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Dahlgren, P. (2005) The Internet, Public Spheres, and Political Communication: Dispersion and Deliberation, in Political Communication, vol.

22 147-162

I sistemi tradizionali di comunicazione politica, nelle democrazie occidentali, sono stati destabilizzati dai cambiamenti tecnologici che hanno attraversato la societ post-moderna. Primo fra tutti la rete, che, soprattutto negli ultimi anni, si sta integrando con il sistema di comunicazione politica, ma anche usato per contestare strutture di potere. Anche gli sforzi di alcuni regimi pi apertamente autoritari di tutto il mondo per limitare le utilizzazioni democratiche della Rete non sono state coronate da successo. Il ruolo progressivo e sovversivo della rete tuttavia non deve essere sopravvalutato, dal momento che i criteri per l'accesso e l'utilizzo sono tali da precludere iniziative civiche collettive. culture partecipative Levoluzione della rete, in direzione di un suo utilizzo sociale, ha destabilizzato la comunicazione politica. Esistono infatti, migliaia di siti web, che hanno a che fare con il mondo politico al livello locale, nazionale e globale, come gruppi di discussione, chat room, organizzazioni civiche, organizzazioni non governative, che contribuiscono ad ampliare gli spazi comunicativi della politica, rispetto ai mass media tradizionali. Questa pluralizzazione comunicazionale tuttavia, ha anche frammentato la sfera pubblica, in tanti piccoli ghetti virtuali autoreferenziali che promuovono l intolleranza e ostacolano il confronto e la partecipazione. La sfera pubblica, di per s, non garanzia per la democrazia senza un collegamento tra informazione politica e il dibattito in circolazione, tra spazi comunicativi e processi decisionali. (Vedi manuale cyberbalcanismo manuale)

Conclusione Ad oggi ritengo che non si possa ancora parlare di politica in Rete, nel senso pi pieno del termine, perch la vita politica che si svolge nel cyberspazio, si configura soprattutto come un prolungamento di quella fuori dalla Rete, nel senso che solo pochi attori politici possono impegnarsi in campagne on-line, attivit di lobbying e cos via. Internet indubbiamente, ha contribuito a mobilitare sempre pi cittadini a partecipare alla cosa pubblica, ma non ancora riuscito a cambiare il panorama politico ideologico. Quel che certo , che stiamo entrando in una nuova era di transizione, in cui le certezze del passato, in relazione al modo in cui funziona la democrazia, vivono in uno stato di equilibrio precario. Anzi, si pu senza dubbio ritenere, che stiamo assistendo ad una ridefinizione di ci che costituisce la politica. Molti cittadini, in particolare, stanno riorientando la loro attenzione politica, in direzione di movimenti sociali e gruppi che sono nati nella rete, allinterno dei quali, i confini tra politica, valori culturali e processi di identit, diventano liquidi. La politica non pi vista come una attivit strumentale per il raggiungimento di obiettivi specifici, ma inizia ad essere concepita come un'attivit espressiva, un modo di affermare, nella sfera pubblica le proprie idee. La rete ha sicuramente contribuito a mostrarci come molto spesso, l apatia e la disaffezione da parte di molti cittadini verso le questioni politiche, non sempre sintomo di disinteresse, ma spesso di una delusione nei confronti di una politica percepita come autoreferenziale e che ha disatteso le loro aspettative. Internet in questo senso ha svolto un ruolo fondamentale, perch ha creato le condizioni affinch potessero nascere delle comunit digitali di attivisti, che hanno ricordato politica una dimensione irriducibile di tutte le relazioni sociali. vero che la rete presenta innumerevoli carenze comunicative in materia di democrazia deliberativa, perch le discussioni on-line non sempre sono improntate alla tolleranza verso coloro che hanno opinioni opposte, ma c da dire che anche la vita politica offline spesso cos, quindi

non c' motivo di aspettarsi una trasformazione antropologica per il solo fatto che una discussione avviene nel cyberspazio. Un altro limite della rete rappresentato dalla scarsa partecipazione, dato che l'attenzione una risorsa scarsa e con una maggiore partecipazione, c' meno tempo per i partecipanti per ascoltare gli uni agli alt La questione delle "ottimali" livelli di partecipazione in contest rapporti di potere che sono costruiti in situazioni comunicative. Kohn (2000, p. 409) si avvicina a questo problema dicendo che "ragionevolezza in s una costruzione sociale che si avvale di solito quelli gi al potere. ... Teoria democratica deve considerare come punti di vista critici in grado di contestare la definizione dominante di razionalit vengono generati, contestato, e istituzionalizzato. "Mentre lei sottolinea il ruolo importante che la democrazia deliberativa , lei fa il punto che tende a privilegiare le modalit di comunicazione tra le lite. Sostiene che, storicamente, l'espansione del carattere democratico della societ stato richiesto dalla mobilitazione, la generazione delle identit collettive, e l'azione concertata, non per il raggiungimento del consenso deliberativa. Litigare in un parallelo, se modo un po 'pi astratto, Mouffe (1999) fa il caso che la politica una dimensione irriducibile di tutte le relazioni sociali e che il conflitto, lei usa l'antagonismo, un termine sempre presente nei sempre mutevoli relazioni tra diversi interessi, tra i gruppi che cambiano di "noi" e "loro" nelle societ plurali. Il compito non quello di lottare per il consenso, che in definitiva temporanea, o di sradicare il potere dalla politica democratica, ma piuttosto di formulare forme di potere che sono in linea con i valori democratici e di un sistema democratico. Invece di cercare di rimuovere le passioni dalla politica, la loro sostituzione con il consenso razionale, l'obiettivo dovrebbe essere quello di "mobilitare le passioni verso la promozione di modelli democratici" (Mouffe, 1999, p. 756). Anche se lei non ha cos tanto da dire sulle specifiche di discussione politica, che vede anche la visione di Habermas democrazia deliberativa sopprimere la realt dei rapporti di forza.

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