Sei sulla pagina 1di 2

Laboratorio Culturale

2 incontro

concepibile uneconomia capace di una crescita continua? Per noi la risposta senza alcun dubbio negativa perch la crescita sta determinando unimponente distruzione di risorse naturali Da tempo economisti e scienziati si sono impegnati nel compito di immaginare quali dovrebbero essere le linee portanti di un nuovo modello di sviluppo delleconomia in senso ecologico e, soprattutto, di un nuovo modello ideologico In concreto, si tratta di promuovere un formidabile progresso tecnologico e una decisa svolta morale per modificare sia levoluzione della tecnica sia la psicologia del consumatore il quale dovrebbe acquisire maggiore consapevolezza delle sue azioni e dellimpatto che esse provocano nella societ e nellambiente naturale. (Se la crescita non basta pi Giorgio Ruffolo e Stefano Sylos Labini, la Repubblica 09/11/2012) Appare determinante la capacit umana di riappropriarsi di una cultura della terra, in contrasto con le logiche del suo accaparramento, con le politiche del suo sfruttamento, con i meccanismi che stanno determinando il rapido impoverimento del suo potenziale generativo. Quasi paradossalmente un momenti di crisi, globale e complessa come lattuale, pu favorire questo processo di recupero. Questi anni di crisi possono essere Kairos, momento giusto o opportuno, tempo di Dio, nel linguaggio e nella filosofia greca. Se, da un lato, oggi ci troviamo orfani della terra, dallaltro siamo nelle condizioni di poter rivisitare il nostro modo di abitarla, di viverla, di appartenerle. Possiamo fare questo anche attraverso un processo di revisione critica che ci consenta di recuperare quanto accaduto, di rileggere lattacco frontale che, nei decenni passati, stato rivolto alla cultura contadina. Nel contempo, per, occorre che lo sguardo sia rivolto in avanti. Per evitare le derive nostalgiche. Per non perdersi in poco proponibili recuperi romantici. Perch la cultura della terra non pu probabilmente essere pi quella di ieri. Si aperta una rilevante e difficile sfida culturale. Contro gli idoli del consumo. Contro il grande ventre commerciale che ha preso il posto della terra madre. Del resto quali sono le esperienze della terra che viviamo oggi? Quale tipo di rapporto hanno con la terra le nuove generazioni? Sono esperienze e rapporti spesso impoveriti, mancanti, commercializzati.

Torre de Roveri (Bg) Cap 24060 Via Papa Giovanni XXIII, 45/a tel. 035.583485 fondazionedonprimobonassi@gmail.com http://fondazionedonprimobonassi.blogspot.it

Ma proprio da qui si aprono straordinari spazi per recuperare il senso di gratitudine per la terra, il piacere di raccogliere dalla natura, la consapevolezza di dipendere dallambiente, il riconoscimento di una totale interdipendenza nel sistema naturale di cui siamo parte. Si tratta, per, di scenari che hanno bisogno di una premessa. Comportano necessariamente la valorizzazione di una categoria di interpretazione della vita pesantemente attaccata in questi anni: lidea del bene comune. Del resto le relazioni con la terra sono le specchio delle relazioni tra gli uomini. Possono essere di segno radicalmente opposto. Relazioni di rispetto, di nutrimento reciproco, di mantenimento di un buon ecosistema. O relazioni di rapina, di sfruttamento di ingordigia. Una sfida richiede pensiero e strategie di azione, una sorta di sentiero a pi cammini. Una prima traccia pu essere lo sforzo culturale. A partire dal basso, dalle nostre comunit nelle quali, ancora, c poco ragionamento su questi temi. In questi movimenti di base sono presenti i germi di un nuovo umanesimo, del recupero di capacit di autogoverno, della rivitalizzazione di una pratica democratica spesso annacquata. Ne pu scaturire la decostruzione dei modelli di pensiero e di vita che ci stanno guidando. Ancor pi ne pu derivare unazione culturale di convincimento in grado, forse, di contrastare poteri forti. Unazione culturale capace di informazione corretta e diffusa. In grado di interrogare sedi e persone di governo intorno a modelli di vita e di sviluppo. Un secondo sentiero lo sforzo educativo riassumendo, con forza, le nostre responsabilit pedagogiche ed etiche nei confronti nostri e delle nuove generazioni in particolare. Una terza via lo sforzo delle pratiche. Pratiche decise, non pi timide. Pratiche ispirate da scelte chiare. Con forti connotazioni etiche, politiche, culturali. Attraverso azioni concrete possibile uscire da alcuni condizionamenti del sistema. Le pratiche rendono attuabili cambiamenti nel nostro modello di vita. Soprattutto laddove divengono diffuse. Senza con ci essere omologanti. Perch intorno ad alcuni principi condivisi si pu generare tutto il potenziale creativo e buono delluomo. Negoziando, mediando con la realt, facendo rete tra realt diversificate e buone. Anche le pratiche, per, hanno bisogno di strategie. Hanno la necessit di scegliere compagni di viaggio e di costruire positive alleanze. Hanno bisogno di spinte, di conversioni personali e collettive, di movimenti personali e di gruppo.

Torre de Roveri, 12 novembre 2012

Torre de Roveri (Bg) Cap 24060 Via Papa Giovanni XXIII, 45/a tel. 035.583485 fondazionedonprimobonassi@gmail.com http://fondazionedonprimobonassi.blogspot.it

Potrebbero piacerti anche