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18OTTOBRE 2012

Ora basta col Viptimismo


Dal figlio di un magistrato ucciso dalle Br, un duro atto d'accusa contro un sistema che distingue familiari di serie A (quelli che perdonano) e di serie B (quelli che no, grazie)
di Marco Palombi

Massimo Coco ha passato i cinquanta, un violinista, tiene concerti, insegna al Conservatorio di Genova ed il figlio di Francesco Coco, procuratore generale a Genova, assassinato dalle Brigate Rosse l8 giugno 1976 con due uomini della scorta. Sono pi di 36 anni, dunque, che Massimo una vittima del terrorismo, e solo adesso ha deciso di scrivere un libro sulla sua esperienza (Ricordare stanca, Sperling & Kupfer, in uscita il 30 ottobre). un testo sorprendente, durissimo, venato di sarcasmo e che di sicuro non passer inosservato. Perch proprio ora?Allinizio ho taciuto perch taceva mia madre. Sa, si tenta anche di cercare la normalit per quanto possibile: preferivo finire sui giornali per un concerto, non essere sempre il figlio di Francesco Coco. Poi, a un certo punto, mia madre si sfog con Repubblica e allora anchio ho iniziato a dire la mia: sono entrato pure nel direttivo dellAssociazione vittime del terrorismo. E sono cominciati i guai.Mi sono anche preso una querela dal magistrato Caselli (poi ritirata, ndr) e in generale mha fatto arrabbiare la disparit di trattamento tra le vittime: alcuni non riescono ad avere nemmeno un centesimo dei benefici previsti dalla legge, altri hanno potuto usare la loro condizione come catapulta per la loro carriera. Li chiama Viptime, il vertice supremo di ogni missilistica carriera giornalistica, universitaria, parlamentare, televisiva, editoriale: non le pare di esagerare?No. E il prezzo di questa carriera quello di sbilanciarsi politicamente e accettare il clich del volemosebbene, dello scurdammuce o passato.

Lei non fa nomi, ma nel libro sembra di riconoscere Mario Calabresi, Benedetta Tobagi, Eugenio Occorsio e vari altri.Non faccio nomi perch il mio un discorso generale. Per esempio, ho elaborato una classificazione dei familiari delle vittime: per accedere allo status di viptima, per dire, bisogna anche essere degli happy-light. Cio? la sostenibile leggerezza dellessere, la facilit con cui si passa un colpo di spugna sul passato. Non pensa che quel perdono sia sincero, autentico e sofferto, un modo di reagire al lutto che va rispettato tanto quanto la sua rabbia?Facciano pure, ma non pretendano di essere il paradigma coi loro perdoni, la rinuncia al rancore, landare avanti. Tutte le volte questa manfrina: ma chi glielha data la laurea doloris causa con cui ci indicano la via?. Lei non perdona?No, e non potrei certo perdonare per conto di mio padre: lui la vittima. Qual la sua via?Rivendico il diritto allodio e al rancore: le assicuro che sono sentimenti condivisi. Piuttosto: ma gli happy-light la rabbia dove lhanno messa?. Perch parla di sbilanciarsi politicamente?Perch questa rimozione del passato una scelta politica, voluta dalla politica: sono ancora troppe le mani sporche, ai vertici, perch si possa avere verit. Si faccia fare un riassunto da chi in vita sua ha votato di tutto: il centrodestra se ne frega, il centrosinistra fa un proselitismo vergognoso con tanto di posti in Parlamento. Si riferisce a casi come Olga DAntona e Sabina Rossa, moglie e figlia di vittime, entrambe deputate Pd?Capisco che sia antipatico dirlo, che qualcuno si arrabbier. Ma cos. Veniamo agli ex terroristi: per loro chiede linterdizione perpetua alla visibilit sociale.Non sono ex, o solo tra virgolette. Non fanno pi parte di una banda armata, sono ex.Ammesso che sia cos, le pendenze morali restano. Una irrefutabile condizione accomuna la vittima e il carnefice: la prima morta per sempre, il secondo assassino per sempre. E comunque il reinserimento del detenuto un conto, il riciclaggio fino al rilancio sociale un altro. Se la legge lo consenteE allora perch non lo facciamo anche coi mafiosi, coi pedofili? Questi si sono sistemati quasi tutti da qualche parte: uno ora assistente del vicesindaco di Milano. Per questo chiedo anche linterdizione perpetua dai pubblici uffici. Che cosa pensa degli ex terroristi?C gente che va in giro a dire: Ci sentivamo missionari. E gli happy-light: Combattevano per degli ideali. Due rilievi. Il primo che le tragedie peggiori accadono quando

la stupidit incontra la smania di protagonismo. Il secondo: se loro avevano gli ideali giusti, chi morto stava dalla parte sbagliata?. Per questo il suo libro sintitola Ricordare stanca?La memoria anche lavoro, fatica, discussione, dolore. Va bene la lacrimuccia, ma che ci sia pure questo. La mia non una sentenza, nel victimarium ci sono anchio: ma ferite aperte, discorso aperto.

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