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• EDITORIALE 3
Laicità è Libertà
Gustavo Raffi
La protomassoneria fiorentina
15
Vittorio Vanni
Percorsi cabalisti e cristiani a Qumran 39
Giuseppe Abramo
Dalla Magia alla tradizione ermetica alla Scienza 65
Giulio Cesare Maggi
L'origine dell'uomo, la sua centralità, la sua immagine 73
Pietro F. Bayeli
La Lire Maçonne. Alcune considerazioni su Musica e Massoneria nel XVIII secolo
[seconda parte] 79
Daniele Tonini
• SEGNALAZIONI EDITORIALI 99
• RECENSIONI 109
HIRAM, 2/2006
Direttore: Gustavo Raffi
Direttore Scientifico: Antonio Panaino
Condirettori: Antonio Panaino, Vinicio Serino
Vicedirettore: Francesco Licchiello
Direttore Responsabile: Giovanni Lani
Comitato Direttivo: Gustavo Raffi, Antonio Panaino, Morris Ghezzi, Giuseppe Schiavone, Vinicio Serino, Claudio Bon-
vecchio, Gianfranco De Santis
Comitato Scientifico:
Presidente: Orazio Catarsini (Univ. di Messina)
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nio Boccardo (Univ. Pop. di Torino) - Eugenio Bonvicini (Saggista) - Giuseppe Cacopardi (Saggista) - Giovanni Carli Ballola (Univ.
di Lecce) - Paolo Chiozzi (Univ. di Firenze) - Augusto Comba (Saggista) - Franco Cuomo (Giornalista) - Massimo Curini (Univ. di
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franco Morrone (Univ. di Bologna) - Moreno Neri (Saggista) - Maurizio Nicosia (Accademia di Belle Arti, Urbino) - Marco Novari-
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In this annual speech, delivered in the framework of the Grand Lodge 2006 (Rimini),
the Grand Master Gustavo Raffi has dealt with the subject of the Masonic concep -
tion of the Laical identity, to be considered as a common intercultural space, based
on the sharing of some fundamental rules and principles, and not like a sort of “no
man’s land” located between two antagonist armies. In this perspective, the Laical
space must also be considered at the service of all the Churches and religious com -
munities, because it does not work against them. On the first hand, the Laical p r i n-
cipia actually protect the neutral position of the State from any fundamentalism
and from the pretension that one or another theological assumption may legitimate
the oppression of other parts of the society. But, on the second hand, these same
principia protect also the Churches from the State. Thus, this image of the Laical
tolerance has nothing to do with any revival of the ideology of the “Ethical State”,
and does not suggest any exclusion of the Religions from the cultural and moral
role they can play in the modern society. But, in an open and multi-cultural com -
munity, it is difficult to accept the idea that a modern State can subordinate its laws
and social rules to absolute patterns strictly determined from a particular theolo-
gical orientation assumed in one or another Church, and which do not represent the
general point of view of many citizens and for instance other minorities. For these
reasons, the Grand Master has underlined the peculiar situation of Italy, where in
particular in the field of bioethics, our Society has been compelled to accept “reli -
gious laws”, which have been imposed to everybody.
Another important item has been that of the relevant role to be attributed to the
educative function of the Public (in the sense of “belonging to the State” and not
private) School in Italy, in the framework of the progressive construction of a mul -
ti-ethnic society. In fact, the School is, non doubt, the place where the common
ideals of a free and laical society can be appreciated and transmitted, while, on the
contrary, the Religious (private) schools can support the formation of antagonist
communities, making the intercultural dialogue more difficult.
The Laical ideals of Freemasonry are at the service of the social peace and mutual
recognition, against any form of illiberality and intolerance. In this sense, the
Grand Orient of Italy underlines its historical function as an association strongly
rooted in the contemporary world and not as a kind of old-fashion club; we do not
possess the final Truth, but with an open-minded attitude are looking for it through
a continuous process of mutual correction and continuous improvement. Our
Masonic community is, in fact, not extraneous to the real problems and sufferance
of the contemporary history, but, contrariwise, it tries to offer its intellectual and
spiritual contribution to the edification of a more peaceful society without any poli-
tical interference and, of course, in the limits of the old Landmarks.
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EDITORIALE
Il progetto massonico non ha, pertanto, vel- to non smetteremo mai di ribadire che la
leità cospirative o ambigue, né agisce nel- Massoneria non è né una religione né una
l’ombra per scopi incomprensi- setta che possieda una sapienza teologica
bili. Esso mira esplicitamente, propria da imporre agli altri –, ma sa
lo ripeto, a formare ed educare anche che la Massoneria, grazie
un cittadino maturo, capace di al suo “saper di non sapere”,
a ffrontare le sfide poste dalla o ffre uno spazio di dialogo
complessità sociale in que- per avvicinarsi, senza para-
st’epoca di angosce e conflit- occhi e steccati irremovibili
ti, che sempre più emergono o dogmatici, alla verità.
nella postmodernità, metten- Il primo segreto massoni-
do spesso in crisi la sicurezza co si rivela, allora, nella
e l’equilibrio del mondo. capacità di ascoltare, la virtù
Quali sono, allora, questi fondamentale che è richiesta
particolari valori su cui i all’apprendista libero mura-
Massoni si ritrovano, pur così tore che, arrivato dalla vita
diversi tra loro per lingua, profana carico di tutte le sue
cultura, religione, opinioni conoscenze, è invece obbli-
politiche e filosofiche? Qual gato al silenzio, affinché
è il mistero che tiene insieme, apprenda ad ascoltare gli altri
in una secolare catena d’unione, così tanti e, quindi, solo successivamente a dialogare
fratelli, che, altrimenti, mai si sarebbero con essi. Infatti, in loggia, non si deve con-
incontrati nella vita profana? Quale il vero vincere, non si deve convertire, non si deve
segreto di questa unione? uniformare nessuno. Ciascuno espone, dopo
Nella tradizione alchemica, il vero ini- averlo prudentemente meditato, il suo pun-
ziato non cerca l’oro profano ma la trasmu- to di vista, proposto agli altri come un vero
tazione profonda della sua ipseità più vera e e proprio dono di sé, che egli offre alla sua
intima, per liberarla e sanarla dalle incro- comunità e non come soluzione finale e
stazioni e dalle contaminazioni che altri- definitiva nel cammino della conoscenza.
menti trascinerebbero l’umanità verso per- La parola, l’ordine del discorso, intesi come
corsi oscuri e tenebrosi. Così, il vero mas- estrinsecazione di una propria intuizione,
sone percorre la sua strada cercando la luce, sempre superabile, criticabile, falsificabile
perché è mosso dalla certezza che egli non se necessario, ossia come pensiero fecondo
detiene la conoscenza assoluta e che, quin- in movimento ed in un continuo processo di
di, gli altri, anche i più diversi, sono per lui evoluzione, costituiscono, pertanto, il
interlocutori indispensabili e preziosi al fine secondo segreto della nostra esperienza. Ciò
di potersi avvicinare ad essa. Egli sa, infat- serve non solo a garantire la libertà indivi-
ti, che l’Ordine massonico non possiede duale del singolo, ma anche a sottolinearne
affatto una verità rivelata – ed a tal proposi- la responsabilità ineliminabile. L’iniziato
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EDITORIALE
ticosi cambiamenti indotti dalla globalizza- di trincea, dove tutto può accadere con
zione, ad un violento ritorno del peso assun- inaudita violenza, è e resta al servizio non
to dalle religioni non per i profondi valori solo dei cittadini, ma anche e soprattutto
etico-morali e spirituali delle Chiese e delle comu-
ad esse connessi, ma per nità religiose. Essa, infatti,
il loro sempre più fre- attraverso la neutralità del -
quente voler agire sul lo Stato, rimane uno stru -
piano prettamente giuri- mento di salvaguardia per
dico e istituzionale. tutti ed impedisce che una
Da più parti, anche tra visione fondamentalista
laici pentiti dell’ultim’o- della propria verità si tra -
ra, si afferma che la laici- muti in un argomento per
tà moderna stia cantando legittimare l’oppressione o
il canto del cigno. Fonda- l’eliminazione dell’altro.
mentalisti di diversa ispi- Parliamo di laicità e non di
razione e tradizione han- laicismo fondamentalista,
no già preparato un né di estromissione delle
ampio repertorio bandi- religioni dallo scenario
stico per questo funerale. sociale e culturale della
Ciò risulta preoccupante, postmodernità. La nostra
poiché, una volta finito il concezione della laicità si
funerale, le diverse bande smetteranno di oppone apertamente ad ogni riesumazione
suonare insieme ed inizieranno, come già dello Stato Etico, in qualsivoglia versione,
avvenuto in passato, ad intonare roboanti iper-razionalista, materialista o confessio -
marce di battaglia, sempre ed immancabil- nale. In una società aperta, il contributo cri -
mente in nome di Dio, nella vana certezza tico delle teologie, dei valori religiosi e
di riuscire a trionfare l’una sull’altra. Ma se, comunitari, rappresenta senza dubbio una
di fatto, si estinguesse la tanto esecrata lai- risorsa importante, giacché nessuno vuole
cità, lo stesso dialogo interreligioso si tra- cancellare la storia e la tradizione dei diver -
muterebbe in un braccio di ferro non tanto si paesi. Allo stesso tempo, però, la pretesa
tra teologi ed intellettuali, ma tra istituzioni di uniformare e subordinare le leggi dello
politico-religiose, che finirebbero per nego- Stato ad una visione teologale esclusiva
ziare i propri spazi reciproci in modo pro- costituisce un pericolo molto serio ed
porzionale alle proprie forze. alquanto evidente. La funzione della laicità
In questo senso, noi vogliamo sottoli- moderna non è quella di scardinare le leggi
neare un concetto fondamentale: la laicità o i sacramenti di questa o quella fede, ma di
intesa come spazio di tutti, condiviso e sicu- stabilire, in modo equidistante, una serie di
ro, garantito e garantista, e non come una norme che salvaguardino la libertà indele-
sorta di terra di nessuno, posta tra due linee bile dell’individuo dall’interferenza di altri
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EDITORIALE
poteri non pubblici e statali al contempo listici, rispettabili, forse anche condivisibili
miranti ad orientare il diritto secondo prin- da parte dei singoli, ma non per questo
cìpi che non scaturiscono affatto dalla dia- imponibili per legge a tutta la società civile.
lettica interna ad una Riteniamo che vi siano temi
società aperta, ma da una sui quali la scelta degli
fonte esterna allo Stato individui, difficile, doloro-
stesso, la quale, invece, sa, contraddittoria, debba
deterrebbe, nella sua trovare garanzie e non solu-
infallibilità, un’autorevo- zioni dogmatiche di natura
lezza divina e, quindi, religiosa, valevoli per una
indiscutibile. fede, ma non per altre o per
Quanto accaduto nel coloro che si ispirano a
campo della bioetica e diverse opzioni di carattere
soprattutto della feconda- etico-filosofico.
zione eterologa, con par- Non si dica o pensi, a
ticolare riguardo per la seguito di tali riflessioni,
discutibile determinazio- che la Massoneria non
ne dello statuto ontologi- difenda la vita e non la tute-
co dell’embrione che ne è li. Una tradizione secolare
scaturita, ci sembra molto di martiri caduti a difesa
discutibile. La legislazione dei diritti umani e civili, con-
del paese si è trovata a doversi conformare tro la tortura, la pena di morte, l’intolleran-
a princìpi fondamentalmente di carattere za, l’ineguaglianza, incarnata dalla Libera
teologico, senza che opzioni filosofico-reli- Muratoria, lo dimostra ampiamente. Noi
giose, etiche e giuridiche di altra natura abbiamo intrapreso questo cammino, quan-
ispirativa avessero un qualche ascolto; e do altri inquisivano chi parlava di libertà di
ciò, nonostante le circostanziate denunce di stampa e di ricerca, di libertà sindacali e
ampia parte della comunità scientifica, che sociali, ma anche semplicemente di autono-
ha sottolineato l’oscurantismo in cui veniva mia della propria coscienza. Il problema è
condannata tanto la nostra società sul piano come e con quali strumenti un valore fon-
dei diritti individuali, ma anche la stessa damentale come quello della vita e della
ricerca scientifica, che, di fatto, è stata felicità debba essere garantito e, soprattut-
imbrigliata ben al di là di quella serie di to, con quali priorità.
minima moralia che erano ampiamente Ritorniamo, allora, anche se obtorto col -
condivisi tra le parti in causa. I diritti delle lo, sul tema del relativismo, che da più par-
donne e dei nascituri sono stati così antepo- ti viene invocato come atto d’accusa nei
sti ad una sacralizzazione a priori dell’em- confronti della laicità, della modernità, ed
brione, mentre la negazione della feconda- ovviamente della Massoneria, che di tale
zione eterologa si è fondata su criteri mora- malsana dottrina sarebbe stata l’ispiratrice.
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Laicità è Libertà, G. Raffi
Noi Massoni non ci sentiamo affatto relati- ca in epoca, hanno cambiato il loro giudi-
visti, sia perché ciascuno di noi ha le pro- zio, la loro interpretazione teologica della
prie concezioni religiose, etiche e filosofi- natura, a seguito dell’ineludibile evidenza
che, sia perché il relativismo prodotta da scoperte scientifi-
inteso come assoluto rifiuto che rivoluzionarie. Galileo
di dedurre princìpi generali e era relativista? Ed Einstein? E
fondativi del nostro operare è le nuove generazioni di fisici,
lontanissimo dal nostro modo biologi, etc.? Forse il relativi-
di vedere la realtà. L’indiscu- smo è qualche cosa di diffe-
tibile impegno nella difesa rente e tale termine merita
dei diritti umani e civili, il senza indugi di essere meglio
continuo operare a tutela del- definito e circostanziato. In
la democrazia e della libertà, questo sforzo ci aiutano le
la diffusione dei princìpi del- rimarchevoli considerazioni
la fratellanza e del dialogo, la avanzate da due grandi filoso-
centralità della ricerca inte- fi del secolo scorso. Penso a
riore del cammino iniziatico Karl Popper ed a Karl
e, quindi, la sacralità dell’uo- Jaspers. Per vie diverse,
mo e della vita, sono fatti e entrambi hanno sottolineato
valori che distinguono la sto- che il relativismo non coinci-
ria della Libera Muratoria uni- de affatto con la disponibilità cul-
versale ed in particolare quella del nostro turale e spirituale ad accettare la sfida del
paese. Ma l’accusa di relativismo cela mol- nuovo, che eventualmente falsifica e nega
te ambiguità. Cosa è in realtà il relativismo quelle che avevamo ritenuto verità acquisi-
di cui ci si accusa e si accusa la modernità? te, ma si identifica piuttosto con la pretesa
È in sostanza il non voler sottostare all’a s - di disporre di una conoscenza assoluta ed
solutismo di questa o di quella dottrina teo- indiscutibile, a cui subordinare, ed in cui
logica, ossia il tessuto connettivo o, se si coartare, ogni nuova acquisizione scientifi-
vuole, il sale della democrazia moderna, ca o storica. Relativisti sono, pertanto, colo-
della libertà di coscienza contro l’intolle- ro che ritengono, nel nome di una pretesa
ranza ed il fondamentalismo. Riconoscere verità assoluta, di avere risposte a priori per
che la storia e la scienza, quindi, il cammi- ogni quesito e che non si sottopongono né
no continuo della conoscenza, hanno offer- al criterio scientifico di falsificabilità dei
to all’umanità nuove opportunità di benes- loro presupposti, né che si mettono in dis-
sere e di salute, scardinando visioni infon- cussione dinanzi alla sfida rappresentata da
date della realtà ed aprendo scenari nuovi, schemi concettuali differenti. Le scoperte di
non ci sembra affatto una colpa. E se questo Galileo erano inaccettabili dal punto di vista
è un peccato, di esso sono cariche tutte le di una determinata cornice teologico-filoso-
istituzioni religiose e le Chiese che, di epo- fica del mondo e, quindi, da condannarsi.
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EDITORIALE
Chi lo condannò era relativista, e non Gali- Il tentativo di mettere in crisi la laicità,
leo o coloro che hanno ritenuto e ritengono nel contesto della globalizzazione e della
in fieri il cammino trasformazione multietnica del sociale, vie-
della conoscenza, ne a sottrarre alla
pronti a mettere in società occidentale
dubbio le proprie uno strumento fon-
verità qualora l’evi- damentale per gover-
denza mostri che nare i conflitti inter-
esse sono fondate religiosi e per argina-
su presupposti erra- re forme inaccettabi-
ti o contraddittori. li di intolleranza.
Il relativismo è, Soprattutto in questo
quindi, quel tipo di quadro spinoso, se
dogmatismo che non drammatico, il
considera esaurita Grande Oriente d’I-
la ricerca critica, talia ribadisce la sua
che si ritiene supe- fortissima attenzione
riore ad ogni verifi- per la difesa della
ca scientifica, storica o filosofica, che repu- qualità e della centralità della Scuola Pub-
ta di essere esente da critiche e pertanto non blica, luogo primario ed essenziale di for-
più perfettibile, perché autoreferenzialmen- mazione del cittadino, che non si sottrae
te già perfetto e concluso. Nella sua corni- alla complessità sociale, ma che, anzi, vi
ce, nel suo hortus conclusus, il relativista, può maturare la propria coscienza civica e
ossia il dogmatico, si ritiene perfetto, o per- democratica, aperta e tollerante. L’enfasi
lomeno assume il proprio punto di vista smodata per la privatizzazione del sistema
come tale. Può solo porsi dinanzi agli altri scolastico a detrimento di quello pubblico
in termini di superiorità spirituale e concet- crea il rischio fondato di potenziare scuole
tuale, può solo illuminare coloro che anco- prettamente religiose, che formino non cit-
ra dimorano nelle tenebre, ma non può esse- tadini di una società aperta, ma fedeli
re illuminato dagli altri. Se mai, qualora appartenenti a comunità separate ed in pro-
qualcuno, o qualche dottrina scientifica, spettiva antagoniste. Vorremmo veder rea-
mettesse in crisi i propri theologoumena, lizzare una scuola dell’accoglienza, dotata
egli dovrà rifiutare tale evidenza e, se pos- pienamente dei mezzi necessari per aff r o n-
sibile, vietarla o censurarla. tare una sfida secolare, quella di un’integra-
Queste riflessioni, in apparenza astratte, zione rispettosa delle culture di provenien-
hanno riflessi concreti nel drammatico sce- za, ma non subordinata agli estremismi
nario internazionale, dove una nuova venta- intolleranti, educante alla pace ed alla cono-
ta di fondamentalismo nega alla radice la scenza dell’altro e dei suoi valori: insomma,
separazione tra Stato laico e religione. una comunità educante e non un ghetto di
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Laicità è Libertà, G. Raffi
lusso o per poveri, a seconda dei casi. A mutuo contatto, sì da creare i percorsi della
questo proposito, dobbiamo rilevare che coesistenza, del dialogo e della conoscenza
anche le recenti proposte di volere introdur- dell’altro.
re l’insegnamento della religione islamica Come si vede, anche in questo caso, non
nelle scuole italiane – perseverando nell’er- siamo affatto relativisti, ma abbiamo in
rore commesso in precedenza a favore di mente un modello, certamente perfettibile e
quella maggiori- migliorabile, del
taria nel nostro processo di costru-
paese – destano zione di un equili-
in noi profonde brio sociale, che
inquietudini. garantisca la laicità
Al di là delle dello Stato, una lai-
questioni tecni - cità non pensata
che (ad esempio, contro qualcuno,
quale forma teo - ma a favore di tutta
logica di Islam la collettività, affin-
bisognerebbe ché essa possa
insegnare, visto che ce ne sono diverse? Chi vivere in pace ed armonia e non in una sor-
designerebbe il docente, se come per la reli - ta di tregua armata.
gione cattolica, occorrerà il placet di una
autorità religiosa?), rimane una obiezione Carissimi Fratelli,
di fondo: la scuola pubblica non è e non Signore e Signori,
deve essere un luogo dove si devono impar - vi ringrazio per la pazienza e per l’atten-
tire catechismi di sorta, e per questa ragio - zione con cui avete seguito le molteplici
ne noi crediamo che di per se stesso ogni considerazioni che, attraverso la voce del
insegnamento confessionale sia in tale sede Gran Maestro, il Grande Oriente d’Italia
inappropriato e inopportuno. rivolge, per tramite delle vostre persone, al
Infatti, a lungo andare, il risultato non paese nel quale ci onoriamo di vivere, lavo-
sarebbe altro che quello di creare per como - rare ed operare. Speriamo di aver mostrato
dità classi chiuse, basate sull’appartenenza come la nostra Istituzione viva con intensi-
religiosa, nuovi ghetti istituzionali e non tà la sua adesione a quelli che reputiamo
classi multiculturali e multireligiose unite essere valori centrali della democrazia e di
da valori comuni, quali quelli della Costitu - un modo equilibrato di vivere ed interpreta-
zione e dell’appartenenza ad una società re la postmodernità, mossi da un prudente
libera. Quando, al contrario, si pone il pro - ottimismo e da fede profonda nella centrali-
blema di inserire nei programmi scolastici tà dell’uomo e della sua grandezza. Se,
uno studio serio e articolato della storia del - infatti, non avessimo questa convinzione e
le religioni, che permetta di conoscere cul - questa speranza, non ci troveremmo ancora
ture e società diverse ma sempre più in insieme dopo due secoli di esistenza.
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EDITORIALE
Chi si attendeva dal Gran Maestro indi - Maggiori sensibilità e cautela avrebbero
cazioni di voto, scelte di campo (destra o dovuto consigliare il silenzio e il rispetto
sinistra), per le prossime tornate elettorali, dell’autonomia politica dei cittadini cattoli -
sarà di certo rimasto deluso, ma la Libera ci e, soprattutto, l’astenersi dal favorire
Muratoria del Grande politici subalterni.
Oriente d’Italia non Abbiamo da poco
intende, né può svolgere concluso proprio le
un indebito ruolo politico celebrazioni dei due-
che non le compete, in cento anni di vita e di
quanto è rispettosa del - attività massonica
l’autonomia decisionale e della nostra Obbe-
politica dei cittadini. dienza nella nostra
Essa esprime, promuo - amatissima patria, ma
ve grandi valori, agita non ci siamo limitati
problemi, stimola coscien - al ricordo ed al com-
ze e soprattutto opera per piacimento per i meri-
evitare una conflittualità ti acquisiti dai padri
tra Stato e Chiesa. fondatori. Le diverse
Ma questo non signifi - manifestazioni che
ca che debba assistere hanno scandito il
silente alle pesanti ingerenze del Presidente bicentenario del G.O.I. hanno, infatti, volu-
della Conferenza Episcopale Italiana, che to, senza timori, offrire una rivisitazione,
con l’appello al voto ha inteso orientare anche critica, della storia libero-muratoria
quello dei cattolici, fissando il criterio per italiana. Si sono evidenziati gli straordinari
decidere per chi votare, anche se non ha meriti di coloro che, messi nella condizione
indicato nomi e cognomi e partiti. profana di poterlo fare, hanno voluto il suf-
Vogliamo chiarire che non ci doliamo del fragio universale, la parità tra i cittadini, l’e-
fatto che l’alto prelato abbia ribadito posi - guaglianza tra i sessi ed i censi ed il voto
zioni che la Chiesa sostiene da tempo sulla alle donne, la scuola pubblica e gratuita, il
procreazione, l’aborto, le questioni di fine riconoscimento del diritto di sciopero e di
vita, i diritti delle coppie non sposate, per - o rganizzazione sindacale, la costituzione
ché ha il diritto di manifestarle, ma ciò che è delle società operaie e di mutuo soccorso, la
grave è il fatto che le abbia riproposte nel fondazione di opere di solidarietà e di
corso di una campagna elettorale; il che suo - risparmio, il rispetto dei diritti umani e l’a-
na come chiamata alle armi o come richiesta bolizione di leggi inique come, ad esempio,
di un impegno futuro a tradurre in leggi la pena di morte.
princìpi religiosi da parte di quelle forze Abbiamo avuto la forza morale di
politiche e/o di coloro che intendono benefi - denunciare, ancora una volta, i pericoli insi-
ciare del voto confessionale. ti nell’abuso della denominazione “masso-
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Laicità è Libertà, G. Raffi
neria”, utilizzata per mascherare miseri fini Non siamo uomini perfetti, altrimenti non
a ffaristici, di carriera e ancor peggio, sì da avremmo bisogno di questa istituzione che
stravolgerne i princìpi: parte proprio dalla
fenomeno, che nel necessità di un
piduismo trovò la sua mutuo perfeziona-
peggiore estrinsecazio- mento. Non siamo
ne e di cui siamo stati le uomini pieni di cer-
prime vittime. tezze assolute, anzi
Al riguardo abbia- siamo spesso atta-
mo formulato condanne nagliati dai dubbi,
senza appello. da mille interrogati-
Oggi in Italia opera vi. In un mondo che
una Libera Muratoria vende facili solu-
vivace, intelligente, al zioni, come gadget
passo coi tempi, in gra- al supermarket, ma
do di interrogarsi sui grandi problemi del- che conosce un disagio sempre crescente, in
l’umanità, sulle sfide aperte, sensibile alle particolare tra i giovani, proponiamo un
s o fferenze che da più parti della società percorso apparentemente arcaico, ma allo
emergono attraverso nuove forme di pover- stesso tempo modernissimo, quello che ci
tà e di emarginazione, solidale con i più mette sempre e comunque dinanzi allo
umili e con coloro che sono indifesi. specchio e che ci induce a superare le nostre
Essa rappresenta per la società un valore paure, le nostre debolezze, ma anche a miti-
aggiunto. gare la superficialità, l’aggressività, la
I grandi temi che sono stati toccati, però, voglia di chiuderci in noi stessi.
mostrano che la società ha ancora bisogno In una società che è cambiata e che cam-
di noi, dei valori della laicità, ma anche di bia vorticosamente, anche la Massoneria è
una cultura spirituale tollerante e critica, cambiata, pur restando fedele a se stessa,
princìpi di cui, peraltro, siamo già stati por- agli antichi doveri, che oggi professiamo
tatori nei secoli precedenti. Chi riteneva che con serenità, come una Istituzione che ha
la nostra funzione storica si fosse ormai molto da dare ancora alla costruzione di un
esaurita è ora costretto a ricredersi. La Mas- mondo più giusto, ed in cui il diritto alla
soneria resta pienamente luogo di libera felicità sia un fine collettivo e non un privi-
aggregazione spirituale, capace di coniuga- legio di pochi.
re la moderna laicità con la ricerca della Noi non dobbiamo nasconderci, perché
verità, ambito di confronto e di riflessione, nulla abbiamo da nascondere. La luce deve
che educa i diversi a stare insieme, ad esse- brillare e con essa il dialogo con tutti colo-
re fratelli pur nelle rispettive posizioni cul- ro che lo vogliano. Ma, se possibile, noi
turali, e, quindi, uniti nell’inesauribile cam- riteniamo che si debba cercare di dialogare
mino di ricerca che abbiamo intrapreso. anche con coloro che stentano a farlo. È un
• 14 •
EDITORIALE
impegno difficile e, talora, arduo, ma il per- non ci riteniamo depositari del vero, rico-
corso massonico è sempre irto di ostacoli. nosciamo che ci sono molti uomini liberi e
Soprattutto quando si vuole essere interpre- aperti che Massoni non sono e che, però, si
ti critici della moder- comportano come tali.
nità senza prevaricare Aiutiamo queste voci,
nessuno. da qualsiasi parte pro-
La laicità è un vengano, a costruire un
dono costruito con dialogo vero, che inse-
grande fatica, anche gni all’umanità a supe-
dai Massoni. Difen- rare gli schemi ed i pre-
diamolo con saggez- concetti, a non accecar-
za, con il dialogo, con si nel nome di certezze
la forza della ragione, assolute.
ma anche con equili- Noi cercheremo di
brio e chiarezza. Per- essere sempre lì dove
dere o sminuire la centralità della dimensio- questa voce di saggezza, di pace e di tolle-
ne laica significa aprire le porte a nuove for- ranza sarà necessaria, perché la Laicità è il
me di dispotismo e di illiberalità. sale di una società aperta, il respiro della
Compito della Libera Muratoria è senza Libertà. Significa tolleranza, capacità di cre -
dubbio stato ed è ancora anche quello di dere nelle proprie idee senza restarne suc -
educare, con l’esempio e con la testimo- cubi: mantenere una capacità critica ed
nianza, alla laicità ed alla tolleranza. Poiché emanciparsi dal culto di sé.
La protomassoneria fiorentina
di Vittorio Vanni
Scrittore, saggista, simbolista
Inigo Jones, Grand Master of the ancient operative English Freemasonry, wrote
that the idea of Freemasonry came from the Italian Platonic Academy. In the first
decades of the XVI century, there were in Florence clear traces of a proto-mason -
ry which used a specific simbology and where new winds of freedom and social di-
gnity were growing, expecially in the field of Arts. The Drawing Academy, found -
ed in 1563 by Cosimo I, derived from the ancient Confraternity of S. Luke, whose
members still produce art and beauty, was an important forge for all the meta -
physical and intellectual means that built the Florentine masonic supremacy.
In the present contribution, the Author discusses many historical and icono -
graphic proofs of this effective proto-masonry in Florence under the rule of the
Grand Dukes.
della Gnosi, che la Chiesa Romana consi- più alti dell’Ordine, necessita della plurali-
dera la forma religiosa concorrente più pro- tà e della soggettività delle espressioni reli-
fondamente insidiosa e pericolosa. giose e spirituali.
L’avversione antimassonica di tipo Nessuno può porsi a mediatore fra l’uo-
ecclesiastico non è solamente mo e la sua ricerca di un contatto di
socio-politica, ma d’ordine amore e di conoscenza di un piano
profondamente teologico, e superiore, indefinibile oggettiva-
non è quindi legata agli mente, ma solo soggettivamente.
avvenimenti temporali, ma D’altro canto, ogni collettività ha
all’essenza stessa del Catto- certamente diritto e piena libertà di
licesimo. Non c’è comun- dare forma e culto comune a tale
que da stupirsi della presen- ricerca individuale, ma nel pieno
za, nel mondo curiale roma- rispetto della libertà altrui di fare
no, di personaggi che si altrettanto.
dichiarano benevolenti ver- L’unica limitazione a tale liber-
so la Massoneria o addirittu- tà è il rispetto delle leggi morali
ra a lei vicini, in buona o universali e di quelle dello Stato.
cattiva fede. La negazione della libertà di pen-
Ciò deriva dall’ammirevole visione, sto- siero e di religione, che è costata secoli di
rica e meta-storica, del Cattolicesimo, che lotte e di sangue fino al XX Settembre
lascia alle sue gerarchie la catena lenta, in 1870, in cui si è chiuso definitivamente un
modo che ogni aspetto del contingente poli- capitolo fra i più oscuri dell’umanità, rico-
tico, sociale, culturale ed ideologico sia in mincia subdolamente a serpeggiare, no-
qualche modo “coperto” dai suoi quadri, nostante che certi sepolcri siano oggi rim-
così che qualsiasi evenienza storica possa biancati dall’ecumenismo, che quell’appa-
essere compresa, anticipata e quindi esor- rente apertura universale è in realtà la nuo-
cizzata. Gli aspetti spirituali che possono in va arma dell’intolleranza, ribadita, anche se
ogni caso coesistere con questo pragmati- con prudenza, dal nuovo Catechismo.
smo, anche se certamente degenerati, sono Vi è inoltre il maggior punto di contrasto
però sempre stati messi al servizio dello fra Massoneria e Chiesa Cattolica, e cioè
scopo temporale della Chiesa Romana, l’esistenza di un “esoterismo” massonico,
quello del controllo della società attraverso come importante branchia dell’esoterismo
la mente e il cuore degli uomini. universale.
La Massoneria è sospettata di essere Il termine “esoterismo” indica in realtà
portatrice di germi protestanti, tramite l’in- svariati concetti. Se l’esoterismo è un lin-
fluenza anglosassone, nei paesi latini, e di guaggio tecnico-simbolico di una comunità
esser l’ispiratrice e la protettrice del movi- legata da comuni princìpi ed interessi, para-
mento New Age (o delle nuove religioni), e dossalmente anche il sindacato tramvieri ha
questo sospetto non è poi così peregrino, in certamente una sua propria forma di esote-
quanto la libertà di pensiero, principio fra i rismo, così come lo ha la Chiesa Cattolica.
• 17 •
La protomassoneria fiorentina, V. Vanni
L’occultismo, che per i massoni ha sem- In questo contesto storico non è quindi
pre avuto un significato volgare e deteriore, casuale la presenza tradizionale a Firenze
è comunque una libera espressione di ed in Toscana di una Masso-
un pensiero che, comunque lo si neria importante, attiva e
voglia giudicare, resta lecito, anche vivace quanto difficile e
se non sempre rispettabile. inquieta, e nello stesso tem-
Se poi con “occultismo” si voglia po di un’antimassoneria
indicare la degenerazione truffaldina cattolica attenta e sagace,
da ciarlatani o la genia infinita e altrettanto attiva e radicata
ricattatoria dei maghi oggi di moda, quanto la Massoneria.
è cosa che può riguardare solo gli Le motivazioni di questa
allocchi o i carabinieri e la stessa particolare importanza di
degenerazione si potrebbe dimostra- Firenze, da questo punto di
re, e lo potremmo ben fare, in un vista, sono svariate:
certo Cattolicesimo “di frangia” che
1) La presenza storica a
vanta oggi vasta popolarità.
Firenze di molti aspetti pro-
Nella Firenze dei primi decenni
to-massonici, in particolare
del 1700 erano ancora presenti le
nel periodo del Rinascimen-
grandi correnti culturali rinascimenta-
to e soprattutto in quello Manierista. Il quat-
li, indotte in tutta Europa dal Concilio di
trocentesco Concilio di Firenze per la riuni-
Firenze, che ristabilì gli interrotti rapporti
ficazione della Chiesa d’Oriente con quella
fra il mondo orientale e quello occidentale
Romana, il cui mecenate fu Cosimo il Ve c-
con la traduzione e la diffusione dei testi
chio dei Medici, portò in Occidente l’antica
neo-platonici ed ermetici.
sapienza dell’Impero Romano d’Oriente, la
Queste correnti, rappresentate da alcuni
prisca theologia d’Ermete, il Neoplatonismo
personaggi della prima Loggia fiorentina,
di Proclo, Giamblico, Porfirio. Questi aspet-
quali il Lami ed il Cocchi, pitagorici e neo-
ti prepararono certamente la rifioritura eso-
platonici, e in modo più popolare, arguto e
terica e massonica del Settecento. 2) Alla
sarcastico, dal Crudeli, erano da sempre sot-
morte di Cosimo III (1723) il predominio
to l’osservazione curiale, che difendeva con
ecclesiastico in Toscana era consolidato,
notevole vigore la sua ortodossia in una cit-
anche in presenza di un S. Uffizio attivo e
tà tradizionalmente portata all’eresia –
potente. All’ascesa sul trono Granducale di
spenta sempre con il sangue –, alla libertà
Gian Gastone, iniziarono però dei movi-
paganeggiante, allo scetticismo, alla satira
menti di riforma che trovarono appoggio ed
dissacrante. Gli aneddoti sulla cosiddetta
anzi si identificarono con la nascente Mas-
blasfemia attribuita al Crudeli, che metteva
soneria. La prima Loggia fiorentina è, infat-
in evidenza nei caffè e nei circoli intellet-
ti, del 1731-32. 3 ) Il cosmopolitismo di cui
tuali della città le contraddizioni della teo-
Firenze ha sempre goduto per il suo essere
logia e della catechesi sono molto indicati-
città d’arte e cultura. Nei primi decenni del
vi a tale riguardo.
• 18 •
potere, erano centri di pensiero eterodosso, medico ebreo, ma anche famiglie ormai fio-
ed avevano in genere carattere corporativo. rentinizzate come i Leoni ed i Salomoni.
> Gli Ebrei erano considerati con Dante non fu tenero verso gli ebrei nella sua
odio e disprezzo, ma incutevano anche Comedia:
timore per le supposte
Uomini siate, / e non
conoscenze “magiche”.
pecore matte / si che il
Non erano vietati i rappor- giudeo tra voi / di voi non
ti con gli ebrei, ma il cano- rida.
ne penitenziale interdiceva
di mangiare i loro cibi,
considerati impuri. La pre- Ma un curioso episodio
senza di alcuni personaggi della “contesa” fra Dante e
ebrei nella Firenze Bicci Forese può far pen-
medioevale influì certa- sare ad una pratica all’usu-
mente sulla cultura etero- ra del padre di Dante o
dossa fiorentina. Possiamo citare Manuel addirittura a qualche sua discendenza ebrai-
Leoni, Eleazaro da Firenze, Mayr da Firen- ca. Bicci, nella sua polemica, afferma, rife-
ze, le cui professioni erano la medicina e rendosi al genitore del poeta che: ben ti stri -
l’astrologia. A Pisa, città di traffici con l’A- gnea il nodo Salomone. E la pratica dell’u-
frica settentrionale ed il Medio Oriente, la sura, o ancor più qualche forma di giudai-
presenza ebraica è citata fin dal XII secolo. smo, era a quell’epoca un’offesa sanguino-
Prima del XV secolo, la presenza ebraica a sa fra i guelfi “bianchi”. Comunque, le rare
Firenze era ben poco diffusa. Solo nelle pre- presenze ebraiche furono tollerate. Solo nel
diche erano citatissimi, e certamente non 1495, all’inizio dell’era moderna, gli Ebrei
erano lodati. Le costituzioni feudali del furono cacciati da Firenze, ma in seguito
Vescovo Francesco Silvestri minacciavano reintegrati.
le autorità cittadine affinché non si tolleras- > Le superstizioni non erano soltan-
se la presenza di usurai ebrei nella città, to ereticali. La maggior parte erano canoni-
d’altro canto sempre graditi dalle autorità che ed esercitate dal clero cattolico. Nel
civili, proprio a causa della loro professio- 1294 fu vietato ai Domenicani di recarsi
ne. Nel 1396 si invitarono gli ebrei a trasfe- nelle case per motivi di magia e profezia.
rirsi a Firenze, ma l’imposizione del tasso > Fino al Pontificale di Pio V vi era
massimo del 15% annuale non la rendeva addirittura la pratica di esorcizzare i croci-
una piazza troppo appetibile, fino a che non fissi, nella preoccupazione che potessero
fu aumentato al 20%. A Firenze giravano essere “occupati” da presenze diaboliche.
soltanto dei vagabondi ebrei, convertiti o Le cosiddette pratiche di “scienze diaboli-
pseudoconvertiti che, dotati di bolle papali, che” (astrologia, alchimia, magia, cabala),
chiedevano l’elemosina o ingannavano le anche se sottoposte a grave sospetto e pre-
donnette con rimedi magici. Nel 1324 tro- giudizio, erano tollerate e potevano esser
viamo a Firenze Datillus da Roma, dotto esercitate, con prudenza e discrezione anche
• 22 •
dai canonici, anche se la pratica non doveva > Mastro Boncompagno afferma che ai
esser poi esposta con teorie che potessero primi del 1200 tutti si interessavano d’al-
discostarsi dall’ortodossia cattolica. Elia da chimia.
Cortona (morto al rogo), Cecco d’Ascoli > Nel 1300 ai Dominicani fu proibi-
(morto al rogo) e Pietro d’Aba- to di interessarsi d’alchimia.
no (morto nel carcere dell’In- > Magia, astrologia e alchimia,
quisizione a Padova) non ebbe- pratiche ben comuni in tutti i seco-
ro tanto la colpa di esercitare le li dell’umanità erano nel Medioe-
“professioni oscure” né quella vo tollerate, se politicamente e
di renderle pubbliche, ma di teologicamente “corrette”.
avervi inserito proposizioni che > Era comunque ben cono-
potevano contrastare con il con- sciuta, e sottoposta ad indagine
trollo della società da parte inquisitiva continua, la natura
degli ecclesiastici, tanto è vero eversiva e liberatoria della metafi-
che nello Studio Generale fio- sica esoterica. La società occiden-
rentino era insegnata l’astrolo- tale ha percorso una strada di
gia. Nell’immaginazione popo- dolore e di sangue, attraverso la
lare, comunque, i sapienti, laici Riforma e le Rivoluzioni, per
o ecclesiastici, erano personaggi affermare un principio di libertà
sospetti. Secondo Antonio Pucci, Dante, civile senza il quale non esiste libertà spiri-
che aveva dannato all’inferno gli astrologi, tuale. Quando le condizioni culturali, socia-
era un “eccelso astrologo” e “mago”. li e politiche lo permisero, gradualmente ciò
> I ricordi della paganità a Firenze che era necessariamente occulto fu rivelato.
erano comunque presenti. Si ricordava, con È da tale indispensabile gradualità che deri-
il Villani e Dante che Marte era stato il pre- vano i limiti del “metodo storico”. Secondo
decessore di S. Giovanni Battista a patrono la definizione di Réne Guènon, la Philoso -
della città. Non è quindi da meravigliarsi phia Perennis può essere seguita più dal
della “rinascita degli dei” che il Rinasci- polline del suo pensiero, che feconda ogni
mento fiorentino produsse. evo, che dalla rigida analisi storica. Ma una
> Jacopo Passavanti, nello Specchio nuova storiografia, che esamina oggi gli
della vera penitenza, parla diffusamente di influssi del pensiero metafisico negli avve-
magia, considerandola come una pratica nimenti umani, può trovare nuovi elementi,
comune della sua generazione. esumare le testimonianze sepolte negli
> Dino Compagni, nella sua Intelli - archivi. Può riconsiderare la storia non solo
genza, parla con competenza dei poteri come un susseguirsi di necessità e delle
magici delle parole, delle erbe e delle pietre, conseguenti risoluzioni, fino a ritrovare
seguendo così i testi di Cecco d’Ascoli da quel fresco zefiro della Primavera botticel-
cui Cagliostro aveva preso la definizione liana che potrebbe rinnovare umanamente
dei suoi poteri (in verbis, in herbis et in una civiltà sempre più disumanizzata.
lapidibus).
• 23 •
La protomassoneria fiorentina, V. Vanni
d’Amore, Templare, ma anche eccelso occhi dello spirito la Rosa e la Croce del-
astrologo – come lo definiva Antonio Puc- l’Empireo.
ci, trombetto del Comune, Un’amore, biblicamente più
poeta e cronachista – ma forte della morte, che vibra
anche stregone, come lo rite- ancora in una Firenze che
neva Giovanni XXII, che lo vogliamo e speriamo nasco-
accusò, su testimonianza di stamente viva, in cui possano
Galeazzo Visconti, di aver risuonare ancora gli echi dei
tentato assieme al vecchio passi di Dante in Santa Croce,
Maffeo Visconti di procurar- dei canti perduti di Casella,
gli morte, attraverso immagi- delle dispute bizzarre di Guido
ni di cera e varie malie. Cavalcanti, delle rime leggia-
Ma al là di qualsiasi ipo- dre di Lapo Gianni.
tesi, accusa ed elogio, l’im-
magine di Dante è quella di un’altera sfinge Dante ed i Fedeli d’Amore
dal volto impenetrabile, amaro, doloroso,
che non cede facilmente il suo mistero. Fra Negli ultimi giorni del XIV secolo,
le immagini tramandate di Dante, solo in Franco Sacchetti, cronachista fiorentino,
Giotto il suo volto acquista trasparenza e scriverà:
chiarezza, in una giovinezza attenta e rac-
colta, dagli occhi chiari e limpidi, immen- Come posso sperar che surga Dante
samente pieni di quella luce calma ed inten- Se già chi l’sappia legger non si trova?
sa che rompe il buio dei vicoli fiorentini.
Nel volto giottesco permane, viva, una Già pochi anni dopo la sua morte, i con-
fiduciosa umanità, in un momento forse di temporanei temevano che l’opera dantesca
momentanea pace cittadina, tanto effimera fosse di troppo difficile lettura per poterne
e bugiarda quanto nascostamente fosca d’o- comprendere a pieno il significato. D’altro
dio profondo e di faide omicide. Dopo Giot- canto, anche la semplice lettura e declama-
to il volto di Dante è quello di un’immota zione, anche a quei tempi, non era facile.
maschera, raggelata nel suo silenzioso sde- Il volgare, così come Dante lo chiama,
gno, nella sua interiore e quasi disumana non era certamente la lingua del popolo, ma
spiritualità. una sua trascrizione ideale, letteraria, colta,
Quanto vorremmo veder aprirsi quelle poetica. Una leggenda coeva tramandava
labbra sottili e serrate ed udire la preghiera che l’opera di Dante sarebbe stata compre-
ermetica di Bernardo alla Vergine, nel XIII sa solo sei secoli dopo la sua morte.
canto del Paradiso, l’aulica retorica del D e Coloro che, a cavallo del XIX e XX
Monarchia, le rime d’amor sacro e d’amor secolo reinterpretarono Dante, si sentirono
profano. Quella maschera muta tuttavia sa autorizzati ad affermare che avevano inter-
ancora vibrare di quell’amor che muove il pretato Dante anagogicamente, cioè al più
sole e l’altre stelle per chi sa vedere con gli alto livello simbolico.
• 26 •
Per comprendere le motivazioni di que- origini romane, era uno degli ideologi di un
sta reinterpretazione, può essere interessan- cerchio ristretto d’intellettuali ed esoteristi
te indicare chi ne fossero gli autori, ed in che vedevano nel Cristianesimo una dege-
quale periodo scrissero i loro testi: nerazione religiosa e sociale, che
Mario Caetani Duca di Sermo- aveva prodotto sia la distru-
neta, 1852 precursore; Aroux, zione dell’Impero Romano sia
1870; G.A. Scartazzini, 1890; delle sue idee di forza nella
Giovanni Pascoli, 1898; E. giustizia, che ne avevano pro-
Parodi, 1914; L. Pietrobono, dotto la sovranità imperiale.
1915; Luigi Valli, 1922; P. Il suo testo su Dante, pri-
Vinassa De Regny, 1928; Cosi- mo di una lunga serie ripresa
mo Ricolfi, 1930; René Guè- da molti altri autori vedeva,
non, 1933. nell’ottavo e nono Canto del-
Tutti questi autori avevano l’Inferno, le tracce di una dot-
qualcosa in comune: l’apparte- trina segreta professata da un
nenza alla Massoneria. Ordine esoterico, d’origine
Dopo il 1859 la Massoneria cataro-gnostica ed in conflitto
italiana, dopo la seconda guerra d’indipen- permanente con il cesaro-papismo; quel-
denza, voleva fortemente il totale compi- l’alleanza cioè fra Chiesa e Stato che avreb-
mento dell’unità italiana, soprattutto la libe- be prodotto la sconfitta della tradizione
razione di Roma dalla teocrazia papale. romana ed imperiale dell’antica Roma.
Qualcuno, con arguzia, ha notato che la Successivamente, la creazione della
breccia di Porta Pia non ha portato soltanto “Società Dante Alighieri”, pur moderata ed
Roma all’Italia, ma soprattutto ha portato il u fficiale nell’interpretazione dell’opera
Vaticano in Italia. Anche i massoni, a volte, dantesca, portò all’interesse popolare verso
possono essere strumenti di una “provvi- il sommo poeta, considerato come il supre-
denza” non desiderata. mo interprete ed il cantore dell’unità italia-
Le pulsioni risorgimentali trovavano na e del suo compimento con l’annessione
resistenza nel sentimento popolare, favore- di Roma al nuovo regno.
vole all’unità, ma cattolico nella stragrande Nasce così, da numerosi autori, il mito
maggioranza. Le ragioni di stato sabaude di Dante mago, eretico, templare, astrologo,
dovevano tener conto di questo sentimento cabalista, pitagorico, Fedele d’Amore, un
popolare, così come delle relazioni con gli mito che, pur fondandosi su alcuni elemen-
stati esteri, favorevoli al mantenimento del- ti reali, costituiva un c o r p u s simbolico atto
la sovranità papale su Roma. Si doveva così a scatenare nella massa il risveglio d’arche-
creare un movimento culturale e politico tipi sempre presenti nell’umanità.
che indicasse nella gloria nazionale la L’elaborazione e la speculazione simbo-
necessità di avere a capitale Roma. lica, che la pubblicità mass-mediatica cono-
Mario Caetani, Duca di Sermoneta, sce oggi assai bene, è uno dei fondamenti
appartenente ad una famiglia d’antichissime della metodica massonica. Molto spesso,
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La protomassoneria fiorentina, V. Vanni
non è la storia a formare i miti, ma questi in Dante non soltanto il genio poetico e let-
stessi a formare la storia. Gli elementi cul- terario, ma anche la sua immensa cultura,
turali e storici con cui questa nuova inter- che tuttavia non si discosta – e non potreb-
pretazione si fondava non erano purtuttavia be essere altrimenti – da quella dei suoi
una novità, ma circolavano già tempi.
ai tempi di Dante. Vi sono quindi due linee inter-
La leggenda medioevale pretative per comprendere la real-
indicava già in Virgilio il mago, tà interiore di Dante, ciò che
e la sua scelta come guida carat- effettivamente era e quali erano le
terizzava già il discepolo. Non sue opinioni ed appartenenze.
vi sono ragioni sufficienti per Una consiste nell’esaminare sen-
ritenere Dante eretico. Lo sde- za alcun pregiudizio tutta la lette-
gno contro gli eresiarchi nell’In- ratura che dalla metà dell’Otto-
ferno ne è una prova sufficiente. cento in poi ha reinterpretato
Le simpatie di Dante per i Dante. La mole e la profondità di
movimenti dei fraticelli e dei questa saggistica non si può elu-
pauperismi, la difesa dei Templari dere, e rappresenta una branca di stu-
ingiustamente perseguitati da Filippo il Bel- di danteschi ormai indispensabili.
lo e da Clemente non eccede le opinioni Ma la prima consiste nell’esame della
colte del tempo suo ed in esse non vi è trac- vita di Dante nel suo contesto familiare, cit-
cia d’eresia. tadino, culturale, prima che la figura del
Certo, Dante e la fazione dei Bianchi cui genio prenda corpo e vita. La moderna sto-
apparteneva si opponevano all’estendersi riografia ha superato i limiti che le impone-
dell’influenza politica di Bonifacio VIII: De va la metodica ottocentesca, ricercando l’o-
servitio faciendo domino Papae nihil fiata. rigine della vita pubblica e dei grandi avve-
La prima opposizione di Dante al tem- nimenti nella vita privata, negli avvenimen-
poralismo era di natura politica, e solo suc- ti quotidiani.
cessivamente diviene filosofico-religiosa. L’immaginazione vede in Dante ad un
Dante afferma nel De Monarchia che l’au- tempo il gigante ed il genio, ma molto spes-
torità deriva da Dio e dal popolo romano so non è conosciuta la realtà vivente della
che n’è il mandatario e che al Pontefice si sua esistenza, della sua città, degli ideali e
deve soltanto la riverenza, che è l’unico delle crisi che coinvolgevano il suo mondo.
appannaggio del potere spirituale. Cercheremo quindi di dare un ritratto
Gli accenni astrologici nell’opera dante- fedele e neutrale di quest’ambito, mettendo
sca sono numerosi e non mancano alcuni soprattutto in risalto ciò che lo stesso Dante
accenni di mistica ebraica, che solo nel XIII dice di sé. Soltanto dopo questa sintesi
secolo cominciò ad avere connotazioni potremo verificare se le fonti del mito sono
cabalistiche. genuine. Non si può staccare Dante dal-
La Divina Commedia rappresenta una l’ambiente in cui è nato e vissuto, perché fu
summa della cultura medioevale e dimostra uomo dei suoi tempi e della sua città.
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Io fui nato e cresciuto sopra il gran fiume edificata solo dopo che l’antica famiglia
d’Arno alla gran villa. degli Uberti, che aveva case e torri in quel
luogo, venne distrutta.
Questo è tutto ciò che dice Dante della Ai piedi delle torri (alte al massimo 50
sua infanzia e della sua adolescenza. Ma braccia fiorentine, 29 metri) e delle case di
questa gran villa in che consiste- pietra fortificate delle fami-
va? Vicino ad un borgo etrusco, glie magnatizie vi erano
identificato in un piccolo qua- catapecchie di legno o di
drato fra Piazza S. Firenze, Bor- materiale di recupero, di una
go dei Greci, via dell’Anguilla e sola stanza, con un focolare,
Piazza S. Croce, nel I secolo a.C. che ospitavano la parte più
i Romani edificarono le mura povera della popolazione. Il
della prima cerchia, un quadrila- pavimento era di terra battu-
tero di circa 1800 metri, circa 20 ta, ricoperto di fieno o di
ettari, bastante per ospitare stoppie, anche per le case
2000/2500 abitanti. borghesi o magnatizie. Il pic-
La cerchia antica in cui vive- colo negoziante, l’artefice di
va Cacciaguida, l’avolo di Dan- concetto aveva a volte due
te, risale al 1078. Fu edificata da stanze, una per la cucina ed una
Matilde di Canossa, per la continua minac- per il letto. Ma anche le grandi dimore non
cia dei cavalieri tedeschi, al tempo della lot- avevano molti agi. La poca luce passava
ta per le investiture tra Enrico IV ed il Papa attraverso le “inpannate”, specie di imposte
Gregorio VII. La cerchia matildina poteva di tela grezza a copertura di finestrine minu-
ospitare circa 20/25.000 abitanti. Dante abi- scole. I gabinetti erano spesso fatti di tavo-
tò nel periodo della costruzione della secon- le di legno fra una torre e l’altra, e scarica-
da cerchia comunale, resasi necessaria per vano nel “chiassetto” di sotto, quando non
conglobare i vari borghi che erano nati si gettava tranquillamente il vaso ed il suo
all’esterno della prima. contenuto direttamente nella strada, come
All’inizio del XIV secolo i vari focolari ben ricorda il Boccaccio. Le cucine e le
comportavano 85.000 abitanti. Per i para- lavanderie erano o fuori della torre, o all’ul-
metri dell’epoca Firenze era davvero una timo piano per i rischi d’incendio.
gran città, considerando che Parigi, nello L’alimentazione era problematica dato
stesso periodo, non superava le centomila che solo il grano era importato e le derrate
unità. La città era caratterizzata, come tutte provenivano direttamente dal contado, dove
le città medioevali, da alte torri e da vicoli a volte i raccolti erano scarsi e producevano
strettissimi, con una grave carenza di piaz- carestie. Firenze poi non aveva porti propri
ze in cui la popolazione poteva radunarsi. e dipendeva da Pisa, spesso nemica.
La Piazza della Signoria, la cui costru- Dante, che è un conservatore ed un l a u -
zione fu il compimento delle lunghe e gravi dator temporis acti critica spesso i cosid-
lotte fra il Comune e le famiglie feudali, fu detti lussi della sua epoca, ma non ha nien-
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La protomassoneria fiorentina, V. Vanni
te da dire sull’alimentazione che era sparta- Come bevanda acqua o vinaccia annac-
na anche al tempo suo. Comunque, per quata (“acquerello”). Il vino pretto era solo
quanto scarsa e sottoposta a cicliche care- per gli uomini, all’osteria. I grassi alimenta-
stie, l’alimentazione era suf- ri sono scarsi. La coltivazione del-
ficiente e la solidarietà nutri- l’ulivo non era ancora nella sua
va anche i più poveri. massima espansione e per cucina-
I pasti principali erano re si consumava per lo più lardo
due: il desinare, fra le nove o, per i più poveri, anche la
e le dieci, e il cenare, in sugna.
inverno al tramonto, l’estate Un piatto tipico e quotidiano
poco prima. Per i ricchi, la della tavola fiorentina popolare?
merenda, a metà giornata. Si mette nel paiolo un trito di
Ma soprattutto venivano cipolla ed aglio, un po’ di sugna,
consumate grandi quantità a “miccino”, e cavoli affettati. Si
di pane, base dell’alimenta- aggiungono poi acqua e sale.
zione, scuro ed integrale, e Dopo la bollitura si aggiungono
non solo di grano, ma anche di fette di pane abbrustolite.
orzo, vecce, segale, lupini etc. Anche l’insalata si condisce spesso con
Si cucinava solo al mattino e la sera si un po’ di pancetta o lardo sciolti in padella.
consumavano i resti. Zuppa di legumi, con Un bicchiere d’acquerello (detto anche
pane raffermo o senza, formaggio, olive e sprezzantemente ed amaramente c e r b o r e a)
“rizzati” come dicono i fiorentini. Due vol- rallegrava, per così dire, il pasto. Di tutto ne
te la settimana (giovedì e domenica) un po’ doveva rimanere anche per la cena.
di bollito di manzo o arrosto di pecora, Il senso del tempo era diverso dal nostro.
vitello, agnello. I rari che scrivevano di notte lo misuravano
Nelle vigilie, il venerdì e la quaresima, con la candela graduata, con l’arenario o
rigidamente osservate, si consumavano clessidra; con la meridiana di giorno.
cereali (ceci, fagioli, vecce, lupini, orzo Ma soprattutto con le campane, in parti-
etc.) e verdure. Chi poteva permetterselo, o colare con quella di Badia, con cui s’indica-
se li pescava, pesci d’Arno o ranocchi. To n- va e terza e nona, vale a dire, secondo il
no, tonnina e acciughe erano considerate commentatore dantesco Jacopo della Lana,
gran leccornia; le aringhe ed il baccalà non l’ora di inizio e della fine del lavoro.
erano ancora importate dalla Norvegia. Per La campana del Palazzo dei Priori pesa-
i ricchi, pesce di mare, non freschissimo va 5.775 chili e richiedeva dodici uomini
naturalmente. per muoverla. Qual era la giornata del fio-
Nei giorni di festa, piccole quantità di rentino medio? Sveglia alle sei, un’abluzio-
maiale, selvaggina, pollame. Un lusso era ne molto sommaria, viso, mani e collo. Per
l’usare una gran quantità di pepe, soprattut- colazione – il latte era derrata cara – un toz-
to a causa della scarsa possibilità di conser- zo di pane con l’immancabile acquerello e
vazione della carne: altrimenti, aceto. tutti, soprattutto le donne, a messa. Gli
• 30 •
uomini andavano al lavoro con una mela, o L’immensa cultura di Dante da dove era
poco più, in tasca, accompagnata dal con- stata tratta? Qual era la sua ideale bibliote-
sueto seccherello (pane raffermo). ca? Quali furono i suoi maestri e dove tras-
Gli uffici pubblici aprivano all’alba e se la sua dottrina?
chiudevano alla “nona” (le 15), orario cui Le scuole erano del tutto private, ma una
dovevano smettere il lavo- società di mercanti, già
ro anche gli artigiani. Ma nel ‘200, era cosciente
probabilmente lavorava- che un minimo di
no tutti finché durava la istruzione era necessa-
luce del giorno (circa le rio. A Firenze in que-
ore 18, Vespero). st’epoca ai bambini
Dopo la cena a letto, era insegnato a legge-
tranne che d’estate, re ed a scrivere. Nelle
quando si poteva passeg- famiglie di medio ceto,
giare fino al coprifuoco. Solo i bordelli e le fino alle più ricche, l’insegnamento ele-
osterie potevano restare aperti fino a com - mentare era impartito anche alle bambine.
p i e t a, ma chi era fuori a quest’ora era consi- A chi aveva speranza di raggiungere un
derato con sospetto. Maestrato artigiano, era insegnato l’abbaco,
Il sabato pomeriggio era libero e dedica- l’algoritmo, la matematica, ed elementi di
to alle pulizie della casa e della persona. Le francese. A coloro che aspiravano ad un
stufe, nelle antiche terme romane, permet- Maestrato professionale il latino, la gram-
tevano una pulizia meno sommaria di quel- matica, la logica e rudimenti di filosofia.
la quotidiana del mattino. Ma lo studio più approfondito si svolge-
Domenica la messa era obbligatoria ed il va nello Studio Generale di Santa Croce
lavoro interdetto, tranne nel caso dei bar- dove Dante apprese la massima parte della
bieri, dei fornai, dei calzolai e degli spezia- cultura dell’epoca. L’incontro fondamenta-
li. Le riunioni pubbliche di privati cittadini le di Dante fu quello con Brunetto Latini,
erano ammesse solo per motivi religiosi. che, ritornato dall’esilio, prese particolar-
Da ciò deriva l’incredibile sviluppo del- mente a benvolere – fino a vaticinarne il
le confraternite religiose dei Laudesi, unica futuro genio – il giovane Dante che lo ricor-
occasione di aggregazione sociale. Anche da nei suoi famosissimi versi:
ai matrimoni, funerali e battesimi era impo-
sto un numero massimo di partecipanti. Il Che n’la mente m’è fitta ed or m’accora,
controllo politico, in mano alle Arti, era la cara e buona immagine paterna,
rigoroso ed opprimente. In questa Firenze di voi, quando nel mondo ad ora ad ora,
austera, poco luminosa, grigia e monotona, m’insegnavate come l’uom s’etterna; [...]
le uniche attività più vivaci erano la parte-
cipazione alle cerimonie religiose, quella Sarebbe molto utile, per approfondire la
alla vita pubblica, per quanto molto perico- nostra tesi, esaminare le fonti bibliografiche
losa, e lo studio. delle opere dantesche. Uno dei più grandi
• 31 •
La protomassoneria fiorentina, V. Vanni
eruditi del Rinascimento, Don Vincenzo tiva Dante è terribile, soprattutto verso i
Borghini, affermava che i suoi Maestri era- suoi concittadini:
no i libri, e, dalla ricostruzione di
un’ideale biblioteca dantesca, Filippo Argenti degli Adi-
potremmo trovare le origini del mari Caviccioli:
suo stesso pensiero. Dante stesso
ci parla delle sue cognizioni lette- Tutti dicevano: A Filippo
rarie, scientifiche e filosofiche, nel Argenti!
IV Canto dell’Inferno: E ’l fiorentino spirito bizzarro
A sé medesmo si volgea co
E vidi Elettra con molti compagni, denti
Tra’ qui conobbi Ettore ed Enea
Cesare armato con li occhi grifagni Della famiglia Adimari
Vidi Camilla e la Pantasilea Caviccioli
Dall’altra parte, e vidi ’l re Latino
Che con Lavinia sua figlia sedea: L’oltracotata schiatta che si indraca
Vidi quel Bruto, che cacciò Tarquinio: Dietro a chi fugge, ed a chi mostra il dente
Lucrezia, Julia, Marzia e Corniglia; Ovver la borsa, com’agnel si placa
E solo, in parte, vidi il Saladino:
Poi ch’innanzi un poco più le ciglia, I Visdomini
Vidi l’maestro di color che sanno
Seder fra filosofica famiglia. Color che quando nostra chiesa vaca,
Tutti lo miran, tutti onor gli fanno: si fanno grassi stando a concistoro
Quivi vid’io Socrate e Platone.
Che n’anzi agli altri più presso gli stanno;
I Fiorentini in genere:
Democrito che l’mondo a caso pone,
Diogenes, Anassagora e Tale,
Empedocles, Eraclito e Zenone: Vecchia fama nel mondo li chiama orbi
E vidi il buon accoglitor del quale Gente avara, invidiosa e superba
Dioscoride dico; e vidi Orfeo […]
Tullio e Lino e Seneca morale; quell’ingrato popolo maligno
Euclide geometra e Tolomeo che discese di Fiesole ab antico
Ippocràte, Avicenna e Galieno; E tiene ancor del mondo e del macigno
Averroe, che l’gran comento feo. […]
faccian le bestie fiesolane strame
Dante fu un fiorentino spirito bizzarro, di lor medesme e non tocchin la pianta
vale a dire, quando il termine non aveva lo S’alcuna sorge ancora in lor letame
[…]
stesso significato di “eccentrico” che oggi
Godi Fiorenza che se così grande
ha, un uomo “iracondo”. Forse, più che l’in-
Che per mare e per terra batti l’ale
dole, furono le amarezze, le delusioni sub- E per lo ’ferno il tuo nome si spande!
ite a trasformare il suo carattere. Nell’invet-
• 32 •
Dante denuncia come compagnia malva - Quella ch’è sul numer delle trenta è
gia e scempia la sua parte politica e ben Beatrice. Molto spesso Beatrice ha rapporti
pochi scampano alla sue irose raffigurazio- con il numero 9 nella Divina Commedia; il
ni poetiche: ma vi sono delle nove è l’ultimo dei numeri
rare eccezioni. dispari, divini secondo Pita-
Le parole d’affetto, com- gora. Ma 30 è formato da
passione, amore, Dante le riser- 3x9+3 ed è il numero dei cori
va a coloro che sono in piccio - angelici che sono più prossi-
letta barca: mi a Dio. Un antico testo
ermetico afferma che, giunto
O voi che siete in piccioletta al 9, il saggio si tacque.
barca È in questa terna di perfe-
Desiderosi d’ascoltar, sèguiti zione che consiste la critto-
Dietro al mio legno che can - grafia dei Fedeli d’Amore, il
tando varca. mistero profondo della
Non vi mettete in pelago; ché forse
Sophia, la Sapienza santa. Beatrice, Gio-
Perdendo me, rimarreste smarriti.
L’acqua ch’io prendo, giammai non si
vanna, Selvaggia, sono le Dominae, le
corse: Signore, le terribili entità feminine che for-
Minerva spira e conducemi Apollo mano l’entità animica dei loro Fedeli.
E nove Muse mi dimostran l’Orse. Vi è uno splendido monologo biblico
Voi pochi altri che drizzaste il collo all’Altissimo della Sapienza femminina,
Per tempo al pan degli angeli, del quale increata e diaframmatica fra il visibile e
Vivesi qui, ma non sen vien satollo. l’invisibile, fra il possibile e l’impossibile,
Metter potete ben per l’alto sale fra il potenziale ed il potenziato, così come
Vostro naviglio, servando mio solco era Ekate di fronte a Zeus.
Dinanzi all’acqua che ritorna equale.
Paradiso, Canto II
L’Altissimo mi ebbe con sé all’inizio del -
le sue imprese, prima di compiere qual -
Per pochi amici ebbe stima e rispetto, siasi atto, da principio. Ab Aeternum
soprattutto per quel grande personaggio che sono stata costituita, anteriormente alla
fu Guido Cavalcanti, e per Lapo Gianni, la formazione della terra. Io ero già genera -
triade fiorentina degli anni migliori e della ta e gli abissi non esistevano e le fonti
più perfetta affinità spirituale: ricordate il delle acque non scaturivano ancora, né i
sonetto? monti ancora sorgevano con la loro gra -
ve mole; prima ancora dei colli fui gene -
Guid’io vorrei che tu e Lapo ed io rata; non aveva ancora creato la terra, né
Fossimo presi per incantamento i fiumi né i cardini del mondo. Quando
E messi in un vasel cad’ogni vento disponeva i cieli fui presente, quando
Al voler vostra andasse e al mio. accerchiava gli abissi nel giro regolare
E Monna Vanna e Monna Lagia e poi, dei loro confini, quando fissava in alto le
con quella ch’è sul numer delle 30 […] atmosfere e sospendeva le fonti delle
• 33 •
La protomassoneria fiorentina, V. Vanni
acque, quando segnava intorno al mare il Jung portò nel campo della psicologia
suo confine e poneva un limite alle acque l ’Animus e l’Anima. L’Animus era l’arche-
affinché non oltrepassassero le sponde, tipo dell’anima insito nella donna, l’Anima
quando gettava i fondamenti della ter - era la versione maschile di
ra, assieme a lui disponevo di tutte le questo simbolo arcano. L’A-
cose e mi deliziavo in tutti quei gior -
nima, la Sophia dei Fedeli
ni, trastullandomi di fronte a lui con -
tinuamente, trastullandomi nel cer -
d’Amore doveva congiun-
chio della terra e la mia delizia era gersi ermeticamente con lo
vivere con i figli degli uomini. spirito, l’Intelletto, per poter
dalla Bibbia: I Proverbi esulare dalla dualità di Rigo-
re e Misericordia, nella
La Donna dei Fedeli d’Amore era colonna sephirotica dell’E-
speculare alla loro interiorità, la loro quilibrio.
stessa anima. Ma quest’entità fem- Così l’amore terreno era
minea aveva una parte oscura e terri- soltanto l’allegoria e l’ana-
bile, con caratteri cabalistici delle gogia dell’amore celeste, la
“Signore delle Tenebre”. veste materica della donna, il
Nell’albero Sephirotico della cabalà la paradigma della Nostra Donna Interiore, la
colonna del Rigore è Hocmah, la Madre. Pietra grezza e nigra che doveva trasmutar-
Ma è una madre tellurica, non celeste; cto- si in pietra cubica.
nica, non cillenia. È l’aspetto oscuro di Isi- È la Dòmina a cui portano Amore i Fra -
de, Astarte, Ekate, Cibele, Durga Kalì. tes Lucis ed i Frates Tenebris, forse il nome
Quest’entità si esprime nella materia segreto di un Ordine cui si presume appar-
come Venere Pandemia, l’Eros volgare del- tenne Dante. Quest’Ordine avrebbe avuto
la massa, che deve metaformizzarsi in una metafisica che, nella sua speculazione,
Venere Urania, la Virgo, che è sublimazio- aveva anche scopi politici, ed usava il sim-
ne della madre e del femminile. bolo dell’Aquila, che era quello stesso del-
Quest’antichissimo concetto è stato l’Impero Romano e del suo Imperatore.
ridiffuso da Carl Gustav Jung. Le concezio- La sconfitta politica del ghibellinismo
ni psicoanalitiche di Jung sono spesso fece sì che i grandi signori cui Dante richie-
desunte dalla filosofia esoterica. La sua for- se pane e asilo non fossero più così ospitali.
mazione massonica, presso la Loggia Il grande vate dell’idea imperiale era un
“Modestia cum Libertate” all’Oriente di testimone scomodo nei nuovi tempi bor-
Zurigo, di Rito Scozzese Rettificato, dove ghesi e il poeta dovette adattarsi a guada-
raggiunse il massimo grado di “Gran Pro- gnarsi la vita frusto a frusto e ad assaporare
fesso”. Questa stessa Loggia, che frequentò come sa di sale lo pane altrui, e com’è duro
assieme a Kerényi, il grande mitologo del- calle lo scendere ed il salir le altrui scale.
l’antica Grecia, gli consentì una preparazio- Ma la sua grandiosa visione metafisica,
ne iniziatica, che Jung stesso definì come universalmente ed atemporalmente descrit-
gnostica. ta nel Paradiso, superava gli accadimenti e
• 34 •
esser state il “modello” della Libera Mura- progetti della costruzione del Tempio. In
toria, formarono anche il modello dell’Ac- questo quadro sono raffigurati i maggiori
cademia del Disegno di Cosi- artisti del tempo, compreso
mo I, che fu la prima entità Michelangelo. Alla base i sim-
proto-massonica manifestata boli dell’Arte.
nella storia.
Porticato degli Innocenti:
Appunti d’iconografia pro - Cosimo investe don Vin-
to-massonica a Firenze cenzo Borghini, umanista ed
ermetista, della carica di Prov-
Orsammichele: veditore dell’Arte del Dise-
La nicchia della Compa- gno, con caratteristiche ed ico-
gnia dei Maestri di Pietra e di nografie protomassoniche.
Legname; raffigurazione dei Cosimo fonda l’Ordine di
Quattro Coronati. Nella predel- S. Stefano, riviviscenza rinasci-
la tutti i simboli dell’Arte. mentale dell’Ordine del Tempio.
Which are the possible relations between Cabala and Christianity and the Qum -
ran’s Essenes? After an attempt to catalogue the so called “Qumran’s Library”, the
support of the texts has been invoked, in order to try to throw light upon the
Essenes’ beliefs and characteristics, and to confirm and bolster the thesis of distin -
guished scholars, who have sustained the relationship between the Qumran com -
munity and the Jewish mystic tradition.
Moreover, because of the fact that the Qumran’s documents bear precious infor -
mation which largely enrich the knowledge about the period of Jesus’ birth and the
primitive Christianity, the study and the research have been directed to what many
define “an upsetting discovery”: the so called papyrus 7Q5. Its fragments, very
probably, can be identified with a passage of Mark’s Gospel. This fact has genera-
ted some more questions: first of all, why this sect – which more than one scholar
has indicated as a sect of sure and strict Jewish observance – was related with the
movement of a self-styled Messiah, who had not been recognized as such by
Judaism, and who had little or nothing to do with that sect.
It could be strange that someone has tried to find out the answers to such impor -
tant questions in a piece of a papyrus of the size of a stamp. But, as a matter of fact,
according to the inevitable conclusions to which it leads, it reveals itself like a
“missing link” between different worlds: the Essene world and the Christian world,
and it gives a clue that is different from that used during the centuries, which has
separated the historical Jesus, absolutely unapproachable, from the Jesus of the
Faith, a result of the elaboration made by the Christian community, and mostly by
Paul and his followers.
e a decifrare la scrittura ebraica dei Rotoli e merito dell’attività specifica degli studiosi e
a capirne l’importanza. si limitò a chiedere l’ingresso nel Comitato
Le commissioni sono assolutamente di studiosi ebrei. Ma tutto questo non fu
indipendenti e lavorano separatamente, sen- sufficiente ad impedire la
za alcuna possibilità di comunicazione, a “protesta” internazionale
causa anche dei cattivi rapporti fra Israe- su certe forme di
le e Giordania. monopolio che con-
Ma nel 1967, la politi- tinuavano ad esse-
ca e la guerra imprimono re esercitate, fino a
una svolta agli eventi. quando una note-
Infatti, con la guerra dei vole quantità del
sei giorni, non solo il materiale raccolto,
Muro Occidentale del se non tutto, divenne di
Tempio, il famoso Muro dominio pubblico.
del Pianto, dopo duemila Anche di fronte a questo le pole-
anni tornò in mano israelia- miche non si placarono. Basti pensare,
na, ma con esso Gerusalemme infatti, che alcuni studiosi continuarono a
est ed anche il Rockefeller Museum che porre ostacoli, perfino giudiziari, alla pub-
conteneva gran parte dei manoscritti del blicazione e alla diffusione delle copie dei
Mar Morto. Manoscritti, come se qualcuno potesse van-
Come Dio impiegò sei giorni per creare tare un diritto di copyright su un tesoro che
la Terra Santa, così Israele impiegò sei gior- appartiene all’umanità.
ni per conquistarla, e con un sol colpo tutti È stato necessario ricostruire brevemen-
i Rotoli finirono di fatto sotto il suo domi- te questi eventi perché la loro stessa crona-
nio. Oggi sono conservati nello Shrine of ca lascia trapelare i motivi che li determi-
the Book (“Santuario del Libro”), all’inter- narono e che – come ormai è generalmente
no dell’Israel Museum, a Gerusalemme. In ammesso dalla maggior parte degli studio-
pratica si tratta di un vano sotterraneo, il cui si – furono condizionati dal timore, nem -
s o ffitto, che ricorda la forma del coperchio meno troppo coperto, che dalla documenta -
delle giare, è costantemente annaffiato per zione di Qumran potesse emergere qualco -
evitarne il surriscaldamento. Il visitatore sa che avrebbe potuto modificare o turbare
scendendo sottoterra ha quasi la suggestio- una storia ormai consolidata da millenni di
ne di entrare in una grotta. credenze o che potesse portare a ripensa -
menti critici del Cristianesimo primitivo,
Dopo la conquista dei Rotoli da parte tenuto anche conto della circostanza, nien-
d’Israele, l’indagine sul materiale di Qum- te affatto trascurabile, che qui ci si muove
ran di fatto non fu sottratto a Padre De Vaux su un terreno minato e sensibile qual è quel-
e agli altri membri del “suo” Comitato. lo rappresentato dai rapporti tra Ebraismo e
Infatti il governo d’Israele non entrò nel Cristianesimo.
• 42 •
1 Nomi dei Libri e numero di copie relativo: Genesi: 15; Giudici: 3; Ester: 0; Isaia: 21; Esodo: 17;
Rut: 4; Giobbe: 4; Geremia: 6; Levitico: 13; 1-2 Samuele: 4; Salmi: 36; Lamentazioni: 4; Numeri: 8; 1-2 Re:
3; Proverbi: 2; Ezechiele: 6; Deuteronomio: 29; 1-2 Cronache: 1; Qohelet: 3; Daniele: 8; Giosuè: 2; Esdra
Neemia: 11; Cantico: 4; 12 Profeti Min.: 8.
• 43 •
Percorsi cabalisti e cristiani a Qumran, G. Abramo
ebraica dal Genesi a Malachia, tranne Ester sono il “Maestro di Giustizia”, il “sacerdo-
e non sappiamo perché. Si è ipotizzato che te empio”, “l’uomo della menzogna (o del-
forse non fu ritenuto la falsità)”, “il propagatore
degno di essere copiato della menzogna”, “la casa
dagli autori della di Assalonne” etc.
“biblioteca” di Qum-
ran, perché non contie- Nel secondo gruppo
ne il nome di Dio a della letteratura qumrani-
quattro lettere, ma, in ca, la categoria degli Inni
verità, anche il Cantico (Hodayoth) include sia
dei Cantici ne è privo, testi a carattere stretta-
ma gli è stato riservato mente liturgico sia testi
ben altro trattamento. che hanno una precisa
Ciò premesso è connessione con il loro
importante sottolineare prototipo: i Salmi. Questa
che, per quanto ci è categoria contiene alcuni
dato sapere, i mano- splendidi testi tra i più
scritti, antichi di alme- belli del corpus.
no duemila anni, sono Del gruppo degli Inni
identici alle moderne edizioni della Bibbia fanno parte testi che già nel titolo rivelano
ebraica, il che – con buona pace di coloro la loro natura: tali sono gli Inni battesimali
che affermano che la Bibbia fu il risultato di (riferibili ad un battesimo inteso come rito
consce e deliberate manomissioni del testo purificatorio e non certamente in senso cri-
“originario” e che in definitiva essa è stata stiano); gli Inni dei poveri (il termine Ebio -
costituita in una maniera più o meno casua- nim nella letteratura qumranica è vastissi-
le – consente di affermare che, almeno dal mo, ma non si fa fatica certamente a ricono-
II secolo a.C., il testo della Scrittura è rima- scere in quest’opera una delle fonti alle qua-
sto lo stesso. li hanno certamente attinto il corpus p a o l i-
Per quanto riguarda i Commentari, la no e quello evangelico), e per finire, ma
loro importanza, più che nella funzione di limitandoci solo al titolo, i Figli della Sal -
chiarimento della Scrittura che resta piutto- vezza (J e s h à, la stessa radice nominale del
sto remota, sta nel fatto che ci aiutano ad nome di Gesù) e i Misteri dell’Esistenza.
entrare in contatto e a familiarizzare, oltre In questa categoria, se il tempo lo con-
che con la vita della comunità, con le cose sentisse, meriterebbe una particolare atten-
in cui essa credeva, con il modo in cui vive- zione ed uno studio a sé il cosiddetto Roto -
va segregata dal resto della società e soprat- lo dei Salmi che contiene un certo numero
tutto con importanti personaggi che quasi di salmi non biblici prima sconosciuti e che
diventano, pur nelle difficoltà interpretative, probabilmente andrebbero aggiunti alla
la chiave di volta della comunità stessa. Tali Bibbia che conosciamo.
• 44 •
Nonostante l’età più che centenaria del- li fu affidata la scoperta trovarono notevoli
l’opera che può, specialmente alla luce del- somiglianze con le “regole” della Chiesa
le successive scoperte di metodista alla quale alcuni
Qumran, anche presenta- di essi appartenevano.
re qualche lacuna infor- Dall’esame di questa
mativa, le tesi in essa documentazione emerg o-
formulate sono tutte no regole e statuti piutto-
ancora sostenibili; anzi, sto rigidi e severi, per-
aiutano a comprendere le meati da un estremo
diverse sfaccettature del- “zelo” di carattere apoca-
la “setta”, che vanno dal- littico che dominava que-
le capacità divinatorie e sto gruppo.
profetiche, evidentemen- Già dal titolo è intuibi-
te frutto della meditazio- le l’importanza del docu-
ne mistica e cabalistica, alla mento che fornisce detta-
pratica di studi sottili ed accorti, ereditata gliate informazioni sulle procedure dell’ini-
dai Farisei, fino alla conoscenza di tecniche ziazione e dell’arruolamento dei nuovi
terapeutiche e curative: gli Esseni – afferma adepti, operazione non facile e che richie-
Giuseppe (Guerre 2,2,7) – nelle opere anti - deva impegno e prove a vari livelli.
che apprendevano le proprietà medicinali
delle radici e le virtù delle pietre. È questa la sede per parlare di un altro
Riprendiamo il nostro cammino sui con- importante reperto che appartiene a questa
tenuti dei documenti, riservandoci, nei limi- raccolta di leggi e di ordinanze: si tratta del
ti consentiti dal presente lavoro, di tornare Documento di Damasco, la cui particolari-
sull’aspetto iniziatico ed esoterico della tà, oltre al contenuto, al quale ora accenne-
comunità di Qumran, ogni volta che se ne remo, è costituita dal fatto che esso era già
presenterà l’occasione. noto prima della scoperta della biblioteca di
Qumran, in quanto verso la fine del XIX
Le Ordinanze e Leggi, discussioni di secolo era stato già rinvenuto nella cosid-
carattere legale, rappresentano uno degli detta genizah del Cairo. Si tratta di un loca-
aspetti più significativi del mondo giudaico le (genizah letteralmente significa “camera
all’epoca dei Rotoli e ci offrono un impor- nascosta”) della Sinagoga del Cairo (882
tante quadro della mentalità, delle regole e d.C.), quella stessa dove insegnava il gran-
della struttura organizzativa di coloro che di de filosofo Moshè Maimonide, e dove, da
questa biblioteca furono gli autori. epoca immemorabile, era stata raccolta
Fondamentale al riguardo è la Regola un’ampia documentazione ebraica, scono-
della Comunità, noto nella letteratura sciuta fino a quando la Sinagoga stessa non
anglo-americana come Manuale di Disci - fu ricostruita (1890) portando alla luce l’e-
plina, cosiddetto perché gli studiosi ai qua- sistenza della genizah e dei suoi “tesori”
• 46 •
che il clima caldo ed arido, come quello Qumran, che sono assolutamente scono-
delle grotte di Qumran, aveva miracolosa- sciuti, questo “sacerdote empio”, secondo
mente preservato. alcuni studiosi, potrebbe
Cominciando dal titolo essere un fratello di
dell’opera, possiamo dire Giuda Maccabeo,
che esso sembra collegarsi Gionata, che usurpò
con la storia del gruppo di la carica di “sommo
Qumran. Infatti, per alcuni Sacerdote” forse
studiosi, Damasco potrebbe proprio al “Maestro
essere la sede di una comu- di Giustizia”, che
nità locale rimasta, natural- sarebbe stato il suo
mente, in contatto con la predecessore e che
casa madre, oppure potreb- egli uccise a Dama-
be essere il luogo dove la sco, dove lo rag-
setta si rifugiò a seguito di giunse nel giorno del
contrasti tra il fondatore (il “Maestro di Kippur. Sembra strano che un sommo
Giustizia”) ed un suo nemico (“l’uomo di sacerdote, sia pure “empio”, non rispetti la
menzogna” o “sacerdote empio”). Potrebbe festività. Ma, in realtà, quella festa era tale
anche trattarsi di un nome simbolico di solo per gli Esseni che, come ora vedremo,
Qumran o comunque di un qualunque altro avevano un calendario diverso dagli altri
luogo di rifugio della setta e non necessa- Ebrei e che pertanto, nel giorno di festa, non
riamente della città di Damasco. si difesero nemmeno.
Quanto al contenuto del D o c u m e n t o,
bisogna ricordare che esso attesta l’esisten- Fra i testi legali assume una particolare
za di un ramo del sacerdozio ebraico, fin importanza sia ai fini della valutazione del-
qui sconosciuto, chiamato I figli di Sadoq, la comunità di Qumran, sia della sua men-
dal nome del gran sacerdote all’epoca di talità e del suo sviluppo, un testo prove-
Salomone. E, forse, non siamo lontani dal niente dalla Grotta 4 già in parte noto in
vero se pensiamo al “Maestro di Giustizia”, passato e che negli ultimi anni si è arricchi-
come ad un sacerdote di rango elevato, se to di alcuni frammenti, per molto tempo
non addirittura ad un sommo Sacerdote, tenuti sotto chiave, nei sotterranei del Roc-
esautorato da un suo nemico e spogliato dei kefeller Museum, da alcuni membri dei
suoi poteri. D’altra parte in ebraico il som- comitato dei Rotoli del Mar Morto che ne
mo sacerdote è cohen ha rashi e il sacerdo- avevano monopolizzato lo studio.
te empio è cohen ha rasha. Ed in ciò potreb- Il documento contrassegnato da una
be essere la chiave di lettura di questi nomi sigla divenuta abbastanza popolare,
tanto famosi a Qumran. 4QMMT (non molto correttamente tradotta
E qui, anche se dobbiamo fare sempre come “alcune parole della Torah”, mentre
molte riserve sui nomi dei personaggi di forse dovrebbe leggersi “alcune opere della
• 47 •
Percorsi cabalisti e cristiani a Qumran, G. Abramo
di una specie di inventario, forse di un teso- di, in un paesaggio di rocce e pietre che non
ro sepolto, di oggetti preziosi del servizio si possono nemmeno toccare, in quest’au-
sacerdotale o addirittura del Tesoro del tentica fornace, oltre duemila anni fa si era
Tempio di Gerusalemme, nascosto, chissà insediata la “setta” di cui stiamo parlando,
dove, per sottrarlo ai nota come la Comunità
Romani in arrivo. degli Esseni.
Giuseppe Flavio nelle
In chiusura, ma
sue Antichità giudaiche,
anche a titolo di preci-
Filone nella sua Vita con -
sazione, dobbiamo dire
templativa, Plinio, Porfi-
che, tutto sommato,
rio ed Epifane ci traman-
con la nostra classifica-
dano preziose notizie sulla
zione ci siamo limitati
natura di tale comunità.
ad elencare i documen-
Con il loro aiuto cer-
ti più importanti. Quan-
chiamo di ricostruire
do si ha a che fare con
ancora qualche vicenda di
un deposito enorme
questo popolo particolare.
come quello del Mar
Innanzitutto è qui il
Morto è impossibile
caso di precisare che il ter-
catalogare ogni singolo libro o frammento
mine “setta” che, secondo la terminologia
in esso presente. Oggi si raggiunge la rag-
cattolica, è un raggruppamento di persone
guardevole cifra di diverse migliaia di uni-
spesso in numero modesto ma dissidente,
tà fra rotoli e frammenti, alcuni dei quali
nel Giudaismo non è sempre stato interpre-
non più grandi di un francobollo.
tato nello stesso senso.
Infatti siamo piuttosto di fronte a diff e-
Gli abitanti di Kirbert Qumran renziazioni dottrinali, a modi diversi di
Ora che abbiamo visto, per così dire, interpretare, egualmente legittimi, purché
l’“oggetto”, passiamo ai “soggetti”, per sia fatta salva l’osservanza della Legge e i
aggiungere ancora qualche elemento alla princìpi fondamentali della fede. Raramen-
loro storia. te si arriva a “scismi”, il più noto dei quali
Khirbet Qumran è un nome arabo che è, ad esempio, quello dei Samaritani.
significa la “Rovina di Qumran”, una città Giuseppe Flavio (Antichità giudaiche,
che molti conoscono con il nome di Metzad XIII,V,9) elenca tre sette: Sadducei, Farisei
Hasidim (“Fortezza degli Asidei”), dove (che sono note anche dai Vangeli) ed Esse-
ancora oggi sono attivi gli scavi di un sito ni. A queste possiamo aggiungere una spe-
archeologico ufficiale curato dal governo cie di “sottosetta”: gli Zeloti. Le prime due
israeliano. fanno parte del Giudaismo ufficiale, le altre
In questo luogo dove, nel mese di luglio, sono marginali e più vicine a ciò che la ter-
la temperatura spesso si avvicina ai 50 gra- minologia cattolica intende come setta.
• 51 •
Percorsi cabalisti e cristiani a Qumran, G. Abramo
La setta si perpetuava mediante l’aggre- È qui ora il caso di fare una breve paren-
gazione di nuovi membri, e gli aspiranti, per tesi storica che può aiutarci a ricostruire le
essere ammessi, dovevano superare un vicende particolari di questa setta che sem-
noviziato triennale. Una volta brano intrecciarsi con la
ammessi nell’ordine facevano rivolta maccabaica e con
dono alla comunità di tutti i la storia della dinastia
loro beni. Vivevano un comu- dei Seleucidi, i discen-
nismo ante litteram che ispire- denti di Antioco III.
rà la vita del Kibbutz. Cominciamo da
Seguivano rigorose norme quando l’impero persia-
di purità, culminanti in bagni no crollò sotto i colpi del
frequentissimi, simboleggiate giovane Alessandro il
dal candore degli abiti e con- Macedone e di conse-
nesse con quella speciale reve- guenza anche la Giudea
renza per la luce solare della finì nel suo dominio
quale abbiamo già parlato. (332 a.C.). Alla morte di
L’etimologia del nome è Alessandro, il generale
controversa: esseno potrebbe Tolomeo se ne impadro-
essere la corruzione del termine aramaico nì (320 a.C.) e deportò parte della popola-
osin che indica l’“esecutore della volontà di zione in Egitto (è questa l’epoca della tra-
Dio”. Ma, in effetti, Esseni deriva dal greco duzione biblica dei Settanta). I discendenti
Essanoi o Essenoi. Gli Hasidim (“pii”, dal di un altro generale di Alessandro, i Seleu-
termine ebraico H e s e d che significa “mise- cidi, che già dominavano sulla Siria, con-
ricordia”) potrebbero essere gli antenati sia quistarono in seguito anche la Giudea (198
degli Esseni che dei Farisei. a.C.) con Antioco III.
Ma d’altra parte il titolo di “figli di Ciò premesso, quando Antioco IV, che
Sadoq”, che gli Esseni si attribuiscono nei meritava veramente che il suo titolo reale di
Manoscritti del Mar Morto, ricorda i Sad- Epifane (“il dio manifesto”) fosse mutato
ducei ed indica che entrambi i partiti si dai Giudei in quello più veritiero di Epima-
richiamavano al sommo sacerdote Sadoq. È ne (“il maniaco”), volle unificare le diverse
probabile, in effetti, che il primo nucleo del- popolazioni del suo regno imponendo loro
la setta degli Esseni si sia distaccato dalla una stessa religione, i Giudei non vollero
comunità sacerdotale quando gli Asmonei sottomettersi e scoppiò la rivolta dei “pii”,
associarono la carica di sommo sacerdote a gli Hasidim o Asmonei (167 a.C.).
quella regale e la resero ereditaria. Il cosid- Furono dapprima resistenze individuali,
detto “Sacerdote empio” potrebbe essere molti che amavano la legge e la giustizia
proprio un discendente di Antioco III, il andarono nel deserto e vi si stabilirono (1
conquistatore della Giudea. Maccabei 2,29), molti spinsero ancor più in
là l’eroismo e finalmente le resistenze pas-
• 53 •
Percorsi cabalisti e cristiani a Qumran, G. Abramo
sive e disperse si unirono. Giuda Maccabeo nazione nota ancora oggi di quella zona
– patronimico da M a c e v e t, “martello” – che, scavata da decine di mani di archeolo-
riconquistato il paese, gi di ogni tipo, è
s’impossessa della ormai aperta alla visi-
città di Gerusalemme ta dei turisti di tutto il
e purifica il Tempio mondo.
(140-37 a.C.). Una Questa comunità
piccola fiala di olio sarebbe rimasta a
consacrato vi bruciò vivere isolata nel
per otto giorni: è il deserto, lontana dalle
miracolo che gli principali correnti del
Ebrei vanno cele- pensiero sociale, poli-
brando ancora oggi, tico e religioso dell’e-
tenendo accese delle candele per una setti- poca, ed in particolare nulla avrebbe avuto
mana durante la festa del Channukkà. a che fare con quel nazionalismo messianico
militante e rivoluzionario, rappresentato
A questo punto la storia della setta dagli Zeloti difensori di Masada.
comincia ad essere interpretata e raccontata La sopramenzionata comunità, durante
dagli storici e dagli esperti in modo sostan- la rivolta di Giudea (tra il 66 e il 73 d.C.), si
zialmente diverso. Infatti, secondo alcuni, disperse di fronte al timore delle truppe
per gli Hasidim la guerra è finita, non mira- romane di Vespasiano, comandate da Tito,
no all’indipendenza come desiderano i in marcia verso Gerusalemme nel 68 d.C.,
Maccabei che continuano a combattere, ma, non senza aver prima nascosto gli ormai
liberata Gerusalemme e consacrato il Tem- famosi Manoscritti nelle altrettanto famose
pio, vogliono solo vivere liberamente il loro grotte del Mar Morto.
culto e pertanto molti tornano in pace a quel Questi testi risalivano ad epoche molto
deserto che, pur inospitale e polveroso, li anteriori a quelle di Gesù, certamente estra-
aveva salvati, e a quelle grotte che adorna- nee al Cristianesimo delle origini, e pertan-
no i pendii occidentali del Mar Morto. Qui to bisogna presumere che la comunità aves-
danno vita ad una utopia, una società alter- se credenze sicuramente diverse da quelle
nativa, una Nuova Gerusalemme, una città cristiane, tanto è vero che il suo “capo”, il
di Dio. Secondo alcuni studiosi tale città cosiddetto “Maestro di Giustizia”, non fu
sarebbe sorta sulle rovine di un antico inse- mai descritto come divino, e quindi non
diamento ebraico del IX secolo a.C., Ir ha poteva identificarsi con Gesù, ed anche i
Melakh (“Città del Sole”), che molti cono- relativi insegnamenti erano sostanzialmen-
sceranno con il nome di Metzad Hasidim te diversi, poggiando l’uno su basi “esoteri-
(“Fortezza degli Asidei”), che gli Arabi che” e l’altro “popolari”.
cambieranno in Khirbet Qumran (la “Rovi- È qui importante sottolineare che queste
na di Qumran”). Quest’ultima è la denomi- conclusioni e queste tesi sono le stesse
• 54 •
C’è anche da segnalare che più di uno Tuttavia, prescindendo da ulteriori con-
studioso, primo fra tutti il prof. Eisenmann, siderazioni, è certo che gli Esseni, malgra-
direttore del dipartimento di studi religiosi do il carattere esoterico della loro predica-
dell’Università di Califor- zione e la loro vita appartata,
nia ha sostenuto che hanno certamente lasciato
Esseni (in ebraico hassi - un segno sul Giudaismo e
dim), Zodochiti (zaddi - forse ancora di più sul
qim), Zeloti (qannaim), Cristianesimo nascente.
Nazareni (nozrim in
ebraico, nazorai in gre- Una scoperta sconvol -
co) e i primissimi Cri- gente: il papiro 7Q5
stiani Giudei (Simone,
Giacomo etc.) sono in Alle informazioni
pratica la rappresentazio- molto vaghe che, sugli
ne di una stessa ragione, Esseni, ci forniscono Giu-
sfaccettature molto cor - seppe e Filone, i docu-
relate di un solo fenome - menti di Qumran sicura-
no: il dissenso religioso, mente aggiungono dati
puristico ed intransigente, nei confronti preziosi e portano ad un notevole arricchi-
dell’evidente corruzione della classe sacer - mento delle nostre cognizioni relative al
dotale gerosolimitana e della presenza, sul periodo intorno alla nascita di Gesù e
trono di Israele, di una dinastia indegna, soprattutto al Cristianesimo primitivo.
quella erodiana. Infatti, nel 1955, in una delle famose
Tutto questo mondo si era eretto a custo- grotte, esattamente la n. 7, furono trovati
de della concezione messianica e la vita set- alcuni frammenti di un papiro, fra i quali
taria, per molti, era concepita come una pre- uno in particolare – chiamato 7Q5, largo
parazione concreta, religiosa, ma anche quanto una moneta da cento lire, con venti
militare nel senso proprio del termine, lettere, di cui dieci non chiare, disposte in
all’imminenza della liberazione che avreb- cinque righe – ha già diviso ed è destinato a
be restituito a YHWH la sovranità unica su dividere ancora il mondo degli studiosi dei
Israele. Vangeli, di tutto il Cristianesimo primitivo
Ciò premesso, molto probabilmente, sia e forse non solo di quello.
una accettazione totale della tesi che abbia- È noto che l’intera biblioteca di Qumran
mo innanzi illustrato, sia una rigida impo- è in lingua ebraica o aramaica e il supporto
stazione, come quella del prof. Eisenmann, per la scrittura è la pergamena, con una sola
possono essere fuori luogo, perché esisteva- eccezione: i frammenti della Grotta 7 che
no correnti diverse nell’Essenismo come sono scritti in greco e su fragili papiri.
Giovanni Battista e i suoi seguaci potrebbe- Dei frammenti ritrovati, due furono pre-
ro dimostrare. sto identificati dagli studiosi come apparte-
• 56 •
A questo punto possiamo dire che la tesi Ciò premesso, nonostante gli sforzi del-
di O’Callagan, a circa trent’anni dalla sua l’équipe internazionale diretti a fare in
scoperta, trova oggi pochi ed, in verità, modo che nulla turbasse l’interpretazione
poco agguerriti oppositori. corrente delle ori-
La scientificità e l’obiettivi- gini del Cristiane-
tà dell’informazione non simo e che non si
lascia molti spazi al dubbio, ponesse in discus-
ma le conseguenze che si sione l’ipotesi di
possono trarre dalla scoper- collegamenti di
ta non sono di generale gra- Gesù con la setta
dimento. degli Esseni, la
Infatti, subito dopo la scoperta di O’Cal-
pubblicazione dei risultati lagan portava ver-
dei suoi studi su Biblica, so altre conclusio-
rivista scientifica dell’Isti- ni, che rischiava-
tuto di padre O’Callagan, gli no di mettere in cri-
attacchi non si fecero attendere. si molte interpretazioni che, a questo punto,
Che cosa c’era di strano nella scoperta e apparivano mirate e volute, ma non sempre
nelle conclusioni alle quali lo stesso padre veritiere.
O’Callagan era pervenuto, convinto di pre- La identificazione del frammento 7Q5
stare un servizio straordinario alla dottrina con il Vangelo di Marco permette un avvi-
storica della Chiesa? cinamento al Cristo storico. Pertanto, se esi-
In sostanza, considerato che la setta di ste un testo che è stato scritto al più tardi
Qumran era scomparsa con la distruzione di vent’anni dopo la morte di Cristo, stiamo
Gerusalemme, diventava chiaro che il Van- toccando proprio il Cristo storico, e stiamo
gelo secondo Marco (o anche quello che entrando in una frazione di tempo preciso e
poteva essere semplicemente un documen- reale che può aiutarci a ricostruire la conti-
to precedente che di tale Vangelo era stata nuità – di cui molti hanno lamentato la
una fonte) sicuramente non poteva essere mancanza – tra le vicende di un suo prota-
posteriore al 70 d.C. gonista e quello dei Vangeli.
Inoltre considerando che le conclusioni Ma c’è di più. Dopo tutti gli sforzi delle
del papirologo inglese Roberts collocavano correnti conservatrici della Chiesa diretti a
la datazione del frammento di papiro a non porre importanti e decisive distanze tra la
oltre il 50 d.C., si poteva legittimamente setta di Qumran e i primi cristiani, la pri -
ritenere che quello scritto risalisse a forse ma prova documentale dei Vangeli, in ordi -
meno di vent’anni dalla morte di Cristo, la ne di tempo, di gran lunga anteriore a tutte
qual cosa significa che l’estensore del docu- le altre, veniva trovata proprio nella biblio -
mento aveva vissuto personalmente gli teca di quella setta che si voleva continuare
eventi da lui descritti. a mantenere distante dal Cristianesimo.
• 58 •
sua biblioteca aveva accolto e conservato quanto meno, si tratta di una sua “fonte”.
quel documento di cui il 7Q5 è una minu- Pertanto, considerata anche la sua datazio-
scola parte. ne pressoché certa, con molta verosimi-
Dagli sforzi che abbiamo glianza, ci troviamo di
fatto per identificare i conte- fronte ad uno scritto giu-
nuti della biblioteca stessa, deo-cristiano, che forse
sostanzialmente risulta che i proprio a causa della sua
documenti ivi raccolti, a par- collocazione fisica presso
te i testi sacri, presentano un quella biblioteca non è
carattere settario, interno al andato smarrito o distrutto
gruppo e coerente con un’i- come tanti altri scritti della
deologia prevalentemente, se stessa natura dichiarati ere-
non esclusivamente, ebraica tici e tolti di mezzo dopo
e fondamentalista. che Paolo, o chi per lui,
Ma se la setta era così avevano da essi liberamen-
esclusivista, come in prima te attinto elementi ed infor-
analisi potrebbe apparire, per- mazioni riguardanti l’opera
ché avrebbe dovuto conservare quel e l’insegnamento di Gesù per poi costruire
documento se non avesse avuto una relazio- una cristologia ed una teologia propria.
ne abbastanza stretta col movimento di cui
quel documento stesso era un prodotto? E Possiamo ora ripartire avendo come
qui, anche se non vogliamo pensare alla tesi punto di riferimento la morte di Gesù.
dell’identità di Robert Eisenmann, non pos- È noto che, dopo di essa, la Scuola di
siamo escludere che, se gli abitanti di Qum- Gerusalemme e Paolo si contesero l’eredità
ran avevano accolto quel documento, evi- sulla base di due impostazioni ideali: una
dentemente questo non doveva contrastare giudaizzante (identificata in Pietro e Giaco-
con le loro ideologie e quindi è verosimile mo) e l’altra che possiamo definire elleni-
pensare che le dottrine sottostanti fossero, stica (identificata in Paolo e i suoi seguaci).
quanto meno, tollerate, se non interamente Non è un mistero che tra Paolo e gli
accettate nell’ambiente qumranico. Apostoli della prima ora non regnò accordo
A questo punto riteniamo di poter legit- ed unità di intenti, nonostante che la Chie-
timamente concludere che, anche se quel sa, per non mostrare fratture di sorta, si sia
documento non fosse il Vangelo di Marco sforzata di far apparire i contrasti come il
così come noi lo conosciamo, ma ad esem- risultato di una normale dialettica all’inter-
pio un Vangelo primitivo – di quelli diven- no di una stessa scuola, che – fatte le pro-
tati poi “apocrifi” e di cui a noi sono giunte prie verifiche – ha poi deciso di accettare
poche e scarse notizie dai Padri della Chie- l’impostazione che risultava più vicina alla
sa – il fatto che oggi alcune parole di esso si predicazione di Cristo, che sarebbe quella di
trovano in quel Vangelo dimostra che, Paolo che, per fortuna del Cristianesimo
• 60 •
nascente, era dotato di quella lucidità men- Ricordato e considerato tutto questo,
tale che non avevano o che non viene rico- non ci sembra di prospettare tesi precosti-
nosciuta agli altri membri della Scuola. tuite, ma al contrario solo logiche e conse-
guenti, se pensiamo ai Giu-
Ma forse le cose non stanno dei-Cristiani di prima del 70
proprio così, perché la Scuola di d.C. come a messianisti
Gerusalemme ebbe una decisa Esseno-Zeloti (Farisei certa-
componente giudaica; non aveva mente non erano e Sadducei
mai pensato ad una chiesa extra- ancor meno) e, dopo il 70,
giudaica, né aveva alcuna inten- come a veri e propri discen-
zione di abbandonare la legge denti di quella setta esseno-
mosaica, ma al più, di innestare zelota, nazionalista e ideal-
su di essa momenti di innova- mente lontana da dottrine
zione o di semplice completa- non palestinesi.
mento e sostanzialmente non Quest’ultima ipotesi giu-
intendeva rompere con la tradi- stificherebbe anche le perse-
zione della Sinagoga, anche se cuzioni alle quali furono sot-
molte erano le colpe del Sinedrio e della toposti i Cristiani primitivi, visti più che
classe sacerdotale. come adoratori di una nuova divinità – il
Questa linea, che era rimasta coerente che poco o nulla interessava ai Romani –
alla concezione di un Messia ebraico piuttosto come pericolosi nemici dell’impe-
“Unto” di YHVH, venuto al mondo per ro e come continuatori dei ribelli di Masada
ricostruire il regno di David e per purificare o di Gamala, la patria di Giuda il Galileo, il
la società ebraica dalla corruzione e dalla fondatore della setta degli Zeloti.
connivenza con il paganesimo, non era cer- C’è infine da aggiungere che, come
to in contrasto con il “monastero” di Qum- dicono gli stessi storici ecclesiastici, non
ran che, tra le sue mura e le sue vasche di furono estranee alle persecuzioni motiva-
purificazione, aveva probabilmente ospita- zioni politiche attinenti alle critiche al Sine-
to i seguaci di Gesù lontani o in contrasto drio (che aveva condannato il “vero” Mes-
con la predicazione di Paolo. sia d’Israele, l’Unto del Signore, il discen-
E perfino la denominazione dei seguaci dente ed erede di David e del suo regno).
della “nuova fede” continuò, almeno nella D’altra parte era inutile obiettare a que-
comunità di Gerusalemme, ad essere di tra- sta Scuola che, essendo morto sul patibolo
dizione giudaica: infatti, l’espressione usa- e non essendo riuscito a fondare il suo
ta era “Setta dei Nazareni” (Atti XIV, 5) e regno, Gesù non poteva essere il Messia,
solo da Antiochia (ambiente tipicamente perché era profonda convinzione di fede
“gentile”) partì il nome di “Cristiani”. E da della Scuola stessa che Gesù sarebbe ritor-
tale nomen Christianorum a l Christianesi - nato una seconda volta (la seconda parou -
mus (Christianismòs) di Ignazio di Antio- s i a), magari alla fine dei tempi, e a tale epo-
chia (fine I secolo) il passo fu breve. ca si spostava l’instaurazione del regno.
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Percorsi cabalisti e cristiani a Qumran, G. Abramo
Paolo sostituì semplicemente, si fa per Per far questo ci voleva astuzia, capaci-
dire, Roma ad Israele. Non era, infatti, que- tà di mimetizzarsi, e soprattutto non contra-
st’ultimo che poteva partire alla conquista stare l’ordine costituito. E questo è il punto
del mondo, mentre l’impero cosmopolita, cruciale che comincia con Paolo e arriva
plurinazionale, tollerante, fino a padre De Vaux: occorre
pronto a ricevere la cioè porre una netta separa-
predicazione era zione dei Cristiani,
anche già pronto a degli aderenti alla
diventare il corri- nuova fede, da ogni
spondente ideale collusione con sette
del Regno di Dio. rivoluzionarie o
Ma poiché i anche semplicemente
Romani erano abituati sospettate di essere tali e
a divinizzare il loro imperato- quindi nemiche di Roma.
re, il Messia non poteva essere da meno. I Romani potevano accettare tut-
Comincia così e si perpetua per almeno tre to, qualsiasi messaggio, qualsiasi stimolo al
secoli, il processo di divinizzazione di Gesù continuo divenire del pensiero, ma erano
che, con Costantino, è ormai terminato. E intransigenti quando si trattava di qualcosa
quando i Tessalonicesi, come si legge negli che potesse configurasi come attività anti-
Atti (XVII, 6-7) accusano Paolo di essere statale.
un sovvertitore, non hanno tutti i torti: Quei Se l’insegnamento zelota di Giuda il
pericolosi sovvertitori dell’impero sono ora Galileo (dal quale non crediamo che si
giunti sin qui […] si oppongono alla legge allontanasse la primitiva comunità cristiana
dicendo che ora c’è un altro imperatore, un giudaizzante e forse Gesù stesso) accoglie-
certo Gesù. Paolo sic et simpliciter ha sosti- va l’invito a non pagare le tasse, non certa-
tuito Gesù all’imperatore, Pietro e Giacomo mente per l’aspetto economico o venale ma
non sono andati oltre la visione di un mode- in quanto il messianesimo si rifiutava di
sto re dei Giudei. ammettere in terra un altro padrone all’in-
Ma, perché la costruzione paolina reg- fuori di Dio, Paolo ignora tutto questo ed
gesse, occorreva “sacrificare” il vero Gesù, ispira i Sinottici per far dire a Gesù di dare
trasformandolo da Messia “liberatore” ter- a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel
reno in “Redentore”, cui poco o nulla inte- che è di Dio. Che importanza ha riconosce-
ressava un potere temporale, essendo il suo re un altro padrone oltre Dio quando la sua
regno quello dello spirito e della trascen- sovranità può essere “trasferita” ed è indi-
denza. La crocifissione e il sepolcro vuoto scutibile sul piano trascendente?
o ffrivano la possibilità di trasformare – Di fronte alla diversa impostazione di
come forse avrebbe detto Paolo – un “agita- Paolo, la Scuola di Gerusalemme, in defini-
tore” di provincia in un grande protagonista tiva, muore per consunzione, perché dopo la
della ribalta mondiale. guerra del 66-70, ormai non c’è più spazio
• 63 •
Percorsi cabalisti e cristiani a Qumran, G. Abramo
non solo per una predicazione ispirata allo La più immediata conseguenza era la
zelotismo, al nazionalismo ma nemmeno al necessità di cancellare ogni traccia storica
pensiero tradizionale ebraico che, chiuso del protagonista della nuova vicenda reli-
nei confini di Israele e del suo popolo, con- giosa, costruire un personaggio ad hoc da
tinua ad essere dominato dalle rigide norme tramandare attraverso
della Torah, la legge di Mosè, e una sola e “filtrata”
anche da tutto l’inutile e farragi- documentazione da affi-
noso formalismo. dare alla posterità (le Let-
Paolo, al contrario, adatta tere di Paolo, gli Atti degli
quella che è sempre più una Apostoli, i Vangeli).
nuova religione alla cultura e Delle Lettere abbia-
alla mentalità di formazione più mo già accennato al
greca che giudaica; si guarda dal loro elevato tono cultu-
pretendere il rispetto alla cir- rale; gli Atti ci appaiono
concisione, o il divieto di come il “megafono” o
mangiar carne di bestie non l’Ufficio Stampa di
dissanguate e insomma tutto quel- quelle Lettere; i Vangeli
lo che era “pedante rigorismo giudeo”. restano un grande enigma perché è difficile,
Ci fu perfino chi, come San Girolamo dopo secoli, far prendere in considerazione
nella sua prima Omelia, affermò che tra idee come quelle che vedono in essi il frut-
Pietro e Paolo in sostanza non vi fu dissidio, to di un’accurata selezione di documenti
anzi al contrario essi diedero vita ad un’alta che hanno costruito l’immagine teologica di
politica di proselitismo, nel senso che l’ap- Gesù e che i quattro evangelisti, due dei
parente contrasto serviva a Pietro presso gli quali (Matteo e Giovanni) da buoni ame-ha-
Ebrei e a Paolo presso i Gentili. Ma sant’A- arez cioè “popolani ebrei”, non erano certa-
gostino crede ad un contrasto vero ed effet- mente in grado di elaborare. Questi perso-
tivo e si meraviglia che San Girolamo si naggi dalla semplice e modesta conoscenza
facesse portatore di semplici dicerie. di un dialetto aramaico sarebbero arrivati a
scrivere in greco dotto, attingendo perfino
In conclusione, tornando a Qumran e alla teoria ellenistica del Logos (com’è il
alle sue grotte, l’operazione di Paolo, che caso di Giovanni) e diventando biografi e
portò ad una vera e propria scissione dal teologi di indiscutibili capacità.
Giudaismo (e quindi anche dagli abitanti di Dalla loro instancabile attività editoriale
Qumran), poteva riuscire solo se venivano è poi emerso un personaggio asettico, sulla
rispettati certi presupposti e cioè innanzitut- cui data di nascita esistono tanti dubbi, sul
to l’estraneità di quella che alla fine doveva cui luogo di nascita è bene porre, più che
diventare una nuova religione, con ogni set- una semplice pietra, un macigno, perché, se
ta, con ogni agglomerato umano o sociale di si riuscisse a dimostrare che Betlemme,
matrice contraria a Roma e al suo diritto. Nazareth e così via, molto probabilmente,
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non hanno nulla a che fare con il vero luogo re considerato – come vuole la letteratura
di nascita, sarebbe poi estremamente facile neotestamentaria – completamente estraneo
ricondurre Gesù in un ambito storico alla vita del suo paese, tagliato fuori dai
che, quasi certamente, ignora le grandi movimenti di idee
idilliche e poetiche visioni politiche e religiose, igno-
natalizie della tradizione rare le “sette” e le loro
cristiana. impostazioni dialettiche
Infatti, con molta pro- e dottrinali, e, nonostan-
babilità, potrebbe essere lo te tutto ciò, possa essere
stesso di Giuda il Galileo, il ritenuto dalla posterità un “grande rivo-
fondatore della setta degli luzionario”, e un altrettanto “grande inno-
Zeloti, e ciò proprio sulla base di vatore”, ma solo su un piano
alcune indicazioni dei Vangeli che ideale e religioso che ignora
descrivono il luogo della nascita e che la contingenza storica e
finiscono con il condurre a Gamala più che vuole affermare un
che a Betlemme. mondo utopistico cer-
Tutto questo forse ci allontana dal tema cando di persuadere il
principale del presente contributo, tuttavia prossimo, che vive immerso in tutte quelle
ci sia consentito di chiudere almeno con una realtà storiche e contingenti, con insegna-
domanda: possiamo noi ritenere che un per- menti svolti con un linguaggio il più delle
sonaggio della levatura di Gesù possa esse- volte oscuro?
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Mankind reached the modern concept of Science per gradus, evolving from
Magic to Platonism and Hermetism, from Astrology to Alchemy and Empirism.
There was a progressive unveilment of reality, where truth is distinguihed from
lie and all propositions are under control.
’
umanità, così come ha una Platone, in quel periodo conosciute attra-
storia biologica, parimenti verso la traduzione latina di Marsilio Ficino
ne possiede una della (1433-99); ed egualmente nelleE n n e a d i di
psiche, costituite entrambe da una ininter- Plotino (III sec. d.C.), esse pure rese dal
rotta catena di eredità tanto fisiche quanto Ficino. A lui va pure il merito della tradu-
del dominio dello spirito. Derivano da zione e della conseguente diffusione del
queste una complessa evoluzione del com- Corpus hermeticum, attribuito, come è
portamento e del pensiero: da qui prendono noto, al leggendario Ermete Trismegisto,
le mosse e si determinano – come sostiene fondatore della religione degli Egizi, coevo
Giuliano Kremmerz – stratificazioni anche di Mosé, nonché indiretto maestro di Pita-
conoscitive, quelle più recenti rese possibili gora e di Platone.
dalle precedenti. L’acquisizione del pensiero platonico –
Se ciò ha valore per discipline singole nel periodo dell’Umanesimo post-petrar-
delle quali si voglia assicurare un filone di chesco – proposto ai pensatori rinascimen-
continuità ideologica, non meno ne ha per tali, aprì la prospettiva di una sorta di “pace
quanto attiene l’evoluzione globale del pen- filosofica” fondamentalmente anti-aristote-
siero umano, a misura che esso ci consente lica, in prospettiva cristiana. Alla risonanza
di acquisire nuove verità: questo iter d e l l ’ u- generata dalla conoscenza del Corpus her -
mana conquista del sapere non può quindi meticum si può sicuramente collegare la
ignorare i tre punti fondamentali ai quali fa impetuosa rinascita della Magia, che dal
riferimento il “naturalismo” del Cinquecen- tardo Quattrocento dominò la cultura euro-
to: e cioè Magia, Astrologia ed Alchimia. pea fino alla metà del Seicento.
Il naturalismo, quale fenomeno storico, E fino ad allora il Corpus fu considerato
trova le sue radici – in opposizione all’ari- la massima espressione sapienziale dell’an-
stotelismo della Scolastica – nelle opere di tico Egitto almeno fino a che nel 1614 Isaac
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la Natura”. I suoi calcoli e strumenti non si quella araba, al kimija, che significa “pietra
separano mai da uno sfondo “religioso” del- filosofale”; secondo altri infine la deriva-
la propria attività. zione è dal cinese, con successiva anteposi-
Certo oggi in un mondo che la Fisica dei zione di al, l’articolo determinativo arabo.
“quanti” ha sostanzialmente modificato, Le zone dell’Oriente che in misura mag-
con tutta la ricaduta di bene- giore contribuirono allo svi-
fici che la Scienza ha luppo dell’Alchimia furono
posto a disposizione la Cina, la Mesopotamia
del genere umano, fa e l’India. In particolare
sorridere l’idea che in Cina, a partire dal IV-
l’Astrologia possa III sec. a.C. il movimen-
avere ancora seguaci, to alchemico era volto
se non nel mondo dei alla ricerca dell’E l i x i r
venditori di oroscopi. dell’Immortalità, al fine
Fonte quindi l’A- di ottenere la trasforma-
strologia di vere e proprie mistificazioni zione del proprio essere in sostanza eterea.
culturali, persistenti fino a Galilei ma anche La perfetta sostanza, una volta ingerita,
oggi, da parte, purtroppo, di persone cultu - avrebbe comunicato all’uomo la perfezione:
ralmente prive di sistema immunitario avrebbe inoltre potuto guarire ogni malattia,
(Zichichi). come pure, opportunamente utilizzata, tra-
Astrologia ed oroscopi furono considera- smutare i metalli in oro ed argento. Taoisti e
ti un residuo del paganesimo, ma in parte alchimisti cinesi, convinti dell’unicità tra il
sopravvissero anche nella pratica giudaico- mondo materiale o naturale e quello imma-
cristiana. Ma non si può dimenticare che teriale o spirituale, nonché della uniformità
distinguere il vero dal falso è ciò che fa la delle leggi che li governano, facevano uso
scienza (Max Planck). di elixir perché agissero come “fermenti”
Chi cercasse all’interno di un’enciclope- trasmutanti nel corpo e nella psiche: una
dia il lemma “Alchimia” vi troverebbe più visione unitaria, come si vede, che la fisio-
o meno la seguente definizione: complesso logia moderna può anche accettare, inclusi
di dottrine e di procedimenti volti ad otte - i “fermenti” che sono poi gli enzimi, i quali
nere la trasmutazione dei metalli, gli uni sono alla base della biochimica cellulare del
negli altri, allo scopo di ricavare metalli pre - corpo, inclusa quella cerebrale.
ziosi, ad esempio oro ed argento, da quelli Questa visione “neuroendocrina” unitaria
più vili o di purificarne la qualità. Sotto tale è oggi assai rivalutata anche dai neurofisio-
profilo l’alchimia può considerarsi una pre - logi, a cominciare dal premio Nobel Sir
figurazione della moderna chimica. John Eccles. L’indirizzo alchemico fu note-
Tuttavia fin dall’inizio essa si presentò vole in India, ove all’inizio prevalse l’in-
anche come una disciplina spirituale. Con- flusso dello Yoga, che poi diventerà, a par-
troverso è l’ètimo del termine, e tra le varie tire dal XIV secolo, una disciplina sussidia-
derivazioni, dal greco al siriaco, preferiamo ria della Medicina.
• 68 •
Certo un lavoro enorme fatto da uomini bligazione salvifica, fortificata nel silenzio
ispirati e molto spesso onesti ed in buona e distrutta quando venga richiamata.
fede ma, come acutamente osserva Immutabilità dei testi e delle for-
Taylor, il chimico che esamina mule nel trascorrere dei tem-
oggi le opere alchimistiche prova pi; non dare ai cani le cose
la stessa impressione che prove - sacre e non gettare perle ai
rebbe un muratore che volesse porci, raccomanda Arbatel nel
trarre informazioni pratiche per il De Magia veterum stampato
suo lavoro dai testi dedicati all’A r- a Basilea nel 1575.
te Muratoria della Massoneria. La verità nascosta nel pro-
Questi concetti furono condivi- fondo degli antichi testi, solo
si e sviluppati da Cardano, Telesio, a pochi si rivelerà. La cono-
Campanella. Ed il passo, in Medi- scenza avverrà per gradus e d
cina, è breve, come si è visto dal- anche “colui che sa” è solo al
l’impostazione magico-iatrochimi- primo gradino della verità.
ca di Paracelso: quest’attitudine di Vi è certo il rischio che la
una “filosofia chimica” trova la sua collo- Magia naturale trapassi, come avviene in
cazione attiva fino al Seicento, pur con voci Agrippa, in pura emulazione e persino in
discordi ma inascoltate. antagonismo del divino. È il mago-sapien-
Se le nozioni pratiche potevano essere di te, capace di mutare le stelle, novello Erco-
dominio relativamente comune, la dottrina le, come si riteneva l’inglese Fludd (1574-
richiedeva la segretezza, già raccomandata 1637), il rinato Aristotele del Seicento.
dagli arabi fin dall’anno Mille. Ma ormai i filosofi che avevano certifi-
Del resto, se andiamo indietro con il pen- cato la Magia e le sue pretese stavano ela-
siero, ci viene a mente la lettera, attribuita borando un nuovo sistema di rapporti del
ad Alessandro Magno e diretta ad Aristote- sapiente con il genere umano: in essi la
le, nella quale il Re rimprovera il Filosofo segretezza trovava dapprima poco e poi
di aver reso pubbliche le acroamatiche: per- nessuno spazio.
ché rendere noto a tutti quello che deve Il più significativo dei padri fondatori di
restare segreto e per pochi? Pitagora e Pla- questo nuovo approccio scientifico, per
tone circa i misteri esigevano il silenzio dei riconoscimento di molti suoi contemporanei
discepoli, per tacere dei riti segreti riservati e perciò all’inizio del Seicento, e poi degli
agli iniziati. E Cornelio Agrippa di Nettes- Illuministi e dei positivisti, fu certamente
heim (1487-1535) vorrebbe tener nascosto l’inglese Francis Bacon (1561-1626), il cui
a “chi non sa” ogni segreto e persino le veri- contributo alla costruzione dell’immagine
tà della religione, onde evitare che il volgo moderna della Scienza è stato ed è fonda-
si impossessi di parole divine, il che potreb- mentale. Nel suo Advancement of learning
be portare danno alla religione stessa. e poi nel Novum Organum (1620) la cultu-
Come si vede, posizioni estreme e persi- ra magico-alchimistica viene definita come
no irrazionali: ma la segretezza era un’ob- un insieme di superstizione, nozioni ed
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(1645), che faceva sua l’etica della ricerca venga considerata come il paradigma di
scientifica propugnata da Bacone. tutto il sapere.
Gli effetti si videro non La sostituzione della Filo-
solo in Inghilterra (Sprat, sofia con discipline scienti-
Hooke, Newton) ma anche fiche o storiche o sociali,
sul Continente, in particola- cui l’opera di molti fautori
re con Cartesio. del positivismo attuale ha
Si consolida così un’im- condotto, può generare per-
magine del sapere basato su plessità e comunque non
quella parte della Natura risolve il problema in sé.
che è “soltanto umana”. È nondimeno vero che
Nei primi decenni del nel mondo scientifico si
Seicento andò formandosi sente il bisogno di risposte
in Europa l’immagine della filosofiche a problemi ai
Scienza e del filosofo natu- quali la sola Scienza non sa
rale (il termine scienziato è dare risposta.
ottocentesco), sostanzialmente diversa dal- Ciò anche in àmbito biologico e segreta-
l’antico filosofo o sapiente. Lo si intendeva mente medico, non solo in dottrina ma
con Cartesio e Bacone, e lo si intende oggi, anche nella prassi (Cavicchi, Malliani,
non come un concionante dalla cattedra o Maggi) nel senso di un ritorno alla filosofia
da una tribuna, ma come chi conversa fami- naturale.
liarmente tra amici ed espone il sapere in La separazione tra teoria (aspetto filoso-
termini chiari ed accessibili: sia quindi pub- fico) e osservazione (sulla quale si basa la
blico ciò che non deve essere privato. scienza) secondo Karl Popper è artificiale.
Si postula che il sapere scientifico non Non si dà l’osservazione pura, che deve di
esaurisce l’intero sapere, così come esiste necessità essere collegata con la teoria, e la
un tipo di “sapere” superiore a quello pura- teoria, o meglio le teorie scientifiche, sono
mente scientifico. congetture liberamente create dalla mente
Potrebbe il “sapere” identificarsi con la umana nell’intento di spiegare i fenomeni:
conoscenza filosofica, ma i limiti della si tratta di spiegazioni geniali e che avven-
natura umana rendono in pratica impossi- gono spesso per salti e non per gradus
bile il conseguimento di quella che si defi- (Marsonet).
nisce il punto di vista dell’occhio di Dio Se la Scienza è, secondo Popper, la clas-
(Marsonet). se delle proposizioni controllabili, la non
Di qui la necessità di affrontare il nodo controllabile speculazione filosofica è allo-
dei rapporti tra Scienza e Filosofia; sul ra lo stadio iniziale di formazione di audaci
quale tema pesano ancora, almeno per i congetture eventualmente controllabili.
non addetti ai lavori, i postumi del positi- I limiti della descrizione della realtà da
vismo ottocentesco, anche dopo il suo tra- parte della Scienza rendono così impossibi-
monto. Da qui il rischio che la Scienza le accettare l’assolutizzazione del sapere
• 72 •
scientifico, così come rendono la posizione nostre conoscenze, come ancora nota M.
della Filosofia inadatta ad Marsonet.
e rgersi a giudice assoluto È quindi necessario che le
della Scienza. innovazioni vengano istitu-
È solo nell’interrelazione zionalizzate e perciò presen-
tra Filosofia e Scienza che si tate con onestà da colui “che
determinano i presupposti sa” a colui che “non sa” ma
per la delimitazione delle vuole apprendere.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
The present contribution is about the greatest contraddictions of our era: the oppo -
sition between the Holy Bible and Science, Creationism and Evolutionism, Laicity
and Religiousness, Rationalism and Dogmatism.
Human intelligence let us to understand the world and to “use” it, considering also
our limits. Man is the main source of is own pain and he tries to solve it with his
faulty means. He has also the metaphysical need to build something to be reflected
in and to debate with: a unique Truth, a Beauty, an absolute Perfection, a God.
1 Si veda De Rosa, G. S.I. (2005) L’origine dell’uomo secondo la Bibbia, La Civiltà Cattolica, IV,
pp. 319-329.
2 Si veda Carriera Perez, E.M. (2006) Scienza e fede: caso e progetto, La Civiltà Cattolica, I, pp.
319-331; Giacobini, G. (2006) Il Creazionismo, Erasmo, 3-4, p. 19.
• 75 •
L’origine dell’uomo, la sua centralità, la sua immagine, P.F. Bayeli
Nella Lettera Enciclica Deus Caritas Est, tali, il tutto inscritto e radicato nell’intimo
Papa Ratzinger al paragrafo 16 pone una della persona umana al di là della sua fede
domanda di elevata one- religiosa ed al punto tale
stà intellettuale: Nessu- da permettergli di discer-
no ha mai visto Dio, nere il bene dal male, di
come potremmo amar- sceverare la verità dalla
lo? La risposta è che Dio menzogna, di esprimere
e l’uomo, pur restando il “banale e comune
se stessi nella loro diver- buon senso”.
sa gradazione di perfe- Preoccupazione della
zione, si completano Chiesa è l’affermazione
solo diventando piena- della presenza e della
mente una cosa sola. È esistenza di un Creatore
la ricerca della verità, di queste leggi, di un
della bellezza, della Grande Artefice in grado
bontà, della “Perfezio- di applicarle alla perfe-
ne” di “Dio” che guida i zione, da Artista, da Dio.
migliori sforzi della In effetti nessuno ha
nostra esistenza di mai visto Dio4. Dio che
uomini, dalle caverne si identifica nella purez-
dell’età della pietra alla attuale era spaziale, za, nella perfezione, nell’amore, in tutto ciò
ad un prossimo fantascientifico futuro. che trascende i difetti, i limiti, le carenze
Il creato è governato da leggi naturali che della natura umana. Atei e laici devoti sen-
regolano ed equilibrano ogni sua espressio- tono profondamente, con passione e soff e-
ne sia essa fisica che psichica3. renza, con desiderio e rammarico, con sub-
L’esempio fisico è costituito dai rapporti limazione e beatificazione dello spirito que-
di forza con cui si equilibrano, all’interno e sta necessità di perfezione, di purezza e d’a-
reciprocamente, il mondo vegetale, anima- more assoluti, splendidi, luminosi, indefor-
le, minerale, idrico, atmosferico, planetario. mabili. È questa utopia che ci fa soffrire per
L’esempio psichico lo si trae dall’uomo del la sua fatalistica irraggiungibilità, per il fati-
mondo animale dove la natura ha imposto coso e mai definitivo avvicinamento.
con le sue leggi una ragione, una morale, Questo bisogno della Divinità, questa
un’etica, una dignità, dei valori, dei diritti e necessità propria della natura umana ha
dei rapporti di forza e di amore fondamen- estrapolato l’immagine di Dio a propria
3 Si veda Mucci, G. S.I. (2005) La missione di dichiarare i principi dell’ordine morale, La Civiltà
Cattolica, IV, pp. 531-540.
4 Rimando alla lettura dell’Enciclica di Benedetto XVI P.M., Deus Caritas Est.
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L’origine dell’uomo, la sua centralità, la sua immagine, P.F. Bayeli
somiglianza e gli ha dedicato una struttura ecclesiale l’esercizio del dono dell’amore
allo scopo di mantenerlo sempre vivo e pre- per il prossimo, esaltato nella perfezione
sente quale meta e traguardo di una vita eti- divina, umanizzato dalla gratuità del dono,
ca, morale, giusta. depurato dal desiderio di
Questa struttura è la proselitismo.
Chiesa che, pur nelle Un altro passo nella
sue umane carenze e chiarezza dei rapporti tra
diversificazioni, si erge religiosità e laicità, tra
a maestra di valori, Chiesa e Stato, è la rela-
orientamenti, insegna- zione esistente tra l’im-
menti, significati mora- pegno per la giustizia e il
li, etici universali, eter- servizio della carità. Al
ni, rispondenti alle leg- pensiero marxista che i
gi naturali che sovra- poveri, il proletariato,
stano e condizionano vengano gratificati di una
l’uomo, che ne forgia- carità pelosa e di una giu-
no la coscienza. stizia mancata, Papa Rat-
In Deus Caritas Est zinger risponde che la
Benedetto XVI identi- carità con tutta la ricchez-
fica nell’amore umano per za di umanità di cui si può
noi stessi e per il prossimo (p h i l i a), nella essere capaci è un dovere suo e della istitu-
esaltazione dell’amore sensuale (eros), nel- zione ecclesiale, la giustizia invece è il fon-
la perfezione dell’amore (a g a p e), nell’esta- damento della politica, della laicità, dello
si divina che li riassume tutti, uno dei fon- Stato. Umana, calda, immediata carità
damenti della dottrina della Chiesa. Questo ecclesiale e rigorosa, fredda, programmata
amore, questa “Carità” assieme alla purez- giustizia statale risultano distinte ma allo
za, alla perfezione dei comportamenti, stesso tempo inalienabili ai fini di un bene
all’onestà ed all’etica espresse non come comune, di una qualità della vita.
leggi naturali ma come parola di Dio, nella
composta celebrazione di un solenne ritua- L’antagonismo tra Scienza e fede non è
le liturgico, rappresentano l’essenza, la in verità cessato: alla teoria della evoluzio-
natura intima della Chiesa. ne di Darwin, obbligatoriamente accettata
Dove sta allora la diversità, il contrasto, per le evidenze scientifiche riscontrate, vie-
il paradosso tra laico ed ecclesiale se ne posto il cappello di una Mente Suprema,
entrambi tendono ad una perfezione utopi- Organizzatrice, che detta le leggi naturali e
ca o divina che comunque li unisce? le governa secondo un ben preciso disegno
Il profondo, onesto pensiero filosofico e a noi del tutto ignoto, spesso anzi incom-
teologico di Benedetto XVI con logica prensibile. Viene rifiutato quindi l’equili-
stringente individua per l’intera comunità brio casuale e mutevole di forze naturali che
• 78 •
5 Zega, L. (2006) Ma l’uomo non è nato per un caso, Erasmo, 3-4, p. 20.
6 Neresini, F. (2006) Il disegno intelligente, La Stampa, 8 Febbraio.
La Lire Maçonne.
Alcune considerazioni su Musica
e Massoneria nel XVIII secolo
Seconda parte*
di Daniele Tonini
Università di Bologna
In the first part of this contribution (see Hiram 4/2005), the Author proposed an
excursus about the historical and cultural milieu where the Lire Maçonne was
produced. Now some peculiarities of the content of that music are discussed.
The aim of a kind of “didactic teaching by means of Art”, which takes to a cultural
and spiritual improvement of the Freemason, is the principal basis of the Lire and
it is pursued by the ability of everyone in using and gathering both musical and
poetic languages. The Lire contains interesting and stimulating cues about the his -
tory of Free Masonry in the XVIII century, other than specific elements concern -
ing to music and literature.
2 AIR. s. f. Se dit aussi, en termes de Musique, d’une conduitte de la voix, ou des autres sons par
de certains intervalles naturels ou artificiels qui frappent agreablement l’oreille, et qui témoignent de la
joye, de la tristesse, ou quelque autre passion. On les appelle aussi, parce qu’ils proviennent des divers
mouvemens de l’a i r. Voilà un bel air, une belle composition de Musique: ce qui se dit, soit qu’on l’applique
à des paroles pour chanter, soit qu’on le mette seulement sur les instruments: comme un air de Cour, un
air de Ballet un air à Boire, [….]. CHANSON. s. f. Petite piece de vers qu’on met en air pour chanter, et
qui se chante par le peuple [….] On appelle [….] Chanson à boire, ou Chanson Bacquiques, celles qui se
font pour se réjouir à la table, et se provoquer à boire. Furetière, Dictionnaire universel, L’Aia 1690. Con
opéra-comique si intende un genere teatrale nel quale lo sviluppo drammatico dell’azione è affidato alla
recitazione invece che al recitativo musicale come avveniva nell’opera seria italiana o nella tragédie-lyri -
• 81 •
La Lire Maçonne. Alcune considerazioni su Musica e Massoneria nel XVIII sec. [II], D. Tonini
quelli ospitati nei teatri delle fiere o dei fau - 1750, nonchè le Chansons originaires des
b o u r g s,sia in Francia che in Austria, è stata Francs-Maçons, L’Aia 1747, a cura del frè -
alla base della ispirazione di re Lansa, alias Thomas Lan-
autori di opere massoniche ce, la cui Chanson d’U -
come Rameau e Mozart. nion, stampata con la prima
parte di questo articolo,
Proponendo quindi un apre la Lire Maçonne3. I
essenziale inquadramento del quattro canti delle Consti -
repertorio in analisi, possiamo tutions di Anderson, con la
in prima istanza dividere i loro traduzione in francese,
canzonieri massonici e le pub- sono una presenza presso-
blicazioni settecentesche che chè costante nella storia
o ffrono testi o brani musicali della musica massonica del
in due tipologie: quelli che XVIII secolo. The Master’s
presentano sia i testi poetici song, The Warden’s song,
che le notazioni delle arie The Fellow Craft’s song e
musicali e quelli che presenta- The Enter’d Prentice’s song
no il solo testo poetico, e che affidavano la giunsero, via Naudot, alla Lire Maçonne.
scelta dell’intonazione musicale al gusto del Alla seconda categoria appartiene invece un
cantore e alla moda del momento. Alla pri- cospicuo numero di canzonieri, molti dei
ma categoria appartengono raccolte come quali apparsi anche fuori dal controllo delle
The Constitutions of the Free-Masons di Logge Nazionali, soprattutto in Inghilterra.
James Anderson, Londra 1723, le Chansons
Notées de la très vénérable Confrérie des Abbiamo già brevemente tratteggiato le
Maçons Libres [ … ] Le tout recueilli et mis figure degli autori della raccolta, De Vigno-
en ordre par Fr.re Naudot, s.l. 1737 e la les e Du Bois, e del promotore dell’opera-
Recueil de chansons des Franc-Maçons à zione, l’editore van Laak. La pubblicazione
l’usage de la Loge de S.te Genevieve, Parigi della Lire dovette sicuramente costare a
que. Vaudeville è un tipo di chanson che veniva intonata su airs famose e facili da ricordarsi e da cantare
dette timbres e che fu per un certo periodo un elemento costitutivo dell’opéra-comique. Nella Francia pre-
rivoluzionaria si diffusero numerosi generi teatrali molto simili all’opéra-comique. Il Vaudeville si svilup-
pò anche come genere teatrale autonomo che conobbe il massimo sviluppo con l’apertura a Parigi, nel
1792, del Théâtre du Vaudeville.
3 In verità anche quest’ultimo canzoniere sembra essere riconducibile alla figura di Jacques-Chri-
stophe Naudot (ca. 1690-1762), famoso concertista di flauto e compositore, legato alla Loge de S.te Gene -
viève dopo le esperienze nella Loggia Coustos-Villeroy. In quest’ultima Loggia ricopriva la carica di Surin -
tendant de la Musique de la Loge durante le repressioni poliziesche antimassoniche degli anni 1736/37 che
culmineranno, per Naudot, nel periodo di detenzione alla Bastiglia nel 1740.
• 82 •
quest’ultimo quella fatica che protesta nel- ce Unite in particolare di vigilare sulla con-
l’introduzione. Van Laak ribadisce in più dotta morale delle officine, la cui espansio-
punti la volontà di offrire un ne numerica aveva portato ad una
canzoniere adeguato, nello crescita disordinata e, in nume-
spirito e nella forma, ai rego- rosi casi, anche ad un allontana-
lamenti dell’Ordine come mento dalla regolarità dei lavori.
uno dei concetti alla base Le preoccupazioni espresse nel-
della compilazione della sil- la raccolta a proposito dei testi
loge. L’editore olandese si dai contenuti ritenuti impropri –
pose fermamente la meta di che erano comunque entrati nel-
dare all’opera il decoro ade- l’uso – e l’attestazione del lavo-
guato al prestigio cui aspira- ro di emendazione fatto sugli
vano i vrij-matzelaars, non stessi sono reiterate e potrebbero
solo cercando di fornire una apparire ridondanti. La lotta con-
veste editoriale adeguata ed tro questo “epicureismo frainte-
elegante alla raccolta ma, so” era d’altronde sentita come
soprattutto, operando un gros- primaria dalle Logge nazionali.
so intervento di edizione critica e di con- Era questo uno dei primi punti da sanare
trollo sui testi delle canzoni già in uso, tra le perché la libertà di pensiero non venisse
quali non mancavano certo vecchie chan - confusa – in primis dai confratelli e in
sons composte in tempi oscuri per l’Ordine secundis dalla società e dalle autorità – con
e da persone poco versate nella Scienza la libertà di costumi. Nella prima sezione
Muratoria4. Possiamo facilmente immagi- dell’Avertissement de l’Editeur, dove si
nare quali reazioni potessero suscitare, nei parla della riforma per la morale si dice
paesi e nei momenti nei quali gli ateliers si testualmente:
riunivano senza controlli o interventi da
I compilatori delle precedenti raccol -
parte delle autorità5, riunioni di Liberi
te avevano raccolto una quantità informe
Muratori – o presunti tali – in una taverna, i
e non selezionata di tutti i tipi di Poë-
cui canti – tra i quali potevano trovarsi sies, di Discours e di Chansons, la
anche sboccate chansons à boire – venivano maggior parte à boire, di certo meno
probabilmente uditi anche al di fuori del degne dei banchetti regolati dei Francs-
luogo di riunione stesso. La Lire è una viva M a ç o n s, che dei banchetti disordinati di
testimonianza del tentativo dell’Ordine in Comus o di S i l é n e. E per di più questi
generale e della Gran Loggia delle Provin- ultimi non erano affatto in uso presso le
4 Le citazioni sono tutte tratte dai testi introduttivi della Lire Maçonne.
5 In Inghilterra, per esempio, le riunioni delle Logge erano tante volte annunciate o recensite sul-
le gazzette.
• 83 •
La Lire Maçonne. Alcune considerazioni su Musica e Massoneria nel XVIII sec. [II], D. Tonini
Logge ben costituite. Non c’erano che sa fauna antropomorfa dei miti pagani, i
pochi buoni pensieri incastonati in mez - Sileni, seguaci di Dioniso, erano uomini
zo a una quantità di cattivi come dei dia - con alcuni attributi equini – piedi, coda,
manti nel fango. Nel conser - orecchie – e con una specifica
vare alcune di queste idee si attitudine alla sregolatezza e
è deciso di scartare accurata -
alla ubriachezza.
mente le altre, e il numero
limitato di queste che sono
rispettate per la loro antichi - Una volta affrontato il pro-
tà, in tre o quattro Chan- blema morale con una scelta
sons un po’ vivaci, non appropriata di testi, la preoc-
susciteranno più la giusta cupazione di van Laak si
avversione dei Fratelli, ne’ rivolge quindi allo Stile e alla
la critica dei loro nemici. Poesia:
Prima riforma essenziale per
la Morale. Ci siamo resi conto, senza
fatica, che il gusto, che ha
I “banchetti regolati” sovrainteso a questo tipo di
sono contrapposti a situazioni Chansons ha dovuto necessa -
conviviali assai meno ordinate, i cosiddetti riamente, in fondo, influire anche sulla
banchetti di Comus o di Siléne considerati forma. Soggetti assurdi e triviali; allu -
sioni scandalose e impertinenti; indiscre -
da van Laak come un doppio negativo delle
zioni sconvenienti e biasimevoli; espres -
agapi. Comus, figlio di Circe e di Bacco, sioni improprie ed eccessive; termini
era il dio della sregolatezza e dell’eccesso poco adatti alla lingua francese e baroc -
ed usava attirare con l’inganno i viandanti chi; controsensi; topiche grossolane; iati
ai suoi festini orgiastici durante i quali insopportabili; rime difettose, versi trop -
uomini e donne si mascheravano scambian- po corti o troppo lunghi, innumerevoli
dosi i vestiti. Era legato inoltre alle celebra- errori di stampa; queste sono in poche
zioni pagane dei saturnalia e assimilato a parole le imperfezioni delle nostre vecchie
figure simili di tradizioni nord europee Chansons. Via via che il gusto si raffi -
come Momus o The Lord of Misrule, tutte na, i Francs-Maçons, che si piccano di
più o meno confluite nel Carnevale. Nel accelerarne il progresso, non dovrebbero
farsi notare per questi cambiamenti?
1637 John Milton pubblicò a Londra A
Questa raccolta offre migliaia di prove
Masque presented at Ludlow Castle 1634, della precisione rigorosa di quelli che
che divenne noto, dopo la morte del poeta, l’hanno messa insieme, nelle correzioni
come Comus e che venne preso successiva- di tutti i tipi di cui c’è traccia in ogni
mente a soggetto anche di opere pittoriche couplet6. Seconda riforma considerevole
di William Blake. All’interno della favolo- per lo Stile e per la Poësie.
sità. Gli Amateurs saranno sempre libe - pera di livellamento verso l’alto della ricet-
ri di variarle tanto quanto giudicheran - tività e della capacità musicale dei Fratelli,
no a proposito. Il Basso è sta - in virtù degli ideali massonici di
to aggiunto a qualche Airs uguaglianza.
graves che lo permetteva
Col termine amateur si
senza aggiungerlo indistin -
identificava, nel Settecento,
tamente a tutte.
una persona di buona educa-
zione che aveva ricevuto una
Un abile musicista ha
medio/buona se non ottima
riveduto e corretto con cura
istruzione musicale e che –
la Musica, che era estrema-
anche quando svolgeva una
mente piena di errori nelle
attività musicale pubblica –
precedenti raccolte, nelle
non traeva profitto economico
quali non si trovava che mol-
da attività professionali in que-
to raramente; e spesso le Airs
sto campo. In Olanda ricordia-
non erano ugualmente indi-
mo la figura del conte Unico
cate. Quando è stato possibile,
Willhelm von Wassenaer-Obdam – eletto
se ne sono fatte comporre di nuove per le
nel 1752 Gran Maestro di tutte le Logge
Chansons per le quali ne valeva la pena, per
delle Province Unite – autore di sei concer-
non pubblicarne nessuna le cui Airs non
ti per archi a lungo attribuiti a Pergolesi7 e al
fossero notate. Infne, sono state tutte dispo-
quale, in qualità di Gran Maestro, venne
ste in una stessa chiave appropriata al can-
to, al violino ed al flauto. Terza riforma dedicato un canzoniere, La Muse maçonne.
importante riguardo alla Musica. Recueil de nouvelles chansons sur la
maçonnerie dédié à Monsieur le Baron de
Anche questo paragrafo offre degli inte- W. […] Grand Maître de toutes les loges
ressanti spunti di indagine che non si limi- des sept provinces unies etc. etc. par le Che -
tano solo all’analisi della pratica musicale valier de Lussy […], L’Aia 1752. I cosid-
degli ateliers, ma si estendendono anche a detti amateurs erano in sostanza rappresen-
considerazioni sulla loro composizione tanti della nobiltà e della borghesia per i
sociale. La preoccupazione di non presenta- quali l’educazione musicale faceva parte
re delle airs di elevata difficoltà esecutiva ci del bon ton richiesto in società, ma che non
indica – proseguendo la nostra analisi raramente coltivavano la pratica artistica
secondo quanto abbiamo sopra trattato – la con dedizione e talvolta esprimendo vero
non omogenea provenienza sociale degli talento. È probabile che i numerosi
affiliati alle Logge olandesi e profila un’o- Maçons, che non avrebbero del resto la
capacità di eseguirne di [airs] più difficili prassi tipica delle raccolte di musica popo-
facessero parte di strati meno evoluti di lare, a tutto beneficio dei suonatori di stru-
questi ceti. mento e di chi non fosse in pos-
Riguardo poi la destinazio- sesso di una completa istruzione
ne, anche strumentale, del musicale. Fanno eccezione,
materiale della Lire, l’indica- sempre nell’esemplare qui con-
zione che la musica della rac- siderato, la ventina di c h a n s o n s
colta sia stata rivista e annota- a due voci, la cui seconda voce
ta non solo per la comodità è in chiave di basso9.
della voce, ma anche per l’uti- La struttura della Lire
lizzo del violino e del flauto, maçonne rispecchia quindi per-
ci dimostra che nelle Logge fettamente la finalità program-
del Settecento la pratica musi- matica di van Laak, di De
cale non si limitava al solo uso Vignoles e di Du Bois di utiliz-
di strumenti a fiato. L’uso sim- zare uno stile musicale non
bolico della pratica degli stru- troppo difficile e quindi accessi-
menti musicali, anche senza naturalmente bile al maggior numero di Fratelli possibile.
escludere che fosse già presente in alcune Al suo interno però vengono anche proposti
Logge, troverà una più precisa codificazio- dei brani non troppo mortificanti per chi –
ne solo nell’ultimo quarto del secolo, e amateur come lo stesso van Laak o profes-
ancora oggi appare non unanimemente deli- sionista – disponesse di una educazione
neabile nelle tradizioni inglesi e francesi8. musicale più completa. Abbiamo alcune
Chansons (L’Excellence de l’Ordre, Chan-
La notazione musicale dei canti della son des Maitres) nelle quali il cantore soli-
Lire è in chiave di violino e rispecchia la sta si alterna con un coro omoritmico a due
8 Quello che viene indicato come lo strumento principe della musica massonica, il clarinetto, ven-
ne importato in Francia dalla Boemia solo durante la fine degli anni Quaranta del secolo, e qui trovò il pri-
mo uso in un’opera lirica nello Zoroastre di Jean-Philippe Rameau nel 1749. È da questo periodo che lo stru-
mento conobbe una veloce affermazione anche negli ensemble, generalmente militari, detti colonne d’ar -
monia. Frequente è l’attestazione dell’uso in Loggia di strumenti ad arco e, soprattutto nella tradizione anglo-
sassone, di organi.
9 Ancora per quasi un secolo nella storia della musica “colta”, la musica, e in special modo quella
vocale, sarebbe stata annotata con un sistema di chiavi musicali oggi detto setticlavio. Sul problema non pe-
regrino della scelta della chiave musicale e sul significato sociale e politico di problemi apparentemente lega-
ti alla sola sfera musicale, dobbiamo ricordare che negli anni Quaranta del secolo Jean-Jacques Rousseau
propose di adottare un nuovo sistema di notazione che avrebbe dovuto abolire i segni musicali in favore di
soli numeri, una riforma che tentava di rendere più semplice e “naturale” l’approccio alla musica ma che
rimase limitata al solo ambito teorico. Cfr. Jean-Jacques Rousseau, Projet concernant de nouveaux signes
pour la musique, 1742.
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La Lire Maçonne. Alcune considerazioni su Musica e Massoneria nel XVIII sec. [II], D. Tonini
voci, mentre altri brani sono veri e propri tello ed il proprio Venerabile in cui doman-
duetti che, pur mantenendosi all’interno di da e risposta si susseguono senza soluzione
uno stile musicale non elaborato, contengo- di continuità sulla stessa melodia offrendo
no alcune difficoltà esecutive una drammatizzazione educati-
non banali. Abbiamo anche un va di un Franc-maçon.
unico caso di un brano a tre
voci (due tenori e basso): il L’elaborazione musicale di
Cantique Maçon, par le Fr. un canzoniere come la Lire
Abbé Pepi, de la Loge l’Union pone il problema delle esten-
de la Caroline Militaire à Br. sioni vocali dei brani. Le
[Bruxelles], La Musique est de Chansons in musica, a parte i
la Composotion du Fr. Vitz - limitati casi di armonizzazione
humb. Ignace o Ignaz Vitz- a due voci di cui si è accenna-
humb (1720-1816), austriaco di to, appaiono nella loro veste
nascita, fu attivo sia come editoriale come destinate prin-
musicista militare che come cipalmente a una voce di tenore
compositore e divenne, nella seconda metà sola o raddoppiata ad libitum. Come sem-
del Settecento, una personalità di rilievo del pre avviene nel caso di una intonazione a
mondo culturale belga10. voce sola, il cantante poteva però scegliere
Thomas Lance, Vermeule, Oudaan, Che- di trasportare il brano in una tonalità adatta
vrier e de Bonnelle-Souvigny sono i pochi alla sua vocalità e al suo timbro. Un canto
autori delle chansons dei quali conosciamo poteva inoltre essere arrangiato per una ese-
i nomi. Anche su questi, come sui già citati cuzione a più voci: le chansons potevano
De Vignoles e Du Bois, abbiamo scarse essere armonizzate sia grazie all’intervento
notizie. A questi nomi va aggiunto quello di un maître o surintendant de musique che
dell’abate Élie-Catherine Fréron (1718- ne facesse una elaborazione scritta, oppure
1776) – la cui rivista, L’Année littéraire potevano essere arricchite da controcanti e
ospitò contributi di un certo rilievo durante accompagnamenti vocali eseguiti più o
le querelles culturali di metà Settecento – meno estemporaneamente ad orecchio
certamente il letterato di maggior prestigio secondo prassi consolidate e modalità
ad avere firmato uno dei testi della silloge. improvvisative. Si tratta di pratiche musica-
Il Dialogue sur les Élémens de l’Art, par le li che possiamo vedere operative anche
Fr. Abbé Freron presenta una struttura sin- oggi, ad esempio nella musica leggera o in
golare, trattandosi di un dialogo tra un Fra- repertori di musica popolare, la cui elabora-
10 Vitzhumb è un interessante punto di contatto tra la musica militare e la musica massonica. Ricor-
diamo qui la Premier recueil de 12 airs d’harmonie per due clarinetti, due corni e fagotto, Parigi 1782, e
Marches et retraites per banda militare, Bruxelles 1790.
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zione armonica può essere preparata a tavo- nuovo ordine dato alla raccolta, i cui indici
lino, ma che spesso avviene ad orecchio con sono ordinati secondo tre criteri, ovvero i
esiti molto gratificanti per l’e- titoli delle chansons, i titoli del-
secutore e l’ascoltatore e che, le airs e gli incipit testuali.
pur attingendo a raffinatezza Troviamo dunque tre tavole
e a sofisticate soluzioni musi- così titolate: Titres des Chan -
cali, non abbisogna necessa- sons contenues en ce Recueil,
riamente di scolarità o di Table de quelques Airs d’Ope -
conoscenze armonico-musi- ra, Vaudevilles, ou autres con -
cali teoriche ed è tipica del nus contenus en ce Recueil, e
far musica in famiglia o in Table des Chansons. Lo stesso
comunità. brano poteva essere ritrovato
Possiamo quindi intende- nella raccolta seguendo uno di
re la notazione musicale del- questi criteri e così, ad esem-
laL i r e come una stenografia pio, quando si parla di Lien du
perfettamente funzionale per Maçon, del Carillon de Dun -
adattare i canti alle più diverse kerque11 e di Par trois-foi-trois,
situazioni pratiche. Proprio il brano a tre di mes Freres, si intendono rispettivamente il
Vitzhumb può essere preso a modello di titolo, l’a i r e l’incipit testuale della stessa
tale consuetudine. chanson. L’esecutore poteva quindi facil-
mente rintracciare un brano nelle cinque-
L’Avertissement prosegue con ulteriori centosedici pagine della raccolta seguendo
a ffermazioni di van Laak sulla preminenza il metodo a lui più congeniale.
del proprio canzoniere rispetto ad altre rac- Nonostante l’orgoglio e l’entusiasmo
colte. Magnifica la novità dellea i r s utiliz- però, qualche lacuna non potè naturalmente
zate – tratte dalle raccolte più alla moda –, essere sottaciuta nell’Avertissement e così,
la cura posta nel raggruppare chansons i n t o- nonostante che un abile musicista abbia
nate sulla stessa air e la praticità degli indi- rivisto e corretto con cura la musica (non
ci che, con riferimenti alla impaginazione sappiamo se lo stesso van Laak, come già
della prima edizione, avrebbero dovuto detto musicista dilettante, Vitzhumb o qual-
vantaggiosamente aiutare i possessori delle cun altro), l’editore si scusa anticipatamen-
diverse stampe a orientarsi nella ricerca dei te degli errori che si troveranno nella rac-
brani. La grande quantità del materiale giu- colta. Da parte nostra non possiamo non
stifica l’orgoglio con il quale si presenta il rimarcare che il testo musicale, impresso in
11 Si tratta di una delle arie popolari più famose del Settecento francese, al pari di altri brani come
Au claire de la lune o Ah vous diraj-je, maman. Queste airs popolari saranno sempre più presenti nei meto-
di di strumento della seconda metà del secolo.
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La Lire Maçonne. Alcune considerazioni su Musica e Massoneria nel XVIII sec. [II], D. Tonini
12 Le stampe musicali antiche, fino all’invenzione della litografia, consistevano in stampe di lastre di
rame incise o in edizioni a caratteri mobili. In questo secondo caso, che è quello dellaL i r e, ogni rigo musi-
cale era composto dal tipografo utilizzando numerosi segmenti di piombo che venivano, quando necessario,
rimpiazzati dalle teste e dalle gambe delle note. Questo procedimento presentava alcuni vantaggi, soprattut-
to rispetto al costo, ma anche alcuni innegabili svantaggi. Innanzi tutto la frammentazione dei righi rendeva
più difficile la lettura, dato che con l’usura le sedi dei caratteri non mantenevano più lo stesso allineamento,
poi l’inserimento delle dinamiche e di tutti i segni di articolazione era molto più difficile e laboriosa. Inol-
tre, nel caso di partiture orchestrali più complesse, il sistema era difficilmente utilizzabile. Nel Settecento
questo procedimento, che aveva conosciuto la sua massima applicazione nel corso del secolo precedente,
divenne via via più obsoleto e fu abbandonato, con l’eccezione di alcune tipografie musicali che ne svilup-
parono alcune varianti più raffinate, soprattutto in Germania. In Francia il sistema venne abbandonato nei
primi anni del Settecento: il Canzoniere di Naudot venne realizzato appunto in rame. Il sistema dei caratte-
ri mobili continuò a rimanere in uso soprattutto presso tipografie non specializzate in stampe musicali.
13 Cfr. Hiram 4/2005, Erasmo Editore, Roma.
• 90 •
Per quanto riguarda gli autori delle airs, presenti nella raccolta, oltre a Rousseau e a
gli indici non riportano i loro Vitzhumb, Louis-Claude de
nomi. Quando non adespoti, i bra- Saint Martin (1743-1803), lo
ni riportano in testa non l’indica- scrittore teosofo fondatore del
zione dell’autore, ma solo il titolo “martinismo” che nellaL i r e è
dell’air o dell’opéra-comique o autore di una Air nouveau sul
del vaudeville da cui sono tratti. I testo Très Vénérable et vous
brani senza indicazione di più chers Fréres, tradotta in olan-
facile individuazione sono quelli dese come D’ongeveinsdheid,
tratti da Le Devin du Village di e il compositore Jacques-
Jean-Jacques Rousseau14: Le Ban - Christophe Naudot la cui
deau Levè, testo di De Vignoles, è famosa marcia viene qui pro-
una parodia del Rondeau Quand posta in tre versioni: Unis -
on fait aimer et plaire; Dans ma cabane obs - sons-nous, mes Freres (La Gloire de la Phi-
cure si trasforma in L’homme toujours losophie); B…16 permets qu’un Frere
s’agite (Qualités du Maçon); C’est un (Même Marche, à la gloire du T.R.G.M.) e
enfant presta la musica a due chansons, Chantons tous, mes chers Freres (Même
ovvero L’Amour en ces lieux nous assemble Marche, et pour le même objet [à la gloire
(L’Egalité) e Qui peut, de notre Respectable du T.R.G.M.]). Non possiamo tralasciare di
(Chanson pour saluer le T.R.G.M.15, lors- citare infine O lasterziek Gemeen (D’onge-
qu’il visite une Loge); Si de galans de la vil - veinsdheid), testo musicato sull’aria attri-
le diviene Qui cherche un bonheur tranqui - buita a Henry Carey di God seav’ [sic] great
le [sic] (Bonheur tranquile). Georg our King, intonazione dell’odierno
Per concludere, non possiamo non sotto- national anthem inglese, God save the
lineare, tra gli autori musicali degni di nota King17.
14 Le Devin du village provocò reazioni contrastanti ed ebbe una notevole eco alla sua comparsa sul-
le scene durante le Querelles des bouffons. L’opera divenne il manifesto di un teatro musicale “naturale” e
lontano dalle complicazioni della tragédie-lyrique, e fu di ispirazione, tra l’altro, per il Singspiel di Mozart
Bastien und Bastienne.
15 Ovvero: Très Respectable Grand Maitre.
16 Come già detto, la carica di Grand Maitre fu ricoperta dal 1759 al 1794 dal barone Carel van den
Boetzelaer (1727 ca.-1803). La musica non permette che sotto il nascondimento di B… venga inserito Boet -
zelaer, che risulta troppo lungo. Proponiamo come soluzione, con riserva, Baron permets qu’un Frere.
17 Questo canto attribuito a Henry Carey (1689-1743) apparve nella raccolta Harmonia anglicana
l’anno successivo alla sua morte. La vicinanza all’Ordine di Carey è testimoniata, oltre che dagli studi fatti
con Geminiani, anche dalle proprie opere e dalle numerose frequentazioni artistiche con Free-masons. Par-
tecipò alla composizione delle musiche di The Generous Freemason, su testo di William Rufus Chetwood,
rappresentata a Londra nel 1731.
• 91 •
La Lire Maçonne. Alcune considerazioni su Musica e Massoneria nel XVIII sec. [II], D. Tonini
LIEN DU MAÇON
Air: Carillon de Dunkerque Seul.
Ici l’Architecture
Tous.
Se borne au cœur humain;
Par trois-fois-trois, mes Freres,
Et la simple Nature
Chantons avec éclat,
Fournit le dessein:
Nos loix et nos mysteres,
L’honneur, le sentiment,
Vivat, vivat,vivat.
En font le fondement:
• 92 •
Tous. Tous.
Par trois-fois-trois, ensemble, Par trois-fois-trois, ensemble, etc.
Chantons avec éclat,
Le nœud qui nous rassemble: Seul.
Vivat, vivat, vivat. Mes Freres, voyez comme
Tout paroit compassé;
Seul. L’homme au niveau de l’homme
Notre union sincere Est ici placé;
De l’Ordre est le soutien; L’exacte probité
C’est la pierre angulaire Produit l’égalité.
De tout le lien, Tous.
Notre Fraternité Par trois-fois-trois, ensemble, etc.
Lui doit sa fermeté.
Tous. Seul.
Par trois-fois-trois, ensemble, etc. Nous sommes sans entraves;
Ici le Prince admis
Seul. Ne trouve point d’esclaves,
Les erreurs, le prestige, Mais de vrais amis.
Par nous sont abbatus. Il doit à notre cœur,
C’est ici qu’on érige Et rien à la grandeur.
Un Temple aux Vertus. Tous.
Jamais il ne périt, Par trois-fois-trois, ensemble, etc.
Le tems le garantit.
Seul.
Tous.
Petit-maître fantasque,
Par trois-fois-trois, ensemble, etc.
Crépi de vanité,
Seul. Vois arracher ton masque
Nous rompons la barriere Par la vérité.
Des préjugés trompeurs, L’homme ici, tel qu’il est,
Le compas et l’èquerre A nos regards paroit.
Dirigent nos mœurs. Tous.
Mesurons nos plaisirs, Par trois-fois-trois, ensemble, etc.
Et réglons nos desirs.
CANTIQUE MAÇON
Par le Fr. Abbé Pepin, de la Loge
L’Union de la Caroline Militaire à Br.
[Bruxelles]
La Musique est de la composition du Fr.
Vitzhumb. De l’UNION célébrons les douceurs,
De nos banquets banissons la tristesse,
Chœur. Et que toujours l’enjoûment, la Sagesse,
Par nos accords et nos chants d’alle- Et l’Amitié, régnent sur tous nos
gresse, cœurs.
• 96 •
CANTICO MASSONICO
Testo del F. Abate Pepin, della Loggia Solo.
L’Union de la Caroline Militaire à Disprezziamo dunque di un profano
Br.[Bruxelles] volgare
La Musica è composta dal Fr. Vitzhumb. I discorsi vani e gli sciocchi pregiudizi:
Se, colpito da un salutare desiderio
Coro
Si avvicinasse al nostro santuario,
Con i nostri accordi e i nostri canti di
Grazie al suo rispetto noi saremo oltre-
gioia,
modo risarciti.
Celebriamo le dolcezze de l’UNION,
Dai nostri banchetti bandiamo la tri- Coro.
stezza, Con i nostri accordi etc.
Affinchè per sempre il buonumore, la
Saggezza, Solo.
E l’Amicizia regnino sui nostri cuori. Della nostra condizione espletiamo
senza sosta
Solo Tutti i doveri, mettiamo in pratica le
La nostra Loggia è lo specchio del sue lezioni:
Secolo d’Oro, Ad adempierli, che possa apparire il
Noi vi gustiamo l’amabile piacere: nostro ardore,
Il solo per il quale il Saggio non arros- Che il profano possa, in un sol motto,
sisce. riconoscere,
Quando si gioisce di così dolci favori, Dalle nostre virtù, che noi siamo Mas-
Si dovrebbe ricercare un’altra felicità? soni
Coro. Coro.
Con i nostri accordi etc. Con i nostri accordi etc.
Solo. Solo.
Che tra noi il rispetto, la decenza Lavoriamo tutti secondo la nostra
Regolino i nostri costumi, moderino le anzianità:
nostre emozioni Che la Livella, il Regolo e il Compasso,
Eliminiamo la licenziosità dalle nostre Siano, dalle nostre mani, sempre tenuti
canzoni in funzione:
Manteniamo l’innocenza nei nostri Che l’UNION diriga la nostra Opera,
argomenti, E che la Squadra, in tutto, guidi i nostri
Godiamo di tal piacere senza rimorsi passi.
Coro. Coro.
Con i nostri accordi etc. Con i nostri accordi etc.
• 98 •
Solo. Solo.
Che la stessa volontà ci unisca per Dimostriamo zelo per la Massoneria,
sempre, Sfidiamo tutti i dardi del Maldicente,
Eviatiamo le intemperanze della Follia, Calmiano la furia dell’Invidioso,
Portiamo a termine l’edificio del Noi costringeremo la nera calunnia
nostro Maestro, A lasciarci in pace per sempre.
Confondiamo le malizie dell’Impostore,
E serviamo tutti d’esempio all’Uni- Coro.
verso. Con i nostri accordi etc.
Coro.
Con i nostri accordi etc.
Segnalazioni editoriali
SIMONETTA TORRESI
Un contributo al progresso
La Massoneria a Macerata e nel suo territorio, 1730-1918
Tipografia Giemme - Tolentino, 2005. pp. 416
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SEGNALAZIONI EDITORIALI
BENT PARODI
Architettura, miti e misteri
Erasmo Editore e Mimesis, Il flauto magico, Roma-Milano, 2006.
pp. 118 13,00
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HIRAM
• 101 •
SEGNALAZIONI EDITORIALI
Più recentemente basterebbe ricordare come l’idea libero muratoria, anche in età illumi-
nista, continuò a ruotare attorno al concetto di “costruzione” intesa come razionale aspi-
razione mitica ed evolutiva, quale progresso di spiritualità e di tensione intellettuale e
morale.
CORPUS HERMETICUM
Edizione e commento di A.D. Nock e A.-J. Festugière
Edizione dei testi ermetici copti e commento di I. Ramelli
Testo greco, latino, copto
A cura di Ilaria Ramelli
Bompiani, Il pensiero occidentale, Milano, 2005. pp. 1627
GIUSEPPE VADALÀ
Syzygos
Il Doppio, da Compagno Divino a Immagine del Sé
Moretti & Vitali Editori, Bergamo, 2003. pp. 440 20,00
ERICH NEUMANN
Psicologia del profondo e nuova etica
Moretti & Vitali Editori, Bergamo, 2005. pp. 140 16,00
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SEGNALAZIONI EDITORIALI
FLAVIO ERMINI
Il moto apparente del sole
Storia dell’infelicità
Moretti & Vitali Editori, Bergamo, 2006. pp. 301 20,00
E così quello che veduto nella realtà delle cose, accora e uccide
l’anima, veduto nell’imitazione o in qualunque altro modo nel -
le opere di genio, apre il cuore e ravviva.
Leopardi
Da Eraclito a Celan, da Dostoevskij a Nietzsche, da Hölderlin
a Heidegger, da Leopardi a Zambrano, da Petrarca a Zanzotto:
ricostruire la storia dell’infelicità significa testimoniare che la
dimensione dell’essere nel mondo è costituita dal dolore dell’esistere.
Il moto apparente del sole segue passo dopo passo questo percorso conoscitivo dialo-
gando con poeti, narratori e pensatori la cui parola in proposito appare decisiva. Attra-
verso le loro opere, Ermini si interroga sulla condizione della vita umana sperimentan-
do un linguaggio poetico-narrativo che ne testimonia l’insensatezza.
Il moto apparente del sole svela altresì come il cammino di tali opere nell’arco dei seco-
li sia apparente almeno quanto lo è, sulla volta celeste, quello del sole; confermando
che in realtà siamo noi a ruotare nella loro orbita.
Questo libro sembra dunque indicarci che anche la semplice osservazione del moto
apparente del sole può consentirci di incontrare la verità, perché nell’apparenza di tale
moto – vera e propria metafora del nostro illusorio inoltramento nella vita – può esse-
re colta in tutta la sua evidenza la lacerazione tra l’essere umano e il mondo.
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SEGNALAZIONI EDITORIALI
La seconda prospettiva è quella della conferma delle proprie teorie psicologiche, soprattut-
to per quel che riguarda la nozione del Sé. Jung si proponeva infatti, come è stato detto, di
fondare una psicologia comparata interculturale dell’esperienza interiore.
In questo volume, che raccoglie gli interventi al convegno su Jung e l’Oriente, organizzato
nel 2004 dall’ARPA (Associazione per la Ricerca in Psicologia Analitica), sono discussi i
contributi junghiani alla conoscenza della cultura orientale, l’uso a volte spregiudicato che
egli ha fatto dell’Oriente per avvalorare le proprie scoperte psicologiche, e in definitiva il
particolare intreccio di valori occidentali e orientali che si manifesta nei suoi testi dedicati
alla riflessione sull’esperienza religiosa.
Pilastro fondamentale, posto a reggere l’intero edificio teorico della psicologia analiti-
ca, è il concetto di Ombra. Ombra come sondaggio dell’inesplorato, soglia verso il proi-
bito, accoglienza dell’instabile, ricerca dello stato demonico della condizione umana,
ovvero ciò che sta prima della ragione e delle categorie, corpo a corpo con il male che
ci abita.
L’Ombra è di tutti, però c’è un anonimato che giganteggia e non se ne cura. Abbiamo
pertanto affidato, nella realizzazione di questo volume, a studiosi provenienti dai vari
campi del sapere (dalla mistica alla matematica, dall’arte alla scienza, dalla psicoana-
lisi alla critica letteraria e di costume) il compito di dare vita a questa raccolta di brevi
saggi, tutti fondati sul concetto di Ombra, allo scopo di ottenere un dizionario minimo
di “immagini” – dell’arte, della musica, della fisica, della mitologia, della letteratura,
della matematica… – che siano in qualche modo rappresentative di una zona d’Ombra.
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SEGNALAZIONI EDITORIALI
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SEGNALAZIONI EDITORIALI
IL PENSIERO MAZZINIANO
Democrazia in azione
Anno LX, numero 3, Settembre-Dicembre 2005
Editoriali e commenti
Messaggio del Presidente della Repubblica, C.A. Ciampi; Ren -
diconti a proposito di un Bicentenario, R. Brunetti; La consape -
volezza e lo scetticismo dei laici, P. Caruso; Sulla IX Sura del
Corano, G. Zanelli
Saggi e interventi
PRIMO RISORGIMENTO
Quando nasceva la Banca d’Italia, G.F. Fontana; Garibaldi e Mazzini, E. Raffaelli;
L’ultima battaglia di Garibaldi, A. Pendola; Mazzini padre della democrazia europea,
F. Faedi; La passione di Mazzini per l’arte, S. Venturino; La Roma del Popolo, R. Bal-
zani; Sarah Margaret Fuller, R. Testa
SECONDO RISORGIMENTO
Infaticabile Tramarollo, A. Colombo; Quei ragazzi indimenticabili, E. Volterra
TERZO RISORGIMENTO
Giovanni Conti, L. Guidi; Quanto valgono i media, U. Esposito; La globalizzazione è
ormai finita? Colloquio con A. Volpi, a cura di M. Finelli; Integrazione e cittadinanza,
T. Ciuffoletti; Per un governo europeo dell’economia, D. Moro; Il Mazzinianesimo
come religione civile, B. Di Porto; Mazzini: un esempio per i giovani, G. Martinelli; Il
manifesto “Sinistra per Israele”
Cultura e società
La “Ghisola” di Francesca Archibugi, P. Permoli; Clericalismo e laicismo, L. Bruni
Studi Repubblicani
Mazzini dalla dottrina politica ai progetti di Costituzione, S. Galasso; Il sacro nel pen -
siero di Mazzini, W. Lanzoni; Un mazziniano ai confini del mondo, M. Proli; Mazzini
e la Letteratura, A. Cottignoli; La libertà in Russia, R. Pancaldi
In ricordo
Tarquinio Maiorino
Libri Cultura e Società
Riletture, I. Silone; L’opzione, P. Caruso
Scelta ragionata
Fra gli scaffali, recensioni, a cura di P.M.
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HIRAM
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SEGNALAZIONI EDITORIALI
SOLDANO
Studio di Fotografia pubblicitaria
21100 Varese, via Cairoli, 5
tel. 0332/830555
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Recensioni
A CURA DEL SERVIZIO BIBLIOTECA DEL G.O.I.
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RECENSIONI
creazione letteraria, era un’amicizia fuori dal comune, una vera e propria unione spirituale,
generosa e sincera. Dirsi tutto e non nascondersi niente, questo era stato l’accordo siglato
fin dall’inizio. Si erano conosciuti nel 1895, grazie a Pierre Louÿs, che amava riunire le ani-
me gemelle. André era più giovane di Paul di sei anni. Fin da subito, il cadetto diventò l’a-
mico capace di ascoltare e di placare i timori e le ansie del maggiore. Privo di fortune fami-
liari, fin dal suo primo sbarco nella capitale, Valéry aveva cercato e trovato un impiego pres-
so il Ministère de la Guerre, un lavoro che gli garantiva un salario, ma che lo privava del
tempo e della libertà necessari al pensiero per crescere e maturare. Sarà André a strappare
Paul dalle scartoffie burocratiche, offrendogli un lavoro che gli permetterà di rispondere
alle urgenze familiari e gli consentirà di conservare molto tempo per la lettura, la scrittura
e la meditazione. Un impiego ingrato, lo definì il pettegolo Léautaud. Per un salario di 200
franchi al mese, Valéry doveva svolgere le funzioni di segretario particolare di Edouard
Lebey, zio di André, e amministratore dell’Agence Havas, la prima e più importante agen-
zia di stampa, fondata nel 1835, da Charles-Louis Havas. Per l’autorevole personaggio,
Valéry doveva controllare i comunicati, sbrigare la corrispondenza e rendersi disponibile la
sera, per discutere di storia e filosofia, di attualità e di politica, di arte e di letteratura.
Il giovane Lebey offre importanti occasioni di stimolo al prezioso amico venuto dalla
provincia. Nei primi anni del grande sodalizio, Valéry conosce, ad esempio, il pittore Jac-
ques-Emile Blanche, da sempre legato alla famiglia Lebey. Frequenta, inoltre, la ricca
biblioteca familiare, dai cui scaffali preleva con grande libertà i codici di Leonardo, nella
prestigiosa edizione Ravaisson-Mollien, e altri volumi che facilitano le sue ricerche sul
genio di Vinci.
La corrispondenza attesta un’amicizia rara fra due persone che conoscono nel tempo
successi e insuccessi alterni. Superata una iniziale fase di invaghimenti letterari, di ispira-
zione simbolista, che hanno lasciato esili tracce nella storia letteraria, il più giovane si lan-
cia in una brillante carriera politica che lo porta ad aderire alla S.F.I.O. di Jaurès, e a diven-
tare, fra il 1914 e il 1919, deputato socialista e membro della Commissione degli affari este-
ri della Camera dei Deputati, nonché del Comitato per la costituzione della Società delle
Nazioni, presieduto da Léon Bourgois. Dopo qualche successo letterario, che gli garantisce
ben presto un posto d’eccezione nelle lettere, il maggiore decide, invece, di prendere le
distanze dalla medusa dell’arte e di dedicarsi a un severo e libero esercizio speculativo che
lo isola dal mondo e lo porta a spaziare nei campi più vari e più contrapposti del sapere, per
analizzare la complessa natura delle operazioni della mente. Nel 1922, quando André
comincia a vivere le amarezze e le sconfitte della politica, Paul inizia, invece, a raccoglie-
re i frutti delle sue speculazioni. Il primo conosce il declino, mentre il secondo assapora il
successo ed entra nella fase dei grandi riconoscimenti pubblici.
I due amici si scrivono quando sono in viaggio, quando si allontanano da Parigi per una
vacanza, ma anche quando sono nella capitale, come per rilanciare attraverso la lettera l’in-
tensità di un dialogo avviato in un incontro. Nel 1932, quando Valéry sarà oramai un poeta
2/2006
HIRAM
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RECENSIONI
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