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OLOCAUSTO ANIMALE ? CHE STORIA...


Postato il Luned, 16 luglio @ 22:40:00 CDT di davide DI ALESSANDRA COLLA asinusnovus.wordpress.com Provo sempre un certo imbarazzo di fronte alla posizione

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dellOlocausto come discrimen epocale rubo lespressione alla filosofa Caterina Resta: vengo da una generazione per la quale lOlocausto, che non era neppure noto con questo nome (il termine era impiegato negli ambienti specialistici ebraici di lingua inglese, e avrebbe cominciato a diffondersi presso il grande pubblico sul finire degli anni Settanta del secolo scorso), era uno dei molti orrori della guerra al pari dellatomica su Hiroshima e Nagasaki, dei bombardamenti tedeschi su Coventry e di quelli alleati su Milano Napoli e Dresda, dellesodo delle popolazioni tedesche dalle province orientali e dellassedio di Stalingrado, della ritirata dellARMIR e della guerra civile in Italia eccetera.

FORUM: ULTIMI ARTICOLI Il fatto di essere ancora parzialmente a ridosso della seconda guerra mondiale i nostri padri, i nostri zii e i nostri nonni vi avevano in qualche modo, da una parte o dallaltra, partecipato ci permetteva di considerare quegli eventi non attraverso la lente deformante del mito o dellideologia, bens attraverso le parole dei protagonisti: racconti, narrazioni, memorie come monumenti di un passato prossimo che aveva inciso la sua essenza nella carne e nel sangue delle

natura di classe della Shoah. Roschscild ad Auskwitz? tassazione del lavoro non scende in italia Intervista all'economista Emiliano Brancaccio. MPS Antonveneta:il consulente Goldman Sachs era Gianni Letta L'Italia e il nuovo

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Afghanistan africano Caso Abu Omar. e l'ambasciatore disse:diamo segnali agli Usa E la vittoria vuota di Soros irrit il premier Mondo sommerso Purezza della razza ebraica nel calcio hanno rotto co sta giornata della memoria! La Francia colonialsta e colozizzabile Il nuovo redditometro gi bocciato dalla Corte di Cassazione Nel blu dipinto di blu? Gli USA preparano un intervento militare in Bolivia Siria,S.Egidio annulla summit opposizione nonviolenta per... ComeDonChisciotte Forums

generazioni che ci avevano immediatamente preceduto. Ma anche altri drammi del XX secolo, breve ma denso quantaltri mai, segnavano le nostre vite: la mia insegnante di musica alle medie era una concertista ebrea romena, la cui famiglia era fuggita dalla Romania in seguito ai pogrom degli anni Quaranta, e il mio professore di pianoforte (suo marito) era un ebreo italiano la cui famiglia aveva lasciato lItalia in seguito alle leggi razziali del 1938. Una mia compagna di scuola apparteneva a una famiglia di armeni scampati al genocidio del 1915. Dei vicini di casa erano profughi istriani che avevano abbandonato la loro terra alla met degli anni Cinquanta. Eravamo circondati da violenze alle quali non sapevamo dare altro nome o altra giustificazione che non fosse guerra: e la guerra era guerra per tutti, senza copyright o graduatorie fra vittime di serie A o di serie B. LOlocausto come complesso etico-narrativo (non il fatto della persecuzione e del massacro di un numero imprecisato ma comunque enorme di ebrei da parte del nazionalsocialismo), una costruzione recente che andata ad aggiungersi alla decostruzione di altri eventi storici, iniziata nel XIX secolo con i lavori magistrali di Henry Charles Lea sullInquisizione, di Jules Michelet sulle streghe e di Helen Hunt Jackson sullo sterminio dei nativi americani. La seconda met del XX secolo, come sappiamo, ha visto il proliferare di studi vlti a svelare la cruda realt di tante epopee recenti e remote (nella prima met si era ancora troppo intenti a traghettare lOttocento nella modernit): fra tutti, cito quelli esemplari di Dee Brown (1970, Seppellite il mio cuore a Wounded Knee, ed. it. 1972), David E. Stannard (1992, Olocausto americano. La conquista del Nuovo Mondo, ed. it. 2001), Noam Chomsky (1993, Anno 501. La Conquista continua, ed. it. pure 1993) e Mike Davis (2000, Olocausti tardovittoriani. El Nio, le carestie e la nascita del Terzo Mondo, ed. it. 2002). Parlarne adesso sembra banale, ma ognuno di quegli studi ha creato piccoli casi, con tanto di polemiche, contestazioni e controstudi. Dunque per me sottolineo con forza questo personalismo, e vorrei che chi legge lo tenesse ben presente lOlocausto non il Male assoluto. E non soltanto perch io, di mio, rifuggo abitualmente dagli assoluti; ma perch assolutizzare un quid equivale a relativizzare, ovvero a ridurre, il non-quid. E dal ridurre al giustificare il passo drammaticamente abbastanza breve: se lOlocausto il Male assoluto, dunque ingiustificabile perch assiomatico, allora ogni altro male passato scompare di fronte a questo; e ogni altro male presente o futuro non potr che essergli ontologicamente ed assiologicamente inferiore, dunque in qualche modo giustificabile e pertanto, in qualche modo, accettabile s, ma bisogna capire il contesto, vero, ma le condizioni erano tali che, oh, terribile, ma bisogna tener presente che prima eccetera. E in questo mi sento in qualche modo

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confortata dallautorevole opinione dello storico David Cesarani: Il Nazismo fu unico per i Tedeschi; nessun altro ha elaborato esattamente la stessa idea, o lha applicata esattamente allo stesso modo. Del pari, lOlocausto fu unico per il Nazismo come lo fu per gli Ebrei, il che appunto il motivo per cui tanti Ebrei insistono cos fermamente per mantenerne lunicit. Bench gli Ebrei abbiano sperimentato molti orribili massacri in passato, lOlocausto non ha precedenti nella loro esperienza. Ma anche il massacro degli Armeni non ha precedenti per loro, ed rimasto unico nella loro esperienza. E se il genocidio nazista degli Ebrei possiede certamente caratteristiche uniche (come di fatto ), quelle caratteristiche non vengono certo diminuite dalla comparazione con altri casi di genocidio o uccisioni di massa (Holocaust: Critical Concepts in Historical Studies, by David Cesarani, Routledge, London 2004, p. 33, Introduction to Volume I). Insomma continuo a pensare che lessere umano non sia pi, una volta superata linfanzia, innocente a differenza dellanimale: e ancora una volta concordo con Marguerite Yourcenar: () la sofferenza degli animali mi commuove tanto. Come la sofferenza dei bambini: vi sento lorrore del tutto particolare del coinvolgere nei nostri errori, nelle nostre follie, degli esseri che ne sono totalmente innocenti (). Quando ci arriva addosso qualche calamit, possiamo sempre dire a noi stessi che abbiamo la nostra intelligenza per trarci dimpaccio e, fino a un certo punto, vero; possiamo sempre dirci, ed pure tristemente vero, che siamo di fatto implicati, che tutti abbiamo, fino a un certo punto, fatto del male, o labbiamo lasciato fare, che ancora peggio. Mentre rispondere con la brutalit alla totale innocenza del bambino o dellanimale, che non capisce che cosa gli stiamo facendo, un crimine veramente ripugnante (Ad occhi aperti. Conversazioni con Matthieu Galey, Bompiani, Milano 1982 e 1987, pp. 244-245) Il che, naturalmente, non giustifica n rende ragione di quegli eventi: ma (almeno per me) toglie allOlocausto quel famoso status di discrimen epocale che gli stato attribuito e lo riporta sul piano dei molti ineffabili orrori del XX secolo credo che un orrore non sia meno orrendo solo perch meno conosciuto o ci sono meno sopravvissuti a testimoniarlo o i persecutori sono ideologicamente pi simpatici. Cos, anche il paragone fra Olocausto e sterminio degli animali (dora in poi, il Paragone) non mi entusiasma. Sostanzialmente, si imputa al nazionalsocialismo di aver spogliato gli ebrei della loro dimensione umana riducendoli ad animali ovvero, nella percezione occidentale moderna, esseri viventi assimilabili a cose. Ma la teorizzazione dellesistenza di razze inferiori e la loro equiparazione alle bestie precede il nazionalsocialismo, anzi cosa assai antica: definire bestia o animale lavversario fa parte del linguaggio comune; e

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se vogliamo un riferimento illustre ecco i vv. 358-359 del secondo libro dellIliade, in cui Tersite, il brutto-e-cattivo antitesi perfetta del kalokagaths come ideale ellenico, definito cane insolente, e il suo parlare abbaiare. E se tra il dire e il fare c di mezzo il mare, fra il dire omerico e il fare pulizia etnica come prassi monotona della modernit corre il vasto mare dei secoli nel corso dei quali si consolidata la supremazia dellOccidente bianco. plausibile che la prima assimilazione di un non-bianco allanimale risalga allepoca della scoperta dellAmerica o gi di l dove per non-bianco intendo anche non-nero, dal momento che le popolazioni africane rientravano da gran tempo nelle frequentazioni abituali degli europei: per esempio la dinastia imperiale dei Severi, di origine africana; o il Dottore della Chiesa santAgostino, nato a Tagaste in Numidia oggi Souk-Ahras, in Algeria. (Un discorso a parte va fatto per gli abitanti dellAfrica tropicale, infedeli che ignoravano persino la pi elementare forma di civilt e si mostravano irreparabilmente refrattari alladozione e al rispetto di qualsiasi regola giuridica e sociale: di stampo ovviamente europeo, ma questo forse secondario). Lepoca della scoperta dellAmerica, dicevo, o pi precisamente sette mesi dopo, il 3 maggio 1493 quando il papa Alessandro VI, su esplicita richiesta dei Re Cattolicissimi di Spagna, promulga la provvida bolla Inter Coetera: con la quale si sancisce molto opportunamente la divisione dellorbe terracqueo fra Spagna e Portogallo affinch le nazioni barbare siano soggiogate e ridotte alla fede. Limpatto dellOccidente bianco e cristiano con le nuovissime popolazioni del continente insospettato fu brutale e dallesito scontato, come sappiamo e come inutile ripetere qui: il 2 giugno 1537 papa Paolo III aveva dovuto emanare una bolla (Veritas Ipsa) per stabilire che gli Indiani dAmerica erano realmente uomini e non bestie, come gli Spagnoli continuavano a ritenerli; eppure ancora duecentocinquantanni dopo il fatidico venerd dottobre in cui Cristoforo Colombo aveva messo piede nellisola poi ribattezzata Hispaniola, padre Jos Gumilla poteva scrivere, nella sua Historia natural, civil y geografica de las naciones situadas en las riveras del rio Orinoco (1743), che da un punto di vista generale, lIndiano senza alcun dubbio un uomo. Ma, da un punto di vista morale, non ho timore di affermare che lIndiano barbaro e silvestre un mostro mai visto: la sua testa ignoranza; il suo cuore, ingratitudine; il suo petto, incostanza; le sue spalle, pigrizia; i suoi piedi, paura; quanto al suo ventre fatto per bere e alla sua propensione per lubriachezza, si tratta di due abissi senza fondo un mostro, ovvero comunque un non-umano. Sorvoliamo su Sei e Settecento, in cui ci sinterroga a pi riprese sulla bont o meno del Selvaggio, ed eccoci in pieno Ottocento il trionfo del razzismo e la codificazione della sua ideologia. Che non nasce in terra tedesca n frutto dellelaborazione di un pensatore tedesco: la sua patria la douce France, e si

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UNA PRESENTAZIONE DI TRUMAN BURBANK

Alfabeta2 Animal Station Appello al Popolo Aurora Blog ArruotaLibera Alberto Bagnai Blogghete! Bye Bye Uncle Sam Cado In Piedi Campo Antimperialista Andrea Carancini Beppe Caravita Franco Cardini Carmilla Online Marco Cedolin Centro Fondi Civium Libertas Clarissa cloroalclero Cobraf COMIDAD Conflitti e Strategie Contropiano Cori In Tempesta CPEurasia Crisis Da Dietro Il Sipario Decrescita Felice Doppio cieco L'Economista ($)mascherato Eddyburg Eurasia Free Animals Geopolitica Geopoliticamente Giornale del Ribelle

deve al conte Joseph Arthur de Gobineau (1816-1882) la stesura di quel piccolo tremendo capolavoro che lEssai sur lingalit des races humaines, Saggio sullineguaglianza delle razze umane, scritto fra il 1853 e il 1855. vero che de Gobineau parte dalle ricerche del tedesco Johan Friedrich Blumenbach (1752-1840): ma Blumenbach, considerato erroneamente il fondatore del razzismo scientifico, svilupp in realt un razzismo di tipo classificativo. De Gobineau, invece, utilizz la ripartizione elaborata da Blumenbach per costruire un sistema valorialequalitativo in base al quale distinguere le razze in superiori e inferiori. Uno dei pi entusiasti seguaci di de Gobineau fu lo scrittore inglese Houston Stewart Chamberlain (1855-1927), grande ammiratore ed esaltatore della razza ariana, a suo avviso pura e dominatrice soprattutto nel ceppo germanico. Per una di quelle affascinanti coincidenze che costituiscono il motore delle nostre (mie, di sicuro) curiosit, mentre de Gobineau scriveva di gerarchie razziali, dallaltra parte dellAtlantico Harriet Beecher Stowe scriveva un romanzo di denuncia del razzismo destinato a diventare famoso Uncle Toms Cabin, La capanna dello zio Tom, pubblicato nel 1853. Ne cito qualche brano non importa precisare il contesto, sufficiente prestare attenzione al linguaggio: Ascoltate, signore: disse Giorgio con aria di gran superiorit mio padre e mia madre sapranno come voi trattate lo zio Tom. I miei complimenti, giovanotto! rispose il mercante. Dovreste vergognarvi di consumar la vostra vita a vender uomini e donne, e ad incatenarli come bestie feroci. Fino a che le signorie vostre compreranno uomini e donne, io non sar pi colpevole di loro, disse Haley io che ad essi li vendo. Tra comprare e vendere, non c gran diversit! Poco pi oltre Haley, il mercante di schiavi, si riferisce alla sua mercanzia come alla sua mandria, ed ecco la conversazione che ne segue, qualche pagina dopo: Questi vostri giovani saccenti sono sempre indocili e restii; disse un uomo daspetto grossolano, dallaltra parte della sala ecco perch sono marcati e coperti di cicatrici. Se si portassero bene, non ne avrebbero. Vale a dire, soggiunse lindividuo dalle gambe lunghe che Iddio li fece uomini, e che una dura faccenda il mutarli in bestie. () Certo, bisogna che [la canaglia] sia tenuta abbasso con vigore e fermezza, come saprei far io, disse Alfredo percotendo la terra col piede come se camminasse sul capo di qualcuno. Ma alla fine prorompe in uno scoppio

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Fulvio Grimaldi Hescaton.com Iceberg Finanza Infoaut Informa-Azione Informazione scorretta Io Non Sto Con Oriana Karlmarxplatz Kelebleker Libre Idee Loop on Line Domenico Losurdo Main Stream Alessio Mannino Antonio Mazzeo Megachip Mirumir 2.0 Nazione Indiana Nena News LOrizzonte degli Eventi Eugenio Orso Palestina Libera! Paolo Franceschetti Petrolio Gustavo Piga I Quaderni di Truman Rinascita Rischio Calcolato Salamelik Selvas Senza Soste Sinistra In Rete Sollevazione Through Europe Tlaxcala Veganzetta La Voce delle Voci La Voce del Ribelle Voci Dalla Strada Voci Dall'Estero

terribile, Agostino come fu San Domingo, per esempio. Non saremo tanto gonzi nel nostro paese. Bisogna che ci opponiamo a questa mania delleducazione e dellistruzione che si cerca di far prevalere. Le classi inferiori non debbono essere educate. Non pi questo il tempo! rispose Agostino. Saranno educati. Come, non importa. Avete per sistema di allevarli con la brutalit, con la barbarie, distruggete in essi tutto quel che avevano di umano, e li riducete simili a bestie feroci; ebbene, se una volta essi avranno il sopravvento, dovremo combatterli come bestie feroci. Il sopravvento non lo avranno mai! esclam Alfredo. Meno di un decennio dopo, e precisamente sul finire del gennaio 1863, in Italia la Regia Commissione dinchiesta sul brigantaggio (istituita il 13 dicembre 1862) si reca finalmente in loco per iniziare i lavori sul campo. Ne ritorner con una relazione in cui i briganti vengono definiti a pi riprese belve assetate di sangue, bestie efferate. (Il risultato sar la famigerata legge Pica, discussa il 15 agosto di quello stesso anno e varata il 7 febbraio 1864). E, a proposito di coincidenze: nello stesso 1864 in cui lItalia sabauda impegnata a debellare la piaga del brigantaggio sulla scorta dellemergenziale legge Pica, in America il colonnello Chivington, in un discorso pubblico tenuto a Denver (Colorado), sostiene la necessit di uccidere e scotennare tutti gli indiani, anche neonati perch le uova di pidocchio fanno i pidocchi. Poche settimane dopo, sar Chivington a guidare il massacro di Sand Creek (29 novembre1864). Passano trentanni, e il 3 gennaio 1891, soltanto cinque giorni dopo il massacro di Wounded Knee, sul giornale The Aberdeen Saturday Pioneer compariva un editoriale in cui si poteva leggere: Il Pioneer ha dichiarato in precedenza che la nostra salvezza dipende unicamente dallo sterminio totale degli Indiani. Dopo averli maltrattati per secoli avremmo fatto meglio, per proteggere la nostra civilt, a fargli un ultimo torto e cancellare queste creature indomate e indomabili dalla faccia della terra. Robert Venables, docente presso il Rural Sociology Department alla Cornell University, commenta: Il direttore ed editore di The Aberdeen Pioneer sostenitore del genocidio ben noto: il suo nome Frank L. Baum. Un decennio pi tardi, il suo libro Il Mago di Oz (1900) sarebbe diventato un classico. [...] immaginate quale sarebbe stata la reazione se un editore e giornalista ex nazista sostenitore della Soluzione Finale avesse, dieci anni dopo la seconda guerra mondiale, pubblicato un libro per bambini in Germania. Immaginate che questo autore e il suo libro per linfanzia fossero diventati famosi nel mondo. Immaginate un film, con una musica meravigliosa. Tutto questo sarebbe stato

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Contante libero

possibile se la Germania avesse vinto la guerra (Robert Venables, Looking Back at Wounded Knee 1890, Northeast Indian Quarterly Spring 1990 Cornell Universitys American Indian Studies Program). Mi sono limitata (non vero, e lo so) a qualche citazione e a qualche esempio: al riguardo, una lettura fondamentale senzaltro Sterminate quelle bestie di Sven Lindqvist (Ponte alle Grazie 2000), preziosissimo per la comprensione delle dinamiche sottese ad ogni genocidio. Tornando allOlocausto, per, a suo tempo trovai illuminanti (e ancora mi sento di condividerli) due scritti politici del 1960 (!): il primo, Buchenwald il capitalismo, apparve sul n. 1 15/29 gennaio 1960 de Il programma comunista Organo del partito comunista internazionale; il secondo, Auschwitz ou le grand alibi, apparve a ruota sul n. 11 aprile/giugno 1960 di Programme Communiste Revue Thorique du Parti Communiste International (i testi sono entrambi disponibili in rete, il secondo anche nella traduzione in italiano: bench a tratti urticante, leggerlo caldamente consigliato). Allepoca, come dicevo allinizio, ancora non si parlava di Olocausto; e nonostante che le piaghe aperte dal secondo conflitto mondiale fossero ancora fresche e dolenti cera gi chi riusciva a inciderle per evitare la cancrena. Le analisi dei due giornali comunisti convergono su di un punto il punctum dolens di tutta la riflessione politica, consapevole o inconsapevole, del dopoguerra: se il nazifascismo era il Male assoluto ed stato sconfitto e tutto il mondo ha gridato convintamente mai pi!, perch dopo il 1945 la situazione mondiale non solo non migliorata, ma vertiginosamente peggiorata creando situazioni di catastrofe umanitaria di fronte alle quali non si pu fare altro che dichiarare la propria impotenza? Perch il Male assoluto non era evidentemente il nazifascismo, povero epifenomeno di un noumeno da incubo: il capitalismo. Era questo, il Male. questo. Lo dice bene, con appena un filo di retorica (si usava), il giornale italiano: Ci che avviene il segno del marciume che la societ mercantile, la societ dei bottegai e dei mercanti di prodotti, di servizi e di carne umana, sprigiona da s stessa: e questo marciume non un fenomeno patologico di cui la democrazia dovrebbe o potrebbe sbarazzarsi; la sua stessa linfa, corrotta e corruttrice. Il metodo della ricerca del colpevole tipico del capitalismo: se le cose non vanno bene, si ricerca lebreo, e, nello stesso tempo si devia verso lanti-ebreo lo sdegno delle masse sfruttate. E meglio lo ribadisce il giornale francese, al di l di unideologizzazione che a tratti pu parere eccessiva: Rifiutandosi di vedere nel capitalismo stesso la causa delle crisi e dei cataclismi che sconvolgono periodicamente il mondo, gli ideologi borghesi e riformisti hanno sempre preteso di spiegarli con la malvagit

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degli uni o degli altri. Si vede qui lidentit fondamentale tra le ideologie (se cos si pu dire) fasciste e antifasciste: entrambe proclamano che sono i pensieri, le idee, le volont dei gruppi umani che determinano i fenomeni sociali. [...] Il capitalismo tedesco, scosso dalla guerra, dalla spinta rivoluzionaria del 1918-1928, sempre minacciato dalla lotta del proletariato, subisce profondamente la crisi mondiale del dopoguerra. Mentre le borghesie vittoriose pi forti (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia) furono colpite relativamente poco, e superarono facilmente la crisi del riadattamento delleconomia alla pace, il capitalismo tedesco cadde nel marasma completo. Si pu dire che furono la piccola e la media borghesia a patirne maggiormente, come in tutte le crisi che conducono alla proletarizzazione delle classi medie e a una maggiore concentrazione del capitale, attraverso leliminazione di una parte delle piccole e medie imprese. [...] Il razzismo non unaberrazione dello spirito: e sar la reazione piccolo-borghese alla pressione del grande capitale. La scelta della razza, vale a dire del gruppo sul quale si cerca di concentrare lopera di distruzione, dipende evidentemente dalle circostanze. In Germania gli ebrei presentavano i requisiti del caso ed erano i soli ad averli: essi erano quasi esclusivamente dei piccolo-borghesi, e, in questa piccola borghesia, il solo gruppo sufficientemente identificabile. Solamente su di loro la piccola borghesia poteva incanalare la catastrofe. Nei campi di concentramento fin la piccola e media borghesia ebraica pragmaticamente, il nazionalsocialismo intrattenne fino alla fine proficui rapporti con lalta borghesia ebraica, composta di banchieri e industriali: Linfluenza ebraica era indubbiamente forte nelle grandi citt e nelle libere professioni. [...] gli ebrei erano presenti soprattutto nel commercio e nei trasporti, anche se la loro presenza nellindustria era tuttaltro che trascurabile. [...] La maggior parte dei grandi magazzini erano di propriet di ebrei; la presenza di questi ultimi era altres predominante nel commercio dei metalli (57,3% del settore) [...]. Gli ebrei controllavano inoltre il 18,7% di tutte le banche e la maggior parte dellindustria tessile. [...] Ma quando gli ebrei ricoprivano alti incarichi nel campo della direzione industriale, ci si verificava in virt della loro efficienza e abilit; diversamente, non sarebbero stati tollerati dalla classe dirigente industriale, che era interamente antisemita. [...] Molti dei cosiddetti industriali ebrei, tuttavia, avevano di fatto rescisso ogni legame con la comunit ebraica e, il pi delle volte, erano cattolici o protestanti ferventi, e reazionari in politica, e avrebbero tranquillamente aderito al partito nazionalsocialista se non fosse stato cos violentemente antisemita (Franz Neumann, Behemoth. Struttura e pratica del nazionalsocialismo, Bruno Mondadori 1999, pp. 128-129). Ed nota la frase, attribuita ora a Heinrich Himmler ora a Hermann Gring, chi ebreo lo decido io (in realt era di Karl Lger, sindaco di Vienna dal 1895 al 1910, che la pronunci in riferimento alla conclusione

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dellaffaire Dreyfus). Dunque sia il nazifascismo sia lOlocausto altro non sarebbero che estreme eppure caratteristiche escrescenze della modernit, conclude Cesarani (op. cit., p. 39), concordando con larticolo del giornale francese: Gli orrori della morte capitalistica devono far dimenticare gli orrori della vita capitalistica e il fatto che essi sono indissolubilmente negati fra di loro. Gli esperimenti dei medici SS dovevano far dimenticare che il capitalismo compie la sua gigantesca sperimentazione quotidiana con i prodotti cancerogeni, gli effetti dellalcolismo sullereditariet, la radioattivit delle bombe democratiche. Se si mostrano le abat-jour di pelle umana per far dimenticare che il capitalismo ha trasformato luomo vivente in abat-jour. Le montagne di capelli, i denti doro, i cadaveri divenuti merce, devono far dimenticare che il capitalismo ha fatto delluomo vivente una merce. il lavoro, la vita stessa delluomo, che nel capitalismo merce. Sta in ci lorigine di tutti i mali. Utilizzare i cadaveri delle vittime del capitale per tentare di nascondere questa verit, servirsi di questi cadaveri per proteggere il capitale, il modo pi infame di sfruttarli fino in fondo. in questo senso, e solo in questo senso, che posso sentirmi di accettare il Paragone. Uomini e animali, umani e non-umani triturati nellunico devastante colossale ingranaggio che ha nome capitalismo post-, turbo- o neoche sia. Se cambia il nome, resta la cosa Marx non abita pi qui, dicono. Si sar trasferito da chi parla (ancora) la sua lingua, e (ancora) capisce concetti come oppressione, dominio, sfruttamento, reificazione, alienazione: il non-umano subisce, perch non comprende. E lumano, comprende? Alessandra Colla Fonte: http://asinusnovus.wordpress.com Link: http://asinusnovus.wordpress.com /2012/07/07/olocausto-animale-che-storia/ 7.07.2012

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Re: OLOCAUSTO ANIMALE ? CHE STORIA... (Voto: 1) di antomicla il Luned, 16 luglio @ 23:58:24 CDT (Info Utente | Invia un Messaggio) Grazie Alessandra per la fatica e l'intelligenza dimostrate. Avendo uno zio Colonnello e croce di ferro della Wehrmacht, ho vissuto i racconti della guerrra come una triste, eccitata e dolorosa testimonianza dell'arte di combattere per un

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motivo che non andava discusso. Il militare non colpevole se non di essere militare, poi pu essere corretto o meno nell'uccidere il prossimo, ma in quanto militare e si sente nel giusto. Chi lo comanda e manipola un'altra storia; il militare non come un cacciatore che decide cosa fare; il militare delega a chi lo comanda le decisioni fondamentali, ed ha solo limitate possibilit di scelta su come applicarle. Dell'Olocausto, ovvero dei campi di concentramento-sterminio, mio zio venne a sapere a guerra finita, cosa che mi ha sempre insospettito. C'erano campi di raccolta di persone non desiderate, ma non seppe se non per propaganda americana post-guerra insindacabile che invece erano campi di sterminio. Mio zio, pur venendone colpevolizzato come tutti i cittadini tedeschi del dopoguerra da abile propaganda dei vincitori invasori, non ne era certamente responsabile, se non per il fatto di essere tedesco come il Fhrer che lo comandava, e di cui tra l'altro aveva una cattiva opinione, ma non per questioni etiche bens per questioni tecniche, ovvero su come sarebbe stata da gestire la guerra: pi diplomazia, carriarmati a benzina non diesel, fucili pi rapidi piuttosto che precisi. Del nemico si sapeva ci che la propaganda lasciava sapere, e non sarebbe male risentire quelle parole, per vedere come usavano la stessa moneta usata poi per condannare il Nazismo. Il disprezzo dalle comunit ebraiche per i GOIM, ovvero ai non ebraici, non era certo di aiuto nell'accettazione dell'ebraicit, col risultato che un mucchio di artisti, cittadini normali ed ebrei non praticanti ci andarono di mezzo. Ma l'ebreo doc di per se super-razzista, si sente decisamente superiore, e il resto del mondo per lui una massa di bruti da conquistare. La reazione quella che sappiamo, avvenuta pi volte nella storia; ma nessuno osa dire che una reazione - esagerata ma fisiologica - ad un' anelito di supremazia e conquista di una razza sulle altre. "Basta religioni" gridai alzandomi dalla poltrona quando durante un programma TV a cui ero invitato come ospite assieme ad altri, questi non smettevano di baruffare. I due mussulmani alla mia sinistra avevano inziato a battibeccare sulle iniziative dei loro rispettivi paesi di origine, quando la signora ebraica alla mia destra inizi a gridare che i Palestinesi avevano venduto la loro terra e dovevano andarsene. Allora il sindaco leghista cattolico vicino a me tuon che le altre religioni non avevano nulla di insegnare alla sua (bel paragone, visti i morti causato dal cristianesimo). Mi resi conto che le religioni non hanno a che fare con la religiosit e sono, assieme al Capitalismo, la fonte principale degli Olocausti. Siamo merce vittime del capitalismo economico, Alessandra, ma anche del capitalismo religioso. Grazie per avermi fatto pensare Antonio Miclavez

Re: OLOCAUSTO ANIMALE ? CHE STORIA... di Longoni il Marted, 17 luglio @ 12:00:13 CDT

Re: OLOCAUSTO ANIMALE ? CHE STORIA... (Voto: 1) di Mariano6734 il Marted, 17 luglio @ 02:33:23 CDT (Info Utente | Invia un Messaggio) smettiamola di mettere sempre le mani avanti quando si parla del tab dell epoca moderna. Siamo coraggiosi, almeno su questo forum, e discutiamone apertamente. Rendeteviconti che quello compiuto nell ultima guerra non il primo olocausto di 6 milioni di ebrei. Leggete il libro di Don Heddesheimer, ed esplorate le abbondanti fonti archivistiche di questo blog: http://winstonsmithministryoftruth.blogspot.it .

Re: OLOCAUSTO ANIMALE ? CHE STORIA... di Fedeledellacroce il Marted, 17 luglio @ 08:53:49 CDT Re: OLOCAUSTO ANIMALE ? CHE STORIA... di Mariano6734 il Marted, 17 luglio @ 10:15:05 CDT

Re: OLOCAUSTO ANIMALE ? CHE STORIA... (Voto: 1) di Longoni il Marted, 17 luglio @ 12:01:58 CDT (Info Utente | Invia un Messaggio) Bell'articolo! Rincuora sapere che esistono ancora persone capaci di scrivere in questo modo. Grazie!

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27/01/2013 14:27

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