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Collaborative Production of eGovernment Services Produzione collaborativa di servizi di eGovernment

Data: 24 gennaio 2013 Organizzatore: Commissione europea DG CONNECT


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Levento stato organizzato al fine di produrre degli inputs per la Commissione europea per completare leGovernment Action Plan (2010), con particolare attenzione alla produzione collaborativa di servizi.
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Questo piano d'azione mira a contribuire alla creazione di


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quelleconomia della conoscenza, sostenibile e inclusiva per l'Unione europea, come stabilito nella strategia Europa2020. Il piano si integra con quello dell'Agenda digitale per l'Europa. I partecipanti alla conferenza hanno discusso lo studio della Commissione su Collaborative production in eGovernment (2011), come uno degli strumenti per le priorit strategiche di Europa2020, che sono:
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i cittadini e le imprese devono essere avvantaggiati da servizi integrati di eGovernment concepiti in funzione delle esigenze degli utenti e sviluppati in collaborazione con terzi, nonch da un maggiore accesso alle informazioni del settore pubblico, da una maggiore trasparenza e da mezzi efficaci per coinvolgere le parti interessate nel processo decisionale. La mobilit nel mercato unico deve essere rafforzata da servizi integrati di eGovernment per avviare e gestire imprese, nonch per studiare, lavorare, risiedere e trascorrere la pensione in qualsiasi Stato dell'Unione europea. L'efficienza e l'efficacia devono essere stimolate da un operato costante nell'uso dell'eGovernment per ridurre gli oneri amministrativi, migliorare i processi organizzativi e promuovere un'economia sostenibile, a basse emissioni di carbonio. L'attuazione delle priorit politiche deve essere resa possibile dalla creazione degli strumenti decisivi adeguati e dalle necessarie precondizioni giuridiche e tecniche.

La premessa stata il riconoscimento che, nellattuale crisi dei debiti pubblici sovrani in molti Stati membri, le amministrazioni sono tenute a fornire servizi pubblici migliori adoperando minori risorse, combinato con la disponibilit di tecnologie innovative e lincremento delle aspettative dei cittadini, anche in termini di capacit di reazione quando accedono a servizi digitali (eServices). Inoltre, la Commissione ha riconosciuto come in generale i servizi digitali in particolare quelli transfrontalieri- siano scarsi e la maggioranza dei cittadini europei sia riluttante ad avvalersene. Una delle conseguenze l'evidente necessit di portare a termine la transizione verso un modello pi aperto di concezione, produzione e offerta di servizi digitali, sfruttando le possibilit offerte dalla collaborazione fra cittadini, imprenditori e societ civile. In tal senso, per collaborative eGovernment si intende qualsiasi servizio pubblico che elettronicamente fornito da un governo, cittadini, ONG o aziende private, in collaborazione o

1 Allevento hanno partecipato rappresentanti da diversi Stati membri, responsabili politici, professionisti, pubbliche amministrazioni, esecutori di progetti nazionali di eGovernment, partecipanti ai programmi di ricerca e innovazione in ambito delle tecnologie dellinformazione (programmi FP6 e FP7), ricercatori, imprese, funzionari della Commissione europea, nonch le imprese e i cittadini interessati alla produzione collaborativa di servizi di eGovernment a livello europeo, nazionale e locale. 2 . LeGovernment uno strumento che la Commissione vuole promuovere per aumentare lefficienza e l'efficacia dei servizi pubblici e un'amministrazione digitale intelligente, sostenibile e innovativa. Il documento ufficiale della Commissione europea pu essere consultato al seguente indirizzo: http://eurlex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2010:0743:FIN:IT:PDF. Sito ufficiale della Commissione europea sulleGovernment Action plan: https://ec.europa.eu/digital-agenda/en/european-egovernment-action-plan-2011-2015 . 3 Sito ufficiale dellAgenda Digitale per lEuropa: http://ec.europa.eu/digital-agenda/ (6 febbraio 2013). 4 Lo studio nella sua interezza pubblicato e reperibile al seguente indirizzo: http://ec.europa.eu/information_society/newsroom/cf/dae/itemdetail.cfm?item_id=9141 .

meno

con

lamministrazione

pubblica,

sulla

base

di

dati

elaborati

da

cittadini

dallamministrazione pubblica. La definizione contiene due componenti importanti di questo tipo di servizi: la produzione di dati e la prestazione di servizi. Lo studio ha rilevato che i paesi anglosassoni (oltre 40 casi), seguiti da Olanda, Spagna, Svezia e Germania, giochino un ruolo predominante nel panorama degli eServices in Europa, con gli altri Stati membri, tra cui lItalia, che presentano in media solo tre casi di eServices. Della totalit dei casi analizzati, la maggior parte di essi fornita da un soggetto terzo (46%), seguiti da enti governativi (32%) e cittadini (23%). Ci che stato sottolineato positivamente il coinvolgimento molto attivo di ONG, che sarebbe dovuto al fatto che spesso nei loro programmi le ONG spingono per promuovere nellagenda dei governi maggiore trasparenza e partecipazione dei cittadini. Dinteresse particolare , inoltre, il dato riguardante il livello territoriale al quale questi servizi sono offerti: la mappatura mostra che la maggior parte dei servizi sono forniti a livello nazionale (49%) e solo 28% a livello locale. La percentuale si abbassa ulteriormente se si considera il livello regionale (10%): lItalia figura, comunque, fra i paesi i cui esempi di eServices regionali sono utilizzati a fini divulgativi come best practice. La mappatura dimostra, inoltre, che la maggior parte dei dati utilizzati dai progetti di eService sono generati dai cittadini (51%) contro il 28% che sono forniti dallamministrazione, nei diversi livelli di governo. Queste percentuali possono suggerire che i dati in possesso dei governi non sono ancora facilmente reperibili (perch non sono gratuiti, o non possibile la loro lettura ottica o sono di bassa qualit); questanalisi stata confermata anche dalle testimonianze degli sviluppatori di servizi presenti al seminario. La maggior parte dei paesi, anche quelli che registrano livelli avanzati nellofferta di eServices integrati, non ha ancora sviluppato vere e proprie politiche in materia. Lo studio aggiornato al 2011, per cui i relatori hanno fatto notare che se fosse aggiornato si avrebbe probabilmente un riscontro di un incremento del numero precedentemente censito. Sul fronte della diffusione di eServices, una delle sfide maggiori per i governi legata al coinvolgimento attivo e passivo- dei dipendenti dellamministrazione pubblica: a livello nazionale si registrano alcune iniziative, anche promosse da finanziamenti comunitari- per incentivare la PA a migliorare le competenze dei propri dipendenti attraverso programmi di formazione, o piattaforme per la conoscenza. Una delle piattaforme dellente pubblico danese, presente alla conferenza, stata indicata come una delle iniziative dalle quali prendere esempio. Il motto danese passare dalla cultura del must to have service a quella del nice to have service. Sul fronte italiano, in particolare, bench non esista una specifica politica in materia di produzione collaborativa di eServices, ciononostante esistono delle iniziative, sia legislative sia operative, a livello nazionale e regionale. A livello nazionale, la normativa di riferimento il decreto legislativo 27/10/2009 n. 150 sulla riforma della pubblica amministrazione. Anche nel piano dazione sulleGovernment (eGov 2012) "la trasparenza e l'efficienza della pubblica
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Al link seguente possibile consultare una guida in lingua inglese sul sistema danese di gestione degli open data: http://epsiplatform.eu/content/danish-technical-guide-open-data . La piattaforma alla quale si fa qui riferimento https://www.borger.dk/Sider/default.aspx (lingua originale: danese).

amministrazione nel rapporto con i cittadini uno degli obiettivi delle azioni previste. Inoltre, sono state messe in atto una serie diniziative, che mirano a migliorare la responsabilit della pubblica amministrazione: i progetti cittadinanzattiva e "mettiamoci la Faccia", tramite i quali i cittadini possono esprimere in modo sintetico una valutazione della qualit dei servizi ricevuti. Il panorama si completa con "Mia PA" e Reti Amiche; questultimo un esempio di partenariato pubblico-privato per la fornitura di eServices. Lazione della PA e dei governi, nazionali o locali, pu essere sintetizzata in quattro diversi approcci:

interessante notare come lo studio abbia rilevato che ci sono due motivazioni di fondo al cuore delle iniziative attuate direttamente dal settore pubblico. Una motivazione la presenza di un dibattito politico (spesso a livello sovra-nazionale), che spinge lo sviluppo di politiche nazionali o locali e lavviamento diniziative. Un'altra motivazione, la presenza di una persona, una sorta dinnovatore visionario (che pu essere sia a livello amministrativo o politico) -la tipica "persona giusta al momento giusto nel posto giusto"- che spinge e fornisce supporto per l'innovazione. La difficolt maggiore che stata riscontrata nei rapporti tra amministrazione pubblica e privati (nella fattispecie sviluppatori di servizi) una certa gelosia sulluso dei dati disponibili alla PA; anche quando stato concesso laccesso ai dati, la PA ha voluto mantenere un alto controllo sulla gestione di questi dati, che secondo gli sviluppatori- una delle prime ragioni per il loro non efficiente utilizzo. Il tema dei c.d. open data apre un dibattito molto animato, non solo fra i legislatori nazionali, ma anche a livello comunitario: secondo alcune posizioni, sarebbe auspicabile un quadro normativo pi chiaro per salvaguardare gli interessi di tutti gli attori in gioco, in primis i cittadini, i veri titolari dei contenuti di questi dati. Il desiderio di essere pi vicini ai cittadini, non solo nel momento in cui questi si servono di un servizio, ma nella stessa fase di definizione di quale servizio essendo poi i cittadini

coloro che ne fruiscono ha spinto molti governi ad avvicinarsi allutilizzo di nuovi media. In questo ambito, Derrick Pisani, dellAgenzia governativa maltese MITA, ha affrontato il tema delluso dei social media per incrementare la partecipazione dei cittadini in materia di eGovernment. Il relatore ha riconosciuto che l'uso efficace dei social media davvero un processo difficile per le imprese e le organizzazioni della societ civile, ma soprattutto per i governi e gli enti del settore pubblico. Una delle ragioni sta nelle difficolt di cambiamento delle pratiche di organizzazione del lavoro e delle strutture, che sono generalmente abbastanza radicate, in particolare nelle organizzazioni pubbliche di lungo corso. Tuttavia, i governi dovrebbero utilizzare questi strumenti, dati i benefici dimostrabili maturati, se utilizzati in modo appropriato. In particolare, la good practice del governo maltese ha dimostrato che lutilizzo sempre pi diffuso dei social media, sia tra i cittadini sia nel mondo dellindustria - ha messo in discussione il ruolo tradizionale dei governi e ne ha sfidato il loro modo di lavorare. La popolazione a Malta si sente ascoltata, ha detto Pisani, e questo comporta che il singolo cittadino si senta e sia pi coinvolto e motivato a partecipare. Ci ha contribuito a una migliore e pi efficace definizione dei servizi pubblici. Per ottenere un risultato di questo tipo, da un lato, le amministrazioni pubbliche dovrebbero aumentare la consapevolezza e la conoscenza di questi strumenti (dapprima fra gli stessi dipendenti della PA, giacch primi utenti e spesso detentori del c.d. legacy power che spesso ostacola la strada delle riforme), dallaltro, tutti gli attori coinvolti nella programmazione e prestazione di servizi dovrebbero avere un ruolo nella comunicazione (di proposte, di servizi, di risultati, etc.), poich questo oggigiorno un campo che non appartiene solo a un dipartimento o servizio (es. marketing), ma che coinvolge tutti globalmente. In conclusione, stato riscontrato che i social media, per la diffusione del loro uso in Europa, stanno contribuendo a rivedere l'equilibrio tra la funzione di controllo e la funzione di collaborazione della PA, spostando l'equilibrio tra democrazia rappresentativa a democrazia diretta, integrando -piuttosto che sostituendo- i canali dinformazione tradizionali. Sul fronte dellefficacia di eServices forniti in collaborazione, stato sottolineato che linnovazione in questo tipo di servizi risiede nella compartecipazione dei cittadini nella realizzazione dei servizi stessi. I cittadini non sono pi intesi come semplici utenti, quindi coinvolti solo nella fase finale di fruizione del servizio, ma sono coinvolti nella produzione e valutazione della bont e della qualit del servizio. Essere parte del processo di erogazione, questo, almeno teoricamente, orienta loutput del processo di definizione del sevizio in linea con le loro aspettative. Infine, per quanto riguarda le opportunit dinvestimento sul fronte del settore privato, lo studio e ne stata fornita prova durante il seminario con gli interventi di alcuni rappresentanti del terzo settore- ha confermato la scarsa appetibilit di questo strumento per le grandi aziende del settore dellIT; ci lascerebbe spazio allo sviluppo di servizi e alla crescita di PMI, ONG e singoli individui.
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I risultati e i progetti avviati da MITA sono disponibili al sito internet: https://www.mita.gov.mt/default.aspx?pageid=5 (lingua originale: inglese).

In conclusione, la Commissione si impegner sia per la definizione, entro la fine del 2013, di obiettivi comuni per un maggior sviluppo di eServices in collaborazione con la PA sia per la promozione di politiche di open data nel maggior numero possibile di Stati membri.

Esempi di eServices: www.digitalkoot.fi www.datagov.it/2011/04/04/widgetdata/ http://openlylocal.com/ www.google.com/intl/en/landing/transit/#mdy) http://www.participle.net/projects/view/7/104/ http://seeclickfix.com/ https://www.borger.dk/Sider/default.aspx Policy reccomendations: http://ec.europa.eu/information_society/newsroom/cf/dae/itemdetail.cfm?item_id=9141

Bruxelles, 7 febbraio 2013 Francesco Zeni

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