in cui tali specie vivono risultano in rarefazione in tutta Europa e rischiano di diventarlo anche in Toscana senza una adeguata tutela ambientale. Si poi tenuto conto delle liste contenute nel volume Contributo per un Libro Rosso della fauna e della flora minacciate in Italia (Pavan, 1992), di quelle contenute nel Libro Rosso delle farfalle italiane (Prola & Prola, 1990) e di quelle del Manuale Corine (European Communities - Commission, 1991). Di particolare utilit stata anche la lista faunistica redatta nellambito del progetto ARSIA denominato Approfondimento sulle emergenze floristiche e faunistiche del territorio toscano e predisposizione di cartografie tematiche. Questo studio, realizzato dalle Universit di Firenze e di Siena e dalla Societ NEMO di Firenze fra il 1997 e il 1999, ha consentito di migliorare notevolmente le conoscenze sulla distribuzione di molte specie rare, grazie a una serie di ricerche e indagini in molte aree del territorio regionale. Inoltre, ci siamo avvalsi delle informazioni fornite dai vari specialisti dei diversi gruppi trattati, tenuto conto della loro esperienza sul campo e dellaggiornamento delle loro conoscenze. Nella lista sono stati inseriti anche gli endemismi pi importanti e interessanti dellentomofauna toscana, nonch alcune specie che in questa regione hanno il loro limite di areale. Alcune specie non ancora direttamente minacciate sono state

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Fig. 16 - Diagramma relativo alla geonemia delle specie della Lista Rossa

inserite in quanto legate a determinati ambienti (per esempio spiagge e dune, grotte o zone umide) che per vari motivi, quali leccessivo sfruttamento turistico, le bonifiche o linquinamento, risultano a rischio potenziale. Ogni specie stata elencata con il nome riportato nelle recenti Checklist della Fauna dItalia, di cui stato seguito anche lordinamento sistematico. Lunica eccezione rappresentata da alcune specie del genere Duvalius, poich Magrini (1997) ne ha rivisto la posizione sistematica; in questi casi ci siamo attenuti alla nomenclatura da lui proposta. Per ragioni di brevit e uniformit nella lista delle specie sono stati eliminati i sottogeneri, bench questi siano presenti nella Checklist della Fauna dItalia. Di ogni entit si riporta il nome latino del genere, seguito da quello della specie e della eventuale sottospecie; sono poi indicati il nome del descrittore e lanno di descrizione. Per ogni insetto della lista stata compilata una scheda sintetica contenente i dati essenziali per il riconoscimento e alcune note su ambiente di vita, biologia, ecologia, distribuzione e grado di minaccia, con indicazione delleventuale inserimento in liste di protezione europee (allegati II e IV della Direttiva Habitat 43/92/CEE), nazionali o regionali (allegati A e B della L.R. 56/2000). Lallegato II della Direttiva Habitat 43/92/CEE riguarda le specie animali e vegetali dinteresse comunitario la cui conservazione richiede la

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Fig. 17 - Diagramma relativo ai diversi ambienti in cui vivono le specie della Lista Rossa

designazione di zone speciali di conservazione; lallegato IV comprende invece le specie animali e vegetali di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa. Per quel che riguarda la Legge Regionale toscana n. 56/2000, lallegato A include gli habitat naturali e seminaturali e le specie animali e vegetali di interesse regionale, la cui conservazione pu richiedere la designazione di Siti di Importanza Regionale (SIR); lallegato B le specie animali strettamente protette da questa legge. Per ogni specie considerata, sono inoltre presenti una foto dellanimale e una cartina della sua distribuzione in Toscana. Gli autori dei vari capitoli sono i principali specialisti toscani dei rispettivi gruppi. Le specie elencate sono 310, appartenenti a 5 ordini e 48 famiglie. Nella Fig. 16 sono indicate le percentuali degli elementi endemici toscani, subendemici, a distribuzione mediterranea, a distribuzione europea e a distribuzione paleartica. Risulta evidente che molto alta la percentuale delle specie endemiche; queste hanno infatti una grande importanza dal punto di vista conservazionistico in quanto vivono esclusivamente nella regione Toscana. Anche la percentuale degli elementi a distribuzione mediterranea molto alta e questo dovuto alla presenza nella regione di un vasto territorio costiero e delle numerose isole dellArcipelago Toscano. Nella Fig. 17 sono indicate le proporzioni fra i principali habitat in cui vivono le specie elencate in questo libro. Si pu rilevare che la

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Fig. 18 - Cava di marmo sulle Alpi Apuane


Foto S. Bambi

pi alta quantit di elementi (circa un terzo) vive in ambienti umidi, intendendo con questa definizione sia le aree palustri che i corsi dacqua. Le zone umide sono quindi quelle per le quali una corretta tutela di importanza prioritaria. In ambiente endogeo vive circa un quinto delle specie qui elencate; un cos elevato numero dovuto al fatto che la maggior parte delle specie che vivono in questo tipo di ambiente endemica o subendemica, avendo ridotto la sua capacit di dispersione per lassenza di ali e la perdita o riduzione degli occhi. Sulle isole dellArcipelago si ritrova unaltra consistente percentuale di specie minacciate; anche in questo caso lisolamento geografico ha avuto una grande influenza sulla presenza di tanti elementi endemici. Inoltre particolarmente significativo anche il numero di specie che si ritrovano in ambienti montani, di cui la regione Toscana particolarmente ricca, basti pensare alle Alpi Apuane, allAppennino, al Monte Amiata, al Monte Cetona, ecc. Dalla analisi delle varie cause di minaccia risulta che per gli

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insetti le pi gravi sono le alterazioni delle zone umide e la non corretta gestione della vegetazione acquatica e ripariale, gli incendi, la rimozione dai boschi dei grandi alberi vecchi o deperienti, leccessivo sfruttamento turistico e lurbanizzazione selvaggia delle coste, alcune attivit di cava e di miniera (Fig. 18), la turisticizzazione delle grotte. Per concludere occorre doverosamente rilevare che gran parte delle conoscenze finora acquisite sulla distribuzione di tante specie di insetti sul territorio regionale sono il frutto del lavoro appassionato e meritorio di un gran numero di entomologi cosiddetti dilettanti. Le specie di insetti sono talmente tante, e il territorio da monitorare cos vasto, che senza il contributo di questi appassionati le nostre conoscenze sarebbero oggi estremamente pi frammentarie e lacunose.

Lista delle specie

Ogni specie elencata con i nomi latini corrispondenti, il primo indica il genere di appartenenza, il secondo la specie; nel caso sia presente un terzo nome questo indica la sottospecie. A questi seguono il nome del descrittore e lanno in cui stata pubblicata la specie. Nel caso in cui la specie sia stata descritta originariamente in un genere diverso da quello attuale, autore e anno vengono messi fra parentesi. Linserimento dellanno di descrizione fra parentesi quadra sta a indicare che questa data deduttiva, in quanto non compare in maniera esplicita sul lavoro originale.

Ordine ODONATA Famiglia Calopterygidae Calopteryx xanthostoma (Charpentier, 1825) Famiglia Coenagrionidae Sympecma fusca (Van der Linden, 1820) Chalcolestes viridis parvidens (Artobolevski, 1929) Ischnura genei (Rambur, 1842) Ischnura pumilio (Charpentier, 1825) Coenagrion caerulescens caesarum (Schmidt, 1959) Coenagrion mercuriale castellanii Roberts, 1948 Coenagrion pulchellum mediterraneum (Schmidt, 1964) Coenagrion scitulum (Rambur, 1842) Famiglia Aeshnidae Boyeria irene (Fonscolombe, 1838) Brachytron pratense (Mller, 1764) Hemianax ephippiger (Burmeister, 1839)

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Famiglia Gomphidae Onychogomphus uncatus (Charpentier, 1840) Lindenia tetraphylla (Van der Linden, 1825) Famiglia Corduligastridae Cordulegaster bidentata bidentata Slys, 1843 Famiglia Corduliidae Somatochlora meridionalis Nielsen, 1935 Oxygastra curtisi (Dale, 1834) Famiglia Libellulidae Sympetrum depressiusculum (Slys, 1841) Sympetrum flaveolum (Linn, 1758) Trithemis annulata (Palisot de Beauvais, 1805)

Ordine ORTHOPTERA Famiglia Tettigonidae Saga pedo (Pallas, 1771) Famiglia Raphidophoridae Dolichopoda laetitiae laetitiae Menozzi, 1920 Dolichopoda laetitiae etrusca Baccetti & Capra, 1959 Chopardina schiavazzii schiavazzii Capra, 1934 Chopardina schiavazzii caprai Lanza, 1954 Capraiacris aegilion Baccetti, 1975 Capraiacris baccettii (Capra, 1957)

Ordine COLEOPTERA Famiglia Carabidae Cephalota circumdata leonschaeferi (Cassola, 1970) Calosoma inquisitor (Linn, 1758) Calosoma sycophanta (Linn, 1758) Campalita algirica (Ghin, 1885) Campalita maderae (Fabricius, 1775) Carabus chlathratus antonellii Luigioni, 1921 Carabus granulatus interstitialis Duftschmid, 1812 Carabus italicus italicus Dejean, 1826 Carabus alysidotus Illiger, 1798

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Carabus cancellatus emarginatus Duftschmid, 1812 Carabus morbillosus Fabricius, 1792 Eurynebria complanata (Linn, 1767) Nebria apuana Busi & Rivalta, 1980 Typhloreicheia montisneronis Binaghi, 1942 Typhloreicheia mingazzinii Magrini & Vanni, 1990 Typhloreicheia ilvensis Holdhaus, 1924 Typhloreicheia maginii Magrini & Vanni, 1990 Typhloreicheia andreinii Dodero, 1916 Typhloreicheia damone Holdhaus, 1924 Dyschirius chalceus Erichson, 1837 Clinidium canaliculatum (Costa, 1839) Asaphidion festivum (Jacquelin du Val, 1851) Hypotyphlus bastianinii Magrini & Vanni, 1995 Trechus tyrrhenicus Jeannel, 1927 Trechus doderoi doderoi Jeannel, 1927 Trechus doderoi taitii Magrini, 1989 Trechus zangherii Jeannel, 1927 Trechus solarii Jeannel, 1921 Duvalius casellii briani (Mancini, 1912) Duvalius casellii carrarae Jeannel, 1928 Duvalius vallombrosus Rasetti & Rasetti, 1920 Duvalius degiovannii degiovannii Magrini & Vanni, 1985 Duvalius iolandae Magrini & Vanni, 1989 Duvalius annamariae Vanni & Magrini, 1989 Duvalius apuanus apuanus (Dodero, 1917) Duvalius apuanus intermedius (Rasetti & Rasetti, 1921) Duvalius apuanus lanzai Straneo, 1943 Duvalius apuanus rasettii (Dodero, 1917) Duvalius andreinii (Gestro, 1907) Duvalius brucki brucki (Piccioli, 1870) Duvalius brucki maginii Magrini, 1976 Duvalius guareschii guareschii Moscardini, 1949 Duvalius guareschii montemurroi Vanni & Magrini, 1986 Duvalius guareschii angelae Vanni & Magrini, 1984 Duvalius menozzii bernii Vanni & Magrini, 1986 Duvalius menozzii magrinii Vanni & Lanza, 1983 Duvalius menozzii mugellii Magrini, 1982 Duvalius jureceki jureceki (Dodero, 1917) Duvalius jureceki maginianus Magrini & Vanni, 1984 Duvalius bianchii bianchii Jeannel, 1928 Duvalius bianchii cycnus Busi & Rocca, 1983 Pogonus meridionalis Dejean, 1828 Stomis roccai mancinii Schatzmayr, 1925 Microderes scaritides (Sturm, 1818)

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Epomis circumscriptus (Duftschmid, 1812) Metadromius nanus (Fiori, 1914) Desera distincta (Rossi, 1792) Famiglia Hygrobiidae Hygrobia tarda (Herbst, 1779) Famiglia Gyrinidae Gyrinus paykulli Ochs, 1927 Famiglia Dytiscidae Hyphydrus anatolicus Guignot, 1957 Bidessus pumilus (Aub, 1836) Bidessus saucius (Desbrochers, 1871) Hydroglyphus signatellus (Klug, 1834) Hygrotus decoratus (Gyllenhal, 1810) Hygrotus versicolor (Schaller, 1783) Hydroporus gridellii Focarile, 1960 Hydroporus incognitus Sharp, 1869 Rhithrodytes sexguttatus (Aub, 1836) Deronectes fairmairei (Leprieur, 1876) Metronectes aubei (Perris, 1869) Agabus striolatus (Gyllenhal, 1808) Rhantus suturellus (Harris, 1828) Graphoderus austriacus (Sturm, 1834) Graphoderus bilineatus (De Geer, 1774) Dytiscus circumcinctus Ahrens, 1811 Famiglia Staphylinidae Trigonurus mellyi Mulsant & Rey, 1847 Entomoculia apuana Pace, 1977 Entomoculia julii Poggi, 1985 Entomoculia maremmana Pace, 1978 Entomoculia pardii Pace, 1978 Entomoculia rosai Pace, 1978 Entomoculia toscanensis Coiffait, 1957 Leptotyphlus giglionicus Coiffait, 1955 Leptotyphlus oglasensis Poggi, 1976 Leptotyphlus senensis Pace, 1978 Leptotyphlus tyrrhenius Dodero, 1908 Leptotyphlus uccellinensis Pace, 1978 Stenus bordonii Puthz, 1974 Stenus chobauti Benick, 1927 Stenus europaeus Puthz, 1966 Stenus fornicatus Stephens, 1833

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Stenus indifferens Puthz, 1967 Stenus intricatus zoufali Fleischer, 1909 Stenus languidus Erichson, 1840 Stenus latifrons Erichson, 1839 Stenus opticus Gravenhorst, 1806 Stenus vitalei Bernhauer, 1935 Octavius doriai Poggi, 1977 Tetartopeus paeneinsularum Bordoni, 1980 Lathrobium andreinii Schatzmayr & Koch, 1934 Lathrobium apenninum Baudi, 1869 Lathrobium assingi Bordoni, 1997 Lathrobium castellinii Bordoni, 1979 Lathrobium etruscum Piccioli, 1870 Lathrobium lottii Holdhaus, 1923 Lathrobium maginii Bordoni, 1972 Lathrobium rosai Bordoni, 1985 Lathrobium straneoi Schatzmayr & Koch, 1934 Lathrobium fovulum Stephens, 1833 Vulda angusticollis (Fauvel, 1874) Vulda holdhausi Bernhauer, 1908 Vulda italica (Sharp, 1873) Vulda tenuipes fallaciosa (Gridelli, 1947) Erichsonius cinerascens (Gravenhorst, 1802) Myllaena graeca Kraatz, 1858 Myllaena intermedia Erichson, 1837 Myllaena minuta (Gravenhorst, 1806) Hygronoma dimidiata (Gravenhorst, 1806) Leptusa apennina Holdhaus, 1924 Leptusa ceresoleana zangherii Pace, 1978 Famiglia Lucanidae Sinodendron cylindricum (Linn, 1758) Platycerus caraboides (Linn, 1758) Platycerus caprea (De Geer, 1774) Lucanus cervus (Linn, 1758) Lucanus tetraodon Thunberg, 1806 Famiglia Trogidae Trox cribrum Gen, 1836 Famiglia Geotrupidae Odonteus armiger (Scopoli, 1772) Ceratophyus rossii Jekel, 1866

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Famiglia Aphodiidae Heptaulacus rasettii Carpaneto, 1978 Famiglia Melolonthidae Hoplia dubia (Rossi, 1790) Hoplia minuta Panzer, 1889 Rhizotrogus ciliatus vexillis Reitter, 1901 Rhizotrogus genei Blanchard, 1850 Rhizotrogus grassii Mainardi, 1902 Rhizotrogus procerus Baudi, 1870 Polyphylla fullo (Linn, 1758) Famiglia Dynastidae Calicnemis latreillei Castelnau, 1832 Famiglia Cetoniidae Gnorimus nobilis (Linn, 1758) Gnorimus variabilis (Linn, 1758) Osmoderma eremita (Scopoli, 1763) Eupotosia mirifica (Mulsant, 1842) Famiglia Psephenidae Eubria palustris Germar, 1818 Famiglia Heteroceridae Augyles hispidulus (Kiesenwetter, 1843) Heterocerus aragonicus Kiesenwetter, 1850 Heterocerus flexuosus Stephens, 1828 Famiglia Limnichidae Limnichus aurosericeus Jacquelin du Val, 1857 Famiglia Dryopidae Dryops ernesti Des Gozis, 1886 Dryops striatellus (Fairmaire & Brisout, 1859) Famiglia Elmidae Stenelmis canaliculata (Gyllenhal, 1808) Elmis rioloides (Kuwert, 1890) Esolus parallelepipedus (Ph. Mller, 1806) Oulimnius tuberculatus (Ph. Mller, 1806) Famiglia Elateridae Anostirus marginatus (Pic, 1931) Athous binaghii Platia, 1984

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Famiglia Buprestidae Chalcophora detrita (Klug, 1829) Anthaxia corsica maremmana Tassi, 1966 Meliboeus violaceus (Kiesenwetter, 1857) Agrilus ribesi Schaefer, 1946 Paracylindromorphus subuliformis (Mannerheim, 1837) Famiglia Melyridae Danacea caprariae Liberti, 1985 Danacea poggii Liberti, 1985 Famiglia Tenebrionidae Stenosis angusticollis angusticollis (Reiche, 1861) Dichillus corsicus (Solier, 1838) Asida gestroi gestroi Leoni, 1909 Asida gestroi capraiensis Gridelli, 1972 Asida gestroi gardinii Lo Cascio, 2000 Asida gestroi lanzai Leo, 1999 Asida gestroi tyrrhena Leoni, 1910 Asida longicollis Solier, 1836 Asida luigionii doriae Leoni, 1910 Colpotus strigosus oglasensis Gardini, 1976 Iphthiminus italicus italicus (Truqui, 1857) Odocnemis ruffoi osellai (Gardini, 1979) Famiglia Cerambycidae Ergates faber (Linn, 1761) Prionus coriarius (Linn, 1758) Necydalis ulmi Chevrolat, 1838 Oxypleurus nodieri Mulsant, 1839 Icosium tomentosum tomentosum Lucas, 1854 Cerambyx cerdo Linn, 1758 Rosalia alpina (Linn, 1758) Isotomus barbarae Sama, 1977 Parmena solieri lanzai Sama, 1985 Pogonocherus marcoi Sama, 1993 Acanthocinus xanthoneurus (Mulsant & Rey, 1852) Saperda punctata (Linn, 1767) Famiglia Chrysomelidae Donacia cinerea (Herbst, 1784) Donacia reticulata (Gyllenhal, 1817) Donacia crassipes Fabricius, 1775 Donacia bicolora bicolora Zschach, 1788 Donacia brevitarsis Thomson, 1884

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Donacia dentata angustata Kunze, 1818 Donacia impressa Paykull, 1799 Donacia marginata Hoppe, 1795 Donacia polita Kunze, 1818 Donacia simplex Fabricius, 1775 Donacia versicolorea (Brahm, 1790) Donacia vulgaris Zschach, 1788 Plateumaris sericea (Linn, 1758) Timarcha apuana Daccordi & Ruffo, 1990 Chrysolina osellai Daccordi & Ruffo, 1979 Oreina cacaliae magistrettii (Schatzmayr, 1941) Oreina elongata zangherii Daccordi & Ruffo, 1986 Oreina elongata zoiai Daccordi & Ruffo, 1986 Oreina speciosissima solarii Daccordi & Ruffo, 1976 Famiglia Brentidae Amorphocephala coronata (Germar, 1817) Famiglia Apionidae Pseudoprotapion ergenense (Becker, 1864) Famiglia Curculionidae Otiorhynchus tuscoinsularis Magnano, 1992 Troglorhynchus giustii Osella, 1981 Troglorhynchus latirostris Bargagli, 1871 Troglorhynchus laurae A. Solari & F. Solari, 1907 Troglorhynchus stolzi Holdhaus, 1908 Troglorhynchus taitii Abbazzi, Bartolozzi & Osella, 1992 Stomodes puncticollis lanzae F. Solari, 1947 Heteromeira capriasae (F. Solari, 1933) Pseudomeira holdhausi (A. Solari & F. Solari, 1907) Pseudomeira mancinii F. Solari, 1954 Pseudomeira meles Bell & Pierotti, 1992 Trachyphloeus apuanus A. Solari & F. Solari, 1905 Leptolepurus meridionalis (Jacquelin du Val, 1854) Stephanocleonus tabidus (Olivier, 1807) Rabdorrhynchus menetriesi (Gyllenhal, 1834) Lixus paraplecticus (Linn, 1758) Acalles solarii Fiori, 1903 Amaurorhinus sardous gardinii Osella, 1981 Pselactus caoduroi Osella, 1985 Tapinotus sellatus (Fabricius, 1794) Ceutorhynchus scrobicollis Neresheimer & Wagner, 1924 Ceutorhynchus thlaspi C. Brisout, 1869 Microplontus binaghii (Colonnelli, 1977) Baris sellata (Boheman, 1844)

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Anthonomus rubripes Gyllenhal, 1836 Derelomus chamaeropis (Fabricius, 1793) Ellescus scanicus (Paykull, 1792) Lignyodes enucleator (Panzer, 1798) Bagous alismatis (Marsham, 1802) Bagous bagdatensis (Pic, 1904) Bagous costulatus Perris, 1870 Bagous glabrirostris (Herbst, 1795) Bagous limosus (Gyllenhal, 1827) Bagous lutulentus (Gyllenhal, 1813) Bagous nodulosus Gyllenhal, 1836 Bagous puncticollis Boheman, 1845 Bagous robustus H. Brisout, 1863 Bagous rufimanus Hoffmann, 1954 Bagous subcarinatus Gyllenhal, 1836 Stenopelmus rufinasus Gyllenhal, 1836 Rhynchaenus quedenfeldti (Gerhardt, 1865)

Ordine DIPTERA Famiglia Keroplatidae Keroplatus tipuloides Bosc, 1792

Ordine LEPIDOPTERA Famiglia Lasiocampidae Eriogaster catax (Linn, 1758) Famiglia Sphingidae Proserpinus proserpinus (Pallas, 1772) Famiglia Saturniidae Aglia tau (Linn, 1758) Famiglia Papilionidae Parnassius apollo (Linn, 1758) Parnassius mnemosyne (Linn, 1758) Zerynthia polyxena ([Denis & Schiffermller], 1775) Famiglia Pieridae Euchloe bellezina (Boisduval, [1828])

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Famiglia Lycaenidae Lycaena dispar (Haworth, 1803) Lycaena thersamon (Esper, 1784) Thecla betulae (Linn, 1758) Maculinea arion (Linn, 1758) Maculinea rebeli (Hirsche, 1904) Iolana iolas (Ochseneimer, 1816) Famiglia Nymphalidae Argynnis pandora ([Denis & Schiffermller], 1775) Brenthis hecate ([Denis & Schiffermller], 1775) Charaxes jasius (Linn, 1766) Apatura ilia ([Denis & Schiffermller], 1775) Famiglia Satyridae Satyrus ferula (Fabricius, 1793) Hipparchia aristaeus (Bonelli, 1826) Hipparchia neomiris (Godart, 1822) Erebia epiphron (Knoch, 1783) Erebia euryale (Esper, 1805) Erebia gorge (Esper, 1805) Erebia montana (de Prunner, 1798) Erebia neoridas Boisduval, 1828 Melanargia arge (Sulzer, 1776) Hyponephele lupina (O.G. Costa, 1836) Coenonympha corinna (Hbner, 1806) Coenonympha elbana Staudinger, 1901 Coenonympha dorus aquilonia Higgins, 1968 Lasiommata tigelius (Bonelli, 1826) Famiglia Geometridae Archiearis notha (Hbner, [1803]) Stegania cararia (Hbner, 1790) Megalycinia serraria (A. Costa, 1881) Famiglia Lymantriidae Laelia coenosa (Hbner, [1808]) Famiglia Arctiidae Euplagia [= Callimorpha] quadripunctaria (Poda, 1761) Famiglia Noctuidae Catocala fraxini (Linn, 1758) Brithys crini (Fabricius, 1775)

Schede degli insetti

Odonati
Fabio Terzani

Gli odonati (meglio noti come libellule) sono un ordine di insetti di origine molto antica. Sono presenti in tutto il mondo con oltre 3500 specie, di cui meno di 90 si rinvengono in Italia. In Toscana le specie conosciute sono 55. La larva delle libellule acquatica e predatrice, si nutre di altri invertebrati e, talvolta, addirittura di piccoli girini. Durante questa fase dello sviluppo passa attraverso numerose mute (da 10 a 15), a conclusione delle quali fuoriesce dallacqua arrampicandosi su uno stelo e, attaccata a questo, compie la sua metamorfosi. Lapertura alare delle nostre libellule varia tra i 25 e i 105 mm e il volo di questi insetti pu essere rapidissimo, planato o sospeso a una certa altezza. Le libellule adulte sono predatrici e si nutrono di insetti che catturano in volo. La struttura delle loro ali complessa, determinando contemporaneamente robustezza e flessibilit, ed costituita da una fitta rete di nervature, che delimitano degli spazi chiamati cellule alari. Alcune di queste cellule, di particolare importanza per la meccanica del volo e per il riconoscimento delle specie, prendono nomi particolari, come lo pterostigma e la cellula discoidale. Anche le principali nervature hanno un nome; una di queste, la costa, il margine alare anteriore (vedi Fig. 19). Le libellule si dividono in due sottordini: Zygoptera, in cui le ali anteriori e posteriori sono sostanzialmente simili per forma, e Anisoptera in cui la loro morfologia nettamente diversificata. Nel primo sottordine sono presenti le seguenti famiglie: Calopterygidae, facilmente riconoscibili per le loro ali fittamente reticolate, colorate intensamente nei maschi, con un volo che ricorda quello delle farfalle; Lestidae, le cui cellule alari sono in buona parte pentagonali e Coenagrionidae, in cui le stesse cellule sono quasi esclusivamente quadrangolari.

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Fig. 19 - Schema delle ali di una libellula: 1. pterostigma; 2. costa; 3. cellula discoidale

Nel secondo sottordine sono importanti per la discriminazione delle famiglie anche la disposizione e la forma dei loro grandi occhi composti. Infatti se gli occhi sono distanziati, si tratta della famiglia Gomphidae, se si toccano solo in un punto sono Cordulegastridae, se si toccano lungo un tratto pi o meno lungo sono Aeshnidae. Queste ultime due famiglie hanno anche, come caratteristica comune, la cellula discoidale delle ali anteriori con il lato prossimale pi breve. Le due famiglie successive, sempre nelle ali anteriori, hanno invece una cellula discoidale in cui il lato pi breve quello costale. La differenza fra queste due ultime famiglie sta nel margine dei loro occhi composti, che liscio nei Libellulidae e con una sporgenza nei Corduliidae. Questultima famiglia facilmente riconoscibile anche per il colore verde metallico dei suoi membri.

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Calopteryx xanthostoma (Charpentier, 1825)


Ordine: Odonata Famiglia: Calopterygidae

Calopteryx xanthostoma
Foto C. Utzeri

Riconoscimento: la specie di medie dimensioni (non supera i 5 cm di lunghezza e i 7-7,5 cm di apertura alare); i colori blu-verde metallici del corpo, insieme alle ali colorate di azzurro cupo, consentono un facile riconoscimento dei maschi. Le femmine presentano invece un corpo verde e delle ali ialine. Habitat: la specie vive, come larva, presso i torrenti con acque moderatamente correnti, poco profonde. Biologia ed ecologia: come in tutte le libellule, la larva acquatica. Ladulto compare in luglio-agosto e vola nelle ore antimeridiane. Distribuzione: una specie a distribuzione mediterraneo-occidentale, presente in Toscana solo in una stazione della Lunigiana. In Italia si trova anche in Liguria e Sicilia. Grado di minaccia: la specie inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La specie minacciata dalla distruzione dellhabitat a causa di possibili escavazioni dellalveo del torrente, dallinquinamento delle acque nonch dallimmissione di specie alloctone di pesci predatori.

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Sympecma fusca (Van der Linden, 1820)


Ordine: Odonata Famiglia: Lestidae

Sympecma fusca
Foto S. Bambi

Riconoscimento: le dimensioni di questa piccola libellula non superano i 3,5 cm di lunghezza e i 4,5 cm di apertura alare. Il colore generale del corpo bruno-rossastro con macchie dorsali bronzee. Maschi e femmine sono simili fra loro. Habitat: vive in acque stagnanti, anche debolmente salmastre. Biologia ed ecologia: la caratteristica pi interessante di questa specie la sua capacit di svernare allo stato adulto. infatti lunica specie tra le libellule dei nostri climi in grado di superare linverno. Distribuzione: una specie a distribuzione paleartica. Molto diffusa sia in Toscana che in tutta Italia fino a qualche decennio fa, ora si fatta rara, ed attualmente reperibile in Toscana solo nella sua parte centro-meridionale. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La specie minacciata dalla distruzione del suo habitat a causa della bonifica degli ambienti palustri, la cui grande riduzione ha gi determinato una forte diminuzione delle sue popolazioni.

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Chalcolestes parvidens (Artobolevski, 1929)


Ordine: Odonata Famiglia: Lestidae

Chalcolestes parvidens
Foto C. Utzeri

Riconoscimento: il corpo lungo 4,5 cm e lapertura alare misura circa 5,5 cm; la colorazione generale della specie verde dorsalmente e giallastra nella parte inferiore, sia nel maschio che nella femmina. Habitat: la specie vive prevalentemente dove sono presenti acque ferme circondate da vegetazione arborea. Biologia ed ecologia: la larva si sviluppa in acque stagnanti ricche di materiale organico, mentre gli adulti sostano volentieri sulla vegetazione arborea, anche a grandi altezze. Lattivit della specie prevalentemente antimeridiana. Distribuzione: una specie a distribuzione europea che si ritrova fino allIran. La sua distribuzione in Italia non ancora ben conosciuta. In Toscana stata rinvenuta in poche localit nel bacino del fiume Arno. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Questa libellula minacciata dalla distruzione dellhabitat a causa della progressiva bonifica degli ambienti umidi e dallinquinamento delle loro acque.

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Ischnura genei (Rambur, 1842)


Ordine: Odonata Famiglia: Coenagrionidae

Ischnura genei
Foto C. Utzeri

Riconoscimento: questa piccola libellula ha dimensioni inferiori a 3 centimetri (sia di lunghezza che di apertura alare) e somiglia molto, per la colorazione generale, a I. pumilio da cui si differenzia solo per avere di colore blu lottavo segmento delladdome, invece del nono. Habitat: la specie vive lungo i corsi dacqua che presentano una moderata corrente. Biologia ed ecologia: la larva si sviluppa nei torrenti che riescono comunque a conservare almeno un po dacqua anche durante lestate. Gli adulti sono reperibili sempre in prossimit dellacqua, ma preferibilmente dove la vegetazione riparia pi abbondante. Distribuzione: una specie centro-mediterranea, presente in Sicilia, Malta, Sardegna, Corsica e Arcipelago Toscano, dove segnalata per le isole di Capraia, Elba e Giglio. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Risulta minacciata dalla distruzione del suo habitat a causa della progressiva urbanizzazione degli ambienti insulari, con conseguente cementificazione dei piccoli alvei torrentizi.

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Ischnura pumilio (Charpentier, 1825)


Ordine: Odonata Famiglia: Coenagrionidae

Ischnura pumilio
Foto S. Bambi

Riconoscimento: la lunghezza del corpo di questa specie non supera i 3 cm, mentre lapertura alare non raggiunge i 4 cm. Il colore del torace varia dal rosso al blu, laddome prevalentemente nero, con un segmento (il nono) blu. Le femmine possiedono una spina vulvare che serve per la deposizione delle uova nei tessuti delle piante acquatiche. Habitat: la specie vive in acque stagnanti di fossati, risaie, ma anche in acque debolmente correnti e leggermente salmastre. Biologia ed ecologia: la larva si sviluppa nei corsi dacqua con fondo limoso e scarsa vegetazione, formando popolazioni non permanenti che dopo alcuni anni scompaiono. Gli adulti sono presenti da maggio a settembre. Distribuzione: una specie paleartica. presente in tutta Italia, in Toscana stata segnalata di isolate stazioni nella parte centrale della regione. Grado di minaccia: la specie, da considerare rara anche se non ben nota la sua reale consistenza, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/ 2000. La specie minacciata dallinquinamento delle acque e dalla distruzione del suo habitat.

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ARSIA

Coenagrion caerulescens caesarum (Schmidt, 1959)


Ordine: Odonata Famiglia: Coenagrionidae

Coenagrion caerulescens caesarum


Foto S. Bambi

Riconoscimento: tutte le specie del genere Coenagrion sono piccole (il corpo lungo 3 cm al massimo e lapertura alare circa 4 cm), con colorazione di base azzurra nei maschi e bruna-olivastra nelle femmine. Le varie specie presentano disegni addominali diversi che le rendono riconoscibili, inoltre presentano una piccola macchia colorata sulla punta delle ali (pterostigma) che in questa specie quasi triangolare. Habitat: la specie frequenta le acque moderatamente correnti o quasi ferme. Biologia ed ecologia: le specie del genere Coenagrion, oltre a essere morfologicamente somiglianti, hanno periodi di apparizione e costumi abbastanza simili. In Toscana si possono osservare da giugno a met agosto. Distribuzione: la specie C. caerulescens ha una distribuzione mediterraneooccidentale, la sottospecie caesarum tipica dellItalia peninsulare. In Toscana presente, sporadica e poco abbondante, prevalentemente nella fascia costiera.

Grado di minaccia: la specie, che risulta piuttosto rara, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. minacciata dalla progressiva alterazione del suo habitat dovuta a opere idrauliche e allinquinamento delle acque.

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Coenagrion mercuriale castellanii Roberts, 1948


Ordine: Odonata Famiglia: Coenagrionidae

Coenagrion mercuriale castellanii


Foto C. Utzeri

Riconoscimento: le dimensioni di questa sottospecie sono piccole, il corpo lungo 3 cm circa e lapertura alare di 4 cm. Il maschio si distingue per avere dei disegni addominali pi ridotti sugli ultimi segmenti e per avere uno pterostigma piccolo, a forma di rombo. Habitat: questa sottospecie vive lungo i corsi dacqua pi o meno correnti. Biologia ed ecologia: le conoscenze eco-etologiche su questa libellula sono piuttosto scarse, anche a causa della rarit delle sue popolazioni. Il periodo di volo accertato spazia tra maggio e settembre. Distribuzione: la specie Coenagrion mercuriale ha una distribuzione mediterraneo-occidentale, ma la sottospecie castellanii presente soltanto in Italia. In Toscana sporadica e segnalata soltanto nel Padule di Fucecchio e in poche altre localit della parte centrale della regione. Grado di minaccia: la specie molto rara ed inserita nellallegato II della Direttiva Habitat 92/43/CEE e nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. A causa della sua notevole rarit, messa in pericolo sia dallinquinamento delle acque, sia da qualsiasi manomissione del regime idrico, come le canalizzazioni, gli eccessivi prelievi di acqua, la cementificazione degli alvei.

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ARSIA

Coenagrion pulchellum mediterraneum (Schmidt, 1964)


Ordine: Odonata Famiglia: Coenagrionidae

Coenagrion pulchellum mediterraneum


Foto S. Bambi

Riconoscimento: questa sottospecie ha dimensioni leggermente pi grandi delle congeneri, raggiungendo i 3,5 cm di lunghezza del corpo e i 4,5 cm di apertura alare. Presenta disegni neri addominali molto variabili e la femmina pu avere due colorazioni, con parti chiare di colore azzurro (forma omeocroma) o chiare di colore verdastro (forma eterocroma). Habitat: la specie si sviluppa in acque stagnanti. Biologia ed ecologia: la larva si sviluppa gli ambienti acidi di paludi e torbiere. una sottospecie precoce, infatti il suo periodo di volo va da aprile ad agosto. attiva nelle prime ore del mattino. Distribuzione: la specie Coenagrion pulchellum presente in Europa e Asia occidentale. La sottospecie mediterraneum presente nellItalia centromeridionale, con distribuzione assai frammentata. Anche in Toscana la presenza molto sporadica: stata segnalata solo nel Padule di Fucecchio, Lago di Sibolla, stagni della piana fiorentina e Parco regionale della Maremma. Grado di minaccia: la sottospecie risulta assai rara ed inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Risulta minacciata dalla distruzione dellhabitat a causa della progressiva riduzione delle zone umide di pianura e dallinquinamento delle acque.

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Coenagrion scitulum (Rambur, 1842)


Ordine: Odonata Famiglia: Coenagrionidae

Coenagrion scitulum
Foto C. Utzeri

Riconoscimento: questa specie ha pi o meno le stesse dimensioni del C. caerulescens caesarum, il corpo non supera i 3 cm di lunghezza e lapertura alare i 4 cm. Il maschio ha disegni neri addominali molto simili al C. caerulescens caesarum e se ne distingue con certezza solo osservando lo pterostigma, che in questa specie grande, a forma di parallelogramma. Habitat: la specie frequenta acque moderatamente correnti o ferme di fossati o laghetti artificiali. Biologia ed ecologia: anche su questa specie, assai poco frequente, le conoscenze sulla biologia e lecologia sono assai limitate. Il periodo di volo va da maggio a settembre e la sua attivit, come in tutti gli altri Coenagrion, prevalentemente antimeridiana. Distribuzione: una specie a distribuzione euro-mediterranea, con areale molto frammentato e presenza sporadica anche in Toscana in poche localit nelle province di Arezzo, Firenze, Grosseto e Pistoia.

Grado di minaccia: questa specie, rara in Toscana, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La specie minacciata dalla distruzione dellhabitat a causa delle continue manomissioni dellequilibrio idrico e dallinquinamento delle acque.

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ARSIA

Boyeria irene (Fonscolombe, 1838)


Ordine: Odonata Famiglia: Aeshnidae

Boyeria irene
Foto S. Bambi

Riconoscimento: una libellula piuttosto grande, la cui lunghezza totale raggiunge i 6,5 cm, mentre lapertura alare pu superare i 9 cm. Il colore generale della specie bruno, con macchie gialle. La specie si distingue immediatamente da ogni altra della nostra fauna per avere lestremit delle ali, soprattutto di quelle posteriori, annerita. Habitat: la specie frequenta acque correnti di torrenti e fiumi, in ambiente collinare o di bassa montagna. Biologia ed ecologia: preferisce i corsi dacqua ombrosi. Considerata specie di abitudini crepuscolari, risulta tuttavia attiva anche in pieno giorno. Caratteristico il suo volo esplorativo a festoni lungo le sponde dei corsi dacqua. Distribuzione: una specie mediterraneo-occidentale. Presente, ma non comune, in quasi tutta Italia; anche in Toscana poco frequente, segnalata solo di alcune localit della parte centro-meridionale della regione.

Grado di minaccia: la specie, piuttosto rara, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Risulta minacciata dalla distruzione dellhabitat a causa delle alterazioni del regime idrico e dallinquinamento delle acque.

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Brachytron pratense (Mller, 1764)


Ordine: Odonata Famiglia: Aeshnidae

Brachytron pratense
Foto S. Bambi

Riconoscimento: la lunghezza di questa specie di medie dimensioni varia dai 4,5 ai 5,5 centimetri, con il maschio normalmente pi lungo della femmina di mezzo centimetro. Lapertura alare invece simile (7,5-8 cm). Il colore di fondo nero, con macchie blu e giallo-verdi. La caratteristica che rende per inconfondibile questa specie lelevata pelosit del corpo. Habitat: la specie vive in acque stagnanti. Biologia ed ecologia: la specie ha un periodo di volo precoce, apparendo circa a met aprile e concludendo generalmente il periodo di volo in maggio. Distribuzione: una specie a distribuzione europea che si ritrova fino al Turkestan. La sua presenza in Europa meridionale assai sporadica. In Toscana stata rinvenuta in poche localit e appare in costante regresso. Grado di minaccia: la specie, rara, inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. minacciata dalla distruzione dellhabitat dovuta alla bonifica degli ambienti umidi e allinquinamento delle acque.

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ARSIA

Hemianax ephippiger (Burmeister, 1839)


Ordine: Odonata Famiglia: Aeshnidae

Hemianax ephippiger
Foto S. Bambi

Riconoscimento: specie piuttosto grande, lunga circa 5,5 cm e dotata di unapertura alare di 10 cm. Colore generale del corpo giallo-bruno, con una macchia blu sul dorso del secondo segmento addominale. Il terzo segmento delladdome del maschio bianco. Habitat: la specie reperibile presso acque stagnanti, anche temporanee. Biologia ed ecologia: la specie in grado di effettuare grandi migrazioni in massa dallAfrica, ma finora non sono note in Italia colonie stabili. La sua presenza in Toscana accertata da aprile a settembre. Distribuzione: una specie essenzialmente africana, ma raggiunge a est il Pakistan e a nord stata segnalata fino in Islanda. A causa delle sue caratteristiche la presenza in Toscana accidentale. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Risulta attualmente incapace di costituire popolazioni permanenti e la sua presenza e abbondanza sono legate probabilmente ad andamenti termici stagionali nel continente africano.

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Onychogomphus uncatus (Charpentier, 1840)


Ordine: Odonata Famiglia: Gomphidae

Onychogomphus uncatus
Foto C. Utzeri

Riconoscimento: specie di dimensioni medie, la cui lunghezza totale intorno ai 4,5 cm, mentre lapertura alare raggiunge i 6,5 cm. La colorazione del corpo gialla, con fasce nere sul torace e macchie dello stesso colore sulladdome. Habitat: la specie legata alle acque correnti. Biologia ed ecologia: la larva vive mimetizzata nella fanghiglia di fondo del letto dei torrenti ed rilevabile solamente quando si muove. Allo stadio adulto strettamente territoriale, tiene la sua postazione di riposo e osservazione sui sassi che emergono dalle acque dove ritorna sempre quando viene scacciata da un disturbo qualsiasi. Distribuzione: una specie a distribuzione mediterraneo-occidentale. In Italia comune solo in Liguria. In Toscana la sua presenza sporadica e limitata a poche localit delle province di Firenze, Grosseto, Livorno e Siena. Grado di minaccia: la specie, rara, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La specie minacciata prevalentemente dallinquinamento delle acque e dalla distruzione dellhabitat.

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ARSIA

Lindenia tetraphylla (Van der Linden, 1825)


Ordine: Odonata Famiglia: Gomphidae

Lindenia tetraphylla
Foto S. Bambi

Riconoscimento: la lunghezza del corpo di questa specie 6-6,5 cm (un po meno nella femmina), con unapertura alare di 8 cm. La specie facilmente riconoscibile perch, unica nella fauna europea, possiede una grande espansione foliacea posta ventralmente al settimo e ottavo segmento addominale. Il colore generale del corpo giallo con macchie nere. Gli ultimi tre segmenti addominali sono dorsalmente neri. Habitat: la specie vive in acque stagnanti litoranee. Biologia ed ecologia: la larva si sviluppa nelle acque ferme costiere. Gli adulti compaiono in estate e volano nelle prime ore del mattino. Distribuzione: la specie ha una distribuzione piuttosto frammentata di tipo europeo-mediterraneo, compreso il Nord Africa, e si spinge fino al Turkestan. In Italia segnalata esclusivamente in Sardegna e in alcune zone costiere di Campania e Toscana (Versilia). Grado di minaccia: la specie, molto rara, inserita negli allegati II e IV della Direttiva Habitat 92/43/CEE e nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/ 2000. La specie minacciata dalla distruzione dellhabitat dovuta a bonifica delle zone umide, alterazione del regime idrico, inquinamento delle acque.

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Cordulegaster bidentata bidentata Slys, 1843


Ordine: Odonata Famiglia: Cordulegastridae

Cordulegaster bidentata bidentata


Foto S. Bambi

Riconoscimento: una grande libellula, lunga 6-6,5 cm e con unapertura alare di 10-10,5 cm nella femmina, mentre nel maschio lapertura alare minore di circa 1 cm. Il colore di base del corpo nero, con fasce gialle sul torace e macchie gialle sui segmenti addominali. Nello spazio dietro gli occhi presente unampia banda biancastra. Habitat: acque correnti di piccoli corsi dacqua montani. Biologia ed ecologia: una specie orofila, la larva di questa specie vive immersa nel fango di piccole pozze lungo i ruscelli. Ladulto pattuglia i corsi dacqua montani con volo lento e planato. Distribuzione: la specie distribuita nellEuropa centro-meridionale. In Italia presente sulle Alpi e, sporadicamente, sullAppennino. In Toscana appare molto localizzata, essendo stata rinvenuta solo in Mugello e in Casentino. Grado di minaccia: la specie, molto rara, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La specie minacciata dal progressivo inquinamento delle acque e dai lavori di regimazione delle acque in montagna.

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ARSIA

Somatochlora meridionalis Nielsen, 1935


Ordine: Odonata Famiglia: Corduliidae

Somatochlora meridionalis
Foto C. Utzeri

Riconoscimento: si tratta di una specie di medie dimensioni, lunga 5 cm (il maschio un po meno) e con unapertura alare di 7-7,5 cm. Il corpo presenta una colorazione verde metallica brillante, con una macchia gialla ai lati del torace; lo pterostigma nero. Habitat: questa specie vive di preferenza nella fascia collinare, nei corsi dacqua con corrente moderata, ma reperibile anche lungo fossati con acque ferme. Biologia ed ecologia: le larve si sviluppano nei tratti dei corsi dacqua dove presente vegetazione acquatica sulle rive. Il periodo di volo degli adulti si protrae, in Toscana, da giugno a met agosto. Distribuzione: specie mediterranea, in Italia presente soprattutto sul versante tirrenico. In Toscana concentrata nella parte centro-meridionale. Grado di minaccia: la specie, rara, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Risulta minacciata dalla distruzione dellhabitat dovuta a canalizzazioni e ad altre alterazioni dellequilibrio idrico, nonch dallinquinamento delle acque.

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Oxygastra curtisi (Dale, 1834)


Ordine: Odonata Famiglia: Corduliidae

Oxygastra curtisi
Foto C. Utzeri

Riconoscimento: specie di medie dimensioni, con corpo lungo 4,5 cm (un po meno nella femmina) e apertura alare di 7 cm. Il corpo colorato di un bel verde metallico brillante, con macchie gialle situate sui primi sette segmenti addominali e sul decimo. La femmina ha le ali gialle vicino allinserzione col torace (base dellala). Habitat: la specie vive in acque prevalentemente correnti. Biologia ed ecologia: la specie molto esigente dal punto di vista della qualit delle acque, pertanto presente solo presso fiumi e laghi con acque estremamente pulite. Distribuzione: una specie tipicamente mediterraneo-occidentale. Molto sporadica in Italia e anche in Toscana, dove appare in regresso. stata rinvenuta nei bacini dei fiumi Greve, Merse, Farma e Cecina, del torrente Cerfone in Val Tiberina e al Lago dellAccesa. Grado di minaccia: la specie, molto rara, inserita negli allegati II e IV della Direttiva Habitat 92/43/CEE e nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Pu risultare minacciata dallinquinamento delle acque e dalla distruzione del suo habitat.

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ARSIA

Sympetrum depressiusculum (Slys, 1841)


Ordine: Odonata Famiglia: Libellulidae

Sympetrum depressiusculum
Foto S. Bambi

Riconoscimento: specie medio-piccola, la lunghezza del corpo va dai 2,5 ai 3 cm e lapertura alare relativamente ampia (5-5,5 cm). Il colore generale del corpo rossastro, la testa e lo pterostigma variano dal giallo al rossastro. Habitat: la specie vive in acque stagnanti, anche temporanee, come le risaie. Biologia ed ecologia: questa specie presente essenzialmente in pianura, dove, nelle regioni settentrionali, forma popolazioni di migliaia di individui. Il periodo di volo va da giugno a settembre. Distribuzione: specie a distribuzione asiatico-europea, presente in modo molto discontinuo nellItalia a sud degli Appennini. In Toscana presente in poche zone (principalmente lungo i bacini dei fiumi Farma e Merse) e mostra notevole difficolt a mantenere popolazioni permanenti. Grado di minaccia: la specie, rara, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La specie minacciata dalla distruzione dellhabitat, ossia dalla riduzione delle zone umide e dalluso di pesticidi nelle risaie.

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Sympetrum flaveolum (Linn, 1758)


Ordine: Odonata Famiglia: Libellulidae

Sympetrum flaveolum
Foto C. Utzeri

Riconoscimento: la specie medio-piccola, la lunghezza del corpo non supera i 3 cm, ma lapertura alare relativamente ampia (5,5-6 cm). La colorazione generale del corpo rossastra nel maschio e giallo-rossastra nella femmina. La base delle ali presenta unampia macchia gialla. Habitat: la specie reperibile presso i laghetti di montagna con presenza di abbondante vegetazione acquatica sommersa ed emergente. Biologia ed ecologia: questa specie pu risultare localmente anche abbondante se lhabitat corrisponde alle sue necessit ecologiche. Il periodo di volo pu iniziare a fine giugno e protrarsi fino a dicembre. Distribuzione: una specie a distribuzione asiatico-europea, comune anche sulle Alpi, ma sporadica sugli Appennini. La sua presenza in Toscana stata accertata una sola volta in Garfagnana. Grado di minaccia: la specie, di cui non si conosce con precisione lattuale consistenza, inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Pu risultare minacciata dalla distruzione dellhabitat a causa dellinquinamento delle acque e di una scorretta gestione della vegetazione acquatica.

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ARSIA

Trithemis annulata (Palisot de Beauvais, 1805)


Ordine: Odonata Famiglia: Libellulidae

Trithemis annulata
Foto C. Utzeri

Riconoscimento: specie medio-piccola, con lunghezza totale del corpo di circa 3 cm e apertura alare di 6 cm. La colorazione generale del corpo rossa e presenta dei riflessi violetti. La base delle ali posteriori presenta una grande macchia ambrata. Habitat: la specie vive presso acque debolmente correnti o nelle acque ferme di fossati e bacini naturali o artificiali. Biologia ed ecologia: la specie risulta adattata a diverse condizioni ambientali, pur restando legata alla pianura o comunque a basse quote. Presenta un volo rapido e saettante. Distribuzione: una specie africana, presente anche in Medio Oriente e nelle regioni pi meridionali dEuropa. Comune nelle regioni pi meridionali dItalia presente da qualche anno anche in Toscana, al Padule di Fucecchio, al Lago di Massaciuccoli, al Lago dellAccesa e in poche altre localit. Grado di minaccia: la specie, anche se appare in espansione, ancora abbastanza rara, pertanto inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/ 2000. Cause di minaccia per questa specie sono la distruzione degli ambienti di vita a causa di bonifiche delle zone umide e dellinquinamento.

Ortotteri

Alessandra Sforzi, Stefano Vanni

Allordine degli ortotteri appartengono le comuni cavallette e i grilli. Si tratta di insetti di dimensioni medio-grandi, con corpo robusto di colore variabile, ma spesso tendente al verdastro o al bruno. Il capo voluminoso e arrotondato, mentre il protorace molto sviluppato e a forma di sella. Lapparato boccale di tipo masticatore; le antenne sono di varia lunghezza. Le ali, che possono per essere ridotte o addirittura assenti, sono di regola quattro. Quelle anteriori sono coriacee e allungate e prendono il nome di tegmine; quelle posteriori, che servono per il volo, sono invece membranose e, a riposo, sono tenute piegate sotto il primo paio di ali. Le zampe posteriori sono adattate al salto e per questo presentano femori dilatati e forniti di muscoli potenti. Laddome provvisto di cerci e di ovopositore, che, in certe specie, pu essere anche molto vistoso. Una delle caratteristiche pi note di questi insetti la presenza, nei maschi, di organi stridulatori, capaci cio di produrre suoni, la cui principale funzione quella di attrarre le femmine. Il suono, diverso da specie a specie, generato per lo pi dallo sfregamento di una parte dellala anteriore sinistra su unarea corrispondente della destra, oppure dallo sfregamento della faccia interna dei femori posteriori contro le tegmine. Gli organi uditivi consistono in sottili membrane (organi timpanici) situate alla base delladdome o sulle zampe posteriori. Le uova sono deposte nel terreno o nei tessuti vegetali. Le larve (neanidi) appaiono simili agli adulti per aspetto e modo di vita, ma sono di minori dimensioni, hanno ali ridotte e non hanno ovviamente ancora raggiunto la maturit sessuale. La maggior parte delle specie europee ha un ciclo vitale della durata di un anno; gli adulti muoiono in autunno e sono le uova a superare linverno e a dare origine a una nuova generazione lanno successivo. Gli ortotteri sono divisi nei due sottordini dei celiferi (Caelifera)

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ARSIA

tra questi, i generi Acrida, Oedipoda, Locusta e degli ensiferi (Ensifera) tra i quali, i generi Tettigonia, Dolichopoda, Gryllus, Gryllotalpa. Gli ensiferi sono caratterizzati dallavere lunghe antenne filiformi, femmine con apparato ovopositore vistoso (ensiferi significa infatti portatori di spada) e apparato stridulatore dei maschi localizzato nelle ali anteriori. I celiferi hanno invece antenne corte, ovopositore non appariscente e apparato stridulatore formato dai femori delle zampe posteriori e da un corrispondente apparato posto sulle ali anteriori. I celiferi sono essenzialmente fitofagi; tra gli ensiferi c invece anche un buon numero di specie carnivore. Le due famiglie trattate in questo capitolo appartengono entrambe agli ensiferi e sono quelle dei Tettigonidae e dei Raphidophoridae. Nei rappresentanti della prima famiglia il corpo leggermente compresso lateralmente e sovente di colore verde; i tarsi sono di quattro articoli. Le dimensioni possono essere anche molto grandi. I Raphidophoridae comprendono invece specie essenzialmente cavernicole; esse hanno il corpo depigmentato, sono prive di ali e di organi timpanici e presentano antenne, zampe e palpi molto allungati.

INSETTI DELLA TOSCANA ORTOTTERI

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Saga pedo (Pallas, 1771)


Ordine: Orthoptera Famiglia: Tettigonidae

Riconoscimento: uno degli insetti pi grandi della fauna europea; il maschio misura 60 mm, la femmina ha una lunghezza che va da 61 a 67 mm, ai quali bisogna aggiungere lovopositore, che da solo misura dai 34 ai 45 mm. La colorazione del corpo verde, con una banda laterale bianco rosata, talora grigia. Linsetto privo di ali e ha zampe molto allungate. In particolare le zampe posteriori sono lunghissime e sottili, mentre quelle anteriori e mediane sono pi robuste e armate di forti spine. Le antenne sono filiformi e molto lunghe. Habitat: vive in ambienti xerotermici, cio in zone calde, aride, con vegetazione termofila.
Saga pedo Biologia ed ecologia: la specie predatrice di Foto S. Bambi piccoli grilli e di giovani cavallette, che cattura con le zampe anteriori armate di spine. La femmina nellEuropa occidentale si sviluppa con ogni probabilit per partenogenesi; il maschio infatti non mai stato trovato in questarea.

Distribuzione: questo ortottero vive in Europa centro-meridionale e sudorientale, fino alla Siberia occidentale. In Italia stato segnalato in varie regioni, per alcune delle quali per esistono soltanto vecchie citazioni. LItalia centrale risulta larea con il minor numero di dati. In Toscana questa specie non stata ancora trovata, ma dato che nota sia a nord sia a sud della regione, ipotizzabile che prima o poi vi si possa rinvenire. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato IV della Direttiva Habitat 92/43/CEE e nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Poich ancora non ci sono segnalazioni accertate per la Toscana, non sono al momento precisabili le eventuali cause di minaccia nella regione.

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ARSIA

Dolichopoda laetitiae laetitiae Menozzi, 1920 Dolichopoda laetitiae etrusca Baccetti & Capra, 1959
Ordine: Orthoptera Famiglia: Raphidophoridae

Dolichopoda laetitiae
Foto S. Vanni

Riconoscimento: le specie del genere Dolichopoda hanno dimensioni che variano da 15 a 25 mm di lunghezza, ma sembrano molto pi grandi poich hanno le zampe estremamente allungate. Il colore del corpo abbastanza uniforme e varia dal grigiastro al bruno chiaro. Le antenne sono lunghissime e filiformi; le specie di questo genere sono attere. Habitat: vivono per lo pi in grotte e cavit sotterranee. Biologia ed ecologia: questi ortotteri si nutrono soprattutto di detriti animali e vegetali. In caso di cattura perdono facilmente le zampe e le antenne. Distribuzione: il genere Dolichopoda appare oggi distribuito prevalentemente nel bacino mediterraneo meridionale; soltanto alcune specie si spingono fino alle Alpi italiane, alle Alpi Marittime e ai Pirenei. D. laetitiae, lunico rappresentante toscano di questo genere, una specie

Dolichopoda laetitiae laetitiae

INSETTI DELLA TOSCANA ORTOTTERI

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endemica italiana, essendo diffusa solamente nellItalia centrale (EmiliaRomagna, Toscana, Lazio, Umbria, Marche). Essa comprende in Toscana due diverse sottospecie: D. laetitiae laetitiae, presente in varie localit appenniniche e preappenniniche (escluse le Alpi Apuane) e D. laetitiae etrusca, gi considerata specie a s stante, poi sottospecie di D. geniculata e, infine, assegnata a D. laetitiae a seguito di ricerche su base biochimica. D. laetitiae etrusca endemica toscana ed segnalata solo in poche grotte della provincia di Grosseto.

Dolichopoda laetitiae etrusca

Grado di minaccia: il genere Dolichopoda inserito negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. D. laetitiae ancora rappresentata quasi ovunque da popolazioni ricche di esemplari; va per tenuto conto che le grotte sono ambienti particolarmente sensibili alle modificazioni causate dalluomo, come linquinamento delle acque e del suolo, la speleologia quando causa di alterazioni del delicato equilibrio degli ambienti sotterranei, la turisticizzazione eccessiva. Tenuto conto del suo areale puntiforme, particolarmente minacciata in questo senso appare soprattutto la sottospecie etrusca.

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ARSIA

Chopardina schiavazzii schiavazzii Capra, 1934 Chopardina schiavazzii caprai Lanza, 1954
Ordine: Orthoptera Famiglia: Raphidophoridae

Chopardina schiavazzii schiavazzii


Foto A. Sforzi

Riconoscimento: le specie del genere Chopardina hanno dimensioni che variano da 15 a 25 mm di lunghezza e corpo con colore che va dal grigiastro al bruno chiaro. Come i rappresentanti dei generi Dolichopoda e Capraiacris, presentano zampe molto allungate e antenne lunghissime e filiformi. Habitat: vivono per lo pi in grotte e cavit sotterranee, anche artificiali, come acquedotti o gallerie minerarie. Biologia ed ecologia: questi ortotteri si nutrono in prevalenza di detriti animali e vegetali. In caso di cattura perdono facilmente le zampe e le antenne. Distribuzione: il genere Chopardina assai simile a Dolichopoda nellaspetto generale e comprende alcune specie europee. C. schiavazzii una entit endemica italiana, essendo segnalata solo per la Toscana costiera. La sottospecie nominale si rinviene in varie localit delle province di Livorno e

Chopardina schiavazzii schiavazzii

INSETTI DELLA TOSCANA ORTOTTERI

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Grosseto e nellArcipelago Toscano (Isola dElba e Isola di Pianosa); la sottospecie C. schiavazzii caprai nota invece soltanto di una grotta presso Casciana Terme, in provincia di Pisa.

Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. C. schiavazzii, per la sua limitata area di distribuzione, pu risultare localmente minacciata da qualsiasi alterazione dellambiente ipogeo causata per esempio dallinChopardina schiavazzii caprai quinamento delle acque e del suolo, dalla speleologia quando causa di alterazioni del delicato equilibrio degli ambienti sotterranei e dalla turisticizzazione. Tenuto conto del suo areale puntiforme, particolarmente minacciata in questo senso appare la sottospecie caprai. In genere le densit delle popolazioni di questo ortottero appaiono comunque ancora abbastanza consistenti.

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ARSIA

Capraiacris aegilion Baccetti, 1975


Ordine: Orthoptera Famiglia: Raphidophoridae

Capraiacris aegilion
Foto S. Bambi

Riconoscimento: specie di medie dimensioni (15-35 mm di lunghezza), con corpo di colore che va dal grigiastro al bruno chiaro, zampe molto allungate e antenne assai lunghe e filiformi. Habitat: vive in piccole grotte e in cavit sotterranee, anche artificiali. Biologia ed ecologia: questi ortotteri si nutrono pi che altro di detriti animali e vegetali. In caso di cattura perdono facilmente le zampe e le antenne. Distribuzione: sia il genere sia la specie sono endemici della Toscana. C. aegilion vive soltanto in alcune piccole cavit naturali e nelle gallerie minerarie della ristretta porzione calcarea dellIsola del Giglio (Arcipelago Toscano). Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La densit delle popolazioni di C. aegilion risulta ancora discreta ma, dato il suo areale assai ristretto e lambiente in cui vive, questo ortottero pu essere seriamente minacciato da qualsiasi ulteriore alterazione dellambiente sotterraneo e dallinquinamento delle acque e del suolo.

INSETTI DELLA TOSCANA ORTOTTERI

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Capraiacris baccettii (Capra, 1957)


Ordine: Orthoptera Famiglia: Raphidophoridae

Capraiacris baccettii
Foto V. Sbordoni

Riconoscimento: specie di medie dimensioni (15-35 mm di lunghezza), con colore del corpo che va dal grigiastro al bruno chiaro; zampe molto allungate e antenne molto lunghe e filiformi, come gli altri Rafidoforidi toscani. Morfologicamente e geneticamente piuttosto simile a C. aegilion, dal cui antenato comune si probabilmente separata fra 700.000 e un milione di anni fa. Habitat: vive in grotte e cavit sotterranee, anche artificiali. Biologia ed ecologia: la specie si nutre soprattutto di detriti animali e vegetali. In caso di cattura perde facilmente le zampe e le antenne. Distribuzione: una specie endemica toscana; segnalata infatti soltanto di varie grotte del Monte Argentario, in provincia di Grosseto. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. C. baccettii, per il suo areale molto ristretto, pu risultare minacciata da qualsiasi modificazione dellambiente ipogeo causata dallinquinamento delle acque e del suolo, dalla speleologia quando causa di alterazioni del delicato equilibrio degli ambienti sotterranei e dalla turisticizzazione. Le popolazioni di questo ortottero risultano comunque ancora piuttosto ricche di esemplari.

Coleotteri

I coleotteri costituiscono, con oltre 350.000 specie, il pi vasto ordine dellintero regno animale. Le varie specie mostrano una grandissima variet di dimensioni: alcuni misurano pochi millimetri, altri possono superare i 15 centimetri di lunghezza, come il cerambicide Titanus giganteus che vive in America meridionale. Malgrado la grande variet di forme, i coleotteri presentano dei caratteri che li rendono facilmente riconoscibili (Fig. 1). Hanno due paia di ali; quelle anteriori per si sono trasformate in due astucci duri e robusti, detti elitre, e si uniscono sulla met delladdome lungo una linea mediana diritta detta sutura. Le ali posteriori, membranose e ripiegate al di sotto delle anteriori quando linsetto a riposo, sono quelle che vengono utilizzate per volare. Certe specie sono per prive delle ali posteriori e quindi hanno perso la capacit del volo. Alcuni coleotteri, come quelli della famiglia Staphylinidae, hanno le elitre raccorciate che non raggiungono lestremit delladdome, che cos rimane scoperto. I coleotteri possono essere confusi, qualche volta, con gli eterotteri (ad esempio le cimici), ma in questi ultimi le ali anteriori, anche loro indurite, si sovrappongono luna sullaltra. Lapparato boccale di tipo masticatore; le antenne sono formate generalmente da 11 articoli. La forma delle antenne varia notevolmente e costituisce un carattere importante nella classificazione delle famiglie. Le zampe, sempre ben sviluppate, possono essere adattate alla corsa, allo scavo, al salto o al nuoto. I coleotteri sono insetti a metamorfosi completa. Le uova sono deposte in mezzo alle sostanze di cui si nutriranno le larve. Le larve sono profondamente diverse dalladulto e tra la larva e ladulto presente la fase di pupa, durante la quale avvengono profonde modificazioni fisiologiche e strutturali. I coleotteri vivono in tutto il mondo, negli ambienti pi disparati; molte specie sono fitofaghe, altre sono carnivore e altre ancora

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ARSIA

si cibano di sostanze in decomposizione o di sterco. I coleotteri vengono divisi nei due sottordini degli Adephaga e dei Polyphaga. Questa divisione si basa su varie caratteristiche morfologiche, fra cui la conformazione delle coxe delle zampe posteriori. Agli adefagi appartengono specie quasi tutte carnivore, riunite in poche famiglie; ai polifagi (polifago significa che mangia molte cose) appartengono la grande maggioranza delle famiglie dei coleotteri.

Carabidae

Paolo Magrini, Stefano Vanni

I carabidi sono una delle famiglie di coleotteri pi ricche di specie, oltre 25.000, diffuse in ogni ambiente terrestre, comprese le zone polari. In Italia sono note circa 1300 specie, appartenenti a circa 300 generi e sottogeneri. Le dimensioni dei carabidi sono piuttosto variabili e vanno da meno di 1 millimetro a oltre 8 centimetri. In generale il loro aspetto abbastanza omogeneo e caratterizzato da una testa piuttosto grande, occhi ben sviluppati, mandibole aguzze e robuste, antenne di 11 articoli, sottili e di media lunghezza, pronoto largo e appiattito, elitre lunghe, ovali e fornite di evidente striatura, zampe pi o meno lunghe, spesso ben adattate alla corsa. Nelle forme maggiormente specializzate dal punto di vista ecologico, come per esempio quelle che abitano nellambiente sotterraneo, si hanno tuttavia notevoli modificazioni morfologiche, quali la riduzione o scomparsa degli occhi, la depigmentazione dei tegumenti e il considerevole allungamento delle appendici. Le ali membranose possono essere normalmente sviluppate e funzionanti, oppure pi o meno ridotte o anche del tutto assenti. La colorazione in questa famiglia di regola piuttosto scura e uniforme, ma talora, come in molti Carabus, sono presenti tinte pi vivaci e bellissimi riflessi metallici dovuti a fenomeni di diffrazione e interferenza della luce; in certe specie vi sono pure macchie o fasce nettamente contrastanti con il fondo o un diverso colore delle elitre rispetto al resto del corpo. Le uova sono deposte a terra, da sole o in piccoli gruppi. La larva ha tre paia di zampe, molto mobile e subisce di solito due mute; limpupamento ha luogo per lo pi in una celletta scavata nel terreno. Gran parte delle specie che appartengono a questa famiglia sono carnivore, sia allo stato larvale sia a quello adulto, e cacciano attivamente e voracemente invertebrati di piccola e media taglia, in relazione alla loro mole; qualche specie in grado anche di nutrirsi

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ARSIA

di piccoli vertebrati, quali larve di anfibi e giovani pesci. Poche si cibano invece di semi e altre sostanze vegetali. Alcune entit hanno un areale vasto o vastissimo, altre sono al contrario estremamente localizzate e note soltanto in una o pochissime stazioni. Certe specie, come ad esempio molte di quelle del genere Carabus, sono particolarmente grandi e vistose e per questo sono oggetto di intensa caccia a scopo collezionistico e ci, in qualche caso, ha portato a un notevole decremento delle popolazioni o addirittura allestinzione locale; analogo discorso vale anche per alcune forme molto specializzate e localizzate che abitano nellambiente cavernicolo.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Cephalota circumdata leonschaeferi (Cassola, 1970)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Carabidae

Riconoscimento: specie di medie dimensioni (12-14 mm di lunghezza), con corpo snello ed elegante di colore bronzeo con ampi disegni bianchi; il torace coperto da grossi peli bianchi, mentre le zampe e le antenne sono bronzate o verdi con riflessi metallici. Le mandibole sono invece colore ambra. Habitat: specie strettamente alobia, vive gregaria sui terreni sabbiosi delle lagune costiere. Biologia ed ecologia: come tutte le cicindele italiane, una specie ad attivit diurna, predatrice dei pi svariati microinvertebrati, che cattura e divora con le possenti mandibole. La sua biologia poco nota.

Cephalota circumdata leonschaeferi


Foto P. Magrini

Distribuzione: questa sottospecie strettamente localizzata nella Francia meridionale (Hrault) e in Toscana (Laguna di Orbetello). Le altre sottospecie sono diffuse in Grecia, Bulgaria, Turchia, Spagna meridionale, Marocco, Tunisia, Sicilia, Sardegna e Puglia. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La sopravvivenza di questa entit nella Laguna di Orbetello, unica localit italiana nota, legata alla protezione di questo piccolo lembo di costa dalle conseguenze dellantropizzazione; la presenza nel medesimo ambiente di unoasi del W.W.F. consente di ben sperare sul futuro di questarea.

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ARSIA

Calosoma inquisitor (Linn, 1758)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Carabidae

Riconoscimento: specie piuttosto grande e robusta (15-27 mm di lunghezza), alata, con capo e pronoto neri, elitre di vario colore (bronzee, rameiche, verdi, nerobluastre, nero-violacee o nere), antenne e zampe nere; i tegumenti sono di regola a riflessi metallici. Strie elitrali ben marcate. I maschi hanno i primi quattro articoli dei tarsi anteriori dilatati (tre invece in Calosoma sycophanta). Habitat: la specie vive in boschi, foreste, coltivi e zone alberate, dalla pianura fino alle zone montane.
Calosoma inquisitor Biologia ed ecologia: come Calosoma Foto P. Magrini sycophanta, una attiva predatrice di bruchi e crisalidi di lepidotteri defoliatori, soprattutto limantridi e taumetopeidi, per cui va ritenuta di notevole importanza per la conservazione degli ambienti forestali. Si muove rapidamente sul terreno e in volo e si arrampica con notevole facilit su alberi e cespugli. La femmina depone, a partire da maggio, circa 50 uova; lo sviluppo dura nel complesso 40-60 giorni.

Distribuzione: entit a vasta distribuzione paleartica, presente, ma non ugualmente frequente, in tutta Italia, isole comprese. In Toscana segnalata finora solo a Sintigliano (Pieve Santo Stefano, Arezzo). Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. In Italia questo carabide appare solo localmente minacciato. Eventuali pericoli per la sua sopravvivenza sono costituiti dalla distruzione e dalla alterazione dei suoi ambienti vitali, principalmente a causa degli incendi.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Calosoma sycophanta (Linn, 1758)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Carabidae

Riconoscimento: specie piuttosto grande e robusta (22-35 mm di lunghezza), alata, con capo e pronoto neri a riflessi verdi, violacei o bluastri, elitre verdi brillanti a riflessi rameici, bronzei o dorati, zampe e antenne nere. Strie elitrali ben marcate. Occhi molto sporgenti. I maschi hanno i primi tre articoli dei tarsi anteriori dilatati (che sono invece quattro in C. inquisitor). Habitat: la specie vive in macchie, boschi, foreste, coltivi, frutteti e zone alberate, dalla pianura fino alle zone mediomontane.

Calosoma sycophanta
Foto P. Zabransky

Biologia ed ecologia: come Calosoma inquisitor, una attiva predatrice di bruchi e crisalidi di lepidotteri defoliatori, soprattutto limantridi e taumetopeidi, per cui va ritenuta di notevole importanza per la conservazione degli ambienti forestali. Si muove con agilit e rapidit sul terreno e in volo e si arrampica con notevole facilit su alberi e cespugli. Laccoppiamento avviene in giugno-luglio; lo sviluppo complessivo dura 30-50 giorni e gli adulti sfarfallano nella tarda estate, ma di regola svernano nel terreno. La durata della vita di 2-3 anni. Distribuzione: entit a vasta distribuzione paleartica, stata introdotta anche in Nord America per limitare la presenza dei lepidotteri nocivi alle essenze forestali. In Italia presente ovunque, isole comprese. Anche in Toscana citata per buona parte del territorio regionale. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. In Italia questa specie solo localmente minacciata. Eventuali cause di minaccia possono essere rappresentate dalla distruzione e dalla alterazione dei suoi ambienti vitali, soprattutto a causa degli incendi.

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ARSIA

Campalita algirica (Ghin, 1885)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Carabidae

Riconoscimento: specie piuttosto grande e robusta (30-40 mm di lunghezza), interamente di colore nero pece, con elitre a scultura brillante e con strie superficiali. Habitat: entit generalmente deserticola, in Italia vive in ambienti aridi, soprattutto su carduacee e cespugli bassi. Biologia ed ecologia: specie predatrice di bruchi e piccoli invertebrati, come ad esempio afidi e giovani di ortotteri. Trattandosi di una entit rara e localizzata, la sua biologia ed etologia sono tuttora poco conosciute.

Campalita algirica
Foto P. Magrini

Distribuzione: la specie distribuita in Turkestan, Iran e Africa settentrionale fino al Sahara centrale e allHoggar. In Italia stata raccolta, in pochissimi esemplari, solo in Sicilia, a Malta e in Toscana (Tombolo di Feniglia, Grosseto). Trattandosi di una specie buona volatrice, non si pu escludere che alcuni dei reperti italiani siano dovuti a trasporto passivo tramite forti venti di provenienza nord-africana. Grado di minaccia: la specie inserita negli allegati A e B della Legge Regionale n. 56/2000. una entit estremamente rara e localizzata, per cui deve ritenersi in pericolo in modo critico. Particolare causa di minaccia pu essere rappresentata dalla distruzione e alterazione dei suoi ambienti vitali a causa dellantropizzazione delle coste. Lunica localit in cui stata trovata in Toscana comunque inserita in unarea soggetta a protezione.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Campalita maderae (Fabricius, 1775)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Carabidae

Riconoscimento: specie piuttosto grande e robusta (20-35 mm di lunghezza), alata, con corpo interamente nero opaco, a eccezione delle fossette delle elitre e di uno strettissimo margine delle stesse, che sono di un brillante verde o verde-bluastro. Zampe e antenne sono nere. Le strie elitrali risultano piuttosto superficiali; le fossette sono piccole, ma abbastanza risaltanti in quanto fornite di riflessi metallici. Habitat: abita per lo pi in aree abbastanza aperte (campi, prati, pascoli, coltivi) ma talora anche in boschi radi, dalla pianura fino alle zone medio-montane.

Campalita maderae
Foto P. Magrini

Biologia ed ecologia: la biologia ed ecologia di questa specie sono ancora poco conosciute. Preda probabilmente larve di insetti, soprattutto lepidotteri e ortotteri nonch molluschi gasteropodi. Vive in prevalenza a terra, ma anche capace di volare con abilit. Lovodeposizione avviene in giugno e gli adulti compaiono in autunno, ma di regola svernano nella cella pupale. Distribuzione: la specie vive nellEuropa sud-occidentale, comprese numerose isole, Africa settentrionale e Asia sud-occidentale. In Italia presente un po ovunque, Sardegna e Sicilia comprese, tranne forse nellarea nord-orientale; risulta comunque sempre scarsa e sporadica. In Toscana, ove appare piuttosto rara, segnalata in alcune localit costiere e insulari (Migliarino; Isole del Giglio e di Pianosa) e nel Padule di Fucecchio. Grado di minaccia: la specie non attualmente inserita in alcuna normativa di protezione a livello regionale. In Toscana questa specie piuttosto rara e sporadica. La principale causa di minaccia rappresentata dalla distruzione e alterazione dei suoi ambienti di vita.

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ARSIA

Carabus clathratus antonellii Luigioni, 1921


Ordine: Coleoptera Famiglia: Carabidae

Riconoscimento: specie piuttosto grande e robusta (20-35 mm di lunghezza), di solito brachittera, con corpo interamente nero o bronzeo a riflessi verdi o grigio-scuri; zampe e antenne sono invece nere. Le elitre sono ampie, appiattite e con fossette piuttosto nette, di colore verde-dorato o rameico a riflessi metallici.

Carabus clathratus antonellii


Foto P. Zabransky

Habitat: una entit igrofila molto specializzata; vive in stagni, paludi, torbiere, acquitrini, prati umidi, risaie, soprattutto in pianura e bassa collina. Biologia ed ecologia: specie in prevalenza notturna, preda lepidotteri, larve di anuri, piccoli crostacei, larve di insetti; si nutre per anche di anfibi e molluschi morti. Molto amante dellacqua, pu rimanere in stato di immersione anche per unora. Lovodeposizione avviene da maggio ad agosto, allo scoperto su suolo bagnato, e gli adulti compaiono in estate. Il periodo di vita attiva va in genere da aprile ad agosto. Distribuzione: la specie ampiamente distribuita in Europa e Asia. La sottospecie antonellii invece endemica italiana ed sinora nota soltanto nelle regioni settentrionali e in quelle centrali fino al Lazio. Grado di minaccia: la specie inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Un tempo piuttosto frequente in buona parte del suo areale italiano e in Toscana, questo carabide ormai divenuto raro e in molte stazioni risulta del tutto scomparso. La principale causa di minaccia rappresentata dalla bonifica e dal degrado degli ambienti umidi e dallinquinamento delle acque. In qualche caso la notevole diminuzione della densit popolazionale stata determinata anche dalla raccolta di esemplari a scopi collezionistici.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Carabus granulatus interstitialis Duftschmid, 1812


Ordine: Coleoptera Famiglia: Carabidae

Riconoscimento: specie di media grandezza (17-27 mm di lunghezza), robusta, di solito brachittera, con corpo interamente nero, bronzeo o bronzeo-nero, con riflessi verdastri o grigiastri. Le antenne sono bruno-nerastre, le zampe nere. Le elitre appaiono allungate e appiattite. Habitat: una specie prevalentemente igrofila; vive presso stagni, paludi, fossi, canali, torbiere, acquitrini, prati umidi, ma talora stata trovata anche in boschi, orti e giardini, soprattutto in pianura e collina.

Carabus granulatus interstitialis


Foto P. Magrini

Biologia ed ecologia: specie in prevalenza notturna, preda principalmente molluschi, insetti e anellidi. Lovodeposizione avviene da aprile ad agosto e gli adulti schiudono in estate. Il periodo di vita attiva va in genere dalla primavera alla met dellautunno; sverna, talora insieme a molti altri individui della specie, in ceppaie e tronchi marcescenti o nei cigli dei sentieri. Distribuzione: la specie nel suo complesso ampiamente distribuita in Europa e in Asia; stata introdotta anche nellAmerica settentrionale. La sottospecie interstitialis propria della penisola italiana e dellEuropa sud-orientale fino alla Grecia; assente in Sicilia e Sardegna, ma presente in Corsica. In Toscana segnalata soprattutto nella parte settentrionale della regione. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Un tempo piuttosto frequente in buona parte del suo areale italiano e in Toscana, questa entit si fatta via via pi scarsa e localizzata. La principale causa di minaccia rappre sentata dalle bonifiche e dal degrado degli ambienti umidi. In qualche caso la diminuzione della densit popolazionale stata determinata anche dalla raccolta di esemplari a scopi collezionistici.

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ARSIA

Carabus italicus italicus Dejean, 1826


Ordine: Coleoptera Famiglia: Carabidae

Riconoscimento: specie di media grandezza (16-27 mm di lunghezza), robusta, con corpo interamente bronzeo, bronzeo-rameico o bronzeo-bruno, spesso con riflessi verdi sul margine delle elitre, sul pronoto e nelle fossette elitrali. Le zampe e le antenne sono nere o bruno-nerastre. Le elitre sono pi larghe nelle femmine, pi strette e subparallele nei maschi. Habitat: una specie igrofila; vive in prati umidi, marcite, risaie, aree coltivate aperte, rive di fossi e canali, radure di boschi umidi soprattutto in pianura, ma segnalata fino a 1500 m.

Carabus italicus italicus


Foto P. Magrini

Biologia ed ecologia: specie in prevalenza notturna, come gli altri Carabus preda invertebrati di piccole e medie dimensioni, soprattutto molluschi e anellidi. Lovodeposizione avviene in primavera ed estate; il periodo di attivit concentrato pi che altro nei mesi primaverili e autunnali. Libernazione avviene nel suolo, di solito nel terreno o in ceppi e tronchi marcescenti, spesso in prossimit dellacqua. Distribuzione: la specie endemica italiana, a distribuzione alpino-appenninica. La sottospecie qui trattata propria dellItalia settentrionale, fino allAppennino tosco-emiliano; in Toscana nota di alcune stazioni appenniniche delle province di Arezzo (Sasso di Simone, Sestino) e Firenze (Pietramala, Firenzuola). Per il Giglio stata segnalata la presenza della ssp. rostagnoi Luigioni, che sembra per del tutto scomparsa dallisola. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. C. italicus appare assai raro e localizzato in Toscana e non si hanno notizie recenti e attendibili circa la consistenza e tendenza delle popolazioni. La principale causa di minaccia rappresentata dalle bonifiche e dal degrado degli ambienti umidi in cui vive.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Carabus alysidotus Illiger, 1798


Ordine: Coleoptera Famiglia: Carabidae

Riconoscimento: specie di media grandezza (20-24 mm di lunghezza), robusta, alata, con corpo interamente bruno-rameico o bronzeo a riflessi verdidorati, con il margine elitrale rameico-rossastro o dorato. Zampe nere e antenne bruno-nerastre. Habitat: una specie luticola e igrofila molto specializzata. Si rinviene presso stagni, paludi, torbiere, acquitrini, prati umidi, risaie, soprattutto in pianura e collina; pu superare comunque i 1000 m di quota.
Carabus alysidotus Biologia ed ecologia: specie in prevalenza crepuFoto P. Magrini scolare e notturna, preda soprattutto molluschi, anellidi, piccoli crostacei e larve di insetti. Molto amante dellacqua, pu rimanere in stato di immersione anche per un quarto dora. Lovodeposizione avviene in primavera e gli adulti schiudono in estate. Il periodo di vita attiva di regola primaverile e autunnale, ma in certe localit si svolge prevalentemente fra dicembre e marzo.

Distribuzione: la specie unentit nord-mediterranea occidentale, diffusa dalla Linguadoca alla porzione tirrenica centro-meridionale. In Italia presente dallAppennino tosco-emiliano fino allAbruzzo e alla Campania; sembra assente in Liguria. In Toscana C. alysidotus segnalato un po ovunque, compresa lIsola dElba, ma appare quasi ovunque in notevole diminuzione; allIsola del Giglio sembra ormai del tutto scomparso. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Un tempo piuttosto frequente in buona parte del suo areale italiano e in Toscana, questa specie ormai divenuta rara e localizzata e in molte localit del tutto scomparsa. La principale causa di minaccia rappresentata dallantropizzazione, dalla bonifica e dal degrado degli ambienti umidi e dal linquinamento delle acque.

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ARSIA

Carabus cancellatus emarginatus Duftschmid, 1812


Ordine: Coleoptera Famiglia: Carabidae

Riconoscimento: specie mediamente grande e robusta (18-33 mm di lunghezza), caratterizzata da una colorazione quanto mai variabile: rameica, bronzea, verde, verde-dorata, nero-bluastra, nero-verdastra. Antenne e zampe nere. Le elitre sono ovali, allungate e convesse. Habitat: vive soprattutto negli ambienti erbosi aperti, ma stato rinvenuto anche nelle radure e allinterno dei boschi, dalla pianura fino a circa 2000 metri. Talora appare pure frequente Carabus cancellatus emarginatus nelle aree coltivate.
Foto P. Magrini

Biologia ed ecologia: specie in prevalenza notturna, ma talora attiva anche di giorno con tempo umido e cielo coperto. Si nutre di molluschi, anellidi, insetti e loro larve e in qualche caso di piccoli vertebrati morti e di frutti marcescenti. Laccoppiamento avviene in primavera e in estate e le uova sono deposte da maggio ad agosto; gli adulti sfarfallano fra la fine dellestate e linizio dellautunno. Il periodo di vita attiva va da aprile a settembre, libernazione da ottobre a marzo, spesso in tronchi marcescenti. Distribuzione: specie ampiamente distribuita in Europa e in Asia, dai Pirenei alla Mongolia e alla Siberia; stata importata anche nellAmerica settentrionale. In Italia, ove rappresentata dalla sottospecie emarginatus, diffusa nellarea alpina e prealpina e, allo stato di relitto glaciale, nellAppennino tosco-emiliano. In Toscana segnalata soltanto in poche stazioni nellarea appenninica a cavallo fra le province di Arezzo e Firenze. Grado di minaccia: la specie attualmente non inserita in alcun elenco di specie protette. Per quanto riguarda lAppennino, si tratta di una entit relitta e rara, per cui va considerata minacciata in maniera critica qualora vengano distrutti e alterati i suoi ambienti vitali.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Carabus morbillosus Fabricius, 1792


Ordine: Coleoptera Famiglia: Carabidae

Riconoscimento: specie mediamente grande (26-35 mm di lunghezza), robusta, di solito brachittera, con testa relativamente piccola. Il corpo pu avere una colorazione bronzea, rameica, rameico-bronzea, bronzeo-verde, verde o verde-nerastra, con i margini elitrali a riflessi pi nettamente verdi metallici. Zampe e antenne sono invece nere. Habitat: una entit euriecia caratteristica soprattutto di zone aperte a clima caldo e con vegetazione xerica o mediterranea; frequenta per anche ambienti coltivati e giardini, fino allinterno delle aree urbane, fino a circa 1000 m di quota.

Carabus morbillosus
Foto P. Magrini

Biologia ed ecologia: si nutre in prevalenza di molluschi. Lovodeposizione avviene da novembre a gennaio e gli adulti schiudono in pieno inverno. Il periodo di vita attiva va di regola dallautunno alla successiva primavera. Durante i mesi pi caldi e aridi ha spesso luogo un periodo di estivazione; libernazione invece assente o assai breve. Distribuzione: la specie nel suo complesso distribuita nellarea mediterranea occidentale, essendo presente nella Spagna e Francia meridionali, nellAfrica nord-occidentale, nellItalia meridionale e centrale e in alcune isole mediterranee. In Italia segnalata in Sardegna, Sicilia, Corsica, Isole Pelagie, Eolie, Egadi, Calabria e Toscana, nella quale stata di recente osservata nel Padule di Scarlino e a Follonica, ove probabilmente sopravvive allo stato relitto. Grado di minaccia: la specie inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La sua presenza in Toscana alquanto sporadica, ma non escluso che possa trovarsi anche in altre stazioni. Potenziali cause di minaccia sono lantropizzazione e il degrado ambientale.

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ARSIA

Eurynebria complanata (Linn, 1767)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Carabidae

Riconoscimento: specie di medie dimensioni (17-24 mm di lunghezza), alata, con corpo largo e appiattito, testa grossa, torace trasverso e largo alla base. Il colore dei tegumenti giallo pallido, tendente a volte al biancastro o al giallo arancio; sulle elitre sono presenti disegni neri irregolari, pi o meno evidenti a seconda delle varie popolazioni.

Eurynebria complanata
Foto S. Bambi

Habitat: strettamente alobia, vive sulle spiagge e sulle dune del litorale marino; in prevalenza notturna, di giorno predilige nascondersi sotto i cumuli di alghe, il legno spiaggiato, le pietre, le carcasse di pesci o di altri animali. Biologia ed ecologia: si tratta di una specie ad attivit notturna che, sia allo stato adulto sia a quello larvale, preda piccoli invertebrati, in particolare crostacei anfipodi dei generi Talitrus e Talorchestia. Distribuzione: la specie distribuita sulle coste atlantiche di Inghilterra, Francia, Penisola Iberica e sulle coste mediterranee dellEuropa sudoccidentale e del Maghreb. In Italia segnalata per gran parte del territorio costiero, comprese la Sicilia e la Sardegna. In Toscana si ritrova ancora sulle spiagge meglio conservate del grossetano; molto pi rara risulta invece lungo le coste settentrionali. Una vecchia citazione per lIsola del Giglio non ha avuto conferme recenti. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Entit molto comune in passato, divenuta progressivamente sempre pi rara e minacciata soprattutto a causa dellantropizzazione delle spiagge sabbiose (stabilimenti balneari, attivit nautiche, eliminazione della vegetazione alofila e dei materiali spiaggiati) e dellinquinamento marino.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Nebria apuana Busi & Rivalta, 1980


Ordine: Coleoptera Famiglia: Carabidae

Riconoscimento: specie di dimensioni medie (10 -15 mm di lunghezza), con corpo appiattito, capo e torace di colore bruno, elitre nerastre, zampe e antenne rossastre. In Toscana non esistono specie affini, mentre troviamo forme con simili caratteristiche morfologiche ed ecologiche in Basilicata (Nebria pennisii Magrini) e in Abruzzo (Nebria orsinii orsinii Villa e N. orsinii aprutiana Bnninger). Habitat: specie strettamente frigofila, vive nelle grotte e ai margini delle nevi; comunque possibile reperirla anche in piccole cavit o fenditure, frequenti nei piani di cava di marmo.

Nebria apuana
Foto P. Magrini

Biologia ed ecologia: come la maggior parte dei carabidi, una specie predatrice di piccoli invertebrati. In grotta la si pu incontrare tutto lanno, anche a notevoli profondit ( stata accertata fino a - 350 m); ai margini delle nevi la si pu trovare invece sotto le pietre solo nel periodo primaverile. da considerare una forma relitta, sopravvissuta in ambienti con particolari caratteristiche igro-termiche alla fine dellultimo periodo glaciale. Distribuzione: la specie endemica delle Alpi Apuane. Finora stata trovata solo sul Monte Altissimo e sul Monte Pania della Croce. Grado di minaccia: la specie inserita (come sottospecie di Nebria orsinii) negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. N. apuana minacciata soprattutto dalle alterazioni del suo ambiente vitale (in particolare dalla distruzione delle cavit naturali a opera delle cave di marmo) e dallinquinamento del suolo e delle acque dei piani di cava a causa degli olii minerali impiegati per il taglio del marmo.

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ARSIA

Typhloreicheia montisneronis Binaghi, 1942 T. mingazzinii Magrini & Vanni, 1990 T. ilvensis Holdhaus, 1924 T. maginii Magrini & Vanni, 1990 T. andreinii Dodero, 1916 T. damone Holdhaus, 1924
Ordine: Coleoptera Famiglia: Carabidae

Riconoscimento: specie di dimensioni molto piccole (2,1-2,7 mm di lunghezza), microttere, anoftalme, di colore giallo-rossiccio uniforme, distinguibili fra loro in maniera certa solo in base allesame dellorgano copulatore maschile. Fra queste specie lunica che pu essere distinta in base alla sola morfologia esterna risulta essere T. andreinii, che ha il corpo e le docce laterali elitrali particolarmente allargati. Habitat: T. andreinii, T. damone e T. montisneronis vivono nella lettiera degli alberi nei boschi di quercia; T. ilvensis e T. maginii si rinvengono

Typhloreicheia maginii
Foto P. Magrini

Typhloreicheia montisneronis

Typhloreicheia mingazzinii

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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fra le foglie morte delle fitte boscaglie di macchia mediterranea; T. mingazzinii vive invece nella lettiera e sotto le pietre in boschi di latifoglie. Biologia ed ecologia: si tratta di specie predatrici di piccoli invertebrati. La loro biologia sconosciuta. Distribuzione: T. montisneronis diffusa sullAppennino umbro-marchigiano e romagnolo; in Toscana per il momento segnalata solo sullAlpe della Luna, in provincia di Arezzo. T. mingazzinii specie endemica dellAppennino tosco-emiliano e romagnolo; T. ilvensis endemica dellIsola dElba ed diffusa in quasi tutta lisola; T. maginii endemica dellIsola dElba e per ora conosciuta solo nella localit tipica, Rio Marina; T. andreinii strettamente localizzata sul Poggio di Moscona, nei dintorni di Grosseto, che rappresenta unantica isola fossile; T. damone distribuita lungo la costa tirrenica toscana e laziale, dal Monte Massoncello alla Selva del Lamone. Grado di minaccia: tutte le specie del genere Typhloreicheia sono inserite negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000, con lesclusione di T. montisneronis. T. mingazzinii, T. damone e T. montisneronis presentano un areale di diffusione abbastanza ampio e quindi non risultano a rischio elevato. T. ilvensis risulta minacciata soprattutto dai frequenti incendi che colpiscono lIsola dElba, dai disboscamenti e dallantropizzazione, ma essendo comunque abbastanza diffusa non da ritenersi ancora in pericolo in maniera critica. T. maginii una specie rara, che deve ritenersi in pericolo in modo critico per il ristrettissimo areale di diffusione (le cause di minaccia sono rappresentate soprattutto da incendi, antropizzazione, inquinamento ambientale e disboscamenti). T. andreinii una

Typhloreicheia ilvensis

Typhloreicheia maginii

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Typhloreicheia andreinii

Typhloreicheia damone

specie estremamente rara, da considerarsi in pericolo in maniera critica dato che non viene pi ritrovata da molti anni. Il parziale disboscamento del Poggio Moscona e la costante presenza su di esso di cinghiali, bovini e ovini allo stato brado hanno alterato in maniera considerevole il suolo boschivo di questo ristrettissimo ambiente.

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Dyschirius chalceus (Erichson, 1837)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Carabidae

Riconoscimento: specie di dimensioni piccole (5-5,6 mm di lunghezza), con corpo molto convesso e di colore nerastro. Nellambito dei carabidi della trib dei Dischirini rappresenta comunque una delle specie pi grandi della fauna italiana; le altre entit di questo genere presenti in Italia sono infatti comprese, nella maggior parte dei casi, fra 2 e 4 mm di lunghezza. Habitat: zone umide e palustri, sponde dei canali, foci dei fiumi. Biologia ed ecologia: si tratta di una specie predatrice di microinvertebrati, spesso gregaria. La sua biologia pressoch sconosciuta.
Dyschirius chalceus
Foto P. Magrini

Distribuzione: la specie da considerarsi un elemento microtermofilo a gravitazione settentrionale ed diffusa in Europa e Asia fino alla regione del Lago Bajkal. Nellarea mediterranea stata trovata solo nella Francia meridionale e in Italia, dove stata recentemente raccolta a San Rossore, unica stazione attualmente conosciuta con certezza per il nostro Paese. Grado di minaccia: D. chalceus attualmente non inserito in alcuna lista di specie protette. Esso minacciato pi che altro dallantropizzazione, dalla bonifica e dal degrado dei luoghi umidi e dallinquinamento delle coste. Se ne raccomanda linserimento tra le specie oggetto di tutela, sia a livello regionale, sia a quello nazionale.

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Clinidium canaliculatum (Costa, 1839)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Carabidae

Riconoscimento: specie di dimensioni piccole (6-8 mm di lunghezza), appartenente alla sottofamiglia dei Rhysodidae, che presentano un aspetto singolare, piuttosto diverso da quello classico degli altri carabidi e che ricorda invece quello caratteristico di altre famiglie, come tenebrionidi e brentidi. Il corpo infatti stretto e convesso, lucido, con antenne moniliformi ed elitre percorse da robuste coste. Il maschio normalmente dotato di occhi mentre la femmina anoftalma. Habitat: la specie vive in pianura e nelle zone montuose, nel terreno, sotto le pietre e nei tronchi marcescenti.
Clinidium canaliculatum
Foto P. Magrini

Biologia ed ecologia: non si hanno precise conoscenze al riguardo. Distribuzione: la specie distribuita dallAppennino ligure a quello calabro-lucano, ma segnalata anche in Sicilia. Per la Toscana non si hanno segnalazioni recenti e la distribuzione appare discontinua. Grado di minaccia: C. canaliculatum inserito nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Non si hanno notizie circa la consistenza e la tendenza delle popolazioni toscane. La specie risulta minacciata soprattutto dalla distruzione e alterazione dei suoi ambienti di vita, causate dai disbosca menti, dagli incendi, dallinquinamento e dalla crescente antropizzazione.

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Asaphidion festivum (Jacquelin du Val, 1851)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Carabidae

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (4-4,5 mm di lunghezza), alata e ottima volatrice, con il corpo di colore rameico vivo con marmorizzazioni verdi, blu e bronzee. La testa e gli occhi, come in tutti i rappresentanti di questo genere, sono in proporzione piuttosto grandi. Habitat: vive lungo i ruscelli e le pozze di acqua stagnante, sia in pianura sia in montagna. Biologia ed ecologia: come la maggior parte dei carabidi, si tratta di unentit predatrice di piccoli invertebrati. La sua biologia pressoch sconosciuta.

Asaphidion festivum
Foto P. Magrini

Distribuzione: entit circumtirrenica, sempre rara, presente solamente in Corsica, Sardegna e Toscana; in questultima regione stata osservata sulle Alpi Apuane, sul Monte Cetona e sul Monte Argentario. Grado di minaccia: la specie attualmente non inserita in alcuna lista di protezione. Si tratta di una entit rara, localizzata in Toscana in poche stazioni; da ritenersi pertanto minacciata in maniera critica, soprattutto in conseguenza del diffuso degrado delle residue aree umide e della crescente antropizzazione. Se ne raccomanda linserimento fra le specie protette, almeno a livello regionale.

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Hypotyphlus bastianinii Magrini & Vanni, 1995


Ordine: Coleoptera Famiglia: Carabidae

Riconoscimento: specie di piccolissime dimensioni (1,3 -1,6 mm di lunghezza), microttera, priva di occhi, con corpo appiattito, di colore giallo chiaro uniforme. Habitat: vive sotto le pietre interrate, preferibilmente di grosse dimensioni, in terreni argillosi, ai margini dei boschi e nelle praterie. Biologia ed ecologia: come molti altri carabidi, una specie predatrice di piccoli invertebrati. La sua biologia del tutto sconosciuta.
Hypotyphlus bastianinii

Distribuzione: questa entit endemica della fascia costiera grossetana; finora stata trovata solo in tre localit (Giuncarico, Follonica e Monterotondo).

Foto P. Magrini

Grado di minaccia: H. bastianinii inserito negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Si tratta di una specie rara, localizzata in una fascia di territorio molto ristretta e soggetta a crescente antropizzazione; da ritenersi pertanto minacciata in maniera critica. Cause di minaccia sono in particolare il degrado e lalterazione del suo ambiente vitale e la trasformazione di vaste aree a scopo turistico e residenziale.

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Trechus tyrrhenicus Jeannel, 1927


Ordine: Coleoptera Famiglia: Carabidae

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (3,5-4,2 mm di lunghezza), alata o microttera, di colore bruno-rossiccio, con zampe e antenne giallastre. Habitat: vive nella lettiera dei boschi e sotto le pietre. Biologia ed ecologia: si tratta di una specie prevalentemente silvicola, predatrice, come molti altri carabidi, di piccoli invertebrati. La sua biologia praticamente sconosciuta. Distribuzione: questo Trechus era segnalato solo in Sardegna e Corsica, nelle quali risulta relativamente comune; solo di recente stato raccolto anche in Toscana, in provincia di Livorno (Suvereto), dove peraltro appare assai raro.

Trechus tyrrhenicus
Foto P. Magrini

Grado di minaccia: la specie attualmente non inserita in alcuna lista di protezione. Si tratta di una entit poco comune, che deve ritenersi in Toscana in pericolo in modo critico per la ristrettissima area di diffusione. Cause di minaccia possono essere rappresentate dalla distruzione e alterazione dei boschi e dalla crescente antropizzazione. Se ne raccomanda linserimento fra le specie protette a livello regionale.

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Trechus doderoi doderoi Jeannel, 1927 T. doderoi taitii Magrini, 1989


Ordine: Coleoptera Famiglia: Carabidae

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (in media circa 4 mm di lunghezza), attera, con corpo di colore rossastro e zampe e antenne gialle. Le due sottospecie sono distinguibili in maniera certa solo in base allesame dellorgano copulatore maschile. Habitat: vivono nella lettiera dei boschi di latifoglie, sotto i detriti vegetali nelle praterie, sotto le pietre, nei canali umidi; si tratta di insetti prevalentemente montani, ma presenti anche in alcune zone collinari. Biologia ed ecologia: specie predatrice di piccoli invertebrati, come la maggior parte degli altri carabidi. La sua biologia sconosciuta.

Trechus doderoi doderoi


Foto P. Magrini

Trechus doderoi doderoi

Trechus doderoi taitii

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Distribuzione: una specie endemica appenninica. La sottospecie doderoi esclusiva dellAppennino tosco-emiliano e tosco-romagnolo; la sottospecie taitii ha invece una distribuzione pi meridionale, essendo segnalata in Abruzzo, Lazio e Toscana meridionale. Grado di minaccia: la sottospecie T. doderoi doderoi inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000, la sottospecie T. doderoi taitii, invece, non attualmente inserita in alcuna lista di protezione. T. doderoi una specie poco comune, ma non risulta ancora gravemente minacciata; il disboscamento pu comunque influire negativamente sulla consistenza delle sue popolazioni.

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Trechus zangherii Jeannel, 1927


Ordine: Coleoptera Famiglia: Carabidae

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (3,5 -4,2 mm di lunghezza), attera, di colore nero, con zampe e antenne giallo-biancastre. Habitat: si nasconde sotto pietre, spesso anche di piccole dimensioni, nelle foreste o ai loro margini. diffusa in quota, generalmente al di sopra dei 1300 metri. Biologia ed ecologia: si tratta di una specie predatrice, precoce, frigofila, spesso rinvenibile presso le nevi. La sua biologia praticamente sconosciuta.
Trechus zangherii

Distribuzione: specie endemica dellAppennino settentrionale e di parte di quello centrale (Toscana, EmiliaRomagna, Umbria, Marche).

Foto P. Magrini

Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Si tratta di un Trechus poco comune, ma che non risulta per ora gravemente minacciato; il disboscamento e lalterazione ambientale possono comunque influire negativamente sulla consistenza delle sue popolazioni. Anche i mutamenti climatici, con la conseguente riduzione dellinnevamento, potrebbero avere serie ripercussioni sulla densit popolazionale di questa specie.

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Trechus solarii Jeannel, 1921


Ordine: Coleoptera Famiglia: Carabidae

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (3,5 - 4,2 mm di lunghezza), attera, di colore nero, con zampe e antenne giallastre. Habitat: vive nella lettiera delle faggete e sotto le pietre. Biologia ed ecologia: si tratta di una entit strettamente silvicola, predatrice di piccoli invertebrati, generalmente rara (per molti anni si dubitato addirittura della sua esistenza dato che, fino a pochi anni fa, non era stata pi raccolta dopo la descrizione). Tende a divenire gregaria con condizioni climatiche per essa favorevoli, cio dopo forti temporali estivi e autunnali.

Trechus solarii
Foto P. Magrini

Distribuzione: questa specie endemica del Monte Amiata; appare generalmente pi frequente nella zona cacuminale. Grado di minaccia: la specie inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Si tratta di una entit poco comune, che deve ritenersi in pericolo in modo critico per il ristrettissimo areale di diffusione; le cause di minaccia sono rappresentate da incendi, antropizzazione, inquinamento ambientale e disboscamento. Lulteriore sfruttamento turistico del Monte Amiata, con la creazione di nuove piste da sci e la costruzione di strutture di vario tipo a esse in qualche modo connesse, potrebbe influire negativamente sulla densit popolazionale della specie.

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Duvalius casellii briani (Mancini, 1912) D. casellii carrarae Jeannel, 1928 D. vallombrosus Rasetti & Rasetti, 1920 D. degiovannii degiovannii Magrini & Vanni, 1985 D. iolandae Magrini & Vanni, 1989 D. annamariae Vanni & Magrini, 1989 D. apuanus apuanus (Dodero, 1917) D. apuanus intermedius (Rasetti & Rasetti, 1921) D. apuanus lanzai Straneo, 1943 D. apuanus rasettii (Dodero, 1917) D. andreinii (Gestro, 1907) D. brucki brucki (Piccioli, 1870) D. brucki maginii Magrini, 1976 D. guareschii guareschii Moscardini, 1949 D. guareschii montemurroi Vanni & Magrini, 1986 D. guareschii angelae Vanni & Magrini, 1984 D. menozzii bernii Vanni & Magrini, 1986 D. menozzii magrinii Vanni & Lanza, 1983 D. menozzii mugellii Magrini, 1982 D. jureceki jureceki (Dodero, 1917) D. jureceki maginianus Magrini & Vanni, 1984 D. bianchii bianchii Jeannel, 1928 D. bianchii cycnus Busi & Rocca, 1983
Ordine: Coleoptera Famiglia: Carabidae

Riconoscimento: le 12 specie toscane del genere Duvalius (suddivise in 23 entit fra specie e sottospecie) sono di taglia medio-piccola o piccola (4,5-7 mm di lunghezza). Tutte risultano attere, anoftalme e depigmentate; diverso comunque, nelle varie forme, il grado di specializzazione per lambiente sotterraneo, che si manifesta pi che altro a livello del maggiore o minore allungamento di zampe e antenne. La uniforme colorazione bruno-rossiccia del corpo quella propria della chitina non colorata. Lidentificazione a livello specifico e sottospecifico dei rappresentanti del genere avviene soprattutto in base allesame dellapparato copulatore maschile. Habitat: i Duvalius presenti in Toscana sono entit igrofile molto specializzate. Varie specie e sottospecie sono state raccolte per ora solo in grotta, altre frequentano le cavit sotterranee, ma sono presenti anche in ambienti con analoghe condizioni di umidit e temperatura (fessure del

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Duvalius brucki brucki


Foto P. Magrini

Duvalius menozzii magrinii


Foto P. Magrini

suolo, sotto massi profondamente interrati, cumuli di pietre lungo piccoli corsi dacqua e nei boschi, aree ai margini delle nevi); poche sono state invece trovate soltanto in sede endogea. Biologia ed ecologia: come buona parte degli altri carabidi, i Duvalius si nutrono di piccoli invertebrati che rinvengono nel loro ambiente vitale. La biologia delle specie toscane del genere pressoch sconosciuta.

Distribuzione: i rappresentanti del genere Duvalius sono distribuiti in Toscana solo nella porzione del territorio regionale a nord del fiume Arno; le province interessate sono quelle di Massa Carrara, Lucca, Pistoia, Prato, Firenze e Arezzo. Alcune entit hanno un areale puntiforme, altre sono note di territori un po pi ampi, sempre comunque di estensione abbastanza limitata.

Duvalius andreinii

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Duvalius apuanus apuanus Duvalius apuanus intermedius Duvalius apuanus lanzai s Duvalius apuanus rasettii
v

Duvalius bianchii bianchii

Duvalius bianchii cycnus

Duvalius brucki brucki

Duvalius casellii briani

Duvalius brucki maginii

Duvalius casellii carrarae

Sette delle dodici specie (vallombrosus, degiovannii, annamariae, apuanus, andreinii, brucki, jureceki) sono endemiche toscane, le rimanenti risultano invece in comune con regioni confinanti (Liguria ed EmiliaRomagna); tutte le sottospecie, a eccezione di D. guareschii guareschii, sono esclusive del territorio toscano. Per un dettagliato esame della distribuzione delle varie specie e sottospecie di questo genere in Toscana si rimanda alle cartine delle diverse entit.

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s vv v

Duvalius guareschii guareschii


Duvalius guareschii montemurroi v Duvalius guareschii angelae

Duvalius vallombrosus Duvalius annamariae Duvalius iolandae

Duvalius degiovannii degiovannii


s v

Duvalius menozzii magrinii


Duvalius menozzii bernii v Duvalius menozzii mugellii

Duvalius jureceki jureceki

Duvalius jureceki maginianus

Grado di minaccia: tutte le specie e sottospecie toscane sono inserite negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Come gi detto, molti Duvalius toscani hanno un areale pi o meno ristretto, ma, dato lambiente in cui vivono, nessuno di essi sembra correre al momento gravi pericoli. Potrebbero comunque avere un certo peso sulla densit delle popolazioni lalterazione e la distruzione dellambiente cavernicolo, il taglio dei boschi, la turisticizzazione delle grotte e leccessiva raccolta di esemplari a scopo collezionistico.

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Pogonus meridionalis Dejean, 1828


Ordine: Coleoptera Famiglia: Carabidae

Riconoscimento: specie di dimensioni medio-piccole (5-8 mm di lunghezza), lucida, convessa, di colore nero metallico, spesso con riflessi bluastri o bronzati; gli occhi sono grandi e sporgenti. Habitat: frequenta le spiagge e le zone umide costiere, spesso insieme ad altre specie dello stesso genere. Biologia ed ecologia: come la maggior parte degli altri carabidi, una specie predatrice di piccoli invertebrati. La sua biologia sconosciuta.
Pogonus meridionalis Foto P. Magrini Distribuzione: la specie diffusa lungo le coste mediterranee dellEuropa sud-occidentale. Per quanto riguarda lItalia, indicata sulla base di vecchie citazioni per le isole maggiori, ma stata rinvenuta con certezza solo in alcune localit del grossetano, dove stata raccolta recentemente.

Grado di minaccia: la specie non attualmente inserita in alcuna lista di protezione. Si tratta di una entit rara, localizzata in Toscana in una fascia di territorio molto ristretta; quindi da considerare fra le specie minacciate in maniera critica, soprattutto a causa della bonifica delle aree palustri e lagunari costiere, del degrado delle residue aree umide e della crescente antropizzazione. Se ne raccomanda pertanto linserimento fra le specie protette sia a livello regionale, sia a quello nazionale.

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Stomis roccai mancinii Schatzmayr, 1925


Ordine: Coleoptera Famiglia: Carabidae

Riconoscimento: specie di dimensioni medio-piccole (9-11 mm di lunghezza), con corpo allungato e convesso di colore bruno-nerastro; le zampe e le antenne sono leggermente pi rossastre. In questo genere sono caratteristici il torace, molto stretto e sinuato, e le mandibole, notevolmente allungate. Le elitre sono fortemente striate e punteggiate. Habitat: si tratta di una specie montana (800-1200 m), localizzata nei boschi e canaloni umidi, ove rinvenibile generalmente sotto grosse pietre.

Stomis roccai mancinii


Foto P. Magrini

Biologia ed ecologia: come la maggior parte dei carabidi, una specie predatrice di piccoli invertebrati. La sua biologia praticamente sconosciuta. Distribuzione: la specie endemica italiana. La sottospecie mancinii propria delle Alpi Apuane, dellAppennino Ligure orientale e dellAppennino tosco-emiliano; la sottospecie nominale invece esclusiva delle Prealpi Biellesi. Grado di minaccia: la specie inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Dato lareale piuttosto ristretto, la sottospecie potrebbe essere minacciata dalla distruzione del suo ambiente di vita, in particolare dalla eliminazione e dalla alterazione delle faggete e dei luoghi umidi di alta montagna.

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Microderes scaritides Sturm, 1818


Ordine: Coleoptera Famiglia: Carabidae

Riconoscimento: specie di dimensioni medio-piccole (8-10 mm di lunghezza), con corpo poco convesso di colore nero, antenne e palpi rossastri, zampe nere. Caratteristici sono la testa (di grosse dimensioni) e gli angoli posteriori del torace (ampiamente arrotondati), che fanno vagamente somigliare questa specie ai carabidi del genere Scarites, da cui il nome specifico; in realt laspetto pi vicino a quello di un piccolo Acinopus (Harpalinae). Habitat: zone umide e palustri, sponde dei canali, foci dei fiumi. Biologia ed ecologia: la biologia della specie praticamente sconosciuta. Distribuzione: la specie distribuita in Europa centrale e meridionale, Crimea, Asia Minore, Caucaso, Algeria. In Italia presente un po ovunque, compresa la Sardegna. Per la Toscana segnalata con certezza solo per lIsola del Giglio. Grado di minaccia: M. scaritides inserito nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Non si hanno notizie recenti circa lo status della popolazione toscana del Giglio e la sua tendenza. Dati il ristretto territorio abitato in Toscana e le sue esigenze ecologiche, esso minacciato soprattutto dallantropizzazione, dalla bonifica e dalla alterazione dei luoghi umidi e dallinquinamento delle coste.
Microderes scaritides Foto P. Magrini

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Epomis circumscriptus (Duftschmid, 1812)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Carabidae

Riconoscimento: si tratta di una specie di dimensioni medio-grandi (18-25 mm di lunghezza); il corpo, piuttosto convesso, di colore verde-nerastro con qualche riflesso metallico e con le elitre marginate di giallo, mentre zampe, antenne e palpi sono giallo-arancio. Habitat: specie ripicola e luticola, legata a terreni paludosi e lacustri, canneti e piccoli ruscelli. Qualche volta stata trovata anche in ambienti abbastanza degradati. Biologia ed ecologia: una specie predatrice di altri piccoli invertebrati. La sua biologia poco nota; sembra comunque attiva soprattutto nei mesi primaverili e autunnali.

Epomis circumscriptus
Foto P. Magrini

Distribuzione: la specie diffusa nellarea mediterranea e in buona parte dellAfrica. In Italia ampiamente distribuita sia nella parte continentale sia in quella insulare, anche se quasi sempre piuttosto rara. In Toscana presente tanto lungo lAppennino quanto in pianura, prevalentemente lungo la costa tirrenica; segnalata anche per alcune isole dellArcipelago Toscano (Isola del Giglio e Isola di Capraia). Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Essa minacciata in particolare dalla bonifica e dallinquinamento delle zone umide e, in conseguenza di questo, divenuta decisamen te pi rara e localizzata negli ultimi anni.

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Metadromius nanus (Fiori, 1914)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Carabidae

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (in media 2,5 mm di lunghezza), alata, con corpo appiattito, capo e torace di colore bruno o nero, elitre brunastre con due grandi macchie giallo-rossicce (una apicale e una omerale) e zampe e antenne di colore giallastro. Habitat: vive in aree secche e aride, a bassa o media quota; si rinviene prevalentemente vagliando i detriti vegetali alla base dei cespugli della macchia mediterranea, negli oliveti, sotto le cortecce, nella lettiera o, di notte, presso le luci. Biologia ed ecologia: specie predatrice di microinvertebrati xerofili. La sua biologia scarsamente conosciuta.

Metadromius nanus
Foto P. Magrini

Distribuzione: M. nanus diffuso dalla Liguria alla Sicilia, comprese le Isole Eolie e quelle Ponziane. In Toscana noto solo in base a una vecchia segnalazione nel grossetano (Poggio Cavallo), ma probabilmente pi comune di quello che sembri, dato che ricerche al vaglio in lettiere semiaride della macchia mediterranea sono state effettuate poco frequentemente. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. M. nanus non sembra particolarmente minacciato dalla distruzione dellhabitat, dato che pu vivere anche in ambienti abbastanza degradati; non si hanno tuttavia notizie circa la reale consistenza delle popolazioni toscane. Ovviamente gli incendi della macchia mediterranea possono influire molto negativamente su questa specie.

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Desera distincta (Rossi, 1792)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Carabidae

Riconoscimento: specie di dimensioni medio-piccole (7-9 mm di lunghezza), con corpo convesso di colore arancio e con una larga banda suturale verdastra o bluastra scura. Lunica specie italiana affine la Drypta dentata Rossi, molto pi comune e ben distinguibile per i tegumenti di colore azzurro o verde metallico. Habitat: zone umide e palustri, rive dei canali, sotto i detriti e sotto le corteccie (ad esempio di Pinus) o alla base degli alberi, a volte anche in prossimit del mare. Biologia ed ecologia: una specie predatrice di microinvertebrati, spesso gregaria. La sua biologia poco nota.
Desera distincta
Foto P. Magrini

Distribuzione: la specie diffusa in Europa meridionale e in Africa. In Italia presente nella parte centro-meridionale della penisola, in Sicilia e in Sardegna. In Toscana, ove diffusa prevalentemente sulla costa tirrenica centro-meridionale, risulta decisamente rara; segnalata anche per lIsola del Giglio. Grado di minaccia: D. distincta inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Le cause di minaccia sono costituite soprattutto dalla bonifica e dal degrado delle aree umide e dallinquinamento delle acque. In conseguenza di ci sembra diventata sempre pi rara negli ultimi anni.

Hygrobiidae, Gyrinidae, Dytiscidae

Saverio Rocchi

I coleotteri cosiddetti idroadefagi sono rappresentati in Italia da quattro famiglie: Haliplidae, Hygrobiidae, Gyrinidae e Dytiscidae. Si tratta di un raggruppamento che non ha un significato sistematico, con il quale vengono tuttavia indicati gli Adefagi acquatici. In questo lavoro sono state prese in considerazione specie appartenenti alle famiglie degli Hygrobiidae, dei Gyrinidae e dei Dytiscidae. Gli Hygrobiidae sono una famiglia diffusa nel mondo con un solo genere e 4 specie, di cui solo una presente in Europa e Nord Africa. Hanno corpo ovale, antenne di 11 articoli, zampe posteriori con tibie e tarsi che presentano setole natatorie ben sviluppate, tarsi di 5 segmenti. La parte inferiore del corpo convessa, con una costola rilevata e striata situata presso la sutura apicale che costituisce un organo di stridulazione. Le larve e gli adulti vivono nellacqua stagnante e sono carnivori predatori; si nutrono principalmente di larve di ditteri chironomidi e di oligocheti. I Gyrinidae sono rappresentati nel mondo da circa 900 specie, di cui 13 vivono anche in Italia. Le dimensioni, per le specie italiane, vanno da 3 a 8 millimetri circa. Hanno corpo convesso adattato a nuotare sulla superficie dellacqua. Gli occhi sono divisi in una met superiore e in una inferiore, per cui questi insetti possono vedere contemporaneamente sopra e sotto la superficie dellacqua. Le antenne sono corte e a forma di bastoncello. Le zampe mediane e posteriori sono appiattite e munite di setole; quelle anteriori sono lunghe e rivolte in avanti. Si nutrono di piccoli insetti. I Dytiscidae sono coleotteri acquatici rappresentati nel mondo da circa 4000 specie, di cui 195 si trovano in Italia. Le dimensioni vanno da un millimetro a circa 5 centimetri. Hanno corpo convesso, idrodinamico, perfettamente adattato al nuoto. Le antenne sono lunghe e sottili, di 11 articoli, ben pi lunghe dei palpi mascellari. Le zampe mediane e posteriori sono particolarmente modificate

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per il movimento nellacqua e presentano delle setole natatorie. I colori del corpo sono generalmente scuri, poco appariscenti; in alcune specie sono presenti disegni o strie giallastre. I ditiscidi sono carnivori predatori, sia allo stadio larvale che da adulti. Le larve possono attaccare anche piccoli vertebrati pi grandi di loro, come girini e avannotti. Attraverso un canale presente nelle mandibole iniettano i succhi digestivi nella preda e successivamente succhiano i tessuti predigeriti. Gli adulti nuotano sottacqua e risalgono periodicamente alla superficie per respirare e immagazzinare laria fra laddome e le elitre. I ditiscidi adulti possono volare e di notte si spostano alla ricerca delle pozze e dei corsi dacqua adatti alla loro vita e riproduzione.

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Hygrobia tarda (Herbst, 1779)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Hygrobiidae

Riconoscimento: lunica specie italiana appartenente a questa famiglia. Ha dimensioni medie (8-11 mm di lunghezza), corpo ovale, di colore rossastro; il capo presenta una macchia nera fra gli occhi, il pronoto ha il bordo anteriore e quello posteriore anneriti, le elitre presentano una grande macchia nera centrale; la colorazione nera pu essere pi o meno estesa. Entrambi i sessi sono forniti di un apparato stridulatorio in grado di emettere un suono chiaramente percettibile quando linsetto viene raccolto. Habitat: vive prevalentemente in acque stagnanti a fondo melmoso.
Hygrobia tarda
Foto S. Bambi

Biologia ed ecologia: le larve e gli adulti sono carnivori e si nutrono soprattutto di vermi oligocheti del genere Tubifex. Distribuzione: specie presente in Europa (esclusa la parte settentrionale) e Nord Africa. In Italia molto localizzata, ma presente in quasi tutte le regioni, comprese Sicilia e Sardegna. In Toscana segnalata nellIsola di Capraia e in zone palustri della costa, nonch nel Padule di Fucecchio. Grado di minaccia: la specie, piuttosto rara e localizzata, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Minacce a questa specie possono provenire da opere di bonifica di zone umide e dallinquinamento delle acque.

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Gyrinus paykulli Ochs, 1927


Ordine: Coleoptera Famiglia: Gyrinidae

Riconoscimento: si tratta di una specie dal corpo allungato (6,5-8,5 mm di lunghezza), a lati paralleli. Superiormente completamente nero e risulta molto somigliante al pi comune G. caspius Mntries dal quale possibile distinguerlo con sicurezza soltanto mediante lesame dellapparato copulatore. Habitat: vive in acque stagnanti fredde, ricche di canneti. Biologia ed ecologia: le larve e gli adulti, adattati alla vita acquatica, sono carnivori; gli adulti nuotano sulle superficie dellacqua.
Gyrinus paykulli Distribuzione: la specie presente in Foto P. Magrini Europa e in Siberia, risultando estremamente localizzata ai limiti meridionali del suo areale. In Italia stata rinvenuta con certezza solo in alcune localit nord-orientali, nonch in qualche altra localit delle regioni centrali. In Toscana non risulta pi raccolta da molto tempo (le ultime segnalazioni sono anteriori al 1960).

Grado di minaccia: la specie, estremamente rara e localizzata, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La minaccia rappresentata dallinquinamento o dalla distruzione dei biotopi adatti alla vita di questa specie, che potrebbe anche gi essere estinta in Toscana.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Hyphydrus anatolicus Guignot, 1957


Ordine: Coleoptera Famiglia: Dytiscidae

Riconoscimento: si tratta di una specie di piccole dimensioni (5,0-5,5 mm di lunghezza), con corpo ovale, molto convesso, di colore quasi uniformemente rossastro; per laspetto esterno facilmente confondibile con il pi comune H. ovatus (Linn) dal quale possibile distinguerlo con sicurezza soltanto mediante lesame dellapparato copulatore. Habitat: vive in canali a debole corrente e in pozze con acqua stagnante, a basse quote. Biologia ed ecologia: le larve e gli adulti, adattati alla vita acquatica, sono carnivori.
Hyphydrus anatolicus
Foto P. Magrini

Distribuzione: la specie presente nella regione mediterranea orientale. In Italia segnalata in Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Calabria. In Toscana risulta presente soltanto in alcune localit della zona costiera. Grado di minaccia: la specie, molto localizzata, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La minaccia rappresentata dallinquinamento delle acque, da opere di bonifica di zone umide e da qualsiasi altro fattore che pu alterare il suo habitat.

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ARSIA

Bidessus pumilus (Aub, 1836)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Dytiscidae

Riconoscimento: si tratta di una piccolissima specie (1,9-2,0 mm di lunghezza), dal corpo ovale, piuttosto largo, convesso; le elitre sono nerastre con bordi e tre macchie laterali di colore rossastro; inoltre presente una corta stria discale. Habitat: vive prevalentemente in pozze o stagni, sia con acque dolci che salmastre, quasi sempre a bassa quota. Biologia ed ecologia: le larve e gli adulti, adattati alla vita acquatica, sono carnivori.
Bidessus pumilus Distribuzione: la specie risulta presenFoto P. Magrini te nellEuropa mediterranea centrooccidentale. In Italia segnalata in diverse regioni della penisola, nonch in Sardegna, ma estremamente localizzata. Per quanto riguarda la Toscana si conoscono soltanto due localit situate in vicinanza della costa; tali segnalazioni, tuttavia, risultano essere molto vecchie.

Grado di minaccia: la specie, molto rara e localizzata, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Le minacce per la sopravvivenza della specie sono rappresentate dallinquinamento delle acque e da qualsiasi fattore che possa alterare i biotopi adatti alla vita di questa specie, che potrebbe, peraltro, gi essere estinta in Toscana.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Bidessus saucius (Desbrochers, 1871)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Dytiscidae

Riconoscimento: si tratta di una piccolissima specie (1,4 -1,6 mm di lunghezza), con il corpo di forma ovale e oblunga. Sulle elitre, di colore nero, sono presenti alcune piccole macchie giallastre, pi o meno estese. La stria discale delle elitre lunga, arrivando fino alla met delle stesse. Habitat: vive preferibilmente nelle acque correnti di piccoli corsi dacqua a fondo roccioso. Biologia ed ecologia: le larve e gli adulti, adattati alla vita acquatica, sono carnivori. Distribuzione: una specie a distribuzione estremamente limitata; si tratta infatti di un endemismo tirrenico, noto con sicurezza soltanto di Corsica, Toscana e Sardegna. Per quanto riguarda la Toscana risulta presente soltanto in alcune isole dellArcipelago Toscano (Capraia, Elba, Montecristo e Giglio). Grado di minaccia: la specie, molto localizzata, inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La minaccia rappresentata da eventuale inquinamento delle acque o comunque da opere di urbanizzazione che possono alterare lambiente dove la specie vive.

Bidessus saucius
Foto P. Magrini

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ARSIA

Hydroglyphus signatellus (Klug, 1834)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Dytiscidae

Riconoscimento: una piccolissima specie (1,7-2,1 mm di lunghezza); il corpo allungato, ovale e le elitre presentano una colorazione molto variabile, potendo essere completamente giallastre o variamente maculate di nero. La stria discale delle elitre appena accennata. Habitat: vive in acque stagnanti, in quelle termali, talvolta anche in quelle semi-salmastre, preferibilmente a elevata temperatura e a bassa quota. Biologia ed ecologia: le larve e gli adulti, adattati alla vita acquatica, sono carnivori.
Hydroglyphus signatellus
Foto P. Magrini

Distribuzione: la specie presente nella regione mediterranea, in Africa e si spinge fino al Medio Oriente e allIndia. In Italia segnalata per Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Puglia, Calabria, Sicilia. In Toscana risulta raccolta nelle acque termali ubicate nelle vicinanze di Grosseto (lultimo ritrovamento del 1935). Grado di minaccia: la specie, molto rara e localizzata, inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Fattori inquinanti o comunque alterativi dellhabitat rappresentano una grave minaccia per questa specie, data la sua rarit. Essa potrebbe, peraltro, essere gi estinta in Toscana.

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Hygrotus decoratus (Gyllenhal, 1810)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Dytiscidae

Riconoscimento: il pi piccolo (2,0-2,5 mm di lunghezza) degli Hygrotus italiani. La specie ha corpo ovale, largo, convesso, bruno nerastro; sulle elitre presente una bordatura laterale rossastra che, a volte, si estende formando macule dello stesso colore. Habitat: vive in acquitrini e in pozze di acqua stagnante, talvolta nelle torbiere, dalla pianura fino a zone di bassa montagna.
Hygrotus decoratus

Biologia ed ecologia: le larve e gli adulti, adattati alla vita acquatica, sono carnivori.

Foto F. Hebauer

Distribuzione: una specie a distribuzione tipicamente europea, con estensione verso la Siberia. In Italia presente in alcune regioni settentrionali, nonch in Toscana, Umbria e Lazio. Per quanto riguarda la Toscana, la specie risulta localizzata in alcune stazioni intorno a Pisa e al Lago di Sibolla. Grado di minaccia: la specie, molto localizzata, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La minaccia rappresentata dallinquinamento delle acque, da opere di bonifica di zone umide e da qualsiasi intervento che possa alterare lambiente dove la specie vive.

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ARSIA

Hygrotus versicolor (Schaller, 1783)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Dytiscidae

Riconoscimento: una specie di piccole dimensioni (3-6 mm di lunghezza) dal corpo ovale, convesso; le elitre, di colore giallastro, sono provviste di linee nere longitudinali e parallele, che possono essere intere o interrotte. Habitat: vive nelle acque limpide di corsi dacqua o di laghi, ma anche in acque stagnanti. Biologia ed ecologia: le larve e gli adulti, adattati alla vita acquatica, sono carnivori. Distribuzione: presente in gran parte dellEuropa, Transcaucasia, Iran. Per lItalia esistono Hygrotus versicolor vecchie citazioni del Piemonte, Foto F. Hebauer Trentino-Alto Adige e Toscana. In Toscana sono note soltanto le localit di Pisa (intorno al 1920) e Viareggio (nel 1935). Grado di minaccia: la specie estremamente rara e localizzata ma non attualmente inserita in alcuna lista di protezione. Il grado di minaccia (inquinamento delle acque, bonifiche di zone umide e altre alterazioni dellhabitat) tuttavia notevolmente elevato per una specie cos rara, che in Toscana potrebbe gi essere scomparsa.

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Hydroporus gridellii Focarile, 1960 H. incognitus Sharp, 1869


Ordine: Coleoptera Famiglia: Dytiscidae

Riconoscimento: entrambe fanno parte di un gruppo di specie separabili solo mediante lesame dellorgano copulatore. Le dimensioni di H. gridellii sono appena superiori (3,6-4,2 mm di lunghezza) a quelle di H. incognitus (3,0-3,6 mm di lunghezza); le elitre sono di colore bruno con disegno giallastro variabile. Habitat: le specie vivono in acque stagnanti e pozze; H. gridellii talvolta anche in acque semisalmastre. Biologia ed ecologia: le larve e gli adulti, adattati alla vita acquatica, sono carnivori. Distribuzione: H. gridellii specie tipicamente tirrenica; H. incogniHydroporus incognitus
Foto F. Hebauer

Hydroporus gridellii

Hydroporus incognitus

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ARSIA

tus ha una distribuzione molto pi ampia, risultando presente in gran parte dellEuropa centro-settentrionale. In Italia H. gridellii segnalata in Toscana, Lazio, Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna; H. incognitus in Toscana e in alcune regioni settentrionali. In Toscana risultano entrambe presenti nella zona costiera vicino a Pisa e H. gridellii anche al Lago di Montepulciano. Grado di minaccia: le specie, alquanto rare, sono inserite nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Questi coleotteri sono minacciati dallinquinamento delle acque, da opere di bonifica di zone umide o comunque da interventi alterativi del loro habitat.

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Rhithrodytes sexguttatus (Aub, 1836)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Dytiscidae

Riconoscimento: specie piccola (di circa 2,5 mm di lunghezza), a elitre giallastre con una banda lungo la sutura e tre bande (quella centrale molto larga) di colore scuro; tale colorazione tuttavia soggetta a variazioni. Ai lati del pronoto presente una stria molto evidente. Habitat: vive in torrenti con acque limpide, a fondo ghiaioso o roccioso, prevalentemente in zone collinari o di media montagna. Biologia ed ecologia: le larve e gli adulti, adattati alla vita acquatica, sono carnivori.

Rhithrodytes sexguttatus
Foto P. Magrini

Distribuzione: specie a distribuzione tipicamente tirrenica, segnalata soltanto in Corsica, Sardegna e Toscana. In questultima regione si conoscono segnalazioni riguardanti lArcipelago Toscano (Isole dElba e di Montecristo) e una relativa alle Alpi Apuane. Grado di minaccia: la specie, molto localizzata, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Fattori inquinanti delle acque o comunque alteranti lhabitat costituiscono una seria minaccia alla sopravvivenza di questa specie, tenuto conto soprattutto della sua estrema localizzazione.

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ARSIA

Deronectes fairmairei (Leprieur, 1876)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Dytiscidae

Riconoscimento: si tratta di una specie di piccole dimensioni (4,4 - 5,4 mm di lunghezza) con il corpo oblungo, nero, un po opaco. Per il suo aspetto esterno molto facile confonderla con la pi comune D. moestus Fairmaire dal quale distinguibile con sicurezza soltanto mediante lesame dellapparato copulatore. Habitat: vive nei corsi dacqua a fondo roccioso o ghiaioso, soprattutto in zone collinari. Biologia ed ecologia: le larve e gli adulti, adattati alla vita acquatica, sono carnivori.
Deronectes fairmairei
Foto P. Magrini

Distribuzione: la specie risulta presente nellEuropa mediterranea occidentale e nel Nord Africa. Per quanto riguarda lItalia, esistono vecchie segnalazioni, non sempre accertate, relative a Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Sicilia, Sardegna. In Toscana sono conosciute soltanto poche localit nelle province di Pisa, Lucca e Firenze. Grado di minaccia: la specie, rara e localizzata, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La specie minacciata dallinquinamento delle acque e da qualsiasi altra causa che possa alterare i corsi dacqua dove essa vive.

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Metronectes aubei (Perris, 1869)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Dytiscidae

Riconoscimento: specie di dimensioni medie (6,1-7,0 mm di lunghezza), con il corpo di forma ovale, poco convesso, brillante, di colore nero, molto simile a quello di un Agabus. Habitat: vive nelle acque dei torrenti, fra le pietre. Biologia ed ecologia: le larve e gli adulti, adattati alla vita acquatica, sono carnivori. Distribuzione: la specie segnalata Metronectes aubei Foto P. Magrini unicamente in Corsica e nellIsola dElba, pertanto costituisce un endemismo corso-ilvense. Per quanto riguarda lIsola dElba si conoscono pochi esemplari, tutti raccolti nelle vicinanze di Marciana (lultimo ritrovamento risale al 1963). Grado di minaccia: la specie, rara e localizzata, inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Per una specie come questa, la cui popolazione ridotta a pochi esemplari, il grado di minaccia elevatissimo; linquinamento delle acque, la captazione delle stesse ed eventuali opere di urbanizzazione potrebbero causarne lestinzione.

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ARSIA

Agabus striolatus (Gyllenhal, 1808)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Dytiscidae

Riconoscimento: si tratta di una specie di media grandezza (7-9 mm di lunghezza), con il corpo di forma oblunga e subparallela, superiormente di colore nero. Sulle elitre presente una reticolazione formata da maglie piuttosto allungate. Ricorda il comunissimo A. bipustulatus Linn, ma di taglia pi piccola. Habitat: vive in stagni torbosi e in paludi di foresta con acque preferibilmente fredde. Biologia ed ecologia: le larve e gli adulti, adattati alla vita acquatica, sono carnivori.
Agabus striolatus
Foto F. Hebauer

Distribuzione: la specie presente nellEuropa settentrionale e centrale. Per quanto riguarda lItalia, che costituisce il suo limite meridionale, segnalata soltanto in Toscana, dove risulta raccolta in una sola localit e una sola volta (San Rossore, nel 1981). Grado di minaccia: la specie, rara e localizzata, inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Il grado di minaccia notevolmente elevato per il fatto stesso che se, come sembra, San Rossore rappresenta lunica stazione italiana, uneventuale alterazione del biotopo comporterebbe la scomparsa della specie dal territorio nazionale.

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Rhantus suturellus (Harris, 1828)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Dytiscidae

Riconoscimento: la specie di medie dimensioni (10-11 mm di lunghezza), il corpo ovale, oblungo, un po depresso; il pronoto giallastro con una banda basale e uno stretto bordo anteriore di colore nero; le elitre sono giallastre, densamente irrorate di nero. La parte inferiore quasi completamente nera. Habitat: una specie che, preferibilmente, vive in acque stagnanti fredde e in torbiere. Biologia ed ecologia: le larve e gli adulti, adattati alla vita acquatica, sono carnivori.
Rhantus suturellus
Foto F. Hebauer

Distribuzione: la specie presente nellEuropa centro-settentrionale, pi sporadicamente in quella meridionale, nonch in Siberia e Nord America. Per quanto riguarda lItalia, risulta nota con certezza soltanto in Toscana (zona costiera della provincia di Pisa), ma i reperti sono piuttosto vecchi; altre segnalazioni, non sicure, esistono per EmiliaRomagna e Lazio. Grado di minaccia: la specie, estremamente rara e localizzata, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Lalterazione e linquinamento del suo habitat rappresentano, per una specie cos rara, un elevato grado di minaccia. Essa potrebbe, peral tro, essere gi estinta in Toscana.

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ARSIA

Graphoderus austriacus (Sturm, 1834) G. bilineatus (De Geer, 1774)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Dytiscidae

Riconoscimento: le due specie sono abbastanza somiglianti; presentano pronoto giallastro bordato di nero al margine anteriore e a quello posteriore, elitre nerastre con bordura laterale giallastra; le dimensioni di G. austriacus sono leggermente inferiori (12,0-13,5 mm di lunghezza) a quelle di G. bilineatus (14,5-16,0 mm di lunghezza). Habitat: entrambe le specie sono tipiche abitanti di grandi stagni. Biologia ed ecologia: le larve e gli adulti, adattati alla vita acquatica, sono carnivori. Distribuzione: le due specie sono presenti nellEuropa settentrionale e centrale, espandendosi a est fino alla Siberia. In Italia sono segnalate in alcune regioni centro-settentrionali. Per quanto riguarda la Toscana, G. austriacus stato segnalato in stagni vicino a Firenze e Pisa; per G. bilineatus nota una sola stazione (Viareggio, intorno al 1880).

Graphoderus austriacus
Foto F. Hebauer

Graphoderus bilineatus
Foto F. Hebauer

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Graphoderus austriacus

Graphoderus bilineatus

Grado di minaccia: le specie, estremamente rare e localizzate, sono inserite nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. G. bilineatus anche inserito negli allegati II e IV della Direttiva Habitat 92/43/CEE. Linquinamento delle acque, le bonifiche delle zone umide e qualsiasi alterazione dellhabitat rappresentano una grave minaccia per queste due specie, soprattutto in considerazione della loro rarit. G. bilineatus potrebbe gi essere estinto in Toscana.

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ARSIA

Dytiscus circumcinctus Ahrens, 1811


Ordine: Coleoptera Famiglia: Dytiscidae

Riconoscimento: si tratta di una grossa specie (3236 mm di lunghezza), con corpo nerastro e bordi rossastri sui quattro lati del pronoto, nonch lungo i margini laterali delle elitre. Le femmine presentano una forma con elitre lisce (pi comune) e una con elitre solcate. Per laspetto esterno simile al pi comune Dytiscus marginalis Linn dal quale si distingue per alcune caratteristiche morfologiche della parte inferiore del corpo. Habitat: vive in stagni, torbiere, canali, pozze marginali dei corsi dacqua.

Dytiscus circumcinctus
Foto F. Hebauer

Biologia ed ecologia: le larve e gli adulti, adattati alla vita acquatica, sono carnivori. Distribuzione: specie olartica e pertanto presente nella regione paleartica e nel Nord America. In Italia vive in alcune regioni settentrionali, nonch in Toscana e in Sardegna. Della Toscana si conosce una sola stazione (Migliarino, prima degli anni Sessanta). Grado di minaccia: la specie, estremamente rara, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Il grado di minaccia a causa di inquinamento delle acque, bonifiche di zone umide e di altre alterazioni ambientali molto elevato, soprattutto in considerazione del fatto che la specie segnalata in una sola stazione in Toscana.

Staphylinidae
Arnaldo Bordoni, Alessandra Sforzi

Gli stafilinidi sono una delle pi vaste famiglie di coleotteri, diffusi in tutto il mondo con pi di 30.000 specie diverse; di queste circa 2200 sono presenti in Italia. Questi insetti hanno in generale taglia molto ridotta, tranne poche specie che possono raggiungere i 2-3 centimetri di lunghezza. Sono facilmente riconoscibili per la forma allungata e le elitre molto accorciate, che lasciano scoperta gran parte delladdome, che pu effettuare movimenti verso lalto e verso il basso. Le mandibole sono robuste e le antenne filiformi. La colorazione in generale scura, ma non mancano le specie con protorace e elitre a colori metallici brillanti. Gli stafilinidi sono coleotteri in generale predatori e si nutrono di larve e di piccoli insetti. Si possono ritrovare negli ambienti pi svariati, dalle spiagge alle rive dei fiumi, dai boschi ai prati, sia in montagna che in pianura. Alcune specie si sono specializzate alla vita endogea e hanno subito profonde modificazioni morfologiche, quali la perdita degli occhi, la depigmentazione, la riduzione o latrofia delle ali. Altre vivono nello sterco, sulle carogne degli animali, nei nidi di uccelli e nelle tane di piccoli mammiferi, nei formicai. Certe specie del genere Paederus sono capaci di emettere sostanze urticanti, che possono provocare piccole ma fastidiose ustioni cutanee anche nelluomo. I rappresentanti del genere Stenus sono caratterizzati dallavere occhi grandi e sporgenti e vivono nei luoghi umidi, dove cacciano attivamente le loro piccole prede fra i detriti vegetali e la lettiera delle foglie.

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ARSIA

Trigonurus mellyi Mulsant & Rey, 1847


Ordine: Coleoptera Famiglia: Staphylinidae

Riconoscimento: questa specie di piccole dimensioni (circa 5 mm di lunghezza) ha corpo bruno nerastro, ovoidale, e appartiene a un vasto gruppo di specie di stafilinidi caratterizzate dallavere elitre meno accorciate rispetto a quanto di norma nella famiglia. Infatti in T. mellyi le elitre lasciano scoperta solo la parte terminale delladdome. Habitat: la specie vive sotto le pietre e probabilmente nei muschi delle aree prative ai margini dei boschi in zone montane. Biologia ed ecologia: sconosciute. Distribuzione: questa una delle tre Trigonurus mellyi Foto L. Bartolozzi specie paleartiche del genere Trigonurus ed segnalata nelle Alpi Marittime francesi e italiane, in Piemonte, Liguria e Toscana. In Toscana citata solamente per i dintorni dellAbetone, suo attuale limite meridionale di distribuzione. Grado di minaccia: la specie, non comune, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Pu risultare minacciata dalle eventuali modificazioni del suo habitat, quali lapertura di strade e il pascolo eccessivo.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Entomoculia apuana Pace, 1977 E. julii Poggi, 1985 E. maremmana Pace, 1978 E. pardii Pace, 1978 E. rosai Pace, 1978 E. toscanensis Coiffait, 1957
Ordine: Coleoptera Famiglia: Staphylinidae

Riconoscimento: si tratta di un genere che comprende specie di dimensioni molto piccole (di poco superiori a 1 mm), con caratteri esterni molto simili, che possono essere identificate solo tramite un attento esame dellapparato copulatore, che a sua volta necessita di un preparato microscopico. La vita nel suolo ha prodotto una serie di consistenti modificazioni morEntomoculia toscanensis fologiche, quali mancanza di Foto P. Magrini occhi e di ali, depigmentazione, riduzione della lunghezza degli arti e delle antenne. Lisolamento geografico, particolarmente evidente in questo gruppo di stafilinidi, ha prodotto organi copulatori maschili ultraevoluti ed estremamente complessi.

Entomoculia apuana

Entomoculia julii

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ARSIA

Entomoculia maremmana

Entomoculia pardii

Entomoculia rosai

Entomoculia toscanensis

Habitat: le specie vivono nel suolo pressoch esclusivamente nella zona dellolivo, con un areale tuttavia pi ristretto di quello della pianta, in suoli caldi e secchi, soprattutto ai piedi di vecchi alberi, tra le loro radici. Biologia ed ecologia: la mancanza di occhi e di ali, la colorazione molto pallida e la riduzione di lunghezza di arti e antenne sono dovute alla vita sotterranea e alla necessit di spostarsi in microambienti in prossimit delle radici delle piante. Distribuzione: il genere Entomoculia ha una distribuzione molto ristretta nellarea tirrenica. Le specie, proprio per il tipo di habitat in cui vivono, sono estremamente localizzate e di norma rare. Entomoculia apuana citata solo per le Alpi Apuane; E. julii stata rinvenuta solo nellIsola di

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Montecristo (Arcipelago Toscano); E. maremmana conosciuta solo dei Monti dellUccellina nel Parco della Maremma; E. pardii vive solo sui Monti della Calvana alle spalle di Firenze e Prato; E. rosai stata trovata solo sullIsola di Capraia (Arcipelago Toscano); E. toscanensis tra tutte quelle citate la pi distribuita, essendo nota per le Isole di Giannutri e del Giglio nellArcipelago Toscano e per il Monte Argentario. Grado di minaccia: tutte le specie del genere Entomoculia sono inserite nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Qualsiasi alterazione dellambiente (inquinamento del suolo, urbanizzazione, impianti e attivit turistiche) pu minacciare lesistenza di specie cos rare e localizzate.

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ARSIA

Leptotyphlus giglionicus Coiffait, 1955 L. oglasensis Poggi, 1976 L. senensis Pace, 1978 L. tyrrhenius Dodero, 1908 L. uccellinensis Pace, 1978
Ordine: Coleoptera Famiglia: Staphylinidae

Riconoscimento: il genere Leptotyphlus, comprende specie di dimensioni molto piccole (1-1,5 mm di lunghezza), esternamente assai simili tra loro. Lidentificazione pu essere effettuata solo attraverso un attento esame dellapparato copulatore, che pu essere studiato solo con un preparato microscopico. Il genere caratterizzato, come tutti quelli i cui rappresentanti vivono nel suolo, da mancanza di occhi e di ali, depigmentazione, riduzione della lunghezza degli arti e delle antenne. Lisolamento geografico la probabile causa di strutture molto evolute e complesse a livello dellorgano copulatore maschile. Habitat: le specie, probabili predatrici di nematodi e collemboli, vivono nel suolo, prevalentemente in zone boscose e calcaree, sotto pietre profondamente infossate, ai piedi di vecchie piante o di essenze comunque ricche di radici. L. senensis per esempio, stata raccolta in ambienti di macchia mediterranea, fra radici di Hedera helix (Araliaceae) vicino a piante di leccio.

Leptotyphlus sp.
Foto P. Magrini

Biologia ed ecologia: la mancanza di occhi e di ali, la colorazione

Leptotyphlus giglionicus

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Leptotyphlus oglasensis

Leptotyphlus senensis

Leptotyphlus tyrrhenius

Leptotyphlus uccellinensis

molto pallida e la riduzione di lunghezza di arti e antenne sono dovute alla vita sotterranea e alla necessit di spostarsi in microambienti in prossimit delle radici delle piante. Distribuzione: il genere conosciuto nella regione mediterranea nordoccidentale, dalla Catalogna alla Toscana, Corsica e Sardegna comprese, ma anche nella Tunisia settentrionale; le specie, proprio per il tipo di habitat in cui vivono, sono estremamente localizzate e di norma rare. Leptotyphlus giglionicus noto per lIsola del Giglio (Arcipelago Toscano); L. oglasensis stato rinvenuto nellIsola di Montecristo; L. tyrrhenius stato raccolto sul Monte Argentario in ambiente di macchia mediterranea; L. uccellinensis citato solo per i Monti dellUccellina nel Parco della Maremma, ove stato raccolto sotto pietre attorno alle ceppaie dei lecci; L. senensis conosciuto unicamente della Montagnola Senese.

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ARSIA

Grado di minaccia: tutte le specie del genere sono inserite nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Qualsiasi alterazione dellambiente (inquinamento del suolo, urbanizzazione, impianti e attivit turistiche) pu minacciare lesistenza di specie cos rare e localizzate.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Stenus bordonii Puthz, 1974 S. chobauti Benick, 1927 S. europaeus Puthz, 1966 S. fornicatus Stephens, 1833 S. indifferens Puthz, 1967 S. intricatus zoufali Fleischer, 1909 S. languidus Erichson, 1840 S. latifrons Erichson, 1839 S. opticus Gravenhorst, 1806 S. vitalei Bernhauer, 1935
Ordine: Coleoptera Famiglia: Staphylinidae

Riconoscimento: il genere Stenus comprende numerosissime specie con dimensioni da 3 a 7 mm, caratterizzate dallavere corpo nero (in poche entit le elitre hanno una macchia rossastra) e provvisto di una punteggiatura molto vistosa, con capo molto dilatato, grandi occhi e addome posteriormente molto ristretto. Habitat: le specie vivono in qualsiasi ambiente umido alla superficie del suolo e soprattutto nei pressi di corsi dacqua, di stagni e zone palustri, nei muschi, nei detriti o sulla sabbia. Biologia ed ecologia: si tratta di predatori di altri insetti, dotati di un particolare apparato boccale che si estroflette per la cattura delle prede. Vivono sia in zone di pianura che di montagna, con numerose specie

Stenus opticus
Foto P. Magrini

Stenus latifrons
Foto P. Magrini

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Stenus bordonii

Stenus chobauti

Stenus europaeus

Stenus fornicatus

legate agli ambienti palustri (S. fornicatus per esempio uno dei pochi stafilinidi che pu restare immerso per un certo periodo, aggrappato alle radici delle piante acquatiche). Distribuzione: il genere ampiamente distribuito in Italia con numerose specie, alcune delle quali, pur note di pi regioni, hanno ormai una distribuzione pressoch puntiforme, in quanto legate a zone umide. Stenus bordonii specie finora rinvenuta solo sulle Alpi Apuane (Foce di Mosceta presso la Pania della Croce) e nella Foresta del Teso; S. chobauti conosciuta in Piemonte, Toscana, Umbria, Calabria e Sicilia e in Toscana nota per il Livornese e per alcune localit della Val Tiberina; S. europaeus specie prettamente paludicola, nota in Italia in poche stazioni nella Venezia Tridentina, in Lombardia, Piemonte e Toscana ove il

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Stenus indifferens

Stenus intricatus zoufali

Stenus languidus

Stenus latifrons

Padule di Fucecchio ne costituisce dato molto significativo dal punto di vista biogeografico il limite meridionale di distribuzione in Europa; S. fornicatus vive nellItalia settentrionale, Toscana e isole (dato questultimo che andrebbe confermato); si tratta di specie elobia che vive, al Padule di Fucecchio, su Myriophyllum (Haloragaceae) e Ceratophyllum (Ceratophyllaceae), piante acquatiche del submersipotameto; S. indifferens noto in Toscana solo per i dintorni di Pratolino presso Firenze; S. intricatus zoufali sottospecie paludicola con una distribuzione sporadica nellEuropa sud-orientale e in Italia conosciuta solo in Piemonte, Toscana, Emilia e Lazio; in Toscana stata trovata a Pisa, Sesto Fiorentino, Padule di Brozzi, Padule di Fucecchio, sorgenti del Tevere; S. languidus specie igrofila nota in Italia nelle regioni centro-meridionali e in Toscana, attuale limite settentrionale di distribuzio-

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ARSIA

Stenus opticus

Stenus vitalei

ne nella penisola, nei dintorni di Grosseto; S. latifrons elemento tipico delle zone palustri dellEuropa centrale, noto in Italia in Piemonte, Veneto, Trentino, Emilia, Lazio e forse nelle isole e in Toscana nel Padule di Fucecchio; S. opticus specie paludicola, rara, in Italia nota solo in una stazione del Piemonte e nel Padule di Fucecchio in Toscana, suo attuale limite meridionale di distribuzione; S. vitalei specie nota in Tunisia, Portogallo, Dalmazia e Italia; in questultima nazione presente in poche stazioni della penisola e in Sicilia. Grado di minaccia: le specie sono inserite nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Qualsiasi alterazione degli ambienti umidi (inquinamento delle acque, bonifiche, cattiva gestione del livello idrometrico) pu risultare dannosa alla sopravvivenza delle varie specie di Stenus.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Octavius doriai Poggi, 1977


Ordine: Coleoptera Famiglia: Staphylinidae

Riconoscimento: specie di minuscole dimensioni (poco superiore a 1 mm), depigmentata, priva di occhi e di ali. Habitat: la specie vive nel terreno in ambiente di macchia mediterranea, cos come le specie dei generi Leptotyphlus e Entomoculia. Biologia ed ecologia: non si hanno particolari notizie sulla biologia di questa specie. Come per la maggioranza degli stafilinidi che vivono nel suolo, si tratta comunque di predatori che si cibano di norma di nematodi e collemboli.

Octavius doriai
Foto P. Magrini

Distribuzione: il genere Octavius ha una distribuzione tirrenica molto ristretta. O. doriai, noto solo nellIsola del Giglio nellArcipelago Toscano, appartiene a un gruppo di specie diffuso anche nelle maggiori isole del Mediterraneo occidentale e in Nord Africa, anzich al gruppo di specie probabilmente pi antico (tenuto conto delle ancor pi vistose modificazioni morfologiche) che vive nel Mediterraneo settentrionale. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Qualsiasi alterazione dellambiente (inquinamento del suolo, urbanizzazione, impianti turistici) pu risultare dannosa.

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ARSIA

Tetartopeus paeneinsularum Bordoni, 1980


Ordine: Coleoptera Famiglia: Staphylinidae

Riconoscimento: specie di dimensioni medio-piccole (circa 8 mm di lunghezza), bruno scura, robusta. Il corpo allungato, le antenne sono ben sviluppate, le zampe sono robuste con tarsi anteriori molto dilatati. Habitat: la specie vive esclusivamente in aree palustri. Biologia ed ecologia: si tratta di specie elobia e predatrice che vive nei fragmiteti e nei cariceti, nel detrito alla base di queste piante e nel fogliame adiacente.
Tetartopeus paeneinsularum Distribuzione: la specie endemica itaFoto P. Magrini liana ed stata segnalata in Trentino-Alto Adige, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio e Sicilia. In Toscana nota solo nel Padule di Fucecchio.

Grado di minaccia: la specie non attualmente inserita in alcuna lista di protezione, ma in considerazione della sua estrema localizzazione auspicabile che ne venga presto definito uno status di tutela. Qualsiasi alterazione degli ambienti umidi (inquinamento delle acque, cattiva gestione della vegetazione acquatica e riparia, bonifiche) pu risultare dannosa alla conservazione di questa, come di altre specie, che non sono state inserite in questo libro, ma che sono legate anchesse eslusivamente agli ambienti palustri.

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Lathrobium andreinii Schatzmayr & Koch, 1934 L. apenninum Baudi, 1869 L. assingi Bordoni, 1997 L. castellinii Bordoni, 1979 L. etruscum Piccioli, 1870 L. lotti Holdhaus, 1923 L. maginii Bordoni, 1972 L. rosai Bordoni, 1985 L. straneoi Schatzmayr & Koch, 1934
Ordine: Coleoptera Famiglia: Staphylinidae

Riconoscimento: il genere Lathrobium comprende numerose specie predatrici distribuite in ogni parte del mondo, nella maggioranza dei casi alate e con occhi ben sviluppati. Esiste tuttavia un gruppo di specie, distribuite nei Balcani e in Italia che vivono sotto pietre profondamente infossate e che, pur essendo di dimensioni notevoli (dai 6 ai 12 mm circa di lunghezza) in rapporto alla media degli stafilinidi, sono depigmentate (giallo brune), prive di ali e hanno occhi molto ridotti. Le dimensioni delle antenne e degli arti non hanno invece subito trasformazioni, come invece accaduto in altri stafilinidi ipogei. Habitat: queste specie vivono sotto pietre profondamente infossate, ai piedi di vecchie piante, spesso lungo gli argini scoscesi dei torrenti in zone boscose, quasi esclusivamente su suolo calcareo. Biologia ed ecologia: le modificazioni morfologiche non particolarmente spinte derivano dal fatto che questi stafilinidi non vivono

Lathrobium lotti
Foto P. Magrini

Lathrobium andreinii

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ARSIA

Lathrobium apenninum

Lathrobium assingi

Lathrobium castellinii

Lathrobium etruscum

in profondit nel suolo, ma sfruttano le microfessure che si trovano tra pietra e pietra e tra le radici delle piante. Sono predatori di piccoli invertebrati del suolo. Distribuzione: le specie, proprio per il tipo di habitat in cui vivono, sono di norma molto localizzate, ma alcune di esse hanno una distribuzione abbastanza vasta, allinterno di un areale comunque non molto grande. Quelle che vivono in Toscana sono endemiche di questa regione: Lathrobium andreinii vive nelle Alpi Apuane (Fornovolasco, Vergemoli, Cardoso Stazzemese, Vagli di Sopra, Gallicano, Pizzorno, San Martino in Freddana) e sul Monte Orsigna; sulle Alpi Apuane vivono anche L. straneoi (Col di Favilla, Foce di Mosceta) e L. rosai (Monte Altissimo e Monte Pisanino); L. apenninum segnalato sui Monti Pisani e a

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Lathrobium lotti

Lathrobium maginii

Lathrobium rosai

Lathrobium straneoi

Viareggio; L. maginii vive sui Monti della Calvana e su quelli appeninici dellalto Mugello (Monte La Fine, Passo Paretaio, Monte Faggiola, Passo Sambuca, Luco di Mugello, Marradi); L. assingi conosciuto solo per i dintorni di Figline Valdarno; L. castellinii per Brenna nel Senese; L. etruscum ha invece una distribuzione pi ampia essendo noto nel vallombrosano e sul Pratomagno; L. lotti stato raccolto sullIsola dElba (Monte Maggiore) e sul promontorio di Piombino. Grado di minaccia: tutte le specie sono inserite nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Qualsiasi alterazione dellambiente (disboscamento, erosione, modifiche dei bacini idrografici, impianti e attivit turistiche) pu minacciare lesistenza di specie cos rare e localizzate.

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ARSIA

Lathrobium fovulum Stephens, 1833


Ordine: Coleoptera Famiglia: Staphylinidae

Riconoscimento: questa specie del genere Lathrobium viene trattata separatamente rispetto alle altre precedentemente esaminate, perch non appartiene al gruppo di specie mediamente depigmentate e prive di ali, con occhi molto ridotti e che vivono sotto pietre profondamente infossate. Essa infatti normalmente pigmentata (nerastra), dotata di occhi e di ali e vive sulla superficie del suolo. Habitat: questa specie vive esclusivamente nelle zone palustri.
Lathrobium fovulum Biologia ed ecologia: non si hanno Foto P. Magrini particolari notizie sulla biologia di questa specie, come per la maggioranza degli stafilinidi. Si sa solo che specie tipica degli ambienti umidi, predatrice e si rinviene nei detriti del fragmiteto.

Distribuzione: la specie ha una distribuzione medioeuropea e in Italia nota in poche localit settentrionali (Piemonte e Lombardia) e in Toscana (Padule di Fucecchio). Si tratta di stazioni relitte e in particolare quella toscana di notevole interesse poich rappresenta il limite meridionale di distribuzione della specie in Europa. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Qualsiasi alterazione dellambiente palustre (bonifiche, inquinamento dellacqua, cattiva gestione della vegetazione) pu risultare deleteria per la sopravvivenza della specie.

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Vulda angusticollis (Fauvel, 1874) V. holdhausi Bernhauer, 1908 V. italica (Sharp, 1873) V. tenuipes fallaciosa (Gridelli, 1947)
Ordine: Coleoptera Famiglia: Staphylinidae

Riconoscimento: il genere Vulda comprende specie predatrici di medie dimensioni (6-10 mm di lunghezza), che sono suddivise in due sottogeneri, uno (Vulda sensu strictu) formato da specie normalmente pigmentate (ad es. V. angusticollis) e con ali funzionali e laltro (Typhlodes) formato da specie depigmentate, con ali non funzionali e con occhi molto ridotti (ad es. V. holdhausi, V. italica e V. tenuipes). Habitat: le specie vivono nel terreno e sotto pietre interrate, ma quelle del sottogenere Vulda s. str. (con occhi e ali funzionali) si trovano anche sulla superficie del suolo, per esempio sotto la corteccia delle piante deperienti.

Vulda sp.
Foto P. Magrini

Vulda angusticollis

Vulda holdhausi

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ARSIA

Vulda italica

Vulda tenuipes fallaciosa

Biologia ed ecologia: sconosciute. Le specie del sottogenere Vulda s. str. sono note solo per esemplari maschi, il che fa pensare che le femmine abbiano costumi di vita particolari, tali da sfuggire per ora alle ricerche. Distribuzione: le specie, sempre molto rare, sono endemiche italiane e talora presenti in aree molto ristrette o addirittura in singole localit. V. angusticollis segnalata in varie localit in provincia di Firenze, Livorno e Arezzo; V. holdhausi conosciuta nellIsola dElba e in poche localit costiere della provincia di Grosseto (Populonia, Poggio Ballone, Monte Argentario); V. italica endemica dellItalia centrale e in Toscana si trova in varie localit delle province di Firenze e Arezzo; V. tenuipes fallaciosa infine nota per Foce di Mosceta, presso la Pania della Croce, nelle Alpi Apuane e per il Bosco del Teso. Grado di minaccia: le specie sono inserite nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Qualsiasi alterazione dellambiente (inquinamento del suolo, urbanizzazione, impianti turistici) pu risultare dannosa alla conservazione della specie.

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Erichsonius cinerascens (Gravenhorst, 1802)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Staphylinidae

Riconoscimento: specie di dimensioni medio-piccole (circa 7 mm di lunghezza), nerastra, con capo subrettangolare. Il pronoto lucido, punteggiato; le elitre coprono laddome allincirca fino alla met. Habitat: si tratta di un elemento paludicolo, che vive nei detriti, nel fogliame e nelle canne palustri marcescenti che si depositano al limite delle acque stagnanti. Biologia ed ecologia: si tratta di specie elobia, predatrice, comune quindi in luoghi paludosi, ma pressoch introvabile in ambienti diversi.

Erichsonius cinerascens
Foto P. Magrini

Distribuzione: specie distribuita in Europa, in Turchia e in Italia nelle aree umide centro-settentrionali; in Toscana stata raccolta solo al Padule di Fucecchio. Grado di minaccia: la specie non attualmente inserita in alcuna normativa di protezione tuttavia auspicabile che ne venga presto definito uno status di tutela in considerazione della sua estrema localizzazione. Risulta minacciata dallalterazione dellambiente palustre per bonifiche, inquinamento delle acque e cattiva gestione della vegetazione riparia.

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ARSIA

Myllaena graeca Kraatz, 1858 M. intermedia Erichson, 1837 M. minuta (Gravenhorst, 1806)
Ordine: Coleoptera Famiglia: Staphylinidae

Riconoscimento: si tratta di specie di piccole dimensioni (circa 3 mm di lunghezza), brune pi o meno chiare, di forma ovoidale allungata, con capo e porzione terminale delladdome particolarmente ristretti. Habitat: le specie vivono nei muschi, nei detriti, soprattutto in ambienti molto umidi. Biologia ed ecologia: le conoscenze di questo genere sono molto sommarie, addirittura a livello sistematico; un buon numero di specie legato agli sfagneti e alle paludi, soprattutto nellEuropa centro-settentrionale. Distribuzione: il genere Myllaena composto da numerose specie che presentano non pochi problemi tassonomici e sistematici e che necessiterebbero di una approfondita revisione a livello europeo. In Italia vivono una decina di specie, tra cui alcune sono tipiche di torbiere e paludi. M. graeca vive in poche stazioni palustri di Piemonte, Lombardia e Toscana (Padule di Fucecchio); M. minuta nota in isolate stazioni di Piemonte, Trentino, Emilia e Toscana (nota con sicurezza solo nel Padule di Fucecchio); M. intermedia , tra quelle citate, la pi diffusa in Italia, anche se probabilmente confusa spesso con altre entit; tuttavia

Myllaena intermedia
Foto P. Magrini

Myllaena sp.
Foto P. Magrini

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Myllaena graeca

Myllaena intermedia

nota con sicurezza solo in alcuni bacini lacustro-torbosi della Val dAosta e del Ticinese. Frequente in Toscana al Padule di Fucecchio nellhumus dei boschi palustri e pi abbondante alla base dei ciuffi di Carex elata (Cyperaceae). Grado di minaccia: queste specie non sono attualmente inserite in alcuna normativa di protezione. Risultano tuttavia minacciate dallalterazione dellambiente palustre per bonifiche, inquinamento delle acque, cattiva gestione della vegetazione riparia e del livello idrometrico.

Myllaena minuta

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ARSIA

Hygronoma dimidiata (Gravenhorst, 1806)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Staphylinidae

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (circa 3 mm di lunghezza), bruna con elitre giallastre, e un caratteristico corpo appiattito. Habitat: la specie un elemento paludicolo che vive nei detriti del fragmiteto e soprattutto su Carex (Cyperaceae). Biologia ed ecologia: specie legata al cariceto e la forma piatta del corpo le consente di introdursi nelle ascelle fogliari a cacciare altri insetti. Distribuzione: specie tipica delle paluHygronoma dimidiata Foto P. Magrini di centro-europee, lunica rappresentante del genere Hygronoma. In Italia distribuita soprattutto nelle regioni settentrionali, ma sempre in aree palustri e in Toscana conosciuta nel Padule di Fucecchio, dove non comunissima; in Toscana e in poche stazioni umbre ha il suo attuale limite meridionale di distribuzione nella penisola. Grado di minaccia: la specie non attualmente inserita in alcuna lista di protezione; pu risultare minacciata dallalterazione dellambiente palustre per bonifiche, inquinamento delle acque, cattiva gestione della vegetazione riparia e del livello idrometrico. Come gi segnalato per altri casi, la specie non minacciata per la sua rarit, poich negli ambienti adatti (zone umide) pu anche essere abbondante. Il pericolo deriva dal fatto che la sua distribuzione puntiforme conseguenza della graduale scomparsa degli habitat palustri.

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Leptusa apennina Holdhaus, 1924 L. ceresoleana zangherii Pace, 1978


Ordine: Coleoptera Famiglia: Staphylinidae

Riconoscimento: il genere comprende specie di piccole o piccolissime dimensioni (2-4 mm di lunghezza), normalmente depigmentate, di colorazione giallastra o al pi bruno-rossastra, con occhi pi o meno ridotti e ali di norma non funzionali. Habitat: le specie vivono nel terriccio e pi frequentemente nellhumus di zone boscose, prevalentemente in zone di media e alta montagna. Biologia ed ecologia: dai pochi dati conosciuti sembrerebbe che le larve e gli adulti si cibino soprattutto di collemboli.
Leptusa sp. Foto P. Magrini

Distribuzione: il genere Leptusa, composto da alcune centinaia di specie legate prevalentemente a regioni montagnose o a territori con clima freddo, diffuso prevalentemente nellEuropa centro-meridionale e in

Leptusa apennina

Leptusa ceresoleana zangherii

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minor misura in Asia, nel Nord America e in Sud Africa. Le specie qui citate, sempre molto sporadiche, sono endemiche italiane e talora sono presenti in aree molto ristrette o addirittura in singole localit. L. apennina citata per Tombolo di Pisa, Monti Pisani, Fornovolasco e Monte Senario; L. ceresoleana zangherii una sottospecie nota in Toscana a Boscolungo Pistoiese, sul Monte Falterona e a Vallombrosa, mentre la specie conosciuta nel territorio compreso tra le Alpi Graie e lAppennino toscano. Grado di minaccia: le specie sono inserite nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Qualsiasi alterazione dellambiente (inquinamento del suolo, urbanizzazione, cattiva gestione delle aree montane, erosione, disboscamento) pu risultare dannosa alla conservazione delle specie di Leptusa.

Lucanidae

Luca Bartolozzi, Alessandra Sforzi

I lucanidi, o cervi volanti, sono una famiglia di coleotteri caratterizzata dallavere dimensioni in generale grandi o molto grandi, fino a 12 centimetri di lunghezza, anche se esistono specie di piccola taglia, non pi lunghe di pochi millimetri. Nel mondo ci sono circa 1.200 specie, diffuse soprattutto nelle aree tropicali. In Italia vivono nove specie di lucanidi, appartenenti a sei generi diversi. Fra i principali caratteri di questa famiglia ci sono le tipiche antenne di 10 articoli, di cui il primo (detto scapo) molto lungo, mentre gli altri sono molto pi corti e piegati a gomito rispetto allo scapo; lantenna termina con un caratteristico pettine, le cui espansioni lamellari a differenza di quanto avviene negli scarabeidi non sono mobili, ma fisse. Una caratteristica molto evidente in alcune specie il cosiddetto dimorfismo sessuale, che consiste nella presenza di marcate differenze tra laspetto del maschio e quello della femmina. Nei maschi si possono trovare mandibole enormemente sviluppate che ricordano le corna di un cervo; da qui il nome volgare di cervi volanti. Le specie italiane vivono nei boschi e hanno quasi tutte abitudini crepuscolari o notturne. Le larve si rinvengono nel legno marcescente o vicino alle radici degli alberi, mentre gli adulti si possono talora osservare a nutrirsi della linfa fermentata che sgorga dalle ferite delle piante. I maschi usano le mandibole (nelle specie in cui queste sono particolarmente sviluppate) per combattere fra loro durante il corteggiamento delle femmine. Una volta fecondata, la femmina scava nel suolo o nel legno marcescente e depone un numero variabile di uova, da cui nascono delle larve biancastre. Dopo uno o pi anni a seconda delle specie, la larva si costruisce un astuccio di terra o rosura di legno in cui avviene la metamorfosi. Ladulto vive in genere poche settimane nella stagione calda.

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ARSIA

Sinodendron cylindricum (Linn, 1758)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Lucanidae

Sinodendron cylindricum
Foto S. Bambi

Riconoscimento: si tratta di una piccola specie (12-15 mm di lunghezza), di colore nero, con corpo cilindrico e con zampe corte. I maschi sono caratterizzate dalla presenza di un cornetto verticale sul capo, assente nelle femmine. Habitat: questa specie vive nei boschi di latifoglie, principalmente faggi, a quote in genere superiori agli 800 m. Biologia ed ecologia: la larva si sviluppa nel legno e nelle ceppaie. Il periodo di sviluppo di circa quattro anni; gli adulti compaiono in primavera-estate e volano prevalentemente di notte. Distribuzione: la specie vive in tutta Europa a partire dai Pirenei fino alla Siberia e allAsia Minore. In Italia presente in quasi tutta la penisola e in Sicilia. In Toscana si rinviene prevalentemente nellarea appenninica, sul Monte Cetona e sul Monte Amiata.

Grado di minaccia: la specie, rara, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. minacciata dalla distruzione dellhabitat a causa di incendi, abbattimento delle vecchie piante e rimozione dal bosco di alberi morti o morienti.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Platycerus caraboides (Linn, 1758) P. caprea (De Geer, 1774)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Lucanidae

Platycerus caraboides
Foto S. Bambi

Riconoscimento: si tratta di piccole specie (10 -15 mm di lunghezza), dai bei colori metallici verde o blu. Il corpo piuttosto appiattito e le mandibole dei maschi sono leggermente pi sviluppate di quelle delle femmine. P. caraboides e P. caprea sono difficilmente separabili se non da esperti entomologi, in quanto una determinazione sicura si pu fare solo con lesame dellapparato copulatore. Habitat: ambedue le specie vivono nei boschi di latifoglie, da basse altitudini fino a 2000 metri. Biologia ed ecologia: le larve si sviluppano nei rami caduti attaccati da muffe e funghi o nelle ceppaie. Gli adulti compaiono in primavera-estate. Distribuzione: entrambe le specie vivono in tutta Europa. In Italia sono presenti in quasi tutta la penisola escluse le isole. In Toscana si rinvengono nellarea appenninica. Grado di minaccia: entrambe le specie, non comuni, sono inserite nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Sono minacciate dalla distruzione dellhabitat a causa di incendi e pulizia del sottobosco con eliminazione dei rami secchi.

Platycerus caraboides v Platycerus caprea

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Lucanus cervus (Linn, 1758) Cervo volante


Ordine: Coleoptera Famiglia: Lucanidae

Lucanus cervus 5
Foto S. Bambi

Lucanus cervus 4
Foto S. Bambi

Riconoscimento: il coleottero europeo di maggiori dimensioni, potendo superare gli 8 cm di lunghezza nei maschi e i 6 cm nella femmina, anche se ci sono individui, in entrambi i sessi, che non superano i 3,8 cm. Il corpo marrone molto scuro, tendente al nero. I maschi si caratterizzano per lenorme sviluppo delle mandibole, che nelle femmine sono invece piccole e acuminate. Fra gli insetti si tratta di uno degli esempi pi vistosi del cosiddetto dimorfismo sessuale. Le mandibole dentate dei maschi ricordano un po le corna dei cervi, da cui il nome volgare di cervo volante. Nei maschi pi piccoli le mandibole sono meno sviluppate e queste forme sono le pi comuni; i maschi pi grandi e con le mandibole enormi sono molto pi rari. La differenza nelle dimensioni non ovviamente legata alla crescita degli esemplari adulti (che dopo la metamorfosi non crescono pi), ma semplicemente a un maggiore o minore sviluppo larvale. Una specie molto simile il Lucanus tetraodon

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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che si differenzia facilmente dal L. cervus per avere il dente mediano delle mandibole dei maschi molto pi ravvicinato alla base. Habitat: questa specie vive nei boschi di latifoglie, principalmente castagneti, querceti e faggete, in pianura e in collina fino agli 800-1000 metri.

Biologia ed ecologia: la larva si sviluppa nelle ceppaie delle vecchie piante. Il periodo di sviluppo di 4-6 anni; in autunno la larva matura lascia il legno e si interra costruendo una celletta dove si impupa. Gli adulti compaiono fra giugno e luglio e volano prevalentemente al tramonto. Il loro volo lento e goffo a causa delle loro grandi dimensioni. I maschi si spostano attivamente alla ricerca delle femmine per accoppiarsi e usano le loro mandibole nei combattimenti per allontanare i maschi rivali. Gli adulti, nonostante il loro aspetto cos bellicoso, si nutrono in realt di sostanze zuccherine come linfa e frutta. Distribuzione: la specie vive in tutta Europa, Asia Minore e Medio Oriente. In Italia presente nel centro nord fino allUmbria e alla Campania; manca in Sardegna e Sicilia. Nel meridione L. cervus sostituito dalla specie vicariante L. tetraodon. In Toscana presente in tutta la regione compresa lIsola dElba, dove convive con L. tetraodon. Grado di minaccia: la specie, per quanto non rara in Toscana, in rarefazione in tutta Europa, ed quindi stata inserita nellallegato II della direttiva CEE/92/43. Il cervo volante inserito anche negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La specie minacciata dalla distruzione dellhabitat a causa di incendi, abbattimento delle vecchie piante e rimozione dal bosco di alberi morti o morienti.

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Lucanus tetraodon Thunberg, 1806


Ordine: Coleoptera Famiglia: Lucanidae

Lucanus tetraodon 5
Foto S. Bambi

Riconoscimento: specie di dimensioni medio grandi (da 3 a 5 cm di lunghezza). Il corpo bruno nerastro e come il L. cervus presenta un forte dimorfismo sessuale nelle mandibole. I maschi di L. tetraodon si separano da quelli di L. cervus per avere il dente mediano delle mandibole molto pi ravvicinato alla base. Habitat: la specie vive nei boschi di sughera e leccio fino a una altitudine di 1300 metri. Biologia ed ecologia: la larva si sviluppa nelle ceppaie delle vecchie piante. Gli adulti compaiono in estate e volano principalmente al tramonto. Distribuzione: una specie tipicamente centro-mediterranea. In Italia presente nella parte centro-meridionale della penisola e nelle isole. In Toscana vive nellArcipelago Toscano e in alcune zone costiere. Grado di minaccia: la specie, non comune, inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. minacciata dalla distruzione dellhabitat a causa di incendi, disboscamenti e urbanizzazione eccessiva delle zone insulari e costiere.

Trogidae, Geotrupidae, Aphodiidae, Melolonthidae, Dynastidae, Cetoniidae


Pietro Lo Cascio

I Trogidae comprendono nel mondo circa 400 specie, di cui solo dieci vivono in Italia. Sono insetti di piccole e medie dimensioni (in Italia le specie in generale sono intorno al centimetro di lunghezza). Il corpo molto bombato superiormente e appiattito inferiormente, con un rivestimento chitinoso particolarmente duro. Il capo piccolo, le antenne sono di 10 articoli con gli ultimi tre clavati. Questi coleotteri vivono, sia come larve che come adulti, nei cadaveri degli animali, nei residui di pelle, peli o penne e nelle borre dei rapaci o nei loro nidi. I Geotrupidae sono una famiglia che comprende circa 300 specie nel mondo, 21 delle quali presenti in Italia. Si tratta di coleotteri di dimensioni medie o grandi con corpo convesso, nero, spesso con riflessi metallici. Le antenne sono di 11 articoli. I Geotrupidae, come gli Scarabaeidae e gli Aphodiidae, sono in genere coleotteri stercorari. Essi scavano al di sotto degli escrementi degli animali gallerie verticali, lunghe a volte pi di un metro, in fondo alle quali trasportano la materia fecale che servir da fonte di cibo sia per gli adulti, sia per le larve. Gli Aphodiidae comprendono nel mondo pi di 1500 specie di cui 137 si trovano anche nel nostro paese. Si tratta di coleotteri di piccole dimensioni, dal corpo allungato pi o meno convesso, le antenne sono di 9 articoli. Sono insetti coprofagi e talora saprofagi, bench vi siano alcune specie fitofaghe, termitofile e mirmecofile. Le larve delle specie coprofaghe, cos come gli adulti, si rinvengono negli escrementi. Gli adulti volano di notte e alcune specie sono attratte dalle luci artificiali. I Melolonthidae sono una famiglia di cui si conoscono nel mondo pi di 9000 specie; 84 di queste vivono in Italia. Sono coleotteri di dimensioni molto varie, da piccole come le specie del genere Hoplia a grandi come la Polyphylla fullo. In genere il corpo allungato, convesso, bruno, spesso ricoperto di peli o scaglie. Le antenne

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ARSIA

sono formate da un numero di articoli variabile da 7 a 10, con un ventaglio apicale che pi sviluppato nei maschi. Le larve vivono nel terreno e si nutrono di radici, mentre gli adulti sono fitofagi e hanno unattivit che pu essere diurna o notturna. I Dynastidae annoverano circa 1500 specie, di cui solo 6 vivono in Italia. Si tratta di insetti di dimensioni medio-grandi, che nei paesi tropicali possono raggiungere dimensioni superiori ai 10 centimetri di lunghezza. Il corpo convesso, la colorazione in genere nera. Le antenne sono in genere di 10 articoli, ma questi sono ridotti a 8 nel genere Calicnemis. Presentano spesso un notevole dimorfismo sessuale, in quanto i maschi sono dotati di uno o pi corni sulla testa come ad esempio nel comune rinoceronte volante Oryctes nasicornis. Le larve vivono nel terreno o nelle sostanze in decomposizione; gli adulti sono volatori notturni o crepuscolari. I Cetoniidae contano pi di 3000 specie in tutto il mondo, di queste 27 vivono in Italia. Sono coleotteri di dimensioni medie o grandi, dal corpo poco convesso, talora con colorazioni vivaci metalliche brillanti. Le antenne sono di 10 articoli, di cui gli ultimi tre lamellati. Le larve si sviluppano nel legno in decomposizione, nelle cavit degli alberi, talora nel terreno. Alcune specie sono tuttavia prettamente mirmecofile o melitofaghe. Gli adulti sono diurni e compaiono nel periodo primaverile-estivo; si trovano sui fiori, sulla frutta matura o attorno alle ferite degli alberi che gemono linfa.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Trox cribrum Gen, 1836


Ordine: Coleoptera Famiglia: Trogidae

Riconoscimento: coleottero di dimensioni mediopiccole (fino a 8-10 mm di lunghezza), di colore nero, dal corpo tozzo, molto convesso sul dorso e appiattito inferiormente; il pronoto ornato da rilievi e tubercoli, le elitre da strie e rigonTrox cribrum fiamenti, che conferiscoFoto S. Bambi no loro un aspetto complessivamente irregolare. Pu emettere una debole ma caratteristica stridulazione, causata dallo strofinio del bordo laterale dei segmenti addominali su quello interno delle elitre. Habitat: vive in aree prevalentemente costiere, ma si rinviene anche a una certa distanza dai litorali, in aree occupate da macchia mediterranea. Biologia ed ecologia: la specie, sia allo stadio larvale che da adulto, ha costumi alimentari necrofagi e zoosaprofagi: vive negli escrementi di animali selvatici (soprattutto carnivori) o nei loro cadaveri, contribuendo attivamente al processo di decomposizione, ma anche nei residui di pelle o di lana, nei rigurgiti alimentari di rapaci notturni o diurni e talvolta nei loro nidi. La riproduzione avviene in prossimit delle fonti di cibo, nelle quali vengono deposte le uova e si completa lo sviluppo larvale. Distribuzione: specie endemica di Corsica, Sardegna e alcune isole circumsarde; in Toscana solo recentemente ne stata accertata la presenza nellIsola di Capraia. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. T. cribrum da considerarsi vulnerabile per la sua estrema localizzazione; cause potenziali di minaccia sono tutte le alterazioni che riguardano il suo ambiente di vita a causa del turismo, degli incendi e dellinquinamento.

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Odonteus armiger (Scopoli, 1772)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Geotrupidae

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (6-10 mm di lunghezza), con corpo convesso, di colore nero lucente, inferiormente bruno-rossastro, talvolta pi chiaro. Il maschio presenta un lungo e sottile corno frontale fortemente incliOdonteus armiger Foto S. Bambi nato allindietro e un grosso corno a ciascun lato del pronoto, che si presenta mediamente incavato in corrispondenza del corno frontale; la femmina presenta solo una corta carena longitudinale frontale, mentre il pronoto liscio. Habitat: la specie legata alle formazioni boschive a latifoglie, prevalentemente a medie altitudini. Biologia ed ecologia: gli adulti volano al crepuscolo nelle radure o al margine di boschi, durante il periodo compreso fra la fine della primavera e lautunno, e sono attratti dalle fonti luminose. Occasionalmente la specie stata osservata anche in prossimit dellimboccatura di tane di conigli. Distribuzione: specie a distribuzione europea, nei paesi mediterranei presente soltanto nelle aree pi settentrionali. In Italia si spinge al sud fino alla Campania, ed dubbia la sua presenza in Sardegna; in Toscana rara e conosciuta per poche localit, prevalentemente appenniniche o peri-appenniniche. Grado di minaccia: la specie inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Sebbene la sua estrema rarit possa essere dovuta alla sua peculiare ecologia, ipotizzabile che fattori di minaccia per lintegrit e la naturalit degli ambienti boschivi possano rappresentare altrettante cause di rarefazione di questo coleottero.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Ceratophyus rossii Jekel, 1866


Ordine: Coleoptera Famiglia: Geotrupidae

Riconoscimento: specie di medie dimensioni (16-20 mm di lunghezza), di colore nero o bruno-rossastro, lucente, con riflessi violacei; elitre fortemente striate; il pronoto nel maschio si presenta munito di un lungo corno che si origina in corrispondenza del bordo anteriore mediano, nella femmina con una carena anteriore.

Ceratophyus rossii
Foto S. Bambi

Habitat: la specie presente nelle pinete litoranee, su substrati sabbiosi. Biologia ed ecologia: questo geotrupide associato agli escrementi equini, sotto i quali scava una profonda galleria verticale; le larve (che qui completano il loro sviluppo) e gli adulti si nutrono infatti di tali sostanze organiche. attivo durante la maggior parte dellanno, sebbene le femmine si incontrino pi frequentemente durante i mesi invernali. Distribuzione: specie endemica di poche stazioni del litorale tirrenico nellItalia centrale (Toscana e Lazio); in Toscana risulta complessivamente rara ed estremamente localizzata. Grado di minaccia: la specie inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Pur mancando dati certi sulla consistenza delle sue popolazioni, probabile che il principale fattore di minaccia per la specie sia costituito dal prelievo per scopi di collezionismo entomologico. Pu risultare inoltre sensibile a modifiche nella gestione del territorio che comportino la riduzione degli allevamenti equini.

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ARSIA

Heptaulacus rasettii Carpaneto, 1978


Ordine: Coleoptera Famiglia: Aphodiidae

Riconoscimento: si tratta di un piccolo coleottero (3-4 mm di lunghezza) di colore nerastro, con le elitre bruno chiaro ornate di numerose macchiette giallastre irregolari. Il corpo a lati paralleli; il capo corto, convesso, lucido, cos come il pronoto. In questa famiglia la determinazione a livello di specie pu risultare spesso molto difficile e, per una corretta identificazione, preferibile che sia eseguita da uno specialista del gruppo. Habitat: la specie stata rinvenuta in ambiente di pineta.
Heptaulacus rasettii
Foto P. Magrini

Biologia ed ecologia: si tratta di un insetto che si nutre di sterco bovino ed equino, sia allo stadio larvale che da adulto. La specie stenotopica, a fenologia invernale-primaverile. Distribuzione: descritto del Tombolo di Pisa e ritrovato anche a Sterpaia (Parco di San Rossore, Pisa). Grado di minaccia: la specie attualmente non inserita in alcuna lista di protezione, ma in considerazione della sua estrema localizzazione e della potenziale vulnerabilit dellunica popolazione nota, auspicabile che ne venga presto definito uno status di tutela. Per le stesse ragioni presumibile che possa risultare minacciata dalle alterazioni del suo ambiente di vita.

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Hoplia dubia (Rossi, 1790)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Melolonthidae

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (5-7 mm di lunghezza), con colore di fondo nero, bruno sulle elitre; queste e il pronoto si presentano ricoperti da minute scaglie dai riflessi metallici, frammiste ad abbondanti e lunghi peli. Tarsi posteriori con una sola unghia, piuttosto allungata. Habitat: presente nei prati e nelle formazioni erbose pi o meno aperte e soleggiate, dal livello del mare sino a 400-500 metri di altezza, occasionalmente anche a quote superiori.

Hoplia dubia
Foto S. Bambi

Biologia ed ecologia: specie floricola, diurna, fitofaga; si rinviene in particolare su infiorescenze di ombrellifere e rosacee durante i mesi di maggio e giugno. Distribuzione: specie europea, in Italia presente nella parte centro-meridionale della penisola e in Sicilia; in Toscana segnalata per pochissime localit situate lungo il litorale pisano. Grado di minaccia: la specie inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Poich le popolazioni di questo insetto risultano molto localizzate, quindi indispensabile la tutela delle aree in cui si trova da ogni possibile alterazione ambientale.

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ARSIA

Hoplia minuta Panzer, 1889


Ordine: Coleoptera Famiglia: Melolonthidae

Hoplia minuta
Foto S. Bambi

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (5-7 mm di lunghezza), con elitre e pronoto densamente ricoperti da minute scaglie dai riflessi metallici, di colore verde, talvolta verde pallido o arancio-rossastro, frammiste a leggera pelosit. Tarsi posteriori con una sola unghia, piuttosto allungata. Habitat: presente nei prati e nelle formazioni erbose pi o meno aperte e soleggiate, dal livello del mare sino ai 400-500 metri di altezza, occasionalmente anche a quote superiori. Biologia ed ecologia: specie floricola, diurna, fitofaga; si rinviene in particolare su infiorescenze di ombrellifere e rosacee durante i mesi di maggio e giugno. Distribuzione: specie endemica italiana, presente in tutta la penisola e in Sicilia; meno rara di H. dubia, in Toscana nota per alcune stazioni ubicate sia in aree interne che sul litorale tirrenico. Grado di minaccia: la specie inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Si tratta di un elemento endemico che pu risultare sensibile a minime modificazioni delle condizioni di naturalit delle stazioni per le quali risulta segnalato.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Rhizotrogus Rhizotrogus Rhizotrogus Rhizotrogus

ciliatus vexillis Reitter, 1901 genei Blanchard, 1850 grassii Mainardi, 1902 procerus Baudi, 1870
Famiglia: Melolonthidae

Ordine: Coleoptera

Riconoscimento: coleotteri di medie dimensioni (15-20 mm di lunghezza), di colore bruno-giallastro o rossastro, con pronoto con bordi laterali arrotondati, elitre con pubescenza rada e sparsa o quasi glabre. Lesatta identificazione a livello specifico di queste e delle numerose altre specie del genere Rhizotrogus pu risultare alquanto difficile; la distinzione si basa infatti principalmente su caratteri microscopici e sulla conformazione dellapparato copulatore nei maschi. Habitat: R. ciliatus vexillis e R. procerus sembrano legati prevalentemente ad ambienti boschivi aperti e soleggiati, collinari o submontani; R. genei a varie tipologie ambientali, che comprendono formazioni di macchia mediterranea e aree costiere; R. grassii, infine, conosciuto per ununica stazione litoranea che ospita una pineta.

Rhizotrogus ciliatus vexillis


Foto S. Bambi

Biologia ed ecologia: a eccezione di R. grassii, per la quale mancano dati relativi a biologia ed ecologia, tutte le specie si nutrono dei rizomi di graminacee durante lo stadio larvale; gli adulti sono fitofagi, attivi durante i mesi tardo-primaverili ed estivi. Al crepuscolo volano in sciami, tendendo a riunirsi per la riproduzione e formando in tal modo popolazioni isolate; tale comportamento pu avere favorito lelevato tasso di speciazione che caratterizza questo genere di melolontidi. Distribuzione: R. ciliatus vexillis una sottospecie endemica italiana (la forma nominale presente in Sicilia), distribuita in modo abbastanza discontinuo nella penisola; sebbene localizzata, in Toscana sembra pi comune delle altre ed nota per alcune stazioni appenniniche o limitrofe. R. genei endemica di Corsica e Sardegna, segnalata in Toscana nella sola Isola di Capraia. R. grassii nota per la sola localit tipica (il

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ARSIA

Rhizotrogus ciliatus vexillis

Rhizotrogus genei

Rhizotrogus grassii

Rhizotrogus procerus

Tombolo, in provincia di Pisa), dove la specie non viene per ritrovata da quasi un secolo. R. procerus, infine, endemica dellItalia settentrionale e centrale; in Toscana risulta accertata per la sola stazione di Monte Morello. Grado di minaccia: queste specie sono inserite nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. R. ciliatus vexillis e R. procerus possono essere considerate specie a rischio, per la loro scarsa o puntiforme distribuzione in Toscana; la ridotta estensione territoriale dellunica stazione toscana di R. genei, in ambiente insulare, rende opportuno il suo inserimento fra quelle vulnerabili; R. grassii, infine, da ritenersi a rischio di estinzione (se non gi estinta) non essendo stata mai pi ritrovata successivamente alla sua descrizione. Le cause di minaccia sono tutte quelle che possono compromettere lintegrit degli ambienti di vita di questa specie.

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Polyphylla fullo (Linn, 1758) Maggiolino marmoreggiato


Ordine: Coleoptera Famiglia: Melolonthidae

Riconoscimento: specie di grosse dimensioni (25-35 mm di lunghezza), presenta superiormente una caratteristica livrea marmoreggiata, di colore bruno scuro alternato con parti biancastre, inferiormente una fitta peluria giallastra. Le antenne sono alquanto Polyphylla fullo vistose, con una caratteFoto S. Bambi ristica conformazione a ventaglio degli ultimi articoli, in particolar modo quelle maschili, con sette lamelle allungate; nella femmina queste sono cinque e pi brevi. Habitat: la specie vive in boschi e pinete in ambiente collinare e montano. Biologia ed ecologia: lo stadio larvale dura generalmente quattro anni, ma pu prolungarsi fino a cinque, durante i quali la specie si nutre prevalentemente di radici, tuberi e rizomi. Ladulto ha regime alimentare di tipo fitofago e compare nel periodo estivo-autunnale, soprattutto durante le ore crepuscolari e notturne; pu emettere un caratteristico suono stridulo, ed attratto dalle luci. Distribuzione: specie europea, in Italia presente in tutta la penisola; in Toscana segnalata per varie localit in tutta la regione. Grado di minaccia: la specie inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. in generale regresso nel suo areale di distribuzione; in particolare durante lo stadio larvale pu risultare esposta allinquinamento del suolo derivato dalluso di pesticidi, di concimazioni o da altri tipi di interventi.

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Calicnemis latreillei Castelnau, 1832


Ordine: Coleoptera Famiglia: Dynastidae

Riconoscimento: coleottero di medie dimensioni (fino a circa 20 mm di lunghezza), di colore bruno-giallastro, con testa, pronoto e scutello di colore brunoscuro; testa piccola, con una larga placca subrettangolare davanti agli occhi; i maschi di questa Calicnemis latreillei specie presentano nella Foto S. Bambi parte anteriore del pronoto un piccolo tubercolo che assente nella femmina. Le antenne sono di 8 articoli. Habitat: vive sulle spiagge sabbiose. Biologia ed ecologia: lo sviluppo larvale dura 2-3 anni, durante i quali la larva vive nel legno in decomposizione impregnato di acqua marina; ladulto, che si nutre di sostanze vegetali, compare nei litorali sabbiosi con un breve volo crepuscolare, nei mesi primaverili. Attratto dalle fonti luminose artificiali, pu essere spesso predato dai pipistrelli. Distribuzione: specie presente nella parte occidentale del bacino del Mediterraneo, in Francia si spinge fino alle coste atlantiche; ha distribuzione esclusivamente costiera, abbastanza discontinua. In Toscana stata rinvenuta solo nella provincia di Massa Carrara. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Si tratta di una specie generalmente poco comune, che sembra in rarefazione in tutto il suo areale di distribuzione. Limpianto di attivit balneari, la rimozione del legname spiaggiato, e, in generale, lelevato grado di antropizzazione degli ambienti sabbiosi costieri tirrenici rappresentano senza dubbio una seria causa di minaccia per questa specie in Toscana.

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Gnorimus nobilis (Linn, 1758)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Cetoniidae

Riconoscimento: specie di medie dimensioni (15-18 mm di lunghezza); la colorazione superiormente verde lucente, metallica; la parte inferiore generalmente di color rame, ma pu variare dal verde al violetto. Elitre rugose, con piccole macchie bianche.

Gnorimus nobilis
Foto S. Bambi

Habitat: specie legata agli ambienti boschivi aperti e soleggiati, prevalentemente in aree collinari e montane. Biologia ed ecologia: gli adulti hanno attivit diurna, durante il periodo tardo-primaverile ed estivo; fitofagi, si rinvengono sui fiori di ombrellifere e rosacee. Le femmine depongono le uova nel rosume o nelle radici di vecchi tronchi, generalmente faggi, ma anche salici, querce, robinie e alberi da frutto. Distribuzione: specie a distribuzione europea centro-meridionale, presente anche in Anatolia. In Italia distribuita in tutta la penisola, sebbene rara e abbastanza localizzata, ed assente nelle isole; in Toscana stata rinvenuta in varie localit soprattutto nella parte settentrionale della regione. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La rimozione di piante morte o morienti, la pulizia del sottobosco, gli incendi e in generale lalterazione delle caratteristiche di naturalit degli ambienti boschivi costituiscono altrettanti fattori di minaccia per la specie.

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Gnorimus variabilis (Linn, 1758)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Cetoniidae

Riconoscimento: specie di medie dimensioni (18-22 mm di lunghezza), di colore nero intenso e leggermente metallico, con quattro piccole macchie bianche o giallastre sul pronoto e altrettante (al massimo cinque) su ciascuna elitra. Habitat: la specie vive quasi esclusivamente in ambienti forestali montani.

Gnorimus variabilis
Foto S. Bambi

Biologia ed ecologia: specie attiva nel periodo estivo, diurna. Il periodo di attivit di G. variablis sensibilmente pi breve di quello della specie congenere G. nobilis. Gli adulti sono fitofagi e si rinvengono in particolare su fiori di ombrellifere e rosacee; le femmine depongono le uova nel rosume o nelle radici di vecchi tronchi. Le larve si sviluppano nel legno in decomposizione, dove si alimentano di radici e detriti vegetali. Distribuzione: specie europea, abbastanza rara e localizzata in tutto il suo areale distribuzione; in Italia si spinge a sud sino al Lazio, ed assente nelle isole; in Toscana nota per poche stazioni nella parte settentrionale, nelle province di Firenze e Lucca. Grado di minaccia: la specie inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La rimozione di piante morte o morienti, e in generale lalterazione delle caratteristiche di natu ralit degli ambienti forestali montani, costituiscono fattori di minaccia per la specie.

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Osmoderma eremita (Scopoli, 1763)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Cetoniidae

Riconoscimento: specie di dimensioni medio-grandi (25-35 mm di lunghezza), dal corpo di colore bruno scuro, la cui presenza viene inequivocabilmente segnalata da un caratteristico odore di cuoio vecchio. Pronoto con solco mediano longitudinale evidente; elitre solo leggermente striate e punteggiate. Il maschio presenta un corto tubercolo nella parte sopra-oculare.

Osmoderma eremita
Foto S. Bambi

Habitat: la specie legata alle formazioni boschive mature di latifoglie, prevalentemente in ambiente collinare o montano, fino a circa 1000 m di quota. Biologia ed ecologia: durante lo stadio larvale, che pu protrarsi sino a tre anni, la specie polifaga, ma mostra particolari esigenze per la scelta delle cavit degli alberi dove completare questa fase di sviluppo; queste devono essere di grossa dimensione e contenere una notevole quantit di legno decomposto e attaccato da miceli fungini e di humus; questi microhabitat, la cui formazione necessita di intervalli di tempo abbastanza prolungati, possono essere utilizzati da O. eremita per numerose generazioni. Ladulto, fitofago, ha attivit prevalentemente crepuscolare durante i mesi estivi. Distribuzione: specie europea centro-meridionale, in Italia estremamente rara, ma segnalata in tutta la penisola. In Toscana sembra estremamente localizzata; inoltre, in una delle stazioni accertate (il Parco delle Cascine a Firenze), dove la specie era ancora presente sino a una trentina di anni fa, oggi da ritenersi verosimilmente scomparsa.

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ARSIA

Grado di minaccia: in rarefazione in tutto il suo areale di distribuzione, la specie stata inserita negli allegati II (con lindicazione di prioritaria) e IV della Direttiva Habitat 92/43/CEE nonch nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. In Toscana le popolazioni sembrano in costante decremento e in alcune stazioni accertate in passato la specie oggi quasi certamente scomparsa. La rimozione delle piante morte o morienti e il taglio dei vecchi alberi del bosco costituiscono gravi fattori di minaccia per la sopravvivenza della specie.

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Eupotosia mirifica (Mulsant, 1842)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Cetoniidae

Riconoscimento: specie di dimensioni medio-grandi (fino a 30 mm di lunghezza), simile a prima vista al comune moscon doro (Cetonia aurata Linn), interamente di colore blu-violetto, lucente, con forti riflessi metallici; talvolta pu presentare inferiormente una colorazione blu con riflessi verdastri. Habitat: legata ad ambienti boschivi mediterranei pi o meno aperti, sia collinari che costieri. Biologia ed ecologia: specie diurna, vola in genere in alto sulle chiome degli alberi, posandosi sulle ferite dei rami dove si trovano essudazioni di linfa. Gli adulti compaiono durante il periodo tardo-primaverile ed estivo.

Eupotosia mirifica
Foto S. Bambi

Distribuzione: specie sud-europea, in Italia segnalata per le sole regioni del Lazio e della Toscana. In questultima nota solo per il Parco Regionale della Maremma. Grado di minaccia: la specie inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La principale causa di minaccia pu essere costituita dallalterazione dellambiente che occupa a causa degli incendi, purtroppo frequenti nella macchia mediterranea del litorale tirrenico.

Psephenidae, Heteroceridae, Limnichidae, Dryopidae, Elmidae


Alessandro Mascagni

Gli Psephenidae sono noti nel mondo con circa 130 specie, di cui una sola vive in Italia, compresa la Toscana. Gli adulti frequentano generalmente luoghi umidi al margine di boschi, sempre in vicinanza di corsi dacqua; le larve sono acquatiche e vivono in torrenti, laghi e stagni nutrendosi di varie sostanze vegetali. Gli adulti sono buoni volatori. Gli Heteroceridae comprendono nel mondo circa 250 specie, di cui 18 vivono in Italia e di queste 10 in Toscana. Si tratta di insetti di piccole dimensioni, lunghi pochi millimetri. Gli adulti e le larve vivono nel limo umido, talora in gran numero, in prossimit di corsi dacqua, laghi e stagni anche salmastri, nutrendosi dei detriti vegetali e di microalghe presenti nel terreno. Gli adulti, ottimi volatori, hanno il corpo ricoperto da peli idrofughi che consentono il galleggiamento qualora linsetto cada in acqua. I Limnichidae sono una piccola famiglia con circa 100 specie nel mondo, di cui 9 vivono in Italia e di queste 7 in Toscana. Hanno corpo ovale con antenne abbastanza lunghe. Sia le larve che gli adulti vivono lungo i corsi dacqua, sulle rive di laghi e paludi, immersi nel limo o nella sabbia umida, sotto i sassi semisommersi, talora in gran numero di esemplari; talune specie si ritrovano anche tra muschi e detriti vegetali presso lacqua. Gli adulti sono buoni volatori. I Dryopidae comprendono nel mondo circa 240 specie, di cui 18 specie in Italia e di queste 12 sono presenti anche in Toscana. Presentano antenne corte e unghie molto sviluppate per muoversi agevolmente sul fondo dei corsi dacqua. Gli adulti e le larve, a seconda delle specie, frequentano le acque correnti di fiumi e torrenti, o le acque ferme di stagni e paludi. La respirazione avviene attraverso una pellicola daria (branchia fisica) che circonda il corpo. Si nutrono di microalghe o di frammenti di vegetali marcescenti. Gli adulti sono buoni volatori.

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ARSIA

Gli Elmidae annoverano nel mondo oltre 1200 specie, di cui 28 specie in Italia e di queste 17 sono presenti in Toscana. Sono caratterizzati dallavere corpo allungato e antenne molto pi lunghe dei palpi mascellari. Sia gli adulti che le larve vivono esclusivamente in acque correnti ricche di ossigeno (sorgenti, ruscelli, torrenti e pi raramente fiumi), dove si nutrono di microalghe, muschi, vegetali acquatici e talora briozoi. La respirazione avviene attraverso una pellicola daria che si forma nella regione ventrale del corpo grazie a una fitta pubescenza idrofuga. Gli adulti sono buoni volatori.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Eubria palustris Germar, 1818


Ordine: Coleoptera Famiglia: Psephenidae

Riconoscimento: piccola specie (2,02,6 mm di lunghezza), con corpo di forma ovale, poco convesso, di colore bruno scuro con pubescenza densa. Il capo retratto nel pronoto; le antenne sono formate da 11 articoli che sono tutti, tranne i primi due, leggermente dentati a sega. Le elitre, densamente punteggiate, presentano 5 strie ben visibili. Le zampe sono sottili. In Toscana presente una sola specie. Habitat: la larva vive in acque correnti tra la vegetazione e le pietre, ladulto presso lacqua, tra il muschio, ma anche in boschi umidi.
Eubria palustris
Foto P. Magrini

Biologia ed ecologia: la larva si nutre di microalghe mentre ladulto fitofago. specie polivoltina. Distribuzione: la specie diffusa dallEuropa fino alla Siberia. In Italia nota nelle seguenti regioni: Piemonte, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Sicilia. In Toscana segnalata solo in una localit in provincia di Siena. Grado di minaccia: la specie attualmente non inserita in alcuna lista di protezione, ma viste la sua estrema localizzazione e la riduzione e potenziale vulnerabilit della popolazione toscana, auspicabile che ne venga presto definito uno status di tutela. La specie minacciata dallinquinamento delle acque e da una scorretta gestione della vegetazione acquatica e di ripa.

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ARSIA

Augyles hispidulus (Kiesenwetter, 1843)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Heteroceridae

Riconoscimento: piccola specie (2,93,6 mm di lunghezza) con corpo allungato, leggermente convesso, nero, eccetto le elitre che presentano macchie di color ocra, ricoperto da una doppia pubescenza idrofuga, una pi fitta e corta, laltra pi lunga e rada. Capo provvisto di robuste mandibole con antenne di 10 articoli. Zampe robuste con tarsi di 4 articoli. Una specie affine, con la quale pu essere confusa, Augyles pruinosus, che ha per antenne di 11 articoli. Del genere Augyles sono note in Toscana complessivamente quattro specie, oltre le due citate, anche A. flavidus e A. marmota.

Augyles hispidulus
Foto P. Magrini

Habitat: sia la larva che ladulto vivono nella sabbia delle ripe fluviali presso acque fresche e correnti. Biologia ed ecologia: le larve si nutrono di microalghe, mentre gli adulti sono limivori. una specie polivoltina. Distribuzione: specie europea. In Italia nota nelle seguenti regioni: Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Lazio. In Toscana rara, segnalata soltanto nella provincia di Firenze. Grado di minaccia: la specie, rara in Toscana e inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000, minacciata dallinquinamento delle acque e da una scorretta gestione delle rive dei corsi dacqua.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Heterocerus aragonicus Kiesenwetter, 1850


Ordine: Coleoptera Famiglia: Heteroceridae

Riconoscimento: piccola specie (3,55,0 mm di lunghezza), di colore nero, eccetto le elitre che presentano macchie chiare variamente estese. Corpo di forma allungata, leggermente convesso, ricoperto da una doppia pubescenza idrofuga, una pi fitta e corta, laltra pi lunga e rada. Il capo provvisto di robuste mandibole e di antenne formate da 11 articoli. Le zampe sono robuste, con tarsi costituiti da 4 articoli. Specie affini presenti in Toscana e con le quali pu essere confusa sono: H. fenestratus, molto pi comune, e H. fusculus ssp. etruscus, comune anche se localizzata.

Heterocerus aragonicus
Foto P. Magrini

Habitat: la larva e ladulto vivono nella sabbia e nel limo fluviale di pianura. Biologia ed ecologia: le larve si nutrono di microalghe, mentre gli adulti sono limivori. specie polivoltina. Si riproducono allinterno di gallerie scavate nel fango. Distribuzione: specie con distribuzione mediterraneo-occidentale. In Italia nota nelle seguenti regioni: Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna. Non comune in Toscana, segnalata nelle province di Massa, Arezzo e Siena. Grado di minaccia: la specie, attualmente non inserita in alcuna lista di protezione, minacciata dallinquinamento delle acque e da una scorretta gestione delle rive dei corsi dacqua.

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ARSIA

Heterocerus flexuosus Stephens, 1828


Ordine: Coleoptera Famiglia: Heteroceridae

Riconoscimento: piccola specie (3,5-6 mm di lunghezza), con corpo allungato leggermente convesso, di colore nero, ricoperto da una doppia pubescenza idrofuga, una pi fitta e corta, laltra pi lunga e rada. Capo provvisto di robuste mandibole con antenne formate da 11 articoli. Zampe robuste con tarsi di 4 articoli. Specie affine con la quale pu essere confusa Heterocerus fossor (rara in Toscana) dalla quale si differenzia per lassenza, nei maschi, di due piccole protuberanze sulla fronte. Habitat: sia la larva che ladulto vivono lungo le rive dei corsi dacqua, ma prediligono le aree lagunari, gli stagni salmastri e i delta fluviali.

Heterocerus flexuosus
Foto P. Magrini

Biologia ed ecologia: le larve si nutrono di microalghe mentre gli adulti sono limivori. Si riproducono allinterno di gallerie. specie polivoltina. Distribuzione: specie a diffusione paleartica. In Italia nota nelle seguenti regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, EmiliaRomagna, Toscana, Molise, Puglia, Basilicata, Sicilia, Sardegna. In Toscana segnalata solo per larea costiera grossetana. Grado di minaccia: la specie, attualmente non inserita in alcuna lista di protezione, rara in Toscana ed minacciata dallinquinamento delle acque e da una scorretta gestione degli argini e delle rive dei corsi dacqua.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Limnichus aurosericeus Jacquelin du Val, 1857


Ordine: Coleoptera Famiglia: Limnichidae

Riconoscimento: specie molto piccola (2,0-2,2 mm di lunghezza), con corpo ovale e convesso di colore prevalentemente nero, ricoperto superiormente da una pubescenza densa e diretta in varie direzioni. Il capo pu essere retratto nel protorace, le antenne, sottili e lunghe, sono pi larghe allapice e con i primi due articoli rossicci. Elitre con punteggiatura marcata e densa. Zampe con tarsi formati da 5 articoli. Habitat: come tutti i limnichidi vive lungo le rive dei corsi dacqua e sotto i sassi parzialmente immersi.
Limnichus aurosericeus
Foto P. Magrini

Biologia ed ecologia: larve e adulti si nutrono di microalghe e microresidui vegetali. specie polivoltina. Spesso questi insetti si ritrovano in gruppi numerosi e talora con altre specie della stessa famiglia. Distribuzione: specie a diffusione mediterraneo-occidentale. In Italia nota nelle seguenti regioni: Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Sicilia. In Toscana nota, con vecchie segnalazioni, solo per i dintorni di Firenze e Grosseto. Grado di minaccia: la specie, attualmente non inserita in alcuna lista di protezione, molto rara in Toscana; sensibile allinquinamento delle acque e alla scorretta gestione delle rive e degli argini dei corsi dacqua.

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ARSIA

Dryops ernesti Des Gozis, 1886


Ordine: Coleoptera Famiglia: Dryopidae

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (4,0-5,1 mm di lunghezza), con corpo allungato, convesso, di colore nero, ricoperto da fitti e lunghi peli idrofughi. Antenne di 9 o 10 articoli, contenute a riposo in un solco presente lungo il margine inferiore dellocchio, zampe robuste, tarsi di 5 articoli con due unghie ben sviluppate, elitre con punteggiatura marcata e distribuita irregolarmente. In Toscana sono presenti, oltre a questa specie e alla successiva, altre nove specie del genere Dryops. Specie toscane prossime a D. ernesti sono: D. luridus, D. similaris, D. algiricus, D. sulcipennis, tutte abbastanza o molto comuni.

Dryops ernesti
Foto P. Magrini

Habitat: sia la larva che ladulto vivono, prevalentemente, nelle acque correnti di montagna su fondi ghiaiosi presso la riva. Biologia ed ecologia: la larva xilofaga e scava gallerie nel legno sommerso marcescente; ladulto si nutre di microalghe e di detriti vegetali, principalmente foglie cadute e trasportate dalle acque. Distribuzione: specie europea. In Italia nota nelle regioni centro-settentrionali e in Calabria. In Toscana segnalata solo nelle Alpi Apuane e in provincia di Pistoia. Grado di minaccia: la specie, attualmente non inserita in alcuna lista di protezione, rara, risulta minacciata dallinquinamento delle acque e da una scorretta gestione della vegetazione acquatica.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Dryops striatellus (Fairmaire & Brisout, 1859)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Dryopidae

Riconoscimento: specie piccola (3,8-4,0 mm di lunghezza), con corpo allungato convesso, di colore bruno, ricoperto da fitti peli idrofughi. Antenne di 9 o 10 articoli, contenute a riposo in un solco presente lungo il margine inferiore dellocchio, zampe robuste, tarsi di 5 articoli con due unghie ben sviluppate, elitre con punteggiatura fine e distribuita irregolarmente. Specie toscane prossime a D. striatellus sono: D. subincanus, D. lutulentus, D. vienensis, D. rufipes, D. striatopunctatus, tutte pi o meno comuni. Habitat: sia la larva che ladulto vivono in acque correnti e ferme di pianura; ladulto si ritrova prevalentemente tra la vegetazione sommersa.
Dryops striatellus
Foto P. Magrini

Biologia ed ecologia: la larva xilofaga e scava gallerie nel legno marcescente; ladulto si nutre di microalghe e di detriti vegetali vari. Distribuzione: specie a diffusione europeo-mediterranea. In Italia nota solo nelle seguenti regioni: Toscana, Basilicata, Sicilia. In Toscana segnalata solo per la provincia di Livorno. Grado di minaccia: la specie, attualmente non inserita in alcuna lista di protezione, rara ed minacciata dallinquinamento delle acque e da una scorretta gestione della vegetazione acquatica.

200

ARSIA

Stenelmis canaliculata (Gyllenhal, 1808)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Elmidae

Riconoscimento: piccola specie (3,8-5,1 mm di lunghezza), con corpo allungato, convesso, di color bruno-nero, glabro dorsalmente e ricoperto ventralmente da una fitta peluria idrofuga. Antenne filiformi di 11 articoli. Elitre con strie di punti e provviste di due carene. Tarsi costituiti da cinque segmenti dei quali lultimo molto lungo e possiede due robuste unghie con le quali linsetto si aggrappa sotto ai sassi. In Toscana vive anche laltra specie appartenente allo stesso genere, Stenelmis consobrina pi piccola (2,3-3,2 mm di lunghezza) e meno rara, ma sempre assai localizzata.

Stenelmis canaliculata
Foto P. Magrini

Habitat: sia la larva che ladulto si rinvengono in acque correnti di pianura e collina. Biologia ed ecologia: larve e adulti vivono in acqua aggrappati sotto i sassi, nutrendosi di microalghe e detriti vegetali vari. specie polivoltina. Distribuzione: specie centroeuropea. In Italia nota nelle seguenti regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, EmiliaRomagna, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Sardegna. In Toscana segnalata solo nel fiume Sieve in provincia di Firenze. Grado di minaccia: la specie, molto rara in Toscana e inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000, pu risultare minacciata dallinquinamento delle acque.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Elmis rioloides (Kuwert, 1890)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Elmidae

Riconoscimento: specie molto piccola (1,72,0 mm di lunghezza), con corpo tozzo, convesso, di colore nero, peloso sul dorso e ricoperto da una fitta peluria idrofuga ventralmente. Antenne filiformi di 11 articoli. Elitre con strie di punti e con carena sulla settima interstria. Zampe robuste, tarsi di 5 articoli dei quali lultimo molto lungo e dotato di due robuste unghie con le quali linsetto si aggrappa sotto i sassi e alla vegetazione sommersa. In Toscana, oltre la specie citata, sono presenti altre due specie appartenenti al genere Elmis (E. maugetii e E. aenea) mentre la presenza di una terza specie (E. obscura) fortemente in dubbio.

Elmis rioloides
Foto P. Magrini

Habitat: sia la larva che ladulto vivono in acque correnti di pianura, collina e montagna. Biologia ed ecologia: le larve e gli adulti sono microfagi e vivono aggrappati sotto i sassi e tra la vegetazione sommersa. Distribuzione: la specie diffusa nellEuropa meridionale. In Italia vive in quasi tutte le regioni. In Toscana nota per le province di Firenze, Arezzo, Livorno. Grado di minaccia: la specie attualmente non inserita in alcuna lista di protezione. Non comune in Toscana, pu risultare minacciata dallinquinamento delle acque.

202

ARSIA

Esolus parallelepipedus (Ph. Mller, 1806)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Elmidae

Riconoscimento: specie molto piccola (1,31,5 mm di lunghezza), con corpo allungato, leggermente convesso, di colore bruno-nero, provvisto di peli radi sul dorso e ricoperto da una fitta peluria idrofuga ventralmente. Antenne filiformi di 11 articoli. Elitre con punti fini e con carena sulla settima interstria. Zampe robuste, tarsi di 5 articoli dei quali lultimo molto lungo e dotato di due robuste unghie con le quali linsetto si aggrappa sotto i sassi e alla vegetazione sommersa. In Toscana, oltre la specie citata, sono presenti altre tre specie del genere Esolus: E. angustatus, E. czwalinae, E. berthelemyi.

Esolus parallelepipedus
Foto P. Magrini

Habitat: sia la larva che ladulto vivono in acque correnti di pianura e collina. Biologia ed ecologia: le larve e gli adulti sono microfagi e vivono aggrappati sotto i sassi e tra la vegetazione sommersa. Distribuzione: specie a diffusione sud-europea. In Italia nota nelle seguenti regioni: Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Lazio, Calabria. In Toscana segnalata solo in provincia di Firenze. Grado di minaccia: la specie, attualmente non inserita in alcuna lista di protezione, non comune in Toscana; risulta minacciata dallinquinamento delle acque.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Oulimnius tuberculatus (Ph. Mller, 1806)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Elmidae

Riconoscimento: specie piccolissima (1,71,9 mm di lunghezza), con corpo di forma ovale leggermente convesso, di color nero, con peli radi sul dorso e ricoperto da una fitta peluria idrofuga ventralmente. Antenne filiformi di 11 articoli. Elitre con punteggiatura molto fine e con tre carene formate da piccoli tubercoli. Zampe robuste, tarsi di 5 articoli dei quali lultimo molto lungo e dotato di due robuste unghie con le quali linsetto si aggrappa sotto i sassi e alla vegetazione sommersa. lunica specie del genere presente in Toscana.

Oulimnius tuberculatus
Foto P. Magrini

Habitat: sia la larva che ladulto vivono in acque correnti di pianura, collina e montagna. Biologia ed ecologia: le larve e gli adulti sono microfagi e vivono aggrappati sotto i sassi e tra la vegetazione sommersa. Distribuzione: specie europea. In Italia nota nelle seguenti regioni: Piemonte, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Calabria, Sardegna. In Toscana la specie rara, essendo nota soltanto in alcune localit delle province di Siena e Grosseto. Grado di minaccia: la specie, rara e inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000, minacciata dallinquinamento delle acque e da una scorretta gestione della vegetazione acquatica.

Elateridae

Alessandra Sforzi

Gli Elateridae comprendono attualmente circa 10.000 specie (di cui 243 vivono in Italia) presenti in tutto il mondo, escluse le regioni polari. Si tratta di coleotteri di piccole, medie o grandi dimensioni, dai colori in genere poco vistosi e criptici. Hanno corpo allungato, spesso appiattito. Le antenne, formate da 11-12 articoli, sono filiformi, dentate, pettinate oppure flagellate, a seconda della specie e del sesso. Il pronoto presenta gli angoli posteriori in genere ben sviluppati. Le zampe hanno tarsi di 5 segmenti. Una caratteristica importante degli elateridi la capacit di saltare quando si trovano distesi sul dorso per rimettersi in posizione normale. Il salto non avviene con lausilio delle zampe, ma reso possibile grazie alla particolare morfologia del torace e alla potente muscolatura. Durante il salto viene anche emesso un rumore caratteristico, tanto che gli inglesi li hanno soprannominati click-beetles. Le uova vengono deposte nel terreno o sotto le cortecce degli alberi morti o deperienti. Le larve che si sviluppano nel terreno si nutrono di radici o sono predatrici di altri invertebrati. Molte di esse provocano danni alle coltivazioni. Le larve che si sviluppano nei vecchi alberi si nutrono di residui vegetali o sono predatrici di altri insetti. Altre larve si trovano nei nidi di formiche e termiti. Il ciclo di sviluppo, in genere, ha una durata di due anni. Gli adulti si rinvengono sulle foglie, sui fiori e sulle erbe, talora sul terreno o sotto le cortecce. La biologia e letologia di molte specie sono ancora poco conosciute. Alcune hanno abitudini notturne e sono attirate dalle luci artificiali. La maggior parte degli elateridi adulti sono fitofagi.

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ARSIA

Anostirus marginatus (Pic, 1931)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Elateridae

Riconoscimento: specie di dimensioni medio-piccole (9,5-11 mm di lunghezza), di colore nero bluastro lucido, con la base, i margini e spesso anche la sutura delle elitre di color bruno rossastro. Le antenne sono pettinate e piuttosto lunghe; rivolte allindietro superano la base del pronoto. Questultimo ha gli angoli posteriori ben sviluppati. Le elitre sono pi larghe del pronoto, a lati subparalleli e ristrette allapice; la superficie presenta linee di punti che decorrono longitudinalmente. Habitat: la specie vive nelle aree prative di montagna.
Anostirus marginatus
Foto S. Bambi

Biologia ed ecologia: la larva, probabilmente terricola, sconosciuta. Non si hanno altre informazioni su biologia ed ecologia. Distribuzione: la specie endemica italiana, segnalata unicamente di Toscana, dove vive sulle Alpi Apuane. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Data lestrema localizzazione del suo areale, questa specie da ritenersi particolarmente vulnerabile. Possibili cause di minaccia sono rappresentate dallapertura di cave di marmo e dagli incendi.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Athous binaghii Platia, 1984


Ordine: Coleoptera Famiglia: Elateridae

Riconoscimento: specie di dimensioni medio-piccole (6,4 - 7,1 mm di lunghezza), con corpo di colore interamente bruno rossastro, ricoperto da una densa pubescenza giallastra, corta e coricata. Le antenne sono moniliformi e rivolte allindietro raggiungono appena la base del pronoto. Questultimo pi lungo che largo. Le elitre sono piuttosto appiattite, a lati subparalleli, con file di punti che decorrono longitudinalmente. Le zampe sono mediamente robuste e hanno i tarsi lunghi quanto le tibie. Habitat: la specie, attualmente nota per un solo esemplare, stata rinvenuta in un castagneto.
Athous binaghii
Foto A. Sforzi

Biologia ed ecologia: linsetto stato trovato alla fine di luglio sullerba; non si hanno informazioni sulla sua biologia ed ecologia. Distribuzione: la specie endemica italiana, nota unicamente di Toscana, dove vive nellIsola dElba. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Data lestrema localizzazione del suo areale e la sua apparente rarit, questa specie da ritenersi particolarmente vulnerabile. Possibili cause di minaccia sono rappresentate dagli incendi e dalle alterazioni del suo ambiente di vita.

Buprestidae

Alessandra Sforzi

I buprestidi comprendono nel mondo oltre 20.000 specie, diffuse soprattutto nelle regioni tropicali e subtropicali. In Italia si conoscono oltre 200 taxa, fra specie e sottospecie. Sono coleotteri di piccole, medie o grandi dimensioni, in genere vivacemente colorati, spesso con riflessi metallici brillanti. Presentano un corpo molto allungato, convesso o depresso, a lati subparalleli o di forma ellittica e ristretto posteriormente. Il capo largo e incassato nel protorace; gli occhi sono ben sviluppati, le antenne corte, in genere filiformi, di 11 articoli. Il protorace largo e unito strettamente con la base delle elitre, in modo da apparire quasi fuso con queste. Le zampe sono corte e robuste, con tarsi di 5 articoli. Le larve sono molto allungate e appiattite, prive di zampe, con capo dotato di forti mandibole e con il primo segmento toracico solitamente molto sviluppato. Allo stadio larvale i buprestidi sono xilofagi o fitofagi, infatti si sviluppano nel legno di svariati alberi (sia conifere che latifoglie) o nel fusto o nelle foglie di piante erbacee (soprattutto graminacee e composite). Altre larve sono radicicole e vivono libere nel terreno o allinterno delle radici. Le larve xilofaghe scavano gallerie negli strati pi interni della corteccia o addirittura nel legno; le gallerie sono piatte, a sezione elicoidale, irregolari e densamente ripiene di rosume. La larva mentre scava assume una posizione caratteristica, con il corpo ripiegato a arco e, quindi, con la parte posteriore del corpo nella stessa direzione della testa. Le specie xilofaghe hanno ciclo di durata variabile, spesso pluriennale; quelle che si sviluppano allinterno delle foglie hanno ciclo annuale. Gli adulti sono ottimi volatori e sono visibili in pieno giorno, spesso nelle ore pi calde, sui fiori, sulle cataste di legna o posati sulle cortecce degli alberi.

210

ARSIA

Chalcophora detrita (Klug, 1829)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Buprestidae

Chalcophora detrita
Foto S. Bambi

Riconoscimento: il pi grande buprestide della fauna italiana, potendo arrivare fino a 42 mm di lunghezza. Il corpo di colore nerastro, di forma allungata, glabro superiormente e inferiormente con fossette dorate e corta pelosit biancastra. Il capo presenta un profondo solco fra gli occhi, il pronoto di forma trapezoidale con due profonde incisioni laterali, le elitre sono rugose e finemente punteggiate. Habitat: vive nei rami e nei ceppi di varie specie di Pinus. Biologia ed ecologia: la specie xilofaga allo stadio larvale. La sua biologia attualmente poco conosciuta. Distribuzione: la specie distribuita nella regione mediterranea orientale (dallItalia fino a Israele). In Italia segnalata esclusivamente in Toscana e Campania. In Toscana si rinviene solo sul litorale grossetano. Cause di minaccia: la specie inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Si tratta di una specie localmente non rara, ma estremamente localizzata. Fra le cause di minaccia si possono annoverare gli incendi, la rimozione di piante morte o deperienti e la pulizia del sottobosco.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Anthaxia corsica maremmana Tassi, 1966


Ordine: Coleoptera Famiglia: Buprestidae

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (4,5-6 mm di lunghezza), con corpo di colore bronzato-scuro uniforme e tendente al rameico nella parte anteriore. Parte anteriore del capo (fronte) con pubescenza bianca, pronoto con una indistinta depressione trasversale. Le elitre sono finemente scolpite, con punti e granuli disposti su tutta la superficie. Habitat: vive nelle pinete costiere principalmente su Pinus pinea e P. pinaster.
Anthaxia corsica maremmana Biologia ed ecologia: la specie xilofaFoto P. Magrini ga allo stadio larvale. Gli adulti si possono trovare sui fiori delle composite o sui tronchi di pino esposti al sole su cui si mimetizzano grazie alla loro colorazione. Nelle ore pi calde del giorno questi insetti sono particolarmente attivi e si involano rapidamente al minimo segnale di minaccia.

Distribuzione: la specie nominale nota in Corsica, Sardegna, Algeria e Francia; in questultimo paese sembra attualmente estinta. La sottospecie maremmana endemica italiana, nota unicamente in Toscana, dove segnalata solo nelle pinete costiere in provincia di Grosseto. Non sono note catture posteriori a quelle della serie tipica. Cause di minaccia: la sottospecie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Vista lestrema localizzazione, pu risultare minacciata dagli incendi e dalla pulizia del sottobosco.

212

ARSIA

Meliboeus violaceus (Kiesenwetter, 1857)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Buprestidae

Meliboeus violaceus
Foto S. Bambi

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (4,5-7 mm di lunghezza), di colore blu-violaceo. Corpo convesso, a lati paralleli, con la superficie finemente e densamente punteggiata soprattutto sulle elitre. Habitat: si rinviene nei campi incolti e al margine dei boschi. Biologia ed ecologia: la specie ospite allo stadio larvale di varie carduacee dei generi Cirsium, Onopordon, Carlina e Echinops. Distribuzione: la specie distribuita in Russia meridionale, Jugoslavia, Ungheria, Grecia, Turchia, Siria, Italia. In Italia segnalata nella parte centro-meridionale della penisola e giunge fino in Sicilia. La Toscana rappresenta uno dei limiti settentrionali della diffusione di questa specie in Italia; in questa regione presente nel Parco Regionale della Maremma e in poche altre stazioni delle province di Firenze, Grosseto, Livorno e Pistoia. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Pu risultare minacciata da incendi e dalluso di pesticidi.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Agrilus ribesi Schaefer, 1946


Ordine: Coleoptera Famiglia: Buprestidae

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (6,5-8 mm di lunghezza) con corpo cilindrico, a lati paralleli, di colore verde dorato. La parte superiore del corpo interamente ricoperta da una punteggiatura molto fitta. Habitat: la specie si rinviene su foglie e rami ai margini delle zone boscate. Biologia ed ecologia: la specie, xilofaga allo stadio larvale, vive nei rami di Ribes (Glossulariaceae), Rubus e Rosa (Rosaceae). Distribuzione: la specie distribuita in Germania, Cecoslovacchia, Italia e Francia. In Italia nota solo in Piemonte e Toscana, dove segnalata unicamente nel Parco Regionale della Maremma.

Agrilus ribesi
Foto P. Magrini

Grado di minaccia: la specie inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Fra le cause di minaccia si possono considerare gli incendi e la pulizia del sottobosco.

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ARSIA

Paracylindromorphus subuliformis (Mannerheim, 1837)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Buprestidae

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (3-5 mm di lunghezza), con corpo cilindrico, a lati paralleli, di colore blu scuro. Parte superiore del corpo fortemente punteggiata. Il capo largo; gli occhi sono molto sviluppati, le antenne sono corte. Il pronoto della stessa larghezza del capo, cos come le elitre, che sono particolarmente allungate, strette e arrotondate allapice. Habitat: la specie vive lungo le rive dei corsi dacqua.
Paracylindromorphus subuliformis
Foto P. Magrini

Biologia e ecologia: la specie vive allo stadio larvale su Puccinellia (Glyceria) convoluta della famiglia Poaceae. Distribuzione: la specie distribuita in tutta Europa e in Asia fino alla Cina. In Italia nota solo in Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Toscana e Sicilia. In Toscana segnalata unicamente nel Parco Regionale della Maremma. Grado di minaccia: la specie inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Data lestrema localizzazione, questa specie risulta particolarmente vulnerabile. Fra le cause di minaccia si possono considerare gli incendi e una scorretta gestione della vegetazione riparia.

Melyridae

Pietro Lo Cascio

La famiglia dei Melyridae comprende circa 5000 specie presenti in tutto il mondo, di cui 227 vivono in Italia. Si tratta di insetti in genere piuttosto piccoli, dai colori scuri o poco appariscenti, ma ci sono specie anche con colori metallici e brillanti. Presentano un corpo allungato, con tegumento poco chitinizzato spesso ricoperto di peli e lunghe setole. Le antenne sono piccole e in genere filiformi, talora leggermente seghettate. Le larve sono soprattutto carnivore e vivono nel suolo, nei detriti vegetali o sotto le cortecce; gli adulti invece si rinvengono sulle piante, sui fiori e sulle erbe in primavera e in estate. Si nutrono normalmente di polline, ma pare che possano predare anche piccoli invertebrati. Alcune specie sono buone volatrici e largamente distribuite, altre invece sono pi localizzate. Per difendersi dai predatori molte specie di Melyridae possono produrre secrezioni irritanti o disgustose.

216

ARSIA

Danacea caprariae Liberti, 1985 Danacea poggii Liberti, 1985


Ordine: Coleoptera Famiglia: Melyridae

Riconoscimento: coleotteri di piccole dimensioni, lunghi appena 3-3,5 mm, con corpo allungato, di colore verde. presente una pubescenza dorsale chiara, che conferisce allinsetto una colorazione grigiastra; sul protorace, di forma subquadrata, D. caprariae presenta setole generalmente pi sparse, mentre D. poggii caratterizzata da pubescenza pi fitta. Le elitre si presentano arrotondate allapice nei maschi, dritte e con angolo apicale acuto nelle femmine. La distinzione fra queste e numerose altre specie congeneri, considerata la loro notevole variabilit, basata principalmente su caratteri interni; nelle isole in cui vivono, tuttavia, sembrano essere le uniche specie del genere Danacea presenti.

Danacea sp.
Foto S. Bambi

Danacea caprariae

Danacea poggii

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Habitat: entrambe le specie vivono dal livello del mare ai rilievi pi alti delle isole per le quali sono rispettivamente note, in ambienti abbastanza vari fra loro, anche se generalmente risultano pi frequenti in quelli aperti e soleggiati, come le praterie ad asteracee e ombrellifere infestanti. Biologia ed ecologia: come la maggior parte dei meliridi, la larva carnivora, mentre ladulto si nutre principalmente di polline; si rinviene durante il periodo compreso fra maggio e luglio, anche in gran numero, soprattutto su fiori di asteracee, di ombrellifere e di cisti. Distribuzione: D. caprariae nota esclusivamente per le Isole di Capraia e di Gorgona, D. poggii per quella di Montecristo; si tratta dunque di due specie endemiche dellArcipelago Toscano. Grado di minaccia: le specie sono inserite nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La limitata estensione del loro areale di distribuzione le rende vulnerabili a modificazioni ambientali che comportino drastiche riduzioni delle loro popolazioni; ipotizzabile che leccessivo pascolo sullo strato erboso della vegetazione costituisca un concreto fattore di minaccia.

Tenebrionidae
Pietro Lo Cascio

I Tenebrionidae sono una delle famiglie di coleotteri pi numerose. Nel mondo sono rappresentati da circa 15.000 specie, di cui 260 vivono in Italia. Sono insetti di piccole, medie o grandi dimensioni, di forma molto variabile. Il colore di solito scuro e uniforme, raramente metallico o chiaro. Presentano un tegumento particolarmente coriaceo; in genere sono glabri, di rado pelosi, setolosi o squamosi. Il capo comunemente pi stretto del protorace, le antenne sono costituite da 10-11 articoli e sono in genere filiformi, pi raramente clavate; le elitre coprono interamente laddome e qualche volta sono saldate lungo la sutura, cosicch, in questi casi, lanimale incapace di volare. Le zampe sono robuste e presentano tarsi anteriori e mediani con 5 articoli, che si riducono a 4 nelle zampe posteriori. Le larve sono generalmente allungate e subcilindriche, con tegumenti molto ispessiti e capo ben sviluppato. I tenebrionidi sono insetti che vivono nelle pi svariate condizioni ambientali: nelle regioni desertiche, lungo le rive del mare e dei corsi dacqua, sulle piante, nel legno morto, fra i detriti, nei semi immagazzinati, nelle abitazioni, nei nidi delle formiche. Possono essere fitofagi, saprofagi, coprofagi, zoofagi o onnivori. Un aspetto interessante rappresentato dalla marcata antropofilia di alcuni generi, come Blaps o Akis, che comprendono alcune fra le specie pi comuni che si possono osservare nelle abitazioni e negli ambienti frequentati dalluomo. Non poche sono inoltre quelle il cui areale stato enormemente ampliato e che sono diventate cosmopolite, grazie al trasporto passivo insieme a derrate alimentari di varia natura. Nella fauna italiana, per, i tenebrionidi annoverano generalmente specie a geonemia poco estesa, fra le quali un elevato numero di endemismi, che rendono tale famiglia particolarmente interessante ai fini dellanalisi zoogeografica e della valutazione della biodiversit di un territorio. La parte meridionale della penisola e le isole ospitano forme xerofile e termofile, mentre quelle mesofile si trovano per lo pi concentrate lungo la catena appenninica e nel settentrione dItalia.

220

ARSIA

Stenosis angusticollis angusticollis (Reiche, 1861)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Tenebrionidae

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (circa 4 mm di lunghezza), di colore nero opaco, zampe color rosso ruggine vivo; corpo allungato ricoperto da rada pubescenza dorata; antenne corte con articoli trasversi; protorace stretto, convesso, con punteggiatura distanziata; elitre allungate, ovali, con punteggiatura grossa e fitta in linee longitudinali. Habitat: si rinviene prevalentemente in aree costiere, sabbiose o a substrato incoerente; in Sardegna si spinge sino a 1000 m di altitudine, nellArcipelago Toscano sembra limitato alle aree litorali.

Stenosis angusticollis angusticollis


Foto P. Magrini

Biologia ed ecologia: la specie vive nel suolo, tra le radici di piante erbacee; si nutre di detriti vegetali. NellArcipelago Toscano stata spesso rinvenuta in associazione con altri coleotteri tenebrionidi, come Asida gestroi e Opatrum sculpturatum, anche a poca distanza dal mare. Distribuzione: specie endemica di Corsica, Sardegna e Toscana; in questa regione nota in quattro isole dellArcipelago Toscano e in una localit continentale, nei dintorni del Lago dellAccesa. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Estremamente rara e localizzata, pu risultare minacciata dallalterazione degli ambienti costieri sabbiosi e in generale dalla loro antropizzazione.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

221

Dichillus corsicus (Solier, 1838)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Tenebrionidae

Riconoscimento: specie allungata, di piccole dimensioni (3-3,5 mm di lunghezza), di colore bruno-nericcio, opaco, con zampe rosso-ruggine; antenne piuttosto robuste, con densa pubescenza giallo-oro, e articoli grossi, trasversi. Piuttosto simili alle specie del genere Stenosis, con le quali spesso convivono, i Dichillus possono distinguersi per le minori dimensioni e gli occhi interamente divisi. Habitat: vive in ambienti generalmente aridi, dal livello del mare sino ai 1000 m daltezza (sullIsola dElba).

Dichillus corsicus
Foto P. Magrini

Biologia ed ecologia: vive nel suolo, sotto sassi o fogliame, alla base di cisti, ginestre, euforbie e olivi, spesso associato a formiche di varie specie e ad altri tenebrionidi, in particolare del genere Stenosis. Distribuzione: specie endemica di Corsica, Sardegna e Toscana, dove presente esclusivamente in poche isole e isolotti dellArcipelago. Una cospicua popolazione di D. corsicus sembra essere localizzata sul Monte Capanne, nellIsola dElba. Questo ambiente presenta interessanti analogie con gli ambienti montani del complesso sardo-corsico, sia sotto il profilo floristico-vegetazionale, sia in misura minore, sotto quello faunistico. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La sua estrema localizzazione in aree di limitata estensione territoriale la rende a rischio a causa delle possibili alterazioni (per turismo, incendi, inquinamento) dellambiente di vita.

222

ARSIA

Asida Asida Asida Asida Asida

gestroi gestroi gestroi gestroi gestroi

gestroi Leoni, 1909 capraiensis Gridelli, 1972 gardinii Lo Cascio, 2000 lanzai Leo, 1999 tyrrhena Leoni, 1910
Famiglia: Tenebrionidae

Ordine: Coleoptera

Asida gestroi gardinii


Foto S. Bambi

Riconoscimento: specie di dimensioni medio-piccole (8-14 mm di lunghezza), di colore bruno-scuro o bruno-rossastro, con pubescenza corta e chiara; pronoto dalla forma piuttosto variabile, subtrapezoidale, con i lati spianati pi o meno ampi; elitre con superficie debolmente irregolare, sulla quale si distinguono carene che possono risultare pi o meno sporgenti ed estese. La forma del pronoto costituisce il principale carattere distintivo delle diverse popolazioni che vengono attualmente riferite alle cinque diverse sottospecie. Habitat: la specie vive in aree costiere aride, ma anche in zone interne con macchia mediterranea pi rada o coltivi abbandonati. Biologia ed ecologia: la specie si rinviene sotto le pietre, alla base di muri a secco, nel terriccio basale di piante litoranee, ed attiva durante le ore notturne, spesso attratta da fonti luminose artificiali.

Asida gestroi gestroi

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Asida gestroi capraiensis

Asida gestroi gardinii

Asida gestroi lanzai

Asida gestroi tyrrhena

Distribuzione: la specie endemica dellArcipelago Toscano; le popolazioni degli isolotti di Cerboli e Sparviero appartengono alla sottospecie lanzai, quelle di Pianosa e dellIsolotto La Scola alla sottospecie gardinii; le restanti popolazioni di Capraia, Gorgona e Montecristo vengono riferite rispettivamente alle sottospecie capraiensis, tyrrhena e a quella nominale. Grado di minaccia: le specie del genere Asida sono inserite negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La scarsa estensione territoriale e il grado di isolamento di queste sottospecie le rendono particolarmente vulnerabili; possono essere minacciate dalla distruzione dellhabitat soprattutto in seguito alle attivit turistiche.

224

ARSIA

Asida longicollis Solier, 1836


Ordine: Coleoptera Famiglia: Tenebrionidae

Riconoscimento: specie di dimensioni medio-piccole (8-11 mm di lunghezza), complessivamente pi piccola di Asida gestroi e di A. luigionii, di colore generalmente nero; pronoto di forma trapezoidale, nel maschio poco pi largo che lungo, con peli corti e setolosi; elitre con superficie vistosamente irregolare; zampe esili. per opportuno tenere presente come si tratti di un genere complessivamente di difficile riconoscimento, le cui specie si distinguono spesso sulla base di caratteri microscopici e sono caratterizzate da elevata variabilit individuale. Habitat: vive in ambienti aridi, costieri, anche moderatamente antropizzati.
Asida longicollis
Foto S. Bambi

Biologia ed ecologia: come le altre Asida, vive sotto pietre o nel terriccio basale di piante litoranee ed attiva durante le ore notturne. Distribuzione: specie sub-endemica, conosciuta per poche localit di Corsica e Sardegna e per lIsola di Capraia. Si tratta dellunica specie endemica sardo-corsa appartenente a tale genere presente in unisola dellArcipelago Toscano. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La scarsa estensione e il notevole grado di isolamento della sua unica stazione toscana la rendono particolarmente vulnerabile a eventuali danneggiamenti dellhabitat, soprattutto in seguito ad attivit turistiche.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Asida luigionii doriae Leoni, 1910


Ordine: Coleoptera Famiglia: Tenebrionidae

Riconoscimento: coleottero di dimensioni mediopiccole (10-15 mm di lunghezza), di colore nero o bruno-scuro; corpo con fine pubescenza coricata; protorace largo, trapezoidale, con punteggiatura grossa; elitre allargate e pi o meno sinuose sino alla Asida luigionii doriae base, con carene irregolaFoto S. Bambi ri; in particolare questa sottospecie caratterizzata dalla presenza di increspature sulla terza carena, fortemente ramificata e sviluppata, posteriormente in rilievo. Habitat: vive in ambienti prevalentemente aridi e anche moderatamente antropizzati, dal livello del mare sino alle aree pi alte dellisola. Biologia ed ecologia: vive sotto pietre, nei coltivi, alla base di vecchi muri, tra i ruderi di vecchie costruzioni; come le altre specie di Asida, ha abitudini prevalentemente notturne. Distribuzione: la specie presente nellItalia centrale, prevalentemente nel versante tirrenico, e in alcune isole dellArcipelago Toscano; la sottospecie doriae endemica dellIsola del Giglio. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La scarsa estensione e il notevole grado di isolamento della sua unica stazione toscana la rendono particolarmente vulnerabile. Questa specie pu essere minacciata dalla alterazione dellhabitat soprattutto in seguito alle attivit turistiche.

226

ARSIA

Colpotus strigosus oglasensis Gardini, 1976


Ordine: Coleoptera Famiglia: Tenebrionidae

Riconoscimento: coleottero di dimensioni medio-piccole (circa 10 mm di lunghezza), con corpo ovale, allungato, subparallelo, debolmente convesso, di colore nero lucido; protorace con lati debolmente divergenti fino alla met, quindi converColpotus strigosus oglasensis genti sino agli angoli Foto S. Bambi anteriori con curvatura continua; la caratteristica rugosit ai lati del pronoto, da cui deriva il nome della specie, nella sottospecie oglasensis si presenta meno accentuata che nella forma nominale; elitre ovali allungate, con strie di punti ben marcati. Habitat: vive in ambienti boschivi mediterranei; nellIsolotto La Scola la specie vive nella macchia bassa termofila a lentisco. Biologia ed ecologia: non sono noti aspetti peculiari relativi alla biologia e allecologia di questa sottospecie; si rinviene generalmente sotto detriti e sassi, in ambienti con densa copertura vegetale. Distribuzione: la specie presenta distribuzione appenninica, prevalentemente tirrenica; la sottospecie oglasensis, descritta come endemica dellIsola di Montecristo, stata recentemente ritrovata nellIsolotto La Scola, presso Pianosa. Grado di minaccia: la sottospecie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Le popolazioni attualmente note vivono in stazioni di scarsa estensione territoriale e con elevato grado di isolamento, sono quindi particolarmente vulnerabili a eventuali modificazioni ambientali causate dalluomo.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

227

Iphthiminus italicus italicus (Truqui, 1857)


Ordine: Coleoptera
Riconoscimento: coleottero di dimensioni medio-grandi (20-25 mm di lunghezza), con corpo debolmente appiattito, di colore nero opaco; testa grande, prolungata avanti gli occhi, a lati paralleli; protorace trasverso, appena pi stretto delle elitre; elitre con fini strie di punti.

Famiglia: Tenebrionidae

Iphthiminus italicus italicus


Foto S. Bambi

Habitat: ambienti boschivi, ad altitudini comprese tra il livello del mare e i 1400 m di quota. Biologia ed ecologia: vive nei tronchi marcescenti e sotto cortecce di pini, querce e faggi. Distribuzione: la specie ha distribuzione sud-europea; la sottospecie nominale, cui appartengono le popolazioni toscane finora accertate in provincia di Grosseto e sullIsola di Montecristo, nota per poche localit dellItalia centro-meridionale e della Sicilia. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Gli incendi, la rimozione di piante morte o morienti, il governo del bosco e in generale lalterazione delle caratteristiche di naturalit degli ambienti boschivi costituiscono fattori limitanti la sopravvivenza della specie, che sembra in progressiva rarefazione in tutto il suo areale di distribuzione.

228

ARSIA

Odocnemis ruffoi osellai (Gardini, 1979)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Tenebrionidae

Riconoscimento: coleottero di dimensioni medio-piccole (7-11 mm di lunghezza), di colore rossiccio scuro. Capo con punteggiatura robusta e densa; protorace leggermente lucido, poco trasverso, appena convesso, con lati sinuati davanti agli angoli posteriori; elitre con serie di punti grossi, marcati, ravvicinati fra loro; zampe con femori robusti. Habitat: la specie vive in ambienti con macchia mediterranea pi o meno alta, dal livello del mare fino alla sommit delle isole che ospitano le popolazioni di questa specie. Biologia ed ecologia: non sono noti aspetti peculiari della biologia ed ecologia di questa specie, probabilmente subcorticicola occasionalmente.
Odocnemis ruffoi osellai
Disegno P. Lo Cascio, modificato da Canzoneri (1970)

Distribuzione: la sottospecie osellai endemica dellIsola di Montecristo; la sottospecie nominale invece endemica di Marettimo, nellArcipelago delle Egadi (Sicilia). Si tratta probabilmente di una specie ancora incompletamente conosciuta, la cui particolare distribuzione, esclusivamente insulare, la rende di notevole interesse sotto il profilo biogeografico. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La notevole rarit della specie e la sua presenza limitata a una sola stazione di modesta estensione territoriale e caratterizzata da notevole isolamento, rendono tale sottospecie estremamente vulnerabile a ogni modificazione ambientale.

Cerambycidae

Alessandra Sforzi

Si tratta di una famiglia costituita da oltre 7000 specie nel mondo, delle quali circa 280 vivono in Italia. Le dimensioni delle specie sono estremamente variabili, da pochi millimetri fino al coleottero pi grande del mondo, il Titanus giganteus L. dellAmazzonia, che supera i 15 centimetri di lunghezza. La colorazione dei cerambicidi estremamente variabile, con specie nere o brune poco appariscenti, altre molto mimetiche e alcune invece con colori metallici vivaci e brillanti. I cerambicidi sono caratterizzati da un corpo in genere allungato e robusto e da antenne di norma di 11 articoli, spesso pi lunghe del corpo stesso dellinsetto. Le mandibole sono robuste, diversamente inclinate verso il basso o lavanti a seconda delle diverse sottofamiglie. Vi normalmente dimorfismo sessuale nella lunghezza delle antenne, che sono molto pi lunghe nei maschi. Alcune specie sono dotate di un organo stridulatorio situato fra pro- e mesotorace; la produzione del suono avviene con movimenti del torace dallalto verso il basso e viceversa. La maggior parte delle specie alata, ma ne esistono anche di attere. In genere i cerambicidi si sviluppano nel legno; le larve attaccano soprattutto alberi morti o deperienti, raramente quelli sani. Non mancano per le specie le cui larve vivono nelle piante erbacee o nelle radici. La durata della vita larvale pu variare da poche settimane ad alcuni anni a seconda delle specie e delle condizioni di temperatura, umidit, durezza del legno attaccato. Le larve sono apode, cio prive di zampe. I fori di uscita degli adulti dal legno sono in genere ellittici, in alcune specie rotondi. Poche specie attaccano anche il legno lavorato e possono causare danni ai mobili o alle travi. I cerambicidi adulti hanno spesso vita breve e posso essere notturni o diurni; alcune specie si trovano sui fiori, altre sul legno morto, altre sono attratte di notte dalle luci artificiali.

230

ARSIA

Ergates faber (Linn, 1761)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Cerambycidae

Riconoscimento: specie di grandi dimensioni (27-50 mm di lunghezza); i maschi sono generalmente bruno chiari; le femmine pi scure. Il protorace del maschio liscio e presenta due caratteristiche callosit sul disco; nella femmina uniformemente rugoso. Le antenne sono piuttosto lunghe; nel maschio raggiungono lestremit del corpo.

Ergates faber
Foto L. Bartolozzi

Habitat: la specie vive nei boschi di conifere (soprattutto di Pinus, Abies e Larix) e sui cipressi malati. Biologia ed ecologia: le larve scavano grosse gallerie nel legno morto (anche marcescente) degli alberi. Ladulto compare in estate e ha abitudini notturne. Distribuzione: la specie vive nellEuropa centro-meridionale, nella regione mediterranea e in Asia Minore. presente in tutta Italia tranne che in Sardegna. In Toscana si trova, pur con una distribuzione discontinua, in varie localit sia di pianura che di collina. Grado di minaccia: la specie, vulnerabile, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Risulta minacciata dalla distruzione dellhabitat a causa di incendi, pulizia del sottobosco e, soprattutto, rimozione delle grosse piante morte o deperienti.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Prionus coriarius (Linn, 1758)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Cerambycidae

Riconoscimento: specie di dimensioni medio-grandi (21-40 mm di lunghezza), di colore marrone scuro. Il protorace presenta tre dentini acuminati ai lati; le antenne, piuttosto corte, sono seghettate; le mandibole sono forti e ben evidenti. Le femmine sono mediamente di maggiori dimensioni e presentano antenne meno robuste e meno dentate rispetto ai maschi.

Prionus coriarius 4
Foto S. Bambi

Habitat: la specie vive nei boschi di latifoglie e di conifere, sia di pianura che di montagna. Biologia ed ecologia: le larve si sviluppano nel legno morto (anche marcescente). La larva matura si trasferisce nel terreno per impuparsi; ladulto compare in estate e ha abitudini crepuscolari e notturne; si rinviene in genere vagante sul terreno o alla base delle piante ospiti. Distribuzione: la specie vive in Europa, nella regione mediterranea, in Asia Minore, Caucaso e Iran. presente in tutta Italia. In Toscana si trova prevalentemente nelle zone montane e collinari, ma pu scendere fino al livello del mare.

Grado di minaccia: la specie inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Questo insetto minacciato dalla distruzione dellhabitat a causa degli incendi, della pulizia del sottobosco e della rimozione delle grosse piante morte o deperienti.

232

ARSIA

Necydalis ulmi Chevrolat, 1838


Ordine: Coleoptera Famiglia: Cerambycidae

Riconoscimento: specie di medie dimensioni (21-39 mm di lunghezza), con il corpo molto stretto e lungo, di colore nero e con le elitre rosso brune, sottilmente annerite al margine. Il protorace presenta una pelosit dorata ai lati e lungo il margine anteriore e posteriore. Le elitre ricoprono soltanto i primi segmenti delladdome, lasciando cos intravedere il primo paio di ali membranose. Le antenne sono piuttosto corte. Per il suo aspetto ricorda vagamente un imenottero e per questo viene evitato dai predatori. Habitat: la specie vive nei boschi di latifoglie.
Necydalis ulmi
Foto S. Bambi

Biologia ed ecologia: le larve si sviluppano nel legno morto di varie essenze (querce, faggi, olmi, carpini, salici, pioppi). Distribuzione: la specie vive in gran parte dellEuropa, ma molto rara e localizzata. In Italia vive in Piemonte, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Puglia. In Toscana conosciuta con certezza solo per Firenze. Grado di minaccia: la specie inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Questo insetto minacciato dalla distruzione del suo habitat a causa degli incendi, della pulizia del sottobosco e della rimozione delle grosse piante morte o deperienti.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Oxypleurus nodieri Mulsant, 1839


Ordine: Coleoptera
Riconoscimento: insetto di dimensioni mediopiccole (12-15 mm di lunghezza), interamente bruno-rossastro chiaro, ricoperto da una rada pelosit grigia e da lunghe setole sparse e erette. Le elitre sono disseminate di piccole aree lucide e rotonde. Come nella maggior parte dei cermbicidi, le antenne sono particolarmente allungate.

Famiglia: Cerambycidae

Oxypleurus nodieri
Foto G. Sama

Habitat: la specie vive nella macchia mediterranea. Biologia ed ecologia: le larve si sviluppano nei tronchi dei pini. Gli adulti hanno abitudini notturne e si possono trovare in due diversi periodi dellanno: in piena estate o nel tardo autunno. Distribuzione: la specie diffusa, sia pure in maniera discontinua, in tutta la regione mediterranea, con estensione alle Isole Canarie e Madera. presente nellItalia peninsulare tirrenica e in Toscana stata trovata solo in alcune localit della costa. Grado di minaccia: la specie inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Questo insetto minacciato dalla distruzione dellhabitat a causa di incendi, pulizia del sottobosco e rimozione dei tronchi.

234

ARSIA

Icosium tomentosum tomentosum Lucas, 1854


Ordine: Coleoptera Famiglia: Cerambycidae

Riconoscimento: specie di dimensioni medio-piccole (8-16 mm di lunghezza), di colore giallastro o rosso pallido, con corpo coperto da una pubescenza corta e fitta. Il pronoto cilindrico, leggermente rigonfio ai lati. Le elitre presentano una o due linee longitudinali poco marcate, le antenne sono pi lunghe del corpo stesso. Habitat: la specie vive nella macchia mediterranea. Biologia ed ecologia: le larve si sviluppano nel legno secco di piante resinose, soprattutto di ginepro, cipresso e tuja; ladulto notturno e vola in estate.

Icosium tomentosum tomentosum


Foto S. Bambi

Distribuzione: I. tomentosum lunica specie europea di una trib che prevalentemente americana. presente nellarea mediterranea orientale con la sottospecie atticum e in quella mediterranea occidentale con la sottospecie tomentosum. In Italia presente in Toscana e in Sardegna. In Toscana risulta localizzata sulla costa grossetana. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Questo cerambicide minacciato dalla distruzione dellhabitat a causa di incendi, pulizia del sottobosco e rimozione delle piante morte o deperienti.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Cerambyx cerdo Linn, 1758 Cerambice della quercia


Ordine: Coleoptera Famiglia: Cerambycidae

Riconoscimento: specie di grandi dimensioni (24-60 mm di lunghezza), molto appariscente per le lunghe antenne che nel maschio possono raggiungere i 10 centimetri. Il colore del corpo bruno scuro. Il protorace glabro, rugoso, con una spina laterale. Le elitre hanno una leggera pubescenza bianchiccia solo allapice, nella met anteriore sono invece glabre. Fra le specie affini il Cerambyx welensii (= velutinus) che si distingue dal C. cerdo perch il margine posteriore delle elitre arrotondato invece che troncato e perch le elitre sono interamente ricoperte da una fitta pubescenza rasa.

Cerambyx cerdo
Foto S. Bambi

Habitat: la specie vive in boschi maturi di quercia su piante di notevoli dimensioni, dal livello del mare fino a 700-800 metri di quota. Nonostante sia fortemente legato alle varie specie di quercia, il C. cerdo pu occasionalmente adattarsi anche al castagno, allolmo, al pero, al salice e ad altre latifoglie. Biologia ed ecologia: la femmina depone le uova nelle screpolature delle cortecce di vecchie querce. Le larve, xilofaghe, scavano lunghe e profonde gallerie di forma ovale e possono raggiungere i 6-7 cm di lunghezza. Lo sviluppo dura 3-5 anni. Linsetto adulto sfarfalla nei mesi di giugnoluglio, producendo un grosso foro nella corteccia. Gli adulti sono attivi al tramonto o durante le ore notturne. Si nutrono di frutti o del liquido zucche rino che trasuda dalle ferite degli albe ri e si possono rinvenire, al tramonto, sui tronchi o sui rami degli alberi. Sono anche attratti dalle luci artificiali.

236

ARSIA

Distribuzione: la specie presente soprattutto nellEuropa centro-meridionale e in quella settentrionale fino alla Svezia, nellAfrica settentrionale, in Caucaso, Asia minore e Iran. In Italia presente in tutte le regioni. In Toscana la specie abbastanza comune, la sua distribuzione risulta discontinua probabilmente a causa della disomogeneit delle segnalazioni. Grado di minaccia: la specie, vulnerabile, inserita negli allegati II e IV della Direttiva Habitat CEE/92/43 e nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La specie minacciata dalla distruzione dellhabitat (boschi maturi di quercia) a causa di incendi, abbattimento delle vecchie piante e rimozione dal bosco di alberi morti o deperienti.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Rosalia alpina (Linn, 1758)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Cerambycidae

Riconoscimento: uno dei coleotteri europei pi belli e inconfondibili. Si tratta di una specie di dimensioni medio-grandi (20-38 mm di lunghezza), di colore azzurro cenere, con un disegno a macchie nere sul protorace e sulle elitre. Le antenne sono lunghe, azzurre, con un ciuffetto di peli neri allapice di ciascun segmento.

Rosalia alpina
Foto S. Bambi

Habitat: vive nei boschi di latifoglie, soprattutto faggio. Biologia ed ecologia: la larva, xilofaga, ecologicamente legata al faggio, ma ci sono anche segnalazioni di adattamenti ad altre piante ospiti come il noce, il castagno, la quercia, il salice. Lo sviluppo dura in genere tre anni. Linsetto adulto compare in giugno-luglio ed attivo di giorno, nelle giornate soleggiate. Si rinviene sulle piante deperienti o sui tronchi appena abbattuti. Distribuzione: la specie presente nellEuropa centro-meridionale e in quella settentrionale fino alla Svezia meridionale e arriva fino in Turchia, Siria, Caucaso. assente in Gran Bretagna e in Olanda. In Italia presente in tutte le regioni, tranne la Sardegna. In Toscana la specie rara e localizzata in alcune stazioni appenniniche: Parco delle Foreste Casentinesi, Alpe della Luna, Monte Cetona. Grado di minaccia: la specie, rara e vulnerabile, inserita, come prioritaria, negli allegati II e IV della Direttiva Habitat 92/ 43/CEE e nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La specie minacciata dalla distruzione dellhabitat (boschi maturi e naturali di faggio) a causa di incendi, abbattimento delle vecchie piante e rimozione dal bosco di alberi morti o deperienti.

238

ARSIA

Isotomus barbarae Sama, 1977


Ordine: Coleoptera Famiglia: Cerambycidae

Isotomus barbarae
Foto G. Sama

Riconoscimento: specie di dimensioni medio-piccole (10-15 mm di lunghezza), con il corpo allungato, cilindrico, a lati subparalleli. Il maschio in genere leggermente pi piccolo, e presenta una pubescenza finissima grigia che ricopre interamente le elitre; la femmina di colore scuro, con varie macchie grigie chiare sulle elitre, il cui colore di fondo nero pece. Le antenne raggiungono appena la met del corpo nella femmina, mentre la superano di poco nel maschio. Habitat: vive nei boschi di latifoglie, su carpino, in aree montane. Biologia ed ecologia: la larva, xilofaga e strettamente monofaga, scava lunghe gallerie ovali, rettilinee, nel legno secco e anche nel legname messo in opera. Gli adulti si rinvengono alla fine di giugno. Distribuzione: la specie endemica italiana, descritta dellAppennino Romagnolo. In Toscana stata rinvenuta finora in una sola localit appenninica: Badia della Valle presso Lutirano, in provincia di Firenze. Grado di minaccia: la specie non attualmente inserita in alcuna lista di protezione, anche se auspicabile che questo avvenga in futuro, data la sua estrema localizzazione. La specie minacciata dalla distruzione dellhabitat (boschi di latifoglie con presenza di carpino) a causa di incendi, taglio del bosco e rimozione degli alberi morti o deperienti.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Parmena solieri lanzai Sama, 1985


Ordine: Coleoptera Famiglia: Cerambycidae

Parmena solieri lanzai


Foto S. Bambi

Riconoscimento: questo insetto di dimensioni medio-piccole (7-12 mm di lunghezza) ha corpo di colore scuro, ricoperto da una pubescenza corta e fitta. La specie attera e ha le elitre saldate lungo la sutura. Habitat: la specie vive nellambiente di macchia mediterranea. Biologia ed ecologia: le larve si sviluppano prevalentemente su essenze erbacee (soprattutto Euphorbia). Gli adulti si rinvengono spesso svernanti sotto le cortecce degli alberi, sotto i sassi o negli steli secchi delle piante di Euphorbia (Euphorbiaceae). Distribuzione: la sottospecie P. solieri solieri si trova nella Penisola Iberica, in Francia meridionale e in Italia (Liguria, Sardegna). La sottospecie lanzai endemica dellArcipelago Toscano e della Corsica. presente probabilmente in tutte le isole dellArcipelago. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La specie minacciata dalla distruzione dellhabitat a causa di incendi, impianti e attivit balneari, urbanizzazione delle isole.

240

ARSIA

Pogonocherus marcoi Sama, 1993


Ordine: Coleoptera Famiglia: Cerambycidae

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (6-7 mm di lunghezza), di colore bruno chiaro quasi uniforme, con la superficie del corpo ricoperta da una pubescenza corta e fine di colore giallo-dorato. Il pronoto presenta tre piccoli tubercoli rotondeggianti; le elitre sono ristrette verso lapice e terminano con un forte dente al margine esterno. Le antenne sono pi lunghe del corpo e sono ricoperte di pubescenze di colore uniforme giallo-dorato, con alcune fini setole. Le zampe presentano i femori ingrossati e di colore pi scuro. Habitat: la specie vive nellambiente di macchia mediterranea.
Pogonocherus marcoi
Foto G. Sama

Biologia ed ecologia: questo cerambicide stato rinvenuto su rami di Pinus pinea. Distribuzione: la specie endemica toscana, nota finora solamente per il Parco Regionale della Maremma. Grado di minaccia: la specie inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Questo insetto potrebbe essere minacciato dalla distruzione dellhabitat, per esempio a causa degli incendi.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Acanthocinus xanthoneurus (Mulsant & Rey, 1852)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Cerambycidae

Riconoscimento: specie di dimensioni medio-piccole (10-14 mm di lunghezza), di colore grigio con numerose macchiette nere sulle elitre lungo la sutura, con due o tre nervature leggermente rialzate di colore giallastro e con due fasce trasversali nere pi o meno nette, che non raggiungono la sutura. I femori e la parte inferiore presentano una pubescenza uniforme. Lapice delladdome della femmina prolungato in un lungo ovopositore tubulare. Habitat: a differenza delle altre specie del genere, questa specie non si sviluppa su conifere, ma su latifoglie (soprattutto faggio).

Acanthocinus xanthoneurus
Foto S. Bambi

Biologia ed ecologia: la larva si sviluppa negli alberi morti di recente o nei tronchi freschi appena abbattuti. Gli adulti compaiono in primavera o in estate sul legname tagliato e accatastato. Lo sviluppo avviene in un anno. Distribuzione: la specie endemica italiana; vive nelle regioni montane appenniniche dallEmilia-Romagna alla Calabria, e in Sicilia. In Toscana segnalata solo per il Parco delle Foreste Casentinesi e per lAlpe della Luna. Grado di minaccia: la specie, vulnerabile, inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La specie minacciata dalla distruzione dellhabitat a causa di incendi, abbattimento delle vecchie piante e rimozione dal bosco di alberi morti o deperienti.

242

ARSIA

Saperda punctata (Linn, 1767)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Cerambycidae

Saperda punctata
Foto P. Zabransky

Riconoscimento: specie di dimensioni medio-piccole (11-18 mm di lunghezza), di colore verdastro con macchie elitrali nere non allineate. Le antenne sono lunghe come tutto il corpo. Habitat: la specie vive in boschi di latifoglie. Biologia ed ecologia: la specie si sviluppa nei rami e nel tronco degli olmi morti o deperienti, ma sono segnalati anche adattamenti su piante di quercia e di tiglio. La larva si sviluppa nelle parti morte e nei ceppi delle vecchie piante. Lo sviluppo dura un anno. Ladulto attivo soprattutto a primavera. Distribuzione: la specie presente in Europa, Turchia, Caucaso e Algeria. nota in tutta Italia. In Toscana distribuita in modo discontinuo soprattutto lungo la costa e nelle zone collinari. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La sopravvivenza di questo insetto minacciata dalla distruzione dellhabitat a causa della rimozione delle piante morte o deperienti; anche la moria degli olmi a causa della grafiosi pu incidere in maniera significativa sulle popolazioni.

Chrysomelidae

Roberto Lisa

Si tratta di una delle famiglie di coleotteri pi abbondanti, che comprende oltre 35.000 specie nel mondo e di cui pi di 800 vivono in Italia. Le dimensioni variano da poco pi di un millimetro a circa due centimetri per le specie italiane. I crisomelidi hanno in genere forma pi o meno convessa, pi di rado allungata, con colorazioni spesso metalliche e brillanti, a volte con disegni sulle elitre, talora con fine pubescenza. La famiglia caratterizzata dalla particolare conformazione dei tarsi che, pur essendo composti da 5 articoli, sembrano essere solo quattro in quanto il quarto articolo molto ridotto e nascosto in unincisione del terzo. Le antenne sono corte o poco allungate. I crisomelidi sono insetti fitofagi e vivono in generale su piante erbacee, arboree o arbustive, ma si rinvengono anche deambulanti sul terreno. Sono normalmente attivi di giorno, mentre sono poche le specie che si muovono di notte. Le uova vengono di norma deposte, da sole o a gruppi, sulle piante di cui si nutre ladulto. Le larve hanno tre paia di zampe e si nutrono di foglie e germogli, ma ce ne sono anche alcune che scavano gallerie nelle foglie, nei fusti o nelle radici. Lo stadio larvale in generale di poche settimane; la maggior parte ha una sola generazione ma certe specie possono avere da tre a cinque generazioni nellanno. Alcune delle poche specie dannose allagricoltura possono causare notevoli danni alle colture come nel caso della ben nota Dorifora della patata. Questi insetti sono spesso estremamente specializzati dal punto di vista alimentare e quindi sono in genere monofagi o oligofagi, cio si nutrono di una sola o di poche specie vegetali.

244

ARSIA

Donacia Donacia Donacia Donacia Donacia Donacia Donacia Donacia Donacia Donacia Donacia Donacia

cinerea (Herbst, 1784) reticulata (Gyllenhal, 1817) crassipes Fabricius, 1775 bicolora bicolora Zschach, 1788 brevitarsis Thomson, 1884 dentata angustata Kunze, 1818 impressa Paykull, 1799 marginata Hoppe, 1795 polita Kunze, 1818 simplex Fabricius, 1775 versicolorea (Brahm, 1790) vulgaris Zschach, 1788
Famiglia: Chrysomelidae

Ordine: Coleoptera

Riconoscimento: le 12 specie toscane del genere Donacia hanno dimensioni variabili fra i 5,5 e gli 11 mm di lunghezza. Il corpo ovale allungato, piuttosto appiattito, con colorazioni metalliche che vanno dal bronzeo o cupreo fino al violaceo o al verdastro, talora con riflessi azzurri e rossi. D. cinerea presenta una finissima pubescenza cinerea, argentata, che ricopre il corpo. Le elitre possono avere, a seconda delle specie, lapice troncato o arrotondato ed essere variamente striate o incise. Il protorace pu essere variamente punteggiato e corrugato (per esempio, in Donacia dentata angustata, Donacia bicolora bicolora, D. crassipes) o presentare tubercoli ben distinti (per esempio, in D. cinerea) o angoli sporgenti dentiformi (per esempio, in D. impressa).

Donacia cinerea
Foto S. Bambi

Donacia bicolora bicolora


Foto S. Bambi

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

245

Donacia cinerea

Donacia reticulata

Donacia crassipes

Donacia bicolora bicolora

Habitat: vivono in ambienti umidi, paludi, stagni, corsi dacqua a basse e medie altitudini. Biologia ed ecologia: le specie sono fitofaghe e vivono su diverse piante nutrici legate allambiente palustre. D. reticulata vive su alcune specie di Typha (Typhaceae), Sparganium (Sparganiaceae), Phragmites (Poaceae) e Scirpus (Cyperaceae); su Sparganium si trovano anche D. bicolora bicolora e D. marginata; su Alisma e Sagittaria (Alismataceae) vive D. dentata angustata; su Nymphea e Nuphar (Nymphaeaceae) troviamo D. crassipes; su Scirpus e Carex (Cyperaceae) si sviluppa D. impressa; infine su varie Cyperaceae e Poaceae si possono rinvenire D. polita, D. vulgaris, D. simplex, D. brevitarsis e D. marginata; D. versicolorea vive sulle foglie galleggianti di Potamogeton natans (Potamogetonaceae). Le femmine di quasi

246

ARSIA

Donacia brevitarsis

Donacia dentata angustata

Donacia impressa

Donacia marginata

tutte le specie, immergendosi in acqua, depongono le uova sullo stelo e sulle foglie sommerse. Lunica eccezione costituita da D. versicolorea, che non va sottacqua, ma stando appoggiata su una foglia di Potamogeton, tira a s con le zampe unaltra foglia e introduce lovopositore fra le due foglie sovrapposte, che rimangono appiccicate dalla secrezione che avvolge le uova. Le larve trascorrono linverno in ambiente subacqueo e si impupano nellestate dellanno successivo. Gli adulti compaiono in primavera-estate dopo il secondo inverno. Distribuzione: le varie specie di Donacia hanno una distribuzione in genere piuttosto vasta, di tipo europeo, seppure differenziata da specie a specie. Per quanto riguarda la Toscana, per ogni specie viene fornita una cartina di distribuzione dettagliata.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Donacia polita

Donacia simplex

Donacia versicolorea

Donacia vulgaris

Grado di minaccia: tutte le specie del genere Donacia sono inserite negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Risultano minacciate dalla distruzione degli ambienti di vita, causata dalle bonifiche delle zone umide, da una scorretta gestione della vegetazione acquatica e riparia e dallinquinamento delle acque.

248

ARSIA

Plateumaris sericea (Linn, 1758)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Chrysomelidae

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (6,5-9 mm di lunghezza), con corpo cilindrico di colore variabile (verde, azzurro, violaceo, bronzeo o rosso purpureo). Le antenne sono lunghe e sottili, in genere del tutto nere o metalliche. Habitat: vive in ambienti paludosi, fossati e stagni a basse e medie altitudini. Biologia ed ecologia: la femmina depone le uova sulle piante sommerse dallacqua. Il periodo di sviluppo dura due anni. Le piante nutrici della larva sono Carex (Cyperaceae) e Iris pseudodacorus (Iridaceae) e gli adulti si cibano di polline di Cyperaceae e Poaceae.

Plateumaris sericea
Foto P. Magrini

Distribuzione: la specie diffusa in gran parte dellEuropa e il suo areale si estende fino alla Siberia e al Giappone. In Italia si rinviene nel nord della penisola, mentre lungo gli Appennini la sua distribuzione pi discontinua; assente in Puglia e nelle isole. In Toscana nota solo in provincia di Pistoia e mancano segnalazioni recenti. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Risulta minacciata dalla distruzione degli ambienti di vita, causata dalla bonifiche delle zone umide, da una scorretta gestione della vegetazione acquatica e riparia e dallin quinamento delle acque.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

249

Timarcha apuana Daccordi & Ruffo, 1990


Ordine: Coleoptera Famiglia: Chrysomelidae

Riconoscimento: specie di medie dimensioni (9-17 mm di lunghezza), con corpo globoso e convesso di colore nero, a volte con riflessi metallici. Le elitre sono fortemente sclerificate e fuse lungo la sutura per cui la specie attera e incapace di volare. La femmina in genere di dimensioni maggiori del maschio. Questultimo ha i tarsi anteriori dilatati. Habitat: una specie di quota che vive fra i 700 e i 1900 metri di altitudine. Predilige ambienti umidi e pietraie.
Timarcha apuana Biologia ed ecologia: la specie fitoFoto P. Magrini faga, la pianta nutrice il Galium paleoitalicum (Rubiaceae). Laccoppiamento ha luogo a primavera e la schiusa delle uova avviene durante lanno. Limpupamento nel terreno, gli adulti sfarfallano a primavera. Il ciclo completo ha una durata di due anni.

Distribuzione: la specie endemica delle Alpi Apuane. Grado di minaccia: la specie inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Fra le cause di minaccia si possono annoverare lattivit estrattiva di cava, gli incendi e linquinamento ambientale.

250

ARSIA

Chrysolina osellai Daccordi e Ruffo, 1979


Ordine: Coleoptera Famiglia: Chrysomelidae

Riconoscimento: specie di dimensioni medio-piccole (9-10 mm di lunghezza), con corpo convesso, leggermente allungato, di colore nero nella parte dorsale e con zampe e parte inferiore con riflessi violacei. Il pronoto fortemente punteggiato, le elitre, che presentano una doppia punteggiatura con punti grossi e profondi, non giungono fino alla fine delladdome, che quindi rimane in parte scoperto. Habitat: insetto di quota reperibile fra i 1300 e i 1730 metri di altezza. sempre stato rinvenuto su versanti meridionali aridi sotto detriti di disfacimento di pareti calcaree.

Chrysolina osellai
Foto P. Magrini

Biologia ed ecologia: specie fitofaga; le piante nutrici sembrano appartenere alla famiglia delle Brassicaceae. Ladulto compare da aprile a ottobre. Distribuzione: la specie endemica delle Alpi Apuane. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Risulta ad alto rischio di estinzione data la sua distribuzione estremamente localizzata e la precariet dellambiente in cui vive, alterato gravemente dallattivit estrattiva di cava.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

251

Oreina cacalie magistrettii (Schatzmayr, 1941)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Chrysomelidae

Riconoscimento: specie di dimensioni medio-piccole (7,5-10 mm di lunghezza), con corpo convesso, allungato; la parte superiore leggermente appiattita e di colore azzurro cupo con sfumature violacee e con sutura annerita. Le elitre presentano una punteggiatura fitta e profonda. Habitat: insetto di quota reperibile fra i 1000 e i 1600 metri di altitudine in boschi umidi di montagna. Biologia ed ecologia: specie fitofaga, legata alle Asteraceae dei generi Senecio e Adenostyles. Compare da giugno a settembre e le larve nascono poche ore dopo la deposizione delle uova. Il ciclo sembra essere annuale.

Oreina cacalie magistrettii


Foto P. Magrini

Distribuzione: la specie Oreina cacalie ampiamente diffusa nelle regioni montuose europee, dai Pirenei, alle Alpi, ai Carpazi. In Italia sono presenti varie sottospecie. La sottospecie magistrettii endemica italiana e si rinviene nellAppennino tosco-emiliano, in quello abruzzese e in quello calabro-lucano. In Toscana la sottospecie nota in alcune localit montane in provincia di Lucca e Arezzo. Grado di minaccia: la specie, vulnerabile, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Risulta minacciata dalla distruzione dellhabitat a causa degli incendi e per la pulizia del sottobosco.

252

ARSIA

Oreina elongata zangherii Daccordi & Ruffo, 1986


Ordine: Coleoptera Famiglia: Chrysomelidae

Riconoscimento: specie di dimensioni medio-piccole (8,5-11 mm di lunghezza), con corpo convesso e allungato, con la parte superiore leggermente appiattita, di colore verde brillante, talora con sfumature azzurrognole e sutura elitrale orlata di bluastro. Le elitre hanno punteggiatura pi densa e profonda di quella del pronoto; questultimo ha una callosit laterale larga e lucida. Habitat: vive in quota oltre i 1000 metri in ambienti boschivi umidi, come le rive dei ruscelli. Biologia ed ecologia: la specie fitofaga, legata alle Asteraceae dei generi Senecio e Adenostyles. Linsetto adulto compare da giugno a settembre. Il ciclo sembra essere annuale.
Oreina elongata zangherii
Foto P. Magrini

Distribuzione: la specie subendemica italiana, con distribuzione continua sullarco alpino e discontinua sulla dorsale appenninica. In Toscana la sottospecie zangherii nota solo dellAppennino tosco-romagnolo. Grado di minaccia: la sottospecie, vulnerabile, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Pu risultare minacciata dalla distruzione dellhabitat a causa degli incendi e per la pulizia del sottobosco.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Oreina elongata zoiai Daccordi & Ruffo, 1986


Ordine: Coleoptera Famiglia: Chrysomelidae

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (8-10 mm di lunghezza), con corpo convesso e allungato, con la parte superiore leggermente appiattita, di colore verdastro o azzurro-verdastro brillante con sutura elitrale orlata di violaceo. Le elitre hanno punteggiatura pi densa e profonda di quella del pronoto e appaiono rugose e opache. Habitat: vive in quota oltre i 1000 metri in ambienti boschivi umidi, come le rive dei ruscelli. Biologia ed ecologia: la specie fitofaga, legata alle Asteraceae dei generi Senecio e Adenostyles. Linsetto adulto compare da maggio a settembre. Il ciclo sembra essere annuale.

Oreina elongata zoiai


Foto P. Magrini

Distribuzione: la specie subendemica italiana. Ha diffusione alpina, dalle Alpi della Stiria e Carniola, su tutto larco alpino fino alle Alpi Marittime e alle Hautes Alpes francesi, con distribuzione discontinua poi sulla dorsale appenninica. In Toscana la sottospecie zoiai endemica delle Alpi Apuane. Grado di minaccia: la sottospecie, vulnerabile, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Pu risultare minacciata dallattivit estrattiva del marmo e dalla distruzione dellhabitat a causa degli incendi e per la pulizia del sottobosco.

254

ARSIA

Oreina speciosissima solarii Daccordi & Ruffo, 1976


Ordine: Coleoptera Famiglia: Chrysomelidae

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (6,5-8,5 mm di lunghezza) con corpo convesso e allungato, poco allargato allindietro, di colore di fondo verde brillante con sfumature da azzurrognole a dorate; la sutura elitrale strettamente marginata di azzurro. Elitre con punteggiatura sparsa e profonda; pronoto con punti pi radi. Habitat: specie montana che vive fra i 900 e i 1700 metri di quota in ambienti boschivi. Biologia ed ecologia: specie fitofaga, legata alle Asteraceae dei generi Senecio e Adenostyles. Compare da maggio a settembre. Il ciclo sembra essere annuale. Talora pu essere rinvenuta anche sotto i sassi.

Oreina speciosissima solarii


Foto P. Magrini

Distribuzione: la specie ampiamente diffusa in tutte le regioni montuose europee. La sottospecie solarii endemica toscana, nota unicamente nellAppennino pistoiese. Grado di minaccia: la specie, vulnerabile, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La specie sembra essere legata a delicati equilibri ambientali pi di molti altri insetti e la pulizia del sottobosco e linquinamento sono le minacce maggiori per la specie.

Brentidae, Apionidae, Curculionidae

Piero Abbazzi, Alessandra Sforzi

Le famiglie dei Brentidae, degli Apionidae e dei Curculionidae appartengono alla superfamiglia dei Curculionoidea. Questo raggruppamento il pi numeroso del regno animale, con pi di 60.000 specie descritte fino a oggi. I Curculionoidea in Italia sono rappresentati da oltre 2000 specie, delle quali circa 900 vivono in Toscana. Le dimensioni delle specie italiane variano da pochi millimetri fino ad oltre tre centimetri di lunghezza. I Brentidae sono una famiglia essenzialmente tropicale, comprendente circa 1800 specie nel mondo. Hanno il corpo sottile e allungato, con il capo prolungato in un rostro pi o meno lungo e diritto. Quasi tutte le specie sono fitofaghe o xilofaghe, ma un certo numero ha abitudini mirmecofile. In Italia presente una sola specie, estremamente specializzata, che vive con le formiche. Gli Apionidae e i Curculionidae hanno fra le caratteristiche pi evidenti la presenza di un prolungamento pi o meno vistoso del capo, il cosiddetto rostro, allapice del quale si trova lapparato boccale. Sui lati del rostro si articolano le antenne che, nei curculionidi, sono genicolate, cio piegate a gomito dopo il primo segmento, mentre sono dritte negli apionidi. Si tratta di insetti fitofagi, sia come larve sia come adulti: possono infatti nutrirsi, secondo specifiche preferenze, delle varie parti della pianta, dalle radici, alle foglie, ai frutti. In maggioranza sono polifagi, attaccano cio essenze vegetali diverse, ma non mancano i monofagi, specie che si nutrono cio soltanto di una determinata pianta. Il rostro utilizzato per raggiungere le parti interne dei vegetali, che sono quelle pi ricche di nutrimento, inoltre esso viene utilizzato dalle femmine per produrre nelle varie parti della pianta fori o cellette dove poter inserire lovopositore che serve per deporre le uova. Dalluovo si sviluppa una larva, che generalmente corta, tozza e pi o meno curva. Alcune larve possono provocare nelle piante ospiti la formazione di galle, mentre altre scavano gallerie nelle foglie o negli steli.

256

ARSIA

I curculionidi e gli apionidi vivono negli ambienti pi vari: boschi, foreste, prati, pascoli, dune costiere, paludi, zone montane. Alcune specie di curculionidi si sono adattate a vivere in ambienti particolari, come per esempio le grotte e il sottosuolo; per questo hanno subito profonde modificazioni morfologiche, come la riduzione o latrofia degli occhi, la depigmentazione del tegumento e la perdita della capacit di volare. Alcune specie possono risultare dannose alle coltivazioni o alle derrate alimentari, altre invece possono rivestire notevole rilievo applicativo come agenti di controllo di certe piante avventizie infestanti. Le 40 specie di seguito elencate non sono tutte quelle che sarebbero meritevoli di particolare tutela, ma siamo stati costretti per ragioni di brevit a circoscrivere il loro numero, scegliendo fra le pi significative.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Amorphocephala coronata (Germar, 1817)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Brentidae

Riconoscimento: specie di medie dimensioni (10-16 mm di lunghezza), con corpo allungato di colore bruno-rossastro scuro. Il capo fortemente modificato e presenta una profonda depressione, una placca superiore e peli a funzione sensoriale; poi prolungato in un rostro, che nel maschio allargato e dotato di mandibole robuste, mentre nella femmina lungo e diritto. Habitat: la specie vive in ambienti di pianura e di collina, dal livello del mare fino ai 700-800 metri.

Amorphocephala coronata
Foto S. Bambi

Biologia ed ecologia: una specie che vive con varie specie di formiche. Si rinviene frequentemente in tronchi cavi abitati dalle formiche e viene attratta di notte dalle luci. Distribuzione: la specie distribuita nella regione mediterranea: Spagna, Francia meridionale, Italia, area della ex-Yugoslavia, Albania, Grecia, Bulgaria, Turchia, Israele, Iran, Marocco e Algeria. In Italia nota in varie regioni, soprattutto nella parte meridionale della penisola. In Toscana non ci sono segnalazioni recenti, ma la specie vi stata segnalata in passato in varie localit. Grado di minaccia: la specie, rara in Toscana, inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/ 2000. Pu risultare minacciata dalla distruzione degli ambienti di vita a causa di incendi che possono distruggere i vecchi tronchi in cui vive la formica ospite.

258

ARSIA

Pseudoprotapion ergenense (Becker, 1864)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Apionidae

Riconoscimento: coleottero di piccole dimensioni (2,0-2,5 mm di lunghezza), con corpo snello di colore verde chiaro metallico; capo prolungato in un rostro completamente verde nei maschi, verde scuro o verde dorato nella met anteriore in alcune femmine. Occhi grandi, protorace con grossi punti sparsi; elitre oblunghe, leggermente allargate posteriormente, con strie di punti evidenti. Habitat: la specie vive in luoghi mesofili erbosi o ghiaiosi. Biologia ed ecologia: presenta costumi alimentari altamente specializzati, sviluppandosi su alcune specie vegetali del genere Astragalus, della famiglia delle Fabacee, in particolare su Astragalus danicus e A. onobrychis.
Pseudoprotapion ergenense
Foto P. Magrini

Distribuzione: la specie vive nellEuropa centrale e orientale fino alla zona del Volga. In Italia finora nota solo in Toscana, ove stata rinvenuta sulle pendici del Monte Pratone (600 m) presso Badia di Moscheta in provincia di Firenze. Grado di minaccia: la specie, rarissima, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Considerati i costumi alimentari specifici, la specie pu risultare minacciata per lalterazione del suo biotopo, in conseguenza di attivit antropica ed eccesso di pascolo e incendi.

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Otiorhynchus tuscoinsularis Magnano, 1992


Ordine: Coleoptera Famiglia: Curculionidae

Riconoscimento: coleottero di dimensioni medio-piccole (6,3 mm di lunghezza massima), con corpo allungato, convesso, arrotondato ai lati, di colore marrone scuro, con riflessi madreperlacei dovuti alla presenza di piccole squame e con setole disposte in serie. Capo prolungato in un corto rostro pi largo che lungo; occhi appena convessi, poco sporgenti. Il pronoto punteggiato e presenta lateralmente granuli fitti e lucidi. Le zampe sono robuste. Habitat: la specie termofila, terricola; si rinviene sotto i sassi, lungo le fasce costiere delle isole dellArcipelago Toscano. Biologia ed ecologia: attualmente ignote. Distribuzione: la specie endemica delle isole dellArcipelago Toscano. stata rinvenuta a Cerboli, Giannutri, Pianosa, Formica di Burano, Formica di Grosseto, Formica Grande di Grosseto. Grado di minaccia: inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La specie, molto localizzata, fortemente minacciata per la alterazione e la restrizione del suo particolare e gi residuo biotopo a causa del turismo intensivo e del conseguente danneggiamento delle zone costiere.

Otiorhynchus tuscoinsularis
Foto P. Magrini

260

ARSIA

Troglorhynchus giustii Osella, 1981 Troglorhynchus latirostris Bargagli, 1871 Troglorhynchus laurae A. Solari & F. Solari, 1907 Troglorhynchus stolzi Holdhaus, 1908 Troglorhynchus taitii Abbazzi, Bartolozzi & Osella, 1992
Ordine: Coleoptera Famiglia: Curculionidae

Riconoscimento: tutte queste specie, di piccole e medie dimensioni (3,2-5,4 mm lunghezza), presentano corpo oblungo, depresso dorsalmente, a lati subparalleli. Il colore da rosso-bruno a marrone scuro. Il capo allungato, a forma di cono, prolungato in un rostro, le antenne sono slanciate. Le specie T. stolzi e T. latirostris sono prive di occhi, T. taitii, T. laurae e T. giustii sono fortemente microftalme. Habitat: queste specie vivono in ambiente endogeo e ipogeo (nelle fessure di banchi calcarei, sotto pietre fortemente infossate, sotto i muschi e gli accumuli del fogliame), allingresso di grotte o in ambiente cavernicolo, nelle fessure fra le lastre di roccia percorse da radici. Biologia ed ecologia: allo stato adulto conducono vita attiva in tutte le stagioni dellanno, vivendo a spese delle radici degli alberi. Essendo elementi rizofagi seguono il percorso delle radici infossandosi profondamente. Distribuzione: T. taitii specie endemica del Parco Regionale della Maremma, T. laurae dellIsola del
Troglorhynchus taitii
Foto P. Magrini

Troglorhynchus sp.
Foto S. Bambi

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Troglorhynchus giustii

Troglorhynchus latirostris

Troglorhynchus laurae

Troglorhynchus stolzi

Giglio, T. giustii dellIsola dElba, T. stolzi del Monte Argentario, T. latirostris della Montagnola Senese. Grado di minaccia: le specie sono inserite negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/ 2000. Per la loro particolare nicchia ecologica e la distribuzione puntiforme risultano fortemente minacciate dallinquinamento del suolo e dalla distruzione della copertura vegetale.

Troglorhynchus taitii

262

ARSIA

Stomodes puncticollis lanzae F. Solari, 1947


Ordine: Coleoptera Famiglia: Curculionidae

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (4 mm circa di lunghezza), priva di ali, dal corpo allungato di colore bruno pece, con fine e lunga pubescenza argentea ricurva e reclinata allindietro. Il capo prolungato in un rostro corto, robusto, solcato. Gli occhi sono piccoli e rotondi. La superficie del protorace presenta una fine punteggiatura sparsa. Le elitre hanno una distinta punteggiatura disposta in serie. Le zampe, rosso-brune, hanno femori con un fine e corto dentino. Habitat: la specie vive in terreni calcarei pietrosi, aridi e soleggiati, in ambiente collinare. Biologia ed ecologia: sconosciute. Distribuzione: la specie Stomodes puncticollis, che appartiene a un genere tipicamente orientale, rappresentata in Italia da tre sottospecie, delle quali la lanzae lentit pi settentrionale. Essa nota solo per la Toscana, dei Monti della Calvana, dove stata rinvenuta sotto sassi, a circa 800 metri di altitudine. Grado di minaccia: questa sottospecie, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000, rarissima; risulta gravemente minacciata dallantropizzazione e dalleccesso di pascolo cui soggetta larea in cui vive.

Stomodes puncticollis lanzae


Foto P. Magrini

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263

Heteromeira capriasae (F. Solari, 1933)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Curculionidae

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (4 mm circa di lunghezza) con corpo oblungo, ricoperto di squamette rotondeggianti, embricate, di colore bruno e grigio, che formano sul dorso macchie sparse pi chiare. Il capo prolungato in un rostro pi lungo che largo, munito di setole cos come le elitre. Gli occhi sono poco prominenti. Il protorace arrotondato ai lati, con cortissime setole ricurve, alquanto inclinate allindietro. Le elitre hanno lati subparalleli e sono arrotondate allapice, presentano strie di punti fini e setole allineate non molto lunghe, ricurve e reclinate. Habitat: vive nella macchia mediterranea, ai piedi delle piante di lentisco.

Heteromeira capriasae
Foto P. Magrini

Biologia ed ecologia: la specie fitofaga; gli adulti si trovano da marzo a dicembre sotto le pietre e sul terreno. Distribuzione: la specie endemica dellArcipelago Toscano ed stata trovata nellIsola dElba e nellIsola di Capraia. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La sua sopravvivenza legata allintegrit del proprio biotopo, che pu risultare alterato da incendi, taglio di siepi e boschetti o piantagioni artificiali di essenze non autoctone.

264

ARSIA

Pseudomeira holdhausi (A. Solari & F. Solari, 1907) P. mancinii F. Solari, 1954 P. meles Bell & Pierotti, 1992
Ordine: Coleoptera Famiglia: Curculionidae

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (3-4 mm), con corpo pi o meno corto e globoso, ricoperto densamente da squamette giallo-brune o grigie e con setole pi o meno lunghe e fini. Il capo prolungato in un rostro ristretto a cono in avanti. Habitat: P. holdhausi vive nella lettiera e sugli arbusti della macchia mediterranea; P. mancinii vive nella zona cacuminale, sotto i sassi o nel terriccio; P. meles vive sotto pietre su pendii aridi. Biologia ed ecologia: P. mancinii stata ritrovata fra le radichette di Globularia sp. (Globulariaceae); delle altre due specie non si hanno informazioni precise sulla biologia e sulla ecologia.
Pseudomeira holdhausi
Foto S. Bambi

Pseudomeira holdhausi

Pseudomeira mancinii

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

265

Distribuzione: tutte e tre queste specie sono endemiche della Toscana. P. holdhausi segnalata solo nellIsola dElba; P. mancinii e P. meles sono note solo per le Alpi Apuane.

Grado di minaccia: P. holdhausi e P. mancinii sono inserite nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000, P. meles non attualmente inserita in alcuna normativa di protezione. Si tratta Pseudomeira meles di specie non comuni, localizzate, gravemente minacciate qualora il proprio biotopo venga alterato a causa di incendi, disboscamenti o eccessive attivit turistiche (P. holdhausi) e a causa del pascolo intensivo e dellattivit estrattiva di cava (P. mancinii e P. meles).

266

ARSIA

Trachyphloeus apuanus A. Solari & F. Solari, 1905


Ordine: Coleoptera Famiglia: Curculionidae

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (3 mm circa di lunghezza), di colore nero, con corpo convesso, densamente ricoperto da piccole squame aderenti, rotondeggianti, grigio cenere e brune. Sulle elitre presenta setole disposte in serie inclinate allindietro. Il capo nettamente separato dal rostro da una profonda depressione. Gli occhi sono leggermente prominenti dal profilo del capo; il protorace trasverso, ristretto in avanti. Le elitre sono convesse, con strie ben distinte. Negli spazi fra le strie sono presenti corte setole clavate biancastre, disposte in file ordinate.

Trachyphloeus apuanus
Foto P. Magrini

Habitat: specie terricola-petricola, tipica di ambienti aridi e ventosi della fascia montana dellAppennino tosco-emiliano. Si ritrova, sotto le pietre, nei costoni e sui pendii sassosi con vegetazione eliofila o xerofila. Biologia ed ecologia: la specie fitofaga, a biologia imprecisata. Distribuzione: la specie endemica italiana, nota unicamente in alcune localit delle Alpi Apuane e dellAppennino tosco-emiliano. Grado di minaccia: la specie, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000, rara. La sua sopravvivenza legata allintegrit del proprio biotopo, che pu risultare compromesso per pascolo intensivo, cave, erosione del suolo, eccessivo calpestio.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

267

Leptolepurus meridionalis (Jacquelin du Val, 1854)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Curculionidae

Riconoscimento: specie di dimensioni medio-piccole (3,7-5 mm di lunghezza), di colore bruno scuro, con corpo ovale rivestito uniformemente di squamule rotonde, grigie, traslucide, a riflessi madreperlacei. Il capo prolungato in un rostro pi lungo che largo, lievemente ristretto in avanti. Il protorace presenta lati arrotondati, le elitre sono ovali, convesse, con setole bianche fini e molto corte. Habitat: la specie vive in ambiente di duna. Biologia ed ecologia: specie termofila, la larva probabilmente radicicola. Ladulto, fitofago e polifago, a costumi notturni, si ritrova sotto i cespugli e sotto i detriti.

Leptolepurus meridionalis
Foto P. Magrini

Distribuzione: la specie diffusa nella regione costiera mediterranea della Francia meridionale, dellItalia, dellAlgeria e dellEgitto. In Italia presente in Toscana, Lazio, Campania. In Toscana segnalata nel Parco Regionale della Maremma. Grado di minaccia: la specie, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000, poco frequente e il suo areale in regresso. Risulta fortemente minacciata dalla restrizione e distruzione degli ambienti litoranei in seguito allerosione delle dune e agli insediamenti balneari e turistici.

268

ARSIA

Stefanocleonus tabidus (Olivier, 1807)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Curculionidae

Riconoscimento: specie di medie dimensioni (12-14 mm di lunghezza) con corpo oblungo. Il capo prolungato in un rostro che presenta tre carene dorsali, il protorace poco convesso, con forte punteggiatura ed ornato da larghe bande laterali bianche. Le elitre sono convesse e presentano un leggero rivestimento uniforme composto da pubescenza coricata, fine e densa di colore grigio cenere o ruggine e una linea bianca laterale posta verso la met. Habitat: specie psammofila, presente oltre che sulle dune anche nelle zone sabbiose retrodunali, nelle garighe e nelle zone collinari retrostanti le dune.

Stefanocleonus tabidus
Foto P. Magrini

Biologia ed ecologia: specie termofila a biologia sconosciuta. Ladulto si rinviene su varie specie di Cistus (Cistaceae) o vagante sul terreno. Distribuzione: la specie diffusa nellarea tirrenica occidentale (Algeria, Francia meridionale, Italia, Corsica). In Italia segnalata in Liguria, Toscana, Lazio, Sicilia e Sardegna. In Toscana stata trovata nelle province di Livorno e Grosseto. Grado di minaccia: la specie, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000, rara, ed fortemente minacciata dalla distruzione degli ambienti litoranei in seguito allerosione delle dune e alle attivit balneari e turistiche di eccessivo impatto.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

269

Rabdorrhynchus menetriesi (Gyllenhal, 1834)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Curculionidae

Riconoscimento: specie di dimensioni medie (12-15 mm di lunghezza), con corpo oblungo, convesso, di colore scuro. Il capo prolungato in un rostro rugoso, pi lungo che largo. Gli occhi sono trasversali, cerchiati di bianco. Il protorace ricoperto da numerosi e grossi granuli, con linee di peli chiari che, in particolare, disegnano ai lati una x pi o meno distinta. Le elitre, a lati paralleli, sono ornate di piccole macchie di peli bianchi che spiccano sul fondo scuro e presentano dei granuli specialmente alla base. Habitat: la specie vive in terreni pietrosi, aridi e soleggiati.
Rabdorrhynchus menetriesi
Foto P. Magrini

Biologia ed ecologia: la specie vive su Anchusa italica (Boraginaceae). Ladulto risale sulla pianta nelle ore pi calde del giorno per rosicchiare le foglie, mentre per il resto del tempo rimane alla base della pianta stessa. probabile che la larva si sviluppi nelle radici. Distribuzione: specie a prevalente distribuzione mediterraneo-orientale. In Italia si ritrova in Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Basilicata e Sicilia. In Toscana segnalata dellAlpe della Luna. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. una specie rara e localizzata, potenzialmente minacciata senza adeguate norme di protezione per la conservazione del suo particolare biotopo.

270

ARSIA

Lixus paraplecticus (Linn, 1758)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Curculionidae

Riconoscimento: specie di grandi dimensioni (13-24 mm di lunghezza), con corpo nero, molto stretto, allungato, poco convesso. Il corpo rivestito di fine e corta pubescenza ed ricoperto da uno strato di polvere cerosa giallastra, particolarmente condensata sui lati. Spesso il protorace provvisto di tre bande longitudinali pi scure. Le elitre sono ristrette verso lapice e si prolungano in due denti lunghi, acuti e divergenti verso lesterno. Habitat: vive in biotopi freddi, paludosi e umidi. Biologia ed ecologia: la specie fitofaga, igrofila, legata a piante paludicole di stagni e acquitrini. La larva si nutre degli steli di diverse Apiaceae (Sium latifolium, Oenanthe aquatica). Ladulto si ritrova sulle stesse piante dalla primavera a ottobre.

Lixus paraplecticus
Foto P. Magrini

Distribuzione: la specie presente in Europa e Asia occidentale. In Italia si ritrova in Piemonte, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Toscana. In Toscana nota nel Padule di Fucecchio e nei dintorni di Pisa, che rappresentano le stazioni pi meridionali della sua diffusione italiana. Grado di minaccia: la specie, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000, rara. La sua sopravvivenza legata allintegrit del proprio biotopo, che pu risultare alterato dallinquinamento delle acque, da interventi di bonifica e dal taglio della vegetazione erbacea ripariale.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Acalles solarii Fiori, 1903


Ordine: Coleoptera Famiglia: Curculionidae

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (4-4,5 mm di lunghezza) con corpo oblungo nero, fittamente ricoperto di squamule grandi, rotonde, di colore bruno e grigiastro e con corti ciuffi di setole nere, erette, disposte ordinatamente. Il capo prolungato in un rostro robusto, lungo, dilatato allestremit. Le elitre, a lati subparalleli, hanno la base pi larga di quella del protorace, sono piane sul dorso e presentano una declivit posteriore quasi perpendicolare. Habitat: vive nei boschi e nelle foreste di latifoglie della fascia collinare e montana.
Acalles solarii
Foto P. Magrini

Biologia ed ecologia: allo stato larvale si ritrova nel legno morto o deperiente dei rami di latifoglie. Ladulto, ad attivit notturna, vive sugli stessi alberi e sverna rifugiandosi sotto le cortecce o nei muschi. Distribuzione: la specie subendemica italiana. presente nelle Alpi Marittime francesi e in Italia, in Emilia, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo, Basilicata e Calabria. In Toscana stata trovata in Mugello e nel Parco Regionale della Maremma. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Ovunque piuttosto rara, pu risultare fortemente minacciata da incendi e dalla pulizia del sottobosco con rimozione delle piante morte o deperienti su cui si sviluppa.

272

ARSIA

Amaurorhinus sardous gardinii Osella, 1981


Ordine: Coleoptera Famiglia: Curculionidae

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (2,5-2,7 mm di lunghezza), dal corpo rossiccio opaco, zigrinato su tutta la superficie. Il capo prolungato in un rostro che, dopo linserzione delle antenne, diviene leggermente spatolato, gli occhi sono ridottissimi. Il pronoto, sub-quadrato, presenta una fitta e forte punteggiatura. Le elitre, convesse, sono zigrinato-rugose, con strie di punti fini e superficiali. Habitat: questa sottospecie stata rinvenuta nel legno marcescente in prossimit del mare. Biologia ed ecologia: la specie xilofaga; non si hanno altre informazioni su biologia ed ecologia. In generale le specie di Amaurorhinus tendono a prediligere ambienti umidi, al riparo dalla luce.

Amaurorhinus sardous gardinii


Foto P. Magrini

Distribuzione: questa sottospecie probabilmente endemica dellIsola di Giannutri nellArcipelago Toscano. Grado di minaccia: la sottospecie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. molto rara per la sua distribuzione isolata puntiforme, essendo limitata allIsola di Giannutri. Pu risultare gravemente minacciata senza una attenta tutela del suo peculiare biotopo.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

273

Pselactus caoduroi Osella, 1985


Ordine: Coleoptera Famiglia: Curculionidae

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (3-3,3 mm di lunghezza), di colore rosso nerastro con pronoto ed elitre ricoperti di lunghe e morbide setole sollevate. Il capo globoso e prolungato in un rostro corto, ricurvo, allargato allapiPselactus caoduroi ce. Il pronoto appena Foto P. Magrini pi largo che lungo, fittamente punteggiato e rivestito di peluria dorata lunga e sollevata. Le elitre sono allargate posteriormente e presentano strie di punti fini e superficiali. Habitat: descritta come specie cavernicola, in Toscana stata ritrovata in ambiente aperto, umido, in una zona litoranea. Biologia ed ecologia: specie termofila, xilofaga, vive sul legno marcio o decomposto. Distribuzione: specie endemica italiana, a distribuzione isolata e puntiforme, ma probabilmente, a diffusione pi ampia. nota attualmente solo per la Puglia e la Toscana, dove stata rinvenuta nel Parco Regionale della Maremma. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Entit rarissima, fortemente minacciata per la rarefazione del suo particolare biotopo.

274

ARSIA

Tapinotus sellatus (Fabricius, 1794)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Curculionidae

Riconoscimento: coleottero di dimensioni medio-piccole (4-5 mm di lunghezza), riconoscibile per la larga fascia scura ondulata posta trasversalmente sul dorso. Il capo prolungato in un rostro robusto che, a riposo, viene tenuto ripiegato sotto il protorace. Le elitre sono ricoperte da squame grigio-brune; le zampe sono slanciate e anellate di bruno. Habitat: specie igrofila che si rinviene in ambienti umidi mesofili, nelle zone ripariali delle acque stagnanti di paludi e acquitrini. Biologia ed ecologia: specie fitofaga Tapinotus sellatus Foto P. Magrini ad alta specializzazione alimentare. La larva vive e si sviluppa nel colletto o alla base delle radici di Lysimachia vulgaris (Primulaceae), mentre gli adulti, a vita breve, si nutrono delle foglie e dei fiori della stessa pianta. Distribuzione: una specie a distribuzione prevalentemente europeo centro-settentrionale ed segnalata anche per Turchia, Siberia, Turkestan, Amur. In Italia presenta una distribuzione discontinua che segue quella della pianta ospite. In Toscana nota solo nel Padule di Fucecchio e nei dintorni del Lago di Chiusi. Grado di minaccia: la specie non attualmente inserita in alcuna normativa di protezione. La specie gravemente minacciata dalla riduzione dellareale della pianta ospite a causa della restrizione o scomparsa delle zone umide.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

275

Ceutorhynchus scrobicollis Neresheimer & Wagner, 1924


Ordine: Coleoptera Famiglia: Curculionidae

Riconoscimento: specie di piccola taglia (2,7-3,4 mm di lunghezza), dal corpo globoso di colore nero brillante. Il rostro, lungo come il capo e il protorace insieme, viene tenuto, a riposo, ripiegato sotto il protorace. Questultimo, densamente e fortemente punteggiato, presenta un solco longitudinale mediano e piccoli tubercoli laterali. Le elitre sono arrotondate e fortemente convesse. Hanno superficie finemente scabrosa e presentano strie larghe con squamule biancastre. Habitat: la specie vive in boschi di latifoglie, dove si pu rinvenire nelle radure o lungo i sentieri sulle piante ospiti.
Ceutorhynchus scrobicollis
Foto P. Magrini

Biologia ed ecologia: specie a regime alimentare specializzato, vive e si sviluppa su Alliaria petiolata e A. officinalis (Brassicaceae). Distribuzione: specie rara, nota dellEuropa centro-orientale. Per lItalia citata solo del Lazio, della Basilicata e della Toscana, dove stata trovata unicamente nel Parco Regionale della Maremma. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Risulta potenzialmente minacciata per riduzione o distruzione dellambiente di vita e per la scomparsa delle piante ospiti a causa di incendi e drastiche modifiche della copertura vegetale.

276

ARSIA

Ceutorhynchus thlaspi C. Brisout, 1869


Ordine: Coleoptera Famiglia: Curculionidae

Riconoscimento: specie di piccola taglia (1,5-2 mm di lunghezza), di colore nero brillante. Il corpo tozzo, ovale, convesso, rivestito di piccole squamule filiformi biancastre disposte in file ordinate. Il capo prolungato in un rostro arcuato che, a riposo, viene tenuto ripiegato sotto il protorace. Il protorace ristretto in avanti e presenta due piccoli tubercoli ai lati e un solco mediano. Le elitre, a lati arrotondati, hanno fini strie squamulate e interstrie rugose e granulose allestremit, con corte setole biancastre.

Ceutorhynchus thlaspi
Foto P. Magrini

Habitat: la specie vive in terreni aridi erbosi, sabbiosi, calcarei o silicei. Biologia ed ecologia: la specie presenta abitudini alimentari altamente specializzate. Vive su Iberis amara e I. umbellata (Brassicaceae). La larva si rinviene nel colletto della pianta, ladulto sui fiori. Distribuzione: la specie era ritenuta endemica della Francia, ma stata trovata recentemente in Italia, dove nota soltanto nel Parco Regionale della Maremma. Grado di minaccia: la specie, attualmente inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000, finora nota solo in unarea ristretta e quindi pu risultare fortemente minacciata per gli eventuali danni alla pianta ospite nella quale compie il suo sviluppo e sulla quale vive.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

277

Microplontus binaghii (Colonnelli, 1977)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Curculionidae

Riconoscimento: specie di piccola taglia (1,8 mm di lunghezza), con il capo prolungato in un rostro ricurvo. Il torace presenta lati arrotondati e le elitre sono poco pi lunghe che larghe. La colorazione nerastra con mandibole, apice delle elitre, parte delle zampe e delle antenne di colore rossastro. Parte superiore con piccole squame di colore bruno, giallastro e biancastro, che formano sul pronoto una vaga fascia laterale e sulle elitre disegni pi marcati. La parte inferiore coperta di squame bianche.

Microplontus binaghii
Foto P. Magrini

Habitat: lunico esemplare citato per la Toscana stato reperito in una zona prativa e cespugliata in ambiente semi-arido. Biologia ed ecologia: la biologia e la ecologia di questa specie sono ignote. Come gli altri Microplontus questa specie dovrebbe vivere su piante della famiglia delle Asteraceae. Distribuzione: una specie endemica italiana a distribuzione isolata puntiforme, conosciuta in pochissimi esemplari in Liguria, Piemonte e Toscana. In Toscana stato reperito sulle pendici del Monte Giovi a 600 metri di altitudine. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La specie pu ritenersi gravemente minacciata per la alterazione o la distruzione dei biotopi naturali a causa dellinquinamento del suolo, del pascolo intensivo, degli incendi e delleccessivo calpestio.

278

ARSIA

Baris sellata (Boheman, 1844)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Curculionidae

Riconoscimento: specie di dimensioni medio-piccole (3,5-7 mm di lunghezza), con corpo ovale oblungo, nero opaco e capo prolungato in un rostro corto e grosso; il protorace, a lati quasi paralleli, appare rugoso a causa di una fitta punteggiatura longitudinale, con sparse squamule biancastre ai lati e agli angoli posteriori. Le elitre, poco convesse, a lati subparalleli, sono quasi completamente ricoperte da squame bianche e nere, con una larga fascia dorsale bianca, irregolarmente delimitata. Habitat: in Italia la specie stata trovata lungo le sponde di canali con varia e alta vegetazione erbacea.

Baris sellata
Foto P. Magrini

Biologia ed ecologia: non si hanno precise informazioni in merito. Distribuzione: presente in Spagna, Italia, Algeria e Marocco. In Italia la specie stata rinvenuta unicamente in Toscana, nel Parco Regionale della Maremma. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Per la sua estrema localizzazione, la specie risulta potenzialmente minacciata dalle eventuali modificazioni ambientali causate dalluso di diserbanti, dal pascolo intensivo, dagli incendi, dalla bonifica e inaridimento delle zone umide e dalla pulizia delle sponde dei canali.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

279

Anthonomus rubripes Gyllenhal, 1836


Ordine: Coleoptera Famiglia: Curculionidae

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (2-3 mm di lunghezza), con il corpo allungato, convesso, di colore bruno-rossastro, dorsalmente ricoperto da una rada pubescenza grigiastra. Il capo prolungato in un rostro allungato, cilindrico; gli occhi sono rotondi e sporgenti. Le zampe sono di colore rosso mattone e i femori anteriori sono provvisti di un piccolo dente triangolare. Habitat: nel suo areale, la specie vive in biotopi steppici fino alla fascia collinare.

Anthonomus rubripes
Foto P. Magrini

Biologia ed ecologia: la specie, fitofaga, legata alle piante della famiglia delle Rosaceae (Potentilla e Fragaria), tipiche delle zone a clima fresco. Distribuzione: la specie diffusa nelle pianure steppiche temperate in Austria, Ungheria, Slovacchia, Romania, Bulgaria, Penisola Balcanica, Turchia, Ucraina. Allo stato attuale delle conoscenze risulta difficile precisare la sua distribuzione in Italia per la mancanza di ulteriori dati, dopo il suo unico ritrovamento avvenuto in Toscana, in localit Bagni di Petriolo, lungo le rive del torrente Farma, in una zona di alto valore naturalistico per ricchezza floristica e vegetazionale. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Pu risultare gravemente minacciata dallalterazione dei microambienti freschi e umidi nella zona del suo rinvenimento.

280

ARSIA

Derelomus chamaeropsis (Fabricius, 1793)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Curculionidae

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (2,2-3 mm di lunghezza), con corpo oblungo, di colore giallo-rossastro ricoperto da una pubescenza giallastra fine e corta, poco visibile. Il capo prolungato in un rostro sottile, debolmente arcuato. Le elitre, un po lucenti, sono appena pi larghe del protorace, a lati quasi paralleli e sono finemente striate e punteggiate. Habitat: la specie vive lungo i litorali sabbiosi, sassosi e rupestri (falesie) nella fascia pi calda delloleo-lentisceto della macchia mediterranea.

Derelomus chamaeropsis
Foto P. Magrini

Biologia ed ecologia: specie termofila, legata alla palma nana (Chamaerops humilis) (Palmae), nelle cui infiorescenze maschili si sviluppa la larva. Distribuzione: si tratta di un elemento della regione mediterranea occidentale che segue lareale della pianta ospite, la palma nana, che rappresenta un relitto di flora terziaria pi calda. In Italia conosciuto in Toscana, Campania, Basilicata e Sicilia. In Toscana noto nel Parco Regionale della Maremma, che attualmente rappresenta il limite settentrionale del suo areale italiano. Questa specie stata inoltre raccolta nel pistoiese sulla pianta citata, coltivata in vivaio a scopi ornamentali. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. una specie non comune per le sue peculiari biologia ed ecologia, la cui sopravvivenza legata a quella del suo biotopo, che risulta minacciato dalleccessivo sfruttamento turistico delle zone costiere, dagli incendi e dai disboscamenti.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

281

Ellescus scanicus (Paykull, 1792)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Curculionidae

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (2,6-3,3 mm di lunghezza), con il corpo largo a lati subparalleli. Il capo si prolunga in un rostro robusto, cilindrico, poco arcuato; gli occhi sono grandi, ovali, un po appiattiti. Il dorso, le zampe e il rostro sono di colore rossastro; il capo nero; le elitre sono coperte da una pubescenza gialla particolarmente condensata lungo la sutura e presentano, verso la met, due macchie pi scure con pubescenza pi rada. Habitat: comune nelle zone a clima fresco, risulta pi raro nellarea mediterranea.

Ellescus scanicus
Foto P. Magrini

Biologia ed ecologia: vive su Salicaceae del genere Salix e Populus, dove la larva scava delle gallerie lungo lasse centrale delle infiorescenze. Distribuzione: la specie diffusa nei paesi europei e in Nord America. In Italia nota in quasi tutte le regioni. In Toscana stata raccolta nelle zone ripariali del fiume Arno e nel Parco Regionale della Maremma. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. potenzialmente minacciata dalla regressione e dalla scomparsa dei suoi peculiari ambienti di vita.

282

ARSIA

Lignyodes enucleator (Panzer, 1798)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Curculionidae

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (3,4-4,7 mm di lunghezza), con il corpo ovale convesso, di colore bruno e con rada pubescenza gialla. Il capo prolungato in un rostro di colore rossastro, come le antenne e le zampe. Gli occhi sono grandi e quasi contigui dorsalmente. Le elitre sono bicolori, con una larga macchia triangolare rosso scura dorata, che dalla base si prolunga lungo tutta la sutura, mentre il resto rosso bruno. Habitat: la specie tipica delle zone boschive fresche.
Lignyodes enucleator
Foto P. Magrini

Biologia ed ecologia: la specie, fitofaga, vive su Fraxinus e Ligustrum (Oleaceae) e su Quercus (Fagaceae), rosicchiando i giovani germogli. Distribuzione: la specie diffusa nellEuropa centrale e sud-orientale e in Anatolia. In Italia nota nelle regioni settentrionali e in Toscana. Il reperto toscano (Parco Regionale della Maremma) riveste una notevole importanza faunistica poich rappresenta il limite meridionale di distribuzione della specie in Italia. Grado di minaccia: la specie non attualmente inserita in alcuna normativa di protezione. Sporadica in Toscana, pu risultare gravemente minacciata per riduzione o alterazione del suo peculiare biotopo a causa di disboscamenti e impoverimento del patrimonio forestale.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Bagous alismatis (Marsham, 1802) B. bagdatensis (Pic, 1904) B. costulatus Perris, 1870 B. glabrirostris (Herbst, 1795) B. limosus (Gyllenhal, 1827) B. lutulentus (Gyllenhal, 1813) B. nodulosus Gyllenhal, 1836 B. puncticollis Boheman, 1845 B. robustus H. Brisout, 1863 B. rufimanus Hoffmann, 1954 B. subcarinatus Gyllenhal, 1836
Ordine: Coleoptera Famiglia: Curculionidae

Riconoscimento: le specie elencate sono di piccole dimensioni (2-3,5 mm di lunghezza), a esclusione del Bagous nodulosus che ha dimensioni pi grandi (4,5-6 mm), e sono caratterizzate dallavere corpo ovale e oblungo, ricoperto da una squamosit molto fitta bruno-grigiastra, con qualche macchia pi chiara. Il capo prolungato in un rostro robusto, variabile in lunghezza e pi o meno arcuato. Le antenne sono brevi, le zampe sono per lo pi slanciate ed esili. Habitat: tutte le specie del genere Bagous qui citate sono paludicole, igrofile e si rinvengono in ambienti acquatici ai bordi di stagni, paludi, acquitrini, fossi e corsi dacqua a debole corrente.

Bagous alismatis
Foto P. Magrini

Bagous robustus
Foto P. Magrini

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ARSIA

Bagous alismatis

Bagous limosus w Bagous costulatus

Bagous nodulosus w Bagous glabrirostris

Bagous rufimanus

Biologia ed ecologia: si tratta di specie legate alle piante acquatiche (idrofite) o semiacquatiche (elofite) appartenenti a diverse famiglie: Potamogetonaceae, Lemnaceae, Lentibulariaceae, Equisetaceae, Salsolaceae, Hydrocharidaceae, Typhaceae, Cyperaceae. Su queste piante ha luogo lintero sviluppo. Gli adulti, in genere, svernano sotto i detriti vegetali ai piedi della vegetazione acquatica o nelle fessure dei tronchi abbattuti in prossimit delle acque. Allo stadio adulto molti Bagous sono buoni nuotatori e possono restare a lungo immersi grazie ad una pellicola cerosa che li rende perfettamente idrofughi. Distribuzione: i curculionidi del genere Bagous sono distribuiti in tutto il mondo eccetto che in America centrale e meridionale. In Italia i Bagous hanno una distribuzione variabile a seconda delle specie. In Toscana sono segnalate 11 specie: Bagous costulatus, B. glabrirostris, B. limosus, B.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

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Bagous subcarinatus

Bagous lutulentus

Bagous puncticollis

Bagous robustus w Bagous bagdatensis

nodulosus e B. subcarinatus sono noti solo per il Padule di Fucecchio; Bagous alismatis, B. puncticollis, B. robustus sono stati segnalati nel Padule di Fucecchio e nel Padule di Bientina; B. lutulentus noto nel Padule di Fucecchio e in localit La Befa, in provincia di Siena; Bagous bagdatensis stato rinvenuto presso il Lago di San Cipriano, in provincia di Arezzo e B. rufimanus noto nel Padule di Fucecchio e nellIsola di Capraia. Grado di minaccia: le specie sono inserite negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Si tratta di specie non frequenti, a distribuzione localizzata, che potrebbero risultare fortemente minacciate per restrizione o scomparsa dei loro peculiari biotopi (zone umide) e conseguente rarefazione o eliminazione delle piante ospiti in seguito a bonifiche, sistemazioni idrauliche, inquinamento delle acque.

286

ARSIA

Stenopelmus rufinasus Gyllenhal, 1836


Ordine: Coleoptera Famiglia: Curculionidae

Riconoscimento: specie di piccola taglia (1,6-1,8 mm di lunghezza), con il corpo subovale, corto, convesso, ricoperto di squame di color cenere e bruno-giallo che formano, sulle elitre, piccole macchie irregolari. Le antenne e le zampe sono di color rosso-ferrugineo. Il capo prolungato in un rostro che si presenta lucente nella met anteriore. Habitat: specie paludicola, acquaiola. Ladulto vive in genere sommerso nelle acque chiare di fossi, ruscelli, paludi e acquitrini.

Stenopelmus rufinasus
Foto P. Magrini

Biologia ed ecologia: specie fitofaga che vive su Azolla filiculoides e A. caroliniana (Azollaceae). La larva si sviluppa sulle foglie basali di queste piante. Ladulto, dotato di un rivestimento idrofugo, pu restare molto tempo sottacqua aggrappato alla pagina inferiore delle foglie delle piante ospiti; si pu anche reperire fuori dallacqua sulla bassa vegetazione riparia oppure, svernante, fra i detriti ai margini delle ripe. Distribuzione: specie originaria del Nord America, si diffusa in Europa forse veicolata passivamente dagli uccelli. In Europa nota in Inghilterra, Francia, Belgio, Olanda, Germania occidentale, Italia. In Italia conosciuta in Lombardia, Veneto, Toscana, Lazio, Campania. In Toscana stata segnalata in alcune zone umide delle province di Lucca, Pistoia e Firenze. Grado di minaccia: la specie, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000, presente localmente solo in singole stazioni e pu risultare gravemente minacciata dalla riduzione e dalla distruzione dei biotopi paludosi e umidi in cui vive e dallinquinamento delle acque.

INSETTI DELLA TOSCANA COLEOTTERI

287

Rhynchaenus quedenfeldti (Gerhardt, 1865)


Ordine: Coleoptera Famiglia: Curculionidae

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (2-2,5 mm di lunghezza), con il corpo ovale oblungo, interamente nero, ricoperto superiormente da una lunga pubescenza grigio scura e con lunghi peli laterali, neri, eretti. Il capo prolungato in un rostro ricurvo e gli occhi sono molto ravvicinati fra loro dorsalmente. Il protorace piccolo, ristretto in avanti; le elitre sono ovali, poco convesse, finemente striato-punteggiate. I femori posteriori sono molto ingrossati, adatti al salto.

Rhynchaenus quedenfeldti
Foto P. Magrini

Habitat: la specie vive in zone fresche, boschive e a macchia. Biologia ed ecologia: la specie, fitofaga, sembra vivere esclusivamente su foglie di varie specie di Ulmus (Ulmaceae), sia allo stato larvale che adulto. Distribuzione: la specie diffusa nellEuropa centro-orientale e in Italia, dove nota in Toscana, Lazio, Abruzzo, Molise, Puglia e Basilicata. In Toscana conosciuta soltanto per il Parco Regionale della Maremma. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Molto rara, pu risultare gravemente minacciata dalla riduzione o dalla distruzione dei suoi specifici ambienti di vita a causa di incendi o interventi antropici.

Ditteri

Luciano Santini

I ditteri sono un ordine di insetti comprendente oltre 100.000 specie distribuite in tutto il mondo. Sono di dimensioni piccole, medie e anche notevoli (0,5-50 mm), caratterizzati dallavere un solo paio di ali membranose, essendo le posteriori trasformate in organi di regolazione del volo. Hanno capo mobile, occhi di norma ben sviluppati, apparato boccale di tipo pungente-succhiante o lambente-succhiante. La maggior parte ha abitudini diurne, si nutrono di sostanze liquide o semiliquide (ivi incluso il nettare dei fiori e il sangue dei vertebrati) o liquefatte con la saliva. In varie famiglie gli adulti sono predatori di insetti. Alcune specie risultano nocive alluomo e agli animali domestici direttamente o indirettamente, come vettori di agenti patogeni. Si tratta di insetti a metamorfosi completa (olometaboli). Le larve sono prive di zampe e di occhi, nella maggior parte delle famiglie presentano cranio piccolo, privo di capsula cefalica sclerificata e incassato nel torace (ditteri Cyclorrhapha), vivono nei substrati vegetali e/o animali pi diversi. La maggior parte sono saprofaghe, alcune fitofaghe e molte entomofaghe. Altre ancora possono svilupparsi in ambienti estremi quali acque termo-minerali, salmastre e salse. I Ditteri, nella suddivisione classica, vengono inclusi nei due sottordini dei Nematocera e Brachycera. I primi da adulti hanno corpo snello, antenne pluriarticolate e spesso filiformi, zampe lunghe e slanciate. I brachiceri comprendono adulti con esoscheletro robusto e antenne corte. La maggior parte delle famiglie di questo secondo sottordine sono raccolte nel gruppo dei ciclorrafi, caratterizzati da pupe racchiuse dentro un pupario da cui ladulto fuoriesce attraverso una apertura circolare predeterminata.

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ARSIA

Keroplatus tipuloides Bosc, 1792


Ordine: Diptera Famiglia: Keroplatidae

Riconoscimento: tra i ditteri nematoceri micetofiloidei la specie di taglia pi cospicua. La femmina, in particolare, pu raggiungere una apertura alare di 12-14 mm e, meglio del maschio, evidenzia un addome con bande trasversali alternate nere e giallo sporco, che ricordano alquanto la livrea di imenotteri vespidi di taglia analoga. Somiglianza poi accentuata dallinsetto in volo, che porta le zampe penzolanti ed emette un ronzio continuo, simile a quello delle vespe. Assai caratteristica infine la posizione verticale assunta dalladulto in riposo, il quale si appende con le unghie delle sole zampe anteriori a un occasionale supporto.

Keroplatus tipuloides
Foto L. Santini

Habitat: la specie vive in ambiente forestale a latifoglie. Biologia e Ecologia: la specie presenta annualmente 2-3 generazioni, da marzo ad ottobre, comunque solo quando si realizzano condizioni di temperatura e umidit favorevoli al vegetare dei carpofori poliannuali del basidiomicete Fomes (=Polyporus) fomentarius, delle cui spore si alimentano le larve. Distribuzione: la specie a prevalente distribuzione europea centro-settentrionale. Per quanto riguarda lItalia, stata al momento individuata in Toscana e nel Lazio. In Toscana si rinviene in stazioni puntiformi, nellambito di lembi dellantica foresta mesofila che ancora sussistono fra Forte dei Marmi e Livorno.

INSETTI DELLA TOSCANA DITTERI

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Grado di minaccia: considerata la peculiarit dellhabitat in cui vive e la sua distribuzione puntiforme, la specie appare molto vulnerabile e come tale inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La minaccia maggiore, oltrech dagli incendi, rappresentata dal taglio sconsiderato di piante vetuste e deperienti per attacco di Fomes sp., nonch dal deliberato distacco e dallasportazione dei vistosi corpi fruttiferi del fungo medesimo, spesso raccolti e conservati come curiosit naturalistiche.

Lepidotteri

Filippo Fabiano, Giuseppe Vignali, Leonardo Dapporto

Lordine dei lepidotteri, che comprende gli insetti noti come farfalle e falene, deve il suo nome alla caratteristica di avere le ali rivestite di minuscole squame disposte a embrice come le tegole di un tetto (lepis = squama, pteros = ala). Tali squame, variamente colorate, concorrono a formare i disegni, talvolta magnifici, che ornano le ali di questi insetti. I colori possono essere di natura chimica, cio dovuti a pigmenti, o di natura fisica, ossia dovuti alla scomposizione della luce sulle squame, che crea riflessi cangianti. Di natura fisica sono i colori blu, violetto e i colori metallici, di natura chimica gli altri. Le ali sono membrane rese rigide da varie nervature, il cui numero e disposizione sono di grande importanza nella classificazione (Fig. 20). Lapparato boccale caratterizzato da una proboscide formata da due lunghe docce unite (spiritromba), con la quale la farfalla succhia i liquidi. In riposo essa arrotolata a spirale e protetta dai palpi labiali. Ai lati della testa vi sono due grandi occhi composti e alla sommit di essa un paio di antenne variamente conformate. I lepidotteri sono insetti olometaboli, cio presentano una metamorfosi completa attraverso i quattro stadi di uovo, larva, pupa e adulto. La larva, o bruco, dotata di apparato boccale masticatore e di cinque paia di false zampe (pseudopodi) sui segmenti addominali; le tre paia di zampe vere sono invece portate dai segmenti toracici. Durante lo stadio larvale si susseguono varie mute per consentire la crescita del bruco. Una volta raggiunta la maturit esso cessa di nutrirsi e si impupa. La pupa, o crisalide, immobile, libera o assicurata a un supporto con fili di seta, talvolta protetta da un bozzolo sericeo. Nello stadio pupale avvengono i complessi processi fisiologici al termine dei quali linsetto adulto esce dalla crisalide (sfarfallamento). I lepidotteri, a esclusione di alcuni gruppi pi primitivi, sono stati divisi in due grandi categorie: i ropaloceri e gli eteroceri.

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ARSIA

apice 1 2 3 6 4 margine esterno

base

7 8

Fig. 20 - Principali aree e nervature delle ali di una farfalla. 1: area marginale; 2: area postdiscale o postmediana; 3: area discale o mediana; 4: area basale; 5: area anale; 6: cellula discoidale; 7 e 8: nervature anali

Questa divisione corrisponde, con qualche eccezione, a farfalle diurne e a farfalle notturne. I ropaloceri sono caratterizzati da antenne terminanti a clava, gli eteroceri da antenne conformate in vari modi, per esempio filiformi o pettinate. Sebbene queste categorie siano largamente arbitrarie, non essendone giustificata la validit n dal punto di vista sistematico n da quello filogenetico, esse sono tuttora largamente usate per ragioni pratiche. Tra le famiglie trattate in questo lavoro, Papilionidae, Pieridae, Lycaenidae, Nymphalidae e Satyridae appartengono ai ropaloceri, mentre Lasiocampidae, Sphingidae, Saturniidae, Geometridae, Lymantriidae, Arctiidae e Noctuidae sono incluse fra gli eteroceri. I Lasiocampidae sono una famiglia a distribuzione cosmopolita con pi di 1200 specie diffuse soprattutto nelle regioni tropicali. In Italia sono presenti 23 specie. Sono farfalle di dimensioni mediograndi, pelose, con colorazione poco vivace, spesso criptica. Maschi e femmine presentano dimorfismo sessuale. Le antenne sono bipettinate nei due sessi ma sono pi ridotte nelle femmine, queste ultime sono in genere pi grandi e con addome molto voluminoso. La spiritromba assente o rudimentale mentre sono sviluppati i palpi. I bruchi, pelosi e spesso urticanti, sono polifagi e attivi di giorno. Le crisalidi sono protette da un caratteristico bozzolo molto rigido. Gli adulti hanno vita breve, non si nutrono, hanno attivit prevalentemente notturna e sono attratti dalle luci artificiali.

LIBRO ROSSO DEGLI INSETTI DELLA TOSCANA

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Gli Sphingidae annoverano circa 1000 specie, delle quali solo 24 vivono in Italia. Le dimensioni variano dai 30 mm ai 200 mm. Presentano capo grande con occhi ben sviluppati, antenne clavate che terminano con un processo a forma di uncino, pi sviluppato nei maschi, addome massiccio, fusiforme. La spiritromba quasi sempre molto sviluppata, spesso pi lunga del corpo e permette loro di nutrirsi del nettare dei fiori con corolla profonda e di sfruttare quindi una risorsa alimentare inaccessibile ad altre farfalle. Le ali hanno forma triangolare. Le larve sono glabre e molto spesso hanno sullundicesimo segmento una grossa protuberanza a forma di corno rivolta allindietro. Sono in genere ottimi volatori, in grado di compiere estese migrazioni dalle zone tropicali alle regioni temperate. Si nutrono in volo, librandosi sui fiori come i colibr. Hanno abitudini prevalentemente crepuscolari e notturne. I Saturniidae comprendono circa 1300 specie che sono diffuse in tutti i continenti, ma soprattutto nelle regioni tropicali e subtropicali. La maggioranza delle specie ha grandi dimensioni, alcune hanno unapertura alare di oltre 300 mm. Gli adulti sono pelosi, hanno capo piccolo, le antenne sono quadripettinate, nei maschi assai pi sviluppate che nelle femmine, i palpi e la spiritromba sono atrofici. La maggior parte dei saturnidi vola di notte e viene facilmente attratta dalle luci, i maschi di alcune specie hanno invece attivit diurna. Una caratteristica di questa famiglia la presenza di macchie ocellari sulle ali. Talvolta questi falsi occhi sono presenti solo sulle ali posteriori e restano invisibili quando lanimale tiene le ali in riposo; essi vengono improvvisamente esposti in caso di minaccia per spaventare eventuali predatori. I Papilionidae comprendono circa 700 specie, distribuite soprattutto ai tropici, di cui 8 vivono in Italia. Si tratta di farfalle di dimensioni medio-grandi (apertura alare di 30-250 mm), caratterizzate da una grande diversit di forme e colori. Gli adulti hanno ali posteriori con una sola nervatura anale, per cui il margine interno risulta concavo. Molte specie hanno, allestremit delle ali posteriori, estensioni a forma di coda, da cui il termine inglese swallowtails (code di rondine) attribuito ai componenti di questa famiglia. Altre specie, come i Parnassius, diffuse nelle aree montane delle zone temperate e nelle regioni fredde dellemisfero settentrionale, hanno ali bianche traslucide, spesso ornate da ocelli rossi. I bruchi hanno un particolare organo ghiandolare, detto osmeterio, situato dietro il capo e in grado di estroflettersi in unappendice biforcuta dallodore penetrante. La sua funzione probabilmente quella di intimidire

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i predatori. Molte specie di Papilionidi, tra cui le farfalle del genere Zerynthia, allo stato larvale si nutrono di piante velenose come le Aristolochia (Aristolochiaceae) assumendone i principi tossici. Gli adulti risultano quindi inappetibili per i predatori. La crisalide, di forma spigolosa, viene in genere fissata a uno stelo per lestremit caudale e sostenuta con la testa in alto da una cintura di seta che passa intorno al torace. I Parnassius, per contro, tessono un rado bozzolo tra le pietre e la loro crisalide cilindro-conica. Tutti i Papilionidi hanno attivit diurna. I Pieridae comprendono circa 2000 specie, distribuite soprattutto ai tropici, di cui 26 vivono in Italia. Sono generalmente caratterizzate dallavere una colorazione bianca o gialla e hanno due nervature anali alle ali posteriori che conferiscono al margine interno dellala un aspetto leggermente convesso. Hanno un dimorfismo sessuale piuttosto accentuato. Alcune specie del genere Pieris, note come cavolaie, possono causare gravi danni agli ortaggi. Le crisalidi si fissano in posizione verticale al supporto. I componenti di questa famiglia si sono adattati agli ambienti pi diversi, dalle regioni circumpolari a quelle desertiche. Molte specie sono migratrici e possono spingersi fino alle regioni pi settentrionali, dove tuttavia non possono sopravvivere allinverno. Presentano attivit diurna. I Lycaenidae sono conosciuti nel mondo con circa 6000 specie; quelle che vivono in Italia sono 69. Si tratta di farfalle di piccole dimensioni, solo certi generi tropicali hanno unapertura alare che arriva fino a 70 mm di larghezza. Molte specie delle nostre regioni presentano elevato dimorfismo sessuale con maschi di colore azzurro e femmine brune. Molte specie sono mirmecofile, trascorrono cio una parte o lintero ciclo larvale come parassiti o simbionti delle formiche. Le larve sono piuttosto tozze e appiattite. Volano durante le ore diurne. I Nymphalidae nel mondo annoverano circa 6000 specie, di cui 55 vivono in Italia. Sono farfalle di dimensioni medio-grandi, che differiscono molto fra loro per colore, forma e dimensioni. Una caratteristica comune la riduzione, in entrambi i sessi, delle zampe anteriori che non vengono quindi usate per la deambulazione. Un altro carattere di questa famiglia lassenza della nervatura che, collegando le vene 4 e 5, chiude lestremit distale della cellula discoidale delle ali posteriori. I palpi sono in genere ben sviluppati. I bruchi sono spesso ornati di spine o tubercoli e per incrisalidarsi si appendono per lestremit caudale a testa in gi. I rappresentanti di questa famiglia hanno attivit esclusivamente diurna e

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sono in genere agili e forti volatori, in molti casi con uno spiccato istinto di territorialit. Molte specie sono migratrici, tra cui la ben nota Vanessa del cardo (Vanessa cardui Linn), che ha diffusione pressoch cosmopolita. I Satyridae comprendono nel mondo circa 3000 specie, di cui 79 vivono in Italia. I suoi membri, di dimensioni assai variabili (da 25 a 130 mm), sono caratterizzati per lo pi da colori fulvi, bruni o neri, ma anche dal bianco con disegni neri, come nel genere Melanargia. Pressoch costante la presenza di disegni ocellari, in vario numero. Il dimorfismo sessuale moderato, le femmine sono in genere pi grandi e pi chiare. Le larve vivono su piante erbacee, specialmente graminacee. Non sono grandi volatori e si allontanano poco dagli ambienti a loro peculiari che, in Europa, sono i prati e i boschi radi, ma anche gli scoscesi pendii rocciosi e i ghiaioni. Hanno abitudini diurne, sebbene vi siano specie tropicali che volano al crepuscolo. Molte specie, come ad esempio quelle del genere Kanetisa e le Hipparchia, amano lombra e la frescura. Esse, nelle regioni pi calde, effettuano una sorta di letargo estivo per difendersi dallaridit e dal calore e ricompaiono alla fine dellestate. I Geometridae sono una delle famiglie di lepidotteri pi numerose; si conoscono almeno 20.000 specie distribuite in tutto il mondo. La fauna italiana costituita da pi di 620 specie. Gli adulti, di dimensioni molto variabili, hanno corpo sottile, antenne semplici o pettinate. Il dimorfismo sessuale in genere assai scarso, ma a volte estremo, essendo le femmine di certe specie attere o brachittere. In riposo tengono generalmente le quattro ali aperte e distese, a differenza delle altre farfalle notturne, che tengono le ali anteriori allindietro unite a tetto sopra laddome, nascondendo cos le ali posteriori. Le larve, di solito criptiche e simili a rametti o a venature fogliari, hanno una tipica deambulazione a compasso. Alcune specie hanno attivit diurna, ma la maggior parte vola di notte ed attratta dalle luci artificiali. I rappresentanti di questa famiglia vivono in genere in ambienti forestali. I Lymantriidae sono una famiglia che comprende circa 2500 specie diffuse in tutti i continenti. In Italia sono presenti 21 specie. Gli adulti, in genere di dimensioni medie, hanno corpo tozzo e ricoperto di peli e una colorazione poco vivace. I limantridi sono caratterizzati da forte dimorfismo sessuale nella taglia (le femmine sono pi grosse dei maschi) e nella colorazione. Le ali anteriori sono arrotondate allapice e nella posizione di riposo vengono tenute a tetto, quelle posteriori sono senza disegno. Le femmine di alcuni

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generi sono attere o brachittere, cio sono inette al volo. I maschi hanno grandi antenne bipettinate, le femmine hanno antenne semplicemente cigliate. Le zampe sono corte e pelose. La spiritromba e i palpi sono ridotti. I bruchi, dotati di peli urticanti, sono spesso gregari e grandi defoliatori. Le larve di alcune specie, come ad esempio Lymantria dispar Linn, possono causare gravi danni alle piante. Gli Arctiidae sono presenti nel mondo con circa 8000 specie, diffuse in ogni continente ma soprattutto ai tropici. In Italia si conoscono 66 specie diverse. Gli adulti sono di piccola e media taglia, hanno antenne sottili (bipettinate nei maschi), spiritromba ridotta e palpi corti. Le larve e gli adulti sono spesso vivacemente colorati con colori di avvertimento (aposematici) che segnalano ai predatori il loro sapore sgradevole dovuto alla presenza di ghiandole che emettono un olio dallodore caratteristico. In molte specie le larve assumono le sostanze che le rendono disgustose direttamente dalla pianta nutrice, in altre vengono elaborate dalla larva stessa. I bruchi sono molto pelosi, da cui il nome popolare tedesco brenspinner (falene orso) che definisce questa famiglia. Gli adulti hanno attivit prevalentemente notturna, sebbene molte specie, in particolare quelle della sottofamiglia Callimorphinae, siano molto attive anche di giorno. I Noctuidae sono la famiglia pi numerosa di lepidotteri, comprendendo pi di 30.000 specie che sono distribuite in tutti i continenti. In Europa le specie sono circa 1300, delle quali pi di 800 vivono in Italia. Sono farfalle di dimensioni molto variabili (15-300 mm), con corporatura robusta, antenne quasi sempre filiformi, spiritromba ben sviluppata. I colori e i disegni alari dei membri di questa famiglia sono svariatissimi. Nelle specie delle nostre regioni le ali anteriori, in cui predominano il grigio, il beige, il marrone e il nero, presentano disegni criptici, atti a mimetizzarsi su rocce, tronchi e licheni. Le ali posteriori sono nella maggior parte dei casi prive di disegni, ma in certi generi, come ad esempio Noctua o Catocala, sono vivacemente colorate in giallo, rosso o blu. Il dimorfismo sessuale quasi assente e spesso limitato alle antenne, semplici nelle femmine e ciliate o pettinate nei maschi. Hanno attivit prevalentemente notturna e vengono attratte dalle luci artificiali. Le larve hanno attivit notturna e sono polifaghe.

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Eriogaster catax (Linn, 1758)


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Lasiocampidae

Eriogaster catax
Foto S. Bambi

Riconoscimento: farfalla di medie dimensioni (apertura alare di 30-40 mm); le ali del maschio sono di colore ocra con un punto bianco allestremit della cellula; la femmina, pi grande e pi scura, ha lestremit delladdome caratterizzata da un folto ciuffo di peli grigiastri. Habitat: frequenta zone di pianura e di bassa montagna fino ai 1000 m di altitudine, prediligendo i margini dei boschi e i campi incolti. Biologia ed ecologia: la larva si nutre delle foglie di vari arbusti e alberi, preferendo il prugnolo e il biancospino. I bruchi sono gregari e costruiscono nidi sericei sui rami delle piante nutrici. La farfalla attratta dalle luci artificiali al crepuscolo e ha una sola generazione fra ottobre e novembre. Distribuzione: presente in Europa, dalla Spagna alla penisola balcanica. In Italia specie non comune e si rinviene soprattutto nellItalia centrale. In Toscana presente in varie localit della provincia di Arezzo, nel Mugello e nelle Colline Metallifere. Grado di minaccia: la specie, molto rara, inserita negli allegati II e IV della Direttiva Habitat 92/43/CEE e nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/ 2000. Pu risultare minacciata dalla modificazione delle pratiche colturali, con conseguente riduzione delle siepi ai margini dei campi.

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Proserpinus proserpinus (Pallas, 1772)


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Sphingidae

Proserpinus proserpinus
Foto S. Bambi

Riconoscimento: specie di medie dimensioni (apertura alare di 30-40 mm), con ali a contorno sinuoso, le anteriori di color verde grigiastro e con una banda mediana pi scura, le posteriori giallo arancio con margine nero. Habitat: diffusa dalle zone di pianura alla media montagna fino ai 12001500 m di quota; in genere preferisce ambienti xerotermici, margini dei boschi e campi incolti. Biologia ed ecologia: la larva vive su Epilobium sp., Oenothera biennis (Oenotheraceae) e Lythrum salicaria (Lythraceae). Ladulto sfarfalla in maggio-giugno e vola di preferenza al crepuscolo. Distribuzione: questa specie vive dal Marocco fino al Turkestan, attraverso tutta lEuropa centro-meridionale. In Italia diffusa soprattutto nelle regioni settentrionali e centrali, sebbene sia ovunque molto rara. In Toscana stata ritrovata in Val dElsa e nei dintorni di Firenze e Arezzo. Grado di minaccia: la specie, molto rara, inserita nellallegato IV della Direttiva Habitat 92/43/CEE e nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000; pu risultare minacciata dalla riduzione degli incolti o dal pascolo eccessivo.

INSETTI DELLA TOSCANA LEPIDOTTERI

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Aglia tau (Linn, 1758)


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Saturniidae

Aglia tau
Foto S. Bambi

Riconoscimento: specie di dimensioni medio-grandi (apertura alare di 5065 mm). Le ali presentano macchie a forma di occhi scuri, con al centro una macchia bianca a forma di tau, dal quale deriva il nome della specie. Le femmine hanno dimensioni maggiori e colore pi chiaro. Habitat: la specie legata principalmente alle faggete, ma si pu incontrare anche in boschi decidui misti di collina e montagna fra gli 800 e i 1500 m di quota. Biologia ed ecologia: la larva si nutre soprattutto di faggio, ma anche di carpino, quercia, nocciolo e altre latifoglie. Ladulto vola da aprile a giugno in una sola generazione. I maschi possono essere visti mentre volano rapidamente nelle giornate di sole alla ricerca delle femmine. Entrambi i sessi sono attratti di notte dalle luci artificiali. Distribuzione: diffusa dallEuropa centrale fino al Giappone. In Italia presente in tutte le regioni alpine, nellAppennino ligure, nellAppennino tosco-romagnolo e sui monti Sibillini. In Toscana presente solo in poche localit dellAppennino tosco romagnolo. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000; nella nostra regione da ritenersi vulnerabile in quanto si trova ai limiti del suo areale. Pu risultare minacciata dalla distruzione dei suoi ambienti di vita, per esempio a causa degli incendi.

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Parnassius apollo (Linn, 1758) Apollo


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Papilionidae

Parnassius apollo
Foto S. Bambi

Riconoscimento: farfalla di grandi dimensioni (apertura alare di 55-70 mm). Colore di fondo bianco con zone traslucide e macchie nere sulle ali anteriori; sulle posteriori spiccano due macchie rosse grandi e ocellate. La femmina si distingue per avere una fitta spolveratura grigia sul bianco di fondo. Habitat: sicuramente uno degli insetti pi caratteristici delle zone alpine e appenniniche. Vive generalmente tra i 1200 e i 1700 metri, nelle Alpi e nel Nord Europa si trova anche ad altitudini pi basse, mentre

Parnassius apollo
Foto G. Vignali

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nellAppennino centrale si spinge talora oltre i 2000 metri. Frequenta i pendii scoscesi e assolati dove, tra le rocce, crescono le piante ospiti.

Biologia ed ecologia: ha una sola generazione, con sfarfallamenti dalla met di giugno ai primi di agosto. Le piante nutrici della larva sono varie specie di Sedum (soprattutto Sedum album) e pi raramente S. sempervivum (Crassulaceae). La specie sverna allo stadio di uovo o di bruco; in entrambi i casi in grado di sopportare temperature bassissime. Distribuzione: specie euro-asiatica, presente in Italia in tutta la regione alpina, nelle zone pi elevate dellAppennino settentrionale e centrale, in Aspromonte e Sicilia (Madonie). In Toscana si trova ben distribuita sulle Alpi Apuane e sullAppennino tosco-emiliano dalla Pania di Corfino al Passo dellAbetone. Grado di minaccia: la specie vulnerabile. Il livello delle conoscenze sulla distribuzione delle popolazioni toscane si pu considerare buono ed ormai accertato che la densit di individui allinterno delle singole popolazioni in costante flessione. I fattori di minaccia sono: lattivit delle cave di marmo, il pascolo eccessivo e labitudine dei pastori di bruciare, a fine estate, i pascoli per favorirne il rinnovamento, i rimboschimenti delle praterie di altitudine, le attivit turistiche e, non ultimo, il prelievo indiscriminato da parte di alcuni collezionisti senza scrupoli. Ricordiamo che P. apollo stato il primo invertebrato a essere inserito nelle liste della CITES per monitorare e controllare il suo commercio. La specie inoltre inserita nellallegato IV della Direttiva Habitat 92/43/CEE e nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000.

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Parnassius mnemosyne (Linn, 1758)


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Papilionidae

Parnassius mnemosyne
Foto S. Bambi

Riconoscimento: questa specie di dimensioni medio-grandi (apertura alare di 50-60 mm) si riconosce per la mancanza degli ocelli rossi che caratterizzano le altre specie italiane di Parnassius: le ali sono bianche traslucide, con macchie nere molto variabili, pi estese nelle femmine. Habitat: la specie, in Italia, vive nelle aree montane ad altitudini comprese tra 1000 e 1800 metri, dove predilige i prati freschi e umidi ai margini delle faggete. Il suo areale coincide grosso modo con quello di P. apollo, che per si trova sui versanti pi caldi e soleggiati, mentre P. mnemosyne preferisce quelli esposti a settentrione. Gli ambienti di volo spesso assai ristretti e la scarsa capacit di dispersione della specie contribuiscono alla sua vulnerabilit. Biologia ed ecologia: il bruco vive a spese di Fumariaceae quali Corydalis lutea, C. solida e C. cava e si incrisalida nel terreno in un bozzolo di fili radi. Lo sfarfallamento avviene dalla fine di maggio allinizio di agosto.

Distribuzione: una specie eurasiatica il cui areale si estende dai Pirenei attraverso tutta lEuropa fino allAsia centrale. Alle latitudini settentrionali specie di pianura, mentre nellEuropa meridionale limitata alle zone montuose. In Italia presente nelle Alpi e in tutta la catena appenninica fino

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alla Sicilia. La sua distribuzione in Toscana comprende le Alpi Apuane, lAppennino lucchese, quello tosco-emiliano e quello tosco-romagnolo. Grado di minaccia: la specie, che risulta in diminuzione nelle Alpi Apuane e in provincia di Arezzo, considerata in pericolo ed inserita nellallegato IV della Direttiva Habitat 92/43/CEE e nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Le principali cause di minaccia sono costituite dal pascolo eccessivo delle greggi, dai danni causati dalla selvaggina (in particolare dal cinghiale), dalla distruzione dellhabitat dovuta alle cave di marmo e dal prelievo eccessivo da parte di alcuni collezionisti senza scrupoli.

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Zerynthia polyxena ([Denis & Schiffermller], 1775)


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Papilionidae

Zerynthia polyxena
Foto S. Bambi

Riconoscimento: farfalla di medie dimensioni (apertura alare di 40-50 mm), di colore giallastro con disegni neri mediani e lunule marginali nere, che nelle ali posteriori sono precedute da macchie rosse e azzurre. Habitat: la specie vive dal livello del mare fino a circa 1000 m. legata ad ambienti freschi e umidi: aree ripariali, zone paludose, radure di boschi.

Zerynthia polyxena
Foto S. Bambi

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Si trova di frequente in ambienti rurali tradizionali, particolarmente oliveti e vigneti, dove luso dei pesticidi e le lavorazioni del suolo sono modesti. Biologia ed ecologia: la larva si nutre di Aristolochia rotunda e A. pallida (Aristolochiaceae). I principi tossici di queste piante vengono assimilati dallinsetto e costituiscono una difesa dai predatori. Ladulto vola da marzo a giugno.

Distribuzione: la specie distribuita in Europa meridionale e orientale e in Asia minore. presente in tutta Italia e in Sicilia; manca nelle aree montuose elevate. In Toscana risulta abbastanza diffusa, sebbene localizzata in colonie isolate. Grado di minaccia: la specie, vulnerabile, inserita nellallegato IV della Direttiva Habitat 92/43/CEE e nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. minacciata dalla trasformazione di aree agricole tradizionali in monocolture intensive, dalla distruzione di boschi ripariali e siepi ai margini dei campi, dallantropizzazione degli ambienti di pianura e costieri.

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Euchloe bellezina (Boisduval, [1828])


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Pieridae

Euchloe bellezina (sopra)


Foto S. Bambi

Euchloe bellezina (sotto)


Foto S. Bambi

Riconoscimento: farfalla di dimensioni medie (apertura alare di 28-32 mm) di colore bianco, con lapice delle ali anteriori nero punteggiato di bianco. Il rovescio delle ali posteriori presenta un disegno verdastro, caratteristico del genere. Habitat: vive in ambienti aridi e pietrosi con erbe e cespugli tipici della zona mediterranea, ad altitudini comprese tra i 300 e i 650 m.

Euchloe bellezina
Foto G. Vignali

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Biologia ed ecologia: ha una sola generazione che schiude dalla met di aprile alla met di maggio. La femmina depone le uova singolarmente sulla faccia inferiore delle foglie della pianta ospite, la brassicacea Iberis umbellata. Il bruco verde con una fascia laterale bianco-rossa.

Distribuzione: specie a diffusione mediterraneo-occidentale (Portogallo, Spagna, Francia, Algeria, Marocco). In Italia presente in poche localit del Piemonte e della Toscana. In questultima regione stata segnalata per la prima volta sul Monte Calvi e successivamente anche nelle Alpi Apuane massesi e nelle Colline Metallifere. Grado di minaccia: la specie inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La popolazione del Monte Calvi potenzialmente minacciata dallincremento dei visitatori del Parco Mineralogico nella zona della Rocca di San Silvestro.

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Lycaena dispar (Haworth, 1803)


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Lycaenidae

Lycaena dispar 4
Foto S. Bambi

Lycaena dispar 5
Foto S. Bambi

Riconoscimento: specie di dimensioni medio-piccole (apertura alare del maschio 27-37 mm, della femmina 30-40 mm). Il maschio ha un colore rosso-arancio con riflessi dorati, una piccola macchia nera discale e una bordatura marginale nera. La femmina, pi grande, presenta una serie variabile di macchie nere e una bordatura marginale pi larga.

Lycaena dispar 4
Foto G. Vignali

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Habitat: specie tipica dei luoghi umidi acquitrinosi di pianura, vola nei prati e lungo i fossi alla ricerca delle piante ospiti, poligonacee del genere Rumex, sulla quale la femmina depone piccole uova bianche su entrambi i lati delle foglie.

Biologia ed ecologia: in Toscana sono state accertate tre generazioni: la prima da met maggio ai primi di giugno, la seconda, scarsa, in luglio e la terza, che la pi abbondante, da fine agosto ai primi di ottobre. Sverna allo stadio larvale sulla pianta ospite. Distribuzione: la specie distribuita nellEuropa centro-meridionale fino alla Russia. In Italia sopravvive in popolazioni isolate nella Pianura Padana e in Toscana. In questa regione presente in Versilia, nelle piane lucchese e pisana, nei Paduli di Fucecchio e Bientina e nella piana fiorentina. Grado di minaccia: inserita negli allegati II e IV della Direttiva Habitat 93/42/CEE e nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Si tratta di una specie fortemente vulnerabile per lestrema localizzazione delle popolazioni, situate in ambienti umidi, che subiscono spesso pesanti stravolgimenti a opera delluomo. In Europa si rarefatta un po ovunque per la bonifica delle zone umide. In molti paesi (come in Inghilterra) praticamente scomparsa e se ne sta tentando la reintroduzione. In alcuni casi la rarefazione dovuta alla trasformazione delle zone umide in aree coltivate. Altrove labbandono dei prati umidi a mettere a rischio lesistenza della farfalla, infatti la crescita di rovi e di alte erbe soffoca lo sviluppo della pianta nutrice del bruco.

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Lycaena thersamon (Esper, 1784)


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Lycaenidae

Lycaena thersamon
Foto G. Vignali

Riconoscimento: specie piccola (apertura alare 25-29 mm), di colore arancio brillante con ali posteriori ombreggiate di bruno chiaro nellarea mediana. Femmina con due file di punti neri mediani e premarginali. Habitat: la specie vive nelle radure e nei prati aperti con erbe e fiori, dalla pianura alla media montagna. Biologia ed ecologia: la larva si nutre di Rumex acetosa (Polygonaceae) e Sarothamnus scoparius (Fabaceae). Ladulto vola in due o tre generazioni che schiudono in maggio, luglio-agosto e fine settembre. Distribuzione: la specie vive in Italia, Europa orientale, Asia minore, Iran e Iraq. Nella nostra penisola presente in modo discontinuo dal Piemonte alla Campania e al Gargano. In Toscana risulta presente una sola popolazione nei pressi di Vetulonia, in provincia di Grosseto. Grado di minaccia: la specie, vulnerabile, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Risulta minacciata dallattivit agricola intensiva con uso di diserbanti e pesticidi e dalla distruzione della vegetazione spontanea.

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Thecla betulae (Linn, 1758)


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Lycaenidae

Thecla betulae
Foto G. Vignali

Riconoscimento: specie di medie dimensioni (apertura alare di 30-35 mm), di colore marrone con una macchia arancione sulle ali anteriori; il rovescio delle ali di colore giallo-arancio. Habitat: la specie vive nelle radure con arbusti e ai margini dei boschi. Biologia ed ecologia: la larva vive su numerosi arbusti e alberi, tra cui varie specie del genere Prunus (Rosaceae), Corylus (Corylaceae), Populus (Salicaceae), Alnus (Betulaceae) e Quercus (Fagaceae). Ladulto vola in luglio-agosto. Distribuzione: la specie, euroasiatica, ha un areale che si estende dalla Spagna centro-settentrionale attraverso lEuropa e lAsia centrale fino alla Corea. In Italia presente soprattutto al nord. In Toscana assai rara, le segnalazioni recenti sono scarse: Padule di Fucecchio, Monte Morello, Monte Giovi, Mugello, Casentino e Colline Metallifere. Grado di minaccia: la specie, vulnerabile, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Sebbene la conoscenza della biologia di questa specie in Toscana sia insufficiente, si pu ipotizzare che i disboscamenti e la distruzione o lincendio di incolti con arbusteti costituiscano una minaccia per la sua sopravvivenza.

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Maculinea arion (Linn, 1758)


Ordine: Lepidoptera
Riconoscimento: specie di medie dimensioni (apertura alare 30-38 mm), di colore azzurro chiaro brillante con una serie di grossi punti neri mediani allungati e una bordatura marginale nera. Habitat: vive in ambienti erbosi incolti dove cresce il timo, dalla pianura alla media montagna.

Famiglia: Lycaenidae

Maculinea arion
Foto S. Bambi

Biologia ed ecologia: tra le piante nutrici del bruco, durante i primi stadi, sono state indicate Lamiaceae del genere Thymus. In seguito viene adottato da formiche della specie Myrmica scabrinodis, ghiotte di una secrezione che esso emette, e trasportato nei formicai. Qui si nutre di uova, larve e ninfe della formica. Sfarfalla, dopo aver svernato nel formicaio, con una sola generazione in giugno-luglio. Distribuzione: la specie distribuita dallEuropa centro-meridionale alla Cina, risulta ormai estinta in Inghilterra. presente in tutta Italia, tranne che nella pianura padana, nelle aree costiere della Puglia e della Calabria e nelle isole. In Toscana presente, sebbene rara, in tutta la catena appenninica e nelle Colline Metallifere. Grado di minaccia: specie vulnerabile, inserita nellallegato IV della Direttiva Habitat 92/43/CEE e nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Risulta minacciata dalla distru zione dellambiente di vita causata da attivit agricole, pascolo, rimboschimen ti, urbanizzazione, cave di marmo.

INSETTI DELLA TOSCANA LEPIDOTTERI

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Maculinea rebeli (Hirschke, 1904)


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Lycaenidae

Riconoscimento: specie di medie dimensioni (apertura alare di 3038 mm), che presenta un certo dimorfismo sessuale: il maschio azzurro con bordi neri, mentre la femmina ha una colorazione marrone con una spolveratura basale azzurra e con le bande di punti neri tipiche del genere. Habitat: vive in prati e pendii erbosi tra gli 800 e i 1200 metri. Le piante nutrici del bruco sono Gentiana cruciata e G. germanica (Gentianaceae). Biologia ed ecologia: le uova vengono deposte sia sulle foglie che Maculinea rebeli sui fiori della pianta nutrice, Foto G. Vignali dove il bruco compie i primi stadi di sviluppo. Successivamente viene prelevato da formiche del genere Myrmica, attratte dal liquido zuccherino che esso secerne, e portato nei formicai dove si nutre di uova e larve e successivamente si trasforma in crisalide. La farfalla vola dalla met di giugno alla met di luglio. Distribuzione: in Europa la specie si ritrova sui Pirenei, nelle Alpi e negli Appennini. In Toscana estremamente rara; sono note solo due popolazioni, sulle Alpi Apuane e sullAppennino lucchese. Grado di minaccia: la specie inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Estremamente vulnerabile, in costante diminuzione nelle Alpi Apuane ed praticamente scomparsa nellAppennino lucchese. Le cause del declino sono leccesso di pascolo, il calpestio e il prelievo delle piante nutrici.

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Iolana iolas (Ochsenheimer, 1816)


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Lycaenidae

Iolana iolas
Foto S. Bambi

Riconoscimento: specie di dimensioni medie (apertura alare di 33-35 mm), di colore azzurro con una bordatura marginale nera; nella femmina tale bordatura bruna e si estende su gran parte delle ali. Habitat: la specie vive in ambienti rocciosi xerotermici, generalmente a quote medio-basse, dove vegeta Colutea arborescens (Fabaceae). Biologia ed ecologia: la larva vive esclusivamente a spese di un arbusto di Fabaceae, la Colutea arborescens, nutrendosi allinterno dei baccelli dei semi ancora verdi. Ladulto vola da maggio a settembre in una sola generazione prolungata. Distribuzione: specie mediterranea diffusa dal Nord Africa fino allAsia minore e allIran. In Italia presente sporadicamente sulle Alpi e sugli Appennini, fino alla Calabria. In Toscana stata trovata a Barberino di Mugello, a Chiusi della Verna, al Passo della Calla e in Val di Farma. Grado di minaccia: la specie vulnerabile ed inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Le cause di minaccia sono costituite dagli incendi e dalla scomparsa della pianta nutrice.

INSETTI DELLA TOSCANA LEPIDOTTERI

317

Argynnis pandora ([Denis & Schiffermller], 1775)


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Nymphalidae

Riconoscimento: specie di grandi dimensioni (apertura alare di 5570 mm), di colore rossastro con riflessi verdi. Su tutte le ali sono presenti disegni neri, che sono pi sviluppati nella femmina. Il rovescio delle ali anteriori rosso mattone, di tonalit pi rosata nella femmina, il rovescio delle posteriori verde chiaro con striature argentee. Habitat: la specie si rinviene in prati aperti con fiori di cardo e in boschi radi, dalla pianura ai 1200 m (fino a 1800-2000 m in Nord Africa). Biologia ed ecologia: il bruco si nutre di Viola tricolor (Violaceae). La specie ha una sola generazione in giugno-luglio in Europa, due generazioni in Nord Africa.

Argynnis pandora
Foto G. Vignali

Distribuzione: la specie vive alle Isole Canarie, in Nord Africa, Europa e Russia meridionali, Iran, Cina. In Italia diffusa in modo sporadico al nord, pi comune nellItalia meridionale e nelle isole maggiori. In Toscana nota solo per lIsola dElba e lIsola del Giglio. Grado di minaccia: la specie, vulnerabile, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Le cause di minaccia sono rappresentate principalmente dal pascolo eccessivo, dagli incendi e dallattivit turistica.

318

ARSIA

Brenthis hecate ([Denis & Schiffermller], 1775)


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Nymphalidae

Brenthis hecate
Foto S. Bambi

Riconoscimento: specie di dimensioni medie (apertura alare di 37-43 mm), di colore rossastro con disegni neri completi: nervature nere mediane e due serie di punti neri tondeggianti postmediani e premarginali. Bande gialle mediane e marginali sul rovescio delle ali posteriori. Habitat: la specie vive in ambienti caldi e soleggiati, prati aperti aridi e pendii rocciosi ad altitudini comprese tra 300 e 1500 m. Biologia ed ecologia: il bruco si nutre di Dorycnium (Fabaceae), ladulto ha una sola generazione che sfarfalla in giugno. Distribuzione: la specie diffusa, in modo discontinuo, in tutta lEuropa meridionale, la Russia meridionale e lAsia minore fino allIran e lAsia centrale. In Italia comune al nord. In Toscana distribuita in modo non uniforme, ma localmente comune in ambienti collinari xerotermici, praterie e macchie aperte. Grado di minaccia: la specie, vulnerabile, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Fra le cause di minaccia il pascolo eccessivo, la messa a coltura di praterie aride, i rimboschimenti su pendii aridi e sassosi.

INSETTI DELLA TOSCANA LEPIDOTTERI

319

Charaxes jasius (Linn, 1766)


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Nymphalidae

Charaxes jasius
Foto G. Vignali

Riconoscimento: tra le specie pi grandi di lepidotteri italiani (apertura alare di 60-75 mm), inconfondibile per le due code sulle ali posteriori. Habitat: una farfalla tipica della macchia mediterranea, legata alla presenza del corbezzolo (Arbutus unedo), pianta nutrice della larva. Biologia ed ecologia: ladulto vola in due generazioni, da fine maggio a tutto giugno e dalla seconda met dagosto a tutto settembre. Potente volatore, pu essere ritrovato anche a notevole distanza dalle zone in cui si sviluppa. Visita spesso vigneti e frutteti, dove si nutre di frutti marcescenti. Sverna allo stadio larvale ed particolarmente sensibile alle basse temperature. Distribuzione: specie circum-mediterranea tipica delle zone costiere, pu spingersi talora anche nellinterno. In Italia molto diffusa sulla costa e nelle isole tirreniche, manca invece sulla costa adriatica. In Toscana presente sul litorale a sud di Livorno, nellArcipelago, nel senese e nel grossetano. Grado di minaccia: la specie inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Vulnerabile, pu essere minacciata dagli incendi o dal taglio della macchia mediterranea e dallo sfruttamento delle coste a fini turistici.

320

ARSIA

Apatura ilia ([Denis & Schiffermller], 1775)


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Nymphalidae

Apatura ilia
Foto S. Bambi

Riconoscimento: specie di dimensioni medio-grandi (apertura alare di 5060 mm), di colore di fondo bruno, con una banda mediana bianca. Nelle popolazioni dellItalia peninsulare dominante la forma clytie che ha la banda mediana di colore rossastro e ha in pi una banda marginale dello stesso colore. La caratteristica pi appariscente del maschio di questa specie un riflesso cangiante azzurro violetto, visibile solo quando la luce colpisce le ali con un certo angolo di incidenza.

Apatura ilia
Foto S. Bambi

INSETTI DELLA TOSCANA LEPIDOTTERI

321

Habitat: la specie vive nelle radure di boschi, nei boschi ripariali e lungo le sponde di fiumi con pioppi e salici, ad altitudini medio-basse.

Biologia ed ecologia: il bruco vive su pioppi e salici e sverna allinterno di una foglia arrotolata, che fissa con un filo di seta per impedirne la caduta in autunno. Sfarfalla con due generazioni in maggio-giugno e agosto-settembre. Ladulto ama volare intorno alle cime di pioppi e salici scendendo al suolo solo per bere sul fango umido. Non si posa sui fiori, ma ricerca la linfa che trasuda dai tronchi ed attratto anche dallurina e dagli escrementi animali.
Distribuzione: la specie vive in Europa centro-meridionale, Asia centrale, Cina e Giappone. In Italia si trova al nord nella pianura padana e nella fascia prealpina, al centro nel Lazio e in Toscana, dove attualmente sembra limitata al Padule di Fucecchio, allalta valle dellArno (Casentino) e ai bacini dei fiumi Cecina, Merse, Arbia e Orcia. Grado di minaccia: la specie, vulnerabile, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Risulta minacciata dalla distruzione dei boschi ripariali e dallo sconvolgimento degli alvei fluviali e delle zone golenali per cave di sabbia e opere di sistemazione degli argini, dallimpianto di pioppeti industriali e dallabbattimento dei vecchi pioppi sui quali le larve svernano.

322

ARSIA

Satyrus ferula (Fabricius, 1793)


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Satyridae

Satyrus ferula
Foto G. Vignali

Riconoscimento: specie di dimensioni medio-grandi (apertura alare di 4555 mm), di colore marrone scuro, quasi nero negli esemplari appena sfarfallati. Il maschio presenta due ocelli pupillati di bianco sulle ali anteriori. La femmina di colore pi chiaro e con ocelli pi grandi, cerchiati darancio. Habitat: la specie vive in ambienti collinari e montani, rocciosi e xerotermici, fino ai 1600 metri nelle Alpi Apuane, fino a 2000 metri in Abruzzo. Biologia ed ecologia: ladulto sfarfalla dalla met di giugno a tutto luglio in una unica generazione. Ama posarsi sul terreno e sulle pietre dove si mimetizza efficacemente. I bruchi si nutrono di diverse Poaceae (Festuca, Stipa). Nelle localit in cui vive in genere molto abbondante. Distribuzione: la specie vive in Europa meridionale dai Pirenei alla Grecia. In Italia si trova nella catena alpina e in quasi tutta la catena appenninica fino allAspromonte. In Toscana limitata alle Alpi Apuane. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Si tratta di un elemento localizzato, ma attualmente a rischio moderato e pu essere minacciato da incendi, pascolo e attivit di cava.

INSETTI DELLA TOSCANA LEPIDOTTERI

323

Hipparchia aristaeus (Bonelli, 1826)


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Satyridae

Hipparchia aristaeus
Foto G. Vignali

Riconoscimento: specie di dimensioni medio-grandi (apertura alare di 4050 mm), di colore di fondo marrone, con fasce postmediane arancioni, due ocelli pupillati di bianco sulle ali anteriori e uno sulle posteriori. La femmina di dimensioni maggiori e ha ocelli pi grandi. Habitat: la specie vive in zone aperte con arbusti radi ad altitudini mediobasse nellArcipelago Toscano, fino ai 1500 m (a quote pi alte in Corsica e Sardegna). Biologia ed ecologia: le piante nutrici del bruco sono sconosciute, ma si tratta probabilmente di graminacee. Ladulto vola, in una sola generazione, dalla fine di giugno allinizio di agosto. Distribuzione: la specie vive in Sardegna e Corsica e nellArcipelago Toscano, dove stata rinvenuta nellIsola dElba, nellIsola di Capraia e nellIsola del Giglio. Grado di minaccia: specie vulnerabile, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. NellArcipelago Toscano la specie minacciata soprattutto dagli incendi e dallattivit turistica.

324

ARSIA

Hipparchia neomiris (Godart, 1822)


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Satyridae

Hipparchia neomiris
Foto G. Vignali

Riconoscimento: specie di dimensioni medie (apertura alare di 40-44 mm). Le ali sono di colore bruno scuro con bande postmediane gialle-rossastre. Sul rovescio delle ali posteriori presente il disegno criptico tipico del genere, che serve a mimetizzarsi efficacemente sui tronchi dalbero. Habitat: la specie vive nei boschi radi, xerotermici e sui pendii rocciosi ad altitudini medie e medio-alte (fino a 1800 m in Corsica e Sardegna). Biologia ed ecologia: le piante ospiti del bruco non sono note, ma si tratta probabilmente di graminacee. Ladulto vola, in una sola generazione, dalla fine di giugno allinizio di agosto. Distribuzione: la specie presente in Sardegna, Corsica e Arcipelago Toscano, dove nota solo per lIsola dElba e lIsola di Capraia. Grado di minaccia: specie vulnerabile, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. NellArcipelago Toscano, per lestrema riduzione dei suoi habitat, questa specie a rischio di estinzione, soprattutto a causa degli incendi.

INSETTI DELLA TOSCANA LEPIDOTTERI

325

Erebia epiphron (Knoch, 1783)


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Satyridae

Riconoscimento: specie di dimensioni medio-piccole (apertura alare 25-34 mm), con colore di fondo marrone uniforme. Lala anteriore presenta una fascia rossastra, pi ampia nella femmina, con piccoli punti neri in numero variabile. Habitat: come quasi tutte le specie del genere Erebia, una tipica farfalla montana. Vive sulle pendici erbose e nelle radure tra i boschi (faggete o conifere), in Toscana tra i 1200 e i 1600 m, a quote pi elevate nella catena alpina.
Erebia epiphron Biologia ed ecologia: i bruchi si Foto G. Vignali nutrono di diverse Poaceae (Poa, Festuca, Nardus). Ladulto vola, con una sola generazione, in giugno-luglio. Le femmine hanno un volo pesante e passano gran parte del tempo nascoste tre le erbe o posate sui fiori.

Distribuzione: la specie diffusa nelle catene montuose dellEuropa centro-meridionale. In Italia presente sulle Alpi e, in modo discontinuo, sulla catena appenninica fino allAbruzzo. In Toscana sono presenti colonie isolate sulle Alpi Apuane e sullAppennino tosco-emiliano, dalla Luni giana allAlpe delle Tre Potenze.

Grado di minaccia: specie vulnerabile, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Le popolazioni toscane sono fortemente minacciate dallattivit estrattiva di cava, dagli incendi di boschi e prati e dal pascolo.

326

ARSIA

Erebia euryale (Esper, 1805)


Ordine: Lepidoptera
Riconoscimento: specie di medie dimensioni (apertura alare di 35-40 mm), con colore di fondo bruno scuro. Le ali anteriori presentano una fascia di colore rossastro contenente ocelli solitamente pupillati, pi evidenti nella femmina, che presenta una colorazione leggermente pi chiara.

Famiglia: Satyridae

Erebia euryale
Foto F. Fabiano

Habitat: la specie vive in montagna, sulle pendici erbose e nelle radure tra le faggete, o nei boschi di conifere ad altitudini comprese fra i 1300 e i 1700 m. Biologia ed ecologia: i bruchi si nutrono di diverse graminacee. Gli sfarfallamenti avvengono dalla met di luglio a tutto agosto in ununica generazione annuale. Distribuzione: la specie vive sui rilievi montuosi di gran parte dellEuropa, dai Pirenei agli Urali. In Italia presente sulle Alpi e in alcune stazioni della dorsale appenninica fino allAbruzzo. In Toscana si trovano popolazioni isolate, anche se talora numerose, nellAppennino tosco-emiliano, dal Passo di Pradarena al Casone di Profecchia e Passo delle Radici, dalla Pania di Corfino al Lago Scaffaiolo e alla Valle del Sestaione. Sulle Alpi Apuane non pi stata segnalata da anni. Grado di minaccia: specie vulnerabile, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La specie minacciata dal pascolo, dagli incendi e, in alcune zone, dal disturbo antropico.

INSETTI DELLA TOSCANA LEPIDOTTERI

327

Erebia gorge (Esper, 1805)


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Satyridae

Riconoscimento: specie di dimensioni medio-piccole (apertura alare di 28-35 mm), con colore di fondo bruno scuro. Le ali anteriori presentano una ampia fascia di colore rossastro, sulla quale ci sono degli ocelli appena visibili negli esemplari appenninici, a differenza di quelli alpini in cui gli ocelli sono ben evidenti.

Erebia gorge
Foto S. Bambi

Habitat: vive in ambienti montani xerotermici come pendici brulle e pendii rocciosi esposti a sud-ovest. una tipica farfalla dalta montagna, vive fra i 1500 e i 1700 m sulle Alpi Apuane, mentre in Italia centrale si rinviene oltre i 2000 metri. Biologia ed ecologia: i bruchi si nutrono di diverse Poaceae (Poa, Festuca). Gli sfarfallamenti avvengono tra fine giugno e luglio. La specie vola tra le rocce e i ghiaioni e ama posarsi sulle pietre con le ali aperte per riscaldarsi. I maschi presentano un volo veloce e nervoso, mentre le femmine hanno un volo pi lento. Sulle Alpi Apuane vola nello stesso ambiente di Erebia montana. Distribuzione: la specie vive sui rilievi montuosi di gran parte dellEuropa, dalla Spagna ai Balcani e agli Urali. In Italia presente sulla catena alpina e sulla dorsale appenninica, con popolazioni tra loro molto distanti e isolate. In Toscana stata finora ritrovata soltanto sulle Alpi Apuane (Monte Tambura). Grado di minaccia: la specie inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Risulta assai vulnerabile per lestrema localizzazione della popolazione toscana, che presenta un numero limitato di individui. La minaccia maggiore rappresentata dallattivit escursionistica che gravita intorno a un rifugio di recente costruzione sul Monte Tambura.

328

ARSIA

Erebia montana (de Prunner, 1798)


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Satyridae

Erebia montana
Foto S. Bambi

Riconoscimento: specie di medie dimensioni (apertura alare 36-43 mm), con colore di fondo bruno-nerastro. Le ali anteriori presentano una fascia rossastra (pi chiara e larga nella femmina), con due ocelli affiancati pupillati di bianco e talvolta un terzo ocello pi distaccato. La banda rossastra meno evidente e brillante nelle ali posteriori e presenta anche essa tre piccoli ocelli. La superficie inferiore delle ali posteriori caratterizzata da un disegno bianco marmorizzato, che permette alla farfalla di mimetizzarsi tra le rocce. Habitat: la specie vola nei pendii assolati e ripidi prediligendo ghiaioni e pietraie. Sulle Alpi Apuane vola fra i 1400 e i 1700 m. Biologia ed ecologia: il bruco si nutre di Poaceae (Poa, Festuca, Nardus). Presenta ununica generazione annuale con sfarfallamenti dalla fine di luglio a tutto agosto. Distribuzione: la specie vive in tutto larco alpino. In Italia si ritrova dalle Alpi Marittime allAbruzzo. In Toscana presente sulle Alpi Apuane e sullAppennino lucchese.

Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Risulta vulnerabile per lestrema localizzazione delle popolazioni. Le principali minacce sono rappresentate dallattivit estrattiva di cava e dal disturbo antropico.

INSETTI DELLA TOSCANA LEPIDOTTERI

329

Erebia neoridas Boisduval, 1828


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Satyridae

Erebia neoridas
Foto S. Bambi

Riconoscimento: specie di medie dimensioni (apertura alare 35-42 mm), con colore di fondo marrone scuro nella femmina, quasi nero nel maschio. La femmina presenta una fascia postdiscale rossastra pi larga e disegni pi brillanti; nella fascia sono presenti ocelli pupillati in numero variabile da tre a quattro, di cui i due apicali sono uniti. Habitat: vive nelle aree montane e submontane dai 500 ai 1500 m. Vola nei pendii erbosi, nelle praterie e nelle radure aperte delle faggete, lungo i sentieri ricchi di erbe. Biologia ed ecologia: il bruco si nutre di Poaceae (Poa, Festuca). una specie tardiva, in quanto ladulto vola da agosto a tutto settembre in ununica generazione annua. Distribuzione: la specie presente in qualche localit della Spagna, dei Pirenei e del Massiccio Centrale (Francia). In Italia si trova sulle Alpi Marittime, in Val di Susa, sulle Alpi Apuane e nellAppennino centrale. In Toscana presente solo sulle Alpi Apuane. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Risulta assai vulnerabile per lestrema localizzazione delle popolazioni toscane. La principali minacce sono rappresentate dallattivit estrattiva di cava, dal pascolo eccessivo e dalla pratica di bruciare le erbe a fine estate per favorirne la ricrescita.

330

ARSIA

Melanargia arge (Sulzer, 1776)


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Satyridae

Melanargia arge
Foto G. Vignali

Riconoscimento: specie di dimensioni medie (apertura alare di 40-50 mm). Colore di fondo bianco, con nervature e lunule marginali nere, un ocello apicale nero pupillato di azzurro sulle ali anteriori e una serie premarginale di ocelli analoghi sulle posteriori. La femmina pi grande e di colore pi giallastro sul rovescio. Habitat: vive in ambienti xerotermici come praterie aride, zone carsiche e pendii rocciosi ad altitudini medio-basse. Biologia ed ecologia: il bruco vive su varie graminacee. Ladulto vola da aprile a giugno secondo laltitudine, in una sola generazione. Nelle aree in cui vive la farfalla pu essere molto abbondante. Distribuzione: si tratta di un endemismo italiano diffuso nella penisola a partire dalla Toscana meridionale. In questa regione stata segnalata nei Monti dellUccellina, nei dintorni di Chianciano e sul Monte Amiata. Grado di minaccia: specie vulnerabile, inserita negli allegati II e IV della Direttiva Habitat 92/43/CEE e nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Considerato il tipo di habitat della specie, la minaccia pi importante rappresentata dal pascolo eccessivo e dagli incendi, compresi quelli intenzionalmente appiccati dai pastori per il rinnovo dei pascoli.

INSETTI DELLA TOSCANA LEPIDOTTERI

331

Hyponephele lupina (O.G. Costa, 1836)


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Satyridae

Hyponephele lupina
Foto S. Bambi

Riconoscimento: specie di dimensioni medie (apertura alare di 35-38 mm). Il colore di fondo bruno chiaro, con un piccolo ocello apicale nel maschio, due ocelli pi grandi contornati di giallo nella femmina. Habitat: vive in ambienti xerotermici, praterie aride con cespugli e pendii rocciosi, dalle basse altitudini fino a circa 1400 m. Biologia ed ecologia: le piante ospiti del bruco non sono note, ma si tratta probabilmente di graminacee. Ladulto vola, in una sola generazione, in luglio-agosto. Distribuzione: la specie distribuita in modo frammentario dal Nord Africa e dallEuropa del sud alla Russia meridionale, allAsia Minore e allIran. In Italia presente sporadicamente nella penisola e in Sicilia. In Toscana si rinviene sui Monti della Calvana, sul Monte Pratone e sul Monte Falterona, dove per non stata pi segnalata dal 1975. Grado di minaccia: la specie, vulnerabile, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Le conoscenze sulle popolazioni toscane di questa specie sono scarse. Qualsiasi sconvolgimento degli ambienti ristretti in cui essa vive potrebbe comprometterne la sopravvivenza.

332

ARSIA

Coenonympha corinna (Hbner, 1806)


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Satyridae

Coenonympha corinna (sopra)


Foto S. Bambi

Coenonympha corinna (sotto)


Foto S. Bambi

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (apertura alare di 22-24 mm), di colore fulvo con bordature marginali brune. Si distingue dalla C. elbana per la riduzione della serie di ocelli sul rovescio delle ali posteriori e per un maggiore sviluppo della fascia giallastra che li precede. Habitat: vive sui pendii erbosi e negli arbusteti, dal livello del mare fino a 2000 m. Biologia ed ecologia: le piante nutrici della larva sono poco note; sono state citate specie del genere Carex (Cyperaceae) e Aira (Poaceae). Ladulto vola in due generazioni, in maggio-luglio e in agosto-settembre. Distribuzione: specie endemica dellarea sardo-corsa e dellArcipelago Toscano (Isola di Capraia). Grado di minaccia: specie vulnerabile, inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Le principali cause di minaccia sono rappresentate dal pascolo e dagli incendi.

INSETTI DELLA TOSCANA LEPIDOTTERI

333

Coenonympha elbana Staudinger, 1901


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Satyridae

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (apertura alare di 23-28 mm), di colore fulvo con bordature marginali brune. Sul rovescio delle ali posteriori presente una serie di ocelli marginali neri con un punto bianco. Habitat: vive nella macchia mediterranea in prati aperti e in radure con arbusti, dal livello del mare fino a circa 900 m. Biologia ed ecologia: le piante nutrici della larva sono sconosciute, probabilmente si tratta di specie erbacee. Ladulto vola in due generazioni, da maggio alla met di luglio e in agostosettembre.

Coenonympha elbana
Foto G. Vignali

Distribuzione: specie endemica del litorale e delle isole toscane, con leccezione dellIsola di Capraia, dove sostituita dallaffine C. corinna. Il suo areale comprende: Monte Argentario, Monti dellUccellina, Punta Ala, dintorni di Grosseto, promontorio di Piombino, Monte Calvi, Castagneto Carducci, Isola dElba, Isola del Giglio, Isola di Giannutri. Grado di minaccia: specie vulnerabile, inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Dato il tipo di ambiente in cui vive la specie, la minaccia maggiore rappresentata dagli incendi, in misura minore, dagli insediamenti turistici e dalla speculazione edilizia.

334

ARSIA

Coenonympha dorus aquilonia Higgins, 1968


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Satyridae

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (apertura alare di 24-30 mm), con colore di fondo fulvo; ali anteriori offuscate da una spolveratura pi scura che rende locello apicale poco visibile. La pagina inferiore delle ali presenta una fascia argentata ben sviluppata e una serie di piccoli ocelli pupillati.

Coenonympha dorus aquilonia


Foto G. Vignali

Habitat: la specie vive in ambienti rocciosi e aridi su sentieri e strade di alta collina e montagna e su greti di torrenti in secca. Biologia ed ecologia: il bruco si nutre di graminacee. Gli adulti sfarfallano, in una sola generazione, dalla fine di giugno a tutto luglio. Presentano un volo nervoso e breve e amano posarsi su rocce e terreni assolati. Distribuzione: la sottospecie nominale distribuita in Nord Africa e Europa sud occidentale, la sottospecie aquilonia esclusiva dellItalia centrale (Toscana, Marche, Abruzzo). In Toscana presente con popolazioni isolate e molto localizzate soltanto sulle Alpi Apuane. Grado di minaccia: la specie inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Si tratta di una specie estremamente vulnerabile, sia per lesiguit e lisolamento delle popolazioni toscane, sia per le minacce a cui costantemente sottoposto lhabitat: pascolo, incendi, attivit escursionistica, inerbimento dei sentieri, rimboschimento ai margini delle strade e il rifacimento delle stesse. La popolazione che viveva lungo la strada per Orto di Donna (LU) praticamente scomparsa quando, qualche anno fa, la strada sterrata che conduce alle cave stata asfaltata.

INSETTI DELLA TOSCANA LEPIDOTTERI

335

Lasiommata tigelius (Bonelli, 1826)


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Satyridae

Lasiommata tigelius
Foto S. Bambi

Riconoscimento: specie di dimensioni medie (apertura alare di 30-34 mm), di colore fulvo con disegni neri, un grosso ocello apicale sulle ali anteriori e una serie di ocelli marginali sulle posteriori. Si distingue dalla affine L. megera per il minore sviluppo o assenza della linea scura postmediana. Considerata in passato una sottospecie di L. megera, stata in seguito riconosciuta come specie distinta. Habitat: vive in prati aperti e ambienti rocciosi fino a 900 m di altitudine. Biologia ed ecologia: il bruco si nutre di erbe, tra cui Poa e Dactylis (Poaceae). Presenta tre generazioni annue da aprile a settembre. Distribuzione: la specie vive alle Isole Baleari, in Sardegna, in Corsica e nellArcipelago Toscano dove stata ritrovata nelle Isole di Capraia e Montecristo. Grado di minaccia: specie vulnerabile, inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Le cause di minaccia sono rappresentate principalmente dal pascolo, dagli incendi e dallattivit turistica.

336

ARSIA

Archiearis notha (Hbner, [1803])


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Geometridae

Archiearis notha
Foto S. Bambi

Riconoscimento: specie di medie dimensioni (apertura alare di 32-35 mm.). Ali anteriori brune con sfumature grigie, ali posteriori di colore arancio con aree anali e marginali nere. Habitat: la specie legata agli ambienti ripariali. Biologia ed ecologia: il bruco di questa specie vive sul pioppo e meno frequentemente sul salice. Ladulto, fatto insolito nella famiglia dei Geometridi, vola esclusivamente di giorno dai primi di marzo fino allinizio di aprile. facile osservarlo mentre si nutre sulle infiorescenze dei salici o mentre si scalda al sole posato sulle pietre. Distribuzione: specie diffusa in Asia, in Europa e in Algeria. In Italia conosciuta nella catena alpina, nel Parco Nazionale del Circeo e nella valle del Farma in Toscana. Grado di minaccia: la specie non attualmente inserita in alcuna normativa di protezione. In Toscana la popolazione della valle del Farma, sebbene al momento abbastanza cospicua, estremamente localizzata. La sua sopravvivenza potrebbe essere seriamente compromessa da qualsiasi alterazione del suo habitat attuale. Le minacce potenziali sono rappresentate dalla messa a pascolo o coltura delle aree pianeggianti adiacenti al fiume, e dallimpianto di pioppete artificiali destinate al taglio.

INSETTI DELLA TOSCANA LEPIDOTTERI

337

Stegania cararia (Hbner, 1790)


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Geometridae

Stegania cararia
Foto S. Bambi

Riconoscimento: specie di piccole dimensioni (apertura alare di 22-24 mm). Colore di fondo giallo con marezzature brune; caratteristico landamento della linea submarginale, che forma su ogni ala due prolungamenti che raggiungono il margine esterno. Habitat: vive in ambienti freschi e umidi, nei boschi e lungo i corsi dacqua, dove vegeta la sua pianta nutrice. Biologia ed ecologia: la larva vive sul pioppo tremolo (Populus tremula). Ladulto vola da giugno ad agosto, con una sola generazione. Distribuzione: diffusa in Europa centrale e in Asia fino al bacino dellAmur. In Italia conosciuta per poche localit alpine e prealpine. In Toscana segnalata per il torrente Farma, che rappresenta quindi lunica localit italiana nota al di fuori delle Alpi. Grado di minaccia: la specie non attualmente inserita in alcuna normativa di protezione. In Toscana la popolazione della valle del Farma, al momento discretamente consistente, tuttavia isolata e quindi molto vulnerabile. Per le cause potenziali di minaccia si veda quanto esposto a proposito di Archiearis notha, con la quale coabita.

338

ARSIA

Megalycinia serraria (A. Costa, 1881)


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Geometridae

Megalycinia serraria
Foto S. Bambi

Riconoscimento: specie di medie dimensioni (apertura alare di 37-42 mm). Colore di fondo marrone-arancio chiaro, con marezzature grigiastre e una linea postmediana scura dal caratteristico andamento sinuoso. Il margine esterno delle ali dentellato. Habitat: questa specie vive in collina e montagna fino ai 1300 m di altitudine. Biologia ed ecologia: la biologia di questa specie ancora scarsamente conosciuta; in cattivit la larva stata allevata su diverse rosacee. Ladulto vola da maggio a ottobre, probabilmente con due generazioni annue. Distribuzione: specie endemica italiana, nota solo per una ventina di localit, dallAppennino settentrionale alla Sicilia. In Toscana stata ritrovata nelle foreste casentinesi e nella valle del Farma. Grado di minaccia: questa specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. La scarsa conoscenza della biologia di questa specie rende difficile individuarne le eventuali cause di minaccia. La sua distribuzione discontinua e la sua estrema localizzazione la rendono tuttavia particolarmente vulnerabile alle alterazioni ambientali.

INSETTI DELLA TOSCANA LEPIDOTTERI

339

Laelia coenosa (Hbner, [1808])


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Lymantriidae

Laelia coenosa
Foto S. Bambi

Riconoscimento: specie di medie dimensioni (apertura alare di 35-40 mm); il maschio ha ali gialle rosate con alcuni punti neri sulle ali anteriori, la femmina pi chiara e priva di punti neri sulle ali. Le antenne sono pettinate nel maschio e filiformi nella femmina. Habitat: vive esclusivamente in aree umide e paludose. Biologia ed ecologia: la larva si nutre su piante tipiche delle paludi, tra cui Phragmites australis (Poaceae). Ladulto vola, con due generazioni, in giugno e poi in agosto-settembre. Distribuzione: dal Nord Africa, attraverso lEuropa centro-meridionale e lAsia temperata, fino al Giappone. In Italia si trova in popolazioni isolate lungo le coste dove si trovano aree umide. In Toscana localizzata nei dintorni del Lago di Massaciuccoli e in poche stazioni del livornese e del grossetano. Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Le cause di minaccia sono costituite dalla drastica riduzione dellhabitat a causa di bonifiche, nonch dallantropizzazione delle aree umide litoranee, ambienti di grande ricchezza biologica che dovrebbero essere adeguatamente protetti.

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ARSIA

Euplagia [= Callimorpha] quadripunctaria (Poda, 1761)


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Arctiidae

Euplagia quadripunctaria
Foto S. Bambi

Riconoscimento: specie di dimensioni medio-grandi (apertura alare di 5258 mm); ali anteriori nere con bande trasversali bianche che decorrono diagonalmente, ali posteriori rosse con alcune macchie nere nellarea discale e submarginale. Habitat: si ritrova dal livello del mare fino ai 1500 metri di altitudine. Vive di preferenza in ambienti rocciosi caldi e secchi, in radure di boschi e sponde di torrenti.

Euplagia quadripunctaria
Foto F. Fabiano

INSETTI DELLA TOSCANA LEPIDOTTERI

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Biologia ed ecologia: la larva polifaga; ladulto vola da luglio a ottobre con una sola generazione. La specie attiva anche di giorno ed facile incontrarla sui fiori di Eupatorium cannabinum (Asteraceae). Nella calura estiva cerca lombra e lumidit e si trova spesso in gran numero a riposare nelle grotte. Di notte pu essere attratta dalle luci artificiali.

Distribuzione: diffusa in tutta Eu ropa esclusi i paesi nordici, in Nord Africa, in Asia minore e Medio Oriente fino allIran. nota la sua presenza nellisola di Rodi, dove si raduna in migliaia di individui nellambiente fresco e umido della cosiddetta Valle delle farfalle. Si trova in tutta Italia, a esclusione della Sardegna. Grado di minaccia: la specie inserita con lindicazione di prioritaria nellallegato II della Direttiva Habitat CEE/92/43 e negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000. In Toscana, e in generale in tutta Italia, la specie ancora comune e diffusa e non appare, al momento, particolarmente minacciata.

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ARSIA

Catocala fraxini (Linn, 1758)


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Noctuidae

Catocala fraxini
Foto S. Bambi

Riconoscimento: specie di grandi dimensioni (apertura alare di 90-106 mm), con ali anteriori grigio chiaro con due linee ondulate brunastre e una netta macchia chiara al centro; ali inferiori nere, con una larga banda mediana celeste. Habitat: vive in zone boscose e fresche, fra i 100 e i 1500 m di quota, ma preferibilmente in ambienti di media montagna. Biologia ed ecologia: il bruco vive soprattutto sui pioppi, ma anche su altre latifoglie tra cui frassini e ontani. Ladulto di giorno sosta sui tronchi, dove quasi invisibile a causa del suo aspetto mimetico; attivo durante la notte e viene attratto dalle sostanze zuccherine. Vola con una sola generazione fra agosto e novembre. Distribuzione: questa specie diffusa in Europa e in Asia fino al Giappone. In Italia pi frequente nelle regioni alpine e si fa via via pi sporadica verso sud, dove trova il suo limite di areale nel Lazio. In Toscana segnalata nelle Alpi Apuane, in Garfagnana, nel Casentino e nelle Colline Metallifere.

Grado di minaccia: la specie inserita nellallegato A della Legge Regionale toscana n. 56/2000. Essendo una entit tipica di climi pi freddi pu essere minacciata dallalterazione o dal taglio dei boschi mesofili di latifoglie, che in Toscana costituiscono il suo ambiente di rifugio.

INSETTI DELLA TOSCANA LEPIDOTTERI

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Brithys crini (Fabricius, 1775)


Ordine: Lepidoptera Famiglia: Noctuidae

Brithys crini
Foto S. Bambi

Riconoscimento: specie di medie dimensioni (apertura alare di 38-44 mm). Ali anteriori con apice arrotondato, di colore bruno scuro, con disegni vaghi e indistinti, ali posteriori bianche. Le femmine sono pi grandi e hanno le ali posteriori ombreggiate di bruno anteriormente. Habitat: vive nellambiente dunale litoraneo dove cresce la pianta nutrice. Biologia ed ecologia: il bruco vive sul giglio di mare (Pancratium maritimum), nutrendosi allinterno delle foglie stesse di questa amarillidacea nei primi stadi larvali, poi si incrisalida sotto la sabbia fra le radici della pianta. Ladulto vola nelle ore notturne da aprile ad agosto. Distribuzione: la specie presente dallarea mediterranea fino al Sud Africa e allIndia orientale. In Italia si ritrova sui litorali dalla Toscana alla Sicilia e in minor misura sulle coste adriatiche. In Toscana presente in varie localit tirreniche da Castagneto Carducci al Lago di Burano. Grado di minaccia: la specie, inserita negli allegati A e B della Legge Regionale toscana n. 56/2000, minacciata dal degrado dellambiente dunale dovuto alle attivit turistiche.

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Glossario

alloctono: non originario dellarea in cui si rinviene. alobio: che vive nel mare o in ambienti ad alto tasso di salinit. anale (area): porzione dellala posteriore dei Lepidotteri situata fra lestremit posteriore di essa e il margine interno. anoftalmo: privo di occhi. antropizzazione: influsso della presenza e delle attivit delluomo. antropofilo: che vive in luoghi frequentati o abitati dalluomo. anuri: ordine di anfibi caratterizzati dallavere corpo tozzo, privo di coda e quattro arti, dei quali il paio posteriore particolarmente adattato per il salto. I rappresentanti pi caratteristici sono la rana e il rospo. apicale: relativo allapice, alla punta, allestremit. aposematico: riferito ai colori, agli odori, alla struttura o agli atteggiamenti atti a segnalare ai predatori la presenza di particolari meccanismi difensivi nelle prede, in modo da scoraggiarne lattacco. areale: area di distribuzione di una specie. atrofico: ridotto, non funzionale.

attero: privo di ali. autoctono: originario della regione stessa in cui si rinviene. basidiomiceti: ordine di funghi superiori. biocenosi: aggregato di specie animali e vegetali viventi in uno stesso biotopo, insieme al quale formano un ecosistema. biodiversit: diversit degli organismi viventi in termini di ricchezza di specie. biotopo: luogo in cui vive una data biocenosi, insieme alla quale forma un ecosistema. borre: rigurgiti di residui alimentari formati da peli, penne e ossa; tipici dei rapaci diurni e notturni. brachittera: (= microttera) con ali piccole o rudimentali. briozoi: animali di piccole dimensioni, marini o dacqua dolce, a struttura coloniale. cacuminale: che vive nella parte sommitale delle montagne. carena: cresta, zona elevata a forma di chiglia. cariceto: associazione vegetale tipica delle aree palustri, con predominanza di piante del genere Carex. carpoforo: corpo fruttifero.

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catena alimentare: in una comunit di esseri viventi, il flusso di energia e di materia dagli organismi produttori (autotrofi) agli organismi erbivori e carnivori consumatori (eterotrofi). cellula discoidale: area posta nella porzione basale delle ali dei Lepidotteri, delimitata dalle nervature subcostale e mediana, nonch dalle nervature trasversali, dette discoidali. cellulare (area): zona dellala dei lepidotteri che contiene la cellula. cerci: le due appendici dellundicesimo segmento addominale degli insetti. clavata: a forma di clava (riferito allantenna). coprofago: che si nutre di escrementi. cosmopolita: che vive in tutte o quasi tutte le regioni della terra. coxa: primo articolo basale della zampa degli insetti. criofilo: che ama il ghiaccio e la neve, che vive in zone dove la temperatura molto bassa. criptico: che si nasconde, si mimetizza, che difficile da vedere. crisalide: nei lepidotteri il particolare stadio di sviluppo che interviene fra la fase larvale e quella adulta. deambulazione: processo della locomozione. deciduo: che cade, riferito ad esempio alle foglie degli alberi. declivit: zona pi o meno inclinata posta allapice delle elitre. defoliatore: animale che nutrendosi di foglie pu causare gravi danni agli alberi.

depigmentato: che ha perso il colore o privo di esso. depigmentazione: perdita di pigmento, per esempio a livello del tegumento. dimorfismo sessuale: fenomeno per cui maschi e femmine di una stessa specie differiscono fra loro per un certo numero di caratteri. discale (area): che sta nellarea centrale dellala dei lepidotteri. Vedi anche cellulare (area). disco: vedi cellula discoidale. eliofilo: che ama vivere in piena luce solare. elitre: ali anteriori dei coleotteri che si sono modificate in modo da formare un astuccio rigido e proteggere, in condizioni di riposo, le ali posteriori, che mantengono invece una consistenza membranosa. elobio: che vive nelle paludi o negli acquitrini. elofite: piante che vivono in ambienti palustri. endemico: che vive esclusivamente in una determinata area. endogeo: che vive nel sottosuolo, nel terreno. estivazione: riduzione di attivit che si verifica in alcuni animali come adattamento ai periodi pi caldi dellanno. fanerogame: piante che presentano gli organi riproduttori ben evidenti (fiori). fillofago: che si nutre si foglie. filogenetico: relativo alla filogenesi, cio allinsieme delle tappe che caratterizzano levoluzione di un gruppo animale o vegetale.

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fitofago: che si nutre di organismi vegetali. frigofilo: che predilige il freddo, che vive in zone dove la temperatura bassa. geonemia: distribuzione geografica degli organismi, intesa in senso spaziale. glabro: privo di peli. gregario: che tende ad aggregarsi a individui della propria specie, almeno in un periodo della propria vita. ialino: trasparente, di aspetto vitreo. ibernazione: riduzione di attivit che si verifica in alcuni animali come adattamento ai periodi pi freddi dellanno. idrofite: piante adattate alla vita acquatica. idrofugo: che evita lacqua o ha poca affinit con essa. igrofilo: che ama lacqua e lumidit, che vive in zone ricche dacqua. igrotermico: relativo alle condizioni combinate di umidit e temperatura. interstria: superficie situata fra una stria e laltra delle elitre. ipodermico: relativo allipoderma, che, negli artropodi e altri invertebrati, lo strato cellulare del tegumento che secerne la cuticola. ipogeo: che vive sotto la superficie del suolo. isola fossile: area che durante una passata era geologica stata unisola e che, con il ritirarsi delle acque marine, diventata parte della terraferma.

lettiera: insieme di resti vegetali, in parte decomposti, presenti sulla superficie del terreno. lignivoro: che si nutre di legno. limivoro: che si nutre di limo. lunula: macchia a forma di falce di luna. luticolo: che vive nel fango. melitofago: che si nutre di miele. mesofilo: che vive o predilige vivere in ambienti con temperatura moderata mesotorace: segmento intermedio della regione toracica, su cui si inseriscono un paio di zampe e, di norma, le ali anteriori metamorfosi: processo che comprende le varie trasformazioni morfologiche e fisiologiche, che dallo stadio larvale portano alladulto. microfago: che si nutre di frammenti alimentari molto piccoli. microhabitat: habitat particolare, specializzato, di ridotte dimensioni. microtermofilo: che predilige le basse temperature. microttero: con le ali piccole o rudimentali. mirmecofilo: che vive con le formiche. moniliforme: di antenna che ha laspetto di una collana, formata da articoli per lo pi uguali e rotondeggianti, posti uno di seguito allaltro. monofago: che si nutre di un solo tipo di cibo. morfologia: la forma o struttura di un organismo.

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muta: periodica sostituzione del tegumento esterno degli insetti con un nuovo tegumento, in genere di maggiori dimensioni, per consentire laccrescimento corporeo. neartico: che vive nella regione biogeografica corrispondente allAmerica settentrionale. necrofago: che si nutre in prevalenza di animali morti. nicchia ecologica: ruolo che un organismo svolge in una biocenosi, riferito allinsieme di specializzazioni morfologiche e funzionali che lo caratterizzano. nominale (sottospecie): nel caso di una specie che comprende varie sottospecie, si tratta di quella che ha i caratteri tipici, quelli cio su cui stata descritta la specie. ocellato: dotato di macchie a forma di ocelli. ocello: macchia a forma di occhio oppure occhio a struttura semplice, che pu essere presente in aggiunta ai normali occhi composti. olartico: che vive nella regione olartica, che una regione biogeografica che comprende sia la regione neartica, sia quella paleartica. oligofago: che si nutre di poche specie. olometabolo: con metamorfosi completa, che presenta cio una serie di stadi larvali (che si alimentano e che di solito si somigliano fra loro) a cui segue uno stadio quiescente (pupa), che cessa di alimentarsi e che alla fine si trasforma in adulto.

omerale: che situato sul margine anteriore esterno di ogni elitra. onnivoro: che si ciba sia di vegetali, sia di animali. organo copulatore: organo sessuale che serve per laccoppiamento. orofilo: che vive in aree montane. osmeterio: organo retrattile situato sul capo delle larve di certi lepidotteri e da esse impiegato, mediante lemissione di un odore sgradevole, come mezzo difensivo. ovopositore: organo specializzato per la deposizione delle uova. paleartico: che vive nella regione euro-asiatica, compresa lAfrica a nord del Sahara. palpo: porzione dellapparato boccale degli insetti; appendice intera o plurisegmentata del labio (palpo labiale) o della mascella (palpo mascellare), spesso munita allapice di strutture a funzione tattile e/o gustativa. perinivale: che vive attorno alle zone innevate. periodo glaciale: periodo geologico freddo, in cui buona parte del globo era ricoperto da ghiacciai. polifago: che si nutre di varie specie o di sostanze alimentari di origine diversa. polivoltino: con pi cicli biologici completi nel corso dello stesso anno. postdiscale: situato in una posizione posteriore rispetto al disco, che la porzione centrale di una superficie (delle elitre, del pronoto, ecc.).

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predatore: che si procura il cibo catturando e uccidendo altri animali. pronoto: parte superiore del protorace. protorace: segmento anteriore della regione toracica, su cui si inseriscono un paio di zampe. psammofilo: che vive negli ambienti sabbiosi. pseudopodi: false zampe addominali dei bruchi delle farfalle e di alcune larve di altri insetti. pterostigma: piccola area ispessita situata sul margine costale dellala anteriore. pupa: stadio intermedio fra larva e adulto, presente negli insetti a metamorfosi completa (olometaboli). pupillato: con macchie a forma di occhio. radicicolo: che vive attorno alle radici delle piante. relitto: relativo a un areale di distribuzione che si ristretto rispetto a una distribuzione passata molto pi estesa. ripariale: che vive sulle rive di un fiume o di un lago. rizofago: che si nutre delle radici delle piante. saprofago: che si nutre di materiale organico in decomposizione. sciafilo: che vive in ambienti ombrosi. sclerificato: chitinizzato, indurito. sfagneto: associazione vegetale tipica delle paludi e soprattutto delle torbiere, formata prevalentemente da specie del genere Sphagnum. silvicolo: che vive nei boschi.

sistematico: relativo alla sistematica, che la scienza che si occupa della classificazione degli organismi. speciazione: processo evolutivo che porta alla formazione di una nuova specie. spiritromba: apparato boccale dei lepidotteri, a forma di tubo, che, a riposo, tenuto di solito arrotolato a spirale. subcorticicolo: che vive sotto le cortecce degli alberi. subendemico: elemento che non da considerare strettamente endemico di unarea; che presente cio anche in limitate parti di territori vicini. submersipotameto: insieme di piante acquatiche che vivono sottacqua e a pelo dacqua allinterno del potameto, che unassociazione vegetale tipica delle acque stagnanti ove predominano piante dei generi Nympha, Nuphar, Hydrocharis, Polygonum, Salvinia, Azolla, Utricularia, Lemna, Myriophyllum, Ceratophyllum, Potamogeton, alcune ancorate al fondo, altre galleggianti. sutura: linea di contatto fra lelitra destra e quella sinistra. tarso: parte terminale della zampa, articolata con la tibia e composta da un numero variabile di articoli. taxon: categoria o entit sistematica di qualsiasi grado. termitofilo: che vive con le termiti. termofilo: che predilige zone o ambienti caldi. terricolo: che vive nel suolo.

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Terziario: periodo geologico compreso fra il periodo Cretaceo e il Quaternario, approssimativamente da 65 a 1,5 milioni di anni fa. tubercolo: escrescenza, protuberanza. ubiquista: che pu vivere in numerosi ambienti diversi. vulvare (spina): che si trova in corrispondenza dei genitali femminili di alcuni insetti. xerico: di ambiente arido, secco.

xerofilo: adattato a vivere in ambienti aridi. xerotermico: con clima caldo e secco. zoofago: che si nutre di animali. zoogeografia: disciplina che studia la distribuzione delle specie animali sulla terra. zoosaprofago: che si nutre di sostanze decomposte di origine animale.

Indice dei nomi

Acalles solarii 44, 271 Acanthocinus xanthoneurus 43, 241 Adephaga 82 Aeshnidae 37, 50 Agabus striolatus 40, 136 Aglia tau 45, 301 Agrilus ribesi 43, 213 Amaurorhinus sardous gardinii 44, 272 Amorphocephala coronata 44, 257 Anisoptera 49 Anostirus marginatus 42, 206 Anthaxia corsica maremmana 43, 211 Anthonomus rubripes 45, 279 Apatura ilia 46, 320 Aphodiidae 42, 173 Apionidae 44, 255 Apollo 302 Archiearis notha 46, 336 Arctiidae 46, 297 Argynnis pandora 46, 317 Asaphidion festivum 39, 103 Asida gestroi capraiensis 43, 222 Asida gestroi gardinii 43, 222 Asida gestroi gestroi 43, 222 Asida gestroi lanzai 43, 222 Asida gestroi tyrrhena 43, 222 Asida longicollis 43, 224 Asida luigionii doriae 43, 225 Athous binaghii 42, 207 Augyles hispidulus 42, 194 Bagous alismatis 45, 283 Bagous bagdatensis 45, 283 Bagous costulatus 45, 283 Bagous glabrirostris 45, 283 Bagous limosus 45, 283 Bagous lutulentus 45, 283 Bagous nodulosus 45, 283 Bagous puncticollis 45, 283 Bagous robustus 45, 283 Bagous rufimanus 45, 283 Bagous subcarinatus 45, 283

Baris sellata 45, 278 Bidessus pumilus 40, 126 Bidessus saucius 40, 127 Boyeria irene 37, 60 Brachycera 289 Brachytron pratense 37, 61 Brenthis hecate 46, 318 Brentidae 44, 255 Brithys crini 46, 343 Buprestidae 43, 209 Caelifera 71 Calicnemis latreillei 42, 184 Callimorpha (vedi Euplagia) Calopterygidae 37, 49 Calopteryx xanthostoma 37, 51 Calosoma inquisitor 38, 86 Calosoma sycophanta 38, 87 Campalita algirica 38, 88 Campalita maderae 38, 89 Capraiacris aegilion 38, 78 Capraiacris baccettii 38, 79 Carabidae 38, 83 Carabus alysidotus 38, 93 Carabus cancellatus emarginatus 39, 94 Carabus chlathratus antonellii 38, 90 Carabus granulatus interstitialis 38, 91 Carabus italicus italicus 38, 92 Carabus morbillosus 39, 95 Catocala fraxini 46, 342 Cephalota circumdata leonschaeferi 38, 85 Cerambice della quercia 235 Cerambycidae 43, 229 Cerambyx cerdo 43, 235 Ceratophyus rossii 41, 177 Cervo volante 170 Cetoniidae 42, 173 Ceutorhynchus scrobicollis 44, 275 Ceutorhynchus thlaspi 44, 276 Chalcolestes viridis parvidens 37, 53 Chalcophora detrita 43, 210 Charaxes jasius 46, 319

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Chopardina schiavazzii caprai 38, 76 Chopardina schiavazzii schiavazzii 38, 76 Chrysolina osellai 44, 250 Chrysomelidae 43, 243 Clinidium canaliculatum 39, 102 Coenagrion caerulescens caesarum 37, 56 Coenagrion mercuriale castellanii 37, 57 Coenagrion pulchellum mediterraneum 37, 58 Coenagrion scitulum 37, 59 Coenagrionidae 37, 49 Coenonympha corinna 46, 332 Coenonympha dorus aquilonia 46, 334 Coenonympha elbana 46, 333 COLEOPTERA 38, 81 Colpotus strigosus oglasensis 43, 226 Cordulegaster bidentata bidentata 38, 65 Corduligastridae 38, 50 Corduliidae 38, 50 Curculionidae 44, 255 Cyclorrhapha 289 Danacea caprariae 43, 216 Danacea poggii 43, 216 Derelomus chamaeropis 45, 280 Deronectes fairmairei 40, 134 Desera distincta 40, 119 Dichillus corsicus 43, 221 DIPTERA 45, 289 Dolichopoda laetitiae etrusca 38, 74 Dolichopoda laetitiae laetitiae 38, 74 Donacia bicolora bicolora 43, 244 Donacia brevitarsis 43, 244 Donacia cinerea 43, 244 Donacia crassipes 43, 244 Donacia dentata angustata 44, 244 Donacia impressa 44, 244 Donacia marginata 44, 244 Donacia polita 44, 244 Donacia reticulata 43, 244 Donacia simplex 44, 244 Donacia versicolorea 44, 244 Donacia vulgaris 44, 244 Dryopidae 42, 191 Dryops ernesti 42, 198 Dryops striatellus 42, 199 Duvalius andreinii 39, 110 Duvalius annamariae 39, 110 Duvalius apuanus apuanus 39, 110 Duvalius apuanus intermedius 39, 110 Duvalius apuanus lanzai 39, 110 Duvalius apuanus rasettii 39, 110 Duvalius bianchii bianchii 39, 110

Duvalius bianchii cycnus 39, 110 Duvalius brucki brucki 39, 110 Duvalius brucki maginii 39, 110 Duvalius casellii briani 39, 110 Duvalius casellii carrarae 39, 110 Duvalius degiovannii degiovannii 39, 110 Duvalius guareschii angelae 39, 110 Duvalius guareschii guareschii 39, 110 Duvalius guareschii montemurroi 39, 110 Duvalius iolandae 39, 110 Duvalius jureceki jureceki 39, 110 Duvalius jureceki maginianus 39, 110 Duvalius menozzii bernii 39, 110 Duvalius menozzii magrinii 39, 110 Duvalius menozzii mugellii 39, 110 Duvalius vallombrosus 39, 110 Dynastidae 42, 173 Dyschirius chalceus 39, 101 Dytiscidae 40, 121 Dytiscus circumcinctus 40, 140 Elateridae 42, 205 Ellescus scanicus 45, 281 Elmidae 42, 191 Elmis rioloides 42, 201 Ensifera 72 Entomoculia apuana 40, 143 Entomoculia julii 40, 143 Entomoculia maremmana 40, 143 Entomoculia pardii 40, 143 Entomoculia rosai 40, 143 Entomoculia toscanensis 40, 143 Epomis circumscriptus 40, 117 Erebia epiphron 46, 325 Erebia euryale 46, 326 Erebia gorge 46, 327 Erebia montana 46, 328 Erebia neoridas 46, 329 Ergates faber 43, 230 Erichsonius cinerascens 41, 161 Eriogaster catax 45, 299 Esolus parallelepipedus 42, 202 Eubria palustris 42, 193 Euchloe bellezina 45, 308 Euplagia quadripunctaria 46, 340 Eupotosia mirifica 42, 189 Eurynebria complanata 39, 96 Geometridae 46, 297 Geotrupidae 41, 173 Gnorimus nobilis 42, 185 Gnorimus variabilis 42, 186 Gomphidae 38, 50

LIBRO ROSSO DEGLI INSETTI DELLA TOSCANA

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Graphoderus austriacus 40, 138 Graphoderus bilineatus 40, 138 Gyrinidae 40, 121 Gyrinus paykulli 40, 124 Haliplidae 121 Hemianax ephippiger 37, 62 Heptaulacus rasettii 42, 178 Heteroceridae 42, 191 Heterocerus aragonicus 42, 195 Heterocerus flexuosus 42, 196 Heteromeira capriasae 44, 263 Hipparchia aristaeus 46, 323 Hipparchia neomiris 46, 324 Hoplia dubia 42, 179 Hoplia minuta 42, 180 Hydroglyphus signatellus 40, 128 Hydroporus gridellii 40, 131 Hydroporus incognitus 40, 131 Hygrobia tarda 40, 123 Hygrobiidae 40, 121 Hygronoma dimidiata 41, 164 Hygrotus decoratus 40, 129 Hygrotus versicolor 40, 130 Hyphydrus anatolicus 40, 125 Hyponephele lupina 46, 331 Hypotyphlus bastianinii 39, 104 Icosium tomentosum tomentosum 43, 234 Iolana iolas 46, 316 Iphthiminus italicus italicus 43, 227 Ischnura genei 37, 54 Ischnura pumilio 37, 55 Isotomus barbarae 43, 238 Keroplatidae 45 Keroplatus tipuloides 45, 290 Laelia coenosa 46, 339 Lasiocampidae 45, 294 Lasiommata tigelius 46, 335 Lathrobium andreinii 41, 155 Lathrobium apenninum 41, 155 Lathrobium assingi 41, 155 Lathrobium castellinii 41, 155 Lathrobium etruscum 41, 155 Lathrobium fovulum 41, 158 Lathrobium lottii 41, 155 Lathrobium maginii 41, 155 Lathrobium rosai 41, 155 Lathrobium straneoi 41, 155 LEPIDOPTERA 45, 293 Leptolepurus meridionalis 44, 267

Leptotyphlus giglionicus 40, 146 Leptotyphlus oglasensis 40, 146 Leptotyphlus senensis 40, 146 Leptotyphlus tyrrhenius 40, 146 Leptotyphlus uccellinensis 40, 146 Leptusa apennina 41, 165 Leptusa ceresoleana zangherii 41, 165 Lestidae 49 Libellulidae 38, 50 Lignyodes enucleator 45, 282 Limnichidae 42, 191 Limnichus aurosericeus 42, 197 Lindenia tetraphylla 38, 64 Lixus paraplecticus 44, 270 Lucanidae 41, 167 Lucanus cervus 12, 41, 170 Lucanus tetraodon 41, 172 Lycaena dispar 46, 310 Lycaena thersamon 46, 312 Lycaenidae 46, 296 Lymantriidae 46, 297 Maculinea arion 46, 314 Maculinea rebeli 46, 315 Maggiolino marmoreggiato 183 Megalycinia serraria 46, 338 Melanargia arge 46, 330 Meliboeus violaceus 43, 212 Melolonthidae 42, 173 Melyridae 43, 215 Metadromius nanus 40, 118 Metronectes aubei 40, 135 Microderes scaritides 39, 116 Microplontus binaghii 44, 277 Myllaena graeca 41, 162 Myllaena intermedia 41, 162 Myllaena minuta 41, 162 Nebria apuana 39, 97 Necydalis ulmi 43, 232 Nematocera 289 Noctuidae 46, 297 Nymphalidae 46, 296 Octavius doriai 41, 1530 Odocnemis ruffoi osellai 43, 228 ODONATA 37, 49 Odonteus armiger 41, 176 Onychogomphus uncatus 38, 63 Oreina cacaliae magistrettii 44, 251 Oreina elongata zangherii 44, 252 Oreina elongata zoiai 44, 253 Oreina speciosissima solarii 44, 254

370

ARSIA

ORTHOPTERA 38, 71 Osmoderma eremita 42, 187 Otiorhynchus tuscoinsularis 44, 259 Oulimnius tuberculatus 42, 203 Oxygastra curtisi 38, 67 Oxypleurus nodieri 43, 233 Papilionidae 45, 295 Paracylindromorphus subuliformis 43, 214 Parmena solieri lanzai 43, 239 Parnassius apollo 45, 302 Parnassius mnemosyne 45, 304 Pieridae 45, 296 Plateumaris sericea 44, 248 Platycerus caprea 41, 169 Platycerus caraboides 41, 169 Pogonocherus marcoi 43, 240 Pogonus meridionalis 39, 114 Polyphaga 82 Polyphylla fullo 42, 183 Prionus coriarius 43, 231 Proserpinus proserpinus 45, 300 Pselactus caoduroi 44, 273 Psephenidae 42, 191 Pseudomeira holdhausi 44, 264 Pseudomeira mancinii 44, 264 Pseudomeira meles 44, 264 Pseudoprotapion ergenense 44, 258 Rabdorrhynchus menetriesi 44, 269 Raphidophoridae 38, 72 Rhantus suturellus 40, 137 Rhithrodytes sexguttatus 40, 133 Rhizotrogus ciliatus vexillis 42, 181 Rhizotrogus genei 42, 181 Rhizotrogus grassii 42, 181 Rhizotrogus procerus 42, 181 Rhynchaenus quedenfeldti 45, 287 Rosalia alpina 43, 237 Saga pedo 38, 73 Saperda punctata 43, 242 Saturniidae 45, 295 Satyridae 46, 297 Satyrus ferula 46, 322 Sinodendron cylindricum 41, 168 Somatochlora meridionalis 38, 66 Sphingidae 45, 295 Staphylinidae 40, 141 Stegania cararia 46, 337 Stenelmis canaliculata 42, 200 Stenopelmus rufinasus 45, 286 Stenosis angusticollis angusticollis 43, 220

Stenus bordonii 40, 149 Stenus chobauti 40, 149 Stenus europaeus 40, 149 Stenus fornicatus 40, 149 Stenus indifferens 41, 149 Stenus intricatus zoufali 41, 149 Stenus languidus 41, 149 Stenus latifrons 41, 149 Stenus opticus 41, 149 Stenus vitalei 41, 149 Stephanocleonus tabidus 44, 268 Stomis roccai mancinii 39, 115 Stomodes puncticollis lanzae 44, 262 Sympecma fusca 37, 52 Sympetrum depressiusculum 38, 68 Sympetrum flaveolum 38, 69 Tapinotus sellatus 44, 274 Tenebrionidae 43, 219 Tetartopeus paeneinsularum 41, 154 Tettigonidae 38, 72 Thecla betulae 46, 313 Timarcha apuana 44, 249 Trachyphloeus apuanus 44, 266 Trechus doderoi doderoi 39, 106 Trechus doderoi taitii 39, 106 Trechus solarii 39, 109 Trechus tyrrhenicus 39, 105 Trechus zangherii 39, 108 Trigonurus mellyi 40, 142 Trithemis annulata 38, 70 Trogidae 41, 173 Troglorhynchus giustii 44, 260 Troglorhynchus latirostris 44, 260 Troglorhynchus laurae 44, 260 Troglorhynchus stolzi 44, 260 Troglorhynchus taitii 44, 260 Trox cribrum 41, 175 Typhloreicheia andreinii 39, 98 Typhloreicheia damone 39, 98 Typhloreicheia ilvensis 39, 98 Typhloreicheia maginii 39, 98 Typhloreicheia mingazzinii 39, 98 Typhloreicheia montisneronis 39, 98 Vulda angusticollis 41, 159 Vulda holdhausi 41, 159 Vulda italica 41, 159 Vulda tenuipes fallaciosa 41, 159 Zerynthia polyxena 45, 306 Zygoptera 49

Gli Autori

Alessandra Sforzi
Museo di Storia Naturale dellUniversit di Firenze Sezione di Zoologia La Specola via Romana, 17 - 50125 Firenze e-mail: alessandra@unifi.it

Luca Bartolozzi
Museo di Storia Naturale dellUniversit di Firenze Sezione di Zoologia La Specola via Romana, 17 - 50125 Firenze e-mail: luca@unifi.it

Tiziana Mazzei
ARSIA - Agenzia Regionale per lo Sviluppo e lInnovazione nel settore Agricolo-forestale via Pietrapiana, 30 - 50121 Firenze e-mail: T.Mazzei@arsia.toscana.it

Fabio Terzani
c/o Museo di Storia Naturale dellUniversit di Firenze Sezione di Zoologia La Specola via Romana, 17 - 50125 Firenze e-mail: tterzan@tin.it

Stefano Vanni
Museo di Storia Naturale dellUniversit di Firenze Sezione di Zoologia La Specola via Romana, 17 - 50125 Firenze e-mail: stefo@specola.unifi.it

372

ARSIA

Paolo Magrini
c/o Museo di Storia Naturale dellUniversit di Firenze Sezione di Zoologia La Specola via Romana, 17 - 50125 Firenze e-mail: magrinipaolo@dada.it

Saverio Rocchi
c/o Museo di Storia Naturale dellUniversit di Firenze Sezione di Zoologia La Specola via Romana, 17 - 50125 Firenze e-mail: saveriorocchi@yahoo.it

Arnaldo Bordoni
c/o Museo di Storia Naturale dellUniversit di Firenze Sezione di Zoologia La Specola via Romana, 17 - 50125 Firenze e-mail: a.bordoni@dada.it

Pietro Lo Cascio
c/o Museo di Storia Naturale dellUniversit di Firenze Sezione di Zoologia La Specola via Romana, 17 - 50125 Firenze e-mail: locascio@unifi.it

Alessandro Mascagni
c/o Museo di Storia Naturale dellUniversit di Firenze Sezione di Zoologia La Specola via Romana, 17 - 50125 Firenze e-mail: pcfmas@tin.it

Roberto Lisa
via Villa Demidoff, 27 - 50127 Firenze

Piero Abbazzi
c/o Museo di Storia Naturale dellUniversit di Firenze Sezione di Zoologia La Specola via Romana, 17 - 50125 Firenze

Luciano Santini
Dipartimento Coltivazione e Difesa delle Specie Legnose - Sezione di Entomologia Agraria, Universit di Pisa via San Michele degli Scalzi, 2 - 56124 Pisa e-mail lsantini@agr.unipi.it

LIBRO ROSSO DEGLI INSETTI DELLA TOSCANA

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Filippo Fabiano
c/o Museo di Storia Naturale dellUniversit di Firenze Sezione di Zoologia La Specola via Romana, 17 - 50125 Firenze e-mail: zaghi@katamail.com

Giuseppe Vignali
via Santa Chiara, 2 - 54100 Massa

Leonardo Dapporto
Dipartimento di Biologia Animale e Genetica dellUniversit di Firenze via Romana, 17 - 50125 Firenze e-mail: leondap@katamail.com

Saulo Bambi
Laboratorio fotografico Museo di Storia Naturale dellUniversit di Firenze Sezione di Zoologia La Specola via Romana, 17 - 50125 Firenze e-mail: imago@unifi.it

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ARSIA

Annotazioni

LIBRO ROSSO DEGLI INSETTI DELLA TOSCANA

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Finito di stampare nel marzo 2001 a Firenze da EFFEEMME LITO srl per conto di ARSIA Regione Toscana

Libro Rosso degli insetti della Toscana


Gli insetti costituiscono il gruppo animale pi numeroso. Troppo spesso considerati solo come fastidiosi o nocivi, sono in realt una componente essenziale dei vari ecosistemi. In questo libro vengono elencate 310 specie di insetti minacciate o in via di estinzione in Toscana. Per ogni specie stata compilata una scheda sintetica contenente i dati essenziali per il riconoscimento e alcune note su ambiente di vita, biologia, ecologia, distribuzione, nonch sul grado e sulle cause di minaccia, con l'indicazione dell'eventuale inserimento nelle varie liste di protezione europee, nazionali o toscane. Le schede, con foto a colori, riportano una cartina della Toscana che localizza le aree di distribuzione degli insetti descritti. Questo Libro Rosso vuole essere uno strumento pratico e agile, ma rigoroso dal punto di vista scientifico, per tutti quei soggetti che operano direttamente a vario livello nella pianificazione e gestione del territorio, nonch per gli insegnanti, gli studenti universitari, le guide naturalistiche e tutti gli appassionati di Scienze Naturali.

L. 35.000 (i.i.)

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