Sei sulla pagina 1di 47

Le equazioni fondamentali per i pro

essi elettromagneti i
nei orpi in movimento1

Hermann Minkowski
Presentato nella seduta del 21 di embre 1907.

Sommario. Introduzione: teoria di Lorentz; teorema, postulato, prin ipio della


relativita.- x1. Notazioni.
Parte prima: Trattazione del aso limite dell'etere. - x2. Le equazioni fondamentali per l'etere. - x3. Il teorema della relativita di Lorentz. - x4. Trasformazioni di
Lorentz spe iali. - x5. Vettori dello spazio-tempo di I e di II spe ie. - x6. Con etto
di tempo.
Parte se onda: I pro essi elettromagneti i. - x7. Le equazioni fondamentali per
i orpi in quiete. - x8. Le equazioni fondamentali per i orpi in moto. - x9. Le
equazioni fondamentali nella teoria di Lorentz. - x10. Le equazioni fondamentali
se ondo E. Cohn. - x11. Rappresentazione tipi a delle equazioni fondamentali. x12. L'operatore di erenziale lor. - x13. Il prodotto dei vettori di ampo fF. - x14.
Le forze ponderomotri i.
Appendi e: Me ani a e postulato di relativita. - Linee dello spazio-tempo,
tempo proprio, aggiustamento del prin ipio di Hamilton, legge dell'energia ed equazioni del moto, gravitazione.
Sulle equazioni fondamentali dell'elettrodinami a per i orpi in moto al momento
presente regnano an ora delle divergenze di opinione. Le ipotesi di Hertz (1890)
devono essere abbandonate, poi he si e dimostrato he esse sono in ontrasto on
diversi risultati sperimentali.
Nel 1895 H.A. Lorentz ha pubbli ato la sua teoria dei fenomeni otti i ed elettri i
nei orpi in moto he, fondandosi su una rappresentazione atomisti a dell'elettri ita,
on il suo grande su esso sembra giusti are le ardite ipotesi dalle quali essa e
sorretta e permeata. La teoria di Lorentz parte da erte equazioni originarie, he
devono valere in ogni punto dell'\etere" e da l perviene mediante la formazione
di valori medi su regioni \in nitamente pi ole dal punto di vista si o", he gia
ontengano moltissimi elettroni, alle equazioni per i pro essi nei orpi ponderabili.
In parti olare la teoria di Lorentz da onto dell'inesistenza di un moto relativo
della terra rispetto all'etere luminoso; essa porta questo fatto in relazione on una
ovarianza di quelle equazioni originarie rispetto a erte trasformazioni simultanee
dei parametri spaziali e temporali, he hanno ri evuto da Poin are il nome di
trasformazioni di Lorentz. Per quelle equazioni originarie la ovarianza per trasformazioni di Lorentz e un fatto puramente matemati o, he hiamero il teorema
2

1 Die

Grundglei hungen fur die elektromagnetis hen Vorgange in bewegten Korpern, Na hri hten von der Kgl. Gesells haft der Wissens haften zu Gottingen, Jahrgang 1908, 53-111.
2 \Ueber die Grundglei hungen der Elektrodynamik f
ur bewegte Korper". Wiedemanns Ann.
p. 369. 1890 (an he in: \Ges. Werke", vol. I, p. 256. Leipzig 1892).
3 \Versu h einer Theorie der elektris hen und optis hen Ers heinungen in bewegten K
orpern",
Leiden 1895.
4 vedi En yklop
adie der math. Wissens haften, vol. V 2, art. 14. \Weiterbildung der
Maxwells hen Theorie. Elektronentheorie."
5 Rend. Cir . Matem. Palermo, t. XXI (1906), p. 129.
1

della relativita; questo teorema si fonda essenzialmente sulla forma dell'equazione

di erenziale per la propagazione di onde on la velo ita della lu e.


Ora i si puo aspettare, senza fare an ora professione di fede in erte ipotesi sulla
relazione tra elettri ita e materia, he quel teorema matemati amente evidente estenda le sue onseguenze os in la, he per esso an he le leggi nora s onos iute
relative ai mezzi ponderabili assumano in qual he modo una ovarianza rispetto
alle trasformazioni di Lorentz. Si esprime os piu un atto di du ia he un giudizio
ompiuto, e hiamero questo atto di du ia il postulato della relativita. La situazione e all'in ir a ome quando si postula la onservazione dell'energia in asi per
i quali le forme di energia he intervengono non siano an ora note.
Se si arrivasse a sostenere l'attesa ovarianza ome una determinata onnessione
tra quantita direttamente osservabili per i orpi in moto, si potrebbe poi hiamare
questa determinata onnessione il prin ipio della relativita.
Queste distinzioni mi paiono utili a aratterizzare lo stato attuale dell'elettrodinami a dei orpi in movimento.
H.A. Lorentz ha trovato il teorema di relativita e reato il postulato di relativita
ome un'ipotesi per la quale gli elettroni e la materia in onseguenza del moto
sperimentano ontrazioni se ondo determinate leggi.
A. Einstein ha nora espresso nel modo piu netto il fatto he questo postulato non e un'ipotesi arti iosa, ma piuttosto un'interpretazione di tipo nuovo del
on etto di tempo he si impone attraverso i fenomeni.
Tuttavia il prin ipio della relativita nel senso da me ri onos iuto non e stato
nora formulato per l'elettrodinami a dei orpi in moto. Con la formulazione di
6

questo prin ipio nella presente dissertazione ottengo le equazioni fondamentali per
orpi in moto in una forma he e determinata mediante questo prin ipio in modo
ompletamente univo o. Si dimostrera inoltre he nessuna delle forme nora proposte per queste equazioni si onforma esattamente a questo prin ipio.

Ci si aspetterebbe prima di tutto he le equazioni fondamentali assunte da


Lorentz per orpi in moto soddisfa essero il postulato di relativita. Risulta tuttavia he io non a ade per le equazioni generali he Lorentz assume per orpi
arbitrari, an he magnetizzati, ma he io a ade in modo approssimato (qualora
si tralas i il quadrato delle velo ita della materia rispetto al quadrato della velo ita della lu e) per quelle equazioni he Lorentz ha dedotto poi per orpi non
magnetizzati; egli perviene tuttavia a questo adeguamento su essivo al postulato
di relativita solo per il fatto he la ondizione di assenza di magnetizzazione e per
suo onto imposta in un modo he non si onforma al postulato di relativita, ossia
mediante una ompensazione asuale di due infrazioni del postulato di relativita.
Questa onstatazione tuttavia non signi a al una obiezione ontro le ipotesi di
teoria mole olare di Lorentz, ma soltanto si rende hiaro he l'ipotesi della ontrazione degli elettroni a ausa del moto dovrebbe essere introdotta nella teoria di
Lorentz in un punto pre edente a quello da Lorentz adottato.
In un'appendi e mi addentro poi sulla posizione della me ani a lassi a rispetto
al postulato di relativita. Un aggiustamento di fa ile realizzazione della me ani a al postulato di relativita darebbe per i fenomeni osservabili di erenze a
malapena per ettibili, ma porterebbe ad una onseguenza assai sorprendente: on
l'imposizione preventiva del postulato di relativita i si pro ura lo strumento su iente a dedurre poi tutte le leggi della me ani a solo dalla legge della onservazione
6 Ann.

d. Phys. 17, p. 891, 1905.

(e da asserzioni sulle forme dell'energia).


x1. Notazioni.
Sia dato un sistema di riferimento x; y; z; t di oordinate rettilinee nello spazio
e nel tempo. L'unita di tempo sia s elta in rapporto tale on l'unita di lunghezza
he la velo ita della lu e sia 1 nello spazio vuoto.
Sebbene di per se avrei preferito non alterare le notazioni utilizzate da Lorentz,
mi pare tuttavia importante far risaltare n dall'inizio erte uniformita mediante
un'altra s elta dei simboli. Indi hero il vettore
dell'energia

della forza elettri a on E, dell'induzione magneti a on M, dell'induzione


elettri a on e, della forza magneti a on m, di modo he appariranno E, M, e,

m al posto degli E, B, D, H di Lorentz.

Faro uso inoltre di quantita omplesse in un modo he nora non era onsueto
nelle ri er he si he,p ioe operero inve e he on t on l'espressione it, dove i indi a
l'unita immaginaria 1. Saranno d'altra parte messi in evidenza i fatti veramente
importanti, poi he utilizzero una notazione on indi i, ossia spesso porro
x ; x ; x ; x al posto di x; y; z; it
e faro quindi un uso generale degli indi i 1, 2, 3, 4. Ma si avra poi a he fare,
ome espressamente sottolineo, sempre soltanto on un piu hiaro insieme di
relazioni puramente reali, ed il passaggio a equazioni reali si otterra sempre
immediatamente, pur di interpretare i simboli on un indi e 4 sempre ome di
valore immaginario, e quelli senza indi e 4 o on due indi i 4 sempre ome di valore
reale.
Un singolo sistema di valori x; y; z; t ovvero x ; x ; x ; x si hiamera un
punto dello spazio-tempo.
Inoltre w indi hera il vettore velo ita della materia, " la ostante dielettri a,
 la permeabilita magneti a,  la ondu ibilita della materia, tutte intese ome
funzioni di x; y; z; t (ovvero x ; x ; x ; x );  indi hera la densita spaziale
elettri a, s un vettore \ orrente elettri a", sulla de nizione del quale verremo in
seguito (nei x7 e 8).
1

Parte prima: Trattazione del aso limite dell'etere.

x2. Le equazioni fondamentali per l'etere.


La teoria di Lorentz ri ondu e le leggi dell'elettrodinami a dei orpi ponderabili
mediante rappresentazioni atomisti he dell'elettri ita a leggi piu sempli i; a queste
leggi piu sempli i i ri ondu iamo qui parimenti ri hiedendo he esse debbano
rappresentare il aso limite " = 1,  = 1,  = 0 delle leggi per i orpi ponderabili.
In questo aso limite ideale " = 1,  = 1,  = 0 dev'essere E = e; M = m, ed in
ogni punto x; y; z; t dello spazio-tempo devono valere le equazioni:
(I)

rot m te = w;

(II)

div e = ;

rot e + tm = 0;

(III)

(IV)
div m = 0:
S rivero ora x , x , x , x al posto di x, y, z, it (i = p 1); inoltre
 ;  ;  ;  al posto di wx ; wy ; wz ; i;
ioe delle omponenti della orrente di onvezione w e della densita di elettri ita
moltipli ata per i; inoltre porro
f ; f ; f ; f ; f ; f al posto di mx ; my ; mz ; iex ; iey ; iez ;
ioe delle omponenti di m e rispettivamente di ie se ondo gli assi, in ne an ora
in generale on due indi i h; k presi dalla sequenza 1, 2, 3, 4:
fkh = fhk ;
quindi porro
f = f ;f = f ;f = f ;
f = f ;f = f ;f = f :
Allora le tre equazioni riassunte nella (I) e l'equazione (II) moltipli ata per i si
s rivono:
1

23

31

12

14

(A)

24

34

32

23

13

31

21

12

41

14

42

24

43

34

f21
x1
f31
x1
f41
x1

f12
x2

f
+ f
+
= ;
x
x
f
+ f
+
= ;
x
x

+ f
x

13

14

23

24

32

+ f
= ;
x
34

f
+ f
+
= ;
x
x
D'altra parte le tre equazioni riassunte nella (III), moltipli ate per i, e l'equazione (IV), moltipli ata per 1 , si trasformano in

(B)

f43
x1
f24
x1
f32
x1

f34
x2

42

43

f
+ f
+
= 0;
x
x
f
+ f
+
= 0;
x
x

41
+ f
x2
f13
+ x
2

42

23

14

31

12
+ f
x4
f21
+ x
3

= 0;
= 0:

Con questo modo di s rivere si nota immediatamente la ompleta simmetria sia


del primo he del se ondo di questi sistemi d'equazioni rispetto alle permutazioni
degli indi i 1, 2, 3, 4.

x3. Il teorema della relativita di Lorentz.


Il modo di s rivere le equazioni (I) - (IV) on il simbolismo del al olo
vettoriale serve notoriamente a porre in evidenza un'invarianza (o meglio
ovarianza) del sistema di equazioni (A) ome pure del sistema (B) rispetto
ad una rotazione del sistema di oordinate attorno all'origine. Eseguiamo
per esempio una rotazione attorno all'asse x di un angolo sso ' mantenendo ssi
nello spazio i vettori e, m, w; introdu iamo quindi al posto di x1; x2; x3; x4 nuove
variabili x01 ; x02 ; x03 ; x04 mediante
x01 = x1 os ' + x2 sin '; x02 = x1 sin ' + x2 os '; x03 = x3 ; x04 = x4 ;

inoltre nuove quantita 0 ; 0 ; 0 ; 0 mediante


1

0 1 = 1 os ' + 2 sin '; 0 2 = 1 sin ' + 2 os '; 0 03 = 3 ; 0 4 = 4 ;

nuove quantita f 0 ; : : : f 0 mediante


12

34

0 = f23 os ' + f31 sin '; f 0 = f23 sin ' + f31 os '; f 0 = f12 ;
f23
31
12
0 = f14 os ' + f24 sin '; f 0 = f14 sin ' + f24 os '; f 0 = f34 ;
f14
24
34
f 0 = f 0 (h; k = 1; 2; 3; 4);
kh

hk

allora dal sistema (A) derivera ne essariamente il sistema esattamente orrispondente (A') tra le nuove quantita primate, da (B) il sistema esattamente orrispondente (B').
Pertanto si puo dedurre immediatamente senza al un al olo sulla base
della simmetria del sistema (A) e del sistema (B) negli indi i 1, 2, 3, 4 il
teorema della relativita trovato da Lorentz.
Intendero on i una quantita puramente immaginaria e onsiderero la sosti-

tuzione
(1)

x0 = x1 ; x0 = x2 ;
x0 3 = x3 os i + x4 sin i ; x0 4 = x3 sin i

+ x os i :
4

Mediante
(2)

= q; = 12 log nat 11 + qq

= ee + ee

i tan i

sara

os i = p 1 ; sin i = p iq ;
1 q
1 q
p
dove 1 < q < 1 e 1 q va preso ol segno positivo. S riviamo an ora
2

(3)

x01 = x0 ; x02 = y0 ; x03 = z 0 ; x04 = it0 ;

allora la sostituzione (1) assume la forma


z qt 0
x0 = x; y0 = y; z 0 = p
;t =
1 q2

(4)

qz + t
1 q2

on oe ienti puramente reali.


Se ora sostituiamo nelle su itate equazioni per la rotazione attorno all'asse x
ovunque 1, 2, 3, 4 on 3, 4, 1, 2 e ontemporaneamente ' mediante i , e se ontemporaneamente a questa sostituzione (1) introdu iamo nuove quantita 0 ; 0 ; 0 ; 0
mediante
0 =  ; 0 =  ;
0 =  os i +  sin i ; 0 =  sin i +  os i ;
nuove quantita f 0 ; : : : f 0 mediante
f 0 = f os i + f sin i ; f 0 = f sin i + f os i ; f 0 = f ;
f 0 = f os i + f sin i ; f 0 = f sin i + f os i ; f 0 = f ;
0 = f 0 (h; k = 1; 2; 3; 4);
fkh
hk
parimenti il sistema (A) andra nel sistema esattamente orrispondente (A'), il sistema (B) nel sistema esattamente orrispondente (B') tra le nuove quantita primate.
Tutte queste equazioni si possono immediatamente ris rivere in forma puramente
reale, e l'ultimo risultato si puo formulare os:
Si assuma la trasformazione reale (4) e si onsiderino poi x0 ; y0; z0 ; t0 ome un
sistema di riferimento per lo spazio ed il tempo; siano parimenti introdotti
1

12

34

41

13

13

41

13

34

34

32

32

42

42

32

42

12

12

qwz + 1
p
; 0 w0z
1 q2

inoltre

41

(5) 0 = 

wz
p

=

q
; 0 w0x
q2

= wx ; 0w0y = wy ;


0

e0x = epx 1 qmq y ; m0y = pqe1x +qmy ; e0z = ez ;

(6)

m0x = mpx1+ qqey ; e0y = qpm1x + qey ; m0z = mz ;


allora per i vettori w0; e0 ; m0 on le omponenti w0x , w0y , w0z ; e0x , e0y , e0z ;
m0x , m0y , m0z nel nuovo sistema di oordinate x0; y0 ; z0 e inoltre per la quantita
(7)

0

valgono esattamente le equazioni (I')-(IV') analoghe alle (I)-(IV), e piu pre isamente il sistema (I), (II) va in (I'), (II'), il sistema (III), (IV) in (III'), (IV').
Osserviamo he qui ex qmy ; ey + qmx; ez sono le omponenti del vettore e +[vm,
quando v indi a un vettore nella direzione dell'asse z positivo di modulo jvj = q e
7 Le

equazioni (5) sono qui in ordine diverso, le equazioni (6) e (7) sono inve e nello stesso
ordine delle equazioni su itate, he da queste derivano.

[vm il prodotto vettore dei vettori v ed m. Analogamente poi mx +qey ; my qex; mz


sono le omponenti del vettore m [ve.
Le equazioni (6) e (7), os ome stanno appaiate l'una sotto l'altra, si possono
riassumere on un altro utilizzo delle quantita immaginarie in

e0x + im0x = (ex + imx ) os i + (ey + imy ) sin i ;


e0y + im0y = (ex + imx ) sin i + (ey + imy ) os i ;
e0z + im0z = ez + imz ;
0

e osserviamo an ora he quando ' indi a un qual he angolo reale, da queste ultime
relazioni si ottengono inoltre le ombinazioni

(e0x + im0x ) os ' + e0y + im0y sin '
(8)
= (ex + imx ) os (' + i ) + (ey + imy ) sin(' + i ) ;
0

(9)

(e0x + im0x ) sin ' + e0y + im0y os '


= (ex + imx ) sin(' + i ) + (ey + imy ) os (' + i ) :
0

x4. Trasformazioni di Lorentz spe iali.


Il ruolo he la direzione z gio a nella trasformazione 4 puo essere fa ilmente
esteso ad una direzione qualsiasi, pur he si sottopongano i sistemi di assi x; y; z e
x0 ; y0 ; z 0 ad una ed uguale rotazione rispetto a se stessi. Giungiamo os ad una
legge piu generale.
Sia v on le omponenti vx ; vy ; vz un dato vettore, on un modulo jvj = q
diverso da zero he sia minore di 1; esso abbia una erta direzione. Intendiamo
in generale on v una direzione qualsiasi ortogonale a v e indi hiamo inoltre la
omponente di un vettore r lungo la direzione v ovvero lungo la direzione v on rv
ovvero rispettivamente on rv .
Al posto di x; y; z; t si introdu ano ora nuove quantita x0 ; y0 ; z0; t0 nel modo
seguente. Si indi hi per brevita on r il vettore on le omponenti x; y; z nel primo
sistema di riferimento, on r0 quello on le omponenti x0; y0; z0 nel se ondo sistema
di riferimento; allora per la direzione di v dovra essere
(10)

r0v = prv1

qt
;
q2

per ogni direzione v perpendi olare a v:

(11)
e inoltre:

(12)

r0v = rv ;
qr + t
t0 = p v 2 :
1 q

Le notazioni r0v e r0v vanno qui intese nel senso he alla direzione v e a ogni
direzione v ortogonale a v in x; y; z e sempre asso iata la direzione on gli stessi
oseni direttori in x0; y0 ; z0 .
Chiamero trasformazione di Lorentz spe iale una trasformazione he sia rappresentata dalle (10), (11), (12) on la ondizione 0 < q < 1, e v si dira il vettore,
la direzione di v l'asse, il modulo di v il momento di questa trasformazione di
Lorentz spe iale.
Siano inoltre os de niti, in x0; y0 ; z0 , 0 ed i vettori w0 ; e0 ; m0 :
 ( qw + 1)
(13)
0 = p v
;
1 q
2

w
0 w0v = p v

(14)

q 0 0
;  wv = wv ;
q2

inoltre e
8

(e0 + im0 )v = (e + im pi [w; e + im)v ;


1 q
0
0
(e + im )v = (e + im i [w; e + im)v ;

(15)

e quindi risulta la legge, se ondo la quale i sistemi di equazioni (I), (II) e


(III), (IV) vanno ias uno nel sistema esattamente orrispondente on le
quantita primate.

La soluzione delle equazioni (10), (11), (12) porta a

0
0
0 0
rv = prv1+ qtq ; rv = r0v ; t = pqr1v + qt :

(16)

Esponiamo ora un'osservazione assai importante nel seguito sulla relazione tra
i vettori w e w0. Si puo far uso della notazione on gli indi i 1, 2, 3, 4 gia utilizzata piu volte, on la quale poniamo x0 ; x0 ; x0 ; x0 al posto di x0 ; y0; z0 ; it0 e
0 ; 0 ; 0 ; 0 al posto di 0 w0x ; 0 w0y ; 0 w0z ; i0 . Come una rotazione attorno
all'asse z, an he la trasformazione (4) e piu in generale la trasformazione (10), (11),
(12) e evidentemente una trasformazione lineare di determinante +1, per la quale
1

(17)
va in

x21 + x22 + x23 + x24 ;


x0 21 + x0 22 + x0 23 + x0 24 ;

In base alle espressioni (13), (14) an he


21 + 22 + 23 + 24
8 Le

ioe x + y + z
2

ioe x0 + y0 + z0
2

t2

t0 2 :

=  1 wx wy wz =  1 w
2

parentesi tonde ra hiuderanno solo espressioni he si riferis ono all'indi e, e [


indi hera il prodotto vettore di ed + i .

w e m

w e + m
;

9


andra in 0 1 w0 , ovvero in altre parole


2

(18)
 1 w;
nel quale la radi e quadrata va assunta positiva, sara un invariante per trasformazioni di Lorentz.
Se dividiamo  ;  ;  ;  per questa quantita, risultano i 4 valori
1

p wx ; w = p wy ; w = p wz ; w = p i ;
1 w
1 w
1 w
1 w
tra i quali sussiste la relazione
(19)
w + w + w + w = 1:
Evidentemente questi 4 valori sono determinati univo amente dal vettore w, e vi eversa da 4 valori w ; w ; w ; w dei quali w ; w ; w siano reali, iw reale
e positivo, e he soddis no la ondizione (19), si ri ava a ritroso se ondo queste
equazioni un vettore w di modulo < 1.
L' importanza di w , w , w , w sta nel fatto he essi sono i rapporti tra dx ,
dx , dx , dx e
w1 =

2
1

(20)

2
2

2
3

2
4

(dx + dx + dx + dx ) = dt 1 w
2
1

2
2

2
3

2
4

per la materia he si trova nel punto dello spazio-tempo x , x , x , x , quando lo


stesso punto della materia passa ad uno stato prossimo nel tempo. Ora le equazioni
(10), (11), (12), si estendono immediatamente ai di erenziali dx, dy, dz, dt e dx0 ,
dy0 , dz 0 , dt0 , e si avra in parti olare
1

dx21 + dx22 + dx23 + dx24

dx0 21 + dx0 22 + dx0 23 + dx0 24 :

In seguito ad ese uzione della trasformazione di Lorentz si deve prendere ome


velo ita della materia nel nuovo sistema di riferimento nello stesso punto dello
spazio-tempo x0 , y0 , z0 , t0 il vettore w0 on i rapporti dx0 =dt0 , dy0 =dt0 , dz0 =dt0 ome
omponenti.
Inoltre e hiaro he il sistema di valori
x =w ; x =w ; x =w ; x =w ;
in forza della trasformazione di Lorentz (10), (11), (12) va proprio in quel nuovo
sistema di valori
x0 = w0 ; x0 = w0 ; x0 = w0 ; x0 = w0 ;
he dopo la trasformazione ha per la velo ita w0 proprio il signi ato he prima
della trasformazione aveva per la velo ita il primo sistema di valori.
Se in parti olare il vettore v della trasformazione spe iale di Lorentz e uguale
al vettore velo ita w della materia nel punto dello spazio-tempo x , x , x , x ,
dis ende dalle (10), (11), (12):
1

10

w10 = 0; w20 = 0; w30 = 0; w0 = i4 :

In questa situazione il punto in questione dello spazio-tempo a quista a seguito della


trasformazione la velo ita w0 = 0; esso sara, per os dire, trasformato
alla quiep
te. Possiamo per io opportunamente hiamare l'invariante  1 w la densita a
riposo dell'elettri ita.
x5. Vettori dello spazio-tempo di I e di II spe ie.
Unendo il risultato fondamentale relativo alle trasformazioni di Lorentz on il
fatto he sia il sistema (A) he il sistema (B) sono in ogni aso ovarianti rispetto
ad una rotazione del sistema di riferimento spaziale attorno all'origine otteniamo il
teorema generale della relativita. Per formularlo in modo fa ilmente omprensibile puo essere onveniente de nire una serie di espressioni abbreviate, mentre
d'altra parte ontinuero ad utilizzare quantita omplesse, per porre in evidenza
determinate simmetrie.
Una trasformazione lineare omogenea
x = x0 + x0 + x0 + x0 ;
x = x0 + x0 + x0 + x0 ;
(21)
x = x0 + x0 + x0 + x0 ;
x = x0 + x0 + x0 + x0 ;
di determinante +1, nella quale tutti i oe ienti nei quali non ompaia nessun
indi e 4 siano reali, mentre ; ; ome pure ; ; siano immaginari
puri (eventualmente zero), e in ne sia di nuovo reale e in parti olare > 0, e
mediante la quale
x + x + x + x vada in x0 + x0 + x0 + x0 ;
la hiamero in generale una trasformazione di Lorentz.
Se si pone
2

11

12

13

14

21

22

23

24

31

32

33

34

41

42

43

44

14

24

34

41

42

43

44

2
1

2
2

2
3

2
1

2
4

2
2

2
3

2
4

x0 1 = x0 ; x0 2 = y0 ; x0 3 = z 0 ; x0 4 = it0 ;

da essa risulta immediatamente una trasformazione lineare omogenea di x; y; z; t


in x0; y0; z0 ; t0 on oe ienti puramente reali, per la quale l'espressione
va in x0 y0 z0 + t0 ;
e a un qualsiasi si atto sistema di valori x; y; z; t on t positivo, per il quale
quest'espressione sia > 0, orrisponde sempre an he un t0 positivo; questo risulta
fa ilmente evidente dalla ontinuita dell'espressione in x; y; z; t.
L'ultima riga verti ale del sistema di oe ienti della (21) deve soddisfare la
ondizione
(22)
+ + + = 1:
Siano = 0, = 0, = 0 , allora = 1 e la trasformazione di Lorentz si
ridu e ad una pura rotazione del sistema di oordinate spaziale attorno all'origine.
x2 y2 z 2 + t2

2
14

14

24

34

2
24

2
34

2
44

44

11

Siano , , non simultaneamente nulli e si ponga


: : : = vx : vy : vz : i;
allora dalla (22) risulta il valore
14

24

34

14

24

34

44


q = v2x + v2y + v2z 1=2 < 1:

D'altra parte, per ogni sistema di valori ; ; ; he soddis in


questo modo la ondizione (22) on vx; vy ; vz reali, si puo ostruire la trasformazione di Lorentz spe iale (16) on ; ; ; ome ultima riga verti ale
e ogni trasformazione di Lorentz on la suddetta ultima riga verti ale dei oe ienti
puo quindi essere omposta da questa trasformazione di Lorentz spe iale e da una
orrispondente rotazione del sistema di oordinate spaziale attorno all'origine.
La totalita delle trasformazioni di Lorentz ostituis e un gruppo.
Per vettore dello spazio-tempo di I spe ie si intendera un arbitrario sistema
di quattro quantita  ;  ;  ;  on la pres rizione he per ogni trasformazione
di Lorentz (21) esso venga sostituito da quel sistema 0 ; 0 ; 0 ; 0 he si ottiene
dalla (21) per i valori x0 ; x0 ; x0 ; x0 , quando per x ; x ; x ; x si assumano i
valori  ;  ;  ;  .
Impieghiamo oltre al vettore dello spazio-tempo di I spe ie variabile x , x , x ,
x un se ondo si atto vettore dello spazio-tempo di I spe ie variabile u , u , u ,
u , e ostruiamo l'espressione bilineare
f (x u x u ) + f (x u x u ) + f (x u x u )
(23)
+f (x u x u ) + f (x u x u ) + f (x u x u )
on sei oe ienti f ; : : : f . Notiamo he da un lato essa si puo s rivere on
notazione vettoriale a partire dai 4 vettori
x;x;x;u;u;u;f ;f ;f ;f ;f ;f
e dalle ostanti x e u , e dall'altro e simmetri a negli indi i 1, 2, 3, 4. Se si sostituis ono simultaneamente x ; x ; x ; x e u ; u ; u ; u se ondo la trasformazione
di Lorentz (21), la (23) si trasforma in un'espressione
f 0 (x0 u0 x0 u0 ) + f 0 (x0 u0 x0 u0 ) + f 0 (x0 u0 x0 u0 )
(24)
+f 0 (x0 u0 x0 u0 ) + f 0 (x0 u0 x0 u0 ) + f 0 (x0 u0 x0 u0 )
on 6 determinati oe ienti f 0 ; : : : f 0 he dipendono soltanto dalle 6 quantita
f ; : : : f e dai 16 oe ienti ; : : : .
De niamo un vettore dello spazio-tempo di II spe ie ome un sistema di sei
quantita f ; f ; f ; f ; f ; f , on la pres rizione he per ogni trasformazione
di Lorentz sia sostituito da quel nuovo sistema f 0 ; f 0 ; f 0 ; f 0 ; f 0 ; f 0 , he si
onforma alla relazione dis ussa prima della forma (23) on la forma (24).
Esprimo d'ora in poi nel modo seguente il teorema generale della relativita
riguardante le equazioni (I)-(IV), le \equazioni fondamentali per l'etere".
Si sottopongano x, y, z, it ( oordinate spaziali e tempo i) ad una trasfor14

14

24

24

34

34

44

44

23

31

3 1

12

14

24

34

31

23

34

23

24

34

31

3 1

12

14

24

2 4

34

34

23

14

23

23

23

12

34

11

31

12

14

24

12

44

34

23

31

12

14

24

34

mazione di Lorentz arbitraria, e simultaneamente si trasformino wx , wy ,

12

wz , i ( orrente di onvezione e densita di ari a i) ome vettore dello


spazio-tempo di I spe ie, ed inoltre mx , my , mz , iex , iey , iez (forza magneti a ed induzione elettri a  i) ome vettore dello spazio-tempo di II
spe ie; allora il sistema delle equazioni (I), (II) ed il sistema delle equazioni
(III), (IV) vanno ias uno nel sistema delle relazioni he si s rivono in modo
orrispondente tra le orrispondenti quantita nuove introdotte.

Questi fatti si possono esprimere piu brevemente an he a parole: il sistema


(I), (II) ome il sistema (III), (IV) e ovariante per ogni trasformazione di Lorentz,
pur he si trasformi w; i ome vettore dello spazio-tempo di I spe ie, m; ie ome
vettore dello spazio-tempo di II spe ie. O in modo an ora piu pregnante:
w; i e un vettore dello spazio-tempo di I spe ie, m;
dello spazio-tempo di II spe ie. -

ie e un vettore

Aggiungo an ora al une osservazioni, per hiarire il on etto di vettore dello


spazio-tempo di II spe ie. Gli invarianti per un tale vettore m; ie sono evidentemente
(25)
m e =f +f +f +f +f +f ;
2

2
23

2
31

2
12

2
14

2
24

2
34

(26)
me = i (f f + f f + f f ) :
Un vettore dello spazio-tempo di II spe ie m; ie (dove m ed e sono vettori spaziali
reali) puo dirsi singolare quando lo s alare quadrato (m ie) = 0, ioe si abbia
m e = 0 e parimenti me = 0, ioe i vettori m ed e abbiano ugual modulo e inoltre
siano tra loro ortogonali. Quando io avviene, queste due proprieta del vettore dello
spazio-tempo di II spe ie permangono per ogni trasformazione di Lorentz.
Se il vettore dello spazio-tempo di II spe ie m; ie non e singolare, ruotiamo
il sistema di oordinate spaziale in modo he il prodotto vettore [me vada sull'asse
z , di modo he sia mz = 0; ez = 0. Allora (mx iex ) + (my iey ) 6= 0 , quindi
(ey + imy ) = (ex + imx ) e diverso da i e possiamo determinare un argomento omplesso ' + i in modo tale he sia
tan (' + i ) = ((eey ++ iimmy )) :
x
x
Quindi, tenendo onto dell'equazione (9), mediante la trasformazione (1) orrispondente a , e una su essiva rotazione attorno all'asse z di un angolo ', si ompira
una trasformazione di Lorentz, per la quale si avra an he my = 0, ey = 0, quindi
ora sia m he e adranno entrambi lungo la nuova linea x; per io e ssato a priori
mediante gli invarianti m e e (me) quale sia la grandezza di questi vettori e se
essi abbiano direzione uguale od opposta, ovvero se uno sia nullo.
23 14

31 24

12 34

x6. Con etto di tempo.


Mediante le trasformazioni di Lorentz sono onsentite erte modi azioni del
parametro temporale. In onseguenza di io non e piu onsentito parlare della
simultaneita di due eventi di per se. L'utilizzo di questo on etto presuppone
anzi he la liberta dei 6 parametri, he e disponibile per la determinazione di un
sistema di riferimento per lo spazio ed il tempo, sia ristretta a solo 3 parametri.
Solo per he siamo abituati a trattare questa restrizione ome evidente on grande

13

approssimazione, riteniamo il on etto di simultaneita di due eventi ome esistente


di per se . In realta si ha a he fare on la situazione seguente.
Un sistema di riferimento x; y; z; t per i punti dello spazio-tempo (eventi) sia
in qual he modo noto. Si onfronti un punto dello spazio A (x ; y ; z ) al tempo
t = 0 on un altro punto dello spazio P (x; y; z ) ad un altro tempo t, e la di erenza
dei tempi t t (sia t > t ) sia minore della lunghezza AP , ioe del tempo he la
lu e impiega a propagarsi da A a P , e sia q il quoziente t t =AP < 1; allora
mediante la trasformazione di Lorentz spe iale, he ha AP ome asse e q ome
momento, possiamo introdurre un nuovo parametro temporale t0 he (vedi Eq. (12)
nel x4) attribuis e ad entrambi i punti dello spazio-tempo A; t e P; t lo stesso
valore t0 = 0; questi due eventi si possono quindi intendere an he ome simultanei.
Introdu iamo poi ad uno stesso tempo t = 0 due punti distinti dello spazio
A; B oppure tre punti dello spazio A; B; C he non gia iano su una retta, e
onfrontiamo on essi un punto dello spazio P fuori dalla retta AB ovvero dal
piano ABC ad un altro tempo t, e la di erenza dei tempi t t (sia t > t ) sia
minore del tempo he la lu e impiega a propagarsi dalla retta AB o dal piano ABC
no a P , e sia q il quoziente tra il primo ed il se ondo tempo; allora eseguendo
la trasformazione di Lorentz spe iale, he ha ome asse la perpendi olare ondotta
per P ad AB , ovvero rispettivamente ad ABC , ed ha q ome momento, tutti e 3
(rispettivamente 4) gli eventi A; t ; B; t ; (C; t ) e P; t appaiono ome simultanei.
Se tuttavia quattro punti dello spazio he non gia iano su un piano vengono
onsiderati ad uno stesso tempo t , non e piu possibile introdurre mediante una
trasformazione di Lorentz una modi azione del parametro temporale senza he il
arattere di simultaneita di questi quattro punti dello spazio-tempo vada perduto.
Al matemati o, he e abituato a onsiderazioni su varieta multidimensionali e
inoltre alle ostruzioni on ettuali della osidetta geometria non eu lidea, non puo
provo are al una di olta seria l'adattare il on etto di tempo all'impiego delle
trasformazioni di Lorentz. Al bisogno di a ostarsi all'essenza di queste trasformazioni dal punto di vista si o viene in ontro l'arti olo di A. Einstein itato
nell'Introduzione.
9

Parte se onda: I pro essi elettromagneti i.

x7. Le equazioni fondamentali per i orpi in quiete.


Dopo questa esposizione introduttiva, nella quale abbiamo sviluppato l'apparato
matemati o alquanto piu ristretto per il aso limite ideale " = 1,  = 1,  = 0, i
rivolgiamo ora alle leggi per i pro essi elettromagneti i nella materia. Cer hiamo
quelle relazioni he - presupponendo opportuni dati al ontorno - rendano possibile
trovare, ad ogni punto e per ogni tempo, quindi ome funzioni di x; y; z; t: i vettori
della forza elettri a E, dell'induzione magneti a M, dell'induzione elettri a e, della
forza magneti a m, la densita spaziale elettri a , il vettore \ orrente elettri a s"
(la relazione della quale on la orrente di onduzione dovra poi ri onos ersi dal
modo di apparire della ondu ibilita), e in ne il vettore w, la velo ita della materia.
Le relazioni in questione si dividono in due lassi:
9 All'in ir a ome quando, on nando i ad un pi olo intorno di un punto su di una super ie sferi a, potremmo per questo in orrere nell'errore di onsiderare la sfera ome una gura
geometri a per la quale un diametro e di per se privilegiato.

14

in primo luogo quelle equazioni he, quando il vettore w in funzione di x; y; z; t


e dato, e quindi e onos iuto il moto della materia, portano alla onos enza di tutte
le altre sunnominate grandezze ome funzioni di x; y; z; t, - hiamero in parti olare
questa prima lasse le equazioni fondamentali, in se ondo luogo le espressioni per le forze ponderomotri i, he mediante l'introduzione delle leggi della me ani a portano ulteriori informazioni sul vettore w in
funzione di x; y; z; t.
Per il aso di orpi a riposo, ioe quando w (x; y; z; t) = 0, le teorie di Maxwell
(Heaviside, Hertz) e di Lorentz portano alle stesse equazioni fondamentali. Esse
sono
1) le equazioni di erenziali, he an ora non ontengono al una ostante he si
riferis a alla materia:
(I)

rot m te = s;

(II)

div e = ;

(III)

rot E + tM = 0;

(IV)
div M = 0:
2) ulteriori relazioni, he aratterizzano l'in uenza della materia presente; nel aso
piu importante, al quale qui i limitiamo, di orpi isotropi, esse si porranno nella
forma

e = "E; M = m; s = E;

(V)

dove ", la ostante dielettri a, , la permeabilita magneti a, , la ondu ibilita


della materia, sono da pensarsi ome funzioni note di x; y; z e t. s va inteso qui
ome orrente di onduzione.
Con un ambiamento di notazione fa io ora riapparire in queste equazioni una
simmetria an ora nas osta. Pongo ome nell'esposizione pre edente:
x = x; x = y; x = z; x = it;
1

e s rivo
inoltre

s1 ; s2 ; s3 ; s4

f23 ; f31 ; f12 ; f14 ; f24 ; f34

al posto di sx ; sy ; sz ; i;

al posto di mx; my ; mz ; iex ; iey ; iez ;

e an ora
F23 ; F31 ; F12 ; F14 ; F24 ; F34

al posto di Mx ; My ; Mz ; iEx ; iEy ; iEz ;

15

in ne per tutte le altre oppie di indi i h; k non uguali presi dalla sequenza 1, 2, 3, 4
varra sempre
fkh = fhk ; Fkh = Fhk :
(Le lettere f; F ri ordano la parola \Feld", la s \Strom".)
Le equazioni (I), (II) si ris rivono allora ome

(A)

f12
x2

f21
x1
f31
x1
f41
x1

f
+ f
+
=s ;
x
x
f
+ f
+
=s ;
x
x

+ f
x

13

14

23

24

32

+ f
+ f
x
x
e le equazioni (III), (IV) si ris rivono ome
F34
x2

(B)

F43
x1
F24
x1
F32
x1

+ f
=s ;
x
34

42

43

=s ;
4

F
+ F
+
= 0;
x
x
F
+ F
+
= 0;
x
x

41
+ F
x2
13
+ F
x2

42

23

14

31

12
+ F
x4
21
+ F
x3

= 0;
= 0:

x8. Le equazioni fondamentali per i orpi in moto.


Ora arriveremo a ssare in modo univo o le equazioni fondamentali per orpi in
moto arbitrario es lusivamente mediante i seguenti tre assiomi:
Il primo assioma sara:
Quando un singolo punto della materia in un erto istante e a riposo, e quindi
il vettore w e nullo per un sistema x; y; z; t, - il ir ondario puo essere pensato
in un qual he moto - per il punto dello spazio-tempo x; y; z; t tra , i vettori
s; e; m; E; M e le loro derivate rispetto ad x; y; z; t hanno luogo esattamente
le relazioni (A), (B), (V) he hanno da valere nel aso he tutta la materia sia a
riposo.
Il se ondo assioma sara:
Ogni velo ita della materia e < 1, minore della velo ita di propagazione
della lu e nello spazio vuoto.

Il terzo assioma sara:

Le equazioni fondamentali sono di tipo tale he, quando x; y; z; t subis ono una qual he trasformazione di Lorentz e per io m; ie da un lato, M;
iE dall'altro si trasformano ome vettori dello spazio-tempo di II spe ie,
mentre s; i si trasformano ome vettori di I spe ie, le equazioni vanno per
questo nelle equazioni s ritte nel modo esattamente orrispondente tra le
quantita trasformate.

16

Questo terzo assioma lo esprimo in breve on le parole: m; ie e M; iE sono

ias uno un vettore dello spazio-tempo di II spe ie, s; i un vettore dello


spazio-tempo di I spe ie,
e hiamo questo assioma il prin ipio della relativita.

Questi tre assiomi i portano di fatto in maniera univo a dalle summenzionate


equazioni fondamentali per orpi a riposo alle equazioni fondamentali per orpi in
moto.
Infatti per il se ondo assioma in ogni punto dello spazio-tempo il modulo del
vettore velo ita e jwj < 1. In onseguenza di io possiamo sempre asso iare a
ritroso al vettore w univo amente la quaterna di quantita
p wx ; w = p wy ; w = p wz ; w = p i ;
1 w
1 w
1 w
1 w
tra le quali sussiste la relazione:
w1 =

(27)

w12 + w22 + w32 + w42 =

1:

Dalle onsiderazioni in on lusione del x4 e evidente he questa quaterna si omporta per trasformazioni di Lorentz ome un vettore dello spazio-tempo di I spe ie,
e la hiameremo la velo ita vettore dello spazio-tempo.
Consideriamo ora un determinato punto x; y; z della materia ad un determinato
tempo t. Se in questo punto dello spazio-tempo e w = 0, in esso per il primo assioma
abbiamo immediatamente le equazioni (A), (B), (V) del x7. Se in esso e w 6= 0,
poi he jwj < 1, esiste per (16) una trasformazione di Lorentz spe iale, il ui vettore
v e uguale a questo vettore w (x; y; z; t), e in generale on questa determinata
trasformazione passiamo ad un nuovo sistema di riferimento x0 ; y0; z0 ; t0. Per il
punto dello spazio tempo onsiderato sussistono pertanto, ome abbiamo detto nel
x4, i nuovi valori
(28)

w10 = 0; w20 = 0; w30 = 0; w40 = i;

e quindi il nuovo vettore velo ita e w0 = 0, il punto dello spazio-tempo sara, per
os dire, trasformato a riposo. Ora on il terzo assioma ri averemo a partire
dalle equazioni fondamentali per il punto dello spazio-tempo x; y; z; t le equazioni
fondamentali per il sistema orrispondente x0 ; y0 ; z0 ; t0, s ritte mediante le quantita
trasformate w0 , 0, s0 , e0, m0 , E0 , M0 e le loro derivate rispetto a x0; y0; z0 ; t0 . Ma
queste ultime equazioni devono, per il primo assioma, poi he adesso w0 = 0, essere
proprio:
1) quelle equazioni di erenziali (A'), (B') he si ottengono sempli emente da (A)
e (B), apponendo ad ogni lettera he ompare in esse un api e posto in alto.
2) le equazioni
(V')

e0 = "E0 ; M0 = m0; s0 = E0 ;

dove "; ;  sono la ostante dielettri a, la permeabilita magneti a e la ondu ibilita


per il sistema x0 ; y0 ; z0 ; t0 , quindi an he nel punto onsiderato dello spazio-tempo
x; y; z; t della materia.

17

Ora ritorniamo mediante la trasformazione di Lorentz inversa alle variabili originarie x; y; z; t, e alle quantita w, , s, e, m, E, M, e le equazioni he otteniamo
allora da quelle su itate, saranno le equazioni fondamentali generali per orpi in
moto da noi er ate.
Ora si puo vedere dalle onsiderazioni del x4 e del x5 he sia il sistema di equazioni
(A) per onto suo he il sistema di equazioni (B) per onto suo sono ovarianti per
trasformazioni di Lorentz; ioe le equazioni he raggiungiamo a ritroso da (A'), (B')
devono oin idere esattamente on le equazioni (A), (B) os ome le assumiamo
per orpi a riposo. Abbiamo quindi ome primo risultato:

Delle equazioni fondamentali dell'elettrodinami a per orpi in moto le


equazioni di erenziali he sono espresse in termini di  e dei vettori s, e, m,
E, M si s rivono esattamente ome per i orpi in quiete. La velo ita della

materia in queste equazioni an ora non ompare. Quindi on espressione vettoriale


queste equazioni sono di nuovo
(I)

rot m te = s;

(II)

div e = ;

(III)

rot E + tM = 0;

(IV)

div M = 0:

La velo ita della materia sara relegata es lusivamente nelle ondizioni aggiuntive he aratterizzano l'in uenza della materia in base alle sue ostanti
parti olari ", , . Ritrasformiamo ora queste ondizioni aggiuntive (V') alle
oordinate originarie x, y, z ed al tempo originario t.
Se ondo le formule (15) del x4 nella direzione del vettore w la omponente di e0
e la stessa di quella di e +[wm, quella di m0 la stessa di quella di m [we, per ogni
direzione w perpendi olare alla pre edente inve e la omponente di e0 e rispettivamente di m0 e uguale alla omponente orrispondente
di e +[wm, rispettivamente di
p
2
m [we, ias una moltipli ata ora per 1= 1 w . D'altra parte E0 ed M0 saranno
qui on E + [wM e on M [wE in relazione del tutto analoga a quella di e0 e di
m0 on e + [wm e on m [we. Cos la relazione e0 = "E0 , quando nei vettori si

trattano prima le omponenti lungo la direzione w, poi p


quelle lungo due direzioni
w perpendi olari a w e tra loro, e si moltipli ano per 1 w le equazioni he
risultano nel se ondo aso, porta a
(C)
e + [wm = " (E + [wM) :
La relazione M0 = m0 andra a nire analogamente in
(D)
M [wE =  (m [we) :
Inoltre segue dalle equazioni di trasformazione (12), (10), (11) del x4, nelle quali q,
rv , rv , t, r0v , r0v , t0 vanno sostituiti da jwj, sw ,sw , ,s0w , s0w , 0
jwjs + 
s jwj ; s0 = s ;
0 = p w ; s0w = pw
1 w
1 w w w
2

18

di modo he da s0 = E0 ora risulta


spw jwj =  (E + [wM) ;
w
1 w
(E)
)w :
sw =  (Ep+1 [wM
w
Per il modo on il quale la ondu ibilita  appare qui, sara onveniente indi are
ome orrente di onduzione il vettore s w on le omponenti sw jwj nella
direzione w e sw nelle direzioni w perpendi olari a w, il quale si annulla per  = 0.
Osserviamo he per " = 1,  = 1 le equazioni e0 = E0 , m0 = M0 , tramite
la trasformazione di Lorentz inversa, he qui sara quella spe iale on w ome
vettore, per la (15) portano immediatamente ad e = E, m = M, e he per  = 0
l'equazione s0 = 0 porta a s = w, si he le \equazioni fondamentali per l'etere"
trattate nel x2 si danno ome aso limite delle equazioni qui ottenute per " = 1,
 = 1,  = 0.
x9. Le equazioni fondamentali nella teoria di Lorentz.
2

Vediamo ora no a he punto le equazioni fondamentali he Lorentz assume


soddisfano il postulato di relativita, ome si dovra hiamare il prin ipio di relativita
formulato nel x8. Nell'arti olo \Teoria degli elettroni" (En ykl. der math. Wiss.,
vol. V 2, art. 14) Lorentz da per orpi qualsiansi, an he magnetizzati (vedi ivi
p. 209 tenendo onto dell'equazione XXX' dello stesso e della formula (14) a p.78
dello stesso fas i olo):
(III"a )

rot (H [wE) = I + tD + w div D rot [wD ;

(I")

div D = ;

(IV")

rot E = tB ;

(V")
div B = 0:
Poi Lorentz pone per orpi in moto non magnetizzati (p.223, n. 3)  = 1, B = H
e assume inoltre l'intervento della ostante dielettri a " e della ondu ibilita 
se ondo le
D E = (" 1) (E + [wB) ; (Eq. XXXIV"', p. 227)
I =  (E + [wB) ; (Eq. XXXIII", p. 223) .
I simboli di Lorentz E, B, D, H sono qui sostituiti on E, M, e, m, mentre I per
Lorentz si designera ome orrente di onduzione.
Le ultime tre delle equazioni di erenziali itate oin idono direttamente on le
equazioni (II), (III), (IV) di qui, ma la prima equazione, se identi hiamo I on la
orrente s w he si annulla per  = 0 , diventa

19

rot (H [wE) = s + tD rot [wD ;

(29)

e risulta di erire dalla (I) di qui. Per io le equazioni di erenziali generali di Lorentz
per orpi arbitrariamente magnetizzati non si onformano al prin ipio di relativita.
D'altra parte la forma della ondizione di assenza di magnetizzazione he orrisponde al prin ipio di relativita andrebbe presa dalla (D) del x8 on  = 1 non,
ome se ondo Lorentz, ome B = H , ma ome

B [wE = H [wD (qui M [wE = m [we ):

(30)

Ma ora l'ultima equazione di erenziale s ritta (29) va a nire per H = B (a


pres indere dalla diversita dei simboli) nella stessa equazione nella quale la (I)
di qui si trasformerebbe ponendo m [we = M [wE. Cos a ade, mediante
una ompensazione di due infrazioni del prin ipio di relativita, he per orpi non
magnetizzati in moto le equazioni di erenziali di Lorentz si adeguino alla ne al
prin ipio di relativita.
Se inoltre per orpi non magnetizzati si fa esse qui uso della (30) e si ponesse
di onseguenza H = B + [w; D E, allora in seguito alla (C) del x8 si dovrebbe
assumere
(" 1) (E + [wB) = D E + [w [w; D E ;
ioe per la direzione di w:
(" 1) (E + [wB)w = (D E)w ;
e per ogni direzione w perpendi olare a w:


(" 1) (E + [wB)w = 1 w (D E)w ;


ossia in a ordo on la suddetta assunzione di Lorentz solo a meno di errori dell'ordine di w rispetto a 1.
Solo on lo stesso grado di approssimazione an he il suddetto postulato di Lorentz
per I soddisfa alle relazioni imposte dal prin ipio di relativita (vedi (E) nel x8), he
le omponenti Iw e rispettivamente Iw siano ugualipalle orrispondenti omponenti
p
di  (E + [wB), moltipli ate rispettivamente per 1 w ovvero per 1= 1 w .
2

x10. Le equazioni fondamentali se ondo E. Cohn.


E. Cohn assume le seguenti equazioni fondamentali:
10

(31)
10 G
ott.

rot (M + [wE) = tE + w div E + I;

rot (E [wM) = tM + w div M;

Na hr. 1901, p. 74 (an he Ann. d. Phys. 7, (4), 1902, p. 29).

20

(32)
I = E; E = "E [wM ; M = M + [wE ;
dove E; M sono assunti ome intensita di ampo elettri a e magneti a (forza), E; M
ome polarizzazione elettri a e magneti a (induzione). Le equazioni ammettono ora
la presenza del magnetismo vero; lo tralas eremo, e si porra div M = 0.
Un'obiezione ontro queste equazioni e he on esse per " = 1,  = 1 i vettori
forza e induzione non oin idono. Se tuttavia assumiamo nelle equazioni non E ed
M , ma E [wM e M + [wE ome forza elettri a e magneti a, e tenendo onto di
io, sostituiamo ad E; M, E; M , div E i simboli e; M, E + [wM, m [we, , le
equazioni di erenziali vanno immediatamente nelle nostre equazioni e parimenti le
ondizioni (32) si tramutano in
I =  (E + [wM) ;
e + [w; m [we = " (E + [wM) ;
M [w; E + [wM =  (m [we) ;
in tal modo queste equazioni di Cohn sarebbero a meno di errori dell'ordine di w
rispetto ad 1 proprio quelle pres ritte dal prin ipio di relativita.
Va osservato an ora he le equazioni assunte da Hertz (nella notazione di Cohn)
si s rivono ome le (31) on le ondizioni aggiuntive diverse
2

(33)
E = "E; M = M; I = E;
e questo sistema di equazioni an he per qualsiasi ambiamento della relazione dei
simboli on le quantita osservabili non si onformerebbe al prin ipio di relativita a
meno di errori dell'ordine di w rispetto ad 1.
x11. Rappresentazione tipi a delle equazioni fondamentali.
Nella determinazione delle equazioni fondamentali i ha guidato l'idea di onseguire una ovarianza rispetto al gruppo delle trasformazioni di Lorentz. Ora
abbiamo da trattare le azioni ponderomotri i e lo s ambio d'energia nel ampo elettromagneti o, e non vi puo essere a priori al un dubbio he la soluzione di questi
problemi sara in ogni aso onnessa on le strutture piu sempli i, asso iate alle
equazioni fondamentali, he an ora mostrino ovarianza rispetto alle trasformazioni
di Lorentz. Per indi are queste strutture, prima di tutto portero le equazioni fondamentali in una forma tipi a, he pone in evidenza la loro ovarianza rispetto al
gruppo di Lorentz. Per questo mi avvalgo di un metodo di al olo he si propone
un operare abbreviato on i vettori dello spazio-tempo di I e di II spe ie, e le ui
regole e simboli, per quanto a noi sara utile, riassumo qui per prima osa.
1 . Un sistema di quantita


a
   a q

.
.. ;
..
.

ap
   apq
ordinato in p righe orizzontali, q verti ali, si hiama matri e p  q, e si indi a on
un solo simbolo, qui A.
2

11

11

11 Si

potrebbe an he pensare di avvalersi al posto del al olo matri iale di Cayley del al olo
dei quaternioni di Hamilton, tuttavia quest'ultimo mi pare per i nostri s opi limitato e pesante.

21

Se si moltipli ano tutte le quantita ahk per lo stesso fattore , la matri e risultante delle quantita ahk si indi hera on A.
Se i ruoli delle righe orizzontali e verti ali in A vengono s ambiati, si ottiene una
matri e q  p, he si hiama la trasposta di A e he si indi hera on A:


a
   ap

.. :
A = ...
.

a q    apq
Se si ha una se onda matri e on i numeri p e q uguali a quelli di A,


b




b
q

.
.. ;
B = ..
.

bp
   bpq
A + B indi hera la matri e sempre p  q ostituita dai binomi orrispondenti ahk +
bhk .
2 . Se si hanno due matri i




a




a



b

b
q
r


.


.
.
.

;
.
.
A = ..
; B = ..
.
.




ap
bq    bqr
   apq
dove il numero delle righe orizzontali della se onda e uguale al numero delle
righe verti ali della prima, si intendera per AB , prodotto di A e B , la matri e








r
.
.

.. ;
C = ..

p    pr
gli elementi della quale sono ostruiti per ombinazione delle righe orizzontali di A
e delle righe verti ali di B se ondo la regola
11

11

11

11

11

hk = ah1 b1k + ah2 b2k +    + ahq bqk

h = 1; 2;    p :
k = 1; 2;    r

Per un tale prodotto vale la legge asso iativa (AB )S = A(BS ); on S si intende
qui una terza matri e on un numero di righe orizzontali uguale al numero di righe
verti ali di B (e quindi an he di AB ).
Per la matri e trasposta rispetto a C = AB vale C = BA:
3 . Si onsidereranno qui solo matri i on al piu 4 righe orizzontali e al piu 4
righe verti ali.
Come matri e unita indi ata in breve nelle equazioni matri iali on 1 si intendera
la matri e 4  4 on i seguenti elementi



e ; e ; e ; e 1; 0; 0; 0



e ; e ; e ; e 0; 1; 0; 0
(34)

=
:
e ; e ; e ; e 0; 0; 1; 0

e ; e ; e ; e 0; 0; 0; 1
0

11

12

13

14

21

22

23

24

31

32

33

34

41

42

43

44

22

Per un multiplo :1 della matri e unita (nel senso ssato in 1 per una matri e A)
si porra nelle equazioni matri iali sempli emente .
Per una matri e A 4  4, det A indi hera il determinante dei 4  4 elementi della
matri e. Se det A 6= 0, si ottiene da A una determinata matri e re ipro a, he si
indi a on A , tale he sia A A = 1. Una matri e

f ; f ; f
0;


f = ff ;; f0; ; f0; ; ff ;



f ; f ; f ; 0
nella quale gli elementi soddis no le relazioni fkh = fhk, si hiama una matri e
alternante. Queste relazioni di ono he la matri e trasposta e f = f . Inoltre si
indi hera on f  e ome la matri e duale di f la matri e an h'essa alternante

f ; f ; f
0;


0
;
f
;
f
f ;

(35)
f = f ; f ; 0; f :



f ; f ; f ; 0
Sara quindi
(36)
f f = f f + f f + f f ;
he indi hera una matri e 4  4 nella quale tutti gli elementi al di fuori della diagonale prin ipale da sinistra in alto a destra in basso sono nulli e tutti gli elementi
su questa diagonale oin idono e sono uguali all'espressione riportata a se ondo
membro in termini dei oe ienti di f . Il determinante di f risulta allora essere il quadrato di questa espressione, e interpreteremo il simbolo Det = f ome
l'abbreviazione
(37)
Det = f = f f + f f + f f :
4 . Una trasformazione lineare
0

12

21
31

32

41

42

41

13

32 14

24
34

34

32

14

23

43

43
24

13

42

23

14

31

12

21

13 24

21 34

1 2

1 2

32 14

13 24

21 34

(38)
xh = h x0 + h x0 + h x0 + h x0 (h = 1; 2; 3; 4)
si potra an he indi are sempli emente mediante la matri e 4  4 dei oe ienti
1

A=

3 3

12 ;
22 ;
32 ;
41 ; 42 ;

13 ;
23 ;
33 ;
43 ;


11 ;

21 ;

31 ;

14
24
34
44

ome trasformazione A. Mediante la trasformazione A l'espressione


x +x +x +x
diventa la forma quadrati a
2
1

2
2

2
3

2
4

ahk x0h x0k (h; k = 1; 2; 3;

4)

23

dove sara

ahk = 1h 1k + 2h 2k + 3h 3k + 4h 4k ;
ioe la matri e 44 (simmetri a) dei oe ienti ahk di questa forma sara il prodotto

AA della matri e trasposta di A per A. Se mediante la trasformazione si otterra

la nuova espressione

x0 21 + x0 22 + x0 23 + x0 24 ;

dovra essere
(39)

AA = 1;

ioe la matri e 1. A deve pertanto soddisfare a questa relazione quando la trasformazione (38) sara una trasformazione di Lorentz. Per il determinante di A segue
dalla (39): (det A) = 1, det A = 1. La ondizione (39) da luogo parimenti a
2

(40)

= A;

ioe la matri e inversa di A deve oin idere on la trasposta.


Per he A sia una trasformazione di Lorentz abbiamo an ora da imporre he sia
det A = +1, he ognuna delle quantita ; ; , ; ; sia immaginaria
pura (ovvero nulla), he gli altri oe ienti in A siano reali e in ne an ora he sia
> 0.
5 . Un vettore dello spazio-tempo di I spe ie s ; s ; s ; s sara rappresentato
mediante la matri e 1  4 delle sue quattro omponenti:
14

44

24

34

(41)

41

42

43

s = js1 ; s2 ; s3 ; s4 j;

e a seguito di una trasformazione di Lorentz dovra essere sostituito da sA.


Un vettore dello spazio-tempo di II spe ie on le omponenti f , f , f , f ,
f , f dovra essere rappresentato on la matri e alternante

f ; f ; f
0;


f = ff ;; f0; ; f0; ; ff ;



f ; f ; f ; 0
e a seguito di una trasformazione di Lorentz (vedi la regola ssata nel x5 mediante le
(23) e (24)) A va sostituito on Af A = A f A. Riguardo all'espressione (37) vale
l'identita Det = (Af A) = Det A Det = f . Pertanto Det = f sara un invariante per
trasformazioni di Lorentz (vedi Eq.(26) nel x5).
Per la matri e duale f  segue allora tenendo onto della (36):
23

24

31

12

14

34

12

21
31

32

41

42

13

14

23

24
34

43

1 2

1 2

1 2

A 1 f  A A 1 f A = A 1 f  f A = Det1=2 f:A 1 A = Det1=2 f;

dalla quale si vede he assieme al vettore dello spazio-tempo di II spe ie f an he la


orrispondente matri e duale f  si trasforma ome un vettore dello spazio-tempo
di II spe ie, e per io f  on le omponenti f ; f ; f ; f ; f ; f si dira il
vettore dello spazio-tempo duale di f .
14

24

34

23

31

12

24

6 . Siano w ed s due vettori dello spazio-tempo di I spe ie, allora on ws


(oppure an he on sw) si intende l'espressione
0

(43)
w s +w s +w s +w s
ostruita on le omponenti orrispondenti. Quest'espressione
e invariante per una

trasformazione di Lorentz A, poi he (wA) As = ws. - Se ws = 0, w ed s si
diranno normali tra loro.
Due vettori dello spazio tempo di I spe ie w, s danno inoltre origine alla struttura
della matri e 2  4


1 1

2 2

w1 ;

s1 ;

3 3

4 4

w2 ; w3 ; w4 :
s2 ; s3 ; s4

Si dimostra poi immediatamente he il sistema delle sei quantita


w2 s3 w3 s2 ; w3 s1 w1 s3 ; w1 s2 w2 s1 ;
w1 s4 w4 s1 ; w2 s4 w4 s2 ; w3 s4 w4 s3 ;

(44)

si omporta per le trasformazioni di Lorentz ome un vettore dello spazio-tempo di


II spe ie. Si indi hera il vettore di II spe ie on queste omponenti (44) on [w; s.
Si dedu e
fa ilmente he Det = [w; s = 0. Il vettore duale di [w; s si s rivera

[w; s .
Se w e un vettore dello spazio-tempo di I spe ie, f un vettore dello spazio-tempo
di II spe ie, wf indi a sempre una matri e 14. Per una trasformazione di Lorentz
A; w va in w0 = wA, f in f 0 = A f A ; sara per io w0 f 0 = wAA f A = (wf ) A,
ossia wf si trasforma an ora ome un vettore dello spazio-tempo di I spe ie.
Quando w e un vettore di I spe ie ed f e un vettore di II spe ie, si veri a
fa ilmente l'importante identita:
(45)
[w; wf + [w; wf   = (ww) f:
La somma dei due vettori dello spazio-tempo di II spe ie a primo membro va
intesa nel senso della somma di due matri i alternanti.
Infatti per w = 0, w = 0, w = 0, w = i sara
wf = jif ; if ; if ; 0j; wf  = jif ; if ; if ; 0j;
[w; wf = 0; 0; 0; f ; f ; f ; [w; wf  = 0; 0; 0; f ; f ; f ;
e l'osservazione he in questo aso parti olare risulta la relazione (45) e gia su iente
per he la stessa valga in generale, poi he questa relazione ha arattere ovariante
per il gruppo di Lorentz e inoltre e omogenea in w ; w ; w ; w .
1 2

41

42

41

43

42

32

13

21

43

32

13

21

Dopo questi preliminari o upiamo i ora delle equazioni (C), (D), (E), mediante
le quali vengono introdotte le ostanti "; ; .
Al posto del vettore spaziale w, velo ita della materia, introdu iamo ome gia
nel x8 il vettore dello spazio-tempo di I spe ie w on le 4 omponenti
w1 =

p wx ; w = p wy ; w = p wz ; w = p i ;
1 w
1 w
1 w
1 w
2

25

per il quale si ha
(46)
e

ww = w12 + w22 + w32 + w42 =

iw4 > 0:

Con F e f intenderemo an ora i vettori dello spazio-tempo di II spe ie M; iE


e m; ie he ompaiono nelle equazioni fondamentali.
In  = wF abbiamo an ora un vettore dello spazio-tempo di I spe ie; le sue
omponenti saranno
 = w F +w F +w F ;
 =w F
+w F +w F ;
 =w F +w F
+w F ;
 =w F +w F +w F
:
Le prime tre quantita  ;  ;  sono rispettivamente le omponenti x, y, z del
vettore spaziale
Ep+ [wM ;
(47)
1 w
e inoltre e
(48)
 = pi (wE) :
1 w
Poi he la matri e F e alternante, vale evidentemente
(49)
w = w  + w  + w  + w  = 0;
il vettore  e quindi normale a w; possiamo s rivere questa relazione an he
(50)
 = i (wx  + wy  + wz  ) :
Chiamero il vettore dello spazio-tempo di I spe ie  forza elettri a a riposo.
Relazioni analoghe a quelle tra wF; E; M; w risultano tra wf; e; m; w e in
parti olare an he wf sara normale a w. Si puo ora sostituire la relazione (C) on
(fCg)
wf = "wF;
una formula he da 4 equazioni per le relative omponenti, ma tuttavia in modo
tale he la quarta, tenendo onto della (50), e una onseguenza delle prime tre.
Costruiamo inoltre il vettore dello spazio-tempo di I spe ie = iwf  , le ui
omponenti sono
= i( w f + w f +w f );
= i (w f
+ w f +w f );
= i (w f + w f
+w f );
= i (w f + w f + w f
):
1

12

21

31

32

41

42

13

14

23

24

34

43

2 34

3 42

4 23

3 14

4 31

1 43

1 24

2 41

1 32

2 13

4 12

3 21

26

Di queste le prime tre , , sono rispettivamente le omponenti x, y, z del


vettore spaziale
m [we ;
p
(51)
1 w
e inoltre e
(52)
= pi (wm) ;
1 w
tra loro sussiste la relazione
1

(53)

w = w1 1 + w2 2 + w3 3 + w4 4 = 0;

he possiamo s rivere an he
= i (wx + wy + wz ) ;

(54)

il vettore e quindi an h'esso normale a w. Chiamero il vettore dello spazio-tempo


di I spe ie forza magneti a a riposo.
Relazioni analoghe a quelle tra iwf  ; m; e; w si hanno tra iwF  ; M; E; w, e
ora si puo sostituire la relazione (D) on
wF  = wf  :

(fDg)

Possiamo utilizzare le equazioni (fCg) e (fDg) per ri ondurre i vettori di ampo F


e f a  e . Abbiamo
wF

= ; wF  = i ; wf = "; wf  = i ;

e l'utilizzo della regola (45), tenendo onto della (46), porta a


(55)

= [w;  + i [w;  ;

(56)

= " [w;  + i [w;  ;

ossia

F12 = (w1 2 w2 1 ) + i (w3 4 w4 3 ) ;


f12 = " (w1 2 w2 1 ) + i (w3 4 w4 3 ) ;

e .,
e ..
Consideriamo inoltre il vettore dello spazio-tempo di II spe ie [; on le 6 omponenti
  ;  ;  ;
  ;  ;  :
Il vettore dello spazio-tempo di I spe ie
2

w [; =

 + w

27

si annulla identi amente per le (49) e (53). Introdu iamo ora il vettore dello spaziotempo di I spe ie

= iw [; 

(57)
on le omponenti


w2 ;

i 2 ;
2;

w3 ; w4
3; 4 ;
3 ; 4


e .,

allora risulta per appli azione della regola (45):
(58)
[; = i [w;
 ;
1

ioe   = iw
w
; e ..
Il vettore
soddisfa evidentemente la relazione
1

w
= w1
1 + w2
2 + w3
3 + w4
4 = 0;

(59)

he possiamo s rivere an he

= iwx
+ wy
+ wz
;
4

quindi an he tale vettore e normale a w. Nel aso he sia w = 0 si ha  = 0,


= 0,
= 0 e
4

(60)

=
1

 ;
=
3

 ;
=
1

 :
2

Chiamero il vettore dello spazio-tempo di I spe ie


radiazione a riposo.
Per quanto riguarda la relazione (E), he introdu e la ondu ibilita , ri onos iamo immediatamente he
jwjs +  = 0
ws = (w s + w s + w s + w s ) = p w
1 w
e la densita a riposo dell'elettri ita (vedi x8 e la ne del x4). Quindi
1 1

(61)

2 2

3 3

4 4

s + (ws) w

rappresenta un vettore dello spazio-tempo di I spe ie, he a ausa di ww = 1 e


evidentemente an h'esso normale a w, e he hiamero orrente a riposo. Se assumiamo le prime tre omponenti di questo vettore ome le omponenti lungo x; y; z
di un vettore dello spazio, la omponente di quest'ultimo lungo la direzione di w e
0
sw pj1wjw = sw1 jwwj = 1 Iww ;
e la omponente in qualsiasi direzione w perpendi olare a w sara
2

sw = Iw ;

28

quindi questo vettore spaziale dipende in modo molto sempli e dal vettore spaziale
I = s w, he abbiamo indi ato nel x8 ome orrente di onduzione.
Ora, onfrontandola on  = wF , la relazione (E) si puo portare nella forma:
(fEg)

s + (ws) w = wF:

An he questa formula riassume 4 equazioni, delle quali tuttavia, poi he si tratta
in entrambi i membri di un vettore dello spazio-tempo di I spe ie normale a w, la
quarta e una onseguenza delle prime tre.
Trasformeremo in ne le equazioni di erenziali (A) e (B) in una forma tipi a.
x12. L'operatore di erenziale lor.
Una matri e 4  4

S11 ;

S21 ;

S31 ;

S12 ;
S22 ;
S32 ;
S41 ; S42 ;

(62)

S14
S24 = jS j
ik
S34

S44

S13 ;
S23 ;
S33 ;
S43 ;

on la pres rizione, he essa per una trasformazione di Lorentz A vada sostituita


sempre da AS A, si puo hiamare una matri e dello spazio-tempo di II spe ie. Una
matri e si atta si ha in parti olare
nella matri e alternante f he orrisponde a un vettore dello spazio-tempo di II
spe ie,
nel prodotto fF di due si atte matri i
alternanti
f; F , he per una trasfor

mazione A va sostituito da A f A A F A = A fF A,
inoltre, quando w ; w ; w ; w e
;
;
;
sono due vettori dello spaziotempo di I spe ie, nella matri e dei 4  4 elementi Shk = wh
k ,
in ne in un multiplo L della matri e unita, ioe in una matri e 4  4 nella quale
tutti gli elementi sulla diagonale prin ipale abbiano ugual valore L e i restanti
elementi siano tutti nulli.
Abbiamo sempre a he fare qui on funzioni dei punti dello spazio-tempo x, y, z,
it e possiamo avvaler i on vantaggio di una matri e 1  4, ostruita on i simboli
1

di derivazione

o an he s ritta ome
(63)




x ;

  
; ;
;
y z it




x




; ;
;
:
1 x2 x3 x4

Per questa matri e utilizzero l'abbreviazione lor.


Quando S ome nella (62) indi a una matri e dello spazio-tempo di II spe ie,
on estensione oerente della regola per la ostruzione del prodotto di matri i, per
lor S si intendera la matri e 1  4
jK ; K ; K ; K j
1

29

dell'espressione
(64)

Kk =

S1k
x1

k + S k + S k (k = 1; 2; 3; 4):
+ S
x
x
x
2

Se si introdu e mediante una trasformazione di Lorentz A un nuovo sistema di


riferimento x0 ; x0 ; x0 ; x0 per i punti dello spazio-tempo, onformemente si dovra
utilizzare l'operatore
1



lor0 = x 0 ; x 0 ; x 0 ; x 0 :
1
2
3
4
0 j, si intendera on lor0 S 0
Poi he inoltre S va in S 0 = AS A = jShk

dell'espressione

Kk0 =

S10 k
x01

la matri e 1  4

k + S k + S k (k = 1; 2; 3; 4):
+ S
0
x
x0
x0
2

Ora per la derivazione di una funzione qualsiasi di un punto dello spazio-tempo vale
la regola

 x
 x
 x
 x
=
+
+
+
0
0
0
0
x
x x
x x
x x
x x0
1

= x k + x k + x k + x k ;


he si esprime simboli amente in modo fa ilmente omprensibile ome
1

lor0 = lor(A
e tenendo onto di questa segue parimenti


lor0S 0 = lor A A S A = (lor S )A;

(65)

ioe quando S rappresenta una matri e dello spazio-tempo di II spe ie, lor S
si trasforma ome un vettore dello spazio-tempo di I spe ie.
Se in parti olare L e un multiplo della matri e unita, si intendera ome lor L la

matri e di elementi


L

x

L L L
;
;
;
:
x2 x3 x4
1

(66)

Se s = js ; s ; s ; s j rappresenta un vettore dello spazio-tempo di I spe ie,


bisogna intendere
1

s
s
s
s
lor s = x
+ x
+ x
+ x
:
Se in seguito ad una trasformazione di Lorentz A appaiono i simboli lor0, s0 al
posto di lor, s, risulta

(67)

30

lor0s0 = (lor A)(As) = lor s;

ioe lor s e un invariante per trasformazioni di Lorentz.


In tutte queste relazioni l'operatore lor stesso gio a il ruolo di un vettore

dello spazio-tempo di I spe ie.


Se f rappresenta un vettore dello spazio-tempo di II spe ie, si ha ora da intendere
lor f ome il vettore dello spazio-tempo di I spe ie on le omponenti
f21
x1
f31
x1
f41
x1

f12
x2

f
+ f
+
;
x
x
f
+ f
+
;
x
x

32
+ f
x2
42
+ f
x2

13

14

23

24

34
+ f
;
x4
43
+ f
:
x3

Per io il sistema di equazioni di erenziali (A) si puo riassumere nella forma breve
(fAg)
lor f = s:
In modo del tutto analogo il sistema di equazioni di erenziali (B) si s rivera
(fBg)
lor F  = 0:
Le espressioni lor(lor f ) e lor(lor F  ) ostruite tenendo onto della de nizione
(67) di lor s si annullano evidentemente in modo identi o, poi he f ed F  sono
matri i alternanti. Quindi per la orrente s segue dalla (fAg) la relazione
(68)

s1
x1

mentre la relazione
(69)

s
s
s
+ x
+ x
+ x
= 0;
2

lor (lor F  ) = 0

ha il signi ato he le quattro equazioni date dalla (fBg) rappresentano solo


tre ondizioni indipendenti per il omportamento dei vettori di ampo.

Riassumo ora i risultati:

Si indi hino on w il vettore dello spazio-tempo di I spe ie p1ww2 , p1 i w2


(w velo ita della materia), on F il vettore dello spazio-tempo di II spe ie M,
iE (M induzione magneti a, E forza elettri a), on f il vettore dello spaziotempo di II spe ie m, ie (m forza magneti a, e induzione elettri a), on s
il vettore dello spazio-tempo di I spe ie s, i ( densita elettri a spaziale,
s w orrente di onduzione), on " la ostante dielettri a, on  la permeabilita magneti a, on  la ondu ibilita; allora ( on i simboli del al olo
matri iale spiegati nel x10 e nel x11) le equazioni fondamentali per i pro essi
elettromagneti i nei orpi in moto si s rivono

(fAg)

lor f = s;

31

(fBg)

lor F  = 0;

(fCg)

wf

= "wF;

(fDg)

wF  = wf  ;

(fEg)

s + (ws) w = wF:

Poi he ww = 1, i vettori dello spazio-tempo di I spe ie wF , wf, wF  , wf  ,


s + (ws) w sono tutti normali a w e in ne vale per il sistema di equazioni
(fBg) la relazione
lor(lor F  ) = 0:

In onsiderazione della ir ostanza da ultimo ri ordata, si ha qui a disposizione


esattamente il numero ri hiesto di equazioni indipendenti per des rivere ompletamente i pro essi a partire da opportuni dati al ontorno, pur he sia noto il
movimento della materia, quindi il vettore

w in funzione di x, y, z, t.

x13. Il prodotto dei vettori di ampo fF .


Studiamo in ne le leggi he portano a determinare il vettore w in funzione di x,
y, z , t. Nelle ri er he relative a queste appaiono in primo piano quelle espressioni
he si presentano ostruendo il prodotto delle due matri i alternanti


F ; F ; F
f ; f ; f
0;
0;




f = ff ;; f0; ; f0; ; ff ; F = FF ;; F0; ; F0; ; FF :






f ; f ; f ; 0
F ; F ; F ; 0
S rivo
12

21

(70)

fF

31

32

41

42

12

13

14

23

24

21

34

31

32

41

42

43


S11 L;

S21 ;

S31 ;

S12 ;
S22 L;
S32 ;
S42 ;

S41 ;

13

14

23

24
34

43

S13 ;
S23 ;
S33 L;
S43 ;

S14
S24
S34

S44 L

di modo he sara
(71)
S + S + S + S = 0:
L signi a l'espressione simmetri a negli indi i 1, 2, 3, 4
11

(72)
e sara
(73)

L=

22

33

1 (f F + f F + f F + f F + f F + f F ) ;
2
23

23

31

31

12

12

1 (f F + f F + f F
2
S = f F + f F , e ..

S11 =
12

44

23

13

32

23

34

14

42

34

42

42

14

14

f12 F12

24

24

f13 F13

34

34

f14 F14 ) ;

32

Per rendere espli ite le ondizioni di realta, s rivero ora


(74)

S=


S11 ;

S21 ;

S31 ;

S12 ;
S22 ;
S32 ;
S41 ; S42 ;

S13 ;
S23 ;
S33 ;
S43 ;

S14
S24 =
S34
S44

Xx ;
Xy ;
Xz ;
iXt ;

Yx ;
Yy ;
Yz ;
iYt ;

Zx ;
Zy ;
Zz ;
iZt ;

iTx
iTy ;
iTz
Tt

dove poi
1 (m M m M m M + e E e E e E ) ;
2 x x y y z z x x y y z z
Xy = mx My + ey Ex ; Yx = my Mx + ex Ey ; e .,

Xx =

Xt = ey Mz

(75)

ed an he

ez My ;
Tx = mz Ey my Ez ; e .,
1
Tt = (mx Mx + my My + mz Mz + ex Ex + ey Ey + ez Ez ) ;
2

1 (m M + m M + m M e E e E e E ) ;
2 x x y y z z x x y y z z
sono tutti reali. Nella teoria per orpi a riposo le espressioni Xx , Xy , Xz , Yx , Yy , Yz ,
Zx , Zy , Zz intervengono on il nome di \sforzi di Maxwell", le quantita Tx ; Ty ; Tz
ome \vettore di Poynting", Tt ome \densita d'energia elettromagneti a per
l'unita di volume" ed L si indi a ome \funzione di Lagrange".
D'altra parte troviamo immediatamente, omponendo nell'ordine inverso le matri i duali di f ed F
(76)

L=

(77)

F f  =

S11 L;
S21 ;
S31 ;
S41 ;

S12 ;

S22 L;
S32 ;
S42 ;

S13 ;
S23 ;
S33 L;
S43 ;

S14
S24
S34

S44

e possiamo quindi porre


(78)

fF

= S L; F f  = S L;

nelle quali intendiamo per L il multiplo L:1 della matri e unita, ioe della matri e
degli elementi


jLehk j ehh = 1; h; k e=hk1;=20; ; 3; 4 h 6= k :
Ri aviamo inoltre, poi he SL = LS ,
F  f  fF

= ( S L) (S L) = SS + L ;
2

33

e troviamo, poi he si ha f f = Det = f , F  F = Det = F , l'interessante relazione:


(79)
SS = L Det = f Det = F;
ioe il prodotto della matri e S per se stessa e un multiplo della matri e
unita, una matri e nella quale fuori dalla diagonale prin ipale tutti gli elementi sono
nulli e sulla diagonale tutti gli elementi sono uguali, ed hanno ome valore omune
la quantita qui riportata al se ondo membro. Si ottengono quindi in generale le
relazioni
(80)
Sh S k + Sh S k + Sh S k + Sh S k = 0
per indi i h e k disuguali estratti dalla sequenza 1, 2, 3, 4, e
(81)
Sh S h + Sh S h + Sh S h + Sh S h = L Det = f Det = F
per h = 1; 2; 3; 4.
Se ora inve e di F e di f nelle espressioni (72), (73) introdu iamo per mezzo
delle (55), (56), (57) la forza elettri a a riposo , la forza magneti a a riposo
, la radiazione a riposo
, arriviamo alle espressioni:
1 2

1 2

1 2

(82)

1 2

1 2

1 2

1 " + 1  ;
2
2

L=

1 "e + 1  e
hk 2
hk
2


+" hk whwk +  h k whwk

hwk "wh
k (h; k = 1; 2; 3; 4)
nelle quali si deve porre
 =  +  +  +  ; = + + + ;
ehh = 1; ehk = 0; (h 6= k):
Il se ondo membro della (82), ome pure L, e sempre un invariante per le
trasformazioni di Lorentz e i 4  4 elementi al se ondo membro della (83), ome
Shk , rappresentano una matri e dello spazio-tempo di II spe ie. Tenendo onto di
io basta, per poter a ermare le relazioni (82), (83) in generale, veri arle per il
aso w = 0; w = 0; w = 0; w = i. Per questo aso w = 0 e le (83) e (82)
si ri ondu ono immediatamente mediante le (47), (51), (60) da un lato, ed e = "E,
M = m dall'altro, alle equazioni (75) e (76).
L' espressione al se ondo membro nella (81), he e


1
= 2 (mM eE) + (em) (EM) ;
risulta  0 mediante (em) = " , (EM) =  ; la sua radi e quadrata, presa  0,
puo tenendo onto della (79) essere indi ata on Det = S .
(83)

Shk =

2
1

2
2

2
3

2
4

2
1

2
2

1 4

2
3

2
4

34

Per S , la matri e trasposta di S , risulta dalla (78), poi he f = f; F = F ,


(84)

= S L; f F  = S L:

Ff

Pertanto

S = jShk

Skhj

e una matri e alternante e signi a parimenti un vettore dello spazio-tempo di II


spe ie. Dall'espressione (83) otteniamo immediatamente
(85)

S=

(" 1) [w;
;

dalla quale (vedi (57), (58)) si ri ava ora


(86)

w S

(87)

w S S

S




= 0;

= (" 1)
:

Quando in un punto dello spazio-tempo la materia e a riposo, si ha


e la (86) signi a il sussistere delle equazioni

w = 0,

Zy = Yz ; Xz = Zx ; Yx = Xy ;

inoltre per la (83) si ha


Tx =
1 ; Ty =
2 ; Tz =
3 ;
Xt = "
1 ; Yt = "
2 ; Zt = "
3 :

Ora mediante un'opportuna rotazione del sistema di oordinate spaziali x; y; z


attorno all'origine e possibile far s he sia
Zy = Yz = 0; Xz = Zx = 0; Yx = Xy = 0:

Per la (71) si ha
(88)

Xx + Yy + Zz + Tt = 0

e se ondo l'espressione nella (83) si ha sempre Tt > 0. Nel aso parti olare, quando
an he
si annulla, segue poi dalla (81)
Xx2 = Yy2 = Zz2 = Tt2 = (Det1=4 S )2 ;

e Tt ed una delle tre quantita Xx ; Yy ; Zz sono uguali a + Det = S , le altre due a


Det = S . Se
non si annulla immaginiamo he sia
6= 0, allora per la (80) si
ha in parti olare
Tz Xt = 0; Tz Yt = 0; Zz Tz + Tz Tt = 0
1 4

1 4

35

e si trova per io


= 0;
= 0; Zz = Tt . Dalla (81) e tenendo onto della (88)
risulta quindi
Xx = Yy =  Det = S;
q
Zz = Tt = Det = S + "
> Det = S:
1

1 2

1 2

1 4

2
3

Di signi ato del tutto parti olare sara in ne il vettore dello spazio-tempo
di I spe ie

(89)
K = lor S;
per il quale dimostreremo ora un'importante trasformazione.
Per la (78) e S = L + fF e risulta immediatamente
lor S = lor L + lor fF:
Il simbolo lor signi a un pro esso di derivazione he in lor fF riguarda da un lato
f , dall'altro F . Di onseguenza lor fF si spezza additivamente in una prima ed
in una se onda parte. La prima parte sara evidentemente il prodotto delle matri i
(lor f )F , nel quale lor f si onsidera per onto suo ome una matri e 1  4. La
se onda parte e quella parte di lor fF nella quale le derivazioni riguardano solo le
omponenti di F . Ora ri aviamo dalla (78)
= F f  2L;
di onseguenza questa se onda parte di lor fF sara (lor F  )f  piu la parte di
2 lor L nella quale le derivazioni riguardano solo le omponenti di F . Risulta
pertanto
(90)
lor S = (lor f )F (lor F  )f  + N;
dove N indi a il vettore on le omponenti


f
f
f
f
f
f
1
Nh =
2  xh F + xh F + xh F + xh F + xh F + xh F 
1 f F + f F + f F + f F + f F + f F
2
x
x
x
x
x
x
fF

23

23

31

23

23

31

12

31

31

12

14

12

12

14

14

24

14

24

24

24

34

34

34

34

(h = 1; 2; 3; 4):
Utilizzando le equazioni fondamentali (fAg) e (fBg) la (90) si trasforma nella relazione fondamentale

(91)
lor S = sF + N:
Nel aso parti olare " = 1,  = 1, quando f = F , N si annulla identi amente.
In generale arriviamo, in base alle (55), (56) e tenendo onto dell'espressione
(82) di L e della (57), alle seguenti espressioni per le omponenti di N :
(92)
1 " 1 
Nh = 
2 xh 2 xh

w
w
w
w
+ (" 1)
x +
x +
x +
x per h = 1; 2; 3; 4:
1

36

Se ora fa iamo uso della (59) e indi hiamo on W il vettore spaziale he ha

;
;
ome omponenti x; y; z; l'ultimo, terzo addendo della (92) si puo
portare an he nella forma
1



w
p" 1 W x
;
1 w
h
dove la parentesi indi a il prodotto s alare dei due vettori in essa presenti.

(93)

x14. Le forze ponderomotri i.


Rappresentiamo ora la relazione K = lor S = sF + N espli itamente; essa da
le equazioni
(94)

K1 =

Xx
x

y + Xz Xt = E + s M
+ X
x
y z sz My
y
z
t

1  " 1  + p" 1 W  w  ;
2 x 2 x 1 w
x
2

(95)

K2 =

Yx
x

y + Yz Yt = E + s M
+ Y
y
z x sx Mz
y
z
t

1  " 1  + p" 1 W  w  ;
2 y 2 y
y
1 w
2

(96)

K3 =

Zx
x

y + Zz Zt = E + s M
+ Z
z
x y sy Mx
y
z
t

1  " 1  + p" 1 W  w  ;
2 z 2 z
z
1 w
2

(97)

1 K = Tx Ty Tz Tt = s E + s E + s E


x x
y y
z z
i
x
y
z
t
1  p" 1 W  w  :
+ 12  "
+
t 2
t
t
1 w
4

 ora mia opinione he nei pro essi elettromagneti i la forza ponderoE


motri e he agis e sulla materia in un punto dello spazio-tempo x; y; z; t,
al olata per l'unita di volume, abbia ome omponenti x; y; z le prime tre
omponenti del vettore dello spazio-tempo

(98)

K + wK w

normale al vettore dello spazio-tempo w; e he inoltre la legge dell'energia


trovi la sua espressione nella quarta relazione di ui sopra.

37

Un arti olo su essivo sara riservato a giusti are questa opinione in modo esauriente; qui daro solo un erto sostegno a questa opinione mediante al une onsiderazioni sulla me ani a.
Nel aso limite " = 1;  = 1;  = 0 si ha N = 0; s = w; sara quindi wK = 0;
e questi risultati oin idono on quelli onsueti nella teoria degli elettroni.
Appendi e. Me ani a e postulato di relativita.

Sarebbe assai insoddisfa ente se la nuova on ezione del tempo, he si e ri onos iuta grazie alla liberta delle trasformazioni di Lorentz, si potesse far valere solo
in un ampo limitato della si a.
Ora molti autori a ermano he la me ani a lassi a e in ontrasto on il postulato di relativita, he qui e s elto a fondamento per l'elettrodinami a.
Per esprimere un giudizio in proposito, onsideriamo una trasformazione di
Lorentz spe iale, rappresentata dalle equazioni (10), (11), (12), on un vettore v
diverso da zero diretto in qual he modo e on un modulo q he sia < 1. Penseremo
per un momento an ora di non aver preso nessuna de isione riguardo al rapporto
tra l'unita di lunghezza e l'unita di tempo, e di onseguenza in quelle equazioni
al posto di t; t0; q s riveremo t; t0 ; q= , dove rappresenta una erta ostante
positiva e dev'essere q < . Le suddette equazioni si trasformano per io in
r0 = r ; r0 = p(rv qt) ; t0 = pqrv + t ;
2

q2

2 q2

ri ordiamo he il vettore r indi a il vettore spaziale x; y; z, ed r0 il vettore spaziale


x0 ; y0 ; z 0 .
Se in queste equazioni passiamo al limite per = 1 mentre teniamo sso v, da
esse risulta

r0v = rv ; r0v = rv

qt; t0 = t:

Queste nuove equazioni indi heranno ora un passaggio dal sistema di oordinate
spaziali x; y; z ad un altro sistema di oordinate spaziali x0 ; y0; z0 on assi paralleli,
l'origine del quale pro eda rispetto al primo in linea retta on velo ita ostante,
mentre il parametro temporale restera del tutto immodi ato.
Sulla base di questa osservazione si puo dire:

La me ani a lassi a postula una ovarianza delle leggi si he per il


gruppo delle trasformazioni lineari omogenee dell'espressione

(1)

x2 y 2

in se, on la determinazione = 1.

z 2 + 2 t2

Ora sarebbe addirittura s onvolgente trovare in una parte della si a una ovarianza delle leggi per le trasformazioni dell'espressione (1) in se per un determinato
nito, e in un'altra parte inve e per = 1. Che la me ani a di Newton possieda
questa ovarianza solo per = 1 e he non si possa immaginare per il aso on
velo ita della lu e, non ri hiede al una spiegazione. Ma non dovrebbe ora essere
ammissibile il tentativo di onsiderare quella ovarianza tradizionale per = 1 solo
ome un'approssimazione, ri avata direttamente dall'esperienza, di una ovarianza
piu pre isa delle leggi di natura per un erto nito?

38

Vorrei sostenere he mediante una riformulazione della me ani a, nella quale in luogo del postulato newtoniano di relativita on = 1 ne appaia uno
on un nito, per no la struttura assiomati a della me ani a pare onseguire
un notevole perfezionamento.
Il rapporto tra l'unita di tempo e l'unita di lunghezza sia normalizzato in modo
tale he il postulato di relativita intervenga on = 1.
Poi he voglio ora onsiderare delle gure geometri he sulla varieta delle quattro
variabili x; y; z; t, puo essere onveniente per una piu fa ile omprensione di
quanto segue tralas iare ompletamente y e z, e interpretare x e t ome oordinate
parallele oblique in un piano.
Un'origine dello spazio-tempo O (x; y; z; t = 0; 0; 0; 0) sara mantenuta ssa
dalla trasformazione di Lorentz. La gura
(2)

x2 y2

z 2 + t2 = 1; t > 0;

una falda d'iperboloide, ontiene il punto dello spazio-tempo A(x; y; z; t =


0; 0; 0; 1) e tutti i punti dello spazio-tempo A0 , he in seguito alle trasformazioni di Lorentz appaiono ome (x0; y0; z0 ; t0 = 0; 0; 0; 1) nelle unita di misura
x0 ; y0 ; z 0 ; t0 via via introdotte.
La direzione di un raggio vettore OA0 da O ad un punto A0 della (2) e le direzioni
delle tangenti alla (2) in A0 si diranno mutuamente normali.
Seguiamo un punto determinato della materia nella sua traiettoria a tutti i tempi
t. Chiamo una linea dello spazio-tempo la totalita dei punti dello spazio-tempo
x; y; z; t he orrispondono al punto materiale a tempi t diversi.
Il problema di determinare il moto della materia e da intendere os: si deve

determinare per ogni punto dello spazio-tempo la direzione della linea dello
spazio-tempo he passa di l.
Trasformare a riposo un punto dello spazio-tempo P (x; y; z; t) vuol dire introdurre mediante una trasformazione di Lorentz un sistema di riferimento x0; y0; z0 ; t0
in modo tale he l'asse t0 gia ia nella direzione OA0 he la linea dello spazio-tempo
he passa per P ivi mostra. Lo spazio t0 = ost., he omprenda P , lo hiameremo
allora lo spazio normale in P alla linea dello spazio-tempo. All'in remento dt del
tempo t di P orrisponde l'in remento12

1 w = dx
w
del parametro t0 ora introdotto. Il valore dell'integrale

(3)

d

= dt
Z

d

dx2

Z q

dy2

dx21

dz 2 = dt

dx22

dx23 dx24 ;

al olato lungo la linea dello spazio-tempo da un qual he punto di partenza sso P


no ad un punto d'arrivo variabile P , si hiama il tempo proprio del punto della
materia he si trova nel punto P dello spazio-tempo. (Questa e una generalizzazione
del on etto di tempo lo ale proposto da Lorentz per moti uniformi.)
0

12 Riutilizziamo

x4).

la notazione on gli indi i e i simboli

w,

nel senso prima ssato (vedi x3 e

39

Consideriamo un orpo R esteso spazialmente ad un determinato tempo t ;


allora la regione individuata da tutte le linee dello spazio-tempo ondotte per i
punti dello spazio-tempo R ; t si hiamera un lo dello spazio-tempo.
Se abbiamo un'espressione analiti a  (x; y; z; t) tale he  (x; y; z; t) = 0
interse hi ogni linea dello spazio-tempo del lo in un punto, e he sia
0


x

2


y

2


z

2


t

2

> 0;


> 0;
t

hiameremo la totalita Q dei punti d'intersezione una sezione del lo. In ogni punto
di una si atta sezione possiamo introdurre mediante una trasformazione di Lorentz un sistema di riferimento x0 ; y0; z0 ; t0 in modo he si abbia
inoltre

= 0;   = 0;   = 0;   > 0:
P (x; y; z; t)

x0

y0

z 0

t0

La direzione del orrispondente asse t0 univo amente determinato


la
R RsiR hiama
normale superiore della sezione Q nel punto P e la quantita dJ =
dx0 dy0 dz 0
per un intorno di P sulla sezione si di e un elemento di volume della sezione. In
questo senso si indi heranno R ; t stessi ome la sezione t = t del lo normale
all'asse t e il volume del orpo R ome il volume di questa sezione.
Se fa iamo onvergere lo spazio R in un punto arriviamo al on etto di lo
dello spazio-tempo in nitamente sottile. In uno di questi pensiamo sempre he
una linea dello spazio-tempo sia in qual he modo designata ome linea prin ipale
e intendiamo per tempo proprio del lo il tempo proprio ssato su questa linea
prin ipale, e per sezioni normali del lo le sue sezioni on spazi he nei punti della
linea prin ipale siano ad essa normali.
Formuliamo ora il prin ipio di onservazione della massa.
Ad ogni spazio R ad un tempo t orrisponde una quantita positiva, la massa in
R al tempo t. Se R onverge ad un punto x; y; z; t, il quoziente di questa massa
per il volume di R si approssima ad un valore limite  (x; y; z; t), la densita di
massa nel punto dello spazio-tempo x; y; z; t.
Il prin ipio di onservazione della massa a erma: per un lo dello spazio0

tempo in nitamente sottile il prodotto dJ della densita di massa  in un


punto x; y; z; t del lo ( ioe della linea prin ipale del lo) per il volume dJ
della sezione normale all'asse t ondotta per il punto rimane sempre ostante
lungo l'intero lo.
Ora si dovra valutare ome volume dJn della sezione normale del lo ondotta
per x; y; z; t

(4)

dJn =

dt
p 1 dJ = iw dJ = d
dJ;
1 w
4

e si potra de nire
=  1 w =  d
dt
ome densita di massa a riposo nella posizione x; y; z; t. Quindi il prin ipio di
onservazione della massa si potra formulare an he os:
(5)

=


iw4

40

Per un lo dello spazio-tempo in nitamente sottile il prodotto della densita di massa a riposo e del volume della sezione normale in un punto del
lo e sempre ostante lungo l'intero lo.
In un lo qualsiasi dello spazio-tempo si prenda una prima sezione Q0 e pure
una se onda sezione Q1 , he abbia in omune on Q0 i punti sul ontorno del lo, e
solo quelli, e le linee dello spazio-tempo all'interno del lo abbiano su Q1 dei valori
di t piu grandi he su Q0 . La regione di estensione nita, ompresa tra Q0 e Q1 , si
hiamera una fal e dello spazio-tempo, Q0 il bordo inferiore, Q1 il bordo superiore

della fal e.
Se pensiamo di suddividere il lo in molti li dello spazio-tempo sottilissimi,
allora ad ogni ingresso di un lo sottile attraverso il bordo inferiore della fal e
orrisponde un'us ita attraverso il superiore, e per entrambi il prodotto dJn determinato nel senso delle (4)R e (5) ha sempre lo stesso valore. Pertanto e nulla la
di erenza dei due integrali dJn, il primo esteso al bordo superiore, il se ondo al
bordo inferiore della fal e. Questa di erenza, se ondo un noto teorema del al olo
integrale, risulta uguale all'integrale
Z Z Z Z

lorwdxdydzdt;

esteso all'intera regione della fal e, dove (vedi la (67) nel x12)
w w w
lor w = w
+
+ x + x :
x
x
Se la fal e si ontrae in un punto x; y; z; t dello spazio-tempo, si trova da qui
l'equazione di erenziale
1

(6)
lor w = 0;
ioe la ondizione di ontinuita
wx
x

+ ywy + zwz + 
= 0:
t

Costruiamo inoltre l'integrale


(7)

Z Z Z Z

dxdydzdt;

esteso all'intera regione di una fal e dello spazio-tempo. Suddividiamo la fal e in


li dello spazio-tempo sottili e an ora ias uno di questi li se ondo elementi pi oli
d del suo tempo proprio, he tuttavia siano an ora grandi rispetto alla dimensione
lineare della sezione normale; poniamo dJn = dm per la massa di un lo si atto e
s riviamo  e  per il tempo proprio del lo al bordo inferiore e rispettivamente
superiore della fal e; allora l'integrale (7) si puo an he intendere ome
0

Z Z

su tutti i li della fal e.

dJn d

1

 0 dm

41

Ora onsidero le linee dello spazio-tempo all'interno di una fal e dello spaziotempo ome urve sostanziali ostituite da punti sostanziali e me le immagino sottoposte nel modo seguente ad una variazione ontinua di posizione all'interno della
fal e. Le intere urve saranno deformate in qual he modo mantenendo fermi gli
estremi sui bordi inferiore e superiore della fal e e i singoli punti sostanziali di
esse saranno spostati in modo tale da pro edere sempre normalmente alle urve.
L'intero pro esso si rappresentera analiti amente mediante un parametro #, e al valore # = 0 orrisponderanno le urve on l'andamento delle linee dello spazio-tempo
all'interno della fal e he ha luogo realmente. Un si atto pro esso si hiamera una
deformazione virtuale nella fal e.
Supponiamo he il punto della fal e a x; y; z; t per # = 0 vada, per il valore
# del parametro, in x + x, y + y, z + z , t + t; queste ultime quantita saranno
allora funzione di x; y; z; t; #. Consideriamo di nuovo un lo dello spazio-tempo
in nitamente sottile nel punto x; y; z; t, on una sezione normale di volume dJn ,
e sia dJn + dJn il volume della sezione normale al punto orrispondente del lo
variato; terremo onto del prin ipio di onservazione dalla massa, e attribuiremo
a questa punto variato una densita di massa a riposo  +  se ondo la
(8)

( +  ) (dJn + dJn ) = dJn = dm;

on  intendiamo la densita a riposo reale in x; y; z; t. A seguito di questo vin olo


l'integrale (7), esteso sulla regione della fal e, variera per la deformazione virtuale
ome una erta funzione N + N di #, e hiameremo questa funzione N + N
l'azione della massa per la deformazione virtuale.

Introdu iamo la s rittura on gli indi i; sara:

(9)

d (xh + xh ) = dxh +

xh
xh
dxk +
d#
x
#
k
k

k = 1; 2; 3;
h = 1; 2; 3;

4 :
4

Ora e hiaro, in base alle osservazioni fatte prima, he il valore di N + N per il


valore # del parametro sara:
Z Z Z Z
d ( +  )
(10)
N + N =

dxdydzdt;
d

esteso alla fal e, dove d ( +  ) indi a quella quantita he si ottiene da


q

(dx + dx )
1

(dx + dx )
2

(dx + dx )
3

(dx + dx )
4

per mezzo della (9) e di


dx1 = w1 d; dx2 = w2 d; dx3 = w3 d; dx4 = w4 d; d# = 0;

risulta quindi
(11)

d ( +  )
d

v
u
u
t

wh +

xh
wk
k xk

!2 

k = 1; 2; 3;
h = 1; 2; 3;

4 :
4

42

Sottoporremo ora ad una trasformazione il valore della derivata




d (N + N )
:
(12)
d#

( =0)

Poi he ogni xh ome funzione degli argomenti x ; x ; x ; x ; # si annulla in


generale per # = 0, os pure in generale si ha xh =xk = 0 per # = 0. Poniamo
ora
1

(13)

xh
=  (h = 1; 2; 3;
# (#=0) h

4);

allora in base alle (10) e (11) risulta per l'espressione (12):


Z Z Z Z




h
w1 + h w2 + h w3 + h w4 dxdydzdt:
 wh
x
x
x
x
1
2
3
4
h
X

Per il sistema x ; x ; x ; x al bordo della fal e x ; x ; x ; x si annulleranno


per ogni valore # e quindi an he  ;  ;  ;  saranno ovunque nulli. Allora
mediante integrazione per parti l'ultimo integrale si trasforma in
1

Z Z Z Z X

wh w1
h
x1
h

h w2
+ w
x2

h w3
+ w
x3

h w4 dxdydzdt:
+ w
x4

L' espressione tra parentesi e


= wh

wk
k xk

+

wk

wh
:
xk

La prima somma qui si annulla in seguito alla ondizione di ontinuita (6), la


se onda si puo rappresentare ome
wh dx1
x1 d

h dx2
+ w
x2 d

h dx3
+ w
x3 d

h dx4
+ w
x4 d

dwh
d

d dxh
;
d d

dove on d=d si intende la derivata nella direzione della linea dello spazio-tempo
di un punto materiale. Per la derivata (12) risulta per io in ne l'espressione
(14)

Z Z Z Z

dw1
dw
dw
dw

1 + 2 2 + 3 3 + 4 4 dxdydzdt:
d
d
d
d

Per una deformazione virtuale nella fal e abbiamo imposto la pres rizione he il
punto sostanziale onsiderato si debba spostare normalmente alla urva da esso
des ritta; io signi a per # = 0 he gli h devono soddisfare la ondizione
(15)

w1 1 + w2 2 + w3 3 + w4 4 = 0:

Pensiamo agli sforzi di Maxwell nell'elettrodinami a dei orpi a riposo e onsideriamo d'altra parte i nostri risultati dei xx12 e 13; risulta naturale allora un erto

43

aggiustamento al postulato di relativita del prin ipio di Hamilton per mezzi

elasti i deformati on ontinuita.


In ogni punto dello spazio-tempo sia nota ( ome nel x13) una matri e dello
spazio-tempo di II spe ie
(16)

S=


S11 ;

S21 ;

S31 ;

S12 ;
S22 ;
S32 ;
S41 ; S42 ;

S13 ;
S23 ;
S33 ;
S43 ;

S14
S24 =
S34
S44

Xx ;
Xy ;
Xz ;
iXt ;

Yx ;
Yy ;
Yz ;
iYt ;

Zx ;
Zy ;
Zz ;
iZt ;

iTx
iTy ;
iTz
Tt

dove Xx ; Yx ; : : : Zz ; Tx; : : : Xt ; : : : Tt siano quantita reali. Per una deformazione


virtuale in una fal e dello spazio-tempo on i simboli prima introdotti il valore
dell'integrale
(17)

W + W

Z Z Z Z

0


h; k

Shk

 (xk + xk ) A
dxdydzdt;
xh

esteso alla regione della fal e, si puo hiamare l'azione degli sforzi per una deformazione virtuale.
La somma he qui interviene, s ritta espli itamente e on quantita reali, e
Xx + Yy + Zz + Tt
+ Xy x
+    + Zz z
+Xx x
x
y
z
x
t
t
Xt



+
Tx
+



+
Tt :
t
x
t
Postuleremo ora il seguente prin ipio di minimo per la me ani a:
Una fal e dello spazio-tempo sia limitata; allora per ogni deformazione
virtuale nella fal e la somma dell'azione della massa e dell'azione degli sforzi
dev'essere sempre un estremo per l'andamento delle linee dello spazio-tempo
nella fal e he ha luogo realmente.

Il senso di questa a ermazione e he per ogni deformazione virtuale, on i simboli


spiegati pre edentemente, dev'essere


(18)

d (N + W )
= 0:
d#
#=0

Con i metodi del al olo delle variazioni da questo prin ipio di minimo derivano,
tenendo onto della ondizione (15) e per mezzo della forma (14), le quattro equazioni di erenziali seguenti
(19)
dove
(20)

dwh
d

Kh =

= Kh + wh (h = 1; 2; 3; 4);
S1h
x1

h + S h + S h
+ S
x
x
x
2

44

sono le omponenti del vettore dello spazio-tempo di I spe ie K = lor S , e  e


un fattore, la determinazione del quale deve dis endere da ww = 1. Mediante
moltipli azione della (19) per wh e su essiva somma su h = 1; 2; 3; 4 si trova
 = Kw ed evidentemente K + (Kw) w sara un vettore dello spazio-tempo di I
spe ie normale a w. Se s riviamo le omponenti di questo vettore ome
X; Y; Z; iT ;
otteniamo le seguenti leggi per il moto della materia:
d dx
d d
d dy

d d
d dz

d d
d dt

d d

= X;

2

dz
d

(21)

Valgono inoltre


dx
d

2

dy
d

= Y;
= Z;
= T:
2

dt
d

2

1;

dx
dy
+ Y d
d

dz
dt
+ Z d
= T d
;
e in base a questa ir ostanza si puo onsiderare la quarta delle equazioni (21) ome
una onseguenza delle prime tre.
Dalle (21) dedu iamo inoltre le leggi per il moto di un punto materiale, vale a
dire per l'andamento di un lo dello spazio-tempo in nitamente sottile.
Si indi hi on x; y; z; t un punto della linea prin ipale s elta in qual he modo
nel lo. S riviamo le equazioni (21) per i punti della sezione normale del lo
ondotta per x; y; z; t e le integriamo, moltipli ate per l'elemento di volume della
sezione, sull'intero spazio della sezione normale. Siano Rx ; Ry ; Rz ; Rt gli integrali
dei se ondi membri di queste, e sia m la massa ostante del lo; risulta allora
X

d dx
= Rx ;
d d
d dy
m
= Ry ;
d d
(22)
d dz
m
= Rz ;
d d
d dt
m
= Rt :
d d
Il vettore R on le omponenti Rx ; Ry ; Rz ; iRt e an ora un vettore dello spaziotempo di I spe ie, he e normale al vettore dello spazio-tempo di I spe ie w, velo ita
m

del punto materiale, on le omponenti

dx dy dz dt
; ; ;i :
d d d d

45

Chiameremo questo vettore R la forza motri e del punto materiale. Se tuttavia si


integrano le equazioni inve e he sulla sezione normale del lo sulla sezione del lo
normale all'asse t, ondotta per x; y; z; t, allora (vedi (4)) valgono le equazioni
(22) moltipli ate an ora per d=dt, e in parti olare ome ultima equazione


d dt
m
dt d

d
d
= wx Rx d
+
w
+
w
y Ry
z Rz :
dt
dt
dt

Si avra ora da interpretare il se ondo membro ome lavoro ompiuto sul punto materiale nell'unita di tempo. Nell'equazione stessa si vedra quindi la legge dell'energia
per il moto del punto materiale, e l'espressione






dt
1
1
3
m
1 =m p
1 = m 2 jwj + 8 jwj + : : :
d
1 w
si onsiderera l'energia ineti a del punto materiale. Poi he e sempre dt > d , si
potrebbe designare il quoziente (dt d ) =d ome l'anti ipo del tempo rispetto al
tempo proprio del punto materiale e quindi esprimersi os: l'energia ineti a di un
punto materiale e il prodotto della sua massa per l'anti ipo del tempo rispetto al
suo tempo proprio.
La quaterna delle equazioni (22) mostra inoltre la simmetria ompleta in x, y, z,
it ri hiesta dal postulato di relativita, laddove alla quarta equazione, ome gia e
apitato nell'elettrodinami a, allo stesso modo va attribuita un'importanza si a
piu elevata. Sulla base della pres rizione di questa simmetria si puo ostruire la
terna delle prime tre equazioni immediatamente sul modello della quarta equazione,
e tenendo onto di questa ir ostanza e orretto a ermare: se si pone il postulato
2

di relativita al verti e della me ani a, le leggi omplete del moto derivano


dalla sola legge dell'energia.

Non posso tralas iare ora di rendere plausibile il fatto he non i si debba aspettare dai fenomeni della gravitazione una ontraddizione rispetto all'assunzione
del postulato di relativita .
Sia B  (x ; y; z ; t) un punto sso dello spazio-tempo, allora l'insieme di tutti
quei punti dello spazio-tempo B (x; y; z; t) per i quali e
(23)
(x x ) + (y y) + (z z ) = (t t ) ; t t  0;
si hiamera la struttura di radiazione del punto dello spazio-tempo B .
Una linea dello spazio-tempo assunta a pia ere sara interse ata da questa struttura sempre in un solo punto B dello spazio-tempo, ome risulta da un lato per
la onvessita della struttura, dall'altro per la ir ostanza he tutte le direzioni
delle linee dello spazio-tempo sono solo direzioni da B  verso il lato on avo della
struttura. B  si hiama quindi un punto di lu e di B .
Se nella relazione (23) si pensa sso il punto B (x; y; z; t), variabile il punto
B  (x ; y ; z  ; t ), la suddetta relazione rappresenta l'insieme di tutti i punti B 
dello spazio-tempo he sono punti di lu e di B , e si dimostra analogamente he
su un'arbitraria linea dello spazio-tempo esiste sempre un solo punto B  he e un
punto di lu e di B .
13

13 In modo del tutto diverso da ome pro edo qui, H. Poin ar
e (Rend. Cir . Matem. Palermo,
t. XXI (1906), p. 129) ha er ato di adattare la legge d'attrazione newtoniana al postulato di
relativita.

46

Ora un punto materiale F di massa m puo sperimentare una forza motri e per
la presenza di un altro punto materiale F  di massa m se ondo la legge seguente.
Rappresentiamo i i li dello spazio-tempo di F ed F  on linee prin ipali in essi.
Sia BC un elemento in nitamente pi olo della linea prin ipale di F , e inoltre B 
il punto di lu e di B , C  il punto di lu e di C sulla linea prin ipale di F  , e poi
OA0 il raggio vettore dell'iperboloide fondamentale (2) parallelo a B  C  , in ne D
il punto d'intersezione della retta B C  on lo spazio per B ad essa normale. La
forza motri e sul punto materiale F nel punto dello spazio-tempo B sia ora
quel vettore dello spazio-tempo di I spe ie normale a BC, he si ompone
additivamente on il vettore
mm

(24)

OA0
B  D

3

BD

nella direzione BD e inoltre on un opportuno vettore nella direzione B  C  .


Si deve intendere on OA0 =B D il rapporto dei due vettori paralleli onsiderati.

E hiaro he questa determinazione ha arattere ovariante rispetto al gruppo di


Lorentz.
Studiamo ora ome il lo dello spazio-tempo di F si omporti nel aso he il punto
materiale F  esegua un moto di traslazione uniforme, ioe he la linea prin ipale
del lo di F  sia una retta. Comprendiamo in essa l'origine O dello spazio-tempo,
e possiamo on una trasformazione di Lorentz introdurre questa retta ome asse t.
Ora x; y; z; t indi hi il punto B , e sia   il tempo proprio del punto B  , al olato
da O. La nostra s elta porta adesso alle equazioni
(25)
e

d2 x
d 2

m x d2 y
;
(t   )3 d 2
d2 t
d 2

(26)

m y d2 z
;
(t   )3 d 2

m z
;
(t   )3

m d (t   )
;
(t  )2 dt

dove e
x2 + y2 + z 2 = (t   )2 ;

(27)
e
(28)

dx
d

2

dy
d

2

dz
d

2

dt
d

2

1:

Le tre equazioni (25) si s rivono, tenendo onto della (27), esattamente ome le
equazioni per il moto di un punto materiale attratto da un entro sso se ondo la
legge di Newton, solo he inve e del tempo t appare il tempo proprio  del punto
materiale. La quarta equazione (26) da poi il legame tra tempo proprio e tempo
per il punto materiale.
La traiettoria del punto dello spazio x; y; z per i diversi  sara un'ellisse on
semiasse maggiore a, e entri ita e, e per essa E indi hera l'anomalia e entri a,

47

T l'in remento in tempo proprio per un giro ompleto sull'orbita, e in ne si porra


nT = 2, di modo he on opportuna origine per  vale l'equazione di Keplero

(29)

n

= E esin E:

Se ora ambiamo l'unita di tempo e indi hiamo la velo ita della lu e on , risulta
dalla (28):


(30)

dt
d

2

m 1 + e os E
1 = a
1 e os E :
2

Tralas iando rispetto ad 1 risulta quindi




1
m 1 + e os E
ndt = nd 1 +
2 a 1 e os E ;
dalla quale, utilizzando la (29), risulta


1
m
m
n +
sin E:
(31)
nt + ost. = 1 +
2 a
a
4

Il fattore m =a e il quadrato del rapporto tra una erta velo ita media di F sulla
sua orbita e la velo ita della lu e. Se si sostituisse ad m la massa del sole, ad a il
semiasse maggiore dell'orbita terrestre, questo fattore varrebbe 10 .
Una legge di attrazione delle masse se ondo la formulazione ora dis ussa, e legata
al postulato di relativita, signi herebbe parimenti una propagazione della gravitazione on la velo ita della lu e. Tenendo onto della pi olezza del termine
periodi o nella (31) non sara possibile ottenere dalle osservazioni astronomi he una
on lusione ontro una legge si atta e ontro la me ani a modi ata proposta, a
favore della legge di attrazione di Newton on la me ani a newtoniana.
2

Potrebbero piacerti anche