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Appunti di

ELETTRONICA APPLICATA L-A


Febbraio - Giugno 2009
Appun su oscillatori e mulvibratori raccol durante le lezioni del corso di Elet-
tronica Applicata L-A alla facolt di Ingegneria c.d.l. in Eleronica tenute dal prof.
R. Rova, a cura di Francesco Con
INDICE DEI CONTENUTI
Oscillatori sinusoidali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
Equazione di Van der Pol . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
Oscillatori a bipoli parlanti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
Bipoli esse/enne realizzati con due-porte . . . . . . . . . . . . . . 8
Bipoli esse/enne realizzati con amplicatori operazionali . . . . . 12
Bipoli esse/enne realizzati con transistor . . . . . . . . . . . . . . 16
Bilancio armonico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
Filtri passabanda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25
Oscillatori realizzati con due-porte . . . . . . . . . . . . . . . . . 26
Oscillatore con opamp e rete RLC . . . . . . . . . . . . . . . . . 27
Oscillatore a ponte di Wien . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31
Oscillatori a pi greco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
Oscillatori al quarzo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38
Comportamento aine in un oscillatore . . . . . . . . . . . . . . 39
Multivibratori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43
Astabili . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43
Monostabili . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 47
Appendice A: Link . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49
Appendice B: Modelli e listati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50
Modello SPICE dellamplicatore operazionale . . . . . . . . . . . 50
Licenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52
1
OSCILLATORI SINUSOIDALI
Equazione di Van der Pol
Ci possiamo chiedere se sia possibile costruire un oscillatore sinusoidale ulizzan-
do un circuito lineare, caraerizzato da un'equazione dierenziale
a
n
x
(n)
+a
n1
x
n1
+ +a
1
x

+a
0
x = 0
Passando all'equazione caraerisca,
a
n
s
n
+ +a
0
s = 0
le cui soluzioni sono
s
j
=
j
+i
j
con molteplicit n
j
Possiamo dunque scrivere, in generale, la soluzione dell'equazione dierenziale
come
x(t) =

j
n
j
1

k=0
a
j,k
t
k
e
(
j
+i
j
)t
La condizione necessarie perch possa sussistere, a regime, una oscillazione,
che le soluzioni dell'equazione caraerisca siano puramente immaginarie, ov-
vero che
j
= 0 rigorosamente per ogni j. Un'altra condizione necessaria che
k = 0 rigorosamente: dunque tue le radici devono avere molteplicit 1.
Passando da questa descrizione puramente matemaca ad una pi sica e cir-
cuitale, immediato notare come
j
sia una funzione (eventualmente complessa
e ignota) dei parametri circuitali R, C, L, V
DD
ecc. Essendo ques ulmi parame-
tri sici, impossibile supporre che essi siano rigorosamennulli senza alcuna tol-
leranza: dunque impossibile avere un
j
rigorosamente nullo. Di conseguenza,
un oscillatore sinusoidale necessariamente non lineare.
Per individuare un possibile candidato oscillatore, cerchiamo di circoscriverne
le propriet. Un oscillatore sinusoidale deve essere un circuito con almeno due
ee reavi. Supponiamo infa di avere un unico eeo reavo: se x oscilla,
necessario che esista un

t tale che x si annulli, ovvero un punto di minimo o
massimo relavo (in ee, ne devono esistere inni!).
_
x(t) = F(x)
x(

t) = 0
Ne segue che
x(t) =
F(x)
x
x
x(

t) = 0
2
e cos via per tue le derivate: per ogni n > 0,

t : x
n
(

t) = 0
Questo signica che ogni sistema non lineare del primo ordine se arriva a un
massimo o ad un minimo si ferma l e dunque non pu oscillare. Sono dunque
necessari almeno due ee reavi.
Una terza condizione necessaria che l'oscillatore deve essere un circuito at-
vo, ovvero un circuito che eroga energia. Come soolineato prima, impossibi-
le che tu i parametri del circuito siano perfeamente deni: in parcolare,
impossibile che un qualunque circuito abbia resistenza rigorosamente nulla. Un
circuito con resistenza ma privo di alimentazione dissipa potenza, invece un oscil-
latore picamente un circuito in cui l'energia si trasferisce connuamente da
una forma all'altra (da elerica a magneca e viceversa). Questo si pu vede-
re facilmente nel modello di oscillatore pi ideale che abbiamo (che, in base a
quanto abbiamo deo, non pu funzionare), cio il circuito LC in gura 1: Tale
.
.
.L
.
.C
Figura 1: Circuito LC
circuito in teoria un circuito oscillante perfeo: come studiato in altri corsi, in
esso l'energia si trasferisce connuamente dall'essere immagazzinata nel campo
magneco dell'induanza all'essere immagazzinata nel campo elerico della ca-
pacit. In praca, c' sempre una qualche resistenza R parassita che fa dissipare
l'energia in calore. Come in questo, anche in qualunque altro circuito oscillante
necessaria una forma di alimentazione per reinserire nel circuito l'energia per-
sa nella resistenza. Matemacamente, un altro modo per reinserire energia nel
circuito sarebbe avere un trao di pendenza (ovvero resistenza dierenziale) ne-
gava nella caraerisca staca: vedremo che questo uno dei metodi con cui si
possono costruire oscillatori sinusoidali.
Purtroppo le tre condizioni che abbiamo individuato sono estremamente ge-
neriche e solonecessarie (nonsucien): potremmoimmaginare unnumeroin-
nito di equazioni dierenziali non lineari del secondo ordine, e non aao deo
che tue abbiano soluzioni oscillan. Fortunatamente, sono note dalla matema-
ca alcune parcolari equazioni non lineari aven soluzioni oscillan: la pi ule
nello studio degli oscillatori l'equazione di Van der Pol:

X +(X
2
1)

X +X = 0 (1)
3
con > 0. Possiamo gi indovnare che il comportamento sar simile a quello
previsto prima: per X grande, X
2
1 > 0 e si ha un comportamento di po resi-
svo, con l'energia che si dissipa. Per X
2
1 < 0, invece, si ha un comportamento
simile a quello di una resistenza negava, che inserisce energia nel circuito.
L'equazione di Van der Pol pu essere studiata matemacamente come un'e-
quazione dierenziale su un campo veoriale. Infa, ponendo Y =

X, si ha
che

Y +X
2
1Y +X = 0
ovvero
_

_
X(t +dt) X(t)
dt
= Y (t)
Y (t +dt) Y (t)
dt
=
_
X
2
(t) 1
_
Y (t) X(t)
_
X(t +dt) = X(t) +dt [Y (t)]
Y (t +dt) = Y (t) +dt
_

_
X
2
(t) 1
_
Y (t(X(t)

(2)
Quest'ulma forma ule soprauo perch permee di visualizzare le soluzioni
dell'equazione di Van der Pol su un piano (X, Y ): ogni punto del piano corrispon-
de ad uno stato del sistema descrio dall'equazione di Van der Pol. Ad ogni istante
t, sapendo che il sistema si trova in un certo stato (X, Y ) possiamo determinare
mediante l'equazione in che stato si trover all'istante (t +dt).
Una soluzione dell'equazione di Van der Pol banale: si traa di

X(t) = 0
Un sistema nello stato (X, Y ) = (0, 0) rimane fermo in tale stato, come del resto
ci possiamo aspeare poich Y =

X. Supponiamo di voler turbare lo stato del
sistema con un piccolo spostamento X: cosa accade? Dall'equazione di Van der
Pol,
_

X +X
_
+
_
(

X +X)
2
1
_
(

X +X)

+ (

X +X) = 0

+X

+
_

X
2
+ 2X

X 1
_
(

X +X)

+

X +X = 0


X

X +X = 0
Dall'equazione caraerisca di quest'ulma, ricaviamo che
s =

2
4
2
Dunque gli sta in cui il sistema entra dopo una sollecitazione X sono tu in-
stabili: se > 2, allora X = Ae
t
con > 0 e si parla di innesco esponenziale;
4
se invece < 2, allora X = Be
it
e si parla di innesco sinusoidale. Si pu dimo-
strare che entrambi ques inneschi portano il sistema verso un comportamento
oscillatorio; tuavia invalso nella praca l'uso del solo innesco sinusoidale. In
gura 2, riportato il comportamento di un oscillatore ad innesco sinusoidale nel
piano (X, Y ).
Figura 2: Oscillatore di Van der Pol ad innesco sinusoidale
Per elaborare un modello circuitale di un sistema descrio dall'equazione di
5
Van der Pol, cerchiamo di portare quest'ulma in una forma dierente:

X +(X
2
1)

X +X = 0

X +p

X +X = (X
2
1)

X +p

X
= X
2

X + (p +)

X

X +p

X +X =
_

3
X
3
+ (p +)X
_
Denendo una nuova funzione U, oeniamo la decomposizione di Lur'e:
_
_
_

U =

X +p

X +X
U =

3
X
3
+ (p +)X
(3)
In praca abbiamo spezzato l'equazione di Van der Pol in due equazioni, una dif-
ferenziale e lineare, l'altra non lineare ma algebrica. Questo un conceo fonda-
mentale, in quanto gli oscillatori da noi realizza si basano proprio sulla separa-
zione in due unit funzionali disnte e collegate: una lineare e reava, l'altra non
lineare e non reava.
Oscillatori a bipoli parlan
Come implementare in un circuito la decomposizione di Lur'e? Lo schema pi
immediato deriva dall'assumere che X e U siano l'una una corrente e l'altra una
tensione, oppure viceversa. Consideriamo il primo dei due casi:
_

V = L

I +R

I +
1
C
I
V =

3
I
3
+ (p +)I
(4)
La prima equazione evidentemente l'equazione di un'induanza lineare (un
circuito RLC serie), ovvero
Z =

X
= sL +G+
1
sC
La seconda equazione corrisponde invece ad un bipolo non lineare, dotato di una
caraerisca staca ad esse come da gura 3. Un bipolo come questo deo
un bipolo esse. Come si pu facilmente osservare dalla caraerisca, esso si ba-
sa proprio sul meccanismo accennato precedentemente: quando il bipolo lavora
nella zona a resistenza dierenziale posiva, dissipa energia e degrada il segnale,
quindi tende a spostarsi verso valori pi bassi di corrente e di tensione. A un certo
6
Figura 3: Caraerisca staca di un bipolo esse
punto, entra nella zona a resistenza dierenziale negava: qui il bipolo reimmee
energia nel circuito, mantenendo in moto l'oscillazione.
Anche se nel circuito non inclusa esplicitamente un'alimentazione, essa
implicitamente inclusa nel bipolo esse (e in parcolare nel trao a resistenza
negava).
Questo schema, in cui un bipolo esse e un ltro lineare sono collega l'u-
no all'altra, deo schema a bipoli parlan. Nella gura 4 schemazzato un
oscillatore a bipoli parlan del po appena descrio.
.
.
.B
S
.
.R
.
.
.L
.
.C
.
Figura 4: Oscillatore a bipoli parlan con bipolo esse
Dato che la X e la U dell'equazione di Van der Pol sono del tuo generiche,
7
non c' nulla che ci impedisca di scambiare fra loro i ruoli di tensione e corrente:
_

I = C

V +G

V +
1
L
V
I =

3
V
3
+ (p +)V
(5)
La prima equazione si riferisce sempre ad un normale circuito RLC (stavolta pa-
rallelo):
Y =

V
= sC +G+
1
sL
La seconda equazione, invece, riferita al bipolo duale al bipolo esse: il bipolo
enne, la cui caraerisca staca riportata in gura 5: Nella gura 6 riportato
Figura 5: Caraerisca staca di un bipolo enne
il circuito relavo a queste equazioni.
.
.
.B
N
. .
.
.R
.
.L
.
.C
. .
Figura 6: Oscillatore a bipoli parlan con bipolo enne
8
Bipoli esse/enne realizza con due-porte
Avendo suddiviso il nostro oscillatore in due bipoli, uno lineare e reavo, l'altro
non lineare e non reavo, rimane il problema di come realizzare il bipolo non
lineare in modo che abbia una caraerisca il pi simile a possibile a quella del
bipolo esse o enne ideale. Un metodo piuosto generale per costruire un bipolo
parcolare parre da un due-porte non lineare come quello in gura 7.
.
.R
. .
.
.
.
.
.V
1
. . .
.I
1
. .
.
.
.
.
.V
2
. . .
.I
2
Figura 7: Due porte non lineare non reavo
Linearizzando il doppio bipolo aorno ad un punto di riposo, possibile de-
scriverlo mediante una matrice impedenza o ammeenza; poich il bipolo non
reavo, la matrice sar in ee una matrice resistenza o conduanza. Natural-
mente, dato che il due-porte non lineare, il valore degli elemen della matrice
dipende dal punto di riposo scelto.
R =
_
r
i
r
r
r
f
r
o
_
V =
_
V
1
V
2
_
I =
_
I
1
I
2
_
V = R I
Se consideriamo il due-porte in condizioni ideali, cio con R
L
= e R
G
= 0,
R
i
= r
i

r
r
r
f
r
o
+R
L
r
i
> 0
R
o
= r
o

r
r
r
f
r
i
+R
G

det R
r
i
> 0
poich facile vericare che nella praca tali resistenze sono sempre posive
(altrimen avremmo gi un bipolo esse pronto). Ne segue che det R > 0, cio
r
i
r
o
> r
r
r
f
Possiamo anche assumere che una delle due
r
i
+r
o
r
r
> 0
r
i
+r
o
r
f
> 0
9
sia vera. Infa, se fossero entrambe false,
r
i
+r
o
< min(r
r
, r
f
) max(r
i
, r
o
) < min(r
r
, r
f
)
Da r
i
r
o
> r
r
r
f
discende che
_
max(r
i
, r
o
)
_
2

_
min(r
r
, r
f
)
_
2
> r
i
r
o
r
r
r
f
> 0
ma, per quanto osservato prima, se entrambe le ipotesi fossero false allora
_
max(r
i
, r
o
)
_
2

_
min(r
r
, r
f
)
_
2
< 0
Dunque almeno una delle due necessariamente vera. Potremmo ripetere una
dimostrazione simile ipozzando che entrambe le ipotesi siano vere: anche in
questo caso si giunge all'assurdo. Ne segue che una e solo una delle due ipotesi
vera: per i nostri scopi, vogliamo che sia vera
r
i
+r
o
r
r
> 0 (6)
Supponiamo ora di collegare a bipolo un due-porte in cui sia vericata la (6)
come in gura 8:
.
.R
. . .
.I
. .
.
.
.V
Figura 8: Bipolo esse realizzato mediante un due-porte
Abbiamo che
V = V
1
V
2
I = I
1
= I
2
e dunque
V =
_
r
i
r
r
r
f
+r
o
_
I
10
Il bipolo avr quindi una resistenza dierenziale
r
S
= (r
i
+r
o
r
r
)
_
1
r
f
r
i
+r
o
r
r
_
Se chiamiamo
A

=
r
f
r
i
+r
o
r
r
allora la resistenza dierenziale assume l'espressione
r
S
= (r
i
+r
o
r
r
)
_
1 A

_
(7)
Il segno di r
S
dipende unicamente da A

: per progeare un bipolo esse sar dun-


que suciente agire su A

in modo da oenere una r


S
negava in un trao e
posiva per al valori (in modulo) di I e V . Il bipolo esse un bipolo controllato
in corrente, e noamo che non a caso A

proprio il guadagno di corrente del


due-porte con un parcolare carico:
A

=
r
f
r
i
+r
o
r
r
= A
i

R
L
=r
i
r
r
Possiamo sfruare ragionamen duali per oenere da un generico due-porte
non lineare non reavo un bipolo enne. Consideriamo infa il circuito in gura
9:
.
.R
. . .
.I
. .
.
.
.
.
.V
Figura 9: Bipolo enne realizzato mediante un due-porte
In questo caso,
V = V
1
= V
2
I = I
1
+I
2
11
Quindi
I =
_
g
i
+g
r
+g
f
+g
o
)V
da cui, denendo A

come
A

=
g
f
g
i
+g
o
+g
r
oeniamo che la conduanza dierenziale del bipolo
g
N
= (g
i
+g
o
+g
r
)
_
1 A

_
(8)
In questo caso, A

un guadagno di tensione e in parcolare


A

=
g
f
g
i
+g
o
+g
r
= A
v

G
L
=g
i
+g
r
interessante osservare che il guadagno A

ha lo stesso valore (ma un signi-


cato diverso) nel bipolo esse e nel bipolo enne. Infa,
A

S
=
r
f
r
i
+r
o
r
r
=
g
f
g
i
+g
o
+g
r
= A

S
Un'altra osservazione importante che, se esistono pun di riposo per cui A

>
1, deve esistere anche qualche punto in cui A

= 1 e r
S
(o g
N
) si annulla: tu
i bipoli reali, infa, sono asintocamente passivi e quindi per I e V grandi in
modulo hanno A

< 1.
Bipoli esse/enne realizza con amplicatori operazionali
L'idea fondamentale del progeo di un oscillatore a bipoli parlan avere un
A

maggiore di 1 in un trao della caraerisca staca, in modo da avere una


resistenza (o conduanza) dierenziale negava. Risulta dunque naturale, per
oenere un guadagno A

maggiore di 1, l'idea di ulizzare un amplicatore. Lo


strumento pi versale per realizzare amplicatori con caraerische a nostro
piacimento senza dubbio l'amplicatore operazionale: cerchiamo dunque di
costruire un bipolo esse partendo da un opamp nella classica congurazione di
amplicatore non invertente (in gura 10). Nell'amplicatore in gura 10 stata
aggiunta una resistenza d'ingresso R
3
, poich nella congurazione non inverten-
te pura la resistenza d'ingresso dierenziale innita, e dunque l'amplicatore
non ha matrice R. Risulta evidente che, ulizzando per l'opamp un modello in cui
la zona ad alto guadagno ha A
d
= ,
r
i
= R
3
12
.. .
.R
1
.
.+
.
.
.V
in
.
.R
3
.
.
.R
2
.
.V
out
Figura 10: Amplicatore con opamp in congurazione non invertente
V
out
=
_
1 +
R
2
R
1
_
V
in
=
_
1 +
R
2
R
1
_
R
3
I
in
quindi la matrice delle resistenze
R =
_
R
3
0
_
1 +
R
2
R
1
_
R
3
0
_
possibile oenere un bipolo esse da questa congurazione?
A

=
r
f
r
i
+r
o
r
r
=
R
1
+R
2
R
1
> 1
Quindi, in alto guadagno, A

certamente maggiore di 1 e di conseguenza pos-


sibile ulizzare l'opamp per realizzare un bipolo esse (gura 11). Eeuiamo ora
l'analisi del circuito.
V = V
+
V
u
V
+
= R
3
I
13
.. .
.R
1
.
.+
.
..
.I
.
.R
3
.
.
.R
2
. . .
.
.V
Figura 11: Bipolo esse con opamp in congurazione non invertente
SAT
+
: V
u
= +V
uM
V = R
3
I V
uM

dV
dI
> 0
V
+
> V

I > V
uM
R
1
R
3
(R
1
+R
2
)
SAT

: V
u
= V
uM
V = R
3
I +V
uM

dV
dI
> 0
V
+
< V

I < V
uM
R
1
R
3
(R
1
+R
2
)
HG : V
u
=
_
1 +
R
2
R
1
_
V
+
V =
R
2
R
3
R
1
I
dV
dI
< 0

R
1
R
3
(R
1
+R
2
)
V
uM
I +
R
1
R
3
(R
1
+R
2
)
V
uM
Dunque questo bipolo si comporta eevamente come un bipolo esse. In gu-
ra 12 riportata la caraerisca staca di questo bipolo, oenuta tramite una
simulazione SPICE in cui stato ulizzato un modello a caraerisca cubica per
l'opamp (vedi Appendice B).
Poich questa caraerisca non ha la forma di una cubica perfea come quel-
la teorica, non abbiamo per ora alcuna certezza matemaca sul fao che questo
14
Figura 12: Caraerisca I(V ) del bipolo esse con opamp non invertente
bipolo, connesso con un opportuno ltro, oscilli; siamo per rassicura perch il
meccanismo della resistenza negava presente.
In maniera assolutamente duale, possibile ulizzare un opamp per realizzare
un bipolo enne: consideriamo il circuito in gura 13.
.. .
.R
1
.
.+
.
..
.I
. .
.V
.
.R
2
.
.R
4
Figura 13: Bipolo enne con opamp in congurazione non invertente
I =
_

_
1
R
4
(V V
uM
) in SAT
+
1
R
4
(V +V
uM
) in SAT

1
R
4
R
2
R
1
V
15
Figura 14: Caraerisca staca di un bipolo enne realizzato con un opamp
Bipoli esse/enne realizza con transistor
Un opamp un circuito dotato di propriet estremamente uli, ma grande e
costuito di un numero elevato di componen elementari: spesso non possibile
ulizzarlo nei circui integra. Nasce dunque la necessit di realizzare oscillatori
con componen non lineari pi elementari.
Per oenere un bipolo esse o enne, abbiamo bisogno di un A

> 1. Con op-


portune approssimazioni quali omeere l'eeo body per i MOS e l'eeo Early
per i BJT, si possono oenere espressioni formalmente simili per i guadagni di
tensione dei tre stadi elementari equivalen:
EC / SC A
v
=
g
m
g
d
+G
L
CC / DC A
v
=
g
m
g
m
+g
d
+G
L
BC / GC A
v
=
g
m
+g
d
g
d
+G
L
Lo stadio EC/SC invertente (a noi invece serve A

> 0), il CC/DC guadagna


meno di 1, il BC/GC guadagna pi di 1 ma in modo molto dipendente dal carico;
16
per realizzare un bipolo esse come si conviene avremo dunque bisogno di una
cascata di (almeno) due transistor.
Una combinazione intelligente, in tecnologia bipolare, la cascata di un BC
(elevato guadagno) con un CC (disaccoppiamento dal carico): consideriamo quin-
di il circuito in gura 15. Analizziamo il circuito, supponendo che V
BE1
V
BE2
,
.
.
.Q
1
.
.
.R
.V
CC
.V
CC
.
.Q
2
. .
.I
. . .
.
.V
.
.
.
.I
1
.
.
.
.
.I
2
.
Figura 15: Bipolo esse con cascata di stadi BC-CC
ovvero che i due transistor lavorino nella medesima regione di funzionamento.
V = V
BE1

_
V
CC
R(I
C1
I
B2
) V
BE2
_

V
CC
+RI
C1
In regione normale direa,
I
E1
+I = I
1
, I
E
I
C
I
C1
I
1
I
V = R(I
1
I) V
CC
e quindi
r
S
=
dV
dt
R < 0
Per I = 0, V = V

= RI
1
V
CC
; se Q
1
spento, I = I
1
, mentre se Q
2
spento,
I = I
2
: abbiamo dunque una resistenza r
S
negava in un trao e nulla negli
altri due: un altro bipolo esse.
Naturalmente esiste un circuito CMOS del tuo equivalente, riportato in gu-
ra 16 Il circuito, come si pu intuire, analogo a quello bipolare. Analizziamolo,
17
.
.
.M
1
.
.
.R
.V
DD
.V
DD
.
.M
2
. .
.I
. . .
.
.V
.
.
.
.I
1
.
.
.
.
.I
2
.
Figura 16: Bipolo esse con cascata di stadi GC-DC
ponendo per comodit K =

2
:
V = V
GS1

_
V
DD
RI
D1
V
GS2
_
=
=

I
D1
K
V
DD
+RI
D1
+

I
D2
K
=
=

I
1
I
K
V
DD
+R(I
1
I) +

I
2
+I
K
r
S
=
dV
dI
= R +
1

K
_
1
2

I
2
I
+
1
2

I
2
+I
_
Per controllare se r
S
posiva o negava, verichiamo se ha un punto di minimo:
dr
S
dI
=
1
4

K
_
(I
2
+I)
3
2
+ (I
1
I)
3
2
_
= 0 per I =
I
1
I
2
2
r
S

I=
I
1
I
2
2
= R +
1

K
_

2

I
1
+I
2
_
< 0
r
S
tanto pi negava (e lo in un trao pi largo) tanto pi grande. In eet-
, possiamo osservare che un elevato rende un transistore MOS pracamente
idenco ad un bipolare: la caraerisca staca quindi uguale a quella ragurata
in gura ??.
Una congurazione alternava per oenere un bipolo esse una cascata CC-
BC: ad esempio, per il caso di transistor bipolari, studiamo il circuito di gura 17.
18
.
.
.Q
1
.
.
.R
.V
CC
.V
CC
.
.Q
2
. ..
.I
. . .
.
.V
.
.
.
.I
2
.
.
.
.
.I
1
.
Figura 17: Bipolo esse con cascata di stadi CC-BC
In regione normale,
V = V
BE2
V
BE1
(V
CC
R(I
C2
+I))
= V
CC
+RI
C2
+RI
I
2
= I
E2
+I
E1
=

F
+ 1

F
I
C2
+ (
F
+ 1)(I I
1
)
V = V
CC
+RI +R

F

F
+ 1
I
2
R
F
I +R
F
I
1

r
S
=
dV
dI
= R(1
F
) < 0
Se Q
1
spento, I = I
2
+
I
1

F
+1
; se Q
2
spento, invece, I = I
2
. Dunque anche
questo un bipolo esse.
Bilancio armonico
Supponiamo ora di voler ulizzare uno dei bipoli esse studia in precedenza insie-
me ad un ltro per creare un oscillatore. La resistenza dierenziale negava del
bipolo esse ci garansce l'instaurarsi dell'oscillazione, ma come selezionare un'u-
nica frequenza perch l'oscillazione sia sinusoidale? Per capirlo, ule analizzare
pi in profondit la decomposizione di Lur'e. Ragioniamo in modo generale, ab-
bandoniamo cio l'ipotesi di considerare U e X della (3) una tensione ed una
19
corrente; parleremo piuosto di due segnali x(t) e y(t), di conseguenza la de-
composizione di Lur'e si traduce in uno schema unilare come quello in gura 18.
La decomposizione di Lur'e una forma dierente dell'equazione di Van der Pol,
. ..
.
.NLNR
..
.
. .
.y(t)
.LR
. .
.x(t)
Figura 18: Oscillatore con blocchi lineare-reavo e non lineare-non reavo
per cui possiamo supporre sin dall'inizio che x(t) e y(t) siano segnali periodici.
Possiamo escludere che y(t) sia una sinusoide: se lo fosse, infa, lo dovrebbe es-
sere anche x(t) poich un blocco lineare produce in uscita un segnale sinusoidale
solo se ha in ingresso un altro segnale sinusoidale. Ma allora, il blocco NLNR non
sarebbe davvero non lineare, poich per denizione un blocco che ha in ingres-
so una sinusoide e produce in uscita una sinusoide un blocco lineare. Dunque
abbiamo speranze che x(t) possa essere una sinusoide, ma y(t) di sicuro non lo
.
Paramo dall'ipotesi che x(t) sia eevamente una sinusoide, dato che que-
sto il nostro obievo nale:
x(t) = x
0
+x
1
cos(2f
0
t)
Senza perdita di generalit, consideriamo nullo lo sfasamento di x(t). Il blocco
NLNR non reavo, per cui
y(t) = F
_
x(t)
_
dove F una funzione non lineare. Dalla non-reavit di NLNR si deduce che
y(t +T) = F
_
x(t +T)
_
= F
_
x(t)
_
= y(t)
per cui y(t) un segnale periodico non sinusoidale. In modo simile possiamo
vericare che y(t) pari:
y(t) = F
_
x(t)
_
= F
_
x(t)
_
= y(t)
20
Essendo pari e periodico, y(t) si pu scrivere soo forma di serie di Fourier di soli
coseni:
y(t) =

k=0
y
k
cos(2kf
0
t)
dove
y
0
=
1
T
T
2

T
2
y(t) dt
y
k
=
2
T
T
2

T
2
y(t) cos(2kf
0
t) dt
Il blocco LR un ltro lineare, per cui possibile scriverne l'uscita come
x(t) =

k=0
y
k

H(kf
0
)

cos
_
2kf
0
t + arg H(kf
0
)
_
x
0
+x
1
cos(2ft) =

k=0
y
k

H(kf
0
)

cos
_
2kf
0
t + arg H(kf
0
)
_
(9)
dove H(f) la funzione di trasferimento del ltro lineare e reavo. La (9) l'e-
quazione che regola l'oscillazione. Possiamo suddividerla in una serie di equazioni
armonica per armonica:
_

_
x
0
= y
o

H(0)

cos(arg H(0)), k = 0
x
1
cos(2ft) = y
1

H(f
0
)

cos(2f
0
t + arg H(f
0
)), k = 1
0 = y
k

H(kf
0
)

cos(2kf
0
t + arg H(kf
0
)), k > 1
(10)
L'ulma equazione delle 10 non si pu risolvere imponendo che y
k
= 0 per k > 1:
dobbiamo imporre che il ltro sia selevo, cio che
y
k
= 0 H(kf
0
) = 0 (11)
Nessun ltro reale soddisfa rigorosamente questa condizione, ma non importa:
suciente che le frequenze mulple di f siano fortemente abbaute. La prima
equazione delle 10 riguarda la frequenza 0: qui H(0) reale, dunque
x
0
= y
0
H(0) (12)
A frequenza f, ovvero per k = 1, dobbiamo invece imporre che arg H(f) sia o 0 o
, altrimen y(t) non pu essere scria in forma di soli coseni non sfasa (contra-
riamente a ci che abbiamo precedentemente dimostrato). Questa imposizione
si pu scrivere come
ImH(f
0
) = 0 (13)
21
Questa, come si pu notare, in eel'equazione che denisce la frequenza f di
lavoro dell'oscillatore. Se questa condizione soddisfaa, allora la seconda delle
10 impone che
x
1
= y
1
H(f
0
) (14)
cio l'equazione da cui si ricava l'ampiezza dell'oscillatore. Le equazioni (11), (12),
(13), (14) descrivono le imposizioni che dobbiamo fare anch un oscillatore
composto da un blocco LR in retroazione con un blocco NLNR (18) produca una
x(t) sinusoidale: tali condizioni sono dee di bilancio armonico. Riassumendo, si
ha che
_

_
x
0
= H(0)
1
T
T
2

T
2
F
_
x
0
+x
1
cos(2f
0
t)
_
dt
x
1
= H(f)
2
T
T
2

T
2
F
_
x
0
+x
1
cos(2f
0
t)
_
cos(2f
0
t) dt
ImH(f
0
) = 0
(15)
con la raccomandazione aggiunva che il ltro H(f) deve essere il pi possibile
selevo. In gura 19 sono visualizza, nel dominio delle frequenze, una possibile
y(t) e la funzione di trasferimento H(f) del ltro lineare e reavo.
Figura 19: Filtro LR nel caso di un blocco NLNR generico
Un ltro passa-banda come quello in gura 19 pu essere dicile e facoso
da realizzare: possibile realizzare un oscillatore solo con un passa-basso? S, a
pao che y(t) non abbia componente connua: una condizione suciente an-
ch ci avvenga che F sia una funzione dispari. Infa, per imporre che x
0
= 0,
22
dobbiamo imporre che
0 =
1
T
T
2

T
2
F
_
x
1
cos(2ft)
_
dt =
=
1
T

F
_
x
1
cos()
_
d
1
2f
=
0 =
1


0
F
_
x
1
cos
_
d
condizione che si verica quando F dispari; il ragionamento pu essere ripetu-
to allo stesso modo per tue le frequenze che siano un mulplo pari di f: se ne
deduce che se F dispari, allora y(t) non ha frequenze pari. Se questo avviene, il
ltro pu essere un passa-basso (ma sempre con due ee reavi!) e le speci-
che di progeo del ltro possono essere rilassate. In gura 20 disegnato questo
caso pi favorevole.
Figura 20: Filtro LR nel caso di un blocco NLNR con F dispari
Se manteniamo l'ipotesi tu'altro che irrealisca di voler realizzare un oscilla-
tore che non generi una componente connua, cio tale che x
0
= 0 e y
0
= 0, pos-
siamo trovare un metodo migliore per imporre le condizioni di bilancio armonico
rispeo alle equazioni (15), che scrie come sono appaiono dicilmente risol-
vibili e necessitano di metodi numerici per essere eevamente ulizzate. Allo
scopo di trovare un'espressione migliore, introduciamo una funzione descriva
della non linearit, denita come
K(x
1
) =
y
1
(x
1
)
x
1
(16)
La funzione descriva non una costante, ma una funzione dell'ampiezza x
1
della
sinusoide x(t). Tramite questa notazione, dall'equazione 14 possiamo dedurre
23
che
H(f
0
)K(x
1
) = 1 (17)
che dea equazione di bilancio armonico. Le funzioni descrive hanno solita-
mente valore assoluto decrescente, a causa del fao che le non linearit general-
mente per al valori di x
1
saturano (esistono anche linearit per cui questo non
vale, ma non le traeremo):
lim
x
1

y
1
R K(x
1
)
x
1

0
Per x
1
0, invece,
y(t) F(0) +F

(0)x
1
cos(2ft)
quindi
y
1
x
1
F

(0) lim
x
1
0
+
K(x
1
) = F

(0)
Poich, nella maggior parte dei casi, K(x
1
) decrescente, dall'equazione di bi-
lancio armonico discende che
F

(0)H(f
0
) 1
Abbiamo nora supposto che l'oscillatore sia sempre stato oscillante; in realt
evidente che ci non vero. Ispirandoci ancora all'equazione di Van der Pol, pos-
siamo supporre di innescare l'oscillazione in modo sinusoidale. All'inizio non avre-
mo alcuna oscillazione, dunque x
1
= 0; linearizzando il sistema aorno a questo
punto di riposo si ha che, poich K(0) F

(0), si ha un'innesco sinusoidale se


F

(0)H(s) = 1
ha radici con parte reale posiva (per imporre l'instabilit) e complesse coniugate
(per imporre l'innesco sinusoidale).
Ora che abbiamo studiato deagliatamente tui passi, possiamo riassumere
il progeo di un oscillatore sinusoidale cos:
1. facciamo in modo che il sistema composto dai blocchi LR e NLNR sia insta-
bile con innesco sinusoidale, imponendo che
F

(0)H(s) = 1
abbia radici con Res > 0 e Ims = 0;
2. progeamo il ltro LR perch selezioni la frequenza f
0
e imponiamo che
ImH(f
0
) = 0
perch il bloccoLRnonsfasi (o sfasi di se il bloccononlineare invertente)
alla frequenza di oscillazione f
0
;
24
3. imponiamo che l'oscillazione si stabilizzi con un'ampiezza x
1
mediante l'e-
quazione di bilancio armonico
H(f
0
)K(x
1
) = 1
4. tesamo l'oscillatore con SPICE!
Filtri passabanda
Finora abbiamo considerato quasi esclusivamente la parte non lineare degli oscil-
latori, poich la pi dicile da progeare. Consideriamo qui un esempio di parte
lineare, un ltro passabanda la cui funzione di trasferimento
H(j) =
A
vmax
j

0
Q
1 +
j

0
Q


2

2
0
(18)
dove si pu mostrare che la banda passante B
B

0
Q
Supponiamo di realizzare questo generico ltro passabanda mediante il circuito
in gura 21 (ovviamente non si traa dell'unico schema che realizza questo ltro):
.
.
.R
1
. .
.L
.
.C
.
.V
out
.V
in
.
.R
2
.
Figura 21: Filtro RLC passabanda
Scrivendo le equazioni del circuito,
V
out
(s) =
R
2
R
1
+R
2
+sL +
1
sC
V
in
(s) =
H(s) =
R
2
R
1
+R
2
+sL +
1
sC
=
=
sCR
2
1 +sC(R
1
+R
2
) +s
2
LC
25
Confrontando con la (18), si trova facilmente che

0
=
1

LC
A
vmax
= H(
0
) =
R
2
R
1
+R
2
Q =

L
C
1
R
1
+R
2
Cos tre parametri fra R
1
, R
2
, L, C sono determina. Per determinare il quarto,
possiamo ad esempio imporre di avere una determinata impedenza d'ingresso
alla frequenza
0
:
Z
in
=
sC(R
1
+R
2
) +sLC + 1
sC
Z

in
= Z
i
n(
0
) = R
1
+R
2
da cui possiamo determinare tu e quaro i parametri:
R
1
= Z

in
(1 A
vmax
)
R
2
= Z

in
A
vmax
L
1
=
QZ

in
2f
0
C
1
=
1
2QZ
in
f
0
Oscillatori realizza con due-porte
Come gi soolineato nella sezione sul bilancio armonico, non assolutamente
necessario considerare le due variabili di stato U e X come una tensione e una
corrente; se abbandoniamo questa interpretazione, ma ciononostante rispea-
mo l'equazione di bilancio armonico, possiamo elaborare nuovi e pi ecien
schemi di oscillatori. Supponiamo dunque di ulizzare come modello per la parte
LR una matrice impedenza Z:
_
V
1
V
2
_
= Z
_
I
1
I
2
_
e la parte NLNR con due funzioni F
1
e F
2
:
_
F
1
(V
1
, V
2
, I
1
, I
2
) = 0
F
2
(V
1
, V
2
, I
1
, I
2
) = 0
26
Scendendo nel deaglio, possiamo pensare ad uno schema come il seguente
per il blocco NLNR:
_
I
1
= gV
1
V
2
= F(V
1
)
corrispondente ad un circuito come quello in gura 22: Questo blocco eviden-
.
. . .
.I
1
.
.g
.
.V
1
. +
.
.
.
.V
2
.F(V
1
)
. . .
.I
2
Figura 22: Blocco NLNR controllato in tensione
temente adao ad essere realizzato mediante un amplicatore operazionale.
Un'altra possibilit, ancora pi potente, la seguente:
_
I
1
= gV
1
I
2
= F(V
1
)
corrispondente ad un circuito come quello in gura 23: In questo caso il blocco
.
. . .
.I
1
.
.g
.
.V
1 .
.
.
.V
2
.
.F(V
1
)
. . .
.I
2
Figura 23: Blocco NLNR a transconduanza
NLNR realizzabile con un unico transistor! Questa un'evidente verica del fat-
to che il modello a due porte permee di realizzare oscillatori che non possono
essere realizza mediante il modello a bipoli parlan.
Oscillatore con opamp e rete RLC
Consideriamo l'oscillatore in gura 24. Il ltro RLC ha funzione di trasferimento
H(s) =
V
1
V
2
=
sRC
s
2
LC +sRC + 1
27
.
.
.+
. .
.
.R
1
.
.R
2
.
.L
. .
.C
.
.V
1
.
.V
2
.
.R
.
Figura 24: Oscillatore con opamp e rete RLC
Il blocco NLNR invece un amplicatore non invertente:
V
2
= F(V
1
) =
_

_
V
uM
se V
1
< V
uM
R
1
R
1
+R
2
V
uM
se V
1
> V
uM
R
1
R
1
+R
2
V
1
_
1 +
R
2
R
1
_
altrimen
Imponiamo nell'equazione caraerisca che l'oscillatore sia instabile con in-
nesco sinusoidale:
F

(0)H(s) = 1

R
1
+R
2
R
1
sRC = s
2
LC +sRC + 1
s
2
LC +sRC
_
1
R
1
+R
2
R
1
_
+ 1 = 0
s
2

R
2
R
R
1
L
s +
1
LC
= 0
=
_
R
2
R
R
1
L
_
2

4
LC
< 0
R
2
R
R
1
L
<
2

LC
28
Imponiamo ora che il ltro lavori alla frequenza f
0
:
ImH(f
0
) = 0
Im
_
j2f
0
RC
4
2
f
2
0
LC +j2f
0
RC + 1
_
= 0
Re
_
4
2
f
2
0
LC +j2f
0
RC + 1
_
= 0
f
0
=
1
2

1
LC
Cerchiamo ora di calcolare K(x
1
). Posto T =
1
f
0
, A
v
= 1 +
R
2
R
1
, e chiamando
t

l'istante per cui V


1
= V
uM
R
1
R
1
+R
2
, si ha che
y
1
=
2
T
T
2

T
2
F
_
x
1
cos(2f
0
t)
_
cos(2f
0
t) dt =
=
4
T
T
2
0
F
_
x
1
cos(2f
0
t)
_
cos(2f
0
t) dt =
=
4
T
_

0
V
uM
cos(2f
0
t) dt +
T
2
t

A
v
x
1
cos
2
(2f
0
t) dt+
+
T
2
T
2
t

V
uM
cos(2f
0
t dt
_
=
=
4
T
_
2V
uM

0
cos(2f
0
t) dt +A
v
x
1
T
2
t

cos
2
(2f
0
t) dt
_
=
=
4
T
_
2V
uM

0
cos(2f
0
t) dt +A
v
x
1
T
2
t

_
1
2
+
1
2
cos(4f
0
t)
_
dt
_
Per t = t

, V
1
= V
uM
R
1
R
1
+R
2
, dunque
x
1
cos(2f
0
t

) = V
uM
R
1
R
1
+R
2

cos(2f
0
t

) =
V
uM
x
1
R
1
R
1
+R
2

=
1
2f
0
arccos
_
V
uM
A
v
x
1
_
Poniamo x

=
V
uM
A
v
. Quindi,
x

x
1
= cos(2f
0
t)
29
Ne segue che
y
1
=
4
T
_
2V
uM

0
cos(2f
0
t) dt +A
v
x
1
T
2
t

_
1
2
+
1
2
cos(4f
0
t)
_
dt+
_
=
=
4
T
_
2V
uM
_
sin(2f
0
t)
2f
0
_
t

0
+
A
v
x
1
2
[t]
T
2
t

t
+
A
v
x
1
2
_
sin(4f
0
t)
4f
0
_T
2
t

_
=
=
4V
uM

1
_
x

x
1
_
2
+A
v
x
1

2A
v
x
1

arccos
_
x

x
1
_

2A
v
x

1
_
x

x
1
_
2
=
= A
v
_
_
4x

1
_
x

x
1
_
2
+x
1

2x
1

arccos
_
x

x
1
_

2x

1
_
x

x
1
_
2
_
_
=
y
1
= A
v
_
_
x
1
_
1
2

arccos
_
x

x
1
__
+
2x

1
_
x

x
1
_
2
_
_
Quindi, la funzione descriva
K(x
1
) =
y
1
x
1
=
_

_
A
v
se x
1
< x

A
v
_
_
1
2

arccos
_
x

x
1
_
+
2x

x
1

1
_
x

x
1
_
2
_
_
altrimen
La funzione descriva K(x
1
) rappresentata in gura 25. Possiamo quindi im-
porre il bilancio armonico
K(x
1
)H(f
0
) = 1
Poich, come dimostrato sopra, H(f
0
) = 1,
K(x
1
) = 1
Questa equazione, che si pu risolvere numericamente, permee di dimensio-
nare opportunamente A
v
. Di pari passo, scegliendo un A
v
l'ampiezza x
1
risul-
ta determinata. Per esempio, si supponga di porre per semplicit f
0
= 10kHz,
A
v
= 51, C = 100pF (possiamo scegliere con una certa libert una fra Le C). Ne
segue che
_

_
R
2
R
1
= A
v
1 = 50
L =
1
4
2
f
2
0
C
= 2, 5H
R =
1
2f
0
C(A
v
1)
= 3k
30
Figura 25: Funzione descriva della non linearit K(x
1
)
(ovviamente 2, 5H non un valore molto realizzabile per L, ma si traa solo
di un esempio!). Simulando con SPICE questo circuito, si oene nalmente un
oscillatore, come si pu apprezzare nelle gure 26.
Come osservato, la x
1
che soddisfa l'equazione di bilancio armonico unica
a parit di x

, cio di A
v
e V
uM
. Potremmo invece preferire una H(f
0
) = 1, in
modo da avere un parametro di progeo in pi: in tal caso, potremmo usare un
ltro come quello descrio nel paragrafo precedente.
Oscillatore a ponte di Wien
L'oscillatore appena studiato poteva essere visto anche come una coppia di bipoli
parlan (un bipolo esse e un'impedenza). Uno schema piuosto noto che invece
non corrisponde al modello a bipoli parlan, ma solo a quello con due-porte NLNR
e LR, l'oscillatore a ponte di Wien(gura 27): Consideriamo l'oscillatore in gura
27.
31
Date/Time run: 05/12/10 21:43:07
Oscillatore con opamp e rete RLC
Temperature: 27.0
Date: May 12, 2010 Page 1 Time: 21:50:40
(W) osc_opamprlc.dat (active)
Frequency
0Hz 20KHz 40KHz 60KHz 80KHz 100KHz
v(3)
0V
2.0V
4.0V
6.0V
8.0V
Date/Time run: 05/12/10 21:43:07
Oscillatore con opamp e rete RLC
Temperature: 27.0
Date: May 12, 2010 Page 1 Time: 21:49:53
(W) osc_opamprlc.dat (active)
Frequency
0Hz 20KHz 40KHz 60KHz 80KHz 100KHz
v(1)
0V
2.0V
4.0V
6.0V
8.0V
Figura 26: V
1
(rosso) e V
2
(blu) nell'oscillatore con opamp e RLC
32
.
.
.+
. .
.
.R
1
.
.R
2
.
.R
. .
.C
.
.V
1
.
.V
2
.
.R
.
.
.C
.
Figura 27: Oscillatore a ponte di Wien
Il ltro lineare ha funzione di trasferimento
H(s) =
1
sC
R
1
sC
+R
1
sC
R
1
sC
+R
+R +
1
sC
=
=
R
1+sCR
R
1+sCR
+R +
1
sC
=
=
sCR
sCR +R(1 +sCR)sC + 1 +sCR
=
=
sCR
s
2
C
2
R
2
+ 3sCR + 1
Nel punto di riposo con V
1
= 0, si ha che
F

(0) = 1 +
R
2
R
1
> 1
33
Per un punto di riposo x
0
, l'equazione caraerisca
F

(x
0
)H(s) = 1
F

(x
0
)
sCR
s
2
C
2
R
2
+ 3sCR + 1
= 1
F

(x
0
)sCR = s
2
C
2
R
2
+ 3sCR + 1
s
2
C
2
R
2
+sCR
_
3 F

(x
0
)
_
+ 1 = 0
Anch il punto di riposo x
0
= 0 sia instabile, si deve imporre che
F

(0) > 3
e perch l'innesco sia oscillante imponiamo che
< 0 1 < F

(0) < 5
dunque
3 < F

(0) < 5
A questo punto abbiamo un'oscillatore. Se imponiamo che esso oscilli alla fre-
quenza f
0
,
ImH(f
0
) = 0
Im
j2f
0
CR
4
2
f
2
0
C
2
R
2
+j3f
0
CR + 1
= 0
4
2
f
2
0
C
2
R
2
+ 1 = 0
f
0
=
1
2CR
Inne, dall'equazione di bilancio armonico possiamo imporre l'ampiezza:
H(f
0
)F

(0) > 1
F

(0) >
6f
0
CR
2f
0
CR
= 3
cosa che del resto sapevamo gi da prima! Anche in questo caso, non abbiamo
pi gradi di libert e l'ampiezza x
1
determinata a questo punto:
x
1
= H(f
0
)
1
T
T
2

T
2
F
_
x
1
cos(2f
0
t)
_
cos(2f
0
t) dt
Matemacamente, questo po di problema deo un problema di punto s-
so: se consideriamo x
1
come loutput dell'integrale, possibile vericare che
unincertezza in input viene sempre ridoa dallintegrale, quindi il problema
convergente e si pu risolvere facilmente per via numerica.
34
Oscillatori a pi greco
Cosa accade se ulizziamo un blocco invertente come NLNR? Esso introduce uno
sfasamento di , indesiderato poich il blocco LR (che nora abbiamo sempre
supposto implicitamente abbia sfasamento nullo) si trova ad avere in uscita una
sinusoide con una certa fase e in ingresso una pseudo-sinusoide con la fase op-
posta. Ma poich il blocco LR, se esso non sfasa produce in uscita un segnale
con la stessa fase dellingresso: lunico modo perch entrambe le cose accadano
unuscita nulla. Di fao un oscillatore con NLNR invertente e ltro che non sfasa
non pu oscillare.
Abbiamo dunque bisogno che il ltro LR sfasi di o alla frequenza di oscil-
lazione. Possiamo dimostrare che perch ci accada sono necessari almeno 3
ee reavi. Infa, se
H(s) =
N(s)
D(s)
gr
_
N(s)
_
< gr
_
D(s)
_
la f.d.t. di un ltro LR, se ci sono due ee reavi allora gr
_
N(s)
_
o 1 o
0. Poich il ltro LR passivo, stabile e Rep
1,2
> 0. Se gr
_
N(s)
_
= 0 non c
uno zero, e dunque lo sfasamento di , ma solo asintocamente: non abbiamo
argH(f) = per nessuna frequenza nita. Se gr
_
N(s)
_
= 1 c uno zero e lo
sfasamento non viene mai raggiunto. Quindi dobbiamo avere almeno tre ee
reavi.
Una classe di oscillatori molto diusi con tre ee reavi che permeono
lulizzo di un blocco NLNR invertente quella degli oscillatori a pi greco: Siamo
.
. . .
.I
1
.
.Z
1
. .
.
.Z
2
.
.Z
3
. .
. .
.
.
.V
2
Figura 28: Blocco LR di un oscillatore a pi greco
interessa ad ulizzare il blocco a pi greco con par NLNR del po di un transi-
stor, quindi controllate in tensione e con uscita in corrente. Quindi deniamo la
funzione di trasferimento del ltro come
H(s) =
V
2
(s)
I
1
(s)
=
Z
1
Z
2
Z
1
+Z
2
+Z
3
Esprimendo questa f.d.t. tramite resistenze e reaanze, oeniamo
H(s) =
(R
1
R
2
X
1
X
2
) +i (R
1
X
2
+R
2
X
1
)
(R
1
+R
2
+R
3
) +i (X
1
+X
2
+X
3
)
35
Come sappiamo, impossibile eliminare tue le resistenze da un circuito reale;
tuavia non abbiamo alcun interesse in questo caso ad inserirne noi. Supporremo
dunque che i componen Z
1
, Z
2
, Z
3
abbiano resistenza trascurabile. In questo
caso,
H(s)
X
1
X
2
(R
1
+R
2
+R
3
) +i (X
1
+X
2
+X
3
)
Le (piccole) resistenze R
1
, R
2
, R
3
sono parassi, indisnguibili le une dalle altre:
possiamo sostuirle con una unica resistenza R(piccola anch'essa). Noamo che
non possiamo annullare R: alla frequenza di oscillazione, X
1
+ X
2
+ X
3
= 0 e
dunque avremmo una H(s) divergente.
H(s)
X
1
X
2
R +i (X
1
+X
2
+X
3
)
(19)
Dall'equazione (19), deduciamo che alla frequenza di oscillazione la fase di
H(s) 0 se X
1
X
2
> 0 ed se X
1
X
2
< 0. Ricordando che le capacit hanno
X < 0 e le induanze X > 0, per ulizzare questo blocco in un oscillatore con
parte NLNR invertente dovremo usare per Z
1
e Z
2
una capacit e un'induan-
za o viceversa, mentre per un NLNR non invertente dovremo usare due capacit
oppure due induanze.
Per quanto riguarda i blocchi a pi greco desna ad oscillatori con par NLNR
non inverten, consideriamo tre circui molto no:
.
. . .
.I
1
.
.C
1
. .
.
.C
2
.
.L
3
. .
. .
.
.
.V
2
Figura 29: Blocco LR di un oscillatore di Colpis
.
. . .
.I
1
.
.L
1
. .
.
.L
2
.
.C
3
. .
. .
.
.
.V
2
Figura 30: Blocco LR di un oscillatore di Hartley
36
.
. . .
.I
1
.
.L
1
. .
.
.C
2
.
.C
3
.
.L
3
. .
. .
.
.
.V
2
Figura 31: Blocco LR di un oscillatore di Clapp
Imponendo H(f
0
), per l'oscillatore di Colpis oeniamo una frequenza di
oscillazione:
f
0
=
1
2

1
L
3
C
serie
(20)
Per l'oscillatore di Hartley:
f
0
=
1
2

1
L
serie
C
3
(21)
Per l'oscillatore di Clapp:
f
0
=
1
2

1
L
3
C
serie
(22)
dove per L
serie
e C
serie
si intende la serie di tue le induanze/capacit presen
nel blocco LR.
Qual la dierenza fra l'oscillatore di Colpis e l'oscillatore di Clapp (che ri-
chiede un condensatore in pi)? Perch l'incertezza sulla frequenza minore nel-
l'oscillatore di Clapp, per via della presenza di tre condensatori nella serie. Infa,
se la capacit teorica
C
serie
=
C
1
C
2
C
3
C
1
+C
2
+C
3
= G(C
1
, C
2
, C
3
)
e quella realmente misurabile

C
serie
= G(C
1
+ C
1
, C
2
+ C
2
+C
3
+ C
3
)
possiamo dedurre che la tolleranza su C
1
, C
2
, C
3
maggiore: sviluppando in serie
di Taylor,

C
serie
= G(C
1
, C
2
, C
3
) +
G
C
1
C
1
+
G
C
2
C
2
+
G
C
3
C
3
+ =
= C
serie
+ C
serie
37
Consideriamo che C
i
siano variabili aleatorie gaussiane a media nulla con la
stessa varianza
2
C
. Allora

2
C
eq
=
2
C
_
_
G
C
1
_
2
+
_
G
C
2
_
2
+
_
G
C
3
_
2
_
=
=
C
4
2
C
4
3
+C
4
1
C
4
2
+C
4
1
C
4
3
(C
1
C
2
+C
2
C
3
+C
1
C
3
)
4

2
C
<
2
C
Oscillatori al quarzo
Le induanze sono un elemento crico di dicile realizzazione, specie nei circui-
integra, ma sono fondamentali per gli oscillatori sinusoidali. Per avere reat-
tanze estremamente precise, e dunque una frequenza di oscillazione nota con
grande precisione, risulta molto ule l'ulizzo di un bipolo deo quarzo (poich
contenente un cristallo di quarzo di cui sfrua la piezoelericit), il cui circuito
equivalente rappresentato in gura 32:
. . .
.
.R
.
.L
.
.C

. .
.
.C

Figura 32: Circuito equivalente di un quarzo


L'impedenza di questo blocco , trascurando la resistenza Rche consideriamo
parassita,
Z =
1
sC

_
sL +
1
sC

_
1
sC

+sL +
1
sC

=
1 +s
2
C

L
sC

+sC

+s
3
C

L
quindi
X(f) =
4
2
f
2
C

1
2f (C

+C

+ 4LC

2
f
2
)
La X(f) ha uno zero in corrispondenza della frequenza
f
0
=
1
2

1
LC

38
e due poli, uno a frequenza f = 0 l'altro a frequenza
f
1
=
1
2

_
1
L
C

+C

Si ha quindi che la reaanza ha un comportamento asintoco del po


X(f)
f0
+

X(f
0
) = 0
X(f)
ff
1
+
X(f)
f+
0
Poich si misura sperimentalmente che
C

si ha che
f
0
f
1
per cui la reaanza posiva, e quindi adaa a sostuire un'induanza, in un
intervallo stressimo in cui ha una crescita verginosa. Questo signica che va-
riazioni anche grandi di reaanza, cio incertezze sulle capacit dell'oscillatore,
corrispondono in praca sempre alla medesima frequenza. In altre parole, se al
posto di un'induanza si mee un quarzo, si possono ulizzare capacit di qua-
lunque dimensione (ovverodi qualunque X(f) < 0): il quarzoimpone comunque
la propria frequenza di oscillazione f
0
. Per questo movo, il quarzo permee di
avere un oscillatore dalla frequenza estremamente precisa; l'unico difeo che
non possibile progearlo per avere una certa frequenza, poich la frequenza di
oscillazione denita dalle caraerische siche del quarzo stesso.
Comportamento ane in un oscillatore
Abbiamo apparentemente messo insieme tui pezzi per realizzare un oscillatore
con un singolo transistor. Supponiamo quindi di usare un nMOS come parte non
lineare e realizzare un oscillatore di Colpis (con un quarzo, per avere la massima
precisione sulla frequenza). Il risultato il circuito in gura 33: Questo oscilla-
tore per non pu oscillare. Cosa abbiamo dimencato? Disegnando oscillatori
con gli opamp, abbiamo sempre sonteso un collegamento: quello con l'alimen-
tazione. Cos com' disegnato, questo circuito completamente passivo e non
pu costuire un oscillatore. Per renderlo tale, dobbiamo aggiungere un nodo di
alimentazione.
39
.
.
.
.L
3
.
.C
1
.
.
.C
2
Figura 33: Oscillatore di Colpis con un transistor senza alimentazione
.
.
.
.L
3
.
.R
.V
DD
.
.C
1
.
.
.C
2
Figura 34: Oscillatore di Colpis con un transistor
Purtroppo, l'alimentazione un componente non lineare e questo rovina tut-
to, poich non la si pu facilmente assorbire nella parte NLNR perch si trova
su un nodo di segnale della parte LR. Per studiare il comportamento di questo cir-
cuito, ipozziamo di ulizzare il suo equivalente ai piccoli segnali, tenendo per
ben presente che qui non abbiamo nulla a che fare con piccole variazioni aorno
ad un punto di lavoro: semplicemente, approssimiamo le equazioni della parte
LR del circuito con il primo termine dello sviluppo di Taylor.
Dimostriamo ora che lavoro con il circuito equivalente ai piccoli segnali in
questocasounapprocciovalido. Ricordiamoche per noi questocircuito unimplementazione
della decomposizione di Lure; possiamo associare la U e la X della decomposi-
40
zione con qualsiasi combinazione di I e V mediante una biiezione: supponiamo
dunque di fare una sostuzione U V +V
oset
e una X I +I
oset
.
.
. . .
.I
.
.R
.V
DD
.
.L
3
.
.C
2
.
.V
.
.
.C
1
.
.V
d
Figura 35: Parte LR delloscillatore di Colpis con alimentazione
_
_
_
I =
V
DD
V
d
R
C
1

V
d
C
2

V
V
d
= V +L
3
C
2

V
da cui si deduce che
I
V
DD
R
=
V
R
(C
1
+C
2
)

V
L
3
C
2
R

V L
3
C
1
C
2
...
V
La relazione fra I e V non lineare, ma ane: possiamo facilmente denire un

I tale che

I = I
V
DD
R
In questo modo, V e

I sono lega da una relazione lineare. A questo punto la
parte NLNR non si pu accoppiare come
I = F(V )
Dobbiamo invece accoppiarla con una relazione
I
V
DD
R
= F(V )
V
DD
R

I =

F(V )
41
I due blocchi LR e NLNR che soddisfano la condizione di Lure non esistono sica-
mente:

I una corrente che non compare da nessuna parte nel circuito; poich
tuavia V vi compare, questo eevamente un oscillatore. Se L-trasformiamo
l'equazione del circuito,

I =
_

1
R
(C
1
+C
2
)s
L
3
C
2
R
s
2
L
3
C
1
C
2
s
3
_
V
V

I
=
1
1
R
+ (C
1
+C
2
)s +
L
3
C
2
R
s
2
+L
3
C
1
C
2
s
3
che proprio la funzione di trasferimento del circuito ai piccoli segnali:
. . . .
.I
.
.R
.
.
.C
1
.
.L
3
.
.C
2
. .
.
.
.V
. .
Figura 36: Equivalente ai piccoli segnali della parte LR delloscillatore di Colpis con
alimentazione
Grazie a questo accorgimento, per circui di po ane (cio lineari a meno
di un oset) possibile evitare il procedimento appena svolto esplicitamente e
derivare la H(f) direamente dal circuito ai piccoli segnali, tenendo comunque
sempre a mente che non samo lavorando aorno ad un punto di riposo e che
questo solo un espediente per velocizzare la traazione.
42
MULTIVIBRATORI
Astabili
Come esposto precedentemente, per creare un circuito oscillante sinusoidalmen-
te sono necessari almeno due ee reavi discre; tu i circui contengono
ee reavi parassi, per essi non sono sucientemente grandi n sucien-
temente precisi per selezionare ununicaa frequenza di oscillazione dando luogo
ad una sinusoide.
Se abbandoniamo il desiderio di avere una forma sinusoidale pura e ci accon-
tenamo di una forma donda periodica, possiamo allentare il requisito sugli eet-
reavi? Consideriamo un oscillatore a bipoli parlan e studiamone il compor-
tamento al tendere a zero del componente che pi ci anpaco: linduanza.
.
.
.B
S
.
.V
S
..
.I
.
.L
.
.R
.
.V
.
.C
Figura 37: Oscillatore a bipoli parlan con bipolo esse
Le due equazioni che rappresentano lo stato di questo circuito sono
_

I =
V V
S
(I)
L

V =
V +RI
RC
(23)
(24)
In gura 38 sono rappreseentate la caraerisca staca del bipolo S V = V
S
(I)
e quella del ltro V = RI. Gli sta nella zona verde hanno V V
S
(I) > 0 e
V + RI > 0: quindi, per le equazioni di stato sopra descrie, il sistema tendera
a spostarsi in uno stato pi in alto (per via della prima equazione) e pi a sinistra
(per via della seconda). Gli sta nella zona rossa hanno ancora V V
S
(I) > 0,
ma V + RI < 0: quindi il sistema si sposter in uno stato in alto a destra. Nella
zona arancione, V V
S
(I) < 0 e V + RI < 0, quindi il sistema si sposter in
basso a destra. Inne, nella zona azzurra V V
S
(I) < 0 e V +RI > 0.
Se facciamo tendere L a 0,
dI
dt
tende ad , quindi lo spostamento vercale ri-
sulta molto pi rapido di quello orizzontale. Supponiamo di trovarci in uno stato A
43
V=-RI
V=V (I)
S
A
B
C
D
E
F
Figura 38: Caraerisca di un astabile
nella zona verde. Il sistema si sposter principalmente verso lalto in maniera pres-
soch istantanea no a raggiungere uno stato B sulla caraerisca V = V
S
(I).
Ogni volta che il sistema si porta da uno stato verde ad uno azzurro, il segno dello
spotstamento vercale si inverte, riportandolo verso la zona verde (e viceversa):
poich ci avviene ad una velocit molto pi elevata di qualsiasi altro fenomeno
del circuito, possiamo considerare che il sistema rimanga vercalmente inchio-
dato sulla caraerisca S e che lunico contributo allo spostamento sia dato dalla
componente orizzontale pi lenta (verso sinistra). Quando il sistema arriva nello
stato D, lo spostamento verso sinistra lo porta ad allontanarsi dalla caraerisca
S: quindi il sistema si sposta quasi istantaneamente verso il basso nello stato E.
Qui si trova ancora bloccato sulla caraerisca S, poich fra la zona rossa e quella
arancione il segno dello spostamento vercale si inverte; dunque obbligato a
percorrere verso destra la caraerisca S no allo stato F, quando la traslazione
verso destra lo porta ad abbandonare la caraerisca S e a trasferirsi rapidamente
allo stato C, da cui si sposta nuovamente verso D.
Da qualsiasi punto A siamo par, ad un certo punto si innesta un ciclo in-
nito CDEF in cui i tra CD ed EF sono percorsi in un tempo nito, i tra DE e CF
in un tempo innitesimo (nellipotesi L 0). Quindi, sostuendo linduanza
con un corto circuito, oeniamo comunque un oscillatore di qualche po, ma si-
curamente loscillazione che avremo non sar sinusoidale (lo potrebbe essere se
il ciclo CDEF fosse ellico). Un oggeo di questo po denominato astabile e fa
parte della categoria dei circui mulvibratori.
Ci chiediamo ora: con quale frequenza oscilla questo circuito? Le equazioni
44
che abbiamo studiato ci permeono di determinare la frequenza solo per oscil-
lazioni sinusoidali; dobbiamo ragionare in un altro modo. Consideriamo il tempo
impiegato dalla transizione CD:
dV
dt
=
V +RI
RC
RC
dV
V +RI
= dt
RC

V
D
V
C
dV
V +RI
=

t
D
t
C
= T
CD
In questo trao, I una funzione I(V ). Se poniamo R (ovvero, la sos-
tuiamo con un circuito aperto),
T
CD
= RC

V
D
V
C
dV
V +RI(V )
= C

V
D
V
C
dV
I(V )
In questo caso, per levidente simmetria, abbiamo anche che T
CD
= T
EF
, quin-
di la frequenza di oscillazione di V completamente determinata; in altri casi,
avremo un T
EF
diverso e quindi un duty cycle dellonda in uscita diverso dal 50%.
Le caraerische disnve dellastabile sono sempre le stesse: ha un unico
eeo reavo (esplicito) e non ha pun di stabilit. La forma donda teorica che
esso produce conene due sca istantanei corrisponden ai tra FC e DE e due
transitori pi len (dalla forma variabile a seconda del circuito e delluscita con-
siderata) corrisponden ai tra CD ed EF. In ee, un astabile reale conene
anche altri piccoli ee reavi parassi: questo si traduce nel fao che gli sca
FC e DE non sono perfeamente istantanei, ma impiegano un certo periodo di
tempo (su una scala per molto minore di CD ed EF).
Consideriamo, a tolo di esempio, un astabile realizzato con un opamp in
modo da avere un duty cycle diverso dal 50%.
In alto guadagno, si trova che
V =
R
B
R
A
(V
B2
V
B1
) R
R
B
R
A
I
mentre in saturazione
I =
V
R

V
sat
R

V
B1
R
quindi gli sca avvengono fra le due condizioni di saturazione (uscita a V
sat
o
V
sat
) e, come ci si poteva aspeare, la zona di alto guadagno d luogo alla re-
gione a resistenza negava. Il bipolo S asimmetrico realizzato in questo modo
caricato da una capacit (caraerisca staca I = 0), e si trova che lunico punto
di riposo instabile poich si trova nella regione a resistenza negava. Dunque
45
..
.
.+
.
. +
.
.
.V
B2
.
.R
A
.
.R
B
.
.C
.
.V
.
.R
.
.I
. +
.
.
.V
B1
.
Figura 39: Astabile con opamp
questo eevamente un astabile. Il duty cycle determinato dal transitorio di
carica e scarica di C:
T
H
= C

V
D
V
C
dV
I(V )
=
= C

V
D
V
C
R
V +V
sat
V
B1
dV
Consideriamo ora lesempio di un astabile a transistor (gura 40), basato sul
bipolo S a cascata di BC-CC. Nel creare lastabile non siamo interessa tanto al-
la zona a resistenza negava, quanto alle due modalit a resistenza dierenziale
posiva: in questo caso, Q
1
spento oppure Q
1
acceso.
Se Q
1
spento, V
1
> V
BE1on
e I
C1
= 0, dunque V
B2
= V
CC
. Di conseguen-
za, Q
2
acceso e V
2
pi o pracamente ssa a V
CC
V
BE2on
. La corrente I
1
carica il condensatore, abbassando V
1
nch non scende soo V
BE1on
, accen-
dendo Q
1
. Quando ci accade, la corrente I
C1
abbassa la tensione del nodo V
B2
:
di conseguenza, Q
2
si spegne in modo pressoch istantaneo. V
2
comincia dunque
a calare per via della corrente I
2
e dunque il condensatore C si scarica. Quando
V
2
scende no a V
CC
R(I
1
+ I
2
) V
BE2on
, Q
2
si riaccende: la tensione del
nodo V
B2
deve saltare da V
CC
R(I
1
+I
2
) a V
CC
RI
1
, e di conseguenza anche
46
.
.
.
.Q
1
.
.
.R
.V
CC
.V
CC
.
.
.Q
2
.
.C
. .
.V
1
.V
2
.
.
.I
1
.
.
.
.I
2
.
Figura 40: Astabile con transistor bipolari (BC+CC)
V
2
costrea a salire istantaneamente di RI
2
, portando con s V
1
per via della
presenza del condensatore C che proibisce variazioni istantanee di V
2
V
1
. L'in-
nalzamento di V
1
causa lo spegnimento di Q
1
: a questo punto il ciclo ha di nuovo
inizio.
Monostabili
Della categoria dei mulvibratori fanno parte anche altri circui che, a dieren-
za di quanto visto nora, non oscillano; di questa categoria fanno parte i circui
monostabili che sono ulizza per generare singoli impulsi di ampiezza e durata
ben denite partendo da un glitch in ingresso (la cui durata e ampiezza non sono
ben note).
Lidea fondamentale per realizzare un circuito monostabile prendere un cir-
cuito stabile e polarizzarlo in modo che, in seguito ad un glitch in ingresso, sia co-
streo a compiere un ciclo simile a quello di un astabile. In gura 42 riportato
quello che avviene.
In condizioni stazionarie il sistema, composto come lastabile da un bipolo S
avente condensatore come carico, si trova nel punto di riposo stabile A. Un glitch
in ingresso (in blu nella gura) trasla la caraerisca S del bipolo per un breve
periodo; il punto A in tali condizioni non pi un punto di riposo stabile e si in-
nesca un ciclo simile a quello dellastabile. Il glitch per ha una durata breve ri-
speo a quella del transitorio delloscillazione, quindi mentre il sistema passa in B
la caraerisca S torna alla posizione iniziale: intanto, per, il sistema gi fuori
47
I=0
caratteristica S
A
B
C
D
glitch
Figura 41: Caraerisca di un monostabile
dallequilibrio, quindi costreo comunque a compiere un ciclo passando per B,
C e D per poi tornare in A dove si ferma, poich A un punto di riposo stabile.
Di fao, il monostabile funziona perch si comporta come un astabile ma per un
unico periodo.
Il monostabile deve garanre il funzionamento anche con glitch di ampiezza
e durata piccole; per garanre il funzionamento anche con ampiezza piccola,
buona norma ridurre al minimo la pendenza della zona a resistenza negava. Se
consideriamo un bipolo S con opamp in congurazione non invertente,
r
d
=
R
1
R
2
R
3
per cui conviene trasformare R
1
in un corto circuito ed R
2
in un circuito aperto.
Oeniamo il monostabile seguente, con V
B
< 0 in modo da polarizzare il circuito
in un punto di riposo stabile.
La durata dellimpulso si pu calcolare, come nel caso dellastabile, come il
tempo di carica/scarica di C; il glitch in ingresso dovr essere applicato al termi-
nale V
+
in modo da dare inizio al transitorio.
48
.
.
.
.+
.
. +
.
.
.V
B
< 0
.
.
.C
.
.R
.
Figura 42: Monostabile con opamp
APPENDICE A: LINK
Alcuni link uli:
Van der Pol oscillator (sul sito Wolfram Demonstraons):
hp://demonstraons.wolfram.com/VanDerPolOscillator/
49
APPENDICE B: MODELLI E LISTATI
Modello SPICE dell'amplicatore operazionale
Per l'amplicatore operazionale stato ulizzato un modello con caraerisca cu-
bica dipendente da due parametri V
uM
e A
d
(pi gli ee reavi). Per comodit
si denito un parametro
V
x
=
3

9 12
V
uM
A
d
2
V
out
=
_

_
V
uM
, se V
+
V

< V
x
(SAT
+
)
+V
uM
, se V
+
V

> V
x
(SAT

)
A
d
(V
+
V

)
A
d
3V
x
(V
+
V

)
3
altrimen (HG)
Il listato spice che lo descrive il seguente:
.SUBCKT opamp inp inm out
+ PARAMS: Ad=10 Vum=6.666 Rpole=1
+ Cpole=1.5915u Zin=10Meg Zout=10
.PARAM Vx={(3-sqrt(9-12/Ad*Vum))/2}
Rin inp inm {Zin}
Egain 3 0 value={
+ if(V(inp,inm)<-Vx, -Vum,
+ if(V(inp,inm)>Vx, Vum,
+ Ad*V(inp,inm)-Ad/(3*Vx)*PWRS(V(inp,inm),3)))}
Rp 3 4 {Rpole}
Cp 4 0 {Cpole}
Ebuf 5 0 4 0 1
Rout 5 out {Zout}
.ENDS
50
LICENZA
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Chiunque libero
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reezza: sono probabilmente pieni di lacune, errori (di batura e/o di conceo)
ecc. Se qualcuno rilevasse un errore di questo genere, pregato di segnalarlo con
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