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Razza: realt e negazione

Di RICHARD MCCULLOCH (Una breve versione di questo articolo stata pubblicata nellinverno 2002, in un numero di The Occidental Quarterly nel sito http://theoccidentalquarterly.com/vol2no4/rm-race.html)

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UNA PRODUZIONE STORMFRONT ITALIA

Traduzione a cura di edjursuna e Legionario88

Commento dei traduttori:

Nell'articolo di McCulloch troveremo spesso il riferimento a quella che lui definisce "razza nordica" per indicare una sub-razza all'interno della razza bianca. L'utilizzo di tale termine quindi deve essere in riferimento ad una delle tante sub-razze bianche (quella nordica in questo caso) ma il discorso pu essere esteso a qualsiasi altra sub razza bianca (ad esempio a quella mediterranea). L'autore, come dichiara lui stesso di appartenere alla sub-razza nordica, impronta il suo discorso sulla primaria importanza della difesa della sua sub-razza ma ci non esclude il fatto che la tutela di tutte le razze e sub-razze sia la base da cui partire per comprendere qualsiasi discorso e analisi della tutela e preservazione razziale. Il punto di vista dell'autore quindi concentrato sulla sua sub-razza nordica senza che per egli faccia alcuna discriminazione nei confronti di altre sub-razze o di altre razze. ------------------------------------------------------------------------------------------------

Nel giugno del 2001 sono andato a vedere il film Gatti e Cani. Sono arrivato abbastanza presto per vedere le pubblicit mostrate prima delle anteprime e sono rimasto sorpreso da uno spot che dichiarava coraggiosamente: Svegliati. La razza un mito. Il razzismo reale. www.endracism.org. Leffetto era surreale. Come poteva questo falso orwelliano essere mostrato su uno schermo? Per quasi un decennio ho visto vari esempi di negazione razziale, ma per lo pi in maniera marginale, ad esempio in posti difficilmente notati della massa, o in pubblicazioni sconosciute o su siti internet. Ma vedere un tale spot sul grande schermo lo rendeva dominante, accettabile e normale. Da americano con ascendenti del nord Europa (nordico) che ama la sua razza e vuole preservarla, da tempo mi preoccupo delle prospettive del suo declino. Ma, sedendo in quel cinema, sembrava che lesistenza e la continuazione della mia razza fosse ancora pi incerta del solito, poich niente pi certo del fatto che lobiettivo politico che sta alla base della negazione della razza sia diventato una profezia auto-avverante con lo scopo di causare la fine, se non di ogni razza, sicuramente della mia. Com possibile che lesistenza di ci che io amo e desidero conservare sia negato cos palesemente? E com possibile che al pubblico americano venga propinato un cos forte messaggio che dichiara che loggetto del mio amore e devozione non esiste, che non reale e che non neanche accettabile credere che esista?

Se questo tipo di messaggio ora appare negli schermi di un cinema, qual il messaggio che passa nel sistema scolastico? Lodierno insegnamento politicamente corretto riguardo il tema della realt razziale rappresentato dallacclamatissimo documentario in serie del 2003 della BPS (Boston Public School) intitolato: Razza: il potere di unillusione, e dal corrispondente sito internet allindirizzo prodotto at da

http://www.pbs.org/race/000_General/000_00-Home.htm,

Lassy Adelman e ampiamente distribuito e usato in tutto il sistema scolastico. Lessenza del messaggio di questa serie pu essere sintetizzato in dieci punti, o fatti-veloci, che saranno discussi qui in ordine. Il titolo del documentario rivela gi le sue conclusioni e si fa carico del messaggio che la razza solo una chimera, quindi non reale ma una pericolosa illusione. Nel numero di Dicembre 2003 del giornale Scientific American stato pubblicato un articolo che supportava essenzialmente questa nuova posizione politically correct. La natura ingannevole di questa campagna semi-orchestrata simboleggiata dalla copertina della rivista. Dei sei volti femminili mostrati in copertina, in rappresentanza delle diverse razze, un solo tra quelli reale, uno solo realmente di una persona vera e propria ed quello in alto a destra rappresentato dalla donna bionda con occhi azzurri di razza nordica. Gli altri cinque volti sono solo delle modificazioni computerizzate dellunico viso reale e non rappresentano alcunaltra razza, anche se vengono mostrati come tali. Leffetto ingannevole quello di minimizzare le reali differenze tra razze cos da nordicizzare tutte le altre, cos da renderle molto pi simili alla razza nordica di quanto non lo siano affatto.

Come pu accadere tutto questo? La negazione della realt razziale non rappresenta, in verit, una novit. Se n parlato gi ai tempi di Franz Boas. La novit sta nel grado di negazione, che un fatto totalmente nuovo. La negazione della realt razziale ha preso molte forme durante lo scorso secolo, e lescalation in grado - come il dominio culturale e il controllo dei suoi promotori - in crescita. Si parlato specialmente della negazione delle differenze razziali soprattutto per quel che riguarda le differenze mentali che non possono essere viste ad occhio nudo. C stata la negazione nel campo di applicazione scientifico e nellentit stessa delle differenze razziali nel tentativo di ridurle al minimo. C stata la negazione delle conseguenze delle condizioni sociali della societ multirazziale, in

particolar modo della mescolanza razziale e dei suoi effetti razziali distruttivi. Ora la stessa realt e lesistenza stessa delle differenti razze, ovvero di cose tangibili che possono essere tranquillamente appurate e viste, che negata. Ci saremmo dovuti aspettare questo sviluppo, vista la crescente importanza data dalla storia, nel corso del secolo scorso, alla negazione della razza. Labbiamo visto davanti ai nostri occhi. Forse, ad esempio, quando ognuno di noi ha sentito per la prima volta dichiarare che le razze non esistono o quando abbiamo liquidato tale notizia come una sciocchezza senza senso non degna di preoccupazione o risposta, perch nessuno di noi avrebbe mai preso tali notizie seriamente. Ma lavremmo dovute prendere seriamente. Ora, infatti, constatiamo questapproccio dominante della posizione politicamente corretta nei media e nel mondo accademico, con tutte le conseguenze e tutto ci che questo significa. La reale credenza nellesistenza di razze differenti oggi come oggi, in alcuni ambiti, comparata al razzismo, e con logica riduzionista e senza nesso di casualit stata ultimamente collegata al genocidio. In certi ambienti stato infatti esplicitamente dichiarato che la realt della razza deve essere negata, al fine di porre fine al razzismo e prevenire il genocidio. (Nota 1). molto triste constatare che la nostra situazione sta sempre peggiorando dato che la realt della razza ancora messa in dubbio ed sempre negata dalla cultura dominante. La negazione della razza in realt solo lultima tappa degli sforzi della potente e multirazziale cultura dominante nel prevenire e bloccare gli interessi della razza nordica e i problemi reali che riguardano la razza nordica, inclusa lultima problematica della sopravvivenza e della preservazione della razza. Abbiamo, da tempo,

familiarit con diverse tattiche usate per lo stesso scopo, che includono ma non sono limitate - a : 1. Minimizzare o banalizzare le differenze razziali e la razza stessa, che vengono descritti come cose senza senso, senza importanza o valore e che per questo che non vale la pena di preservare. 2. Dichiarare che la razza nordica gi mischiata o ibrida, cio non pura. Ci asserito sia per la razza nordica nel suo complesso sia per i singoli individui che non appaiono mischiati, anche se queste affermazioni non sono di solito molto specifiche o appoggiate dallevidenza scientifica. Queste affermazioni sono presentate come la prova che la miscela razziale non danneggia la razza nordica o la sua esistenza in alcun modo, quindi la razza non ne risulta minacciata e lopposizione a tutto ci deve appare ingiustificata.

Queste tattiche sono solamente una copertura per eludere i reali problemi legati agli interessi razziali dei nordici, soprattutto per quel che riguarda la loro preservazione razziale. Ho scoperto che, se messi sotto pressione, coloro che vogliono il meticciato e coloro che negano levidenza della razza, sono gli stessi che non riconoscono lesistenza delle razze, o almeno non vogliono riconoscere che la razza nordica esista. Perch la razza nordica e i tratti caratteristici razziali dei popoli del Nord Europa, che sono al centro della loro attivit di negazione razziale e di promozione al meticciato. La razza nordica la razza che i negazionisti razziali non vogliono assolutamente riconoscere, essi vogliono distruggerne lesistenza stessa, vogliono impedire la sua esistenza, fino al punto di arrivare a

negare lesistenza stessa della razza in generale, e quindi di tutte le altre razze. Ma queste affermazioni si spingono oltre il semplice desiderio di coloro i quali non vogliono riconoscere lesistenza della razza nordica. Sono anche un mezzo per soddisfare il desiderio, o meglio sono una profezia autoavverante, usata al solo scopo di prevenire qualsiasi interesse della razza nordica; quindi le sue caratteristiche sono ridotte al minimo, banalizzate, sminuite e negate, e grazie a queste tattiche vengono minacciate fino alla distruzione. davvero lesistenza della razza nordica che viene minimizzata, banalizzata, umiliata e negata con lo scopo di prevenire, eludere ed evitare qualsiasi considerazione negativa riguardo alla minaccia di distruzione di questultima. Negare la realt o lesistenza di una razza, o di un popolo, facilita notevolmente la sua distruzione e la sua riduzione ad una non-esistenza. Sono stato coinvolto in mote discussioni, dibattiti e argomenti, riguardanti la realt della razza fin dal 1998 quando il mio sito web (www.racialcompact.com) comparso su internet. Alcune discussioni con coloro che negavano la razza erano basate su scambi di domande e risposte. Questi dibattiti di solito finivano dopo che i miei antagonisti ammettevano esplicitamente il loro sostegno, e anche il loro desiderio, dellestinzione dei nord europei. (nota 2). Pi recentemente, il mio coinvolgimento in questi dibattiti tendeva ad essere indiretto, in quanto i visitatori del mio sito che hanno utilizzato il materiale l pubblicato, hanno avuto modo di discutere loro stessi con i negatori della razza e quindi hanno cercato il mio consiglio e la mia assistenza.

Questo tipo di dibattiti di solito seguono uno schema similare: i negatori della razza iniziano la discussione tentando di screditare i tradizionali metodi di classificazione razziale, in particolare i metodi basati sulla tipologia razziale del fenotipo o dellaspetto fisico, ovvero sulla combinazione di tutti i tratti fisici. Poi essi tenteranno di screditare le tradizionali divisioni razziali che si basano su questi metodi di classificazione. Lo scopo di tutto ci sta nel creare una sorta di confusione, di ambiguit o di incertezza per quanto riguarda il termine razza. Infatti una definizione precisa di razza di solito manca sempre nelle loro argomentazioni, sia perch non sanno come definirla, sia perch sanno che una definizione precisa di razza potrebbe facilmente confutare le loro tesi. Infine, dopo che stata creata abbastanza confusione e ambiguit, essi finiscono col negare lesistenza della razza. Ma se si va a fondo alla questione, diviene di solito evidente che il vero problema per loro non il metodo di classificazione razziale, e nemmeno lesistenza delle razze solo apparentemente il loro punto centrale delle loro argomentazioni ma la questione della conservazione razziale, e in particolar modo della protezione razziale dei nord europei. La differenza tra me e loro che loro sono contro la conservazione razziale dei nord europei, mentre io ne sono a favore. Una tattica molto comune che usano i negatori della razza quella di esigere una prova dellesistenza della razza, senza fissare per uno standard di ci che costituirebbe una prova sufficiente. Ci serve a loro per evitare di dare una definizione oggettiva e accurata della razza. Dunque, cos questa cosa chiamata razza? Tanto per cominciare, la parola razza si riferisce alle diverse popolazioni geografiche dellumanit

che condividono un antenato comune e possono essere distinte le une dalle altre da una combinazione ereditaria di caratteri morfologici, vale a dire, da caratteristiche fisiche (fenotipo) determinate geneticamente. La razza si riferisce quindi sia alle popolazioni che ai fenotipi che sono associati alle popolazioni da cui sono identificati. Queste popolazioni e fenotipi esistono da migliaia di anni prima che la parola razza diventasse il termine comune per riferirsi a loro. Cos, la definizione della parola razza rappresenta, molto semplicemente, quella popolazione e fenotipo a cui si riferisce. Trattasi di una logica circolare, come disse Gertrude Stein: una rosa una rosa una rosa. Ma lesistenza e la realt delle cose che sono tangibili, materiali, fisiche e visibili e che sono chiaramente evidenti ai cinque sensi, normalmente accettato come ovvio e non esige una prova esterna; la prova, in questi casi, a se stante, in se stessi. Le persone ragionevoli non mettono in dubbio la loro esistenza o richiedono le prove, sulla base di uno standard arbitrario, della loro realt. Se lesistenza di qualcosa negata ma loggetto si presenta comunque lo stesso, la sua esistenza deve essere ammessa. Negare lesistenza di qualcosa che visibilmente presente irragionevole. Loggetto che viene negato dai negatori della razza visibilmente presente in abbondanza, sia negli individui singoli che nelle popolazioni, ben oltre qualsiasi esigenza di prova ragionevole.

Levidenza della realt della razza

Ma se vengono richieste delle prove per confermare la realt della razza, che tipo di prova necessaria per dimostrarla? Quale tipo di prova pu essere considerata come ragionevole? Se la prova concreta non sufficiente e la prova della logica astratta necessaria, la prova migliore risulta essere dunque quella in cui convergano molteplici prove diverse e indipendenti tra di loro che si sostengano reciprocamente e che arrivino alla stessa conclusione. Tra le prove convergenti che siano coerenti tra loro per sostenere la realt della razza possiamo annoverare: la geografia, la storia, il fenotipo, la teoria evolutiva, le scienze forensi e gli studi genetici pi recenti. Le razze sono geograficamente reali. Trattasi di popolazioni geografiche con una specifica distribuzione geografica. Esse sono, o sono state fino a tempi recenti, geograficamente separate dalle altre razze. La loro origine ed esistenza collegata ad una specifica regione geografica che la razza ha storicamente abitato. Il collegamento tra geografia e razza si vede nella forte correlazione che separa gli habitat originali delle diverse razze. La connessione geografica si verifica perch le razze sono popolazioni nidificanti che formano un pool genico comune e stabile in un ambiente razziale su molte generazioni, e prima del progresso dei trasporti moderni, ci ha richiesto che la patria nativa della razza sia stata limitata e compatta. La continuazione o la conservazione della razza richiedeva anche una separazione geografica da altri elementi razziali per evitare mescolanza o sostituzione che avrebbe alterato o distrutto la razza stessa. Ci significa che le altre razze hanno dovuto essere escluse dalla sua distribuzione geografia e che il possesso di una determinata razza della sua terra natale doveva essere razzialmente esclusivo. Questa esclusivit non doveva per

essere totale o assoluta, ma solamente sufficiente per creare e preservare una tale razza. Anche se le migrazioni di elementi razziali al di fuori della loro patria originale si sono verificate nel passato, in particolare negli ultimi cinque secoli, spesso la mescolanza con altre razze che ha creato forme intermedie, ha fatto s che venisse riconosciuto uno standard di riferimento per la classificazione razziale e lo studio, tramite i gruppi di controllo, delle popolazioni che sono rimaste nelle patrie originali. Le popolazioni emigranti che hanno ampliato la gamma geografica della loro razza in nuovi habitat e che hanno limitato la riproduzione della loro razza, hanno continuato ad essere della stessa razza degli abitanti delle terre native, e nella loro eredit razziale e origine sono rimasti identici a quelli rimasti nella terra nativa. Queste popolazioni geografiche sono un dato di fatto, esse esistono nel mondo reale, nella loro parte nel mondo esattamente dove ci si aspetta di trovarle, come tutti possono constatare. Questi sono fatti reali che possono essere osservati e misurati essendo parte della realt oggettiva, e i dati reali della razza sono le sue caratteristiche fisiche distintive o il fenotipo razziale. La rivista National Geographic, nella sua lunga storia di pubblicazioni, ha pubblicato innumerevoli articoli che documentano inconfutabilmente la connessione geografica, la distribuzione e la realt della razza. Le razze sono storicamente reali. Le razze pi importanti dEuropa, Asia e Africa che conosciamo oggi, cos come molte delle loro sub-razze, sono presenti nella documentazione storica scritta sin da 3000 anni e, nel campo artistico, da 4000 anni. Le razze di America, Australia e del Pacifico sono entrate nella storia dal momento in cui i primi esploratori occidentali le hanno trovate. Dagli albori della storia, fino ai nostri tempi, lesistenza,

lubicazione geografica e la distinzione di caratteristiche fisiche e lanalisi dei movimenti stanziali di queste razze, sono stati una parte fondamentale della documentazione storica. Le razze esistono inoltre anche nella preistoria. I moderni storici, antropologi e archeologi che si interessano di preistoria hanno protratto la nostra conoscenza delle razze moderne a migliaia di anni prima dellinizio della storia scritta. ovvio che le razze che conosciamo oggi sono esistite, in un continuum di generazioni, per molte migliaia di anni. Le razze sono fenotipicamente reali. Il fenotipo, ossia la parte fisica della razza che possiamo vedere, tangibilmente e visibilmente reale. Ed anche la prova visibile che la razza un fattore ereditario, che geneticamente trasmessa da generazione a generazione con coerenza scientifica e prevedibilit. Questo significa che la razza geneticamente reale, che determinata dai geni, che nei geni e dai geni, il che significa che la razza un fenomeno biologico e biologicamente reale. Il fenotipo ovvero linsieme dei tratti ereditati geneticamente che determina laspetto fisico anche il definitivo identificativo razziale per classificare le diverse razze. Ogni razza ha una certa gamma di fenotipi diversi o di elementi razziali allinterno della sua popolazione. Ma non vi alcuna sovrapposizione fenotipica tra le principali divisioni razziali dellumanit. Se si prendono tre gruppi di 100 persone ciascuno della Nigeria, dellInghilterra e della Cina con ogni gruppo rappresentativo della loro popolazione nativa la persona media non avrebbe nessuna difficolt ad individuare quale gruppo rappresentativo della specifica razza. Anche se gli individui dei gruppi fossero stati mescolati tutti tra di loro loro, la persona media non avrebbe avuto difficolt a separarli - prendendo come

metodo il riconoscimento del fenotipo - per sistemarli nella corretta categoria razziale con assoluta precisione. Se si prendono tre gruppi di 100 persone ciascuno da tre diverse suddivisioni della divisione razziale caucasica, rappresentati da Inghilterra, Italia e Siria con ogni gruppo rappresentativo delle loro popolazioni autoctone la persona media non avrebbe di nuovo difficolt nellidentificare i tre diversi gruppi. Anche se ci sarebbe una certa sovrapposizione fenotipica tra i gruppi inglesi e italiani e tra i gruppi italiani e siriani, ogni gruppo dovrebbe contenere una grande maggioranza di fenotipi che sarebbero rari o assenti negli altri due gruppi. Se i gruppi sono stati mescolati tra loro, la persona media sarebbe probabilmente meno accurata nel separare gli inglesi dagli italiani, o gli italiani dai siriani, ma probabile che sarebbe stata molto accurata nel separare gli inglesi dai siriani. Il fenotipo dimostra che la razza reale. Ma mostra anche che la razza un continuum segnato da molte suddivisioni o sub razze con sottili gradazioni di differenziazione razziale correlati alla distanza spaziale e temporale. A pagina 211 del libro intitolato: Razza. La realt delle differenze umane (2004), gli autori Vincent Sarich e Frank Miele spiegano il ruolo del fenotipo nella classificazione razziale. A differenza dei biologi che smentiscono - in uno stile prettamente politically correct - la realt scientifica della razza senza fornire standard di ci che richiesto per considerare reale la razza, Sarich e Miele forniscono degli standard per le razze delle specie non umane che sono comunemente accettate dai biologi. Tuttavia non esiste ancora uno standard genetico accettato dato che la conoscenza genetica tuttora ancora troppo incompleta (come sottolineano infatti gli autori dichiarando come, ad esempio, fino a poco

tempo fa i cani non potevano essere geneticamente distinti dai lupi), ma ci sono una lunga serie si fenotipi standard che vengono accettati basati su un ordinamento di precisione. In sostanza, con questo standard, se i biologi specializzati nello studio di una specie possono dividere due diverse popolazioni della suddetta specie in base alle caratteristiche fisiche o fenotopiche con il 75% o pi di precisione, queste verranno considerate come due razze diverse. Gli autori sottolineano che sebbene le razze, a differenza delle specie, non sono fisse - quindi alcune sovrapposizioni fenotipiche sono previste ci sarebbero almeno 20 popolazioni umane che possono essere fenotipicamente distinte lune dalle altre con una precisione di classificazione del 100%. Se seguissimo gli standard effettivi applicati dai biologi per le specie non umane (quella del 75% o pi di precisione di classificazione) potremmo tranquillamente notare che ci sarebbero letteralmente centinaia di razze umane distinte tra di loro. Gli autori affermano che la maggior parte delle persone potrebbero anche ottenere una precisione del 100% nella classificazione razziale nel distinguere le popolazioni di Atene e Copenhagen. Vorrei aggiungere che la maggior parte delle persone, avrebbe probabilmente potuto raggiungere una precisione superiore al 75% di classificazione razziale nel distinguere le popolazioni indigene di Londra e Parigi. Il sistema di questi due standard diversi risulta essere alquanto ipocrita perch questo si attua solo alle specie non umane e non a quelle umane, solo cos i biologi possono negare lesistenza delle razze umane. Questo studio sui diversi standard ha spinto agli autori ad affermare che: se noi usassimo una definizione semplice di razza per esempio possiamo definirla come una popolazione allinterno di una specie che pu essere facilmente distinguibile dalle altre

popolazioni grazie solamente a fattori genetici (cio utilizzando solo le caratteristiche ereditarie) allora non ci sarebbe pi alcun dubbio sullesistenza di un gran numero di razze umane. Nelle mie discussioni con i negatori della razza ho riscontrato come, quasi mai, questi diano una definizione precisa del concetto di razza, anzi spesso non la danno affatto, quindi il mio primo passo sempre quello di domandare e fornire una definizione precisa del termine razza. Sarich e Miele hanno anche loro notato questo problema quando hanno incominciato questo viaggio nella realt al di fuori dal political correct. Essi hanno dunque fornito unaccurata definizione del concetto di razza, cos come segue: le razze sono popolazioni, o gruppi di popolazioni, allinterno di una specie, che sono separate geograficamente dalle altre popolazioni o gruppi di popolazioni e che sono distinguibili tra loro su base di caratteristiche ereditarie (pagina 207). La teoria evoluzionista sostiene la realt delle razze umane. Si presuppone che il grado di variabilit biologica allinterno di una specie sia correlata con lestensione della sua distribuzione geografica. Maggiore la gamma geografica, maggiore sar il grado di variabilit biologica. La razza una variabilit biologica. Le specie umane hanno avuto unestensione geografica sullemisfero per almeno 100.000 anni e una globale estensione geografica da almeno 10.000 anni, ci mostra lelevato grado di variabilit biologica che la teoria evoluzionistica si aspetta e prevede da popolazioni di cos ampia diffusione. La variazione biologica la forza trainante dellevoluzione e della creazione di nuove specie. La variabilit causata dalle separazioni tra le diverse popolazioni date dalla distanza geografica o dalle barriere fisiche. Sarebbe in netto contrasto con la teoria

dellevoluzione se la specie umana, con il suo insuperabile livello di separazione geografica tra popolazioni, non presentasse un grado altamente sviluppato di variabilit biologica, si in via di sviluppo (continumm) e sia in evoluzione in razze diverse. Vi una progressione logica nellevoluzione. un processo continuo - dal phylum alla classe che ordina gli organismi in famiglie, in generi, in specie e in razze. Il processo non si ferma alla specie ma continua creando le diverse razze che si sviluppano a loro volte in nuove specie. La razza lo stadio evolutivo di una popolazione prima che questa diventi una specie diversa. Negare questo come rivendicare che levoluzione si fermata. La scienza forense sostiene la realt delle razze umane e pu identificare la razza tramite lattenta analisi dei resti di scheletri con molta precisione, come descritto dallo scienziato forense George Gill (Nota 3). La realt della razza dipende pi dalla definizione della realt che dalla definizione di razza. Se scegliamo di accettare il sistema di tassonomia razziale che gli antropologi fisici hanno tradizionalmente stabilito razze maggiori: nera, bianca etc - allora si possono classificare gli scheletri umani dal loro interno altrettanto bene come si pu fare con gli esseri viventi. I tratti ossei del naso, della bocca, del femore, del cranio possono rilevare, ad un bravo osteologo, i tratti razziali esterni come ad esempio il colore della pelle, la forma dei capelli, quella del naso e delle labbra. Sono stato in grado di dimostrare, nel corso degli anni, in vere e proprie battaglie legali, che sono pi preciso a valutare la razza da resti scheletrici che dai tratti esteriori visibili ad occhio nudo. Gli antropologi forensi sanno perfettamente che lo scheletro riflette la razza, sia essa reale o no, e sanno altrettanto bene che le ossa mostrano pi facilmente le diverse

caratteristiche fisiche delle diverse razze di

un qualsiasi tessuto

superficiale esterno. Lidea che la razza solo una questione di pelle un falso, lo potrebbe affermare qualsiasi esperto antropologo forense. La razza geneticamente reale. La genetica pu fornire nuove prove per sostenere la realt della razza. Ironia della sorte, la genetica ha per favorito di pi i negatori della razza, infatti essa spesso lunico mezzo che questi usano per convincere e sostenere la loro tesi antirazzista. In realt, nonostante le pressioni fatte dai genetisti per mostrare il contrario, la razza esiste nei geni ed geneticamente determinata. Ci sono molti studi genetici che mostrano le differenze razziali nelle frequenze di sequenze genetiche diverse e dei tratti genetici, anche se i genetisti preferiscono usare il termine popolazione come eufemismo per la razza. I negatori della razza tentano di dimostrare che le razze non esistono perch la percentuale di differenze genetiche tra diverse razze troppo bassa. Per non dicono quale criterio deve essere applicato per determinare la percentuale di differenza genetica necessaria per costituire una razza, dicono solo che la percentuale di differenza genetica tra le popolazioni umane troppo bassa. Nessuna percentuale di differenza genetica mai stata usata come base per la classificazione razziale. In effetti, fino a poco tempo fa gli scienziati ed i profani non avevano affatto idea di cosa fosse realmente la percentuale di differenza genetica tra le razze o tra le specie. Quando si parla di questargomento, i negatori della razza non menzionano mai il fatto che anche la differenza genetica tra umani e scimpanz molto bassa di quanto qualsiasi profano tenda ad aspettarsi. La maggior parte degli studi genetici mostra una differenza genetica che varia tra l1, 24% e l1,7% tra esseri umani e scimpanz, di solito si preferisce usare la

percentuale media dell1,6% (nota 4). Ci rappresenta la differenza genetica tra specie, e ancora meglio la differenza genetica tra generi. Questo dato rappresenta anche la differenza genetica tra famiglie tassonomiche perch gli esseri umani e gli scimpanz sono in diverse famiglie biologiche. Gli esseri umani, infatti, sono della famiglia degli ominidi (di cui sono lunica specie sopravvissuta) e gli scimpanz, i parenti pi stretti viventi alla nostra specie, sono della famiglia dei Pongidae. Quali sono le percentuali di differenze genetiche tra le razze umane? Forse il miglior studio compiuto fino ad oggi su tale argomento quello di Masatoshi Nei e Arun K. Roychoundhury (1993) (nota 5). Nei e Roychoundhury hanno utilizzato una metodologia diversa da quella di L.L. Cavalli-Sforza et alii (1988), che a loro parere ha introdotto irragionevoli modelli di ramificazione in alberi filogenetici, in riferimento al raggruppamento fatto da Cavalli-Sforza dei nord-est asiatici nello stesso cluster dei caucasici piuttosto che con cinesi meridionali e sud-est asiatici. Le seguenti percentuali di differenze genetiche tra le popolazioni umane e lalbero filogenetico sono presi dal loro studio. La percentuale di differenza con lo scimpanz stato aggiunto per il contesto per uno standard di confronto.

Se si dovesse visualizzare spazialmente la prima colonna della tabella di cui sopra, con un tedesco in piedi ad una distanza di 20 piedi da un inglese, un finlandese si posizionerebbe ad una distanza di 50 metri, un italiano a quella di 70 piedi, un indiano del nord a 200 piedi, un giapponese a 610 metri, un amerindo del nord America a 760 metri, un nigeriano a 1330 metri e uno scimpanz a 16000 piedi. La percentuale pi alta di differenza genetica di 0,176% tra i nigeriani e gli aborigeni australiani. C l11% di differenza genetica dell1,6% tra umani e scimpanz, ovvero tra diverse famiglie biologiche le cui linee ancestrali si ritiene si siano separate 5-7 milioni di anni fa (nota 6). La differenza genetica di 0,133% tra la popolazione inglese e nigeriana di 8,3% equidistante della differenza tra esseri umani e scimpanz. La differenza genetica di 0,061% tra popolazione inglese e giapponese o coreana del 3,8% equidistante della differenza genetica tra gli esseri umani e scimpanz. Viste in questo contesto, le differenze genetiche appaiono molto significative. Vale anche la pena notare che sia per linglese che per il giapponese, ovvero sia per europei per asiatici del nord-est, la pi alta percentuale di differenza

genetica con i nigeriani e il grado di questa differenza di 0,133% per gli inglesi e di 0.149% per i giapponesi, molto simile. In confronto, il grado di differenza dellinglese e del giapponese con la popolazione aborigena australiana dello 0,122% per gli inglesi e lo 0,062% per i giapponesi, una percentuale molto diversa dato che la differenza doppia. Lalbero filogenetico mostrato qui di seguito illustra graficamente le relazioni genetiche tra le diverse popolazioni.

Albero filogenetico (qui sopra) per 26 popolazioni umane rappresentative di Nei e Roychoudhury (193). Le divisioni principali di popolazioni umane sono quelle tra africani (A), caucasici (B), asiatici (C), amerindi (D) e Australopapuani (E). Questo albero filogenetico mostra che gli studi genetici raggruppano le popolazioni dellumanit in supercluster e cluster che sono coerenti con le tradizionali divisioni e suddivisioni razziali e, fornendo la prova genetica che la razza reale e che le classificazioni tradizionali razziali sono accurate. Le dichiarazioni politiche fatte dai genetisti per la stampa popolare mostrano invece che i loro studi hanno dimostrato che la razza non un concetto scientifico valido, tali dichiarazioni a sfondo politico mettono in dubbio lintegrit del processo scientifico in atto da questi genetisti che tendono a screditare i loro stessi studi. Il secondo argomento genetico usato dai negatori della razza attribuito al professore delluniversit di Harvard Richard Lewontin, che per primo lo propose nel 1972. Egli dichiar, in base alla misura standard di variazione nota come lindice di fissazione di Wright o FST, che solo il 15% della variabilit della genetica umane razziale e unico per una determinata razza mentre l85% non-razziale o razzialmente neutrale tra individui di tutte le razze, presumibilmente a partire dallinizio della specie umana moderna. Lewontin e altri ricercatori hanno utilizzato questa misurazione per sostenere che la variazione tra le diverse popolazioni umane troppo bassa per giustificare la classificazione in sub-specie o razze diverse, con limplicazione che la parte nordica del 15% della variabilit genetica che quindi razziale dunque sacrificabile per la realizzazione di un mondo in cui le razze, o per lo meno la razza dei nord europei o la razza nordica,

non esistano pi. Questa affermazione in realt un giudizio di valore, un giudizio sempre pi adottato come politicamente corretto da parte delle comunit accademiche in linea con lordine del giorno dellagenda Boasiana al fine di minimizzare, banalizzare e negare limportanza o la realt della razza e delle differenze razziali e quindi di delegittimare e screditare coloro che sostengono, preoccupati, la loro preservazione razziale. Ci ripetuto come il punto numero 5 dei 10 punti analizzati dal documentario della BPS Razza: il potere di unillusione, gi discusso in precedenza. Ma coloro che fanno di questo giudizio un valore, a cominciare da Lewontin, non riescono a fornire uno standard per la misurazione dellFST sia per contesto che per confronto. E ci per una buona ragione: infatti il giudizio di valore di Lewontin non supportato e non in linea con li sistema di misurazione di FST stesso, anzi lo contraddice. Appellandosi a questo problema ( sul grado di variazione tra le diverse popolazioni umane) linventore della misurazione FST, il vecchio Sewell Wright, ha dichiarato con enfasi che se le differenze razziali in questa misura cos ampia fossero state percepite in altre specie, si sarebbero chiamate sottospecie. (Nicholas Wade, Before the Dawn, 2006, pp. 191-193.) E in effetti questo il caso nostro, perch le popolazioni di molte altre specie con livelli di variazione simile a quella che si riscontra tra le diverse popolazioni umane, sono state classificate come sottospecie. (cfr. http://www.goodrumj.com/RFaqHTML.html) Infine vi anche il problema di valutare se il sistema di FST sia realmente il metodo pi accurato per misurare la variazione tra le popolazioni. Sarich e Miele (Razza: la realt delle differenze umane, p. 169) dettagliando i calcoli di Harry Harpending del 2002, hanno mostrato che la vera

proporzione della variabilit della genetica umana razziale al 32.5% e non al 15% come dice invece il sistema di FST, su cui cui lo standard fallace di Lewontin erroneamente basato. Prima di tutto il 15% interpopolazionale. Il restante 85% sar poi diviso in due met (42,5%) tra le intra- e interindividuali comparazioni tra popolazioni. Laumento della variabilit tra popolazioni a confronto quindi il 15% contro il 42,5% (e non l 85%) che c tra individui. E cos 15/42.5 = 32.5 % (contro il 15/100= 15%). Leffetto finale di queste prove convergenti di evidenza dovrebbero chiarire al di l di ogni ragionevole dubbio che la razza esiste ed reale. Ma prima di arrivare a tale conclusione che afferma come gli antirazzisti vadano oltre la ragione, dovrebbero essere analizzati alcuni dei loro argomenti pi comuni.

Argomentazioni dei negatori della razza

(1)

Largomento ignoranza genetica. Noi non sappiamo ancora

come in realt i geni siano coinvolti nella determinazione delle differenze razziali, o come questi agiscano nel processo. I negatori della razza per utilizzano questo argomento per affermare che la razza non geneticamente reale. Eppure nessuno pu

ragionevolmente contestare che la razza sia costituita dai tratti ereditari trasmessi dai genitori ai figli e che tali tratti ereditari devono essere necessariamente tratti genetici, perch lunico modo

riconosciuto dalla scienza per la trasmissione di tratti ereditari attraverso i geni. Inoltre, non sappiamo ancora quali geni siano coinvolti nel causare molte malattie note per essere ereditarie, ma siccome sappiamo che sono ereditati sappiamo di conseguenza che le malattie ereditarie sono causate dai geni e la ricerca su questi geni lo scopo della maggior parte degli studi genetici attuali.

(2)

Argomento di banalizzazione. Questo argomento ammette la

realt delle differenze tra popolazioni, sia fisiche che genetiche, ma sostiene che queste differenze non hanno nessuna importanza e che non sono abbastanza grandi per qualificarsi come differenze razziali. Questargomentazione tenta di subordinare il problema della realt razziale a un giudizio di valore soggettivo e sminuisce la variabilit biologica che esiste tra le diverse popolazioni umane definendo tale variabilit di nessun valore o importanza, sicuramente non considerandola come una questione di preoccupazione legittima, o come una questione di amore e devozione. Fondamentalmente, questo argomento afferma che gli unici tratti umani che sono di valore o importanza sono quei tratti comuni a tutti gli esseri umani, mentre le differenze razziali, ovvero quei tratti unici per una determinata popolazione e non condivisi da altre, non hanno alcun significato di differenziazione.

(3)

Argomento di falsa definizione. I negatori della razza spesso

confondono la razza con la specie, stabilendo uno standard per la razza che lo stesso standard per la specie, applicando

implicitamente la definizione di specie a quella di razza. Dal momento che lumanit una solo specie, senza differenze tra specie umane, si sostiene quindi falsamente, per definizione, che non ci sono diverse razze umane, mettendo il concetto di razza al di fuori del campo di esistenza. La differenza tra la specie e la razza , naturalmente, che le specie non possono incrociarsi tra loro o almeno non possono farlo in condizioni naturali, mentre le razze possono incrociarsi soprattutto quando vi un contatto prolungato tra loro. I negatori della razza portano spesso lesempio di individui o di popolazioni ibride e razzialmente miste come prova che tutti gli esseri umani fanno parte di una sola razza umana e non di diverse razze ma, tale dato, di fatto, proverebbe semmai il contrario e che cio le differenti popolazioni umane si sono incrociate tra di loro (e che quindi possono farlo) e dunque lumanit composta da razze e non da specie. Come afferma un recente studio: se il biologico anche genetico allora un decennio o pi di ricerca genetica sulle popolazioni ha documentato la genetica quindi biologica - differenziazione tra le razze. difficile concepire une definizione di biologico che non porti necessariamente alla definizione razziale, tranne forse nel caso di una definizione estrema tipo speciazione (note 7).

Un esempio degli sforzi fatti per collocare la razza al di fuori dallesistenza pu essere trovato sul sito del Polmar College (nota 8). Questi teorici hanno costruita unargomentazione fittizia, una falsa

definizione e uno standard molto stretto e rigoroso per definire il concetto di razza, permettendo cos di negare la realt della razza sulla base del fatto che la variazione umana non soddisfa tale standard o definizione: la maggior parte degli antropologi fisici sarebbe daccordo che questa variazione umana non sufficiente a giustificare la definizione di razze biologiche distinte, variet o sotto-specie. Tuttavia, molto probabile che fu cos nel nostro passato preistorico.

Ma se le razze esistevano, o erano reali, nel nostro passato preistorico, quando queste hanno cessato di esistere e smettere di essere reali? Che cosa successo alla razza, che ha cessato di essere considerata come tale? Com successo? E quando? Qual lo standard che determina quale grado di variabilit umana sufficiente a giustificare la definizione di distinte razze biologiche, e per la razza di essere considerata reale? Quando stato creato questo standard, e chi lha creato? E quale standard, se ce n davvero uno, ha sostituito? Lesistenza della razza mai dipesa da uno standard creato dagli antropologi fisici? Non era il termine razza di uso comune per riferirsi ad identificare popolazioni e individui ben prima che qualsiasi antropologo fisico sia esistito? E se luso del termine razza per riferirsi a popolazioni e individui precisi ha preceduto lesistenza di antropologia fisica, come e perch gli antropologi fisici presumono di ridefinire la razza come non esistente? O forse le razze

non sono cambiate, ma cambiata la composizione razziale del mondo accademico le cui classi, i cui studenti, i cui campus e le cui facolt sono state multirazzializzate e che questo ambiente multiculturale scoraggia ogni espressione di coscienza razziale e di identit, come ad esempio la convinzione che la razza reale?

Quindi, come dovrebbe essere definita la razza? Come per qualsiasi altra cosa che esista, una definizione accurata di razza quella che la descrive per quella che , per com realmente e per come esiste realmente. Le definizioni di razza nelle enciclopedie e nei dizionari con cui sono cresciuto e su cui ho studiato, descrivevano qualcosa di reale, la razza come realmente , e da queste definizioni la razza esiste ed reale. La razza e la realt di questa non sono cambiate. la definizione di razza che cambiata, visto che i negatori della razza hanno tentato di cambiare la definizione del termine per collocarla fuori dallesistenza reale. Se la razza esiste, come gi descritto nelle definizioni enciclopediche e accademiche del passato, ma non esiste nelle nuove definizioni scritte dai negatori della razza, ci significa che le nuove definizioni sono sbagliate e che non descrivono accuratamente la realt della razza, e non che la razza non esista. Unaccurata definizione descrive qualcosa come , non descrive concetti astratti su come dovrebbe essere, e poi dichiara che non esiste quando ci non corrisponde a quel concetto. La razza non un concetto astratto, ma qualcosa che esiste concretamente ed visibilmente reale. I negatori della razza che dicono che non credono al concetto di razza lo sanno benissimo. Loro sanno a cosa si

riferisce lutilizzo comune del termine razza, e cosa sia la definizione accurata di razza, e a cosa noi ci riferiamo quando parliamo di razza. Loro sanno di cosa stiamo parlando e sanno che parliamo di cose reali. Ma i negatori della razza si credono furbi. Loro sanno che il solo modo per negare la razza quello di creare una falsa definizione per rendere la razza non esistente, per cui pretendono di rifiutare a priori la realt della razza. Le ragioni del loro successo con questargomentazione, come i loro motivi, sono politici e non scientifici. Largomento dei falsi metodi di identificazione e

(4)

classificazione razziale. Simile al punto 3 di cui sopra, questo argomento sostiene che i metodi tradizionali di identificazione e classificazione razziale per tipologia basati sulle caratteristiche morfologiche o fenotipo sono arbitrari. Si sostiene che altri metodi di classificazione avrebbero prodotto risultati molto diversi dai questi metodi tradizionali. Ad esempio sono state classificate diverse caratteristiche umane in gruppi che hanno differito con i tradizionali raggruppamenti razziali, e che quindi avrebbero reso questi ultimi senza senso o arbitrari. I gruppi sanguigni, per esempio, non sono distribuiti in modo che coincidano con i tradizionali raggruppamenti razziali. Ma i metodi tradizionali di classificazione razziale per tipologia di razza o aspetto fisico non sono affatto arbitrari per la semplice ragione che essi si basano, riflettono e sono coerenti con le popolazioni geografiche reali dellumanit, come in effetti esistono realmente. Questo tipo di classificazione basato su osservazioni

obiettive e verificabili nella realt. Sono i differenti tratti delle popolazioni reali, ovvero le differenze nellaspetto fisico, che permettono di classificare razzialmente le popolazioni, come sono state accuratamente distinte e identificate per millenni. I tratti che non sono distribuiti in modo che coincidano con le reali popolazioni non rappresentano dei metodi validi di identificazione razziale nel mondo reale.

(5)

Il continuum e gli argomenti di differenziazione. Trattasi di un

argomento basato sulla reale complessit della razza. Questo argomento confuta alcuni falsi concetti delle teorie di classificazione razziale e poi pretende di confutare, conseguenzialmente, qualsiasi verit sulla realt della razza. La realt che invece la razza un complesso di multipli continuum con gradazioni di tipologie razziali intermedie, ibride o miste (chiamate anche clines). Questi clines sono distribuiti geograficamente in determinate zone situate tra regioni abitate da diverse tipologie razziali. I negatori della razza sostengono che queste tipologie intermedie, miste o le tipologie clines non spiegherebbero scientificamente la differenziazione razziale. Linee di demarcazione tra razze negli intervalli intermedi di continuum razziali sono spesso difficili da determinare e possono apparire arbitrarie, in particolare modo nei sistemi di classificazione razziale semplicistici che tentano di collocare tutte le popolazioni umane in un paio di razze maggiori. I negatori della razza sfruttano queste complessit di continuum razziali per screditare la precisione dei

sistemi di classificazione semplicisti e quindi per negare la realt della complessit. Ma lesistenza dei continuum o clines, piuttosto che smentire la realt della razza, in realt una caratteristica stessa della razza e quindi serve come prova della sua realt. Se non ci fossero continuum razziali o clines non ci sarebbero le forme intermedie, non ci sarebbero incroci tra razze e lumanit sarebbe stata divisa in specie piuttosto che in razze. Senza le diverse razze non ci sarebbe alcun continuum o clines tra di loro, quindi lesistenza dei continuum una prova dellesistenza delle razze. Come indicato nello studio sopra citato: Lesistenza di tali gruppi intermedi non dovrebbe oscurare il fatto che la pi grande struttura genetica che esiste nella popolazione umana si verifica a livello razziale. (nota 9). Largomento dellobsolescenza scientifica. Questo argomento

(6)

sostiene che lidea di razza si basa su un falso, superato e obsoleto concetto scientifico risalente a unepoca passata, ad esempio dellera coloniale, o del XVII secolo, ecc in altre parole si sostiene che credere nella razza come tornare nel passato, la razza sarebbe dunque un termine obsoleto e old style, un aggettivo molto in voga presso coloro che si sentono dei pensatori avanzati. I negatori citano dunque false credenze o falsi miti sulla razza di quelle epoche precedenti che possono essere facilmente confutate; screditando queste false credenze essi pretendono di confutare la realt della razza. Ma tutti sanno che ogni branca della scienza stata colpita da false credenze e false teorie nel corso della sua storia. Fisica, biologia

e medicina si svilupparono nel 6-4 secolo a.C. e ognuna di queste branche ha avuto una storia di false credenze e teorie, ma queste scienze sono ancora riconosciute come valide. Esse non sono considerate de facto obsolete solamente a causa di false credenze del passato ormai superate. Largomento del costrutto sociale e politico. I negatori della

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razza e i decostruzionisti spesso sostengono che la razza solo un costrutto sociale o politico che non ha nessuna valenza biologica o genetica. Questo argomento include laffermazione che lidea di razza stata creata in America, quando vi furono i primi contatti degli europei con altre razze, lidea di razza si sarebbe sviluppata nei secoli seguenti grazie alla constatazione della disuguaglianza politica e sociale tra razze. I negatoti sostengono che sia stata lAmerica ad aver esportato il concetto di razza per lEuropa e per il resto del mondo. Questargomentazione (che condivide alcune idee del punto 6 di cui sopra) ha avuto credito presso i biologi e i genetisti che cercano di evitare le controversie politiche a riguardo del concetto di razza, sostenendo che tale concetto non rilevante per i loro studi. Ma largomento crolla di fronte ad una definizione precisa di razza e di fronte allevidenza pi elementare della realt razziale. Ironicamente, lidea che la razza non esiste stata socialmente e politicamente creata solamente nel corso degli ultimi decenni. Il seguente articolo di giornale del 1996 mostra questo processo di costruzione socio-politica sul concetto di razza e mostra molti degli

argomenti di negazione della razza e le tecniche per farlo, con i miei commenti tra parentesi (nota 10):

WASHINGTON --

Grazie ai grandi progressi nel campo della

biologia molecolare e della genetica, la maggior parte degli scienziati ora rifiuta il concetto di razza come metodo valido per dividere gli esseri umani in gruppi separati ( Spettacolari progressi? Gli studi genetici mostrano la validit della razza, e altre fonti dichiarano che la maggior parte degli scienziati ne accetta la validit). Contrariamente ad una diffusa opinione pubblica, i ricercatori non credono pi che le razze siano distinte in categorie biologiche create dalle differenze nei geni che le persone ereditano dai loro genitori (argomento 1 di cui sopra. Non ereditate dai genitori? Nessuno scienziato stato citato per aver riferito tale concetto) La razza non ha una reale base biologica ha detto Jonathan Marks, un biologo delluniversit di Yale. La maggior parte di biologi e antropologi, grazie a diversi studi ed evidenze appurate sin dagli anni 70, ha concluso che la razza un concetto sociale, culturale e politico in gran parte basato su apparenze superficiali. Nel campo delle discipline sociali, la razza una realt. Nel campo scientifico, non lo ha asserito Michael Omi, uno specialista in studi etnici presso luniversit della California a Berkeley. (argomento 7). Lidea che le razze non sono il prodotto dei geni umani pu sembrare in contraddizione con il buon senso. (La razza non un prodotto dei geni? Come nella precedente simile dichiarazione, nessuno scienziato citato per aver asserito ci). Il cittadino medio reagisce

con incredulit franca quando gli viene detto che non esiste una cosa come la razza ha detto C. Loring Brace, un antropologo dellUniversit del Michigan. Il laico scettico scuoter la testa nel considerare ci come prova ulteriore della stupidit innata di coloro che si definiscono intellettuali. La nuova concezione della razza si basa su un lavoro effettuato in molti diversi campi. Nuovi dati sulla biologia umana, sulla preistoria e sulla paleontologia () hanno completamente rinnovato le nozioni tradizionali, ha asserito Solomon Katz, antropologo presso lUniversit della Pennsylvania. Trattasi di un cambiamento di un dogma prevalente nel XIX e gran parte del XX secolo. Durante questo periodo, la maggior parte degli scienziati cerdeva che gli esseri umani potevano essere ordinati in alcune tipologie razziali ereditarie. ( Argomento obsolescenza, 6 di cui sopra) Non pi tardi del 1985, gli antropologi cominciarono a dividersi su questo argomento fino a quando, uno di loro, Leonard Lieberman dellUniversit centrale del Michigan, ha chiesto in un sondaggio se gli scienziati intervistati credevano nellesistenza di diverse razze biologiche Come segno di un cambiamento, Lieberman ha asserito che molti dei testi antropologici pubblicati in questa decade (gli anni 90) hanno smesso di insegnare il concetto di razza biologica il concetto riveduto di razza riflette i recenti lavori scientifici sul DNA Stiamo cominciando ad avere buoni dati al livello del DNA ha dichiarato un genetista di Yale, Kenneth Kidd che supportano il concetto che non possibile tracciare dei limiti intorno al concetto di razza. (Argomento di continuum, punto 5 di cui sopra).

La maggior parte delle argomentazioni esistenti per la negazione delle razze sono presenti in questa relazione. Le due affermazioni secondo cui la razza non ereditata geneticamente dai genitori, e non il prodotto di geni, sono fondamentali per la tesi secondo cui la razza costruita socialmente o politicamente, non biologicamente o geneticamente, e cos non scientificamente reale. Nessuno scienziato che fa queste affermazioni citato in questa relazione, ma questi scienziati vengono citati in modo frammentario facendo creare congetture. Se gli scienziati sostenessero che la razza non ereditata da genitori e antenati, trasmessa costantemente di generazione in generazione, allora la tesi secondo cui la razza costruita socialmente sarebbe vera. Ma se la razza fosse ereditata da genitori e antenati allora essa costruita biologicamente e geneticamente e non socialmente. Se la razza si riscontra nei singoli fenotipi ovvio che ci ereditato da parenti ed antenati. L'eredit di una razza cos chiara che non dovrebbero esistere nemmeno eccezioni.

Allora qual la fonte della controversia in cui si afferma che la razza sia costruita socialmente e politcamente, creata da ambienti sociali e politici e non da eredit genetica? La controversia simile alla teoria di Lysenkoism e la sua similitudine manifesta la sua comune fonte. Trofi Lysenko(18981976) era un biologo sovietico che ha teorizzato la possibilit di ereditare le acquisite caratteristiche ambientali. Questa teoria, negando il determinismo genetico, ha supportato la possibilit di realizzare un'utopia egualitaria per lo sviluppo dell'ingegneria ambientale. Questa concordava con l'ideologia marxista, per cui la teoria di Lysenko divenne un dogma biologico, promosso e forzato dal governo sovietico. Il risultato fu che la

biologia sovietica venne ostacolata negli studi genetici, i veri studi sull'ereditariet, non progredendo e rimanendo indietro rispetto al resto del mondo. La corrente controversia sull'inesistenza delle razze dal punto di vista biologico, in gran parte derivata dalla stessa fonte, usata per scopi politici di derivanza marxista. Infatti, in genere la negazione razziale molto pi radicale di quanto sostiene Lysenkoism, poich non viene semplicemente detto che la razza pu essere alterata dall'eredit di acquisite caratteristiche ambientali, ma che la razza non ereditata in nessun senso biologico, che la biologia e i geni non hanno nessun ruolo nella sua costruzione o istruzione. Questo dogma sostiene che la razza sia costruita totalmente da fattori ambientali (fattori politici e sociali). L'ideologia marxista la causa di questo dogma.

Le vittime della negazione razziale sono tutti gli appartenenti alla razza europea (bianca). Sono loro e soltanto loro, che attualmente sono minacciati con l'esproprio e la distruzione dal multirazzialismo, un processo assistito dalla negazione razziale. I beneficiari della negazione razziale, coloro che vogliono "abolire la razza bianca" sono in non europei. Nei termini di Noel Ignatiev, un vecchio attivista giudeo-marxista per il marxismo e la distruzione delle razze europee supportata dalla teoria marxista secondo cui le razze sono classi sociali e non gruppi biologici. Lo scopo di questi beneficiari di soverchiare, spossessare, distruggere e sostituire la razza europea. La loro classe nemica, l'opprimente e privilegiata "classe sociale" che loro vogliono distruggere, la razza bianca. Nel contesto in cui loro usano il termine "bianco" si riferiscono solo alla gente europea e specialmente alle popolazioni del nord Europa.

C' sempre stata un'agenda etno-razziale dietro il marxismo, e i suoi promotori giudeo-marxisti hanno causato un danno enorme alle genti europee nell'ultimo secolo. -NOTA 11- Noel Ignatiev prova che questa agenda marxista anti-nord europea sta ancora operando contro gli interessi della razza nord europea.

Dagli anni 60, l'agenda razziale del marxismo e la marxista politica di sinistra diventata sempre pi ovvia. Negli anni 90 e alla fine del ventesimo secolo, la "sinistra" ha definito l'aristocrazia e "i capitalisti borghesi" come "classi nemiche", "sfruttatori" o "oppressori" da distruggere dalla rivoluzione. Alla fine del ventesimo secolo, la razza bianca sempre pi nel mirino come una razza nemica, oppressiva e malvagia che ha bisogno di essere abbattuta in tutti i sensi. Concordando con questa visione, la "sinistra" ha manifestato un distinto pregiudizio antinord europeo, causando l'emarginazione, la svalutazione, l'espropriazione ed estinzione della razza nord-europea. Nella fine degli anni 60 questo pregiudizio divenne esplicito, come illustrato dal seguente resoconto riguardante la militanza della fazione Weatherman degli Students for a Democratic Society(SDS): ricordo di essere andato all'ultimo convegno di Weatherman Uderground, mi son seduto in una stanza e l'argomento discusso stato: "Era o non era il dovere di ogni buon rivoluzionario di uccidere tutti i neonati bambini bianchi". A quel punto l'inquadratura pertinente al problema sembrava logicamente essere questa, "guarda, anche se non hanno colpa, questi bambini cresceranno e faranno parte di una classe razziale opprimente internazionale, per cui il vostro dovere quello di uccidere i bambini bianchi". Ricordo un ragazzo che con

apologia e incertezza suggeriva che ci sembrava come essere un qualcosa di contraddittorio agli scopi umanitari del movimento, e veniva fischiato da tutti. (NOTA 12)

Nella fine degli anni 60, il razzismo marxista focalizzato sulla razza piutttosto che sulla classe, era esplicito. Forse troppo esplicito. Perci esso ha cercato una copertura mascherandosi nel classico gergo marxista di lotta di classe, solo adesso la classe nemica era il bianco o la razza europea del nord, ridefinita come una classe. Definendo la razza europea del nord, o razza bianca, come una classe sociale, i marxisti razziali hanno teorizzato che la razza bianca era politicamente e socialmente costruita come una privilegiata ed oppressiva classe sociale che sfruttava altre classi che erano socialmente definite come non-bianche. Da questa teoria, la razza bianca esiste soltanto quando c' un'altra classe definita come non bianca, la quale politicamente e socialmente inferiore ad essa che detta regole e opprime. Inoltre secondo questa teoria, la razza bianca viene all'esistenza solo quando gli europei avevano un contatto con gente noneuropea durante le conquiste e le colonizzazioni delle Americhe e le stabilizzazioni di europei come una classe sociale e politica dominante, sopra i nativi e altre genti non-europee. Qui gli europei diventano bianchi e i non-europei diventano non-bianchi. Sempre secondo questa teoria, il concetto di razza venne poi socialmente e politicamente costruito nelle Americhe per legittimare e assicurare la posizione dominante della classe sociale bianca.

Questa teoria palesemente semplicistica nella sua riduzione di razza in

due gruppi: bianchi e non-bianchi. Le genti est-asiatiche e centro-africane certamente considerano se stesse come appartenenti a razze diverse, cos come si considerano i nativi delle Americhe. Ma i marxisti non possono ammettere nessun'altra differenzazione di bianco e non-bianco. Facendo cos non fanno altro che confutare le loro definizioni di razza come classi socialmente costruite. Inoltre, le razze europee non sono cambiate biologicamente, geneticamente o razzialmente nel 16 o nel 17 secolo nelle Americhe, quando queste hanno cominciato ad esistere a stretto contatto coi nativi per la prima volta. Gli euro-americani del 17 e 18 secolo non erano biologicamente, geneticamente o razzialmente diversi dai loro antenati del 16 nelle Americhe o dalle genti dell'Europa contemporanea. Gli irlandesi americani del 20 secolo non erano biologicamente, geneticamente, o razzialmente cambiati dai loro antenati del 16 secolo o dalle genti contemporanee in Irlanda. La dialettica del marxismo razziale pretende che la razza bianca venne all'esistenza solo quando ci fu la colonizzazione delle Americhe da parte degli europei nel 16 e 17 secolo. Ma cosa ha abitato l'Europa nel medioevo e prima se non la razza bianca, gli antenati biologici delle genti ora classificate come bianchi? Se ci fosse solo una questione di semantica, con i marxisti razziali che usano il termine "bianco" per la classe piuttosto di "razza", e altri termi per la classficazione razziale, i loro argomenti avrebbero qualche credibilit. Ma ci che dicono che la razza un costrutto sociale e politico, che cominciato nelle Americhe nel 16 e 17 secolo, e poi si allarg all'Europa e al mondo.

Si pu discutere sulla consapevolezza delle differenze razziali quando in

America nel 16 e 17 secolo entrarono in contatto le diverse razze. Ma le diverse razze esistevano molto prima di raggiungere il continente americano. Il contatto non ha creato le razze. Ha piuttosto creato consapevolezza e conoscenza delle differenti razze e ci ha portato allo studio e alla classificazione razziale. Al contrario delle teorie marxiste, l'America non cre le razze e neppure le cre in Europa. L'America ha creato la societ multirazziale, razze diverse che vivono insieme nello stesso territorio, e nella seconda met del ventesimo secolo, essa si allargata all'Europa, largamente attraverso lo sforzo del marxismo. Nei secoli precedenti in America, l'esistenza delle differenti classi sociali caus il rallentamento del processo di meticciato razziale. Ma nella seconda met del ventesimo secolo, "grazie" soprattutto agli sforzi dei marxisti, le barriere delle classi sociali tra le razze che evitavano il meticciato furono combattute e largamente abolite, cos facendo cominciarono le

conseguenze della societ multirazziale. La negazione razziale ha aiutato il processo di distruzione razziale nord europeo.

L'argomento del costrutto sociale e politico non riguarda la classe sociale, ma la razza. Non si tratta di scienza, ma di politche, politiche razziali. Tutto ci non ha come causa gli studi scientifici. Tutto ci non motivato da interessi scientifici, ma di interessi politici al fine di far crescere i gruppi no-europei. Questi che negano le razze non stanno distruggendo o abolendo le classi sociali. Questi stanno cercando in tutti i modi di distruggere la razza europea e in particolare quella nord europea.

La razza biologica, una creazione della genetica, biologia, natura e vita.

La razza costruita biologicamente attraverso l'evoluzione dallo stesso processo di divergenza che ha creato tutta la diversit della vita. Lo stato giuridico dell'essere un cittadino di un paese multirazziale costruito socialmente e politicamente, esso una creazione dell'uomo e delle sue leggi piuttosto che una creazione delle leggi biologiche e naturali. Ci particolarmente evidente in una celebrazione di naturalizzazione della massa multirazziale dove un gruppo di richiedenti razzialmente misti diventano cittadini naturalizzati. I richiedenti di diverse razze possono cambiare la loro cittadinanza e il loro stato nazionale con una semplice procedura legale. Ma la loro razza determinata dalla loro eredit genetica dei loro antenati e non pu cambiare.

(8)

Esiste un ragionamento secondo cui la diversificazione in una

popolazione pi grande che tra diverse popolazioni, o mettiamola in un altro modo, che la diversificazione si verifica maggiormente tra individui piuttosto che tra razze. Questo un altro tentativo per minimizzare il significato e il valore delle differenze razziali. Ma questo ragionamento mette a confronto gli estremi con le intermedie, e le caratteristiche che confronta non sono quelle che sono razzialmente decisive, queste caratteristiche non definiscono nessuna reale popolazione geografica, non sono le caratteristiche che noi usiamo per definire le razze e per distinguere l'una dall'altra.

(9)

L'intimidazione. Spesso usata come primo metodo, sperando che

l'interlocutore si accasci o si ritiri prima di un verbale attacco furioso di insulti, minacce e accuse, cos da evitare di affrontare unargomentazione

valida. Se le argomentazioni antirazziste e altri metodi di confutazione razziale falliscono, allora lintimidazione sar lultima risorsa per i negazionisti della razza.

(10) La distorsione. I negazionisti della razza, spesso distorcono, falsificano o travisano gli argomenti per la realt razziale, includendo definizioni razziali e sistemi di classificazione, in parte per creare un argomento fantoccio che pu essere facilmente confutato e in parte per creare semplicemente confusione.

(11) Unilateralit. Questo l'ambiente in cui la negazione razziale prospera ed stata promossa, un ambiente intellettuale di censura orwelliana in cui la negazione razziale indicata come incontestabile e inconfutabile. Dato che molti, se non tutti, delle tesi che negano le razze sono facilmente confutabili, questo probabilmente anche l'ambiente necessario per avere successo. L'articolo di giornale sopra indicato un esempio di questa tecnica, ovvero il fare molte affermazioni discutibili che non sono in dubbio semplicemente perch si capisce che del tutto unilaterale. (12) Iniziare largomentazione. Lo spot pubblicitario trasmesso al cinema, gi accennato all'inizio di questo saggio un esempio di questo, ovvero l'affermazione secondo cui la realt della razza debba essere negata per porre fine al razzismo. Secondo questa tesi, coloro che credono nella realt della razza perpetuano e favoreggiano il razzismo aiutando e confortando i loro professionisti. Se uno si oppone al razzismo e vuole finirlo, questo

ragionamento chiede di negare la realt della razza. Come osserva lo scienziato forense George Gill:

Quelli che credono che il concetto di razza siavalido non devono screditare la nozione della variazione clinale . Eppure, quelli con la prospettiva clinale che credono che le razze non sono reali tentano di screditare l'evidenza della biologia scheletrica. Perch c questa tendenza da parte di chi nega le razze? Questa tendenza sembra derivare in gran parte da motivazioni socio-politiche e non dalla scienza. La loro motivazione (positiva) che sono arrivati a credere che il concetto di razza socialmente pericoloso. In altre parole, si sono convinti che la razza promuove il razzismo. In ogni caso, essi hanno imposto il politicamente corretto dicendo che le razze umane non sono biologicamente vere e non importa se l'evidenza dice il contrario.

Di conseguenza, all'inizio del 21 secolo, anche se la maggioranza degli antropologi biologici favorisce la realt della razza, non un libro di testo introduttivo di antropologia fisica presenta questo punto di vista come una possibilit. In un caso flagrante come questo, non abbiamo a che fare con la scienza, ma piuttosto con una palese censura politicamente motivata. NOTA 13

(13) Come nella citazione di C. Loring Brace nell'articolo di giornale riportato sopra, questa tecnica anticipa la reazione normale per l'argomentazione antirazzista e previene smentendo il tutto al principio.

Questa affermazione semplicemente presume di confutare la reazione anticipata, anche se in realt non tratta o analizza il contesto.

(14) L'autorit. Quando si tenta di convincere la gente che quello che vede con i propri occhi non reale, non esiste, e non da credere, vengono in aiuto dei presunti esperti o delle autorit i quali si presume che dovrebbero avere una conoscenza superiore del soggetto. La storia di Hans Christian Andersen "The Emperor's New Clothes" (I vestiti nuovi) rappresenta la classica descrizione di questa tecnica, e la crescente negazione della realt razziale, che viene sostenuta da dichiarazioni di scienziati, i presunti esperti e autorit, dimostra che egli non esagerava. L'articolo di giornale riportato sopra un ottimo esempio di questa tecnica. Eppure, gran parte del rifiuto razziale da parte della comunit scientifica un segno di disonest intellettuale. Gli scienziati ancora studiano la razza a livello genetico, solo che non si utilizza il termine "razza", ma invece "popolazione". Le popolazioni geografiche, specialmente quelle in forme native e non miscelate (ad esempio, razzialmente pure o distinte) sono certamente razze, e sono state indicate come razze per secoli. Ma gli scienziati moderni non studiano i fenotipi razziali, i tratti che identificano e definiscono la razza, e quindi non devono essere considerati come esperti o autorit nella tipologia razziale o nella sua identificazione. La loro capacit e conoscenza in questo settore pu non essere maggiore rispetto ad una persona media. Non c' bisogno di essere un esperto per riconoscere la razza dal fenotipo. Tutti lo sanno fare, compresi gli scienziati che dicono che la razza troppo ambigua per essere riconosciuta. Tutti noi identifichiamo la razza di ogni persona che si guarda, in modo automatico,

senza volerlo e involontariamente. Questo naturale, un fatto di natura. Tutti noi abbiamo la importante capacit di riconoscere i nostri simili e di distinguerli da altri tipi. L'importanza di questa abilit molto precisa nel distinguere il nostro genere o razza da altre razze, e meno accurato nel distinguere altre razze le une dalle altre. Sappiamo riconoscere il nostro genere, la nostra razza, al meglio. Qui dove trovata la cosiddetta ambiguit di identificazione razziale nel fenotipo. Ma le genti di altre razze sono in grado di distinguere la propria razza dalle altre con grande precisione. La loro identificazione razziale non ambigua per loro, ma distinta e reale come lo la nostra razza per noi.

Gli scienziati che negano l'accuratezza della tipologia razziale utilizzano la razza nella loro vita di tutti i giorni per identificare le persone, al di fuori della loro specialit, tanto quanto il resto di noi. Allora perch negare qualcosa che hanno fatto per tutta la loro vita? Perch ci che fanno tutto il tempo non si pu fare? La maggior parte degli scienziati stessi che ora negano la realt della razza non faceva tale negazione, e non ha trovato difficolt o ambiguit nell'identificazione razziale, venti o trenta anni fa. Che cosa cambiato? Che cosa successo tanto da causare la negazione delle razze riconosciute scientificamente trenta anni fa? Quale scoperta o aggiunta alla conoscenza ha dimostrato che la razza non esiste? Quale prova era ed necessaria per affermare la realt della razza, e perch? Qual lo standard per la razza per essere reale, qual la definizione di razza, e chi ha impostato questo standard e questa definizione? Sembra che i presunti esperti sulla razza stiano cercando in tutti i modi di essere ignoranti sulla razza, di non sapere nulla sulla razza, di negare la razza, di

credere che la razza non esiste. Allora perch c' questo sforzo concentrato per non vedere ci che chiaro a tutti, per essere razzialmente ciechi? Perch questo oscurantismo in ambito scientifico? Dato che

l'identificazione razziale dal fenotipo non un prodotto di studio scientifico, e resta al di fuori della scienza, perch gli scienziati non hanno sviluppato una versione scientifica di esso che rappresenta tutte le complessit della realt razziale? E' per causa di decenni di esortazioni nel praticare la cecit sulla razza, e di essere letteralmente ciechi in questo campo scientifico. Ma sarebbe questo l'effetto desiderato? Forse perch la societ multirazziale ormai in tutti i settori, come le aule scolastiche, le facolt universitarie, cos come i mezzi di informazione e la maggior parte dei posto di lavoro, per cui il riconoscimento della realt della razza, porterebbe tensione razziale e divisione... per questo motivo che la razza socialmente e politicamente intollerabile? Si tratta di una logica conseguenza della rivoluzione razziale e trasformazione dell'Occidente che ha avuto inizio nel 1960, e del crescente potere, influenza e controllo di fatto e di dominio dei crescenti gruppi etno-razziali non-nord Europei? O una questione di interesse etno-razziale per alcuni, come lo per Noel Ignatiev e come fu per Franz Boas prima di lui, e interesse politico per gli altri, come lo era per gli esperti dell'imperatore nella storia Andersen? Probabilmente tutto questo il problema e alcuni di essi pi di altri. Ma a prescindere il fatto che alcuni scienziati negano la razza con motivazioni discutibili, con competenza e integrit discutibile, l'esistenza e la realt della razza una creazione di fatto di natura, non scientifica. La razza esistita molto prima della scienza. La sua esistenza non dipende dalla scienza, ma continuer con o senza la scienza, e anche se la scienza la

definisca con precisione o meno. Coloro che vedono la realt della razza per loro stessi sanno che gli scienziati che negano la realt della razza mentono, malgrado tutte le presunte affermazioni scientifiche e quelle di presunti esperti.

Risposta ai 10 punti della serie PBS " RAZZA - Il potere di un'illusione"

http://www.newsreel.org/guides/race/10things.htm

Copyright (c) California Newsreel, 2003 RAZZA - Il potere di un'illusione Una serie di tre documentari dalla Newsreel California http://www.pbs.org/race/000_General/000_00-Home.htm

DIECI COSE CHE TUTTI DOVREBBERO SAPERE SULLA RAZZA

I nostri occhi ci dicono che le persone hanno un aspetto diverso. Nessuno ha difficolt a distinguere un ceco da un cinese, ma cosa significano queste differenze? Sono esse biologiche? La razza ha a che fare sempre con noi?

In che modo la razza influisce sulla gente oggi? C' pi di quanto l'occhio possa immaginare.

Punto 1.

La razza un concetto moderno. Le societ antiche, come i Greci, non dividevano le persone in base alle distinzioni fisiche, ma secondo la religione, lo stato, la classe, anche il linguaggio. La lingua inglese non aveva nemmeno la `parola razza fino a quando non salt fuori nel 1508 in una poesia di William Dunbar in riferimento a una linea di re.

Risposta al punto 1: Le differenti divisioni biologiche dell'umanit erano state definite razze fino a circa 500 anni fa, ma esistevano comunque gi da decine di migliaia di anni. Sono state create dalla divergente evoluzione biologica, lo stesso processo di ramificazione che crea le specie, e rappresentano uno stadio intermedio di razziazione in un processo non ancora completo di speciazione. La razza una realt biologica che esisteva prima che le persone erano a conoscenza della sua esistenza, prima di avere un'idea o un concetto della sua esistenza, e indipendentemente da tale

consapevolezza, idea o concetto di essa. La razza non un costrutto politico o sociale, anche se le idee dei concetti di razza sono soggetti a influenze politiche e sociali.

Fino a tempi relativamente recenti, la grande maggioranza delle persone

non ha avuto contatti diretti con le altre razze, ma ha vissuto la loro vita in popolazioni etnicamente omogenee, semplicemente dove la razza non era un problema. Per la grande maggioranza dell'umanit al di fuori del mondo occidentale tutto ci esiste ancora. Fino agli ultimi 550 anni non c'era questa grande conoscenza circa l'esistenza di altre razze. Sono state le attivit del mondo occidentale negli ultimi 550 anni in esplorazione, colonizzazione e la costruzione di nuovi paesi extraeuropei che hanno portato differenti razze in contatto diretto luna con laltra su larga scala. Insieme a questo contatto diretto arrivata la conoscenza, lo studio, della razza e delle differenze razziali.

Tra le societ antiche, gli Egiziani hanno avuto contatti con i negri africani in Nubia nel suo sud, e certamente hanno fatto una distinzione razziale tra loro e i Nubiani, come evidente nella loro arte. Hanno inoltre preso misure per impedire la spostamento di Nubiani in Egitto. L'esposizione greca sulle diverse razze era essenzialmente limitata ai diversi popoli caucasici e del mondo mediterraneo. Anche i Romani avevano ben poco contatto diretto con le razze non caucasiche, ma avevano contatti con caucasici al di l del Mediterraneo ed erano molto consapevoli delle differenze razziali tra di loro e le popolazioni semitiche del Levante e i popoli celtici e germanici del Nord Europa . I negri africani sono stati portati nel mondo greco-romano in piccole quantit, come individui isolati, ma non hanno mai costituito una popolazione o una comunit, in ogni senso. Come individui, di solito non avevano contatti con compagni della propria razza e sia che morivano o che venivano assimilati in piccole quantit, non hanno mai formato una

presenza razziale continua. Prima del termine razza, un antico termine francese per "linea", si applicava alle diverse popolazioni geografiche della specie umana ed era tradizionalmente usato per riferirsi sia alle nazioni che a quasi tutte linee di discendenza ancestrale (biologica o genetica), persino alle strette linee famigliari. Con la scoperta delle diverse popolazioni geografiche dell'umanit, l'uso del termine razza cambi gradualmente per riferirsi alle diverse popolazioni identificabili biologicamente.

Punto 2.

La razza non ha basi genetiche. Non ha una caratteristica, tratto o anche gene che contraddistingue tutti i membri di una cosiddetta razza da tutti i membri di un'altra cosiddetta razza.

Risposta al punto 2:

La razza non formata da una caratteristica, tratto o gene. Si compone di molte caratteristiche, tratti e geni, di una combinazione unica o insieme di caratteristiche, tratti o geni che distinguono una razza da un altra. A livello delle divisioni principali o primari delle razze, come gli europei, i negri e gli asiatici orientali, tutti i membri di ciascuna di queste divisioni razziali sono facilmente distinguibili dagli altri per il loro insieme o una combinazione di caratteristiche razziali, di tratti e di geni. A livello di secondarie divisioni razziali, come i nord europei e gli europei meridionali,

alcuni singoli membri delle suddivisioni non sono facilmente distinguibili gli uni dagli altri per il loro insieme di tratti razziali, ma le popolazioni o suddivisioni sono un insieme.

I genitori della stessa razza hanno figli della stessa razza. Cos la razza ereditata dai genitori e antenati di generazione in generazione. Questo fuori discussione. Non ci sono prove, dalla scienza o dalla osservazione ordinaria, che la razza non ereditaria, ma la prova schiacciante che essa ereditata. I tratti razziali sono ereditati, cos come i geni, che sono gli unici mezzi conosciuti o riconosciuti di trasmissione dei caratteri ereditari, quindi si deve presumere che i tratti razziali sono genetici. La razza ereditata dai geni, ed esiste nei geni e pertanto ha una base genetica. Infatti, la sua unica base genetica. creata da geni e solo da geni. completamente e totalmente genetica. Non vi alcuna determinazione ambientale di eredit razziale. Anche dopo molte generazioni in America, i discendenti degli europei del nord e negri africani sono ancora razzialmente invariati dalle popolazioni native del loro terre d'origine.

Le razze sono fenotipicamente reali. Esse si distinguono per il loro fenotipo - le loro caratteristiche genetiche ereditarie e determinati tratti d'aspetto fisico - da altre razze. Non vi alcuna sovrapposizione fenotipica tra le popolazioni delle razze pi conosciute. Tutti gli asiatici orientali, europei e negri sono facilmente distinguibili gli uni dagli altri in base a caratteristiche genetiche ereditate razziali. Persino le sottorazze, o le sottodivisioni razziali, sono facilmente distinguibili le une dalle altre come

popolazioni basate su visibili tratti genetici razziali ereditati, anche se in questo caso ci possono essere sovrapposizioni nei tratti fenotipici a livello individuale. Cos le popolazioni di Svezia e Italia sono fenotipicamente distinte, anche se vi una qualche sovrapposizione a livello individuale.

Esistono individui e popoli razzialmente misti. I loro fenotipi sono strettamente correlati con le proporzioni razziali ancestrali nella loro mistura, i quali forniscono un'ulteriore prova della realt genetica della razza.

Punto 3.

Le sottospecie umane non esistono. A differenza di molti animali, gli esseri umani moderni, non si sono isolati sufficientemente a lungo per evolversi in sottospecie o razze. Nonostante le apparenze superficiali, siamo la specie pi simile di tutte.

Risposta al punto 3:

Si tratta di una negazione o una svalutazione della portata e del valore della diversit razziale umana. Qual la definizione standard o di una razza o di una sottospecie? Questo non indicato. I decostruzionisti razziali che tentano di definire l' esistenza della razza o della sottospecie non indicano una definizione chiara e obiettiva, oppure arbitrariamente cambiano la definizione in modo che sia essenzialmente la stessa specie. Vi un criterio oggettivo per la definizione di specie -- popolazioni che

non sono in grado o che non vogliono mescolarsi in condizioni naturali. Una sottospecie o razza umana semplicemente una qualsiasi delle divisioni biologiche della specie umana costituita da una popolazione collegata da antenati comuni e distinguibile da altre popolazioni da una combinazione unica o insieme di tratti fisici geneticamente trasmessi. Questa la definizione di razza, il senso e la misura di razza, di uso comune negli ultimi quattro secoli, ed qualcosa che certamente esiste, che visibile e oggettivamente reale.

Punto 4.

Si tratta semplicemente di colore di pelle diversa. Molti tratti sono ereditati indipendentemente da un altro. I geni che influenzano il colore della pelle non hanno nulla a che fare con i geni che influenzano la forma dei capelli, forma degli occhi, gruppo sanguigno, talento musicale, capacit atletiche o di forme di intelligenza. Conoscere il colore della pelle di qualcuno non significa necessariamente sapere chi quella persona.

Risposta al punto 4:

Tutto ci pu essere vero, ma che importa? Perch l'attacco al colore della pelle? Non ha alcun valore in s? Il suo valore deve dipendere dalla sua connessione con qualcos'altro? In molte culture di molte razze in tutto il mondo, il colore della pelle ha un valore in s, in genere il colore della pelle pi chiara oggetto di valutazione pi alta. Ma qual il significato o scopo di questa tesi apparentemente senza senso? Sembra un tentativo di

banalizzare la razza, riducendola al colore della pelle. Che i geni influenzino o meno il colore della pelle, ci non ha nulla a che fare con i geni che influenzano la forma dei capelli e la forma degli occhi, ma sono certamente fortemente correlati tra loro, e di solito sono parte della stessa combinazione unica o insieme di tratti genetici che fisicamente distinguono le diverse razze le une dalle altre.

Punto 5.

La maggior variazione all'interno, non tra "razze". Della piccola quantit di totale variazione umana, l'85% esiste all'interno di ogni popolazione locale, siano essi italiani, curdi, coreani o Cherokee. Circa il 94% si pu trovare in qualsiasi continente. Ci significa che due casuali coreani possono essere geneticamente diversi come un coreano e un italiano.

Risposta al punto 5:

Questa la "fallacia di Lewontin" discussa sopra. Come Sarich e Miele (citati sopra, p. 169) spiegano, la quantit totale effettiva di variabilit genetica umana che esiste all'interno di ogni popolazione locale 67,5%, non la misura di 85% del FST, ma anche per gli standard della misura di 85% del FST la quantit di variazione tra sottospecie o razze umane paragonabile alla variazione tra le sottospecie di altre specie. Ma le razze dell'umanit condividono il 99,9% dei loro geni in comune. Che cosa significa? La proporzione di geni che condividiamo coerente con il fatto che tutte le razze dell'umanit condividono in comune centinaia di milioni

di anni di evoluzione e stirpe che risalgono ai primi mammiferi e ancor prima. La loro evoluzione e stirpe divergente inizi solo con la loro dispersione e separazione geografica sparsa per il mondo. La proporzione di geni che le razze umane condividono in comune corrisponde approssimativamente alla lunghezza temporale della loro comune evoluzione e discendenza. I geni e le caratteristiche genetiche che le razze umane codividono in comune sono quelli che si son evoluti durante la loro evoluzione comune fino alla loro separazione e dispersione geografica. I geni e le caratteristiche genetiche che variano tra le razze, che sono unici per le diverse razze, sono i geni pi recenti e le caratteristiche genetiche che si sono sviluppate dopo che le popolazioni ancestrali razziali si son separate l'una dall'altra. Le loro proporzioni nel totale dei tratti genetici corrispondono approssimativamente alla lunghezza temporale di quella separazione comparata alla lunghezza intera dell'evoluzione umana e mammifera.

La percentuale (67,5%) della variazione genetica umana che posseduta in comune da tutte le razze umane gi esisteva nella popolazione ancestrale comune da cui discendono tutte le razze umane, e continua ad esistere in tutte le popolazioni di discendenza umana. La percentuale (32,5%) della variazione genetica umana che unica per le varie razze, la parte pi recente che si sviluppata a partire dalle diverse separazioni evolutesi nelle diverse razze formano divisione genetica.

Il punto # 5 sottintende che le caratteristiche genetiche sviluppatesi dopo la separazione geografica, le quali sono uniche per i diversi rami e non

condivise da tutti, non hanno alcun valore o importanza? Sottintende che le caratteristiche genetiche sviluppatesi prima della separazione dell'umanit e che quindi condividiamo in comune, hanno valore o importanza? sottintende che niente di importante si evoluto da allora? Se cos, qual lo standard che determina quali geni e caratteristiche genetiche hanno valore e importanza? E' comunanza, uniformit o uguaglianza lo standard per cui solo le caratteristiche genetiche pi vecchie hanno valore o importanza? Questo sarebbe l'ideale egualitario, e quindi presumibilmente l'ideale marxista, ma arbitrario. La gente da sempre ha attribuito grande valore e importanza ai geni e alle caratteristiche genetiche pi recenti evolutesi dalla separazione dell'umanit in diversi settori che sono unici tra loro.

Punto 6.

La schiavit precede la razza. Per gran parte della storia umana, le societ ha schiavizzato gli altri, spesso a causa di conquista, di guerra o debito, ma non a causa di caratteristiche fisiche o a causa di supremazia razziale. A causa di un unico insieme di circostanze storiche, il nostro era il primo sistema di schiavit in cui tutti gli schiavi condividevano caratteristiche fisiche simili.

Risposta al punto 6:

Le differenti razze dell'umanit sono antiche quasi quanto la dispersione dell'umanit evolutasi in varie razze. Ci significa che le razze umane sono

vecchie quanto il pi antico cacciatore-raccoglitore esistente, per esempio a quello della popolazione aborigena dell'Australia. La schiavit invece cos antica? O pi facile che la schiavit nacque con lo sviluppo dell'agricoltura, con comunit stanziali, con lo sviluppo di gerarchie e disaguaglianze sociali ed economiche nella distribuzione della propriet, del potere e della ricchezza? Qualunque sia la risposta, certamente vero che la schiavit storicamente di solito ha avuto poco o nulla a che fare con la razza in quanto tale. Ma questo necessariamente vero, perch, come sottolineato nella risposta alla risposta # 1, le differenti razze avevano poco o nessun contatto diretto con l'altro fino agli ultimi 550 anni. Quindi solo negli ultimi 550 anni che vi stata una chiara connessione razziale con la schiavit, con un popolo dominante che ha avuto accesso a un gran numero di schiavi di un'altra razza.

Punto 7.

Razze e libert sono evolute simultaneamente. Gli Stati Uniti son stati fondati sul principio radicalmente nuovo che "Tutti gli uomini sono creati uguali." Ma la nostra economia iniziale era basata in gran parte sulla schiavit. Come potrebbe essere razionalizzata questa anomalia? La nuova idea di razza ha aiutato nel spiegare perch alcune persone potrebbero non usufruire dei diritti e delle libert che altri invece hanno come garanzia.

Risposta al punto 7:

Non vi alcuna connessione evolutiva tra razza e libert. Sono due cose

molto diverse. La razza una divisione biologica di una specie e una fase nell'evoluzione di una specie che viene creata dal processo biologico di evoluzione divergente, o speciazione. La libert una condizione sociale o politica creata - socialmente e politicamente - dalla gente. L'Atene antica, il celebre luogo di nascita della democrazia e degli ideali di libert e uguaglianza, aveva un'economia basata molto pi sulla schiavit, prima ancora della guerra civile americana. In effetti, alcuni apologisti del Sud per la schiavit, come John C. Calhoun, hanno giustificato la schiavit paragondola con l'esempio dell'antica Atene e l'alta civilt che essa ha prodotto. Anche senza differenze razziali tra schiavi e liberi, gli Ateniesi giustificarono la schiavit con il fatto che gli schiavi erano inferiori. Questa la giustificazione storica comune per la schiavit e fino agli ultimi 550 anni di solito era basata sulle differenze nazionali, culturali, religiose o di classe, piuttosto che razziali.

Punto 8.

La razza ha giustificato disuguaglianze sociali in quanto si sosteneva che fossero naturali. Quando l'idea di razza si evoluta, l'idea di superiorit bianca divent "buonsenso" in America. Essa non solo ha giustificato la schiavit, ma anche lo sterminio degli indiani, l'esclusione degli immigrati asiatici, e la conquista di terre messicane da parte di una nazione che professava una fede nella democrazia. Le pratiche razziali sono state istituzionalizzate all'interno del governo americano, delle leggi, e della societ.

Risposta al punto 8:

La credenza nella superiorit del proprio popolo e nell'inferiorit degli altri popoli molto comune tra le diverse culture e razze, ed stato spesso usato per giustificare e razionalizzare la conquista, la dominazione, la riduzione in schiavit e anche lo sterminio di altre razze. Questa convinzione e la pratica stata documentata tra gli indiani americani, cinesi, giapponesi, mongoli, indiani asiatici, persiani, greci, romani, spagnoli e altri. stato senza dubbio anche comune tra i popoli di cui non abbiamo alcun documento. Non in alcun senso unico per gli europei del sud, coloro che hanno fondato e costruito in America Latina o gli europei del Nord che han fondato e costruito in Nord America. Ci che pu essere stato unico per gli europei del Nord che, come popolazione, sono stati i primi a supportare queste credenze e pratiche e persino i primi a rinunciarvi. L'esclusione di altre razze, necessaria a mantenere la separazione, l'isolamento e la conservazione razziale necessari, non deve essere equiparata con la schiavit o lo sterminio di altre razze, come sottinteso nel punto 8.

Punto 9.

La razza non reale, ma il razzismo ancora reale. La razza un'idea sociale potente che consente un accesso diverso alle opportunit e risorse. Il nostro governo e le istituzioni sociali hanno fatto si che i vantaggi e le ricchezze fossero sproporzionate, con potere e risorse destinate maggiormente ai bianchi. Questo interessa tutti, che ne siamo consapevoli

o no.

Risposta al punto 9:

Come spiegato nella risposta precedente al punto # 2 la razza certamente ereditata, ed pertanto necessariamente genetica, biologica. Il razzismo, come ogni "ismo", un'ideologia, un sistema di credenze e valori. Ma a differenza di molte altre ideologie, essa probabilmente costituita da pi di questo, ancorata a terra dalle sue connessioni biologiche a qualcosa di pi profondo, pi fondamentale, istintivo e intuitivo, a qualcosa che fisicamente reale e che esiste fisicamente, alle emozioni e al comportamento che stato modellato, e aiutato ad essere modellato, ovvero allidea dellevoluzione dellumanit in generale e di ogni razza in particolare. Il razzismo etnocentrico, centrato, fedele nel promuovere gli interessi di una persona di razza. Nelle societ omogeneamente razziali, il nostro stato naturale di esistenza, l'esistenza che esisteva fino alla creazione moderna di societ multirazziale, la razza non era un problema, non ha dato vantaggi di un gruppo rispetto ad altri nella societ, e non ha influenzato nessuno. Non serviva essere a conoscenza delle differenze razziali. Solo nelle societ multirazziali, in cui gli interessi, includendo gli interessi vitali della vita essenziale, dei conflitti tra razze, la razza divent un problema e una fonte di conflitti e problemi, tra cui il problema fondamentale della conservazione razziale. Purtroppo, nel contesto di una societ multirazziale, le misure necessarie per preservare una razza e per proteggere i suoi interessi vitali, includono necessariamente una competizione per il dominio e il controllo della societ.

Punto 10.

Il Daltonismo non distrugger il razzismo. Fingere di far credere che la razza non esiste non significa creare uguaglianza. La razza molto pi reale di stereotipi e pregiudizi individuali. Per combattere il razzismo, abbiamo bisogno di individuare e risolvere le politiche sociali e le pratiche istituzionali che vantano alcuni gruppi a scapito di altri.

Risposta al punto 10:

Questo un invito ad agire per promuovere gli interessi e la posizione dei gruppi "non-bianchi" a scapito del gruppo dei bianchi, la cui esistenza si suppone sia solo un'illusione. un invito che stato ascoltato, non solo negli Stati Uniti, ma anche in Canada, Gran Bretagna, Irlanda, Francia, Svezia, Norvegia, Danimarca, Paesi Bassi, Belgio, Germania, Svizzera, Austria, Australia, Nuova Zelanda e Sud Africa. In tutti questi paesi i "bianchi" sono stati espropriati, sfollati, sostituiti e infine distrutti da azioni e politiche che promuovono e beneficiano gli interessi e la posizione di "non-bianchi" a scapito degli interessi pi vitali dei bianchi, compresa la loro stessa sopravvivenza.

Dal sesto al decimo punto, la questione razziale sul fatto che sia o no reale, non rilevante. Tutti e cinque questi punti servono solo uno di questi: confutare l'argomento della non-realt della razza, il quale dice che solo un'illusione, il quale afferma che il convincimento della razza porta a brutte cose -- tra cui la schiavit, la disuguaglianza sociale ed economica, l'esclusione razziale e lo sterminio razziale (genocidio) e quindi che il convincimento della razza di per s cattivo e la realt della razza deve essere negata per ragioni morali. Con questa logica, coloro che negano la realt razziale, sono considerati moralmente superiori a coloro che credono che la razza reale. Questa la logica del politicamente corretto, che la realt oggettiva deve essere negata per servire la visione del mondo, l'ordine del giorno, l'ideologia e i valori morali della dominante struttura mondialista di potere multirazziale. Ma la convinzione che la razza non

reale pu portare anche a cose cattive, cose molto cattive, per gli interessi dei popoli europei in America, Australia ed Europa. In realt, i suoi effetti sui popoli europei includono l'espropriazione, spostamento e sostituzione con le razze non-europee, e in definitiva la loro distruzione, sterminio, annientamento o il genocidio. La negazione razziale, la negazione della realt, apre la strada alla distruzione della razza con la pretesa che non esiste, che niente viene distrutto, che tutta un'illusione, che non una questione di legittima preoccupazione. I razzialisti europei(coloro in cui credono nella preservazione della razza), che credono nella realt della razza, non cercano, sostengono o promuovono la riduzione in schiavit o dominazione o la distruzione di altre razze, ma i negazionisti della razza e i decostruzionisti, che sostengono che la razza un'illusione, promuovono una moda che porta alla distruzione delle razze europee. E si sentono moralmente superiori, quando lo fanno.

Conclusioni

Prima che la negazione razziale diventasse l'argomento principale degli avversari della preservazione razziale nord europea, il loro argomento principale era l'affermazione che la razza del Nord Europa era meticcia e

non "pura", e che a causa di questo meticciato razziale, non era degna di conservazione. Naturalmente, queste erano le stesse persone che pi sostenevano la mescolanza razziale per il Nord Europa, non gli avversari della mescolanza razziale i quali hanno voluto evitare mescolanza al fine di preservare la razza. Inoltre, naturalmente, non hanno descritto la natura o la portata della mescolanza alla quale si riferivano, n hanno fornito alcuna definizione o standard di ci che costituisce "purezza" razziale e quale livello di esso tenuto a giustificare la conservazione razziale. I loro argomenti per l'impurit razziale erano, e sono, ambigui come gli argomenti della negazione razziale. La mia risposta a loro era, ed , la stessa della mia risposta ai negazionisti della razza, i quali sostengono che la razza che io amo e desidero preservare non reale e non esiste, e che non c' quindi nulla da conservare. Io dico loro che amo e voglio mantenere la mia razza com', per preservare ci che cos com', comunque essa sia, e comunque vorrebbero chiamarla. Sia che la chiamino razza o non, che sia pura o non, questa la popolazione e questi sono i fenotipi associati che io amo e che voglio conservare. E sanno di cosa sto parlando. A livello operativo, loro sanno qual la mia razza come lo so anche io, e come reale per loro, lo pure per me. La differenza che io voglio conservarla e loro vogliono distruggerla.

La negazione della razza non deve essere considerata come un fenomeno isolato. molto pi un prodotto dei tempi. Pu essere compreso solamente in un contesto di rivoluzione razziale e attraverso lanalisi del cambiamento etnico-razziale del potere nellultima met del secolo scorso. Fa parte dell'offensiva etno-razziale contro la razza del Nord Europa che

sta distruggendo geneticamente e biologicamente con il multirazzialismo e la mescolanza razziale. L'esistenza che nega l'esistenza che sta contribuendo a distruggere. Come un recente articolo sugli studi genetici che afferma la realt della razza ci informa:

L'isolamento geografico [cio, la separazione razziale] e la riproduzione interna (endogamia) a causa di forze sociali e/o culturali per periodi di tempo prolungati, creano e aumentano la differenziazione genetica [cio, creano e conservano le razze], mentre la migrazione e l'interaccoppiamento la riduce [vale a dire, la mescolanza razziale multirazziale distrugge le razze]. [Nota # 14]

La negazione della razza pi di un errore. pi della somma di tanti errori, di argomenti falsi, utilizzati per sostenerla. E non un fine in s, ma un mezzo per raggiungere un fine. Serve ad uno scopo. I negazionisti della razza mendicano la loro tesi con l'affermazione che la credenza in razze porta a oppressione e genocidio razziale, cos lo scopo della negazione della razza quello di porre fine all'oppressione razziale e prevenire il genocidio. In realt vero il contrario. Il vero scopo della negazione della razza non quello di impedire il genocidio, ma per evitare la conservazione razziale, in particolare la conservazione delle razze europee, e pi in particolare la razza del Nord Europa. In breve, il vero scopo della negazione della razza non quello di impedire il genocidio, ma di fare il genocidio. Il motivo vero che c' dietro la negazione della razza quello di promuovere e favorire l'espropriazione, la sostituzione e la distruzione della razza del Nord Europa. Ogni negazionista della razza contro la

conservazione razziale, e in particolare modo contro la conservazione e la sopravvivenza della razza del Nord Europa.

Ironicamente, la negazione della razza a sfondo razziale. fonte e base di appoggio di gruppi etno-razziali non-europei. Sono loro che cercano la sostituzione, l'esproprio e la distruzione della razza del Nord Europa, persino nelle sue terre antiche d'origine. Sono loro che traggono beneficio da essa, coloro i quali sono i sostituti e sciacalli. L'esistenza di altre razze non minacciata dalla negazione della razza, e quindi in una tale posizione di immunit razziale esse possono salvaguardarla. Sono le razze europee, e solo le razze europee, e soprattutto la razza del Nord Europa, che sono a rischio di estinzione, e la cui distruzione aiutata dalla negazione razziale. La negazione della razza anti-nord-europea nel senso pi estremo del termine, contro l'esistenza stessa della razza del Nord Europa. Cos la negazione della razza di per s una parte della competizione razziale, un prodotto delle dinamiche razziali, la dialettica razziale, del

multirazzialismo e il processo di distruzione razziale le quali esse sostengono. Potrebbe sembrare un fenomeno politico, con motivazioni politiche, ma in realt un fenomeno razziale, con motivi razziali motivazioni molto pi forti e pi profondi della politica, che solo il mezzo per i fini razziali. Serve come copertura per quei fini razziali. Nasconde il processo di distruzione razziale dietro la copertura di protezione di un falso dogma che dice che la distruzione razziale in realt non esiste, che quindi non reale e pertanto non viene distrutta, e non vi alcuna ragione valida per resistere o per opporsi a tale distruzione. Ma la razza che si sta distruggendo, la popolazione e le sue caratteristiche che i

negazionisti della razza stanno cercando di distruggere, sono reali e sono le mie. Esse sono l'oggetto del mio amore e della mia devozione, il centro della mia preoccupazione. Sono tutte le persone di origine del Nord Europa, nei loro numeri (parliamo di milioni), la cui esistenza viene negata, e sotto la copertura di tale negazione, viene distrutta.

Come possono i conservazionisti della razza (o razzialisti) far fronte alla crescente ondata di negazione della razza nel mondo accademico e nei media? Quanto del nostro tempo ed energia dobbiamo dedicare al dibattito sul significato reale della razza? Entrambe le parti del dibattito hanno un interesse determinato dai loro propri gruppi. I negazionisti della razza sono in maggioranza membri dei gruppi di minoranza non-nordici che vogliono sentire dalle loro orecchie parlare di solidariet della maggioranza nordica, per avanzare gli interessi dei loro proprio gruppi, a spese degli interessi dei gruppi di maggioranza nordici. I sostenitori della razza sono

prevalentemente membri della maggioranza etno-razziale nordica che vuole promuovere il riconoscimento e la solidariet del loro gruppo per garantire la sua conservazione e il suo benessere.

Negare la razza alza il livello o la soglia per affrontare le questioni che contano davvero: le questioni di interesse razziale fondamentali che non vengono mai discusse, ma sono eluse e ignorate. Pi tempo e sforzo mettiamo nel superare questi argomenti preliminari, meno possiamo affrontare le questioni vitali degli interessi razziali propri.

Ma questo non solo un esercizio accademico che i razzialisti possono

ignorare. Ci sono motivazioni e le finalit alla base di queste affermazioni. Per le minoranze dei paesi del Nord Europa che vogliono garantire la loro salvaguardia e l'indebolimento della popolazione nordica nel loro interesse affermare che la razza non esiste per prevenire e indebolire l'opposizione della maggioranza. Per i nichilisti razziali, gli "idealisti", il cui ideale un mondo senza razze affermando che la razza non esiste, un metodo per promuove il loro obiettivo. A coloro che cercano la spoliazione e la distruzione della razza nordica in particolare, per la sostituzione e la mescolanza, sostenendo che la razza nordica non esiste, o che sia gi mescolata, serve a screditare e indebolire l'opposizione per arrivare alla mescolanza e alla distruzione.

Nelle mie discussioni con i negazionisti della razza, ho scoperto che importante pressarli per le specifiche. Con quelli che fanno affermazioni che la mia razza gi ben mescolata, o che un particolare individuo misto, utilizzano questa affermazione con lo scopo di sostenere ulteriore mescolanza, chiedo specifiche circa la presunta miscela, la sua estensione, origine, percentuale, ecc.. e le prove che sostengono queste accuse. Io in breve dico loro di provare o dimostrare le loro affermazioni o non saranno credibili. Con coloro che negano la realt della razza ho sottolineato limportanza della definizione, ho dato la mia definizione, ovvero di un qualcosa che esiste chiaramente, ho chiesto dunque una loro definizione del termine razza, ma loro di solito non vogliono o non possono fornire. Il punto che le affermazioni dei negazionisti sono raramente suffragate da specifiche o definizioni, ma sono volutamente vaghe. Evidenze che mostrano la loro eloquente falsit.

Detto questo, non serve a molto discutere con i negazionisti e con i mischia-razze. La loro posizione non sar alterata da confutare le loro falsit, poich le loro posizioni non sono realmente basate su di esse, ma sono semplici interessi della propria razza. Tuttavia, vale la pena rimuovere la loro facciata ed esporre le loro vere motivazioni. Vale anche la pena esporre il cosiddetto idealismo dei multirazzialisti per quello che realmente: un programma per la distruzione e l'estinzione nordica.

NOTE

1. Cfr. la recensione di Glayde Whitney di The Emperors New Clothes: Biological Theories of Race at the Millenium di Joseph L. Graves, Gennaio 2001, articolo in Occidental Quarterly (Vol. I. No.2). Graves dichiara che la razza non reale e motiva la sua opinione dicendo che la credenza nella razza un ostacolo per la giustizia sociale e per leliminazione del razzismo. 2. La sostanza di alcuni di questi scambi pu essere trovata sul mio sito internet http://www.racialcompact.com/reality_of_race.html 3. Cfr. http://www.pbs.org/wgbh/nova/first/gill.html Il dott. George W. Gill un professore di antropologia delluniversit del Wyoming. Inoltre egli lavora come antropologo forense per le forze dellordine del Wyoming e per il Laboratorio criminologico di Stato del Wyoming 4. La metodologia che dimostra la differenza genetica dell1.6% tra uomo e scimpanz dimostra anche una differenza genetica di meno dello 0.2% tra razze umane. Feng-Chi Che delluniversit nazionale di Tsing Hua in Taiwan e Wen-Hsiung Li delluniversit di Chicago (2001) hanno collocato la differenza nei geni tra uomo e scimpanz al solo 1.24%. il professore Roy Britten dellIstituto di Teconlogia della California, usando una metodologia molto diversa, ha collocato

la differenza al 5.4% (2002). Ci solleva la domanda ovvia riguardo alla differenza tra razze umane se si fosse utilizzata la stessa metodologia. Potrebbe essere anche di tre volte pi grande? 5. Cfr. Masatoshi Nei and Arun K. Roychoundhury, Evolutionary Relationships of Human Populations on a Global Scale; Molacular Biology and Evolution, settembre 1993 (pp. 927-943): http://www.molbiolevol.org/cgi/gca?sendit=Get+All+Checked+Abstract%28s%29&gca=10%2F 5%2F927. Sfortunatamente nessuna popolazione scandinava (svedese, danese o norvegese), slava o araba stata inclusa in questo studio, e i gruppi di popolazioni inglesi, tedeschi e italiani non sono stati divisi per regioni. possibile che un gruppo dellest Inghilterra sia pi vicino geneticamente a un gruppo danese o della Germania nord-occidentale che a un gruppo dellInghilterra occidentale. 6. Questi studi genetici sono basati sul DNA nucleare, i geni che sono attualmente responsabili della variazione razziale. Altri studi sul DNA mitocondriale (mtDNA), cos come hanno mostrato Jody Hey e Eugene Harris (1999), mostrano una differenza tra razze umane che circa il 4% delle differenze tra umani e scimpanz. 7. Cfr. http://genomebiology.com/2002/3/7/comment/2007/ . Categorization of humans in biomedical research: genes, race and disease," di Neil Risch et alii, Genome Biology 2002 3(7): commento 2007.1-2007.12. Pubblicato il 1 Luglio 2002. Questo articolo una sintesi scientifica eccellente sulle evidenze mostrate dagli studi genetici sulla realt della razza. 8. Cfr. http://anthro.palomar.edu/vary/vary_2.htm. Questo una pagina di prova del sito del dipartimento di Scienze comportamentali del Palomar College, San Marcos, California, il cui autore Dennis ONeil. Il Palomar College un college di propriet pubblica con circa 30.000 studenti. I punti di vista espressi da questo sito sono probabilmente rappresentativi di cosa gli studenti di scienze sociali pensano attualmente del concetto di razza. Sono dei punti di vista che probabilmente sono stati predetti e annunciati come risultato delleducazione al multirazzialismo, con le sue conseguenze agghiaccianti sulle ricerche razziale, dove la verit razziale la prima casualit. 9. Op.cit. cfr. nota 7 di cui sopra. 10. Cfr. Robert Boyd: Scientists: Idea of Race is Only Skin Deep, The Miami Herald (13 ottobre, 1996), p. 14A. 11. Per unesaminazione dettaglia di questo soggetto cfr. Kevin MacDonald, The Culture of Critique: An Evolutionary Analysis of Jewish Involvement in Twntieth-Century Intellectual and Political Movements, Praeger, 1998. 12. Cfr. Doug McAdam in Picking Up the Pieces, parte 5 della serie della PBS Making Sense of the Sixties trasmessa il 23 gennaio 1991. Si pu supporre che, nel contesto di questo dibattito

razziale marxista nella convention di Weatherman, si sia capito che il termine bianco non include gli ebrei. 13. Op.cit. cfr. nota 3 di cui sopra. 14. Op.cit. cfr. nota 7 di cui sopra.

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