Sei sulla pagina 1di 2

IL PENSIERO A UNA DIMENSIONE NEL SETTORE DELLA CREATIVIT

Torino, 17 Marzo 2012. Testo di Andrea Cirino

Come rappresentato con estrema chiarezza da Herbert Marcuse una delle pi sofisticate capacit del sistema capitalistico quella di essere mutevole e dinamico. Non questa la sede per enumerare le ingiustizie e le contraddizioni che derivano inevitavilmente dalla natura di tale sistema sociale; basti dire, per, che sono tante e tali, da poter considerare deficiente chiunque tenti di negarle. Stesso discorso vale per coloro che non riconoscono gli ampi miglioramenti riscontrabili valutando la qualit della vita, quantomeno, di una parte dellumanit. Detto questo, per tornare al tema centrale del discorso, utile specificare quali significati io voglia trasmettere usando i termini mutevole e dinamico. Un sistema sociale mutevole unorganizzazione di termini e procedure capace di cambiare forma senza perdere la sostanza della sua identit, senza smettere di possedere quelle caratteristiche che lo rendono quel sistema e non un altro e soprattutto senza portare miglioramenti qualitativi alla vita degli individui che lo costituiscono. Un sistema di questo genere se dinamico non assume mai una forma statica in tutte le sue parti ma muta costantemente parzialmente o totalmente in modo sincrono o asincrono, armonico o disarmonico. Per questo molto complesso gestirne e descriverne completamente la forma contingente e sicuramente impossibile prevederne gli sviluppi. Secondo il Principio di Onest che chiedo di negare pubblicamente a chiunque, note le ingiustizie sociali, di cui ho scritto nel secondo paragrafo, sorge la necessit di sostituire tali fenomeni negativi con altri positivi, giusti e piacevoli, a disposizione di tutti gli individui; ci non avviene poich il sistema capitalistico muta continuamente, in modo che definirei intelligente, cio volto a garantire il suo sostentamentento. Le mutazioni consistono in qualcosa che contemporaneamente

affascinante e terrificante, consistono nella capacit del sistema di fagocitare e di reindirizzare nel proprio senso di marcia le idee di qualsiasi individuo o gruppo di individui, che tenti di agire allesterno e in direzione opposta a quella del sovrastistema organizzativo dominante. Il sistema muta la sua forma, la sua immagine, il suo linguaggio, tutto ci che superficiale e quindi a lui innoquo ma non la sostanza profonda che lo caratterizza. Movimenti avversi ad esso vengono, con la diffusione su larga scala, svuotati dei loro contenuti rivoluzionari e trasformati nellennesimo fenomeno di mercato volto a mantenere la stretta suddivisione gerarchica e piramidale definita dal concetto di classe che in passato si strutturava secondo il merito sancito dal titolo nobiliare e che oggi si stabilisce secondo un merito altrettanto effimero, quello del successo commerciale. Io cerco di definire un sistema in cui il merito sia misurato sulla base del benessere creato per gli altri e non per se stessi e nel quale il benessere generato sia lo stesso per colui che lo genera e per coloro che lo ricevono. Mi sento di credere in un atteggiamento di consapevolezza dei propri limiti per superare lo stallo generatosi dopo le due Guerre Mondiali. Sostengo infatti che una delle principali cause del fallimento dei movimenti che hanno cercato di cambiare la situazione sociale, nel secondo dopo Guerra, risieda nella mancanza di un disegno generale, cio della peculiarit delle ondate di pensiero post moderno di rinnegare la costruzione di una proposta ideologica complessiva nel timore del ritorno di moti di coscienza annebiati dallillusione di verit assolute. Altrettanto annebbiati da questa paura il risultato stato quello di una guerra fra tricida, fra organizzazioni di pensiero incapaci di allearsi per diventare un pensiero unico, migliore, capace di sostituire quello che tuttora ci condiziona e opprime, nellattesa che uno nuovo, a sua volta pi efficiente, lo sostituisca pacificamente.

Data questa sintetica visione generale del mio atteggiamento il motivo per cui scrivo che sto vedendo in questi anni che una delle ennesime proposte nate per offrire un miglioramente qualitativo alla vita delle persone, cio lidea del Design Autoprodotto, partorita dalla saggezza di Enzo Mari, sta venendo fagocitata e convertita al capitalismo. Nel migliore dei casi ci avviene a causa delle stesse persone che credono di fare del bene, chiuse nel loro settore, senza avere percezione del sovrasistema che li sta guidando al sacrificio dellennesima geniale idea di un grande uomo. Questi sono i motivi per cui credo che sia essenziale non smettere mai di conoscere, di essere onesti e di non dimenticare che la consapevolezza passa per una visione alternata dellinsieme e delle sue parti in modo discreto e trasversale. Creare senza avere come presupposto una filosofia generale in continuo aggiornamento la via del pensiero a una dimensione. Il progetto ed il prodotto devono seguire le esigenze del cliente e non precederle o addirittura provocarle, infatti credo che oggi si confonda la ricerca di mercato con la ricerca di soluzioni volte a migliorare la vita delle persone. Il progetto non deve piegare la sua forma ad uniconografia che faciliti la sua vendita ma alla sua funzione. Le ricerche della storia dellArte, dallAntichit al Modernismo, non devono essere rinnegate ma usate come insegnamenti per comunicare con linguaggi sempre pi efficienti e le sperimentazioni del Post Modernismo devono rimanere come emancipazione da qualsiasi propensione assolutista e atemporale. Cercher di disegnare verit consapevoli del fatto che la Verit relativa, effimera, solo una convenzione utile a decidere cosa fare e cosa evitare di fare in un certo contesto.

Potrebbero piacerti anche