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L.B.G. ASILO MARIUCCIA. CL: LASSO PIGLIATUTTO Guido Martinotti AREA ENEL E NO TAV: LINTERESSE GENERALE Giuseppe Scotti UNA VOCE DALLINTERNO: IL SAN RAFFAELE SOPRAVVIVER Marcello De Carli EXPO 2015, OCCUPAZIONE GIOVANILE, PRECARIATO E GLOBALIZZAZIONE Fabrizio De Fabritiis BIBLIOTECHE RIONALI MILANESI: UN PATRIMONIO, UNA PROPOSTA Ilaria Li Vigni I REGISTRI DELLE CONVIVENZE: SE NON ORA QUANDO? Guido Artom UN PASSAGGIO IN FIERA. ASPETTANDO QUERELE Giuseppe Ucciero DI NOTTE TUTTI I GATTI SONO ARANCIONI? Emilio Molinari MILANO, LA CITT CHE TRADISCE L'ACQUA? Lorella Zanardo IL QUINTO STATO SIAMO NOI Rita Bramante DIRIMERE, PAROLA DI PISAPIA Emilio Battisti UNA FATWA SU DE ALBERTIS VIDEO DAVIDE RAMPELLO: LA MILANO CHE VERR COLONNA SONORA Lucio Dalla Come profondo il mare Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE a cura di Virginia Colombo LIBRI a cura di Marilena Poletti Pasero TEATRO a cura di Emanuele Aldrovandi CINEMA a cura di Paolo Schipani e Marco Santarpia www.arcipelagomilano.org
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interessi che si presentano come generali e resistenze sempre dipinte, a torto o a ragione, come particolaristiche) tra cui quelli che si adattano di pi alla situazione, il PIBBY, Put In Blacks' Back Yard, che, ove abusato, porta al BANANA, Build Absolutely Nothing Anywhere Near Anything (or Anyone). Per, come lo stesso Polito riconosce non si tratta di un fenomeno italiano, ma generale in tutto il mondo sviluppato (ivi). Non solo: c la storia molto carina delle ragazze di una comunit rurale indiana che si sono ribellate alla costruzione di un acquedotto che gli avrebbe fatto risparmiare parecchie ore al giorno di cammino con lanfora in testa per andare a prendere lacqua alla lontana sorgente, ma le avrebbe private anche dellunico periodo di libert dallocchiuto controllo delle madri. Vedi un po le contorsioni delle libert! Se il termine non italiano vuol dire che il problema non solo italiano. Sempre dallo stesso Corriere su cui scrive Polito, in prima titolo centrale quattro colonne (con assai eloquente vignetta di Giannelli) Grandi opere si cambia cos. Il governo prepara nuove regole sul modello francese. Consultazioni di sei mesi con i cittadini prima di cominciare. Ma allora questo famoso dialogo fino a ora non cera, come dichiara lo stesso Mario Virano. Che ci vengono a raccontare? Non si pu non notare che molti economisti di vaglia e competenti a cominciare da Marco Ponti e dai colleghi de La Voce.info che non sono proprio degli sfegatati, sono contrari con argomenti piuttosto ben documentati. E ripresi oggi con molti particolari anche dal Fatto Quotidiano. Non vogliamo essere tagliati fuori dal famoso corridoio, ma il legame riguarda soprattutto il traffico merci. Quanti sono i VIP che vogliono andare in treno senza cambiare da Minsk a Madrid? Il fulcro del discorso dovrebbe proprio riguardare i vantaggi compara-
tivi di questa grande opera con altre. Pur avendo goduto di notevoli vantaggi sulle tratte MI/BO, MI/FI e MI/RM ho anche pagato dei buoni biglietti e mi domando se davvero il sogno neo - liberista e berlusconista di promuovere lo sviluppo economico in Italia si pu realizzare solo rendendo la vita pi facile a qualche migliaio di VIP ma trattando come bestie centinaia di migliaia di lavoratori pendolari che devono alzarsi al mattino alle 4 e non possono neppure andare al cesso fino allarrivo perch i cessi non funzionano. Oppure tagliando fuori centinaia di comuni. Si fa cos lo sviluppo? Si unifica cos il paese? Guardate un po gli effetti finali dellAV. Si parla di bene comune, ma i risultati non sono affatto gli stessi per tutti. Il pensiero established unanime nel condannare le infiltrazioni e i professionisti della protesta contro chi vuole modernizzare il paese: daccordo. Ma a me questi termini fanno suonare corde non sempre gradevoli: con questa scusa per decenni si devastato il territorio italiano con profitti incredibili per qualcuno. Certo le cronache dei partecipanti di mestiere per cos dire a questo tipo di proteste, mettono sempre in risalto gli aspetti pi grotteschi e meno attraenti. Non mi piacciono quelli che salgono sui tralicci e le ultime parole di Abb prima di cadere non depongono molto a favore della sua intelligenza. Il Capo dello Stato ha perfettamente ragione, le violenze e le illegalit non pagano e vanno condannate: mi sembrato un altro tratto di ingenuit, o forse di strumentalit eccessiva, rivolgersi al Presidente della Repubblica come a unultima istanza. Non il Re Sole con potere assoluto; e che avrebbe dovuto dire Napolitano, se non che non di sua competenza? (noto comunque che il suo intervento non stato enfatizzato da tutti allo stesso modo. Il Corriere lo mette nelle pagine interne). Non mette neppure conto menzionare gli insulti e le minacce contro
Caselli cui invece va la mia stima e che credo, come molti magistrati, sia abituato a riceverne di ben peggiori dai leghisti e dai vari scherani berluscoidi che ora fanno la bocchetta tonda. Ma gli insulti e le minacce ai giornalisti denotano un livello di decerebrazione avanzato e di preoccupante autoemarginazione estremistica. Senza la stampa i poliziotti picchiano pi duro, conoscenza basica. E senza i massmedia a far da eco nessuna delle stramberie brillanti dei NO TAV uscirebbe dal giardinetto di quartiere. Comunque ricordo che ora il GiornaLibero chiama cretinetti i manifestanti e stando a Luca Telese (Il Fatto, 4 Marzo 2012) potrebbe anche avere qualche ragione, se non venisse in mente che sono gli stessi che chiamavano I bamba in piazza, pochi, ma violenti i pacifisti il giorno della disgraziata entrata di Rummy Rumsfeld a Bagdad. E si poi visto chi erano i bamba. Sappiamo tutti benissimo che, esattamente come avviene in tempo di guerra in occasione di violenze di piazza la verit si nasconde dentro al pozzo, gli ultr che vanno a menarsi in piazza per il piacere di menarsi, non hanno alcuna simpatia da parte mia. Detto questo siamo sicuri che non ci sia nessun legame tra i fatti che cos sonoramente denuncia Polito e larticolo a fianco (Troppo giovani o vecchi per il lavoro p.39) sugli esclusi dal mercato del lavoro non ci sia nessun legame? Ma si dice, dobbiamo preservare il ben comune: io ho capito poco del dibattito sul bene comune, quando sento queste parole (nazione, Stato, Societ, Bene comune, interesse collettivo ecc) i miei nonni romagnoli mi fanno solletico ai piedi durante la notte. Forse dovremmo rivolgerci a Ugo de Mattei, che uno dei maggiori esperti di bene comune in Italia. Attenti, per: fortemente NO TAV.
www.arcipelagomilano.org denza seguir era solito dire Don Verz. Perch allora siamo arrivati a una crisi cos acuta? La crisi, bene ricordarlo, dovuta soprattutto a investimenti e scelte non oculati, non legati allattivit core della istituzione (assistenza, ricerca e didattica) ma a scelte manageriali di cosiddetta diversificazione che hanno comportato solamente perdite economiche. Non compito di questo articolo affrontare altri aspetti di cui si sta occupando la magistratura e cio gli illeciti amministrativi, le disinvolte relazioni con il potere politico, la contaminazione con interessi personali, la corruzione. Se ne occupi il tribunale, sia fatta piena luce, e qualora se ne verificasse la realt e la consistenza, si cerchi di capire cosa non ha funzionato nei meccanismi di controllo e si prendano provvedimenti perch situazioni simili non abbiano a ripetersi mai pi. Ma questa operazione non pu e non deve cancellare il valore di ci che di buono stato fatto; che ci con cui i nuovi acquirenti, i nuovi gestori, si troveranno a fare i conti e che dovranno salvaguardare. Questo valore stato creato in soli quarantanni, e anche questo un evento eccezionale: strutture simili nel resto del mondo hanno una storia almeno secolare. La storia del San Raffaele inizia nel 1971 quando, il 31 ottobre, viene ricoverato il primo paziente. La convenzione con la Facolt di Medicina dellUniversit Statale di Milano nel 1972 ne fa un polo di insegnamento con il risultato di fare arrivare un gruppo di medici e di docenti giovani, qualificati, motivati e stimolati dalla nuova opportunit, in una struttura che contemporaneamente viene riconosciuta dal Ministero della Sanit come IRCCS, cio istituto clinico di ricerca, focalizzato, allinizio, sulle malattie metaboliche, in particolare sul diabete. Lospedale cresce velocemente anche sul piano architettonico e strutturale. Nel 1988 viene aperto il Pronto Soccorso, nel 1992 si inaugura il DIBIT (Dipartimento di Biotecnologie), un intero edificio completamente dedicato alla ricerca e alla didattica. Le prime aree di ricerca attivate sono la genetica, la biologia cellulare e limmunologia cui si aggiungono alla fine degli anni 90 la terapia genica, la biologia delle cellule staminali e lo studio di meccanismi molecolari alla base delle malattie. Nel 1996 nasce lUniversit VitaSalute San Raffaele che, a oggi, ospita le Facolt di Medicina, Psicologia, e Filosofia. Lattivit clinica e di ricerca dellIRCCS San Raffaele si integra quindi con lattivit didattica e formativa svolta allinterno dellAteneo. Nel 2009 il DIBIT 2, di ben 88.000 mq si aggiunge al DIBIT1 facendo dellIRCCS San Raffaele il pi grande Parco Scientifico in Italia, e uno tra i maggiori in Europa. Il San Raffaele, strutturato in dodici dipartimenti clinici e sette divisioni di ricerca, ospita tre grandi Istituti di Ricerca: HSR-Tiget (Istituto San Raffaele-Telethon per la Terapia Genica), INSPE, (Istituto di Neurologia Sperimentale) e DRI (Diabetes Research Institute). Le pubblicazioni scientifiche in un anno sono state complessivamente 759 di cui 24 pubblicate sulle quindici riviste scientifiche maggiormente qualificate a livello internazionale (I.F. superiore a 15). Lelencazione apparentemente arida e neutra di queste realizzazioni e di questi risultati, tratti dalla documentazione ufficiale dellIstituto, non evidenzia, ma lascia comunque intravvedere, la ricchezza del capitale umano che le ha prodotte. N evidenzia il ricchissimo lavoro di progettazione, di elaborazione culturale, con i suoi confronti dialettici, i suoi scontri anche, che ha portato a realizzare una struttura in cui ricerca di base, ricerca clinica, e applicazione dei risultati della ricerca al letto del paziente hanno anticipato un modello che oggi pare ovvio, e che viene adottato in ogni istituzione che voglia essere al passo con i tempi. Lo stesso dicasi per lUniversit: diecine di riunioni di un ristretto gruppo di docenti, il Comitato Ordinatore, hanno preceduto lelaborazione dellinnovativo programma della Facolt di Medicina, recependo la pressante richiesta del Presidente di fare non una nuova universit ma una Universit nuova. Nessuna ipotesi innovativa stata trascurata, i curricula pi avanzati delle pi importanti universit americane e europee, da Harvard a Maastricht sono stati attentamente analizzati, discussi, recepiti e anche, talora, superati. Dai verbali delle riunioni del Comitato Ordinatore, cui non raramente Don Verz partecipava, possono essere estratte alcune delle sue esortazioni che danno concretezza al clima che vi si respirava: Dovete quindi voi di questo gruppo scelto stendere i criteri sui quali dovr basarsi la istituenda Facolt Medica, criteri rigorosi e invalicabili da parte di desideri di restaurazione arretrata ed egoisticamente interessata la Facolt di medicina dovr essere nuova e innovante per tutto linsegnamento medico di questo paese, tanto da
professionalit, il proprio impegno, la propria progettualit a questa struttura? Assolutamente no; perch anche ben chiaro ed evidente che chiunque lavori al San Raffaele fortemente scosso dagli eventi e dalle rivelazioni sorprendenti dellultimo anno. Linquietudine e lincertezza per il futuro affiorano da ogni conversazione ogni giorno, in ogni momento. Proprio per questo ancor pi ammirevole il fatto che lintera struttura, per quanto apparentemente acefala, continui a funzionare. Non si tratta di un miracolo, ma della conseguenza di una precisa scelta organizzativa e manageriale che ha saputo motivare le persone, coinvolgerle in un chiaro anche se complesso e ambizioso progetto, delegando compiti e responsabilit e sapendo riconoscere il merito. Sar la storia a dare un giudizio complessivo e definitivo sul personaggio e sulluomo Don Verz, con le sue luci e le sue ombre. Marco Vitale in una lucida analisi sul Corriere della Sera dell8 gennaio 2012, ne ha ben definito le caratteristiche di italiano, di quella tipologia di personaggio cio portatore dei difetti atavici che permeano i comportamenti di molti nel nostro paese, in primo luogo linsofferenza per le regole, e la megalomania. Ma anche di antiitaliano dove per antiitaliano Vitale intende persona desiderosa e comunque consapevole della necessit di guardare oltre, fuori dallItalia, fuori dalla provincia italiana per progredire e per costruire il nuovo. Don Verz era aperto al mondo, ne era avidamente curioso. E non solo o non tanto per spirito missionario, quanto per la consapevolezza che la conoscenza di altre culture, la contaminazione con altre culture, foriera di novit, di progresso. Don Verz chiedeva ai propri medici, ai ricercatori, ai docenti, di fare esperienza allestero, possibilmente nelle istituzioni anglosassoni e nordamericane pi prestigiose, e di riportare nel suo istituto le migliori esperienze fatte. Non qui il caso di ripetere i cardini della sua filosofia e del suo pensiero, che si riassumono nella libert di ricerca, nella responsabilit individuale, nella centralit della persona, nella necessit di considerare sempre, sul piano antropologico, la stretta interazione e integrazione fra corpo, spirito e anima. Che la crescita e lespansione si basassero sul debito era noto a tutti, almeno dalla fine degli anni novanta. Listituzione cresceva, e con essa crescevano i debiti. La provvi-
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tutti agognato ma da nessuno intrapreso con il coraggio dovuto Non mi preoccupa linesperienza dei giovanimi preoccupa piuttosto la zavorra delle mentalit, dei costumi radicati negli esperti che vogliono il nuovo a patto di trainarsi dietro il venerabile ma rancido marciume del vecchio. Discutete, proponete, accapigliatevi se occorre, ma avanti tutta sulla impostazione della Facolt Medica San Raffaele. Lelenco delle personalit di altissimo livello che vi lavorano o che vi hanno lavorato, di docenti, ricercatori e scienziati di fama internazionale sarebbe troppo lungo e rischierebbe comunque di escludere moltissimi giovani ricercatori promettenti o gi brillantemente affermati. Qualche nome pu per essere ricordato, da Guido Pozza a Claudio Rugarli, primo Direttore scientifico e primo Preside della Facolt di Medicina rispettivamente, a Claudio Bordignon, Jacopo Meldolesi, Andrea Ballabio, Giuseppe Pelicci, per non parlare dei nomi prestigiosi delle altre Facolt, da Massimo Cacciari a Giovanni Reale, Roberta De Monticelli, Edoardo Boncinelli, Massimo Piattelli Palamarini, anche se non tutti svolgono ancora la loro attivit al San Raffaele. Lintera istituzione, alla fine degli anni novanta e agli inizi degli anni duemila ha vissuto uno straordinario periodo di fervore creativo sul piano culturale e scientifico, nella massima libert e indipendenza. Non tutti sanno che i seminari interni e gli annuali retreat della ricerca scientifica che vedono centinaia di giovani e brillanti ricercatori esporre, discutere e confrontare i risultati delle ricerche dei rispettivi laboratori, si tengono, da sempre, rigorosamente in lingua inglese. Di nuovo un quadro troppo idilliaco? No, perch se posso testimoniare che quello fu lo spirito con cui lavorammo ai nuovi progetti, posso anche testimoniare che parallelamente ciascuno di noi svolgeva quotidianamente il proprio lavoro, nelle corsie, nelle aule delluniversit, nei laboratori di ricerca e di diagnosi, consapevole della propria responsabilit per le compatibilit economiche di gestione e di bilancio. E ci vale sia per la responsabilit dei clinici nel raggiungimento degli obbiettivi di budget dei Dipartimenti e delle Unit Operative che per limpegno dei ricercatori allautofinanziamento delle divisioni di ricerca e dei propri progetti. Perch allora il disastro? Una interpretazione, questa s viziata forse da soggettivit e da mancanza di
conoscenza di molti elementi relativi alle dinamiche interne al gruppo di governo, (non quello clinicoscientifico ma quello proprietario), che a un certo punto la simbiosi fra i due gruppi si allentata e poi rotta. Ai due periodi doro, quello degli esordi, dal 1971 agli anni ottanta, e quello del consolidamento del modello innovativo della fine degli anni novanta e primi anni duemila, subentrato un periodo grigio nel quale vi stato un progressivo scollamento fra le scelte e i comportamenti della propriet e la partecipazione dei medici, dei ricercatori e dei docenti alle decisioni. Non questo il luogo per descrivere e analizzare un altro elemento di originalit, per non dire di straordinariet del San Raffaele: quello della presenza al suo interno di un insolito gruppo di persone totalmente dedicate allopera, il gruppo dei Sigilli. Questo gruppo ha vissuto e vive la totalit della propria esistenza allinterno della istituzione, 24 ore su 24. Non esiste, certamente non in Italia, alcuna istituzione laica come il San Raffaele, che possa contare su un tale patrimonio di risorse umane totalmente dedicato. Ci ha rappresentato un indubbio valore aggiunto, ma ha rappresentato e rappresenta anche una variabile complessa e insolita nello svolgimento di una corretta dialettica fra soggetti istituzionali. Per non parlare della complessit delle interferenze del comportamento spesso profetico di Don Verz, e del suo desiderio e dei suoi tentativi di emulazione-competizione con un potente e articolato movimento come quello di Comunione e Liberazione. Negli ultimi dieci anni, una volta realizzato il grande progetto dellUniversit, e consolidata lattivit clinica e scientifica, si allentata la tensione morale, limpegno culturale creativo che ispirava il progetto. Forse, anche per il cambiamento generale di atmosfera nel paese, la chiarezza degli obiettivi che portavano a immaginare il San Raffaele equivalente alle pi grandi e prestigiose istituzioni anglosassoni o nord americane andata progressivamente appannandosi con il prevalere delle logiche italiane su quelle antiitaliane per usare sempre la metafora di Vitale. Ora, nonostante il lineare svolgimento della procedura giudiziaria saggiamente gestita dal tribunale di Milano, molte incognite restano aperte. Incognite di scenario di una gestione della realt sanitaria lombarda, in cui le interferenze della politica e di forti interessi di gruppi
economici non consente lesplicitarsi di tutte le possibili energie in un chiaro disegno di programmazione e di indirizzo basato sullinteresse generale. E anche incognite pi specifiche, legate alle intenzioni del gruppo sanitario che si aggiudicata, con la migliore offerta, la propriet del San Raffaele, dopo che i potenziali concorrenti, IOR- Malacalza e Humanitas, si sono, abbastanza inaspettatamente, dileguati. Il gruppo Rotelli rappresenta un altro sorprendente risultato di intraprendenza imprenditoriale nella sanit privata lombarda. In un arco temporale equivalente a quello della nascita e della crescita del San Raffaele, il gruppo Rotelli diventato il pi potente e consistente gruppo nella sanit privata lombarda. Con caratteristiche tuttavia differenti rispetto a quelle del San Raffaele: la ricerca scientifica non stata un elemento caratterizzante e trainante del gruppo. Il traino stato rappresentato da acquisizioni progressive di strutture sanitarie gestite in funzione della loro redditivit economica. Il San Raffaele non ha tifato per la soluzione Rotelli, piuttosto per la soluzione Humanitas, ritenuta pi simile e affine quanto ad obbiettivi di qualit, di eccellenza, di integrazione e interazione con la ricerca scientifica e con la formazione e linsegnamento. I gruppi privati in Lombardia forniscono una parte rilevante dellassistenza, e la competizione pubblicoprivato rappresenta un valore. Purch le regole siano trasparenti per tutti, e purch i meccanismi di controllo siano rigorosi, e rigorosamente applicati. E purch i doverosi interventi di indirizzo e di programmazione siano guidati da visioni lungimiranti, nellinteresse generale. Ma non sempre cos e la conduzione della vicenda San Raffaele ne forse un esempio, al punto da aver fatto apparire ingenuo e fuori dal mondo chi auspicava almeno un intervento di moral suasion della Regione che favorisse aggregazioni omogenee. Quale ad esempio la messa in rete dei laboratori e delle capacit di ricerca di tre grandi e qualificate strutture private quali il San Raffaele, lHumanitas e lIEO, e la integrazione delle diversit e specificit delle rispettive aree cliniche. Si sarebbe potuto creare uno dei pi qualificati gruppi di ricerca e di clinica avanzata, in grado di competere non solo sul piano nazionale, ma su quello europeo e mondiale. A ci si aggiunga la possibilit di ulteriore potenziamento e valorizzazione del-
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la peraltro gi prestigiosa Universit Vita-Salute, integrandola con strutture cliniche di alta qualit. Il destino dellUniversit unaltra delle incognite che rendono incerto il futuro di tutta listituzione. Sarebbe un drammatico errore non considerare vitale lapporto che un programma di formazione medica avanzato e allavanguardia pu contribuire a dare. La stipula di una convenzione intelligente e aperta fra i due enti la prospettiva su cui lavorare. Se poi il fantomatico cavaliere bianco, che nella forma di una charity internazionale dovrebbe portare in dote un miliardo di dollari da investire nello sviluppo delluniver-
sit si dovesse materializzare, tanto meglio. Lottimismo implicito nel titolo, relativamente al futuro del San Raffaele, si basa anche sulla speranza che medici, docenti e ricercatori, il vero valore del San Raffaele, riescano a ritrovare la consapevolezza della loro importanza, al di l di temporanei sbandamenti dettati da opportunismi o da interessi personali, e riescano a essere il vero interlocutore di qualunque nuovo padrone. Non si pu non essere daccordo con Marco Vitale che a conclusione del suo articolo si augura che i bilanci vengano rimessi in ordine puntando sulle eccellenze e non sui contafagioli.
Aggiungo, senza voler eccedere in erudizione, la citazione di Orazio a proposito della conquista della Grecia da parte dei romani: Graecia capta ferum victorem cepit et artes intulit agresti latio (Orazio, Epist. II, 1, 156). La Grecia conquistata conquist il feroce vincitore e le arti port nel Lazio agreste. C da augurarsi, mutatis mutandis e riconoscendo ai contemporanei conquistatori una ovvia, differente identit rispetto a quella belluina e agreste dei romani, che una cross fertilization possa avvenire fra la qualit del San Raffaele e la quantit/efficienza del gruppo Rotelli o di chiunque altro dietro ad esso sia, o sar, lacquirente finale.
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www.arcipelagomilano.org panato e reso praticamente giuridico, nel rispetto pieno e indissolubile della persona umana. Sarebbe bello che in unItalia in cui la capitale politica e la (forse ex) capitale morale non hanno ancora un Registro delle convivenze, a dispetto delle attuali normative europee in materia e soprattutto di un percorso condiviso di tutela dei diritti umani, si ponesse con celerit fine a questa grave mancanza, nel pieno rispetto degli interessi della persona e della comunit. Attendiamo, quindi, con fiducia che le forze politiche milanesi trovino il coraggio di iniziare questa strada, che sar lenta, che sar in salita, ma che si deve necessariamente percorrere insieme.
norme di attuazione, di fatto siamo a un punto fermo. Non vi alcuna legge nazionale che disciplina la complessa tematica e le varie forze politiche sono arroccate su alcune posizioni pregiudiziali atecniche fortemente legate anche al giudizio delle gerarchie ecclesiastiche. A parere di chi scrive, senza presunzione di alcuna completezza di ragionamento in una materia davvero spinosa e ostica, occorre tuttavia depurare ogni ragionamento da pregiudizi politici che hanno ben poco valore. E procedere con la politica dei piccoli passi, introducendo una formale registrazione delle coppie conviventi e alcuni diritti di mera natura amministrativa, si pensi allaccesso agli alloggi di edilizia popolare e alle possibilit di visita come convivente in istituzioni quali gli ospedali e gli istituti di pena.
Proprio per questa ragione listituzione del Registro, con valore, si ripete, meramente simbolico, rappresenta un passo molto importante per affrontare questa tematica al di l dei dibattiti ideologici. Ben venga il confronto tra le forze politiche di questi giorni, ma che sia stringato e tocchi davvero temi cruciali della normativa e della sua applicazione e non sia un vuoto temporeggiare in attesa della visita del Papa di giugno. Se la politica continua a ragionare con schemi logici preconcetti, in adesione agli slogan di alcune gerarchie ecclesiastiche (e, si badi bene, non della Chiesa nel suo complesso, pensiamo ad alcune prese di posizione degli ultimi anni della Diocesi di Milano!) non si far molta strada su un tema indubbiamente complicato, ma che pu essere di-
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Avevo chiesto anche di avere un comitato di esperti, nel quale avevo inserito il professor Barbalace che avevo conosciuto in Comune e il Mascalzone Pagliaccio un giorno mi disse con tono trionfale Il Suo esperto contro di lei. Vi furono degli episodi gustosi, uno fu lincontro con lavvocato Roberto Arnoldi, che mi disse di essere vissuto su una roulotte davanti al Ministero dei Lavori Pubblici, allepoca era Ministro lOnorevole Antonio di Pietro, nome di copertura Cazzecca. Lavvocato Arnoldi aveva avuto limportante incarico dalla Fiera. Anzi, non lui ma la sua societ Strategie Fieristiche, fondata il giorno prima dellincarico. Il contenuto di numerosissimi volumi esibiti a documentazione dellattivit era costituito da fotocopie di progetti di legge, articoli sulle fiere di qualsiasi Paesi e cos via con inutilit varie. Era stato pagato profumatamente in quota maggioritaria dalla Fiera e in parti inferiori da altre associazioni che in caso di mancato pagamento si surrogavano. Lavvocato Arnoldi arriv da me. Tipo classico: completo in tela blu, abbronzato, senza calze, occhiali Ray-Ban. Si stravacc sulla sedia accanto alla mia davanti a un tavolino rotondo (avevo anche una scrivania e due brave segretarie) e mi disse, tenendo con una mano il mio braccio: Presidente, so che lei ha degli ottimi consulenti, ma se lei usasse anche le mie capacit, faremmo grandi cose Io, che alle battute non resisto, gli tolsi delicatamente la mano dal mio polso e gli dissi Avvocato, lei forse non lo sa, io sono di famiglia benestante!. Battuta che ho dovuto riciclare altre volte, e lavvocato torn a Curno. Lavvocato Arnoldi entra ormai in tutte le case attraverso numerosi programmi televisivi in cui dispensa consigli e pareri legali su qualsiasi argomento e anni fa ha fondato La casa del consumatore. Non so se sia andato in porto un suo programma tutto suo alla Rai che avrebbe dovuto chiamarsi Robin Hood, coerentemente con i suoi principi! Il verbale delle sedute di Giunta, che competeva istituzionalmente al Segretario, era stato affidato al dottor DAlfonso, che doveva farne una registrazione vocale e poi farlo correggere dal Segretario Mascalzone prima della stesura finale. Quelle che interessavano a me erano naturalmente le registrazioni che segretamente DAlfonso mi passava. Lepisodio che a mio giudizio rende
meglio il clima della Fiera di quegli anni questo. Dovevo andare una sera a una cena e fare una relazione sulla Fiera e il bravo Giuseppe, autista di servizio che ha condiviso con me questa avventura mi venne a prendere e mi disse che era avvenuto un incidente in Fiera. La vittima era una delle guardie. Dirottammo subito al Policlinico e trovammo la moglie della guardia, dei parenti e dei colleghi. Mi informai se a casa cerano dei bambini o delle persone che avevano bisogno di assistenza, ma avevano gi provveduto loro a tutto. Andammo dal medico del reparto e capii che era caduto un estintore provocando uno schiacciamento delle calotta cranica. Il medico spieg che vi erano due ipotesi. La pi ottimista era un semplice intervento allossatura del cranio e una seconda ipotesi pi grave, prevedeva un intervento chirurgico da parte di unequipe pronta nel caso avessero verificato che cerano delle lesioni ai vasi sanguigni. Il medico si espresse con parole semplici, che tutti potevamo comprendere: prendere una bevanda calda al distributore automatico e attendere. Mi recai a fare la relazione prevista e terminati i miei doveri di rappresentanza presi un taxi per recarmi nuovamente al Policlinico dove mi assicurarono che tutto era andato bene. Il mattino dopo, prima di andare al mio ufficio, passai in Fiera per incontrare il Direttore del Personale, tale Franco Inverni, Sociologo che si vantava di essere stato allievo del Professor Verdiglione! Gli chiesi perch la sera precedente al Policlinico non fosse presente nessuno della Fiera ed io non fossi stato avvisato dellincidente. Mi rispose, abbiamo lordine, nel caso di incidenti, di avvisare subito il nostro avvocato giuslavorista. Sono assolutamente certo di aver risposto Siete tutti delle M., chi le ha dato lordine e chi lo ha eseguito. Ricordo un altro episodio: una volta il Mascalzone disse a me e a Ernesto Gismondi, che era vicepresidente, che ci si presentava una eccezionale occasione: il direttore della Fiera di Francoforte, la pi importante Fiera di Europa era probabilmente disponibile a darci una sua consulenza. Gismondi, poich Artemide esponeva sempre a Francoforte non ebbe difficolt ad appurare che il direttore era stato cacciato per problemi legati alla prostituzione. Non cogliemmo quella opportunit. Arrivai una volta in Fiera e il Mascalzone stava imbarcandosi su una delle sue due auto di servizio in do-
tazione con Angela Riccio e mi disse che dovevano prendere un aereo per Francoforte per illustrare il bilancio della Fiera alla stampa. Raccomandai guardi che si tratta di un progetto di bilancio. Alla seduta di approvazione del bilancio votai contro e feci venire lavvocato Gaetano Pecorella per spegnere le insinuazioni politiche che si facevano sul mio conto, che illustr le motivazioni delle mie dimissioni. Lavvocato Pecorella, che era Presidente delle Camere Penali fu il mio ottimo avvocato insieme allavvocato Perli per difendermi in un processo penale per diffamazione che Marin mi aveva intentato e di cui ho gi fatto accenno che dur circa quattro anni. Io non sono mai stato solo in Fiera, mi aiutarono in molti. Oltre alla pattuglia acrobatica di cui facevano parte Sergio Vicario e Marco Vitale che era il capopattuglia, ne elenco alcuni altri: Giorgio Bianchini Scudellari che rappresentava la Provincia di Milano in Fiera, Ricardo Franco Levi Sottosegretario di Romano Prodi - e Maurizio Cavallari, docente di informatica allUniversit Cattolica. Dopo la vicenda della Fiera ho incontrato una persona che mi aveva chiesto informazioni sul Ragionier Massone, direttore amministrativo della Fiera, per un incarico importante. Io gli risposi un bravo amministrativo, ma intellettualmente disonesto. Rividi invece il sociologo Inverni che mi disse di essere contento di collaborare con lo Studio Ermolli e di fare un lavoro pi vario di quello in Fiera. Come sta Presidente? Bene grazie Penso che le rimorder un po la coscienza. Un altro episodio fu la presenza di Massimo Sordi, che aveva fatto vendere alla Fiera il primo e lultimo di una serie di Metal Detector di unazienda collegata con lui, che giaceva abbandonato in un angolo. Massimo Sordi, che ho rivisto al Museo della Scienza e della Tecnologia, che avevamo soprannominato Compro io, era diventato improvvisamente collezionista di automobili depoca. Ma questa unaltra storia. I risultati ci furono per tutti. Il Mascalzone Pagliaccio andato a casa, io ho portato a casa il processo infinito e costoso che il Mascalzone mi aveva fatto intentare dallavvocato Bruno e il costo dei suoi avvocati furono a carico della Fiera. Oltre al processo ereditai unulcera che mi provoc unemorragia intestinale che obblig Camilla a farmi trasportare al pronto soccorso del Policlinico di Milano dopo aver la-
www.arcipelagomilano.org (1) A Milano c una storica impresa di pulizia La Speranza, che lultima a morire!
sciato il mio bagno che sembrava un mattatoio. Di tutta la vicenda conservo solo la testimonianza falsa che Massimo Sordi depose in tribunale. Vorrei che qualcuno mi quere-
lasse per le cose che dico, solleverei leditore da ogni responsabilit, ma fino ad ora non sono riuscito a farmi querelare.
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www.arcipelagomilano.org partito che, come opera collettiva, non strutturato sul profilo di una persona. Questa visione pu essere condivisa o meno nella sua lungimiranza, e dovr essere certificata dai fatti, ma neppure pu essere di nuovo ipersemplificata, accomunandola a quella del movimento arancione, altrettanto legittima ma opposta, che non ritiene che il PD possa essere larchitrave su cui poggiare linnovazione della sinistra, e che comincia, chiss come mai, a porsi a sua volta la questione dellorganizzazione politica del consenso e del governo in forme maggiormente strutturate di quanto oggi proponga il modello partito del sindaco. Il cinismo appare il tratto snob di intelligenze sofisticate, ma in realt un limite morale alla comprensione: quando se ne fa uso eccessivo, quando la lucidit di giudizio non si accompagna alla passione, si genera un tale distacco dalla realt da rendercela come uniforme, grigia, indifferenziata, come se, dietro le apparenze vive e policrome delle speranze e degli interessi, vi fosse solo la sorda e feroce lotta notturna per il potere condotta da lites tecniche, come se inforcassimo occhiali che ci restituiscono una sola cromia: grigia o se volete arancione. Dia retta allora lamico Walter, un pochino meno di cinismo, di gusto del bon mot a tutti i costi o di gusto della macchina politica come macchina, e vedr, o meglio scoprir, che non vero che di notte tutti i gatti sono arancioni, anzi ce ne sono di tutti i colori, e il bello sta proprio nello scoprirli.
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Lorella Zanardo*
Me le immagino incredule, con quelle espressioni fisse e immutabili che mostrano nelle foto color seppia prese nelle filande e nelle fabbriche dellepoca, cos come erano incredule e raggianti, nei cinegiornali depoca quelle donne che per la prima volta si recavano alle urne nel giugno del 1946. Inizia cos Il Quinto Stato come un romanzo avvincente che racconta di noi donne italiane lungo larco temporale che va dalla fine dellOttocento fino ad arrivare ai giorni nostri. Ileana Alesso ne lautrice e riesce nel difficile compito di raccontare con perizia e competenza la storia delle donne dal punto di vista legislativo facendo spesso dimenticare a noi lettori e lettrici la sua professione di stimata e nota avvocata: ch da una professionista del diritto non ci aspetteremmo la delicatezza nel tratteggiare situazioni, nel riproporre episodi, nel raccontare la vita e il lavoro delle donne, accompagnando quasi per mano il lettore e la lettrice lungo un percorso pi che centenario. un libro damore questo. Uno di quei testi in cui riconosci la passione che muove quelle poche caparbie e dedite persone che riescono a trasformare la propria vita in una appassionata avventura tesa al raggiungimento di un obbiettivo che poco o tanto, servir a migliorare il mondo. del 1902 la presentazione del Quarto Stato di Pelizza da Volpedo a Torino: che ritrae in primo piano una donna con il suo bambino, che pare chiedere qualcosa agli uomini a lei vicini che avanzano decisi. Immaginiamo si tratti di domandare giustizia e una paga decente dato che in quegli anni il lavoro prevedeva spesso bambine di soli quattro anni sbigottite dalla rigida disciplina dellopificio in piedi sempre allo stesso posto vigili e silenziose per 12, 14 e fin 15 ore. Leggendo il libro di Ileana Alesso mi sono chiesta perch la storia del lungo cammino delle donne non venga insegnata nelle scuole, poich non ci pu essere progresso senza conoscere noi tutte e le giovanissime in particolare, da dove veniamo e quanto strada abbiamo fatto negli ultimi centanni. Sarebbe un antidoto alla sfiducia che assale spesso le donne negli ultimi anni, una storia da ripeterci quando il World Economic Forum ci ricorda che noi italiane siamo al 74esimo posto del gender gap, lindice che misura le differenze di genere a livello mondiale. Antidoto perch la storia che qui ci viene raccontata fatta di conquiste ma anche densa di fatica, di anni e anni trascorsi a combattere per chiedere che un diritto, non un desiderio astratto, venga rispettato. Ed ad esempio commovente per tenacia la storia di Lidia Poet, prima donna laureata in legge a Torino nel 1881 alla quale viene impedito per quaranta anni fino al 1919, di esercitare la professione di avvocato o quella di Rosanna Oliva che nel 1960 fu artefice di un cambiamento epocale, essendosi ribellata con successo a una legge iniqua che la voleva esclusa dalle carriere pubbliche perch donna . Cosa accomuna queste donne a Nilde Iotti o a Teresa Noce entrambe componenti dellAssemblea Costituente, a Pina Nuzzo per anni Presidente dellUDI, alle tante altre che hanno sfidato un Paese a tratti moralista e bigotto, riuscendo a far approvare la legge sul divorzio e quella sullaborto? Il coraggio e la certezza inamovibile di essere nel giusto. Un coraggio a tratti epico e che assume connotazioni eroiche nelle pagine in cui lautrice ricrea alcune delle umiliazioni che molte di loro dovettero subire nel loro personalissimo cammino verso la libert. Ragazze e donne le cui azioni hanno preparato il terreno per battaglie future che hanno significato maggiori diritti per noi che siamo venute dopo. Non nasconde lautrice che molte battaglie restano da fare in un Paese in ritardo preoccupante rispetto al resto dEuropa, ad esempio per quanto riguarda la legge 50/50 che vorrebbe un numero di donne significativo nelle posizioni di potere, in politica cos come nelle organizzazioni aziendali. Ma una preoccupazione che non offusca il tratto caratteristico del libro che un ottimismo del fare, una certezza della meta che deriva da una laboriosit quotidiana e che porta a titolare lultimo capitolo UnAltra Storia possibile, intendendo che venuto il tempo di una svolta decisiva e definitiva per le donne. I fatti degli ultimi anni descritti nel libro sono quelli che stiamo vivendo anche in questi giorni e che vedono le donne riprendere in mano le proprie vite, scendere in piazza per reclamare ci che loro spetta di diritto. Un libro questo di Ileana Alesso da raccomandare vivamente anche nelle scuole, dove oggi spesso diffuso il senso di sgomento per lincertezza del futuro; mentre potrebbe divenire pensiero diffuso tra chi si affaccia oggi alla vita adulta la consapevolezza che tutti sanno che una cosa impossibile da realizzare, finch non arriva uno sprovveduto che non lo sa e la fa. *creatrice di www.ilcorpodelledonne.net
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www.arcipelagomilano.org Scegliere un termine, accudirlo, farlo crescere amorevolmente un servizio alla nostra lingua, un modo per proteggerla dallimpoverimento, e un servizio a noi stessi, un modo per arricchire il nostro vocabolario. La parola adottata da Arcangeli 'premura': Ho scelto Premura, un termine dal suono splendido che preferisco a Fretta. meno veloce. In un mondo che va sempre di corsa mi sembra un buon modo per rallentare un po. 'Corriere.it' e 'IoDonna' hanno dato un contributo all'iniziativa con le adozioni d'autore, di personalit del mondo della societ civile, della cultura e dello spettacolo. Nella parola 'improntitudine' Moni Ovadia trova il modo pi proprio, sonoro e ritmico per descrivere con indignazione il comportamento pubblico di personalit politiche della cosiddetta 'casta'. Scegliendo la parola 'lusinga', Gianni Vattimo pensa all'importanza pubblica delle parole e alla pervasivit nella politica di un eloquio che miri a ottenere compiacenza e favore: La lusinga la componente emotiva, addirittura erotica, del rapporto sociale e del gioco del potere. Per il sindaco di Milano Giuliano Pisapia il verbo 'dirimere' come un binario sul quale ripercorre il viaggio della sua vita personale e professionale: dalle liti d'infanzia con i fratelli, in cui la madre doveva intervenire per ripristinare la pace, all'esordio come avvocato davanti a un giudice in un'aula di tribunale, al nuovo ruolo di primo cittadino in cui lui in prima persona a dover compiere scelte e assumere decisioni, dirimere con pazienza e passione tante questioni. Il successo dell'iniziativa promossa dalla Societ Dante Alighieri ha offerto lo spunto anche per l'invenzione di frasi e mini-racconti con vocaboli a rischio e ha suggerito il lancio di una nuova proposta rivolta ai giovani: Adotta un articolo della Costituzione. Da donna di scuola mi piace chiudere con l'invito che il professor Arcangeli mi ha chiesto di formulare ai pi giovani: Usate le parole in modo consapevole. Adottarne una un gesto di alto valore simbolico, usarne bene tante un'azione di alto valore civico. E in omaggio alla ricorrenza dei 150 anni dell'Unit del nostro Paese, perch non adottare tutti insieme la parola 'Italianit'?
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www.arcipelagomilano.org quelle componenti sociali della produzione, del commercio e degli affari che si sarebbero sentite sminuite e delegittimate. Visto che abbiamo avuto modo di sperimentare quali siano le nefaste conseguenze della delegittimazione degli avversari politici, credo valga la pena di impegnarsi a combatterli e confrontarsi sul piano delle idee e delle iniziative, anzich esercitare censure. Milano, che da pochi mesi ha inaugurato una nuova stagione politica, oggi alla ricerca di una sua identit culturale in grado di rinnovare, aggiornandolo, il prestigio internazionale che aveva saputo esprimere fino agli anni Sessanta. Un prestigio a cui avevano contribuito - malgrado una dialettica sempre molto vivace - tutte le componenti sociali, nei confronti delle quali una classe di intellettuali innovatori, interagendo con le organizzazioni politiche della seconda met del secolo scorso, avevano favorito laffermarsi di comportamenti collettivi di grande valore culturale. Pensare che sia oggi possibile avviare un processo di rinnovamento di Milano e del paese escludendo alcune componenti sociali appare una scelta pi che ingenua, irresponsabile. E fa bene Pisapia, che si propone giustamente di essere il sindaco di tutti i milanesi (anche di quelli che non lhanno votato), a bollare come vecchia politica certe tentazioni di esercitare la delega degli elettori in termini di potere invece che di responsabilit e di servizio. Anche se condivido la replica di Guido Martinotti alla arrogante presa di posizione di Giulio Ballio, sono certo che avrebbe potuto essere ancora pi efficace se fosse stata espressa da una posizione super partes. Sono questi i motivi per cui, per quanto sollecitato, ho deciso di non aderire allappello indirizzato al sindaco Pisapia.
RUBRICHE MUSICA questa rubrica curata da Palo Viola rubriche@arcipelagomilano.org Musica dallinghilterra e dalla Russia
La musica classica non mai stata un vanto degli inglesi. Dopo lincantesimo della seconda met del seicento, con il grandissimo Henry Purcell, bisogner aspettare larrivo di Benjamin Britten, nel pieno del secolo scorso, per trovare un musicista inglese di rango realmente internazionale: in tutto il settecento e lottocento il Regno Unito ha prodotto musica popolare o poco pi. Larrivo dei Beatles ha sconvolto un paese che, nonostante sia sempre stato molto interessato alla musica (si pensi alle presenze londinesi di tutti i grandi musicisti italiani e tedeschi), sembrato incapace di produrne. Per questo il programma della scorsa settimana allAuditorium era molto interessante: un direttore (Wayne Marshall) e un pianista (Piers Lane) inglesi hanno proposto due autori inglesi praticamente sconosciuti (Gustav Holst e John Ireland), con due opere composte fra il 1920 e il 1930. Se la musica da balletto dellopera The perfect fool di Holst ha qualche fascino grazie soprattutto allimpiego maestoso degli ottoni e delle percussioni (ma che bravi gli ottoni della Verdi, neanche una nota fuori posto, per non dire della mitica precisione di Viviana Mologni ai timpani!), il Concerto per pianoforte e orchestra in mi bemolle maggiore di Ireland tanto modesto e insignificante da dimostrare perfettamente lincapacit di cui abbiamo detto. Quel povero Lane si prodigato fino allinverosimile per dare un senso a ci che suonava, ma con risultati purtroppo irrilevanti; una musica inutile. Molto pi godibile, anche se meno intrigante, la seconda parte del concerto presentava la bella Sinfonia n. 4 anchessa in mi bemolle maggiore capolavoro di Alexander Glazunov, di questo straordinario musicista che, allievo di RimskijKorsakov e maestro di ostakovi, visse gli ultimi anni della sua vita esule a Parigi dopo averne consumata la pi parte a San Pietroburgo. La quarta sinfonia stata scritta, proprio a San Pietroburgo, nellanno in cui moriva ajkowskij, dove sei anni prima era mancato Borodin e sei anni ancora prima era scomparso Musorgskij. Un luogo e un momento magici per la musica russa ed interessante osservare come quella di Glazunov, forse di pi delle altre, dimostri come allora quella regione fosse a tutto tondo un pezzo dellEuropa. Le reciproche influenze con il sinfonismo tedesco sono talmente forti che in Glazunov si stenta a riconoscere la matrice slava, che invece capita di svelare per esempio, ma neppure raramen-
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www.arcipelagomilano.org te - nella musica di Brahms, che di slavo non aveva alcunch. La complessit di questo concerto era resa plasticamente evidente dalla figura del direttore, un nero dalla elegantissima figura che - con i movimenti dinoccolati e il frac corredato dalla cravatta nera lunga anzich dal classico papillon bianco - sembrava uscire pi da un locale di New Orleans che dal Royal College of Music di Londra di cui membro onorario. Wayne, che vive con una bella moglie e una bella figlia a Malta, non solo lacclamato direttore dorchestra e il grande interprete della musica inglese e americana del secolo scorso da Gershwin a Britten, dal jazz al musical ma anche un noto organista, titolare dellorgano della Bridgewater Hall di Manchester, e dottore honoris causa delluniversit di Bornemouth. Alla faccia dei problemi di integrazione per i quali tanto ci affliggiamo in Italia. Lorchestra Verdi si dimostrata, anche in questa occasione, di una duttilit e di una freschezza straordinarie, sia nellaffrontare partiture nuove prive di riferimenti nel repertorio tradizionale che nel seguire con facilit un direttore cos diverso dagli altri. Ma anche nello stabilire con lui un rapporto profondo e intenso che dura ormai da qualche anno e nel passare da un autore da unepoca, da una cultura, da un paese allaltro restituendo latmosfera e il mood che a ciascuno di essi compete. Musica per una settimana *mercoled 7 al Conservatorio (Societ dei Concerti) il pianista serbo Alexandar Madzar esegue tutte le sei Partite di Bach (BMW da 825 a 830) *gioved 8 e sabato 10 al Teatro Dal Verme lOrchestra dei Pomeriggi Musicali diretta da Daniel Agiman in un programma che prevede il Conzert Romanesc di Ligeti, Ein musikalischer spass K. 522 e il Concerto n. 4 per corno e orchestra K. 495 (cornista Stefan Dohr) di Mozart, la Sinfonia n. 102 di Haydn *gioved 8, venerd 9 e domenica 11, allAuditorium, lOrchestra Verdi diretta da Wayne Marshall esegue la Sinfonia n. 2 (The age of anxiety) di Leonard Bernstein e di George Gershwin la Rapsodia in blu (pianista Emanuele Arciuli) e Un americano a Parigi *sabato 10 alle ore 17 nella Sala VIII della Pinacoteca Di Brera, per la Societ del Quartetto il Quartetto Savino esegue i Quartetti in sol maggiore K. 387 di Mozart ed il n. 1 in la minore, opera 41 n. 1, di Beethoven *domenica 11 alla Scala prima della Donna senzombra (Die Frau ohne Schatten) di Richard Strauss diretta da Marc Albrecht per la regia di Claus Guth *luned 12 al Conservatorio (Serate Musicali) i Solisti di Mosca, diretti da Yuri Bashmet, nel Concerto in sol maggiore per viola e orchestra di Telemann, la Musica da camera per viola, cembalo e archi di Dnisov (del 1982) e il Quintetto in si minore per clarinetto e archi (nella versione per viola ed archi) opera 115 di Brahms *luned 12 a Casa Verdi in piazza Buonarroti la giornalista Floriana Chailly nel primo appuntamento del ciclo Parole in nota 2012 per la Societ del Quartetto *mercoled 14 al Conservatorio (Societ dei Concerti), la pianista Olga Kern esegue di Beethoven le 10 Variazioni sul duetto La stessa, la stessissima del Falstaff di Salieri e la Sonata in do maggiore opera 53 (la Waldstein); poi, di Liszt, le Rapsodie n. 2 e n. 10 e la Rapsodia Spagnola *mercoled 14 alla Scala prima replica della Donna senzombra
ARTE questa rubrica a cura di Virginia Colombo rubriche@arcipelagomilano.org Capolavori impossibili in alta definizione
Botticelli, Leonardo e Raffaello insieme a Milano, fianco a fianco in unesposizione dove possibile osservare i loro capolavori da vicino, vicinissimo, e (quasi) toccarli. Impossibile? Di impossibile c solo il nome delliniziativa, Visioni impossibili, un progetto visitabile fino all11 marzo presso il Museo della Scienza e della Tecnologia. Ospitata presso la Sala delle Colonne, questa rivoluzionaria mostra permette di vedere da vicino e in modo dettagliato, riproduzioni di alcuni tra i capolavori pi grandi di tutti i tempi: la Primavera, la Nascita di Venere e la Madonna del Magnificat di Botticelli, la Annunciazione, il Battesimo di Cristo e il Musico di Leonardo, lo Sposalizio della Vergine di Raffaello e il Ritratto di Eleonora da Toledo di Agnolo Bronzino. Una nuova modalit di vedere e studiare le opere darte sviluppata da Haltadefinizione, che attraverso la digitalizzazione e la ricomposizione di centinaia di singoli scatti fotografici in una unica immagine arriva a creare un nuovo formato, mai prima cos nitido e dettagliato, per la visione dei dipinti. Per la Primavera di Botticelli, ad esempio, sono stati riuniti insieme 1519 fotogrammi di altrettante porzioni del quadro, con una risoluzione totale di 28 miliardi di pixel, permettendo cosi di vedere dettagli con dimensioni fino a 15 millesimi di millimetro. Completano lintervento di clonazione la particolare tecnica di stampa a pigmenti su carte speciali e lintervento manuale di artigiani per lapplicazione delle dorature presenti nellopera originale. Si tratta di tecnologie esclusive, create da Haltadefinizione e collaudate dallIstituto Superiore per la Conservazione e il Restauro di Roma, i cui accorgimenti preservano lopera durante tutte le fasi della lavorazione. Procedimenti gi sperimentati e adottati da numerosi musei italiani, fra cui la Pinacoteca di Brera, la Pinacoteca Ambrosiana e gli Uffizi, e che stato utilizzato anche per studiare cicli e lavori pi complessi come il Cenacolo vinciano, gli affreschi di Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova e la Sacra Sindone di Torino. Una galleria di riproduzioni in cui il visitatore potr avvicinarsi alle immagini e vedere nel dettaglio, senza lincubo di allarmi, vetri o protezioni, capolavori senza tempo, a dimensioni reali, assaporandone ogni centimetro. Un percorso suggestivo e interattivo grazie ai supporti a disposizione del pubblico, che attraverso video HD e strumenti multimediali sveleranno ancor pi nel profondo segreti e dettagli altrimenti invisibili, delle opere esposte. I visitatori potranno cos viaggiare allinterno dellUltima Cena di Leonardo, proiettata in HD su maxischermo multitouch ed effettuare,
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www.arcipelagomilano.org grazie a dei tablet, una visita guidata del dipinto, zoomando e cercando dettagli e preziosismi. Postazioni touch screen permettono poi di addentrarsi nelle storie francescane affrescate da Giotto nella Basilica Superiore di Assisi e di vedere un video sul Musico di Leonardo nelle effettive dimensioni del quadro. Ma c ancora posto per le emozioni che lartista ha provato e ci ha voluto trasmettere con il suo lavoro, dopo uno studio cos viscerale dellopera darte? Per quello rimandiamo agli originali, insostituibili. Per il resto, questi straordinari strumenti tecnologici permettono di studiare, capire e fare grande divulgazione, perch no, delle tecniche e dei gesti pittorici che Leonardo, Raffaello e altri grandi hanno lasciato dietro di s.
Visioni impossibili. Botticelli, Leonardo e Raffaello - fino all11 marzo - Museo della Scienza e della Tecnologia - costi: la visita alla mostra incluso nel biglietto del museo. intero 10,00 euro. ridotto 7,00 euro - orari: da marted a venerd 9,30/17. Sabato e domenica 9,30/18,30
Visioni darte. Rassegna cinematografica - Museo Diocesano, sala dellArciconfraternita. Le proiezioni iniziano alle ore 16. L'ingresso libero sino a esaurimento posti. Non si accettano prenotazioni. I visitatori del Museo Diocesano muniti di biglietto e i soci dell'Associazione culturale Silvia Dell'Orso potranno accedere a posti a loro riservati.
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www.arcipelagomilano.org dipinti e disegni provenienti da alcuni dei maggiori musei americani - il Museum of Fine Arts di Houston, lInstitute of Arts di Minneapolis - ed europei - la National Gallery di Londra, la Gemldegalerie Alte Meister di Dresda, le Gallerie dellAccademia di Venezia, gli Uffizi di Firenze. La mostra aperta da due capolavori, la Crocifissione nel paesaggio di Giovanni Bellini e La prova del fuoco di Giorgione, che accompagnano un celebre dipinto giovanile di Tiziano, La sacra conversazione. Fu proprio Bellini il primo a inserire nei suoi dipinti sacri il paesaggio sullo sfondo, distinto per dal soggetto principale, e ben delimitato da drappi, cortine o invisibili valli spaziali. Seguendo il modificarsi della funzione del paesaggio, il percorso si sviluppa poi attraverso le sale, in cui le opere di Palma il Vecchio, Cima da Conegliano, Veronese e Jacopo da Bassano, arrivando alla chiusura con il Narciso di Tintoretto, sono accostate ad altri dipinti di Tiziano, interpreti di questa novit: L'Orfeo e Euridice, La Nascita di Adone, Tobiolo e l'angelo, Ladorazione dei pastori. Un paesaggio che ha avuto anche una sua declinazione letteraria, grazie a Jacopo Sannazzaro, che in quegli anni compose e pubblic lArcadia (la cui prima edizione del 1504 esposta in a Palazzo Reale), in cui la natura e la campagna sono descritte come luoghi ameni di delizia e gioia, popolate da pastori e contadini lieti. Italiani ma non solo. Importante dal punto di vista artistico fu anche larrivo a Venezia di artisti e opere del Nord Europa, con una diversa sensibilit per il paesaggio: una natura pi selvaggia e dura, a volte addirittura malinconica o iperdettagliata, come nel caso del disegno di Bregel dellAmbrosiana. E allora ecco concludere con lultimo Tiziano, in cui la materia e il mondo stesso sono fervore e movimento. Linvenzione del paesaggio, inaugurata da Giovanni Bellini e Giorgione e sviluppato in modo particolare da Tiziano pu dirsi completamente conclusa, lasciando alle generazioni a venire questa straordinaria e rivoluzionaria eredit. Tiziano e la nascita del paesaggio moderno - Palazzo Reale fino al 20 maggio - orari: 9.30-19.30; lun. 14.30-19.30; gio. e sab. 9.30-22.30 - costi: Intero 9,00. Ridotto 7,50
Gustav Klimt - Disegni intorno al fregio di Beethoven fino al 6 maggio, Spazio Oberdan Orari: Marted e gioved: dalle 10.00 alle 22.00. Mercoled, venerd, sabato, domenica: dalle 10.00 alle 19.30 - Luned chiuso Ingressi: intero 8,00 , ridotto 6,00 / 7,00
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www.arcipelagomilano.org dellartista vercellese Gerolamo Giovenone (1490 1555). Le due opere, unAssunzione della Vergine e una grande ancona raffigurante la Madonna con il Bambino e i santi Giacomo, Giuseppe, Marta e donatore, rappresentano due momenti diversi e successivi della carriera dellartista. Giovenone nasce e cresce in una vera e propria stirpe dartisti: il padre Amadeo era maestro di legname, cos come lo fu il fratello, mentre furono pittori il fratello minore del Giovenone, Giuseppe (allievo e poi collaboratore di Gaudenzio Ferrari), e i figli di Gerolamo stesso, Giuseppe il Giovane e Giovanni Paolo. La formazione di Giovenone avviene quindi in un contesto caratterizzato dalle esperienze familiari e locali, ed stata infatti ipotizzata una formazione presso Martino Spanzotti, documentato a Vercelli a fine Quattrocento, e il suo discepolo Defendente Ferrari, con il quale collabora in diverse occasioni nei primi decenni del Cinquecento. Presto per lo stile di Giovenone cambia, venendo condizionato dallincontro con Gaudenzio Ferrari, che aveva gi operato a Vercelli per la prima volta agli inizi del secolo. Linfluenza di Gaudenzio si avverte nelle opere di Gerolamo fin da subito, ma diventa particolarmente importante in quelle del decennio successivo, quando sono ripetutamente documentati i rapporti del maestro valsesiano con la famiglia Giovenone. A questa fase appartiene lAssunzione della Vergine, giunta a Brera nel 1903/1904 con il dono della collezione del mercante Casimiro Sipriot, e che si ipotizza dipinta per la cappella dellAssunta in San Marco a Vercelli. Nel 1525 infatti il testamento di Nicolino de Lancis ne disponeva la decorazione, destinando agli eredi duecento fiorini per la realizzazione di unancona entro sei anni. Ma un nuovo artista si inserisce sulle scene vercellesi negli anni trenta, dominata a tutto tondo dai Giovenone: Bernardino Lanino, giovane pittore allievo e collaboratore di Gaudenzio Ferrari che diviene presto il pi importante divulgatore della poetica gaudenziana. I rapporti di Lanino con la famiglia Giovenone sono documentati dal 1530, e diventano via via pi fitti fino ad arrivare al matrimonio, dieci anni dopo, tra la figlia di Gerolamo, Dorotea, e il Lanino. Inizia da questo momento un intenso rapporto di scambio tra suocero e genero, del quale esempio la Madonna con il Bambino e i santi Giacomo, Giuseppe, Marta e donatore (ca. 1543), entrata in Pinacoteca nel 1808 con le soppressioni napoleoniche degli ordini religiosi e gi in Santa Maria delle Grazie a Novara. Limpostazione ha infatti numerosi punti di contatto con la pala dipinta da questultimo per la cappella della Maddalena in San Francesco a Vercelli (1543, ora alla National Gallery di Londra). Il motivo del baldacchino, inoltre, si trova nella Madonna con il Bambino, santi e angeli, opera di Lanino per la chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Borgosesia. Nel paesaggio si riconosce invece il Sacro Monte di Varallo Sesia come si presentava allepoca, opera in cui gioc la parte del protagonista lo stesso Gaudenzio Ferrari. Un artista dal linguaggio sobrio e misurato, forse privo di grandi invenzioni ma che incontr grande favore da parte della committenza, come dimostra la fiorente bottega vercellese. Due opere provenienti dai depositi della Pinacoteca ed esposte per la prima volta al grande pubblico. Brera mai vista - fino al 18 marzo 2012 - Orari: 8.30 -19.15 da marted a domenica. chiuso luned - Biglietti: 6,00 intero, 3,00 ridotto
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www.arcipelagomilano.org Enzo Cucchi, in una profusione di teschi e immagini precarie sui suoi fondali desertici. La mostra di Palazzo Reale parte di un ciclo progressivo di sei mostre dedicato alla Transavanguardia. In concomitanza con la mostra milanese, sei importanti istituzioni italiane organizzeranno alcune giornate di approfondimento sulla Transavanguardia presiedute da uno dei cinque filosofi del comitato scientifico composto da Massimo Cacciari, Giacomo Marramao, Bruno Moroncini, Franco Rella, Gianni Vattimo, e contestualmente esporranno le opere della Transavanguardia presenti nelle loro collezioni. Alle giornate di studio prenderanno parte critici darte, curatori e direttori di musei. Di seguito il calendario delle giornate ancora a venire: Le mostre personali saranno ospitate in altrettante citt italiane tra le pi rappresentative della storia e dellidentit italiana, oppure legate alle vicende stesse della Transavanguardia. Le varie mostre saranno incentrate sulla recente produzione dei singoli protagonisti, partendo da un primo nucleo di opere storiche per poi seguire levolversi nel tempo e gli esiti ultimi delle loro ricerche artistiche. Marzo 2012, PALERMO - FRANCESCO CLEMENTE: Palermo, Palazzo Sant'Elia, a cura di Achille Bonito Oliva e Francesco Gallo e lorganizzazione di Civita. Transavanguardia Palazzo Reale, fino al 23 marzo 2012 Orari: luned 14.30 - 19.30, marted, mercoled, venerd e domenica 9.30 19.30, gioved e sabato 9.30 - 22.30 Biglietti: 9,00 intero, 7,50 ridotto
LIBRI questa rubrica a cura di Marilena Poletti Pasero rubriche@arcipelagomilano.org Tre atti e due tempi
Giorgio Faletti Einaudi, nov. 2011 pp.146, euro 12
GIORGIO FALETTI presenter il suo libro per Unione Lettori Italiani, mercoled 14 marzo, ore 18, presso Palazzo Sormani, via F. Sforza 7, Milano Jeffery Deever, celebrato autore di best seller come Il collezionista di ossa, di lui ebbe a dire Larger than life e cio uno come Faletti dalle mie parti si definisce una leggenda. In realt Faletti una personalit poliedrica, non inquadrabile in alcuno schema, in quanto raccoglie in s molteplici personalit. Da talento raro quale egli , si espresso al meglio come cabarettista, compositore, paroliere, attore, pilota, e infine scrittore, e non si fa fatica a capire perch il mondo letterario paludato lo abbia accolto con un certo sussiego. Prima di parlare del suo ultimo libro sul mondo corrotto del calcio, di sorprendente attualit, utile ripercorrere la sua vita, ricca di curiosit e scelte anticonformiste, che possono illuminare poi le sue inclinazioni letterarie e fare comprendere meglio alcune sue ambientazioni. Faletti, nativo di Asti ma pendolare tra l'Isola d'Elba e New York, capisce subito che non vorr sfruttare la laurea in giurisprudenza, e dando spazio alla sua vena ironica, negli anni '70 incomincia a lavorare nel tempio della comicit milanese, il Derby, accanto ad Abbatantuono, Teocoli, Paolo Rossi, Boldi. Appare in TV negli anni '80 con Raffaella Carr, diventa poi un personaggio di Drive in, il programma televisivo di Antonio Ricci, partecipa a Fantastico con Baudo. Paroliere per Mina, Milva, Fiordaliso, Branduardi, Cinquetti, dall'88 al 2000 pubblica sei album musicali, con canzoni che presenta anche al Festival di Sanremo, mancando nel '94 per un soffio il traguardo con la straziante Signor Tenente, ispirata alle tragiche cronache di quegli anni. Appassionato di corse automobilistiche, scrive per Autosprint, e come pilota riesce a piazzarsi al 15 posto assoluto al Rally di Sanremo del '92, e al 54 posto al Rally di Montecarlo nel 1998. Non poteva poi mancare il cinema con Geppo il folle di Celentano nel '78, La notte prima degli esami di Brizzi nel 2006, Baaria di Tornatore nel 2009, partecipando come attore non protagonista a undici film. La sua vena narrativa esplode nel 2002, quando pubblica con Baldini e Castoldi il suo editore abituale, Io uccido, ed subito 4 milioni di copie nel mondo. Il libro ambientato a Montecarlo, e anche lo sfondo internazionale a lui noto, gioca un ruolo importante. Un thriller mozzafiato, senza soste, pur nella ripetizione ossessiva del modulo e nell'ampiezza forse un po' gravosa delle pagine. Non stupisce se, nella frenesia del vivere, Faletti nello stesso 2002 viene colpito da un ictus, per fortuna senza conseguenze, grazie anche alla prontezza di riflessi della sua splendida moglie architetto. Segue a due anni di distanza Niente di vero tranne gli occhi, che conferma Faletti come autore di thriller, un genere praticato da molti, ma da pochi con successo. Pubblicher in seguito altri tre titoli, ambientati tra New York, Roma, Arizona, Milano. E arriviamo a questo ultimo libro, annunciato al Festivaletteratura di Mantova nel 2011, Tre atti e due tempi, edito da Einaudi, molto diverso dagli altri per tema e stile. Non un thriller, ma una storia toccante di grande spessore psicologico, un testo a volte intimista, per le riflessioni del protagonista Silver, l'antieroe, un pugile fallito, un pregiudicato, che trova il proprio riscatto non solo nel suo lavoro di magazziniere per una squadra di calcio emergente, ma anche nel successo del figlio calciatore, il Grinta, osannato campione di provincia. Ma proprio cos, o succede qualcosa che incrina quello che sembrava finalmente una buona sorte? I colpi di scena si susseguono a incastro, suscitando lo stupore e la curiosit del lettore. Ma perch questo successo travolgente di Faletti la domanda che serpeggia ovunque. In realt nessuno veramente in grado di rispondere, perch noto che il successo maligno e persegue strade sconosciute tutte sue. Di certo i sei romanzi di Faletti, oltre alle sei raccolte di Racconti, hanno uno stile veloce, ricco di dialoghi scintillanti, con frasi brevi, uno stile Usa stato detto, dove la trama gioca un ruolo decisivo, pieno di trovate e di ironia non disgiunta, specie in questo ultimo romanzo, da una vena di malinconia. L'introspezione psicologica scava i personaggi nel cuore del lettore, facendo scattare un proces-
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TEATRO questa rubrica a cura di Emanuele Aldrovandi rubriche@arcipelagomilano.org Abbastanza sbronzo da dire ti amo?
di Caryl Churchill
Prodotto
di Mark Ravenhill traduzioni di Giorgio Amitrano - regia di Carlo Cecchi - con Carlo Cecchi, Tommaso Ragno e Barbara Ronchi
Carlo Cecchi porta allElfo due grandi autori inglesi poco rappresentati in Italia (soprattutto Caryl Churchill) creando uno spettacolo formato da due atti unici che hanno allo stesso tempo molto e poco in comune fra loro. Abbastanza sbronzo da dire ti amo? la storia damore omosessuale fra a country, gli Stati Uniti dAmerica, e a man, un uomo europeo. Leuropeo decide di abbandonare la famiglia per seguire lamante e condividere con lui le guerre fintamente umanitarie, gli interventi militari segreti, le prevaricazioni, le torture a Guantanamo e una serie di altre iniziative dei recenti governi americani. Prodotto il monologo di un regista che cerca di convincere unattrice (in silenzio per tutto lo spettacolo) a partecipare al suo film: la balzana storia fra una donna americana a cui morto il marito nelle Torri Gemelle e un arabo-terrorista. Il primo, attraverso due uomini, critica aspramente limperialismo americano. Mentre il secondo affronta la tematica dell11 settembre e del terrorismo islamico per ironizzare sul cinema hollywoodiano. Si tratta di due intenti diversi perseguiti con stili di scrittura differenti: pi sospeso e allusivo quello della Churchill, con la maggior parte delle frasi troncate a met; pi realistico e graffiante quello di Ravenhill. Entrambi i testi, nella loro diversit, sono per molto belli e brillano nella messa in scena di Cecchi che cerca anche di impastarli in un linguaggio scenico comune. Alla prima allElfo Puccini, quella vista da chi scrive, Tommaso Ragno, dopo aver recitato con Carlo Cecchi nel primo atto unico, lha sostituito nel secondo, dove il regista/attore avrebbe dovuto recitare con Barbara Ronchi. Purtroppo non sappiamo come sarebbe stata linterpretazione di Cecchi, ma la sua impossibilit a recitare ha offerto al pubblico la possibilit di apprezzare un Tommaso Ragno esilarante. Bravissimo nel muoversi allinterno delle battute, con cambi fulminei, pause e forse un po dimprovvisazione ben mascherata. Seduto per tutto lo spettacolo, con gli occhiali da sole, aiutato solo dalle infinite sigarette che si accendeva di continuo, una gran interpretazione per un ruolo che non doveva neanche essere suo. Teatro Elfo Puccini dal 28 febbraio all11 marzo In scena Al Teatro Elfo Puccini dal 6 al 18 marzo La resistibile ascesa di Arturo Ui di Bertold Brecht, regia di Claudio Longhi, con Umberto Orsini. Al Piccolo Teatro Studio fino al 20 marzo Blackbird di David Harrower, con Massimo Popolizio. Al Piccolo Teatro Strehler fino al 5 aprile Santa Giovanna dei macelli di Bertold Brecht, regia di Luca Ronconi. Al Teatro Carcano fino all11 marzo Larte del dubbio di Stefano Massini, regia di Sergio Fantoni, con Ottavia Piccolo. Al Tieffe Teatro Menotti dall8 al 18 marzo Larte della commedia di Eduardo De Filippo, regia di Michele Sinisi.
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www.arcipelagomilano.org nascoste le frustrazioni di uneterna sottomissione alla volont maschile. Questa frivola scoperta della medicina viene utilizzata brillantemente da Tanya Wexler per creare situazioni comiche che grazie a un tocco raffinato le permettono di non scadere mai nella volgarit. Considerato largomento, una piccola rivoluzione femminile. Marco Santarpia In sala a Milano: Apollo, Ducale, Eliseo, UCI Cinemas Bicocca
Marilyn a Cannes
Voglio dire che se sono una Diva lo devo al pubblico. Ma lo devo solo al pubblico e non a una casa cinematografica, o a chiunque altro [Marilyn Monroe DVD, libretti interni dei due cofanetti DVD, 20th Century Fox Italia, 2002], disse Marilyn tempo fa descrivendo la sua vita. A differenza del dire comune, infatti, lattore viene glorificato a divo grazie alla sua capacit di esaltare le masse; Franois Truffaut, in un suo articolo, descrisse come agli inizi degli anni 50, il padrone della Twentieth Century Fox, Darryl Zanuck, offriva le parti migliori a Bella Darvi di cui era innamorato, ma i film che ne venivano fuori erano tutti dei fiaschi; nella stessa compagnia si trovava una stock girl a cui venivano affidati solo ruoli secondari, ma ogni sua apparizione sollevava lentusiasmo del pubblico sin nel cuore dellAmerica. Fu cos che, malgrado la Fox, ma grazie al pubblico, Miss Monroe divent Marilyn [Il piacere degli occhi, Franois Truffaut, Marsilio, 1988, p.143]. Hollywood ha regalato uninfinit di attrici che sono state protagoniste della storia del cinema: Ingrid Bergman, Grace Kelly, Greta Garbo, Bette Davis, Elizabeth Taylor, e lelenco potrebbe continuare lungo. Soltanto una per ha manipolato limmaginario collettivo con la prepotenza di Norma Jeane Baker, in arte Marilyn Monroe o - pi sensualmente - Marilyn. La vita di Marilyn apparsa in molte biografie, narrata e chiacchierata sui giornali scandalistici, tortuosa e avvolta di mistero fino allultimo giorno, quel 5 agosto del 1962, trovata morta distesa sul letto, nuda. Omicidio? Suicidio? Ancora se ne parla. Noi, a cinquanta anni dalla sua morte, preferiamo rimanere incantati davanti al mistero della sua sensualit piuttosto che sproloquiare. Abbagliati dallironia che ha in A qualcuno piace caldo [Billy Wilder, 1959], confusi dalla gonnellina che si alza scoprendole le gambe in Quando la moglie in vacanza [Billy Wilder, 1955]. Il suo corpo cinematografico diventa un mito popolare, unicona. Se ne accorse Andy Warhol che disegn una cornice intorno al viso di Marilyn in una fotografia pubblicitaria per il film Niagara, trasform la fotografia in un telaio serigrafico e il viso di Marilyn divenne cos una maschera riproducibile allinfinito [Andy Warhol, Arthur C. Danto, Einaudi, 2010, p.42]. Il Festival di Cannes in programma questanno [16-27 maggio] celebra la diva ritraendola nella locandina in un momento di intimit: una festa di compleanno. Marilyn a cinquanta anni dalla sua scomparsa soffia sulle candeline di Cannes che, nel 2012, compie 65 anni. Noi, amanti del cinema, continuiamo a sognare le sue forme, ci appassioniamo rivedendo le sue interpretazioni come fosse sempre la prima volta e, nel mentre, lievitiamo il suo divismo portandone avanti il mito. Paolo Schipani
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