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ELEZIONI PROVINCIALI 2013

Programma del candidato alla Presidenza della Provincia di Udine

ANDREA SIMONE LERUSSI

IL PERCH DI UNA PARTECIPAZIONE IN VISTA DEL SUPERAMENTO DELLENTE PROVINCIA


Le ragioni perch il Centrosinistra friulano decide di candidare un giovane neanche trentenne (accompagnato da una schiera di candidati sul territorio che provengono dalle pi diverse esperienze personali), per di pi il Segretario Provinciale del partito pi importante della coalizione, alla carica di Presidente di un Ente che per lo meno da superare (formula pietosa per dire che cos come , cosi come stato gestito, cos come pensato da chi attualmente lo governa non serve a nulla, anzi forse fa danno) sono molteplici: 1. L'Amministrazione Provinciale non come un foglio di carta sul quale hai tentato di scrivere e riscrivere una cosa importante, senza riuscirci, e indispettito lo appallottoli e lo butti via. Non neanche quel vecchio giaccone, sdrucito e macchiato, che per anni hai utilizzato e ora giace dimenticato in fondo ad un armadio. Un Ente, per quanto malandato, ha necessit di essere ben amministrato fino alla fine, evitando gli sprechi di inutili paginate di comunicazione istituzionale (espressione anche qui pietosa per nascondere il pi delle volte pubblicit individuale di questo o quel assessore o presidente), la spicciola politica clientelare con erogazione di piccoli e spesso inutili contributi che servono solo a chi li eroga, le iniziative di promozione turistica o stradale che hanno poi dei nomi e cognomi, assenza pressoch totale di interlocuzione con il sistema dei comuni, gestione di enti e consorzi senza alcuna vera regia, incapacit a portare realmente avanti quelle poche competenze (ma non banali) di area vasta (pensiamo ai temi infrastrutturali, alle politiche ambientali, alle competenze in materia di politiche attive del lavoro, ai processi di aggregazione del sistema degli enti locali). Se vero che la buona amministrazione, soprattutto in periodo di crisi, comincia da casa di ciascuno, evitando sprechi e facendo funzionare al meglio ci che si ha e deve fare, non si pu certo lasciare campo libero a chi non ha fatto in Provincia buona, efficiente ed efficace amministrazione ad oggi. 2. L'Amministrazione provinciale, come tutto l'assetto istituzionale regione-enti locali, va radicalmente riformata e, se da un lato, spetter certamente al nuovo Consiglio Regionale portare avanti il processo riformatore (che invero solo il Centrosinistra vuole realmente, mentre gli attuali inquilini di Piazza Unit e Palazzo Belgrado giocano alle tre carte), dall'altro non si pu dimenticare che l'autentico oppositore al governo regionale del Presidente Illy (quello che, per intenderci, approv la legge regionale sul buon lavoro, introdusse il tanto ora in voga reddito di cittadinanza, valorizz il sistema di incentivazione per l'innovazione, promosse la riforma del sistema degli enti locali, propose un nuovo sistema per la gestione del trasporto pubblico, anticip alcuni contenuti della riforma del sistema sanitario, lanci i processi di internalizzazione come utile sviluppo per il nostro sistema produttivo tutti interventi poi avversati dagli attuali inquilini di Piazza Unit e Palazzo Belgrado) furono proprio coloro che guidavano e guidano la maggioranza della Provincia di Udine; furono loro i pi fieri oppositori di quei processi riformatori. Se vero, allora, che i processi riformatori hanno la necessit, per funzionare, di essere condivisi e accompagnati nella concreta gestione, evidente che troppo facile e comoda la risposta del benaltrismo anche in salsa locale. 3. Il Friuli una realt indubbiamente policentrica, dove ultimamente la logica del campanile (forma primordiale del nimby) rischia di essere l'elemento che pi

frena l'uscita da una crisi economica e sociale che diviene ogni giorno pi pesante: c' allora urgenza che si avviino nuovamente processi, anche graduali, di sinergia e aggregazione, anche sfruttando i luoghi e le occasioni che abbiamo gi e che sono magari mal utilizzati. Allora, una Provincia che faccia realmente sistema con i comuni, dando loro non il piccolo contributo, ma possibilit e forza aggregativa, una sede di reale discussione e confronto su come utilizziamo il nostro territorio, la nostra acqua, il nostro ambiente, forse uno sforzo gravoso, ma la stretta via del riformismo concreto e quotidiano. Anche per questo, serve un candidato Presidente che unisca giovane et con una acquisita conoscenza del territorio e competenze sulle tematiche; anche a questo servono dei candidati consiglieri che si facciano realmente carico di questo processo. A forza di benaltrismo, si corre il rischio di diventare insignificanti o semplicemente (ma irresponsabilmente) restare immobili.

Noi non staremo n zitti n fermi!

INTRODUZIONE AL PROGRAMMA
E indispensabile per la coalizione di centrosinistra prender parte alla competizione delle provinciali e vincerla, al fine di accompagnare dallinterno, senza fraintendimenti e ambiguit, il processo riformatore del governo delle autonomie locali e per giungere a una riorganizzazione convinta, virtuosa e coraggiosa, del sistema complessivo della funzione pubblica in Friuli Venezia Giulia. Non avendo lattuale maggioranza di centrodestra provveduto a porre le condizioni, alla fine della X^ legislatura, per lavvio di un processo di riordino istituzionale interno alla nostra Regione, con il superamento delle Province, attraverso il commissariamento della Provincia di Udine opportuno e doveroso partecipare alle consultazioni elettorali per il rinnovo degli organi istituzionali di Palazzo Belgrado (presidente e consiglio provinciale). La proposta del candidato presidente Andrea Simone Lerussi e della coalizione di centrosinistra di procedere al superamento delle province in Friuli Venezia Giulia non pu essere definita, da chi vuole mantenere lo status quo e non procedere a una vera riforma del sistema Regione-Autonomie locali, come la fine dellidentit del Friuli e il fallimento delle autonomie. Il fallimento proprio di coloro che hanno avuto il mandato di rappresentarle, come il presidente della Provincia di Udine, lon. Pietro Fontanini, che non ha saputo cogliere lopportunit di guidare - soprattutto quando era segretario regionale della Lega Nord e si trovava ai vertici del potere politico regionale e aveva vicino a s per lungo tempo i governi amici di Berlusconi e di Tondo - un processo di riorganizzazione del sistema degli enti locali per collocare il Friuli nuovamente

come modello di riferimento per una sana e robusta amministrazione della cosa pubblica. In Friuli Venezia Giulia non va perseguita la previsione di aggregazione tra le attuali province come nellidea di Fontanini del Grande Friuli e della Citt metropolitana di Trieste. Si rimanderebbe la soluzione del problema, anzi, si complicherebbe ulteriormente il processo di riforma, fino a bloccarlo, creando: un doppione istituzionale Regione vs. Grande Friuli; altri conflitti politici-amministrativi (basti pensare alla sottomissione di Pordenone a Udine e allo smembramento del Goriziano); sovrapposizioni burocratiche in pi. Chi andr al governo regionale il 23 aprile prossimo, dovr per forza aprire un confronto serrato sullargomento e portare a compimento una riforma complessiva. Potremo dunque liberarci, come nellindividuazione di un migliore assetto istituzionale, da schemi antichi e conservativi e per di pi limitati (Provincia s, Provincia no) per guardare invece a orizzonti nuovi che puntino alla valorizzazione in regione dellintero sistema delle autonomie che qui, tra laltro, ha una grande storia e tradizione di buon governo. A cinquanta anni dalla costituzione della Regione abbondantemente giunto il momento per una riflessione complessiva, organica sullintero sistema delle autonomie locali; una riflessione che coinvolge tutti gli amministratori regionali, provinciali e comunali; una riflessione che deve essere posta subito allordine del giorno nellinizio della prossima legislatura. Bisogna tener presente che tra le competenze primarie la Regione annovera pure lordinamento degli enti locali... (legge costituzionale numero 2/1993) e che larticolo 11 del vigente statuto di autonomia (la proposta di modifica statutaria su questo punto ancora pi pregnante) afferma che la Regione esercita normalmente le sue funzioni amministrative delegandole alle Province e ai Comuni. Nel rispetto dei principi costituzionali, lo statuto regionale consente dunque, alla Regione, un sostanziale ripensamento del suo modo di essere. Nella nostra Regione importante avere consapevolezza che, proprio in questa fase in cui si registra levidente difficolt della politica a svolgere il suo ruolo di interpretare e tradurre in azioni amministrative e di governo i bisogni della gente, occorre ripartire dai territori e dalle amministrazioni locali, quali sedi storiche e naturali di esercizio della democrazia partecipata. Quindi vanno individuati lambito territoriale ottimale e il livello di governo migliore per lesercizio delle funzioni, individuando con chiarezza e univocit chi fa cosa, per chiarezza, semplificazione ed individuazione certa delle responsabilit. Vanno ridistribuiti i compiti di area vasta, oggi in capo alle province. Alcuni dovranno ritornare in capo alla regione. Pensiamo alle funzioni trasferite ma anche ad alcune delle funzioni delegate che, per il principio di adeguatezza, non potranno essere assegnate ai comuni e nemmeno a forme associate di comuni (vedi L.R.24/2006). Andranno indubbiamente trasferite ai comuni, alle loro unioni (associazioni intercomunali, comunit, consorzi) quelle funzioni amministrative e gestionali di dettaglio, di erogazione di servizi alla persona o di gestione del territorio che non siano la pianificazione regionale o la realizzazione di infrastrutture complesse o interessanti aree vaste non omogenee tra loro. Va prestata, perci, attenzione a quei servizi, dove gi le attuali province sono viste come livello di governo troppo distante dai cittadini. Pensiamo soprattutto alle poche attivit di sportello della provincia nei confronti dei cittadini, come ad esempio il diritto allo studio degli studenti frequentanti le scuole superiori (buoni

libro, abbattimento costo trasporto) e le scuole paritarie. E indubbio che per le funzioni trasferite e/o delegate alle province, non delegabili ai singoli comuni, la regione dovr avvalersi di front office, diversi dalle province, sul modello dei distretti sanitari e degli ambiti socio assistenziali, attivando un miglioramento del servizio, con la riduzione dei costi e dei tempi, ma soprattutto evitando la commistione fra il potere legislativo e la gestione che, altrimenti creerebbe una grave anomalia nel nostro sistema. Il soggetto regolatore, qual la Regione, non pu al tempo stesso gestire direttamente ci che regola, per di pi senza controlli adeguati. In Friuli Venezia Giulia per le sue dimensioni geografiche, socio-economiche, in un contesto generale di crisi della politica e delle finanze pubblica, che vede fortemente a rischio, il nostro sistema di autonomia, laffermazione di un nuovo modello di specialit deve passare proprio dal principio che il ruolo politicoistituzionale in capo alle province superabile e che le sotto elencate funzioni amministrative possono essere coordinate dalla regione e gestite attraverso propri uffici decentrati: a) funzioni distruzione pubblica secondaria di secondo grado, ivi compresa ledilizia scolastica; b) funzioni nel campo dei trasporti pubblici in coerenza con la programmazione regionale; c) funzioni riguardanti la viabilit (strade provinciali con affidamento a Strade FVG) e gli uffici della motorizzazione civile; d) funzioni riguardanti la gestione del territorio, la tutela della fauna, parchi e riserve naturali; e) funzioni nel campo della tutela ambientale, della programmazione e gestione dei rifiuti, della tutela della qualit dellaria e delle acque di valutazione dimpatto ambientale e di valutazione ambientale strategica per interventi di valenza sovra comunale;

f) funzioni nel campo dello sviluppo economico relative ai servizi del mercato del lavoro, in particolare la gestione dei Centri per lImpiego, la formazione professionale. Soprattutto sul mercato del lavoro va messo ordine alla confusione ordinamentale sulle competenze, di certo non auspicabile in un momento di crisi, nel quale le politiche attive del lavoro devono trovare una netta semplificazione e uno snellimento attraverso la regia della Regione ma con una pi efficace attivit dei Centri per lImpiego sul territorio. Sono necessari fondamentali passaggi pi lineari delle competenze attraverso una legislazione regionale che sappia ricollocare risorse e funzionalit alle politiche attive del lavoro. In questo settore basilare per il superamento della crisi economica e occupazionale, va eliminata la confusione che deriva dallincertezza nel far rientrare tali competenze, oggi svolte dalle Province, tra le funzioni amministrative conferite alle province con legge dello Stato come la riforma Fornero, approvata con Legge 92/2012, che cita espressamente ancora le Province come enti competenti a gestire le politiche del lavoro. Occorre pertanto fare chiarezza, al pi presto, rilevando sin dora limpraticabilit concreta di unattribuzione di tali competenze ai singoli Comuni. Altrettanto rilevante l'organizzazione dello svolgimento dei servizi pubblici locali che deve essere attuata in ambiti o bacini territoriali ottimali e omogenei tali

da consentire economie di scala e di differenziazione idonee a massimizzare lefficienza del servizio. La regione pu, in virt del superamento delle province, individuare specifici bacini territoriali di dimensione diversa da quella provinciale, motivando la scelta in base a criteri di differenziazione territoriale e socio-economica e secondo principi di proporzionalit, adeguatezza ed efficienza rispetto alle caratteristiche del servizio, anche su proposta dei comuni. Se non si vuole semplicemente scrivere il libro dei sogni (e i programmi dei candidati troppo spesso lo sono stati, anche nella ricerca di non scontentare nessuno) e se veramente si vuole costruire non un programma preconfenzionato, ma anche un nuovo metodo di programmare, progettare, intervenire, necessario avere chiara la logica del working progress e del massimo coinvolgimento possibile dei cittadini, degli amministratori, di tutti i portatori di interessi diffusi allinterno della comunit provinciale. Troppo facile sarebbe un programma onnisciente ed omnicomprensivo. Oggi si tratta di scegliere alcune priorit, alcuni assi di sviluppo e perseguirli tenacemente, Si tratta quindi anche di una questione di metodo, che lattuale governo provinciale ha sempre disatteso e che, proprio in nome della maggiore incentivazione della partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica (cio alla cosa loro), va completamente disarticolato e costruito. 7

QUALE RUOLO E QUALI IMPEGNI PER LA PROVINCIA DI UDINE IN VISTA DEL SUO SUPERAMENTO E PER IL RAFFORZAMENTO DEL TESSUTO SOCIALE, ECONOMICO E POLITICO DEL FRIULI
La Provincia di Udine, nel percorso che porter al suo superamento, andr comunque governata e non si pu certo lasciarla continuare ad amministrare da chi ha fallito nella sua azione di rilancio politico-istituzionale dellente intermedio, da chi:

ha svilito e indebolito il ruolo del Friuli sia nel contesto interno regionale che in quello estero dei rapporti con i vicini popoli e territori europei; non ha attivato alcuna iniziativa riformatrice per mettere al riparo il Friuli da una crisi economica e sociale; stato incapace di definire e consegnare al Friuli un nuovo ruolo di rappresentanza istituzionale, pi forte e incisivo, allinterno della specialit regionale.

Queste saranno in sintesi le nostre linee programmatiche per il governo della Provincia di Udine nel periodo che accompagner la fase di riordino del sistema Regione-autonomie locali in Friuli Venezia Giulia avendo sempre presente lobiettivo del superamento dellente intermedio senza lasciare indietro nessuno e senza disperdere il patrimonio umano, di competenze e risorse, che anzi sar rivalutato e sar parte attiva nonch protagonista del processo di trasformazione, nella fase intermedia, e di semplificazione e di trasferimento delle funzioni storicamente in capo allAmministrazione provinciale.

Il coraggio di fare le riforme


Per affrontare il cambiamento epocale in corso necessario avere coraggio e adottare riforme capaci di guardare al futuro. I campi di intervento sono molteplici ed investono ogni ambito della vita istituzionale, economica e sociale. A partire dall'assetto istituzionale per conciliare democrazia ed efficienza, capacit decisionale e logica di risultato. Per rigenerare luoghi, residenze o strutture produttive avendo a cuore la tutela del paesaggio. Le piccole e medie imprese, da sempre motore di sviluppo del sistema economico regionale, non riescono a far fronte allo scenario competitivo e alla crisi. Molte realt sono ripiegate su se stesse e sfiduciate, altre assumono con forme flessibili, riducono il personale, la maggior parte di esse non esce dalla gestione familiare. Rispondere agli interessi di imprenditori e lavoratori richiede la creazione di un fronte comune per alleggerire la burocrazia e gli oneri sul lavoro fino a rendere meno oneroso l'accesso al credito e garantire la liquidit all'impresa, passando per il miglioramento delle condizioni del lavoratore e delle sue competenze professionali. Tutti gli attori della comunit provinciale devono riconoscersi in un progetto comune slegato da campanilismi, rendite e clientele funzionali al destino dei singoli o dei gruppi. Lindividuazione di un obiettivo comune consentir alle diversit di trasformarsi in ricchezze e ad ognuno di sentirsi parte di un progetto unico dove tutti vincono e nessuno perde.

Agevolare sempre il lavoro, i nuovi lavori e limpiego diffuso Pi lavoro, stabilizzazione dei rapporti di lavoro, buon lavoro e formazione
Maggiore occupazione, specie femminile e giovanile, meno precariato nei rapporti di lavoro, un lavoro che sia coerente con le richieste del mercato e le aspettative individuali e, soprattutto, dignitoso. In Provincia di Udine, oltre alla difficile situazione occupazionale, che dal 2012 fa registrare un numero di disoccupati doppio rispetto al 2007, sussistono notevoli ritardi nel processo di riforme del mercato del lavoro. A fronte, inoltre, di un regolamento regionale per gli incentivi alle assunzioni e stabilizzazioni che ha subito continue modifiche, della spesa sui FSE e FESR variata da un anno allaltro senza preavviso e alla mancata costanza nelle azioni formative, occorre dare continuit e linearit alle regole e alle progettualit promosse. Pertanto, prioritariamente necessario:

implementare le risorse per le politiche attive del lavoro a cui negli ultimi 3 anni sono stati dedicati circa lo 0,4-0,6% del bilancio regionale, contro una media UE superiore all1,5%; utilizzare i fondi comunitari della prossima programmazione orientandoli in modo consistente verso le politiche attive del lavoro; riscrivere la legge regionale sulla formazione professionale che del 1982 per rispondere alle nuove e mutate esigenze; rivedere gli enti che si occupano della formazione: formazione

professionale permanente, revisione dei profili professionali, incrocio della domanda e offerta di lavoro. Rappresentano alcuni degli aspetti che sollecitano una loro migliore gestione anche attraverso l'adeguamento delle procedure e strutture chiamate a fornire questi servizi; migliore aderenza dei percorsi scolastici ai profili professionali: in un mercato in evoluzione e imprese dal destino sempre pi legato all'internazionalizzazione, servono istituti tecnici e professionali dotati di flessibilit e capacit di prevedere scenari futuri; creare le condizioni di un sistema dell'istruzione e della formazione professionale maggiormente coordinato ed integrato; migliorare la governance delle politiche attive del lavoro: attualmente i poteri di indirizzo e le risorse sono regionali mentre le funzioni esecutive sono affidate ai centri per l'impiego che fanno riferimento alle province. Va semplificato il sistema istituzionale con un deciso potenziamento dei centri per l'impiego e la creazione di una rete coordinata dei servizi pubblici e privati; favorire il coordinamento fra le politiche attive e quelle passive del lavoro; aggredire la disoccupazione: sviluppare forme diverse di servizi a seconda della tipologia di disoccupazione (giovani, donne, neet, adulti...) con interventi mirati di formazione e di accompagnamento all'inserimento lavorativo; riordinare il sistema degli ammortizzatori sociali; privilegiare gli strumenti di solidariet occupazionale (contratti di solidariet...); coordinare il sistema delle agevolazioni alle assunzioni/stabilizzazioni con le scelte di politiche industriale regionale potenziando le risorse umane nei settori di interesse strategico; porre attenzione all'inserimento lavorativo delle categorie protette, che la crisi ha spinto ulteriormente ai margini; incentivare il modello della staffetta generazionale in favore dei giovani; promuovere la youth garantee (garanzia giovani) comunitaria per assicurare un percorso di inserimento lavorativo a chi ha meno di 25 anni attraverso un corso di formazione, un'offerta d'impiego o uno stage entro 4 mesi dalla fine degli studi o dalla perdita del lavoro; garantire le pari opportunit e promuovere il lavoro femminile: attraverso incentivi fiscali, servizi per la conciliazione dei tempi di lavoro e sostegno all'imprenditoria femminile.

Superamento delle province per il superamento della crisi economica Un sistema istituzionale aperto ed efficiente e la revisione del patto di stabilit
Riformare in modo radicale il sistema istituzionale La specialit della Regione consente ampi margini di riforma dellassetto per renderlo pi efficiente, economico e utile ai cittadini. La Regione deve definire gli indirizzi generali e occuparsi delle scelte strategiche decentrando funzioni e risorse alle comunit che ne dispongano attraverso le loro istituzioni democratiche. Meno burocrazia, meno procedimenti, meno sprechi di tempo e risorse e pi attenzione alle persone, alle famiglie e alle imprese. Il Friuli Venezia

Giulia pu disegnare da s il sistema delle autonomie locali. Si tratta di una riforma a costo zero. Le principali misure nel breve e medio periodo semplificare la vita dei cittadini e delle imprese

La funzione di indirizzo generale spetta alla Regione, presidio delle questioni di interesse collettivo che non possono essere la somma degli interessi particolari; Le azioni necessarie per rispondere alle esigenze dei cittadini competono al Comune, primo livello del sistema istituzionale cui spetta il governo del territorio; La formazione dell'area vasta e l'aggregazione dei Comuni garantir la necessaria razionalizzazione organizzativa e una maggiore efficienza nella gestione non solo dei servizi attraverso la condivisione di uffici e risorse ma soprattutto lottimizzazione delle relazioni con gli enti sovraordinati e tra i territori; Il superamento delle Province la diretta conseguenza del nuovo modello istituzionale basato su sistemi territoriali locali di area vasta per il governo del territorio e la gestione dei servizi; Liberare la societ da un cumulo di enti, agenzie e strutture inutili e non funzionali: lasciare la societ regionale quanto pi libera di esprimere le proprie potenzialit; un riordino possibile con una forte volont politica, priva di lacci e libera da condizionamenti, svincolata dai rapporti di forza interni alla maggioranza e ai singoli partiti; Modificare le quote di partecipazione societarie e ridurre i Consigli di Amministrazione: la partecipazione della Provincia va limitata solo alle societ ed enti di carattere generale, parallelamente vanno ridotti i Consigli di Amministrazione, le indennit e i compensi; Interrompere le rendite e i vantaggi individuali: sono i "costi" determinati da una cattiva concezione della politica per cui vanno ripensati i modelli e i meccanismi di funzionamento degli attuali enti, agenzie, strutture, poli, zone e distretti industriali; Le nomine nelle societ partecipate dovranno rispondere a criteri di competenza e trasparenza e dovranno essere il risultato di un processo finalizzato a raccogliere le candidature migliori sulla base delle esperienze e delle competenze culturali e professionali. Nei ruoli di gestione non devono essere nominati rappresentanti politici ma solo professionalit e competenze di quel campo.

Rivedere il Patto di stabilit Il Patto di stabilit va rivisto, cos come va superato l'accordo Tremonti-Tondo che ha tolto alla Regione la possibilit di regolare il rapporto con gli enti locali ai fini del rispetto del patto di stabilit. Le modalit attuative applicate in Friuli Venezia Giulia sono le stesse delle altre regioni pur fruendo di un sistema di finanziamento degli enti regionali tutto interno al sistema finanziario della Regione, sostenuto dai decimi di compartecipazione sulle entrate. L'opportunit di operare in modo da far coincidere i nuovi trasferimenti in conto capitale alle Province e ai Comuni con i pagamenti che gli stessi debbono

effettuare verso i fornitori, vanno indicati gli obiettivi per gli anni futuri in modo da permettere agli Enti Locali una programmazione sui pagamenti per dare avvio a un nuovo accordo con il Governo che permetta alla Regione di esercitare la propria autonomia in materia di finanza locale. L'impegno di breve e medio periodo

rinegoziare con lo Stato alcune regole del Patto; si tratta di norme che riguardano il Bilancio regionale, ci al fine di escludere dal patto della Regione le risorse regionali che vengono trasferite ai comuni in conto capitale, "girando" i benefici che si possono determinare da queste modifiche alle Province e ai Comuni cos da attenuare la quota del patto loro assegnata (ulteriore compensazione verticale); prevedere unulteriore assunzione da parte delle Regione dellonere del rispetto del Patto (compensazione verticale); si tratta di portare la propria quota di spazi finanziari di spesa ceduta agli Enti Locali dai 90 mln attualmente previsti a 125/130 mln; definire criteri di riparto della compensazione verticale che privilegino prioritariamente i Sal; ci necessario perch ci sono imprese che hanno gi sostenuto i costi e che rischiano di non disporre relativi pagamenti con la possibilit di richieste alle amministrazioni di interessi o danni; tali risorse andrebbero a sterilizzare effetti prodotti dai mutui sostenuti da contributo regionali che coprono solo parzialmente linvestimento; si tratta di distribuire le risorse tra le Province e i Comuni con equit e coerenza; prevedere finanziamenti in conto capitale per aree territoriali omogenee e su piani strategici integrati; si tratta di un approccio che permettere una migliore programmazione delle opere sul territorio e un pi efficace controllo ai fini del Patto di Stabilit.

Dentro la politica che vale, fuori la politica che costa Si tratta di affermare da subito un nuovo stile, sobriet e trasparenza nello svolgimento delle attivit istituzionali. Deve essere assicurato il libero accesso alle istituzioni e nel contempo non deve venire tradito il rapporto fiduciario tra cittadini e politica, istituzioni e partiti. 11

RIORGANIZZARE LA MACCHINA AMMINISTRATIVA E LA SPESA PER TORNARE A CRESCERE E STARE VICINO AI CITTADINI
Un'organizzazione pubblica al servizio della comunit La riorganizzazione della macchina pubblica un passo necessario per far corrispondere la struttura e i servizi forniti alle esigenze della comunit e degli impegnativi obiettivi che ci proponiamo. Essa deve essere ancora in relazione e al servizio della societ che richiede qualit, tempestivit, minori costi e coerenza alla funzione pubblica. E' in gioco la possibilit di ottenere un pi elevato rendimento istituzionale. Vi sono risorse su cui far leva. Esiste infatti un

patrimonio di competenze e intelligenze presenti nel pubblico impiego provinciale che devono poter lavorare ed essere messe nelle condizioni di fornire il proprio contributo al bene comune. Per questa ragione vanno superate procedure antiquate e valorizzate le professionalit e le capacit presenti. Ci proponiamo di rendere la macchina pubblica della Provincia pi efficiente. Lo strumento del Comparto Unico sar utilizzato per ottenere questo risultato. Sburocratizzare e semplificare Si tratta di un'altra riforma a costo zero che faremo subito. In questo contesto agiremo per:

snellire le procedure: si tratta di costruire nuove e semplici procedure burocratiche;la riduzione degli adempimenti per le imprese e l'annullamento delle sovrapposizioni documentali; per raggiungere questo obiettivo necessario che tutti i poteri autorizzativi siano in capo alla Regione e agli enti locali; chiudere la stagione dei contributi a pioggia: per un lungo periodo i finanziamenti sono stati assegnati senza criteri in modo indifferenziato; noi sapremo dirottare le risorse ai Comuni e verso i programmi e progetti in grado di produrre valore aggiunto;

Razionalizzare la spesa e non sprecare risorse Il prossimo Governo provinciale si trover costretto ad operare in un contesto di minori risorse finanziarie. La recessione non permette di disporre di proventi fiscali aggiuntivi e se dovesse continuare sarebbero in discussione le stesse possibilit di ricostruzione del sistema delle entrate. Non giova l'accordo stipulato dal Presidente della Giunta R. Tondo con il Ministro G. Tremonti che, nell'ambito di un mal impostato federalismo fiscale, ha penalizzato il Friuli Venezia Giulia di 370 mln cui si devono aggiungere ulteriori impegni finanziari richiesti dal Governo Monti, di 165 mln imposti dal decreto salva-Italia mentre sono congelati altri 202 mln richiesti con la spending review nazionale.

LE INFRASTRUTTURE UTILI AL FRIULI


Essere accessibili, attrarre e partecipare allo spazio europeo dei trasporti L'U.E. ha predisposto il nuovo programma per giungere ad un sistema di trasporti unificato che s'incardina su nodi e reti che coinvolgono la Provincia di Udine, quali il porto Nogaro (area industriale Aussa-Corno), lo scalo di Cervignano del Friuli, in considerazione di essere nodo dalla prevalente tipologia ferroviaria, il Corridoio Baltico-Adriatico e il Corridoio 3/Mediterraneo. Qui si decantano questioni "nazionali" determinate dall'essere il nostro territorio una porta di accesso al Paese e uno spazio che mette in relazione le imprese con l'Europa e la nuova piattaforma industriale europea e con il far-est attraverso il Mediterraneo. Non vogliamo perdere questa funzione ed essere "attraversati" e per questo intendiamo costituire un assetto infrastrutturale e territoriale capace di corrispondere e acquisire quote di mercato, in particolare di traffico marittimo, puntare sugli interporti e scali merci per generare benefici alle strutture del trasporto e alla crescita delle imprese di produzione e di distribuzione. L'accessibilit rappresenta un requisito essenziale che intendiamo perseguire per

attrarre imprese, investimenti e merci, in coerenza con la funzione internazionale della nostra Regione. Se il trasferimento del trasporto merci da gomma a ferro da perseguire sia in termini economici sia ambientali, va sottolineato come la politica delle infrastrutture non scindibile dalla politica dei trasporti e del territorio. Pertanto, siamo consapevoli che gli interventi acquisiscono senso e valore quanto pi sono concrete le azioni per spostare traffici e flussi dalla strada alla ferrovia, anche con azioni di incentivazione a favore delle imprese. Dopo essersi ingabbiata nella realizzazione della 3^ corsia dell'A4, nell'illusorio tentativo di fare da soli senza il concorso dello Stato, i governi regionali e provinciali di centro destra non sono stati capaci di avviare le attivit di dragaggio dei canali di accesso allo scalo di San Giorgio di Nogaro, cos da facilitare il trasporto marittimo, scaricando costi inaccettabili sulle imprese localizzate nelle aree portuali e industriali e impedendo l'attrazione di nuovi investimenti e l'aumento dell'occupazione. La prosopopea del centro destra ha impedito di vedere prima e affrontare poi il progressivo e repentino calo delle operazioni allo scalo ferroviario di Cervignano, giunto a quote residuali, e il dissolvimento dei servizi cargo ferroviari ad opera del gestore nazionale. La declamata politica del fare non ha permesso di garantire n il funzionamento della logistica, con l'Interporto di Cervignano, spesso lasciato a se stesso, n l'accessibilit, ferroviaria, stradale e marittima, e la sicurezza dei transiti sia nelle aree industriali dell'Aussa-Corno e della Val d'Arzino sia nei distretti della nautica e della pesca come Latisana Marittima e Marano Lagunare. Si intestarditi nell'eseguire alcune opere viarie e a far digerire alle comunit locali interventi come l'autostrada Gemona-Cimpello-Sequals e la bretella Palmanova-Manzano. Occorre aumentare il numero delle persone che utilizzano i servizi del Tpl; si tratta di stabilire coerenze tra decisioni amministrative e scelte di natura urbanistica; non vanno escluse le politiche di welfare nel promuovere forme diverse di mobilit, basti pensare al cambiamento che si pu generare se obbligatoriamente nelle medie e grandi imprese pubbliche e private, o ad elevata femminilizzazione, vengono previste strutture di prima infanzia e l'asilo, oppure politiche volte al riorientamento degli investimenti privati, basti pensare se le piattaforme e centri commerciali e di servizio fossero indotti ad investire di meno nella costruzione dei parcheggi e, invece, a spendere risorse per il sostegno e l'organizzazione di servizi di Tpl. L'accessibilit viaria a favore dell'integrazione territoriale e a supporto di un modello di sviluppo di qualit La giunta regionale ha puntato sulle strade e sulle rotonde, dotando Friuli Venezia Giulia Strade Spa di cospicui finanziamenti e la Provincia di Udine di residuali interventi da effettuare in delegazione amministrativa. I governi regionali e provinciali non si sono tuttavia soffermati sul valore di infrastrutture pensate e previste 20 o 30 anni fa n hanno riflettuto sui tratti di un modello di sviluppo di qualit o sui termini attraverso cui si compete e si realizza l'integrazione territoriale e sociale. Se la realizzazione di alcune nuove opere, l'intervento sui punti critici della rete e la manutenzione sono azioni utili, come gli interventi calibrati per togliere dai centri abitati il traffico passante e/o pesante, privo di significato insistere acriticamente su alcune opere. Vanno ripensati e rimodulati progetti riguardanti, ad esempio, la viabilit ad est del torrente Torre, il raccordo autostradale Gemona-Cimpello-Sequals, la bretella di scorrimento veloce Palmanova-Manzano, la variante di Dignano, la complanare della Bassa

friulana ovvero la variante alla SS n.14 tratto Ronchis-Torviscosa. Per quanto riguarda la sicurezza stradale non assolutamente il caso di insistere sullinstallazione delle nefaste sagome stradali e dei paginoni pubblicitari auto celebrativi Easy foot.

La mobilit sostenibile e trasporti pubblici pi integrati


Nuove relazioni tra le istanze del territorio e la gestione del servizio di Tpl Il Trasporto pubblico locale rappresenta un'opportunit a disposizione della comunit provinciale. Attualmente si prevede la pianificazione e la definizione delle risorse in capo alla Regione che vengono trasferite direttamente alle Province, il rapporto con i Comuni ed i cittadini e la gestione del Contratto di servizio a parit di costo in capo alle Province mentre alle imprese compete erogare le prestazioni. Ci vale per il trasporto collettivo su gomma. Come detto, questi livelli istituzionali vanno semplificati mentre i Contratti di servizio posti a base di gara non solo avranno una durata di 6 anni ma potranno essere prorogati fino a 9. Si tratter, dunque, di meglio corrispondere alle istanze che maturano a livello locale attraverso un'alta flessibilit necessaria anche a causa della crisi economica che ha mutato i comportamenti dell'utenza. Medesimi quesiti si pongono in una situazione in cui il modello di Tpl posto sotto pressione ed soggetto a riduzioni in termini di corse e frequenze, sia nell'arco della giornata sia della settimana, sia nelle citt che nei territori marginali. L'esistenza di tale discrasia, tra ci che esiste e lo scenario di medio periodo, suggerisce quindi una: creare un territorio e comunit smart e il Centro di competenza sulle Smart Cities: in concorso con le politiche regionali, fino alla definizione della redistribuzione delle funzioni e delle competenze a seguito del superamento delle Province, sosterremo lapplicazione delle tecnologie pi idonee per rendere intelligenti e efficienti sia i pi importanti centri urbani sia le numerose localit e i borghi da proteggere e tutelare che contraddistinguono il nostro territorio; ci attraverso la diffusione dell'illuminazione stradale a LED sensibile al passaggio di persone e mezzi per risparmiare energia, la promozione dell'uso dei mezzi elettrici per i servizi comunali e sanitari, l'adozione di strumenti di monitoraggio del traffico urbano ed extra-urbano in modo tale da decongestionare le principali arterie, risolvere il problema delle code, ridurre linquinamento, la gestione del verde pubblico e dei rifiuti mediante sensori remoti cos da minimizzare i percorsi dei mezzi e massimizzare la qualit dei servizi; istituiremo il Centro di competenza sulle Smart Cities, anche in collaborazione con strutture come il Distretto industriale delle tecnologie digitali, a disposizione di tutti i Comuni per sviluppare i loro progetti e sostenerli nella ricerca di fondi per finanziarli; operare marketing territoriale e promuovere le strutture produttive e di trasporto: si tratta di creare uno strumento accessibile da web con cui limprenditore possa visualizzare su una mappa interattiva le aree industriali, i capannoni liberi, le strutture tecnologiche, le linee di alta tensione, le infrastrutture e i servizi di trasporto e logistici adatti al transito di trasporti pesanti su gomma e all'interscambio modale; la mappa intelligente delle infrastrutture industriali e logistiche favorir la riduzione dell'inquinamento e del consumo di suolo, aumentando la sostenibilit del sistema produttivo poich permetter la riconversione e il riuso delle strutture inutilizzate e un pi diffuso sfruttamento delle dotazioni infrastrutturali; promuovere il turismo oltre il web: il portale per il turismo non basta pi; etichetteremo invece tutte le risorse artistiche, museali, ricreative e paesaggistiche del Friuli con codici comprensibili a smartphone e tablet, rendendo cos accessibili informazioni pluri-lingue direttamente ai turisti; da ogni sito sar possibile visualizzare informazioni storiche e immagini in realt

aumentata, ottenere suggerimenti per proseguire il percorso di visita verso altre destinazioni simili, acquistare biglietti integrati per musei e trasporti, prenotare alberghi, spiagge e servizi di intrattenimento; per attrarre operatori e capitali, unico strumento per fiere e convegni: intendiamo organizzare diversamente dall'attuale un sistema fieristico e convegnistico in grado di attrarre investimenti anche mediante un unico strumento coordinamento delle offerte e degli spazi offerti dalle varie strutture espositive; andranno sicuramente unificati i due enti fieristici di Udine e Pordenone.

LE ENERGIE SOSTENIBILI E LE FONTI RINNOVABILI CHE SERVONO AL FRIULI Lambiente, i comportamenti ecologici per il Friuli di sempre e per quello che vorremmo
La rigenerazione dell'esistente come la pi grande opera sostenibile Le Giunte Tondo-Fontanini non hanno operato in questo campo e non sono state nemmeno capaci di mettere a disposizione dei Comuni circa 20 mln per i Programmi integrati di sviluppo urbano sostenibile (Pisus) che potevano mettere in circolo altrettanti investimenti. Cos come rimasta al palo riguardo ai programmi di social housing, con particolare attenzione verso l'utilizzo di edifici esistenti, e all'efficientamento dei grandi servizi pubblici. Recupereremo il tempo perso e metteremo in atto fondamentali azioni strategiche attraverso cui far ripartire leconomia e offrire opportunit alle imprese locali. La sfida alla riconversione e allaggiornamento delle competenze verso la rigenerazione, vedr, in questa fase transitoria, la Provincia al fianco della Regione, degli imprenditori e delle istituzioni locali. Principali azioni che intendiamo intraprendere: messa in sicurezza e ammodernamento tecnologico degli edifici scolastici: si tratta di un intervento non pi rinviabile nei confronti degli edifici scolastici dellistruzione secondaria di 2 grado; efficientamento energetico del patrimonio edilizio: si configura come un asse di intervento rivolto non solo agli edifici scolastici ma anche quelli del patrimonio della Provincia, quelli storici e di pi recente costruzione, capace di mettere in movimento imprese e investimenti; bonifica e riuso dei siti dismessi: si tratta di una serie di interventi ipotizzabili riguardo ai siti militari, industriali e commerciali che, relativamente all'utilizzo, prevedono forme di archeologia industriale, uso sociale delle aree, recupero di biodiversit; va ripensato completamente il project-financing della cittadella dellex Caserma Duodo a fianco di Palazzo Belgrado. La nuova alleanza tra ambiente e produzione con la green economy L'ecologia e l'ambiente non devono essere pi visti solo come un vincolo per la produzione. Importanti settori della produzione industriale hanno compiuto operazioni di riconversione dei processi e prestato maggiore attenzione ai consumi energetici e agli impatti di processo e di prodotto. Si tratta di favorire con incentivi e finanziamenti, congiunti tra Stato e Regione, la ricerca e l'innovazione mentre vanno stimolati gli investimenti nell'ambito della green economy e della smart economy che, pur in un clima economico sfavorevole,

possono creare nuove imprese verdi e innovative e determinare occupazione. Gli stessi territori e le citt possono essere incubatori e primi utilizzatori del lavoro delle imprese. E' necessario sburocratizzare il sistema autorizzativi, specie quello in capo alle Province, ci al fine di migliorare qualit ambientale e garantire controlli. Verso l'obiettivo rifiuti-zero I rifiuti rappresentano una "risorsa, come riconosciuto dalle normative europea e nazionale. La Provincia operer, sempre nella fase transitoria, sulla base di nuovo Piano attuativo per la Gestione Rifiuti. La partecipazione attiva dei cittadini strategica e serve discutere le proposte, condividerle, verificare le obiezioni, spiegare i vantaggi e i rischi e poi decidere. Attueremo un programma di gestione ecosostenibile delle strutture e servizi estendendolo alle amministrazioni locali.

Le principali misure istituzionali e operative nel breve e medio periodo una raccolta differenziata ancora pi spinta: si tratta di completare e rafforzare il sistema porta-a-porta su scala provinciale; costituire filiere di selezione e recupero delle materie: il processo vale per le materie prime-seconde che vanno a riciclo; costruire impianti di recupero dell'indifferenziato: si tratta di realizzare nuovi impianti o, diversamente, di modificare quelli esistenti per migliorare il riciclo delle materie prime-seconde e per giungere are allobiettivo rifiuti-zero; procedere con la semplificazione; le buone pratiche si valorizzano attraverso l'esistenza di procedure agili e semplici; in questo senso revisioneremo il complesso delle norme a partire dalla LR 30/1987 al fine di ottenere un nuovo testo efficace, chiaro e gestibile; ritenere l'incenerimento come modalit di smaltimento temporanea; si tratta di considerare questa tipologia o soluzione di intervento del marginale e residuale; va ricordato che linceneritore di Trieste (che necessita di interventi di miglioramento) pi che sufficiente per le esigenze regionali; gestore unico a controllo pubblico; nella fase attuale, si tratta di accompagnare i processi di ricomposizione societaria, in atto su scala provinciale, sollecitando i gestori alla competizione sul mercato. Gestione dei rifiuti in Ambito Territoriale Ottimale - ATO unico regionale Il Decreto 0278/Pres. del 31/12/2012 del Presidente della Regione FVG emanato da Renzo Tondo, ha reso attuativo il nuovo Piano Regionale dei Rifiuti, a partire dal 11 gennaio 2013 (data di pubblicazione sul BUR) e detto Piano, conferma un unico Ambito Territoriale Ottimale (ATO) in Regione Friuli V.G., come gi legiferato dalla stessa Regione a fine 2010. Pertanto gli ambiti o bacini provinciali, per la gestione dei rifiuti, sono decaduti gi da tempo, aprendo la strada per addivenire al Gestore Unico Regionale. In tale contesto, anche il ruolo delle province viene meno come delegate all'Ambiente dalla Regione, pertanto il superamento delle province, per quanto riguarda i rifiuti, di fatto gi avviato. Finalit del Gestore Unico Regionale dei rifiuti urbani; 1. fusione delle attuali societ pubbliche di gestione dei rifiuti urbani, per formare, possibilmente una unica societ regionale di settore (attualmente sono sette le societ pubbliche che gestiscono i rifiuti urbani, tre in provincia di Pordenone, tre in provincia di Udine dopo la fusione CSR-NET, una per le Province di Trieste e Gorizia ACEGAS-HERA ed inoltre due ex comunit montane, quindi nove gestori, per un totale di cittadini serviti 1.225.000 circa = a Milano); 2. realizzazione di economie reali (dati dalle riduzioni dei consigli di

amministrazione e dei dirigenti societari) e di economie di scala, con sicuri risparmi e contenimento dei costi sulla bolletta dei cittadini; 3. complementariet degli impianti di trattamento, di smaltimento e di recupero, anche energetico dei rifiuti; 4. consolidamento dei sistemi per chiudere il ciclo integrato dei rifiuti urbani, entro l'ambito territoriale ottimale ATO (massa critica per un processo di prossimit); 5. Mantenimento in loco dei sistemi gestionali e quindi garanzia dei posti di lavoro in loco e delle fiscalit destinate alla Regione Friuli V.G. iva irap ecc.. (diversamente le piccole realt societarie che non fossero pi competitive, correrebbero il rischio di essere assorbite dai grandi colossi nazionali ed europei del settore);

Superamento di EXE EXE S.p.A. partecipata dalla Provincia di Udine, per il 55,6%. Gli altri azionisti di EXE S.p.A. sono: Comune di Lignano col 22,9%; NET S.p.A. col 18%; Comunit montana della Carnia col 2,65%; Comune di Manzano col 0,8% e Legambiente del FVG col 0,062%). Va tenuto conto, altres che la EXE ha una serie di controllate e di societ collegate, ovviamente coi suoi organigrammi, nelle quali ha partecipazioni di vario genere, quali: MTF srl 99%; PALM' E' srl 60%; ESCO Friuli VG srl; SISARE srl 50%; poi le collegate sono: NAONIS ENERGIA per il 20,5%. Questa societ rappresenta nettamente lassenza di controllo e indirizzo della Provincia di Udine verso le proprio partecipate. La messa in liquidazione di questa societ che ha esaurito il proprio scopo necessaria. Con il superamento della Provincia di Udine, le proprie azioni nella partecipata EXE S.p.A. potranno essere acquisite da comuni del FVG che ancora non fanno parte, da societ pubbliche per la gestione dei rifiuti urbani, ovvero, da comuni soci di societ di gestione attualmente in essere, NET A&T 2000, ancorch interessate a costituire un unico gestore territoriale. Subito stop al mega compenso del direttore generale di EXE spa (oltre 250 mila euro), una societ che nellultimo esercizio ha prodotto un misero utile di 12 mila euro. Da notare che le indennit dellintero Consiglio provinciale non superano compensi e benefit compresi del direttore di EXE.

LE LINGUE, LE CULTURE: LA RICCHEZZA DELLE DIVERSIT DEL FRIULI Cultura motore di progresso. Il turismo, i beni architettonici e paesaggistici: fonti di benessere equo e sostenibile (BES)
far conoscere e valorizzare i beni culturali: non pu esserci valorizzazione dei beni culturali senza una loro conoscenza; una collettivit consapevole delle proprie ricchezze ambientali, culturali, paesaggistiche, storiche, letterarie e linguistiche si adopera anche per la loro tutela e valorizzazione; serve la conoscenza del patrimonio che possediamo, non solo rivolgendoci al turista e al cittadino; servono metodi innovativi per migliorare la divulgazione delle informazioni (sviluppo applicativo delle nuove tecnologie di comunicazione); bisogna puntare sulla crescita e professionalit di archeologi, catalogatori e restauratori, mestieri che andranno valorizzati e incentivati anche per esportarli nellambito europeo; attenzione verr prestata alle sinergie tra gli investimenti pubblici e privati nel settore della cultura e della ricerca scientifica, sostenere le minoranze linguistiche e beni etnografici; il paesaggio urbano e rurale, il patrimonio artistico ed archeologico, la pluralit linguistica e culturale, la produzione culturale e l'industria culturale rappresentano i tratti distintivi della sua identit; va favorito il plurilinguismo attraverso le varie forme, dalla scuola ai mezzi pubblici di comunicazione, anche adeguando la pubblica amministrazione, come occasione per espandere lo spazio culturale, puntare su biblioteche, musei e storia attraverso: a) tecnologie, servizi e qualit: opportunit di formazione e di lavoro con la diffusione di nuovi servizi e di nuovi standard di qualit per i luoghi della cultura (musei, teatri, biblioteche), favorendo scambi di personale tra gli enti che operano in Provincia compresi gli enti di ricerca e luniversit con distacchi di personale, borse di dottorato di ricerca, per integrare le figure professionali; b) luoghi della cultura: le esperienze di sistema museale gi attivate sono importanti, ma necessitano di una adeguata strategia regionale, per dar vita ad una rete di distretti culturali, attraverso cui organizzare lofferta culturale e museale, valorizzare esperienze di cooperazione fra musei e istituti assimilati, raccordare al meglio le politiche culturali museali e le politiche di sviluppo locale, favorire una progettualit adeguata ed integrata; c) reti culturali e sistemi culturali; si tratta di aumentare la capacit di coinvolgimento delle comunit locali per favorire un solido rapporto con i loro beni culturali, per il governo e lo sviluppo dei flussi turistici, attraverso una maggiore integrazione e coordinamento dellofferta culturale locale e per organizzare unofferta qualificata e soprattutto integrata, capace di rispondere alle esigenze di molteplici gruppi omogenei (dai circoli aziendali, alle scuole, dalle associazioni culturali ai gruppi che arrivano in regione per fare acquisti nei centri commerciali e negli outlet). Anche in questo lapproccio integrato sar un punto di forza e render lofferta, anche e quella minore, competitiva e attrattiva; d) allestire strumenti; si tratta di allestire uno strumento regionale che consenta di inquadrare i giovani coinvolti nel settore in un contratto collettivo del lavoro per addetti alla cultura, che ne consideri le competenze e le professionalit, si tratta rafforzare i sistemi informativi e l'uso delle tecnologie da utilizzare allinterno delle strutture culturali in modo da favorire la conoscenza del patrimonio paesaggistico e architettonico, della sua tutela, valorizzazione, conservazione e restauro;

promuovere attivit e proposte culturali partendo dallimprescindibile legame tra cultura, istruzione, ricerca e universit, sostenendo in primis le iniziative capaci di attrarre fondi nazionali e comunitari e rinnovando il rapporto con il mondo dellassociazionismo affinch si sviluppino logiche di rete e di complementariet dellofferta culturale; in questo percorso intendiamo sostenere i programmi di area vasta e di valenza pluriennale anche attraverso l'individuazione degli strumenti pi idonei di agevolazione finanziaria e creditizia, per meglio corrispondere ad esigenze di una domanda mai statica. Attenzione verr prestata ai grandi eventi poich rappresentano punte di diamante straordinarie dellattivit di un territorio culturalmente propositivo; in questo senso opereremo anche per il ritorno in Friuli del festival di musica reggae (Rototom Sunsplash) Il multilinguismo e multiculturalismo incrementano la ricchezza e la specialit della Regione che ci deve rendere orgogliosi e opereremo di conseguenza in modo coerente; superamento, invece, di iniziative di promozione turistica clientelari e finalizzate a se stesse, senza alcuna interlocuzione con il sistema dei comuni, gestione di enti e consorzi come Terre dei Patriarchi mentre andranno colte meglio le opportunit legate al turismo religioso. La presenza nel territorio friulano di ricchezze religiose, svariate e di spessore, offrir numerosi spunti ai pellegrini proponendo itinerari dal santuario del Monte Lussari alla pieve di Zuglio, dal santuario di Castelmonte alla Basilica di Aquileia, dalle mostre di Illegio alle Rievocazioni storiche, dai Presepi alle Rappresentazioni della Passione: sono solo alcune delle risorse in grado di attrarre flussi di turisti ispirati al Pilgrim Lifestyle, lo stile di vita promosso da Josp, nato per avvicinare lesperienza dei viaggi di fede a un nuovo modo di fare turismo.

Una politica linguistica differente per il Friuli


In Friuli sono presenti da diversi secoli almeno quattro lingue tuttora vive: il friulano, lo sloveno, il tedesco, litaliano. Tutte queste lingue sono presenti attualmente sia in variet locali che nella variet standard. La politica linguistica vigente si caratterizza per i seguenti aspetti negativi: non rispetta i diritti n individuali n collettivi delle persone, visto che le forza non solo a imparare solo una lingua, ma anche ad abbandonare luso di tutte le altre. Comporta una perdita di ricchezza di risorse (culturali, ma anche economiche e di altra natura) per gli individui e per lintera comunit che vive in Friuli. Produce effetti che abbassano la qualit della vita delle persone e dellintera societ. In particolare lassimilazione totale (o quasi) di una persona, la priva di profondit e la condanna allincapacit di capire e di godere di una societ friulana che resta comunque complessa: dallincomprensione e dalla non accettazione allodio e alla xenofobia il passo assai breve. La mancata assimilazione produce automaticamente lemarginazione e lesclusione da qualsiasi possibilit di crescita. Una politica positiva non pu fondarsi sulla semplificazione delle differenze (logica di potere sulla comunit) ma su une gestione armonica della complessit (logica di servizio alla comunit). In tale prospettiva la ricchezza e la complessit linguistica della comunit friulana una risorsa da valorizzare, in previsione di vantaggi sociali, economici, culturali e democratici. Modello di scuola plurilingue

Un diritto minimo di ogni cittadino friulano quello di ricevere unistruzione che lo porti a una competenza massima nella propria lingua (o anche nelle proprie lingue, nel caso di plurilinguismo familiare o locale) e di acquisire almeno una competenza passiva in tutte le lingue tradizionali del Friuli. Di conseguenza si deve rifiutare il modello di scuola monolingue italiana, in cui a malapena si riesce a realizzare unora settimanale di friulano, che in sostanza non perviene a nessun effetto positivo e potrebbe averne di negativi. Bisogna pretendere un modello di scuola plurilingue. Serve realizzare un sistema scolastico in cui le lingue veicolari siano maggioritariamente friulano, slovene e tedesco: la presenza oraria di queste tre lingue potr essere equilibrata o asimmetrica, a seconda delle aree di presenza tradizionale di queste lingue in Friuli e, soprattutto nelle citt, a seconda dellopzione degli allievi (o delle loro famiglie). Sono gi state realizzate esperienze didattiche di inserimento del friulano a scuola che hanno dato loccasione non solo di avvicinare gli scolari al friulano, ma anche di confrontarsi con le lingue dei bambini che hanno genitori provenienti da altre parti del mondo, col risultato di avviarsi effettivamente verso lintegrazione e la convivenza serena. Chiaramente per giungere a un simile sistema scolastico sar indispensabile unenorme opera di sensibilizzazione politica della societ friulana, per rivendicare maggiore competenza regionale in ambito scolastico e per utilizzare tutti gli spazi legislativi a disposizione. Plurilinguismo visibile E necessario giungere a una percezione anche visiva della pluralit linguistica, sia negli spazi fisici, sia in quelli della comunicazione in carta e radiotelevisiva, sia in quelli virtuali. Linvestimento in questi ambiti non deve essere visto come uno spreco, ma come una funzione simbolica essenziale per far crescere lo status delle lingue subordinate e per educare la societ alla percezione serena del plurilinguismo. Promozione dei rapporti transfrontalieri La presenza della lingua slovena e tedesca in Friuli corrisponde agli estremi lembi dei rispettivi domini linguistici, che sono assai pi vasti: questa situazione unopportunit di contatto con grandi risorse culturali, artistiche e economiche. Un Friuli pi competente nelluso delle proprie lingue sarebbe un interlocutore privilegiato almeno tra Italia, Austria, Germania e Slovenia: sarebbe sufficiente valorizzare, invece di ostacolare, la sua situazione naturale. Sviluppando i rapporti transfrontalieri a Nord e a Est si darebbe un senso di praticit immediata al plurilinguismo friulano. Anche per questo, coltre che per ragioni economiche e politiche evidenti, sicuramente preferibile formare una macroregione con Carinzia, Slovenia e le contee adriatiche della Croazia, rispetto a finire in una sorta di macroregione padana, che sarebbe portata per inerzia a perpetuare lemarginazione socioeconomica delle regioni periferiche, con tutti i danni che ne deriverebbero. Promozione delle organizzazioni degli immigrati Se il modello di societ che si persegue quello dellintegrazione e armonizzazione delle differenze e non dellassimilazione, vanno favorite le organizzazioni tra immigrati accomunati dalla stessa provenienza, affinch possano trovare occasione di mantenere legami tra di loro.

Il modello positivo di funzionamento dei Fogolrs Furlans o delle Fameis Furlanis pi attive allestero, con la loro capacit di organizzare attivit economiche, sportive, ludiche, artistiche, conviviali ecc., dimostra che un friulano che mantiene la propria lingua, la propria identit e i legami con la propria comunit anche un friulano pi forte, produttivo e integrato nello stato in cui lui o i suoi genitori o antenati sono emigrati. Perci va favorito lassociazionismo spontaneo degli immigrati, come sistema per combattere la dispersione o la concentrazione di emarginati. Per altro tali associazioni potrebbero rivestire la funzione di ponti naturali tra il Friuli e diversi paesi che hanno davanti a loro enormi possibilit di sviluppo. Ribaltamento della politica per gli emigranti friulani Rispondere allesigenza di imparare la lingua friulana espressa di tanti discendenti di friulani allestero, sarebbe un modo per rafforzare la loro identit, per far crescere la loro capacit di comprensione del Friuli e di se stessi e, infine, anche di far crescere le opportunit di contatto e di scambio (anche in questo caso culturale, professionale, economico, tecnologico ecc.) tra il Friuli e quasi tutti i paesi del mondo.

LAssociazione delle Province Friulane


LAssociazione delle Province Friulane, proprio per la sua importanza, non pu essere strumento propagandistico o elemento di mera contrapposizione o divisione territoriale, va utilizzata proprio come occasione di confronto e di proposta per ridefinire i livelli di governo dei territori e dare maggiore e migliore impulso agli obiettivi che le permettano di dimostrarne limportanza e la ricaduta positiva per i cittadini ed il sistema Friuli nel suo complesso. Il processo di riforma del sistema Regione-Autonomie locali deve partire da una pi convinta e determinata azione politico-istituzionale a livello interprovinciale in grado di mettere concretamente in atto politiche di area vasta capaci di creare sinergie e collaborazioni con le altre Province e con questa concretezza aprirsi al contributo anche della Provincia di Gorizia, per far ci servono da subito progettualit ed atti concreti che individuino puntualmente i settori di collaborazione e ove necessario riorganizzino, secondo criteri di efficacia ed efficienza, gi uffici dei singoli Enti proprio in vista di una riorganizzazione generale pi compiuta.

"A vignar ben il d che il Friul al si inecuarzar di vei na storia, un passat, na tradizion!..." [ Pier Paolo Pasolini]

UN NUOVO PIANO DELLOFFERTA FORMATIVA; EDILIZIA E STRUTTURE SCOLASTICHE PI SICURE E MODERNE


Pi istruiti ed educati in una scuola di qualit e sicura Intendiamo promuovere la scuola come luogo di formazione globale delle persone. Il rafforzamento delle competenze trasversali (capacit critiche, di ragionamento, problem solving) dei nostri giovani porter il nostro sistema scolastico a essere comparabile con altri sistemi internazionali. L'istruzione e la formazione non sono solo funzionali alla vita professionale ma sono strumenti per la vita . Vanno aggrediti alcuni vincoli e le fragilit quali la dispersione scolastica, il relativamente basso del numero dei laureati, lo squilibrio delle competenze spesso non corrispondenti alle esigenze del mercato del lavoro, la debolezza dei percorsi formativi integrati (IFTS) che devono vedere un ulteriore impegno alla collaborazione i vari soggetti (scuola, universit, imprese, agenzie formative) per la formazione di tecnici specializzati a livello postsecondario in grado di partecipare attivamente all'innovazione tecnologica e all'internazionalizzazione dei mercati. Serve una scuola come un laboratorio di innovazione didattica e tecnologica che rifugga dal dualismo tra cultura umanistica e scientifica e volta a creare un clima favorevole riguardo lalternanza scuola-lavoro e il raccordo tra istruzione e formazione come in altri ambiti. In particolare, la cura della qualit dellinsegnamento pubblico richiede investimenti e risorse che, ad ogni livello, sono stati insufficienti per il raggiungimento degli obiettivi minimi che si deve proporre un Paese di avanzata civilt. La Provincia, nella fase transitoria che porta al superamento dellente intermedio, deve avere particolarmente cura, nellambito delle sue competenze, di contribuire a mantenere alto il livello delle prestazioni formative, con conseguente allocazione di risorse. Questa impostazione non totalizzante e non vuole essere penalizzante delle disposizioni sul diritto allo studio e allistruzione, nonch delle norme per la parit scolastica, dal momento che lautogoverno locale deve offrire spazi e occasioni alla sussidiariet, alle forme di partecipazione civica, ai protagonisti del privato sociale e del volontariato. Ci sentiamo impegnati nel sostenere la proposta di un nuovo accordo StatoRegione all'interno del quale richiedere la competenza in materia di autonomia scolastica e trasferimento delle funzioni, fermo restando l'assegnazione delle relative risorse. scuola sicura; i dati relativi al monitoraggio sulla sicurezza nelle scuole della nostra Provincia confermano la presenza di strutture vetuste e fuori norma; sono presenti rischi a cui studenti e personale devono esporsi frequentando gli edifici scolastici privi delle certificazioni di agibilit, di collaudo statico, conformit dellimpianto elettrico, prevenzione degli incendi; intendiamo porvi rimedio con l'obiettivo di medio periodo della messa in sicurezza del 100% degli edifici scolastici attraverso una serie di interventi e finalizzati ad ottenere i certificati richiesti dalle norme. Il potenziamento dellofferta formativa Intendiamo esercitare fino in fondo le nostre competenze, cos come sono state affidate dallart. 138 del Decreto Legislativo 112 per meglio intervenire nei vari ambiti. Le principali iniziative che intendiamo intraprendere in base a queste normative e ad altre prerogative, riguardano i seguenti campi: promozione di progetti di cittadinanza attiva: la dimensione del servizio,

dell'attenzione ai problemi della comunit, del coinvolgimento pratico ed operativo in azioni di solidariet debbono far parte del bagaglio comune di ogni giovane; potenziare in proposito lesperienza del servizio civile solidale; integrazione degli allievi disabili: attraverso progetti di insegnamento modulare individualizzato e/o particolari percorsi di carattere laboratoriale; non ci dimentichiamo mai le vergognose affermazioni dellon.Fontanini riguardo la proposta di classi differenziate per disabili. Il nostro modo di pensare e le nostre idealit in merito alla cultura, allapproccio sociologico e allaccoglienza del diverso sono quanto di pi distante dalle concezioni riprovevoli del Presidente della Provincia uscente e dei suoi seguaci e sostenitori. diritto allo studio: la Provincia, grazie al trasferimento di fondi regionali, mette gi a disposizione risorse per garantire il diritto allo studio alle famiglie meno abbienti; intendiamo comunque farsi promotori di un pacchetto di misure orientate alle borse di studio, e all'integrazione della Carta dello studente nazionale con interventi regionali che stabiliscano riduzioni del 30% a favore di studenti della scuola secondaria per accedere a musei, cinema, teatri, mostre, centri culturali, librerie, ostelli della giovent, all'installazione di nuove attrezzature didattiche negli istituti scolastici a favore delle disabilit fisiche o psichiche. integrazione degli alunni stranieri: la presenza del 10% di alunni stranieri nelle scuole rende urgente la messa in atto di strategie didattiche per un migliore processo di apprendimento;

L Universit del Friuli, la nostra specialit nella Specialit della Regione: non pi confini geografici ma una nuova frontiera della societ della conoscenza, dellinnovazione, della ricerca scientifica e tecnologica Sostenere la ricerca, favorire il trasferimento della conoscenza e la crescita di imprese innovative
Un sistema universitario regionale competitivo a livello internazionale e pi efficace sul territorio La Provincia dovr sostenere l alleanza strategica con lUniversit di Udine per favorire la crescita del sistema anche ottimizzando le relazioni internazionali che la posizione geografica implica e che dovr essere elemento fondativo del processo di valorizzazione della nostra specialit regionale. Tornare a essere speciali implementando nuove forme di autonomia per dare maggiore stabilit ai finanziamenti, con una programmazione pluriennale ed attenzione alla qualit dei risultati. Sar sostenuta lofferta formativa che risponder a criteri di completezza con riferimento alle lauree triennali e di complementariet per quelle magistrali e il post-laurea. In tal modo saranno salvaguardate le ragioni fondative dellateneo friulano, garantite pari opportunit ai giovani e alle famiglie e valorizzate le vocazioni e le eccellenze di ciascuno. Trasferimento del sapere quale nuovo paradigma nella societ della conoscenza Accanto alla didattica e alla ricerca si colloca la terza missione del sistema universitario: il trasferimento di conoscenza.

Ecco alcune proposte concrete: trasferimento del capitale umano dal mondo accademico al tessuto produttivo creando un flusso di capacit di analisi, di visione e di scelte strategiche; valorizzazione della laurea e del dottorato di ricerca: serve una maggiore mobilit di laureati e di dottori di ricerca dalluniversit alle imprese e la societ, al fine di formare nuove classi dirigenti nei settori produttivi e nelle sedi decisionali, che abbiano una maggiore percezione di quello che si fa nei laboratori, una rinnovata consapevolezza del ruolo della cultura, dell'alta formazione e della ricerca per la competitivit non solo imprenditoriale, ma anche territoriale con attenzione alla valorizzazione del patrimonio artistico, archeologico e ambientale. sostenere un virtuoso e produttivo scambio tra Universit, parchi tecnologici e imprese; ci sentiamo impegnati a potenziare il raccordo tra lalta formazione, la ricerca e le aziende del territorio, in modo da far parlare a questi mondi una lingua comune quale contributo per tornare a crescere e migliorare processi produttivi e prodotti, 25

LE POLITICHE SOCIALI, RIMETTERE AL CENTRO LA SUSSIDIARIET E LA SOLIDARIET: IL CUORE DEI FRIULANI Nella societ friulana, il problema demografico il primo problema strutturale sociale
Sostenere le famiglie e garantire le opportunit di crescita culturale e professionale dei giovani La bassa natalit, il peso sulle famiglie della non-autosufficienza, la diffusa precariet tra i giovani, la frammentazione del sistema socio-sanitario pur capillare ma ridondante su taluni aspetti rappresentano le questioni che rischiano di pregiudicare il futuro della comunit friulana. Linsicurezza sulle prospettive e sulle possibilit di mantenere un raggiunto stile di vita, la paura di non poter accedere a servizi adeguati nel momento del bisogno e di scivolare ai margini della vita della comunit, lansia di non poter provvedere in modo adeguato alle necessit e ai desideri dei propri figli, sono tra gli elementi che pi profondamente minano la qualit della vita. Il reddito di cittadinanza e la carta famiglia sono stati interventi innovatori del welfare in Regione. Noi solleciteremo la Regione a riproporli e rafforzarli. E necessario sostenere le famiglie in difficolt, garantendo opportunit di crescita culturale e professionale ai giovani; bisogna investire nella formazione di chi, non pi giovanissimo, ha necessit di un reinserimento nel mondo produttivo. Il diritto alla casa e laccessibilit ai servizi locali quali asili nido e scuole materne, servizi sociali e domiciliari dovranno trovare adeguato finanziamento in quanto componenti fondamentali della qualit della vita. Linclusione sociale un diritto che va riconosciuto a tutti. Per rispondere alle sfide si deve innovare limpianto e la strumentazione delle politiche sociali, pur in un quadro di limitatezza delle risorse e di vincoli di finanza pubblica, e di una struttura organizzativa e burocratica del sistema assistenziale e sociale. Bisogna realizzare una programmazione strategica non

lesiva delle capacit locali, promuovere la flessibilit e la sussidiariet con il terzo settore. Vanno valorizzate le energie presenti nella societ civile, dalle relazioni di comunit alle capacit di iniziativa dei soggetti del volontariato fino allimpresa sociale, riconoscendo il ruolo della famiglia come luogo di relazioni affettive, formative, solidali, al pi ampio contesto di rapporti in cui le persone interagiscono. Alle politiche pubbliche spetta sostenere e regolare lo sviluppo di mercati dei servizi di qualit sociale che includano tutti i cittadini e sfruttino nel loro interesse lapporto di capacit imprenditoriali diffuse. Le attuali risorse, se ben gestite, permettono un investimento sociale adeguato. Il miglioramento delle sinergie organizzative e gestionali tra Ambiti, il coinvolgimento e la coprogettazione con il terzo settore, la revisione del sistema di affidamento dei servizi alla persona possono produrre risparmi importanti.

Volontariato e solidariet un patrimonio di relazioni dal valore inestimabile


Dalla cittadinanza attiva un elemento di stabilizzazione della democrazia Il mondo del no profit e del terzo settore raffigura uno stile e un modo di essere della persona nellambito dei rapporti sociali, diretta realizzazione del principio di solidariet sociale che si esprime in ambiti trasversali allagire umano. Il terzo settore e il volontariato non devono essere strumentalizzati o peggio ancora sfruttati per finalit che non gli sono proprie. E' di grande importanza perch rappresenta la concretizzazione della cittadinanza attiva, del diritto di partecipazione e di amministrazione condivisa. Al suo interno si soliti raggruppare soggetti organizzativi di natura privata ma volti alla produzione di beni e servizi a destinazione pubblica o collettiva le cui attivit si esprimono soprattutto in un insieme di relazioni che sinstaurano tra pi soggetti con implicazioni di natura motivazionale, culturale, valoriale ed etica. Lintero terzo settore riconosciuto come fattore determinante alla crescita del benessere collettivo, complementare ma differente rispetto al mercato, da cui si distingue per essere privo di fini lucrativi. La cooperazione sociale chiamata a svolgere un ruolo attivo e responsabile nel sistema integrato di interventi e servizi sociali, sia per quanto riguarda la progettazione sia per la realizzazione concertata degli interventi insieme alle amministrazioni programmatrici. Il volontariato e la partecipazione civica crescono nella misura in cui vengono riconosciuti dalle istituzioni nella loro autonomia come interlocutori paritetici con cui co-progettare iniziative per il bene comune e risposte ai bisogni della societ, pur nel rispetto dei diversi ruoli e responsabilit. La solidariet come valore fondante della coesione e dell'irrobustimento delle comunit La crisi che stiamo vivendo non solo economica e finanziaria ma anche sociale, politica e culturale. Ecco perch i valori che esprimono il terzo settore ed il volontariato in particolare, possono essere la chiave per la coesione e l'irrobustimento delle comunit locali. Essi si collocano sulla linea gi tracciata dalla nostra carta costituzionale, la quale impegna il popolo italiano nella rimozione degli ostacoli di ordine sociale ed economico che, limitando di fatto la libert e luguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona

umana (art. 3 della Cost.). La vera sfida sar riuscire a tradurre in atti e strumenti il valore politico del volontariato per riscoprire il senso stesso dei valori su cui si fonda questimpegno che rappresenta il principale promotore della coesione sociale e motore dell economia del dono la cui importanza va ben al di l della sua capacit economica. Le principali misure istituzionali e operative nel breve e medio periodo supportare l'integrazione delle attivit e dei progetti: unoccasione per utilizzare al meglio le risorse disponibili; stipula di convenzioni improntate al principio di pari dignit dei soggetti coinvolti; dovranno essere distinte e differenziate dalle convenzioni per laffido di servizi a soggetti imprenditoriali, in modo da evitare che possano diventare la via per aggirare la normativa sugli appalti; accompagnare le esperienze all'unione; per fare are in modo che il "basso" sia pi efficace necessario implementare le reti e il coordinamento delle attivit, in primo luogo laddove le circostanze lo richiedono; concorrere a superare il localismo e lautoreferenzialit; nel rispetto dell'autonomia di ogni soggetto e associazione, si tratta promuovere uno sforzo nella costruzione di relazioni e progetti comuni anche per richiedere l'erogazione di finanziamenti strutturali.

Praticare sport significa pi societ, pi valori, pi benessere La diffusione di una nuova visione "culturale" e aperta verso lo sport serve all'intera comunit friulana
Lavorare su una situazione favorevole, sul protagonismo del volontariato e sull'opera delle societ sportive La situazione delle pratiche sportive in Friuli positiva e ricca di prospettive. I risultati ottenuti sul piano della partecipazione e agonistico rappresentano i tratti pi evidenti frutto dell'attivit alimentata dal composito mondo di societ e dai volontari che ogni giorno lavorano e rappresentano una solida base per continuare il lavoro e proporre nuove sfide. Fermo restando lautogoverno dello sport e nell'ambito delle competenze della Regione, sempre guardando al processo di riforma degli enti intermedi intendiamo fissare i seguenti obiettivi transitori di governo: assieme ai soggetti di autogoverno dello sport, alle societ, enti ed associazioni, ai Comuni al fine di condividere programmi, progetti, iniziative, supportare collaborazioni pubblico-privato; 3S: la crescente scarsit di risorse pubbliche e la crisi economica destinata a riversare effetti anche sullo sport, con i Comuni in difficolt ad intervenire sulle associazioni locali e condizionati dall'esistenza dei vincoli posti dal Patto di stabilit; ci proponiamo di intervenire in modo selettivo sulla dotazione di strutture e impianti, in primo luogo al fine del loro ammodernamento, efficientamento e manutenzione) e sostenere il progetto movimento in 3S che coinvolger le scuole primarie della Provincia, quale presupposto fondamentale per estendere leducazione allo sport, alla cultura, alla legalit e al rispetto delle regole, coinvolgendo le associazioni, i dirigenti sportivi, gli atleti, le famiglie; malessere e il disagio giovanile, oltre a quelle forme improprie di sedentariet dei giovani pi volte denunciate da specifiche ricerche; da un altro punto di vista, lo

sport rappresenta una funzione essenziale della solidariet, dellinserimento dei disabili e della multiculturalit.

La montagna, le periferie, le nuove aree marginali, la denatalit in Friuli: un equilibrio da ricostituire e un nuovo patto generazionale per evitare il declino La montagna. Una risorsa per il Friuli
Uno spazio e una societ stretti tra potenzialit e difficolt Il nuovo modello di architettura istituzionale dovr perseguire lo sviluppo della montagna quale fattore di crescita dell'intero Friuli attraverso le seguenti misure: portare la telecomunicazione tramite banda larga fino ai singoli utenti dei paesi pi isolati: il superamento del digital-divide per le zone montane la premessa indispensabile per attivare forme innovative di organizzazione dei servizi (telelavoro, teledidattica, teleassistenza) e per attrarre nuovi investimenti; la localizzazione in montagna di porti informatici, con la creazione di piattaforme al servizio sia delle imprese che della pubblica amministrazione, attraverso linteroperabilit, la portabilit dei dati e la reversibilit che essa consente, pu dare un nuovo slancio e grosse opportunit a questo territorio e alle imprese che qui decidessero di delocalizzare le proprie attivit; accorciare i tempi delle comunicazioni stradali e incrementare lutilizzazione delle comunicazioni ferroviarie: in montagna non servono autostrade ma strade a scorrimento veloce lungo le direttrici vallive. Linfrastrutturazione ferroviaria consiste in due tipologie di collegamento: uno internazionale verso lAustria, laltro pedemontano di collegamento tra le province di Udine e Pordenione; il miglior utilizzo del collegamento ferroviario con lAustria consentir lalleggerimento del traffico ruotato pesante che transita sulladiacente autostrada, riducendo linquinamento chimico e acustico, e faciliter il pendolarismo giornaliero di studenti e lavoratori; sar rilanciata la ferrovia Sacile-Gemona quale cerniera di collegamento economicocommerciale e soluzione per il pendolarismo dellintera pedemontana; assicurare i servizi di prossimit fino allestrema periferia: va perseguito il mantenimento degli sportelli Amministrativi, degli sportelli postali, degli sportelli bancari nei paesi di montagna o comunque va regolamentato ed incentivato lo sviluppo di esercizi polifunzionali di paese nei quali lattivit commerciale possa essere abbinata ad altri servizi di interesse collettivo anche in convenzione con soggetti pubblici e privati; vanno attuate le norme nazionali che prevedono particolari facilitazioni fiscali per la sopravvivenza dei piccoli esercizi commerciali delle zone montane, veri e propri luoghi di aggregazione sociale e baluardi della residenza; va salvaguardata la giustizia di prossimit mantenendo il Tribunale di Tolmezzo; razionalizzare i centri di decisione istituzionale per capire chi fa cosa; favorire l'incontro fra le persone come crescita culturale, prevenzione all'isolamento e occasione di lavoro:. si tratta di agevolare la formazione extrascolastica dei giovani; va favorita la realizzazione di asili nido o altri servizi integrativi per la prima infanzia nei centri di vallata e di nidi familiari (Tagesmutter) nelle piccole comunit anche per agevolare la partecipazione femminile alle attivit produttive ed incentivare le nuove nascite; vanno sostenuti ed incentivati i progetti dell abitare sociale rivolti agli anziani e le attivit di animazione per favorire la loro permanenza attiva nella comunit d'origine; sostenere la scuola di montagna attraverso progettualit organizzative e didattiche innovative ("classi aperte"), la teledidattica e una gestione degli

organici a livello regionale che introduca elementi di "continuit": si tratta di farsi promotori di una legislazione specifica per le scuole di montagna che, riconoscendo nella scuola un collante della comunit ed un motivo di permanenza della residenza, vada oltre le deroghe e promuova forme innovative di fare scuola; definire una nuova politica di diritto allo studio che garantisca l'accesso all'istruzione superiore e universitaria degli studenti di montagna: si tratta di abbattere i maggiori costi per gli spostamenti e/o la residenzialit presso convitti o altre strutture prendendo a modello i sostegni economici vigenti negli altri paesi europei; coordinare l'offerta turistica esistente, promuovere una maggiore sinergia tra le diverse localit turistiche e incentivare il turismo sostenibile: verr realizzata una razionalizzazione degli incentivi sulla base di piani pluriennali integrati di sviluppo; verr implementata la fruizione sostenibile del patrimonio paesaggistico ed ambientale di cui la montagna orgogliosa custode anche attraverso la valorizzazione dei parchi e l'attenzione a contenere l'impatto delle nuove infrastrutture; l'ampliamento della ricettivit sar attuata valorizzando il patrimonio edilizio esistente (albergo diffuso); tutelare e valorizzare la biodiversit e le bellezze naturalistiche come patrimonio delle comunit locali e come patrimonio dell'umanit: la montagna friulana possiede un ricchissimo patrimonio di biodiversit e di bellezze naturalistiche, tant' che una parte di esse stata riconosciuta come patrimonio mondiale dell'umanit dall'UNESCO; tale patrimonio, di cui le comunit locali sono custodi, verr non solo conservato ma anche valorizzato come elemento di pregio e di richiamo per un turismo sostenibile.

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