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Considerazioni e chiarimenti sullo spiaggiamento dei 7 Capodogli del Dicembre 2009.

Tutte le considerazioni, la cronologia degli eventi, il risultato dei referti necroscopici e delle indagini post-mortem, lelenco di chi intervenuto, le conclusioni sulle cause dello spiaggiamento di massa di 7 esemplari di Capodoglio (Physeter macrocephalus) sul litorale compreso tra Cagnano Varano e Ischitella (FG) tra il 10 ed il 15 Dicembre 2009 sono state rese pubbliche nel Settembre 2010, in una relazione finale presentata al Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio e del Mare ad opera del responsabile Prof. Sandro Mazzariol del Dipartimento di Sanit Pubblica, Patologia Comparata e Igiene Veterinaria dellUniversit degli Studi di Padova:
http://www.minambiente.it/home_it/showitem.htmllang=&item=/documenti/notizie/notizia_0208.html

e in uno studio multidisciplinare pubblicato sulla rivista scientifica PlosOne dal titolo: Sometimes Sperm Whales -Physeter macrocephalus- Cannot Find Their Way Back to the High Seas: A Multidisciplinary Study on a Mass Stranding: http://www.plosone.org/article/info:doi/10.1371/journal.pone.0019417 . Questi importanti documenti evidenziano come lo spiaggiamento dei 7 Capodogli sia attribuibile ad una condizione multifattoriale, come spesso viene suggerito nei lavori scientifici che riportano eventi come questo, che ne ha determinato l'impossibilit ad orientarsi: fattori ecologici (profondit), biologici (inesperienza del gruppo), sociali (aggregazione), alterazione del sensorio e immunocompromissione di origine chimica. Lo spiaggiamento di massa dei 7 Capodogli rappresenta un evento abbastanza inusuale nel Mar Mediterraneo e per le coste italiane, per quanto sia gi stato descritto in passato almeno 7 volte. I 7 animali erano giovani maschi con unet intorno ai 15/25 anni che, potenzialmente, avevano appena lasciato i gruppi materni e quindi probabilmente inesperti. Senza dubbio, il gruppo si configura nellentit sociale di una bachelor school, probabilmente aggregatosi di recente, come suggeriscono i matching fotografici con i database mediterranei dato che alcuni soggetti provenivano dal Mar Ligure quindi in migrazione stagionale tra i due bacini attraverso lo stretto di Messina o (meno probabile) il Canale di Sicilia (entrambe rotte migratorie per questa specie nel bacino Mediterraneo). Tale osservazione viene supportata dai dati sugli isotopi stabili che indicano un cambio di dieta 2-3 mesi prima dello spiaggiamento, questi animali si trovavano molto probabilmente nel Mar Ionio nel periodo antecedente allo spiaggiamento. E plausibile supporre che il gruppo abbia impiegato almeno 7 giorni (nella condizioni teoriche in cui avessero nuotato ininterrottamente alla massima velocit conosciuta e con precisa direzione verso il promontorio garganico) per arrivare davanti alle coste garganiche, tempi che coincidono con la mancata alimentazione dimostrata dallanalisi dei contenuti gastrici. In particolare si devono considerare eventuali alterazioni con aumento della temperatura dellacqua nei mesi di Novembre e Dicembre lungo la Fossa Ellenica e la parte orientale del Mar Adriatico, un fronte termico favorevole allo spostamento o allo sviluppo di una popolazione di prede, condizione per cui i Capodogli probabilmente si siano spinti verso questa rotta che invece si rilevata fatale perch priva di prede (in particolare i Capodogli si nutrono prevalentemente di cefalopodi). Quando questi animali si trovano in mari poco profondi forse non riescono pi ad utilizzare in maniera adeguata il proprio sistema di orientamento. Utilizzando metodi di fotoidentificazione, tre dei sette individui sono stati associati a precedenti osservazioni (Cla, Pomo, Zak Whitehead). Cla (indicato come il n6) un maschio fotoidentificato per la prima volta nel 2002 nel Mar Ligure occidentale, dove stato nuovamente avvistato pi di cinque volte tra il 2003, 2005 e 2007. E 'stato sempre osservato come un individuo solitario, o tra altri maschi. Pomo (indicato come il n 2) un maschio fotoidentificato per la prima volta nel 2003 nel Mar Ligure occidentale in un gruppo di altri maschi. Zak Whitehead (indicato come il n 5) era un maschio per la prima volta fotoidentificato nel 2000 nel Mar Ionio sud orientale, nella cosiddetta

"Fossa Ellenica", e qui riavvistato sette volte tra 2002 e il 2005. E 'stato sempre osservato come membro della stessa unit sociale (sensu Whitehead 2003; gruppo di femmine adulte, esemplari immaturi e, occasionalmente, cuccioli con una composizione pi o meno stabile). I rilievi patologici sono stati effettuati, per forza di cose, su soli 3 soggetti e quindi danno un quadro incompleto della situazione. Subito preme precisare che lavvistamento in mare di Cetacei una pratica moto difficile che dovrebbe essere supportata da anni di esperienza, quindi liniziale avvistamento di 10 esemplari sarebbe da smentire. Si pu facilmente intuire infatti come in mare aperto un gruppo di pi esemplari che nuotano, difficilmente pu essere identificato e contato con precisione sia per le condizioni del mare (il periodo dello spiaggiamento era caratterizzato da avverse condizioni atmosferiche e da mare agitato) sia per il comportamento stesso dei Cetacei, che a intervalli variabili si trovano in immersione o emergono per respirare (una delle principali caratteristiche dei Capodogli proprio quella di avere tempi di immersione e raggiungimento di profondit tra le pi elevate della specie nonostante il caso in cui una sofferenza respiratoria, che costringe il Cetaceo ad assumere il tipico atteggiamento di emersione o il galleggiamento di animali morti, aiuterebbe la loro visibilit) infine sia per la vita strettamente gregaria dei Cetacei e per le condizioni di salute rilevate sugli esemplari spiaggiati, quindi eventuali altri esemplari sarebbero andati incontro alla stessa infausta fine. Quando qualcuno disse che altri 2 Capodogli ripresero il largo o si erano spiaggiati a Vieste, probabilmente era stato spettatore dello spiaggiamento dei primi esemplari gi morti mentre vedeva il resto del gruppo proseguire. Gli altri esemplari si sono spiaggiati pi distanti, il litorale che ha coinvolto lo spiaggiamento di massa infatti lungo 3,8 km. E quindi facile immaginare che per una sola motovedetta della classe 800 della Guardia Costiera (allertata dal Ministero per loccasione) fosse impossibile pattugliare con precisione e monitorare la situazione, ancor pi per unimbarcazione da diporto o per una persona dalla battigia, sia per il lungo tratto di costa da osservare sia soprattutto per le condizioni meteorologiche e marittime particolarmente avverse. Per queste ragioni per di pi va evidenziato che sarebbe stato impossibile un salvataggio degli esemplari spiaggiati vivi, la cui salute era gi fortemente compromessa. Il tentativo di salvataggio avrebbe solo maggiormente aggravato le condizioni dei Cetacei i quali avrebbero potuto riportare gravi danni alla colonna vertebrale per le manovre inadeguate da effettuare, vista la mole degli animali (oltre al fatto che mezzi adeguati non sono ancora a disposizione degli operatori in Italia), o li avrebbe esposti a condizioni di forte stress che avrebbero aggravato irreversibilmente il quadro di salute precaria gi compromesso e quindi, una volta riportati a largo, sarebbero andati incontro a morte certa! Lunica soluzione sarebbe stata la pratica di eutanasia che purtroppo in quella sede per responsabilit da attribuire, per segnalazioni ministeriali, per mancanza di protocolli adeguati e disponibilit di sospensioni farmaceutiche adatte non stata possibile effettuare. Andando avanti in questi due importantissimi studi si evince che []pur non avendo messo in luce alcuna evidenza diretta tra le prospezioni geologiche autorizzate nell'Adriatico meridionale dal 15 Ottobre 2009 e lo spiaggiamento dei 7 Capodogli che ci ha visti coinvolti nelle indagini postmortem, non possiamo escludere un'eventuale influenza indiretta. Per quanto le condizioni di salute di questi animali fossero precarie, non ancora chiaro perch questi soggetti, una volta entrati nel bacino Adriatico, non siano tornati immediatamente verso il mare aperto, proseguendo verso nord e trovando qui una sacca a fondo cieco, una trappola. Attivit antropiche di ricerca di idrocarburi, segnalate in via non ufficiale su entrambe le coste, potrebbero aver contribuito a spaventare ed allontanare questi animali [] queste le parole del Prof. Mazzariol responsabile dellequipe ministeriale specializzata (C.E.R.T. Cetacean stranding Emergency Response Team):
http://www.minambiente.it/home_it/showitem.html?item=/documenti/notizie/notizia_0463.html&lang=it

Linfluenza indiretta significa che eventuali attivit antropogeniche (uninchiesta del giornalista Gianni Lannes evidenzia come nel periodo tra il 25 Novembre e il 13 Dicembre 2009 era in piena

attivit la nave olandese Pelagia autorizzata dal Governo Berlusconi ad attivit di prospezioni geosismiche per la ricerca di idrocarburi e nello stesso periodo erano presenti esercitazioni militari permanenti) hanno solamente influenzato il comportamento dei Cetacei ma non possono essere considerate la causa diretta della loro morte. Altri fattori naturali da tenere in considerazione sono i terremoti, come evento causale di una fuga e non come scatenante una condizione embolica (riportato il 26 Novembre 2009 -magnitudo 5,1 scala Richter- nella Fossa Ellenica). Una rapida risalita infatti avrebbe rilevato alla necroscopia la presenza della cosiddetta gas and fat embolic syndrome, non presente negli esemplari esaminati, una tipica sindrome embolica per mancata decompressione descritta in un importante studio dellequipe del Prof. Fernandz, Medico Veterinario esperto di Cetacei dellUniversidad de Las Palmas de Gran Canaria (oltre che in altri episodi in Grecia e Bahamas sullinterferenza delluso dei sonar militari a media frequenza sui Cetacei) in associazione allo spiaggiamento di massa di Cetacei della famiglia Ziphiidae che venne messo in correlazione diretta con l'impiego dei sonar della Nato, arrivando anche a formulare una direttiva nazionale che potesse evitare altri episodi. Va quindi evidenziato come tali attivit avrebbero solamente dirottato i Capodogli verso un habitat non consono alla loro biologia costringendoli a rimanere a digiuno per giorni. Infatti, per maggiore precisione, i risultati ottenuti dalle indagini sugli emboli gassosi possono essere definiti, secondo lesperienza del gruppo dellUniversidad de Las Palmas, coordinato dal Prof. Fernandez, come un embolismo gassoso associato a pneumoediastino, pneumotorace e pneumopericardio, causati da un lungo periodo di decubito sulla spiaggia in vita (Fernandez et al., 2009; Bernaldo et al., 2009). D'altra parte, bolle di gas sono state trovate principalmente nelle vene coronariche e non ampiamente distribuiti in tutto il resto del corpo, come descritto nella gas and fat embolic syndrome dovuta a mancata decompressione per rapida risalita. Le caratteristiche di questo embolismo sono correlate alla massa di questi animali che passano molto tempo sulla spiaggia schiacciati dal loro stesso peso (nella vita in acqua non lo percepiscono): la posizione di decubito laterale, infatti, senza unadeguata capacit di movimento della cassa toracica, porta progressivamente ad una respirazione forzata, con ampi movimenti di inspirazione ed espirazione e di sovra-distensione dei polmoni che sono compressi e congesti. Questo processo porta ad un ingresso di gas nellatrio e nel ventricolo sinistro attraverso le vene polmonari. Questo, combinato ad una ridotta efficienza ventilatoria polmonare, porta ad una progressiva generale ipossia e ad unipertensione polmonare con conseguente insufficienza cardio-respiratoria che porta a morte. Inoltre una seconda opzione suggerisce che il lungo e inaspettato viaggio di questi Cetacei, abituati a immersioni profonde, in acque poco profonde potrebbe consentire ai tessuti di rilasciare gas libero, situazione aggravata dallo spiaggiamento. I polmoni congesti impediscono la clearance polmonare (la depurazione da parte dei polmoni di bolle di gas) insieme al gas rilasciato favorito da un ambiente a bassa pressione (di superficie). Infine, entrambi i processi possono avvenire contemporaneamente e sinergicamente si influenzano a vicenda. Da segnalare che era presente anche gas di putrefazione (idrogeno e metano), indicando una sovrapposizione dei processi con una maggior evidenza di tale condizione. Ad ogni modo va sottolineato come la mancanza di dati precisi e ufficiali su attivit antropogeniche possa impedire una reale individuazione della causalit degli eventi, specie quando le analisi, per problemi legati ai fenomeni putrefattivi, sono state condotte in maniera approfondita solo sugli esemplari deceduti da meno tempo e quando esercitazioni militari o prospezioni geosismiche sono dirette senza nessun controllo fattivo da parte di organi competenti quindi facilmente occultabili. Le compagnie petrolifere come le forze armate, durante queste operazioni, sono tenute a rispettare alcune norme comportamentali per mitigare eventuali impatti (come sottoscritto negli loro stessi studi di impatto ambientale). Ad oggi non dato sapere se tali precauzioni, oltretutto criticate a livello nazionale come poco cautelative, siano effettivamente rispettate durante le operazioni e quindi sarebbe necessario un reale controllo affinch tali precauzioni vengano messe in atto. Senza riferire le conseguenze di un eventuale estrazione petrolifera che, attraverso i mezzi e le procedure

caratteristiche di questa pratica, contamina inevitabilmente e irreversibilmente il mare con conseguenze gravissime su flora e fauna. Si ricorda inoltre che, in un recente articolo pubblicato da Plos One (Hearing Loss in Stranded Odontocete Dolphins and Whales Mann et al. ), stato segnalato che almeno la met dei Cetacei spiaggiati mostra un'alterazione delle funzioni uditive, possibilmente dovuta all'inquinamento acustico marino, a cui sicuramente gli airguns contribuirebbero in maniera puntuale. In letteratura, su prove eseguite nel Golfo del Messico, si riscontrano alterazioni evidenti del comportamento alimentare, anche se non sembrano modificare profili di immersione e direzione (Jochens et al., 2008, Miller et al, 2009). Difatti per questi animali, perdere le funzioni uditive, significa alterare non solo la capacit di percepire i suoni ma anche di "vedere" mediante i loro sofisticati sistemi di ecolocalizzazione, e quindi di cacciare, riprodursi ed evitare eventuali pericoli, come le navi (si segnala come il 16% delle Balenottere comuni - Balaenoptera physalus- muoiano nel Tirreno per incidenti con traghetti). (-Gas and Fat Embolic Syndrome- Involving a Mass Stranding of Beaked Whales (Family Ziphiidae) Exposed to Anthropogenicn Sonar Signals Fernandez et al.; Six-year compilation of cetacean sighting data collected during commercial seismic survey mitigation observations throughout the Gulf of Mexico USA Barkaszi et al.; Potential impact of offshore human activities on gray whales ( Eschrichtius robustus ) Moore et al.; Valutazione di impatto ambientale sulle prospezioni geosismiche sottomarine Lanfredi et al.; Using at sea experiments to study the effects of airguns on the foraging behavior of spermwhales in the Gulf of Mexico Miller et al.; Male sperm whale behavior during exposures to distant seismic survey pulses Madsen et al.). Pertanto si presume che questi animali abbiano avuto lo stesso problema gi riportano in altri cinque gruppi di Capodoglio spiaggiati lungo la costa del Mar Adriatico in passato. Si pu quindi concludere che il sud-est della costa adriatica rappresenterebbe una trappola potenzialmente pericolosa per i Capodogli. Proseguendo nellanalisi dei fattori che hanno portato allo spiaggiamento i Capodogli si mette in evidenza la presenza di un quadro di immunocompromissione, evidente nel sistema linfatico, che ha potenzialmente esposto gli animali a quadri infiammatori secondari, come broncopolmoniti e dermatiti, mentre i rilievi tossicologici e le prove biologiche indicano unalterazione delle funzioni nervose ad eziologia esogena che, per quanto minime, possono aver alterato il senso di orientamento e della percezione. Il digiuno forzato ha fatto in modo che ci fosse una movimentazione delle riserve lipidiche e, potenzialmente, delle eventuali sostanze inquinanti lipofiliche presenti nei tessuti adiposi; questa situazione ha ovviamente aggravato le condizioni generali di salute dei soggetti. In parole povere i Capodogli hanno usufruito delle proprie riserve di grasso per sopperire al mancato nutrimento, nelle quali erano accumulate sostanze tossiche che tornate in circolo hanno potenzialmente compromesso maggiormente il quadro di salute degli animali. Dalle indagini tossicologiche e dalle prove biologiche sono state messe in evidenza i ruoli causali di alcune sostanze esogene. Una prima indagine ha rilevato livelli elevati di mercurio nel fegato di 2 soggetti, il quale noto provocare effetto depletivo a carico degli organi del sistema reticolo-endoteliale con conseguente deficit immunologico, effetti neurotossici che determinano alterazioni sia nelle funzioni sensoriali che in quelle motorie quindi alterazioni dellorientamento e del comportamento anche se in questo caso non ha un ruolo rilevante perch rientrano negli intervalli di riferimento per i Cetacei del Mar Mediterraneo. Altri inquinanti sono gli organoclorurati (il DDT al bando da decenni e i PCB trovati a livelli superiori rispetto ad analisi di altri spiaggiamenti) e gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA). L'interazione sinergica tra questi due tipi di contaminanti (mercurio e organoclorurati) in circolazione favorisce un possibile aumento dei loro effetti neurotossici. Pertanto gli inquinanti ambientali rilevati a livello tissutale insieme al digiuno prolungato sono da considerarsi la causa pi probabile del quadro di immunocmpromissione che ha causato la morte degli animali.

Queste condizioni, essendo i Cetacei un Ordine di mammiferi bioindicatori della salute dellecosistema, mostrano un grave quadro dellhabitat Adriatico e del bacino Mediterraneo in generale. I contenuti stomacali dei Capodogli accentuano ancor di pi questa condizione e confermano i risultati di uno studio croato del 2000, che descrive la presenza di 2,3 rifiuti per ettaro di fondale ponendo lAdriatico come il mare pi inquinato dEuropa e al terzo posto in una classifica mondiale (solo nel nord Adriatico la popolazione passa da 4 a 22 milioni durante la stagione estiva). Quando poi durante la necroscopia ci si imbatte in attrezzi da pesca, ganci, funi, buste e vari oggetti di plastica nei contenuti gastrici, si manifesta, con grande senso di colpa e rammarico, la forte influenza che luomo, con le sue attivit e con i suoi comportamenti ecoincompatibili, ha sullecosistema marino sempre pi impoverito a causa di questo tipo di inquinamento e di altri contaminanti ambientali e comportamenti (es. sovrasfruttamento delle risorse ittiche, riscaldamento del Pianeta, attivit di estrazione petrolifera etc. etc.). Una situazione molto delicata e spesso irreversibile che si riflette sulla nostra stessa salute e vita e alla quale non si presta la dovuta e necessaria attenzione.

Guido Pietroluongo E-mail:docdolittle@hotmail.it guido.pietroluongo@gmail.com pec: guido.pietroluongo@postacertificata.gov.it mob.: +39 320.4753594 skype: guidolittle

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