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Calabria - Professione medica, parla Mallamaci

di Maria Francesca Calvano • 24 Gennaio 2008 • Categoria: calabria

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«Tutti devono sforzarsi, e con tutti i mezzi a disposizione, di onorare la mai troppo abusata retorica
secondo la quale il medico esercita una missione».
Questo il cuore della nostra intervista con Leandro Mallamaci, medico pediatra e consulente tecnico
d’ufficio di tribunale, che abbiamo incontrato in un periodo non facile per la sanità.

Dottor Mallamaci, chi è il medico oggi?


«Molto si è discusso sulla figura del medico, analizzata tanto
dal punto di vista della professionalità che da quello della sua
moralità, o per meglio dire della sua umanità. Entrambi gli
aspetti debbono partecipare e supportare il quotidiano operato
del bravo medico.
Se è vero che la preparazione continuerà ad essere il parametro
più valido per distinguere il medico più o meno abile, è
altrettanto vero che la medicina non è fatta solo di farmaci e di
procedure burocratiche, ma è anche fondata su una diagnosi
accurata e sul rapporto tra medico di fiducia e paziente».
Che genere di approccio suggerisce?
«Non vi è più alcun dubbio, come la stessa letteratura scientifica ha più volte evidenziato, sull’utilità e
sugli enormi benefici apportati ad una relazione medico-paziente che si basi sulla logica “confiance”,
cioè su fiducia, confidenza e familiarità».
Quali sarebbero questi benefici?
«Il paziente si approssimerebbe alle cure e alle terapie con spirito di sicura collaborazione e favorevole
predisposizione mentale, garantite dalla stima che egli nutre nei confronti del professionista, non più
visto come “dispensatore” di servizi e favoritismi ma di salute. L’utente medio è ben lungi dal ricercare
quelle prestazioni altamente professionali che i dirigenti sono in grado di fornire, quasi sempre si
accontenta di prestazioni, per così dire, di tipo “clientelare”. Mi riferisco alla continua domanda di
semplici ricette e prescrizioni, o addirittura veri e propri favori che poco hanno da spartire con la tutela
della salute del cittadino».
Dovrebbe attuarsi una sorta di rivoluzione nel rapporto tra medico e paziente?
«Sì, ma va ribadito con forza che non è in discussione la salvaguardia della professionalità della
categoria ma l’abbattimento di una mentalità ormai consolidata negli anni e spesso favorita dalla
compiacenza di parte della categoria stessa. Nessuno intende negare le precise responsabilità che
gravano sul singolo professionista, talvolta coinvolto in peccati tutt’altro che veniali».
È questo il segreto di un servizio sanitario efficiente?
«La creazione di un rinnovato rapporto tra medico e paziente è soltanto il primo passo dei tanti che
occorrerebbe fare. Detto che un servizio sanitario è efficiente quando riesce ad assicurare la tutela della
salute intesa come bene della collettività e detto anche che risulterebbe utopistico oltrechè pretenzioso
configurare un sistema sanitario assolutamente perfetto, è pur vero che l’attuale organizzazione si
caratterizza più per i propri demeriti e le proprie lacune che per i suoi pregi».
È una critica al sistema sanitario?
«Il processo di regionalizzazione del servizio sanitario sta risultando, alla prova dei fatti, sbagliato nella
forma e nella sostanza. Se l’intento voleva essere quello di decentrare prestazioni e servizi ad un organo
“più vicino” al cittadino, quindi maggiormente in grado di capirne e soddisfarne i bisogni, è
indubitabile che l’unico effetto tangibile sia stato quello di provocare il timore che ci si stia avviando
ineluttabilmente verso un sistema assicurativo privato che colpirà sempre più le classi sociali povere».
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Maria Francesca Calvano


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Una risposta »
1. Leandro Mallamaci on Maggio 26 2008 at 2:51 pm:
Fra qualche settimana a paola si discuterà di contenzioso medico legale nell’ ambito di un
congresso medico. Anticipo il contenuto della mia relazione nel seguente link:
http://www.portfolioitalia.info/ammin/immagini/documenti/Malpractice%20e%20medicina%20
difensiva1.pdf
Leandro Mallamaci
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