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Corso Esame Tartufo

i TARTUFI sono funghi FUNGHI IPOGEI


I TARTUFI FUNGHI ASCOMICETI Ipogei (corpo fruttifero sotto terra) FUNGHI SIMBIONTI O Ascomiceti (sporeMICORRIZICI piccoli sacchi contenute in detti aschi)

Simbionti micorrizici (realizzano micorrize con alcune piante superiori)

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Cos un fungo ?

un organismo vivente ETEROTROFO costituito da cellule non organizzate in tessuti ed organi, dette IFE IFE: filamenti sottili che si allungano e si ramificano Il complesso delle ife si chiama MICELIO

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Micelio ed IFE

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Il Micelio pu essere settato o non settato

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Cos un fungo ipogeo ?

I funghi ipogei sviluppano il loro corpo fruttifero sotto terra

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Corpo fruttifero

I corpi fruttiferi dei tartufi sono costituiti da una parte esterna detta scorza o peridio, e da una parte interna detta polpa o gleba nella quale sono immersi dei piccoli sacchi, detti aschi, che contengono le spore.

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Aschi ed Ascospore

Spore di tartufo nero pregiato e di tartufo bianco

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Spore e Corpo fruttifero


FUNGHI IPOGEI ELEMENTI DIAGNOSTICI PER IL RICONOSCIMENTO DELLE VARIE SPECIE DI TARTUFO I TARTUFI
In particolare il peridio: Colore della gleba Profumo Periodo di maturazione

FUNGHI ASCOMICETI

FUNGHI SIMBIONTI O Colore e morfologia del peridio

MICORRIZICI

Caratteristiche delle venature della gleba

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Caratteristiche morfologiche dei tartufi


T. bianco: scorza liscia, di colore chiaro polpa tendente al nocciola con numerose venature fini

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Caratteristiche morfologiche dei tartufi


T. bianchetto: scorza liscia, di colore chiaro FUNGHI IPOGEI polpa chiara tendente dal fulvo al bruno con venature ramose I TARTUFI chiare eFUNGHI ASCOMICETI

FUNGHI SIMBIONTI O MICORRIZICI

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Caratteristiche morfologiche dei tartufi

T. nero pregiato: scorza nera rugosa con verruche minute FUNGHI IPOGEI polpa nero - violacea con venature bianche fini

I TARTUFI

FUNGHI ASCOMICETI FUNGHI SIMBIONTI O MICORRIZICI

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Caratteristiche morfologiche dei tartufi

T. scorzone: scorza grossolanamente verrucosa di colore nero con FUNGHI IPOGEI verruche grandi polpa dal giallastro al bronzeo con numerose I TARTUFI FUNGHI ASCOMICETI venature chiare

FUNGHI SIMBIONTI O MICORRIZICI

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Caratteristiche morfologiche dei tartufi


T. uncinato: scorza verrucosa di colore nero polpa color cioccolato con numerose venature chiare

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Caratteristiche morfologiche dei tartufi T. brumale: scorza nera con piccole verruche, appiattite FUNGHI IPOGEI polpa grigio bruna o grigio fumo, con vene chiare, larghe e appariscenti

I TARTUFI

FUNGHI ASCOMICETI FUNGHI SIMBIONTI O MICORRIZICI

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Caratteristiche morfologiche dei tartufi

T. moscato: scorza nera con piccole verruche, appiattite FUNGHI IPOGEI polpa grigio bruna o grigio nera, con larghe vene bianche

I TARTUFI

FUNGHI ASCOMICETI FUNGHI SIMBIONTI O MICORRIZICI

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Caratteristiche morfologiche dei tartufi T. nero liscio: scorza liscia di colore bruno-rossastro FUNGHI IPOGEI polpa tendente al bruno-porpora con venature chiare

I TARTUFI

FUNGHI ASCOMICETI FUNGHI SIMBIONTI O MICORRIZICI

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Caratteristiche morfologiche dei tartufi

T. mesenterico: scorza nera con verruche pi piccole che nello scorzone FUNGHI IPOGEI polpa grigio-bruna, grigio-gialla con venature che ricordano le circonvoluzioni dellintestino I TARTUFI forma spesso presente una fossetta, come un ombelico FUNGHI ASCOMICETI

FUNGHI SIMBIONTI O MICORRIZICI

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Specie di tartufo commerciabili (art.2 L.R. 50/95)


1) Tuber magnatum Pico (t. bianco pregiato) 2) Tuber melanosporum Vitt. (t. nero pregiato) 3) Tuber aestivum Vitt. (t. scorzone) 4) Tuber uncinatum Chatin (t. uncinato) 5)Tuber borchii Vitt. (t. bianchetto)
6) Tuber brumale Vitt. (t. nero dinverno) 7) Tuber brumale var. moschatum De Ferry (t. moscato) 8) Tuber macrosporum Vitt. (t. nero liscio) 9) Tuber mesentericum Vitt. (t. nero di Bagnoli)

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Inquadramento tassonomico
Si basa sulle strutture riproduttive

FUNGHI IPOGEI

I TARTUFI

Tartufi = funghi ascomiceti

FUNGHI ASCOMICETI FUNGHI SIMBIONTI O MICORRIZICI

Ascomiceti SPORE contenute in ife modificate (piccoli sacchi) detti aschi

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NUTRIZIONE I funghi sono organismi eterotrofi cio si nutrono di sostanze organiche prodotte da altri organismi Le piante sono organismi autotrofi perch riescono a produrre le sostanze organiche (es. zuccheri) necessarie al loro sviluppo

I funghi vengono distinti in base al tipo di nutrizione: A- funghi saprofiti B- funghi parassiti C- funghi simbionti

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Il tartufo un fungo simbionte micorrizico

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micorrize di tartufo (la micorriza una struttura a forma di

salsicciotto formata dal micelio che avvolge unapice radicale di una pianta)

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T. aestivum

Micorriza

T. melanosporum

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Il ciclo biologico del tartufo

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Pioppo bianco (Populus alba L.)

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Pioppo bianco (Populus alba L.)

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Pioppo nero (Populus nigra L.)

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Pioppo nero (Populus nigra L.)

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Salice bianco (Salix alba L.)

Corso Esame Tartufo Cerro (Quercus cerris L.)

Corso Esame Tartufo Cerro (Quercus cerris L.)

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Roverella (Quercus pubescens W.)

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Roverella (Quercus pubescens W.)

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Leccio (Quercus ilex L.)

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Farnia (Quercus robur L.)

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Farnia (Quercus robur L.)

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Nocciolo (Corylus avellana L.)

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Tiglio nostrano (Tilia platyphyllos Scop.) Tiglio selvatico (Tilia cordata Mill.)

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Tiglio nostrano (Tilia platyphyllos Scop.) Tiglio selvatico (Tilia cordata Mill.)

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Carpino nero (Ostrya carpinifolia Scop.)

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Carpino nero (Ostrya carpinifolia Scop.)

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Pino nero (Pinus nigra Arnold)

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Pino domestico (Pinus pinea L.)

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Cisto Rosso (Cistus incanus L.)

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Alcuni arbusti per i quali ipotizzata unattivit sinergica nella produzione di tartufi

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Ambienti idonei per la raccolta del tartufo bianco pregiato Aree collinari interne: boschi di fondovalle freschi e formazioni arboree lungo corsi dacqua (pioppi, salici, farnia, nocciolo, carpino I TARTUFI FUNGHI ASCOMICETI bianco, ecc.) Aree appenniniche: FUNGHI SIMBIONTI O piante isolate, boschi misti di latifoglie, MICORRIZICI margini di coltivi o ex-pascoli (cerro, roverella, carpino nero, ecc.) Terreni calcarei, umidi, ben aerati e drenanti, a reazione subalcalina (non acidi)

FUNGHI IPOGEI

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Tartufaie di t. bianco su vegetazione riparia

Corso Esame Tartufo Tartufaie di tartufo bianco in situazioni di accumulo di materiale terrigeno (sofficit del suolo)

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Tartufaia di tartufo bianco su quercia camporile

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Ambienti idonei per la raccolta del tartufo nero pregiato


Querceti pi o meno radi in ambiente collinare, piante isolate, zone al margine dei boschi

FUNGHI IPOGEI

I TARTUFI

FUNGHI ASCOMICETI

Sommit assolate o pendici esposte a sud o a sud-est

FUNGHI SIMBIONTI O MICORRIZICI Terreni calcarei, ben areati, drenanti, ricchi di scheletro
calcareo, a reazione subalcalina (non acidi) Il tartufo nero pregiato forma i cosiddetti pianelli

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Tartufaie di tartufo nero pregiato

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Ambienti idonei per la raccolta del tartufo bianchetto


Pinete litoranee (pino domestico, pino marittimo, pino dAleppo) Aree collinari interne (leccio, roverella, pino domestico, pino nero) in boschi puri o misti di latifoglie o conifere

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Tartufaia naturale di tartufo bianchetto in pineta litoranea

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Ambienti idonei per la raccolta del tartufo scorzone e del tartufo uncinato

Aree collinari (leccio, roverella, pino nero) in boschi di latifoglie o


in filari o in piante isolate Aree montuose (cerro, carpino nero, pino nero) in boschi misti di latifoglie/conifere o in pinete pure Terreni calcarei Talvolta questi tartufi formano pianelli pi o meno estesi e regolari

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Tartufaie naturali di tartufo scorzone

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Ambienti idonei per la raccolta delle principali specie di tartufi (riepilogo)

FUNGHI IPOGEI
T. bianco: boschi misti (pioppi, salici,querce, ecc.) vicini ai I TARTUFI FUNGHI ASCOMICETI corsi dacqua

FUNGHI radi su pendici T. nero: querceti pi o menoSIMBIONTI O esposte a sud o MICORRIZICI sud-est
T. scorzone: querceti e pinete su terreni calcarei T. bianchetto: pinete litoranee di pino domestico

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Tecniche selvicolturali
Bosco ceduo: bosco che si rinnova tramite polloni della ceppaia, turni di 12- 25 anni secondo la specie arborea (latifoglie) Fustaia: bosco costituito da piante nate da seme che vengono lasciate crescere indisturbate fino alla loro maturit (turno di 50-120 anni secondo la specie arborea (latifoglie e conifere)

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Esempi di fustaia e di ceduo

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Bosco artificiale: bosco impiantato dalluomo (rimboschimento)

FUNGHI IPOGEI

Alcuni esempi: Pinete I TARTUFIdi pino nero a scopo protettivo produttrici di tartufo FUNGHI ASCOMICETI scorzone e tartufo bianchetto Impianti di abete bianco, SIMBIONTIpino marittimo a scopo FUNGHI douglasia e O produttivo (legno), non interessanti per la produzione dei MICORRIZICI tartufi Pioppete con pioppi euroamericani, che hanno sostituito i pioppi bianchi e neri indigeni, non producono generalmente tartufi

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Piante simbionti dei tartufi: latifoglie e conifere FUNGHI IPOGEI


Latifoglie: forestali arboree e arbustive a foglia larga ITARTUFI specieFUNGHI ASCOMICETI e generalmente caduca (querce, tigli, noccioli, faggi, carpini, pioppi, salici, ecc.)

FUNGHI SIMBIONTI O Aghifoglie o conifere: MICORRIZICI arboree e arbustive a specie forestali

foglia aghiforme e generalmente persistente (pini, abeti, cedri, larici, cipressi, tuje, ginepri ecc., non tutte simbionti del tartufo

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NORMATIVA DI RIFERIMENTO

L.R. 50/95 e successive modifiche ed integrazioni - ARTICOLO 4 - Tartufaie controllate - ARTICOLO 5 - Tartufaie coltivate Regolamento forestale della Toscana - ARTICOLO 57 - Tutela delle aree di effettiva Produzione di tartufi

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LR 50/95 Art. 4 1. Per tartufaie "controllate" si intendono le tartufaie naturali migliorate con opportune pratiche colturali ed incrementate con la messa a dimora di idonee piante arboree ed arbustive tartufigene, preventivamente micorrizate, senza alterare o distruggere gli equilibri degli ecosistemi tartufigeni preesistenti.

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LR 50/95 Art. 4 2. Per opportune pratiche colturali si intendono gli interventi di salvaguardia e miglioramento della efficienza produttiva della tartufaia naturale preesistente, nonch di tutela dellecosistema nel suo complesso, scelti, fra i seguenti, in relazione alle caratteristiche ecologiche della tartufaia

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LR 50/95 Art. 4
a) opere di regimazione delle acque superficiali, quali scoline, fossette, muretti a secco, graticciate;

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LR 50/95 Art. 4
Tartufaie di ambiente fluviale: i fenomeni di impaludamento sono molto dannosi per il t. bianco, pertanto risulta particolarmente utile lapertura di canalette per il regolare deflusso delle acque ed allontanare velocemente leccesso dacqua
Tartufaie di scarpata: interventi per favorire il lento deflusso dellacqua e favorirne la percolazione nel terreno (es fossette trasversali sul pendio)

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LR 50/95 Art. 4
b) trasformazione in alto fusto del bosco, secondo un progetto di conversione, privilegiando il rilascio delle matricine e delle specie simbionti con i tartufi

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LR 50/95 Art. 4
Le tartufaie dopo il taglio del bosco ceduo smettono per un certo periodo di produrre (talvolta subito dopo il taglio si hanno delle produzioni molto elevate) e riprendono tale attivit quando i polloni si sono di nuovo accresciuti (dopo 4-6 anni) La maggior parte delle leggi regionali in materia di tartufi prevede la conversione dei cedui in fustaia come metodo di miglioramento delle tartufaie naturali. La fustaia, della giusta densit in relazione alle diverse specie di tartufo, pu essere una buona forma di conduzione dei boschi tartufigeni

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LR 50/95 Art. 4 c) eliminazione della vegetazione infestante;

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LR 50/95 Art. 4

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LR 50/95 Art. 4

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LR 50/95 Art. 4

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LR 50/95 Art. 4

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LR 50/95 Art. 4
d) sarchiature superficiali dellarea coltivata; dette sarchiature non devono essere effettuate in terreni a forte pendenza; e) sfoltimento dei polloni sulle ceppaie e, se in presenza di vegetazione eccessivamente fitta, diradamenti selettivi di piante arboree; f) irrigazioni e pacciamature; g) adozione, in prossimita della tartufaia, di pratiche agricole rispettose dellecosistema tartufigeno.

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LR 50/95 Art. 4
3. E considerata operazione di incremento di tartufaia naturale, linserimento, senza danneggiamento della stessa, di piantine tartufigene di specie idonea, preventivamente micorrizate, nella tartufaia naturale da migliorare od in prossimit della stessa, in terreno vocato, in numero non inferiore a 30 piante /Ha.

4. Qualora linserimento di piante tartufigene non possa essere effettuato in terreno vocato rispettando le caratteristiche e gli equilibri della tartufaia, il Comune competente per territorio puo derogare a quanto previsto dal comma 3, sentito il parere dellARSIA

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pratiche di miglioramento delle tartufaie controllate riepilogo


Miglioramento della regimazione delle acque superficiali (scoline, fossette, etc.) Conversione del bosco ceduo in alto fusto Eliminazione della vegetazione infestante Sarchiature superficiali dellarea coltivata Sfoltimento dei polloni sulle ceppaie Irrigazioni e pacciamature Adozione, in prossimit della tartufaia, di pratiche agricole rispettose dellecosistema tartufigeno

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LR 50/95 Art. 5

1. Per tartufaie "coltivate" si intendono quelle costituite da impianto ex-novo di piante tartufigene, preventivamente micorrizate, in numero non inferiore a 100 piante /ha.
2. Detti impianti dovranno essere realizzati in ambienti vocati, evitando il danneggiamento o la distribuzione di tartufaie naturali produttive preesistenti.

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tartufaie coltivate

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Regolamento forestale della Toscana ARTICOLO 57


Tutela delle aree di effettiva produzione di tartufi 1. Per aree di effettiva produzione di tartufi si intendono quelle individuate come tali negli strumenti urbanistici comunali ai sensi dell'articolo 15, comma 3 della legge regionale 11 aprile 1995, n. 50 (Norme per la raccolta, coltivazione e commercio di tartufi freschi e conservati destinati al consumo e per la tutela e valorizzazione degli ecosistemi tartufigeni). 2. Al fine di tutelare la produzione di tartufi e la vegetazione arborea e arbustiva simbionte nelle aree sottoposte a vincolo idrogeologico di cui al comma 1, si applicano le seguenti norme:

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Regolamento forestale della Toscana ARTICOLO 57


a) il limite diametrico di cui all'articolo 55, comma 1, lettera a) fissato in 25 centimetri per le seguenti specie:
Quercus sp.pl. Querce Populus alba pioppo bianco;

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Regolamento forestale della Toscana ARTICOLO 57


b) fatti salvi gli impianti di arboricoltura da legno realizzati ai sensi dell'articolo 66 della legge forestale sono consentite nuove piantagioni di essenze arboree unicamente delle seguenti specie:
Quercus sp.pl. Querce Carpinus betulus L. carpino bianco Salix alba L. salice bianco Tilia platyphyllos Scop. Tiglio Populus alba L. pioppo bianco Pinus pinea L. pino domestico Pinus laricio Poiret pino laricio; Ostrya carpinifolia Scop. carpino nero Corylus avellana L. nocciolo Salix caprea L. salicone Tilia cordata Miller. tiglio selvatico Populus nigra L. pioppo nero Pinus nigra Arnold pino nero

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Regolamento forestale della Toscana ARTICOLO 57


c) non sono consentite lavorazioni del terreno di profondit superiore a 30 centimetri nell'area d'insidenza della chioma di piante arboree eventualmente presenti.

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Tecniche di raccolta dei tartufi (1/2)


opportuno rispettare il calendario restrittivo di raccolta in modo da lasciare sul posto i primi e gli ultimi tartufi che Imaturano in ogni stagione (arricchire il terreno di spore) TARTUFI FUNGHI ASCOMICETI

FUNGHI IPOGEI

FUNGHI SIMBIONTI O buona norma rinterrare eventuali tartufi rinvenuti avariati


La raccolta deve essere effettuata con lausilio del cane e con lapposito utensile (vanghetto) Si devono raccogliere esclusivamente tartufi ben maturi

MICORRIZICI

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Tecniche di raccolta dei tartufi (2/2)


Occorre scavare esclusivamente dove ha indicato il cane senza allargare eccessivamente la buca
La buca deve essere accuratamente riempita con la terra di scavo Non si devono raccogliere i tartufi nelle ore notturne

Le eventuali radici incontrate nello scavo devono essere rispettate

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La raccolta dei tartufi con cane e vanghetto

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