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essi elettromagneti
i
nei
orpi in movimento1
Hermann Minkowski
Presentato nella seduta del 21 di
embre 1907.
1 Die
Grundglei
hungen fur die elektromagnetis
hen Vorgange in bewegten Korpern, Na
hri
hten von der Kgl. Gesells
haft der Wissens
haften zu Gottingen, Jahrgang 1908, 53-111.
2 \Ueber die Grundglei
hungen der Elektrodynamik f
ur bewegte Korper". Wiedemanns Ann.
p. 369. 1890 (an
he in: \Ges. Werke", vol. I, p. 256. Leipzig 1892).
3 \Versu
h einer Theorie der elektris
hen und optis
hen Ers
heinungen in bewegten K
orpern",
Leiden 1895.
4 vedi En
yklop
adie der math. Wissens
haften, vol. V 2, art. 14. \Weiterbildung der
Maxwells
hen Theorie. Elektronentheorie."
5 Rend. Cir
. Matem. Palermo, t. XXI (1906), p. 129.
1
questo prin
ipio nella presente dissertazione ottengo le equazioni fondamentali per
orpi in moto in una forma
he e determinata mediante questo prin
ipio in modo
ompletamente univo
o. Si dimostrera inoltre
he nessuna delle forme nora proposte per queste equazioni si
onforma esattamente a questo prin
ipio.
Faro uso inoltre di quantita
omplesse in un modo
he nora non era
onsueto
nelle ri
er
he si
he,p
ioe operero inve
e
he
on t
on l'espressione it, dove i indi
a
l'unita immaginaria 1. Saranno d'altra parte messi in evidenza i fatti veramente
importanti, poi
he utilizzero una notazione
on indi
i, ossia spesso porro
x ; x ; x ; x al posto di x; y; z; it
e faro quindi un uso generale degli indi
i 1, 2, 3, 4. Ma si avra poi a
he fare,
ome espressamente sottolineo, sempre soltanto
on un piu
hiaro insieme di
relazioni puramente reali, ed il passaggio a equazioni reali si otterra sempre
immediatamente, pur di interpretare i simboli
on un indi
e 4 sempre
ome di
valore immaginario, e quelli senza indi
e 4 o
on due indi
i 4 sempre
ome di valore
reale.
Un singolo sistema di valori x; y; z; t ovvero x ; x ; x ; x si
hiamera un
punto dello spazio-tempo.
Inoltre w indi
hera il vettore velo
ita della materia, " la
ostante dielettri
a,
la permeabilita magneti
a, la
ondu
ibilita della materia, tutte intese
ome
funzioni di x; y; z; t (ovvero x ; x ; x ; x ); indi
hera la densita spaziale
elettri
a, s un vettore \
orrente elettri
a", sulla denizione del quale verremo in
seguito (nei x7 e 8).
1
(II)
div e = ;
rot e + tm = 0;
(III)
(IV)
div m = 0:
S
rivero ora x , x , x , x al posto di x, y, z, it (i = p 1); inoltre
; ; ; al posto di wx ; wy ; wz ; i;
ioe delle
omponenti della
orrente di
onvezione w e della densita di elettri
ita
moltipli
ata per i; inoltre porro
f ; f ; f ; f ; f ; f al posto di mx ; my ; mz ; iex ; iey ; iez ;
ioe delle
omponenti di m e rispettivamente di ie se
ondo gli assi, inne an
ora
in generale
on due indi
i h; k presi dalla sequenza 1, 2, 3, 4:
fkh = fhk ;
quindi porro
f = f ;f = f ;f = f ;
f = f ;f = f ;f = f :
Allora le tre equazioni riassunte nella (I) e l'equazione (II) moltipli
ata per i si
s
rivono:
1
23
31
12
14
(A)
24
34
32
23
13
31
21
12
41
14
42
24
43
34
f21
x1
f31
x1
f41
x1
f12
x2
f
+ f
+
= ;
x
x
f
+ f
+
= ;
x
x
+ f
x
13
14
23
24
32
+ f
= ;
x
34
f
+ f
+
= ;
x
x
D'altra parte le tre equazioni riassunte nella (III), moltipli
ate per i, e l'equazione (IV), moltipli
ata per 1 , si trasformano in
(B)
f43
x1
f24
x1
f32
x1
f34
x2
42
43
f
+ f
+
= 0;
x
x
f
+ f
+
= 0;
x
x
41
+ f
x2
f13
+ x
2
42
23
14
31
12
+ f
x4
f21
+ x
3
= 0;
= 0:
34
0 = f23
os ' + f31 sin '; f 0 = f23 sin ' + f31
os '; f 0 = f12 ;
f23
31
12
0 = f14
os ' + f24 sin '; f 0 = f14 sin ' + f24
os '; f 0 = f34 ;
f14
24
34
f 0 = f 0 (h; k = 1; 2; 3; 4);
kh
hk
allora dal sistema (A) derivera ne
essariamente il sistema esattamente
orrispondente (A') tra le nuove quantita primate, da (B) il sistema esattamente
orrispondente (B').
Pertanto si puo dedurre immediatamente senza al
un
al
olo sulla base
della simmetria del sistema (A) e del sistema (B) negli indi
i 1, 2, 3, 4 il
teorema della relativita trovato da Lorentz.
Intendero
on i una quantita puramente immaginaria e
onsiderero la sosti-
tuzione
(1)
x0 = x1 ; x0 = x2 ;
x0 3 = x3
os i + x4 sin i ; x0 4 = x3 sin i
+ x
os i :
4
Mediante
(2)
= q; = 12 log nat 11 + qq
= ee + ee
i tan i
sara
os i = p 1 ; sin i = p iq ;
1 q
1 q
p
dove 1 < q < 1 e 1 q va preso
ol segno positivo. S
riviamo an
ora
2
(3)
(4)
qz + t
1 q2
12
34
41
13
13
41
13
34
34
32
32
42
42
32
42
12
12
qwz + 1
p
; 0 w0z
1 q2
inoltre
41
(5) 0 =
wz
p
=
q
; 0 w0x
q2
(6)
0
valgono esattamente le equazioni (I')-(IV') analoghe alle (I)-(IV), e piu pre
isamente il sistema (I), (II) va in (I'), (II'), il sistema (III), (IV) in (III'), (IV').
Osserviamo
he qui ex qmy ; ey + qmx; ez sono le
omponenti del vettore e +[vm,
quando v indi
a un vettore nella direzione dell'asse z positivo di modulo jvj = q e
7 Le
equazioni (5) sono qui in ordine diverso, le equazioni (6) e (7) sono inve
e nello stesso
ordine delle equazioni su
itate,
he da queste derivano.
e osserviamo an
ora
he quando ' indi
a un qual
he angolo reale, da queste ultime
relazioni si ottengono inoltre le
ombinazioni
(e0x + im0x )
os ' + e0y + im0y sin '
(8)
= (ex + imx )
os (' + i ) + (ey + imy ) sin(' + i ) ;
0
(9)
r0v = prv1
qt
;
q2
(11)
e inoltre:
(12)
r0v = rv ;
qr + t
t0 = p v 2 :
1 q
Le notazioni r0v e r0v vanno qui intese nel senso
he alla direzione v e a ogni
direzione v ortogonale a v in x; y; z e sempre asso
iata la direzione
on gli stessi
oseni direttori in x0; y0 ; z0 .
Chiamero trasformazione di Lorentz spe
iale una trasformazione
he sia rappresentata dalle (10), (11), (12)
on la
ondizione 0 < q < 1, e v si dira il vettore,
la direzione di v l'asse, il modulo di v il momento di questa trasformazione di
Lorentz spe
iale.
Siano inoltre
os deniti, in x0; y0 ; z0 , 0 ed i vettori w0 ; e0 ; m0 :
( qw + 1)
(13)
0 = p v
;
1 q
2
w
0 w0v = p v
(14)
q 0 0
; wv = wv ;
q2
inoltre e
8
(15)
0
0
0 0
rv = prv1+ qtq ; rv = r0v ; t = pqr1v + qt :
(16)
Esponiamo ora un'osservazione assai importante nel seguito sulla relazione tra
i vettori w e w0. Si puo far uso della notazione
on gli indi
i 1, 2, 3, 4 gia utilizzata piu volte,
on la quale poniamo x0 ; x0 ; x0 ; x0 al posto di x0 ; y0; z0 ; it0 e
0 ; 0 ; 0 ; 0 al posto di 0 w0x ; 0 w0y ; 0 w0z ; i0 . Come una rotazione attorno
all'asse z, an
he la trasformazione (4) e piu in generale la trasformazione (10), (11),
(12) e evidentemente una trasformazione lineare di determinante +1, per la quale
1
(17)
va in
ioe x + y + z
2
ioe x0 + y0 + z0
2
t2
t0 2 :
= 1 wx wy wz = 1 w
2
w e m
w e + m
;
9
(18)
1 w;
nel quale la radi
e quadrata va assunta positiva, sara un invariante per trasformazioni di Lorentz.
Se dividiamo ; ; ; per questa quantita, risultano i 4 valori
1
p wx ; w = p wy ; w = p wz ; w = p i ;
1 w
1 w
1 w
1 w
tra i quali sussiste la relazione
(19)
w + w + w + w = 1:
Evidentemente questi 4 valori sono determinati univo
amente dal vettore w, e vi
eversa da 4 valori w ; w ; w ; w dei quali w ; w ; w siano reali, iw reale
e positivo, e
he soddisno la
ondizione (19), si ri
ava a ritroso se
ondo queste
equazioni un vettore w di modulo < 1.
L' importanza di w , w , w , w sta nel fatto
he essi sono i rapporti tra dx ,
dx , dx , dx e
w1 =
2
1
(20)
2
2
2
3
2
4
(dx + dx + dx + dx ) = dt 1 w
2
1
2
2
2
3
2
4
10
11
12
13
14
21
22
23
24
31
32
33
34
41
42
43
44
14
24
34
41
42
43
44
2
1
2
2
2
3
2
1
2
4
2
2
2
3
2
4
x0 1 = x0 ; x0 2 = y0 ; x0 3 = z 0 ; x0 4 = it0 ;
2
14
14
24
34
2
24
2
34
2
44
44
11
24
34
14
24
34
44
q = v2x + v2y + v2z 1=2 < 1:
14
24
24
34
34
44
44
23
31
3 1
12
14
24
34
31
23
34
23
24
34
31
3 1
12
14
24
2 4
34
34
23
14
23
23
23
12
34
11
31
12
14
24
12
44
34
23
31
12
14
24
34
12
ie e un vettore
2
23
2
31
2
12
2
14
2
24
2
34
(26)
me = i (f f + f f + f f ) :
Un vettore dello spazio-tempo di II spe
ie m; ie (dove m ed e sono vettori spaziali
reali) puo dirsi singolare quando lo s
alare quadrato (m ie) = 0,
ioe si abbia
m e = 0 e parimenti me = 0,
ioe i vettori m ed e abbiano ugual modulo e inoltre
siano tra loro ortogonali. Quando
io avviene, queste due proprieta del vettore dello
spazio-tempo di II spe
ie permangono per ogni trasformazione di Lorentz.
Se il vettore dello spazio-tempo di II spe
ie m; ie non e singolare, ruotiamo
il sistema di
oordinate spaziale in modo
he il prodotto vettore [me vada sull'asse
z , di modo
he sia mz = 0; ez = 0. Allora (mx iex ) + (my iey ) 6= 0 , quindi
(ey + imy ) = (ex + imx ) e diverso da i e possiamo determinare un argomento
omplesso ' + i in modo tale
he sia
tan (' + i ) = ((eey ++ iimmy )) :
x
x
Quindi, tenendo
onto dell'equazione (9), mediante la trasformazione (1)
orrispondente a , e una su
essiva rotazione attorno all'asse z di un angolo ', si
ompira
una trasformazione di Lorentz, per la quale si avra an
he my = 0, ey = 0, quindi
ora sia m
he e
adranno entrambi lungo la nuova linea x; per
io e ssato a priori
mediante gli invarianti m e e (me) quale sia la grandezza di questi vettori e se
essi abbiano direzione uguale od opposta, ovvero se uno sia nullo.
23 14
31 24
12 34
13
14
rot m te = s;
(II)
div e = ;
(III)
rot E + tM = 0;
(IV)
div M = 0:
2) ulteriori relazioni,
he
aratterizzano l'in
uenza della materia presente; nel
aso
piu importante, al quale qui
i limitiamo, di
orpi isotropi, esse si porranno nella
forma
(V)
e s
rivo
inoltre
s1 ; s2 ; s3 ; s4
al posto di sx ; sy ; sz ; i;
e an
ora
F23 ; F31 ; F12 ; F14 ; F24 ; F34
15
inne per tutte le altre
oppie di indi
i h; k non uguali presi dalla sequenza 1, 2, 3, 4
varra sempre
fkh = fhk ; Fkh = Fhk :
(Le lettere f; F ri
ordano la parola \Feld", la s \Strom".)
Le equazioni (I), (II) si ris
rivono allora
ome
(A)
f12
x2
f21
x1
f31
x1
f41
x1
f
+ f
+
=s ;
x
x
f
+ f
+
=s ;
x
x
+ f
x
13
14
23
24
32
+ f
+ f
x
x
e le equazioni (III), (IV) si ris
rivono
ome
F34
x2
(B)
F43
x1
F24
x1
F32
x1
+ f
=s ;
x
34
42
43
=s ;
4
F
+ F
+
= 0;
x
x
F
+ F
+
= 0;
x
x
41
+ F
x2
13
+ F
x2
42
23
14
31
12
+ F
x4
21
+ F
x3
= 0;
= 0:
Le equazioni fondamentali sono di tipo tale
he, quando x; y; z; t subis
ono una qual
he trasformazione di Lorentz e per
io m; ie da un lato, M;
iE dall'altro si trasformano
ome vettori dello spazio-tempo di II spe
ie,
mentre s; i si trasformano
ome vettori di I spe
ie, le equazioni vanno per
questo nelle equazioni s
ritte nel modo esattamente
orrispondente tra le
quantita trasformate.
16
(27)
1:
Dalle
onsiderazioni in
on
lusione del x4 e evidente
he questa quaterna si
omporta per trasformazioni di Lorentz
ome un vettore dello spazio-tempo di I spe
ie,
e la
hiameremo la velo
ita vettore dello spazio-tempo.
Consideriamo ora un determinato punto x; y; z della materia ad un determinato
tempo t. Se in questo punto dello spazio-tempo e w = 0, in esso per il primo assioma
abbiamo immediatamente le equazioni (A), (B), (V) del x7. Se in esso e w 6= 0,
poi
he jwj < 1, esiste per (16) una trasformazione di Lorentz spe
iale, il
ui vettore
v e uguale a questo vettore w (x; y; z; t), e in generale
on questa determinata
trasformazione passiamo ad un nuovo sistema di riferimento x0 ; y0; z0 ; t0. Per il
punto dello spazio tempo
onsiderato sussistono pertanto,
ome abbiamo detto nel
x4, i nuovi valori
(28)
e quindi il nuovo vettore velo
ita e w0 = 0, il punto dello spazio-tempo sara, per
os dire, trasformato a riposo. Ora
on il terzo assioma ri
averemo a partire
dalle equazioni fondamentali per il punto dello spazio-tempo x; y; z; t le equazioni
fondamentali per il sistema
orrispondente x0 ; y0 ; z0 ; t0, s
ritte mediante le quantita
trasformate w0 , 0, s0 , e0, m0 , E0 , M0 e le loro derivate rispetto a x0; y0; z0 ; t0 . Ma
queste ultime equazioni devono, per il primo assioma, poi
he adesso w0 = 0, essere
proprio:
1) quelle equazioni dierenziali (A'), (B')
he si ottengono sempli
emente da (A)
e (B), apponendo ad ogni lettera
he
ompare in esse un api
e posto in alto.
2) le equazioni
(V')
17
Ora ritorniamo mediante la trasformazione di Lorentz inversa alle variabili originarie x; y; z; t, e alle quantita w, , s, e, m, E, M, e le equazioni
he otteniamo
allora da quelle su
itate, saranno le equazioni fondamentali generali per
orpi in
moto da noi
er
ate.
Ora si puo vedere dalle
onsiderazioni del x4 e del x5
he sia il sistema di equazioni
(A) per
onto suo
he il sistema di equazioni (B) per
onto suo sono
ovarianti per
trasformazioni di Lorentz;
ioe le equazioni
he raggiungiamo a ritroso da (A'), (B')
devono
oin
idere esattamente
on le equazioni (A), (B)
os
ome le assumiamo
per
orpi a riposo. Abbiamo quindi
ome primo risultato:
rot m te = s;
(II)
div e = ;
(III)
rot E + tM = 0;
(IV)
div M = 0:
La velo
ita della materia sara relegata es
lusivamente nelle
ondizioni aggiuntive
he
aratterizzano l'in
uenza della materia in base alle sue
ostanti
parti
olari ", , . Ritrasformiamo ora queste
ondizioni aggiuntive (V') alle
oordinate originarie x, y, z ed al tempo originario t.
Se
ondo le formule (15) del x4 nella direzione del vettore w la
omponente di e0
e la stessa di quella di e +[wm, quella di m0 la stessa di quella di m [we, per ogni
direzione w perpendi
olare alla pre
edente inve
e la
omponente di e0 e rispettivamente di m0 e uguale alla
omponente
orrispondente
di e +[wm, rispettivamente di
p
2
m [we,
ias
una moltipli
ata ora per 1= 1 w . D'altra parte E0 ed M0 saranno
qui
on E + [wM e
on M [wE in relazione del tutto analoga a quella di e0 e di
m0
on e + [wm e
on m [we. Cos la relazione e0 = "E0 , quando nei vettori si
18
(I")
div D = ;
(IV")
rot E = tB ;
(V")
div B = 0:
Poi Lorentz pone per
orpi in moto non magnetizzati (p.223, n. 3) = 1, B = H
e assume inoltre l'intervento della
ostante dielettri
a " e della
ondu
ibilita
se
ondo le
D E = (" 1) (E + [wB) ; (Eq. XXXIV"', p. 227)
I = (E + [wB) ; (Eq. XXXIII", p. 223) .
I simboli di Lorentz E, B, D, H sono qui sostituiti
on E, M, e, m, mentre I per
Lorentz si designera
ome
orrente di
onduzione.
Le ultime tre delle equazioni dierenziali
itate
oin
idono direttamente
on le
equazioni (II), (III), (IV) di qui, ma la prima equazione, se identi
hiamo I
on la
orrente s w
he si annulla per = 0 , diventa
19
(29)
e risulta dierire dalla (I) di qui. Per
io le equazioni dierenziali generali di Lorentz
per
orpi arbitrariamente magnetizzati non si
onformano al prin
ipio di relativita.
D'altra parte la forma della
ondizione di assenza di magnetizzazione
he
orrisponde al prin
ipio di relativita andrebbe presa dalla (D) del x8
on = 1 non,
ome se
ondo Lorentz,
ome B = H , ma
ome
(30)
(31)
10 G
ott.
20
(32)
I = E; E = "E [wM ; M = M + [wE ;
dove E; M sono assunti
ome intensita di
ampo elettri
a e magneti
a (forza), E; M
ome polarizzazione elettri
a e magneti
a (induzione). Le equazioni ammettono ora
la presenza del magnetismo vero; lo tralas
eremo, e si porra div M = 0.
Un'obiezione
ontro queste equazioni e
he
on esse per " = 1, = 1 i vettori
forza e induzione non
oin
idono. Se tuttavia assumiamo nelle equazioni non E ed
M , ma E [wM e M + [wE
ome forza elettri
a e magneti
a, e tenendo
onto di
io, sostituiamo ad E; M, E; M , div E i simboli e; M, E + [wM, m [we, , le
equazioni dierenziali vanno immediatamente nelle nostre equazioni e parimenti le
ondizioni (32) si tramutano in
I = (E + [wM) ;
e + [w; m [we = " (E + [wM) ;
M [w; E + [wM = (m [we) ;
in tal modo queste equazioni di Cohn sarebbero a meno di errori dell'ordine di w
rispetto ad 1 proprio quelle pres
ritte dal prin
ipio di relativita.
Va osservato an
ora
he le equazioni assunte da Hertz (nella notazione di Cohn)
si s
rivono
ome le (31)
on le
ondizioni aggiuntive diverse
2
(33)
E = "E; M = M; I = E;
e questo sistema di equazioni an
he per qualsiasi
ambiamento della relazione dei
simboli
on le quantita osservabili non si
onformerebbe al prin
ipio di relativita a
meno di errori dell'ordine di w rispetto ad 1.
x11. Rappresentazione tipi
a delle equazioni fondamentali.
Nella determinazione delle equazioni fondamentali
i ha guidato l'idea di
onseguire una
ovarianza rispetto al gruppo delle trasformazioni di Lorentz. Ora
abbiamo da trattare le azioni ponderomotri
i e lo s
ambio d'energia nel
ampo elettromagneti
o, e non vi puo essere a priori al
un dubbio
he la soluzione di questi
problemi sara in ogni
aso
onnessa
on le strutture piu sempli
i, asso
iate alle
equazioni fondamentali,
he an
ora mostrino
ovarianza rispetto alle trasformazioni
di Lorentz. Per indi
are queste strutture, prima di tutto portero le equazioni fondamentali in una forma tipi
a,
he pone in evidenza la loro
ovarianza rispetto al
gruppo di Lorentz. Per questo mi avvalgo di un metodo di
al
olo
he si propone
un operare abbreviato
on i vettori dello spazio-tempo di I e di II spe
ie, e le
ui
regole e simboli, per quanto a noi sara utile, riassumo qui per prima
osa.
1 . Un sistema di quantita
a
a q
.
.. ;
..
.
ap
apq
ordinato in p righe orizzontali, q verti
ali, si
hiama matri
e p q, e si indi
a
on
un solo simbolo, qui A.
2
11
11
11 Si
potrebbe an
he pensare di avvalersi al posto del
al
olo matri
iale di Cayley del
al
olo
dei quaternioni di Hamilton, tuttavia quest'ultimo mi pare per i nostri s
opi limitato e pesante.
21
Se si moltipli
ano tutte le quantita ahk per lo stesso fattore
, la matri
e risultante delle quantita
ahk si indi
hera
on
A.
Se i ruoli delle righe orizzontali e verti
ali in A vengono s
ambiati, si ottiene una
matri
e q p,
he si
hiama la trasposta di A e
he si indi
hera
on A:
a
ap
.. :
A = ...
.
a q apq
Se si ha una se
onda matri
e
on i numeri p e q uguali a quelli di A,
b
b
q
.
.. ;
B = ..
.
bp
bpq
A + B indi
hera la matri
e sempre p q
ostituita dai binomi
orrispondenti ahk +
bhk .
2 . Se si hanno due matri
i
a
a
b
b
q
r
.
.
.
.
;
.
.
A = ..
; B = ..
.
.
ap
bq bqr
apq
dove il numero delle righe orizzontali della se
onda e uguale al numero delle
righe verti
ali della prima, si intendera per AB , prodotto di A e B , la matri
e
r
.
.
.. ;
C = ..
p
pr
gli elementi della quale sono
ostruiti per
ombinazione delle righe orizzontali di A
e delle righe verti
ali di B se
ondo la regola
11
11
11
11
11
h = 1; 2; p :
k = 1; 2; r
Per un tale prodotto vale la legge asso
iativa (AB )S = A(BS );
on S si intende
qui una terza matri
e
on un numero di righe orizzontali uguale al numero di righe
verti
ali di B (e quindi an
he di AB ).
Per la matri
e trasposta rispetto a C = AB vale C = BA:
3 . Si
onsidereranno qui solo matri
i
on al piu 4 righe orizzontali e al piu 4
righe verti
ali.
Come matri
e unita indi
ata in breve nelle equazioni matri
iali
on 1 si intendera
la matri
e 4 4
on i seguenti elementi
e ; e ; e ; e 1; 0; 0; 0
e ; e ; e ; e 0; 1; 0; 0
(34)
=
:
e ; e ; e ; e 0; 0; 1; 0
e ; e ; e ; e 0; 0; 0; 1
0
11
12
13
14
21
22
23
24
31
32
33
34
41
42
43
44
22
Per un multiplo
:1 della matri
e unita (nel senso ssato in 1 per una matri
e
A)
si porra nelle equazioni matri
iali sempli
emente
.
Per una matri
e A 4 4, det A indi
hera il determinante dei 4 4 elementi della
matri
e. Se det A 6= 0, si ottiene da A una determinata matri
e re
ipro
a,
he si
indi
a
on A , tale
he sia A A = 1. Una matri
e
f ; f ; f
0;
f = ff ;; f0; ; f0; ; ff ;
f ; f ; f ; 0
nella quale gli elementi soddisno le relazioni fkh = fhk, si
hiama una matri
e
alternante. Queste relazioni di
ono
he la matri
e trasposta e f = f . Inoltre si
indi
hera
on f e
ome la matri
e duale di f la matri
e an
h'essa alternante
f ; f ; f
0;
0
;
f
;
f
f ;
(35)
f = f ; f ; 0; f :
f ; f ; f ; 0
Sara quindi
(36)
f f = f f + f f + f f ;
he indi
hera una matri
e 4 4 nella quale tutti gli elementi al di fuori della diagonale prin
ipale da sinistra in alto a destra in basso sono nulli e tutti gli elementi
su questa diagonale
oin
idono e sono uguali all'espressione riportata a se
ondo
membro in termini dei
oe
ienti di f . Il determinante di f risulta allora essere il quadrato di questa espressione, e interpreteremo il simbolo Det = f
ome
l'abbreviazione
(37)
Det = f = f f + f f + f f :
4 . Una trasformazione lineare
0
12
21
31
32
41
42
41
13
32 14
24
34
34
32
14
23
43
43
24
13
42
23
14
31
12
21
13 24
21 34
1 2
1 2
32 14
13 24
21 34
(38)
xh = h x0 + h x0 + h x0 + h x0 (h = 1; 2; 3; 4)
si potra an
he indi
are sempli
emente mediante la matri
e 4 4 dei
oe
ienti
1
A=
3 3
12 ;
22 ;
32 ;
41 ; 42 ;
13 ;
23 ;
33 ;
43 ;
11 ;
21 ;
31 ;
14
24
34
44
2
2
2
3
2
4
4)
23
dove sara
ahk = 1h 1k + 2h 2k + 3h 3k + 4h 4k ;
ioe la matri
e 44 (simmetri
a) dei
oe
ienti ahk di questa forma sara il prodotto
la nuova espressione
x0 21 + x0 22 + x0 23 + x0 24 ;
dovra essere
(39)
AA = 1;
ioe la matri
e 1. A deve pertanto soddisfare a questa relazione quando la trasformazione (38) sara una trasformazione di Lorentz. Per il determinante di A segue
dalla (39): (det A) = 1, det A = 1. La
ondizione (39) da luogo parimenti a
2
(40)
= A;
44
24
34
(41)
41
42
43
s = js1 ; s2 ; s3 ; s4 j;
24
31
12
14
34
12
21
31
32
41
42
13
14
23
24
34
43
1 2
1 2
1 2
24
34
23
31
12
24
(43)
w s +w s +w s +w s
ostruita
on le
omponenti
orrispondenti. Quest'espressione
e invariante per una
trasformazione di Lorentz A, poi
he (wA) As = ws. - Se ws = 0, w ed s si
diranno normali tra loro.
Due vettori dello spazio tempo di I spe
ie w, s danno inoltre origine alla struttura
della matri
e 2 4
1 1
2 2
w1 ;
s1 ;
3 3
4 4
w2 ; w3 ; w4 :
s2 ; s3 ; s4
(44)
41
42
41
43
42
32
13
21
43
32
13
21
Dopo questi preliminari o
upiamo
i ora delle equazioni (C), (D), (E), mediante
le quali vengono introdotte le
ostanti "; ; .
Al posto del vettore spaziale w, velo
ita della materia, introdu
iamo
ome gia
nel x8 il vettore dello spazio-tempo di I spe
ie w
on le 4
omponenti
w1 =
p wx ; w = p wy ; w = p wz ; w = p i ;
1 w
1 w
1 w
1 w
2
25
per il quale si ha
(46)
e
iw4 > 0:
12
21
31
32
41
42
13
14
23
24
34
43
2 34
3 42
4 23
3 14
4 31
1 43
1 24
2 41
1 32
2 13
4 12
3 21
26
(53)
w = w1 1 + w2 2 + w3 3 + w4 4 = 0;
he possiamo s
rivere an
he
= i (wx + wy + wz ) ;
(54)
(fDg)
= ; wF = i ; wf = "; wf = i ;
= [w; + i [w; ;
(56)
ossia
e
.,
e
..
Consideriamo inoltre il vettore dello spazio-tempo di II spe
ie [;
on le 6
omponenti
; ; ;
; ; :
Il vettore dello spazio-tempo di I spe
ie
2
w [; =
+ w
27
si annulla identi amente per le (49) e (53). Introdu iamo ora il vettore dello spaziotempo di I spe ie
= iw [;
(57)
on le
omponenti
w2 ;
i 2 ;
2;
w3 ; w4
3; 4 ;
3 ; 4
e
.,
allora risulta per appli
azione della regola (45):
(58)
[; = i [w;
;
1
ioe = iw
w
; e
..
Il vettore
soddisfa evidentemente la relazione
1
w
= w1
1 + w2
2 + w3
3 + w4
4 = 0;
(59)
he possiamo s rivere an he
= iwx
+ wy
+ wz
;
4
(60)
=
1
;
=
3
;
=
1
:
2
(61)
2 2
3 3
4 4
s + (ws) w
sw = Iw ;
28
quindi questo vettore spaziale dipende in modo molto sempli
e dal vettore spaziale
I = s w,
he abbiamo indi
ato nel x8
ome
orrente di
onduzione.
Ora,
onfrontandola
on = wF , la relazione (E) si puo portare nella forma:
(fEg)
s + (ws) w = wF:
An
he questa formula riassume 4 equazioni, delle quali tuttavia, poi
he si tratta
in entrambi i membri di un vettore dello spazio-tempo di I spe
ie normale a w, la
quarta e una
onseguenza delle prime tre.
Trasformeremo inne le equazioni dierenziali (A) e (B) in una forma tipi
a.
x12. L'operatore dierenziale lor.
Una matri
e 4 4
S11 ;
S21 ;
S31 ;
S12 ;
S22 ;
S32 ;
S41 ; S42 ;
(62)
S14
S24 = jS j
ik
S34
S44
S13 ;
S23 ;
S33 ;
S43 ;
di derivazione
o an
he s
ritta
ome
(63)
x ;
; ;
;
y z it
x
; ;
;
:
1 x2 x3 x4
29
dell'espressione
(64)
Kk =
S1k
x1
k + S k + S k (k = 1; 2; 3; 4):
+ S
x
x
x
2
lor0 = x 0 ; x 0 ; x 0 ; x 0 :
1
2
3
4
0 j, si intendera
on lor0 S 0
Poi
he inoltre S va in S 0 = AS A = jShk
dell'espressione
Kk0 =
S10 k
x01
la matri e 1 4
k + S k + S k (k = 1; 2; 3; 4):
+ S
0
x
x0
x0
2
Ora per la derivazione di una funzione qualsiasi di un punto dello spazio-tempo vale
la regola
x
x
x
x
=
+
+
+
0
0
0
0
x
x x
x x
x x
x x0
1
lor0 = lor(A
e tenendo
onto di questa segue parimenti
(65)
ioe quando S rappresenta una matri
e dello spazio-tempo di II spe
ie, lor S
si trasforma
ome un vettore dello spazio-tempo di I spe
ie.
Se in parti
olare L e un multiplo della matri
e unita, si intendera
ome lor L la
matri e di elementi
L
x
L L L
;
;
;
:
x2 x3 x4
1
(66)
s
s
s
s
lor s = x
+ x
+ x
+ x
:
Se in seguito ad una trasformazione di Lorentz A appaiono i simboli lor0, s0 al
posto di lor, s, risulta
(67)
30
f12
x2
f
+ f
+
;
x
x
f
+ f
+
;
x
x
32
+ f
x2
42
+ f
x2
13
14
23
24
34
+ f
;
x4
43
+ f
:
x3
Per
io il sistema di equazioni dierenziali (A) si puo riassumere nella forma breve
(fAg)
lor f = s:
In modo del tutto analogo il sistema di equazioni dierenziali (B) si s
rivera
(fBg)
lor F = 0:
Le espressioni lor(lor f ) e lor(lor F )
ostruite tenendo
onto della denizione
(67) di lor s si annullano evidentemente in modo identi
o, poi
he f ed F sono
matri
i alternanti. Quindi per la
orrente s segue dalla (fAg) la relazione
(68)
s1
x1
mentre la relazione
(69)
s
s
s
+ x
+ x
+ x
= 0;
2
lor (lor F ) = 0
(fAg)
lor f = s;
31
(fBg)
lor F = 0;
(fCg)
wf
= "wF;
(fDg)
wF = wf ;
(fEg)
s + (ws) w = wF:
w in funzione di x, y, z, t.
21
(70)
fF
31
32
41
42
12
13
14
23
24
21
34
31
32
41
42
43
S11 L;
S21 ;
S31 ;
S12 ;
S22 L;
S32 ;
S42 ;
S41 ;
13
14
23
24
34
43
S13 ;
S23 ;
S33 L;
S43 ;
S14
S24
S34
S44 L
di modo
he sara
(71)
S + S + S + S = 0:
L signi
a l'espressione simmetri
a negli indi
i 1, 2, 3, 4
11
(72)
e sara
(73)
L=
22
33
1 (f F + f F + f F + f F + f F + f F ) ;
2
23
23
31
31
12
12
1 (f F + f F + f F
2
S = f F + f F , e
..
S11 =
12
44
23
13
32
23
34
14
42
34
42
42
14
14
f12 F12
24
24
f13 F13
34
34
f14 F14 ) ;
32
S=
S11 ;
S21 ;
S31 ;
S12 ;
S22 ;
S32 ;
S41 ; S42 ;
S13 ;
S23 ;
S33 ;
S43 ;
S14
S24 =
S34
S44
Xx ;
Xy ;
Xz ;
iXt ;
Yx ;
Yy ;
Yz ;
iYt ;
Zx ;
Zy ;
Zz ;
iZt ;
iTx
iTy ;
iTz
Tt
dove poi
1 (m M m M m M + e E e E e E ) ;
2 x x y y z z x x y y z z
Xy = mx My + ey Ex ; Yx = my Mx + ex Ey ; e
.,
Xx =
Xt = ey Mz
(75)
ed an he
ez My ;
Tx = mz Ey my Ez ; e
.,
1
Tt = (mx Mx + my My + mz Mz + ex Ex + ey Ey + ez Ez ) ;
2
1 (m M + m M + m M e E e E e E ) ;
2 x x y y z z x x y y z z
sono tutti reali. Nella teoria per
orpi a riposo le espressioni Xx , Xy , Xz , Yx , Yy , Yz ,
Zx , Zy , Zz intervengono
on il nome di \sforzi di Maxwell", le quantita Tx ; Ty ; Tz
ome \vettore di Poynting", Tt
ome \densita d'energia elettromagneti
a per
l'unita di volume" ed L si indi
a
ome \funzione di Lagrange".
D'altra parte troviamo immediatamente,
omponendo nell'ordine inverso le matri
i duali di f ed F
(76)
L=
(77)
F f =
S11 L;
S21 ;
S31 ;
S41 ;
S12 ;
S22 L;
S32 ;
S42 ;
S13 ;
S23 ;
S33 L;
S43 ;
S14
S24
S34
S44
fF
= S L; F f = S L;
nelle quali intendiamo per L il multiplo L:1 della matri
e unita,
ioe della matri
e
degli elementi
jLehk j ehh = 1; h; k e=hk1;=20; ; 3; 4 h 6= k :
Ri
aviamo inoltre, poi
he SL = LS ,
F f fF
= ( S L) (S L) = SS + L ;
2
33
1 2
1 2
(82)
1 2
1 2
1 2
1 " + 1 ;
2
2
L=
1 "e + 1 e
hk 2
hk
2
+" hk whwk + h k whwk
hwk "wh
k (h; k = 1; 2; 3; 4)
nelle quali si deve porre
= + + + ; = + + + ;
ehh = 1; ehk = 0; (h 6= k):
Il se
ondo membro della (82),
ome pure L, e sempre un invariante per le
trasformazioni di Lorentz e i 4 4 elementi al se
ondo membro della (83),
ome
Shk , rappresentano una matri
e dello spazio-tempo di II spe
ie. Tenendo
onto di
io basta, per poter aermare le relazioni (82), (83) in generale, veri
arle per il
aso w = 0; w = 0; w = 0; w = i. Per questo
aso w = 0 e le (83) e (82)
si ri
ondu
ono immediatamente mediante le (47), (51), (60) da un lato, ed e = "E,
M = m dall'altro, alle equazioni (75) e (76).
L' espressione al se
ondo membro nella (81),
he e
1
= 2 (mM eE) + (em) (EM) ;
risulta 0 mediante (em) = " , (EM) = ; la sua radi
e quadrata, presa 0,
puo tenendo
onto della (79) essere indi
ata
on Det = S .
(83)
Shk =
2
1
2
2
2
3
2
4
2
1
2
2
1 4
2
3
2
4
34
= S L; f F = S L:
Ff
Pertanto
S = jShk
Skhj
S=
(" 1) [w;
;
w S
(87)
w S S
S
= 0;
= (" 1)
:
w = 0,
Zy = Yz ; Xz = Zx ; Yx = Xy ;
Per la (71) si ha
(88)
Xx + Yy + Zz + Tt = 0
e se
ondo l'espressione nella (83) si ha sempre Tt > 0. Nel
aso parti
olare, quando
an
he
si annulla, segue poi dalla (81)
Xx2 = Yy2 = Zz2 = Tt2 = (Det1=4 S )2 ;
1 4
35
1 2
1 2
1 4
2
3
Di signi
ato del tutto parti
olare sara inne il vettore dello spazio-tempo
di I spe
ie
(89)
K = lor S;
per il quale dimostreremo ora un'importante trasformazione.
Per la (78) e S = L + fF e risulta immediatamente
lor S = lor L + lor fF:
Il simbolo lor signi
a un pro
esso di derivazione
he in lor fF riguarda da un lato
f , dall'altro F . Di
onseguenza lor fF si spezza additivamente in una prima ed
in una se
onda parte. La prima parte sara evidentemente il prodotto delle matri
i
(lor f )F , nel quale lor f si
onsidera per
onto suo
ome una matri
e 1 4. La
se
onda parte e quella parte di lor fF nella quale le derivazioni riguardano solo le
omponenti di F . Ora ri
aviamo dalla (78)
= F f 2L;
di
onseguenza questa se
onda parte di lor fF sara (lor F )f piu la parte di
2 lor L nella quale le derivazioni riguardano solo le
omponenti di F . Risulta
pertanto
(90)
lor S = (lor f )F (lor F )f + N;
dove N indi
a il vettore
on le
omponenti
f
f
f
f
f
f
1
Nh =
2 xh F + xh F + xh F + xh F + xh F + xh F
1 f F + f F + f F + f F + f F + f F
2
x
x
x
x
x
x
fF
23
23
31
23
23
31
12
31
31
12
14
12
12
14
14
24
14
24
24
24
34
34
34
34
(h = 1; 2; 3; 4):
Utilizzando le equazioni fondamentali (fAg) e (fBg) la (90) si trasforma nella relazione fondamentale
(91)
lor S = sF + N:
Nel
aso parti
olare " = 1, = 1, quando f = F , N si annulla identi
amente.
In generale arriviamo, in base alle (55), (56) e tenendo
onto dell'espressione
(82) di L e della (57), alle seguenti espressioni per le
omponenti di N :
(92)
1 " 1
Nh =
2 xh 2 xh
w
w
w
w
+ (" 1)
x +
x +
x +
x per h = 1; 2; 3; 4:
1
36
;
;
ome
omponenti x; y; z; l'ultimo, terzo addendo della (92) si puo
portare an
he nella forma
1
w
p" 1 W x
;
1 w
h
dove la parentesi indi
a il prodotto s
alare dei due vettori in essa presenti.
(93)
K1 =
Xx
x
y + Xz Xt = E + s M
+ X
x
y z sz My
y
z
t
1 " 1 + p" 1 W w ;
2 x 2 x 1 w
x
2
(95)
K2 =
Yx
x
y + Yz Yt = E + s M
+ Y
y
z x sx Mz
y
z
t
1 " 1 + p" 1 W w ;
2 y 2 y
y
1 w
2
(96)
K3 =
Zx
x
y + Zz Zt = E + s M
+ Z
z
x y sy Mx
y
z
t
1 " 1 + p" 1 W w ;
2 z 2 z
z
1 w
2
(97)
(98)
K + wK w
37
Un arti
olo su
essivo sara riservato a giusti
are questa opinione in modo esauriente; qui daro solo un
erto sostegno a questa opinione mediante al
une
onsiderazioni sulla me
ani
a.
Nel
aso limite " = 1; = 1; = 0 si ha N = 0; s = w; sara quindi wK = 0;
e questi risultati
oin
idono
on quelli
onsueti nella teoria degli elettroni.
Appendi
e. Me
ani
a e postulato di relativita.
Sarebbe assai insoddisfa
ente se la nuova
on
ezione del tempo,
he si e ri
onos
iuta grazie alla liberta delle trasformazioni di Lorentz, si potesse far valere solo
in un
ampo limitato della si
a.
Ora molti autori aermano
he la me
ani
a
lassi
a e in
ontrasto
on il postulato di relativita,
he qui e s
elto a fondamento per l'elettrodinami
a.
Per esprimere un giudizio in proposito,
onsideriamo una trasformazione di
Lorentz spe
iale, rappresentata dalle equazioni (10), (11), (12),
on un vettore v
diverso da zero diretto in qual
he modo e
on un modulo q
he sia < 1. Penseremo
per un momento an
ora di non aver preso nessuna de
isione riguardo al rapporto
tra l'unita di lunghezza e l'unita di tempo, e di
onseguenza in quelle equazioni
al posto di t; t0; q s
riveremo
t;
t0 ; q=
, dove
rappresenta una
erta
ostante
positiva e dev'essere q <
. Le suddette equazioni si trasformano per
io in
r0 = r ; r0 =
p(rv qt) ; t0 = pqrv +
t ;
2
q2
2 q2
r0v = rv ; r0v = rv
qt; t0 = t:
Queste nuove equazioni indi
heranno ora un passaggio dal sistema di
oordinate
spaziali x; y; z ad un altro sistema di
oordinate spaziali x0 ; y0; z0
on assi paralleli,
l'origine del quale pro
eda rispetto al primo in linea retta
on velo
ita
ostante,
mentre il parametro temporale restera del tutto immodi
ato.
Sulla base di questa osservazione si puo dire:
(1)
x2 y 2
in se, on la determinazione = 1.
z 2 + 2 t2
Ora sarebbe addirittura s
onvolgente trovare in una parte della si
a una
ovarianza delle leggi per le trasformazioni dell'espressione (1) in se per un determinato
nito, e in un'altra parte inve
e per
= 1. Che la me
ani
a di Newton possieda
questa
ovarianza solo per
= 1 e
he non si possa immaginare per il
aso
on
velo
ita della lu
e, non ri
hiede al
una spiegazione. Ma non dovrebbe ora essere
ammissibile il tentativo di
onsiderare quella
ovarianza tradizionale per
= 1 solo
ome un'approssimazione, ri
avata direttamente dall'esperienza, di una
ovarianza
piu pre
isa delle leggi di natura per un
erto
nito?
38
Vorrei sostenere
he mediante una riformulazione della me
ani
a, nella quale in luogo del postulato newtoniano di relativita
on
= 1 ne appaia uno
on un
nito, perno la struttura assiomati
a della me
ani
a pare
onseguire
un notevole perfezionamento.
Il rapporto tra l'unita di tempo e l'unita di lunghezza sia normalizzato in modo
tale
he il postulato di relativita intervenga
on
= 1.
Poi
he voglio ora
onsiderare delle gure geometri
he sulla varieta delle quattro
variabili x; y; z; t, puo essere
onveniente per una piu fa
ile
omprensione di
quanto segue tralas
iare
ompletamente y e z, e interpretare x e t
ome
oordinate
parallele oblique in un piano.
Un'origine dello spazio-tempo O (x; y; z; t = 0; 0; 0; 0) sara mantenuta ssa
dalla trasformazione di Lorentz. La gura
(2)
x2 y2
z 2 + t2 = 1; t > 0;
determinare per ogni punto dello spazio-tempo la direzione della linea dello
spazio-tempo
he passa di l.
Trasformare a riposo un punto dello spazio-tempo P (x; y; z; t) vuol dire introdurre mediante una trasformazione di Lorentz un sistema di riferimento x0; y0; z0 ; t0
in modo tale
he l'asse t0 gia
ia nella direzione OA0
he la linea dello spazio-tempo
he passa per P ivi mostra. Lo spazio t0 =
ost.,
he
omprenda P , lo
hiameremo
allora lo spazio normale in P alla linea dello spazio-tempo. All'in
remento dt del
tempo t di P
orrisponde l'in
remento12
1 w = dx
w
del parametro t0 ora introdotto. Il valore dell'integrale
(3)
d
= dt
Z
d
dx2
Z q
dy2
dx21
dz 2 = dt
dx22
dx23 dx24 ;
12 Riutilizziamo
x4).
w,
39
x
2
y
2
z
2
t
2
> 0;
> 0;
t
hiameremo la totalita Q dei punti d'intersezione una sezione del lo. In ogni punto
di una siatta sezione possiamo introdurre mediante una trasformazione di Lorentz un sistema di riferimento x0 ; y0; z0 ; t0 in modo
he si abbia
inoltre
= 0; = 0; = 0; > 0:
P (x; y; z; t)
x0
y0
z 0
t0
(4)
dJn =
dt
p 1 dJ = iw dJ = d
dJ;
1 w
4
e si potra denire
= 1 w = d
dt
ome densita di massa a riposo nella posizione x; y; z; t. Quindi il prin
ipio di
onservazione della massa si potra formulare an
he
os:
(5)
=
iw4
40
Per un lo dello spazio-tempo innitamente sottile il prodotto della densita di massa a riposo e del volume della sezione normale in un punto del
lo e sempre
ostante lungo l'intero lo.
In un lo qualsiasi dello spazio-tempo si prenda una prima sezione Q0 e pure
una se
onda sezione Q1 ,
he abbia in
omune
on Q0 i punti sul
ontorno del lo, e
solo quelli, e le linee dello spazio-tempo all'interno del lo abbiano su Q1 dei valori
di t piu grandi
he su Q0 . La regione di estensione nita,
ompresa tra Q0 e Q1 , si
hiamera una fal
e dello spazio-tempo, Q0 il bordo inferiore, Q1 il bordo superiore
della fal
e.
Se pensiamo di suddividere il lo in molti li dello spazio-tempo sottilissimi,
allora ad ogni ingresso di un lo sottile attraverso il bordo inferiore della fal
e
orrisponde un'us
ita attraverso il superiore, e per entrambi il prodotto dJn determinato nel senso delle (4)R e (5) ha sempre lo stesso valore. Pertanto e nulla la
dierenza dei due integrali dJn, il primo esteso al bordo superiore, il se
ondo al
bordo inferiore della fal
e. Questa dierenza, se
ondo un noto teorema del
al
olo
integrale, risulta uguale all'integrale
Z Z Z Z
lorwdxdydzdt;
esteso all'intera regione della fal
e, dove (vedi la (67) nel x12)
w w w
lor w = w
+
+ x + x :
x
x
Se la fal
e si
ontrae in un punto x; y; z; t dello spazio-tempo, si trova da qui
l'equazione dierenziale
1
(6)
lor w = 0;
ioe la
ondizione di
ontinuita
wx
x
+ ywy + zwz +
= 0:
t
Z Z Z Z
dxdydzdt;
Z Z
dJn d
1
0 dm
41
Ora
onsidero le linee dello spazio-tempo all'interno di una fal
e dello spaziotempo
ome
urve sostanziali
ostituite da punti sostanziali e me le immagino sottoposte nel modo seguente ad una variazione
ontinua di posizione all'interno della
fal
e. Le intere
urve saranno deformate in qual
he modo mantenendo fermi gli
estremi sui bordi inferiore e superiore della fal
e e i singoli punti sostanziali di
esse saranno spostati in modo tale da pro
edere sempre normalmente alle
urve.
L'intero pro
esso si rappresentera analiti
amente mediante un parametro #, e al valore # = 0
orrisponderanno le
urve
on l'andamento delle linee dello spazio-tempo
all'interno della fal
e
he ha luogo realmente. Un siatto pro
esso si
hiamera una
deformazione virtuale nella fal
e.
Supponiamo
he il punto della fal
e a x; y; z; t per # = 0 vada, per il valore
# del parametro, in x + x, y + y, z + z , t + t; queste ultime quantita saranno
allora funzione di x; y; z; t; #. Consideriamo di nuovo un lo dello spazio-tempo
innitamente sottile nel punto x; y; z; t,
on una sezione normale di volume dJn ,
e sia dJn + dJn il volume della sezione normale al punto
orrispondente del lo
variato; terremo
onto del prin
ipio di
onservazione dalla massa, e attribuiremo
a questa punto variato una densita di massa a riposo + se
ondo la
(8)
(9)
d (xh + xh ) = dxh +
xh
xh
dxk +
d#
x
#
k
k
k = 1; 2; 3;
h = 1; 2; 3;
4 :
4
(dx + dx )
1
(dx + dx )
2
(dx + dx )
3
(dx + dx )
4
risulta quindi
(11)
d ( + )
d
v
u
u
t
wh +
xh
wk
k xk
!2
k = 1; 2; 3;
h = 1; 2; 3;
4 :
4
42
( =0)
(13)
xh
= (h = 1; 2; 3;
# (#=0) h
4);
h
w1 + h w2 + h w3 + h w4 dxdydzdt:
wh
x
x
x
x
1
2
3
4
h
X
Z Z Z Z X
wh w1
h
x1
h
h w2
+ w
x2
h w3
+ w
x3
h w4 dxdydzdt:
+ w
x4
wk
k xk
+
wk
wh
:
xk
h dx2
+ w
x2 d
h dx3
+ w
x3 d
h dx4
+ w
x4 d
dwh
d
d dxh
;
d d
dove
on d=d si intende la derivata nella direzione della linea dello spazio-tempo
di un punto materiale. Per la derivata (12) risulta per
io inne l'espressione
(14)
Z Z Z Z
dw1
dw
dw
dw
1 + 2 2 + 3 3 + 4 4 dxdydzdt:
d
d
d
d
Per una deformazione virtuale nella fal
e abbiamo imposto la pres
rizione
he il
punto sostanziale
onsiderato si debba spostare normalmente alla
urva da esso
des
ritta;
io signi
a per # = 0
he gli h devono soddisfare la
ondizione
(15)
w1 1 + w2 2 + w3 3 + w4 4 = 0:
Pensiamo agli sforzi di Maxwell nell'elettrodinami a dei orpi a riposo e onsideriamo d'altra parte i nostri risultati dei xx12 e 13; risulta naturale allora un erto
43
S=
S11 ;
S21 ;
S31 ;
S12 ;
S22 ;
S32 ;
S41 ; S42 ;
S13 ;
S23 ;
S33 ;
S43 ;
S14
S24 =
S34
S44
Xx ;
Xy ;
Xz ;
iXt ;
Yx ;
Yy ;
Yz ;
iYt ;
Zx ;
Zy ;
Zz ;
iZt ;
iTx
iTy ;
iTz
Tt
W + W
Z Z Z Z
0
h; k
Shk
(xk + xk ) A
dxdydzdt;
xh
esteso alla regione della fal
e, si puo
hiamare l'azione degli sforzi per una deformazione virtuale.
La somma
he qui interviene, s
ritta espli
itamente e
on quantita reali, e
Xx + Yy + Zz + Tt
+ Xy x
+ + Zz z
+Xx x
x
y
z
x
t
t
Xt
+
Tx
+
+
Tt :
t
x
t
Postuleremo ora il seguente prin
ipio di minimo per la me
ani
a:
Una fal
e dello spazio-tempo sia limitata; allora per ogni deformazione
virtuale nella fal
e la somma dell'azione della massa e dell'azione degli sforzi
dev'essere sempre un estremo per l'andamento delle linee dello spazio-tempo
nella fal
e
he ha luogo realmente.
(18)
d (N + W )
= 0:
d#
#=0
Con i metodi del
al
olo delle variazioni da questo prin
ipio di minimo derivano,
tenendo
onto della
ondizione (15) e per mezzo della forma (14), le quattro equazioni dierenziali seguenti
(19)
dove
(20)
dwh
d
Kh =
= Kh + wh (h = 1; 2; 3; 4);
S1h
x1
h + S h + S h
+ S
x
x
x
2
44
= X;
2
dz
d
(21)
Valgono inoltre
dx
d
2
dy
d
= Y;
= Z;
= T:
2
dt
d
2
1;
dx
dy
+ Y d
d
dz
dt
+ Z d
= T d
;
e in base a questa
ir
ostanza si puo
onsiderare la quarta delle equazioni (21)
ome
una
onseguenza delle prime tre.
Dalle (21) dedu
iamo inoltre le leggi per il moto di un punto materiale, vale a
dire per l'andamento di un lo dello spazio-tempo innitamente sottile.
Si indi
hi
on x; y; z; t un punto della linea prin
ipale s
elta in qual
he modo
nel lo. S
riviamo le equazioni (21) per i punti della sezione normale del lo
ondotta per x; y; z; t e le integriamo, moltipli
ate per l'elemento di volume della
sezione, sull'intero spazio della sezione normale. Siano Rx ; Ry ; Rz ; Rt gli integrali
dei se
ondi membri di queste, e sia m la massa
ostante del lo; risulta allora
X
d dx
= Rx ;
d d
d dy
m
= Ry ;
d d
(22)
d dz
m
= Rz ;
d d
d dt
m
= Rt :
d d
Il vettore R
on le
omponenti Rx ; Ry ; Rz ; iRt e an
ora un vettore dello spaziotempo di I spe
ie,
he e normale al vettore dello spazio-tempo di I spe
ie w, velo
ita
m
dx dy dz dt
; ; ;i :
d d d d
45
d dt
m
dt d
d
d
= wx Rx d
+
w
+
w
y Ry
z Rz :
dt
dt
dt
Si avra ora da interpretare il se
ondo membro
ome lavoro
ompiuto sul punto materiale nell'unita di tempo. Nell'equazione stessa si vedra quindi la legge dell'energia
per il moto del punto materiale, e l'espressione
dt
1
1
3
m
1 =m p
1 = m 2 jwj + 8 jwj + : : :
d
1 w
si
onsiderera l'energia
ineti
a del punto materiale. Poi
he e sempre dt > d , si
potrebbe designare il quoziente (dt d ) =d
ome l'anti
ipo del tempo rispetto al
tempo proprio del punto materiale e quindi esprimersi
os: l'energia
ineti
a di un
punto materiale e il prodotto della sua massa per l'anti
ipo del tempo rispetto al
suo tempo proprio.
La quaterna delle equazioni (22) mostra inoltre la simmetria
ompleta in x, y, z,
it ri
hiesta dal postulato di relativita, laddove alla quarta equazione,
ome gia e
apitato nell'elettrodinami
a, allo stesso modo va attribuita un'importanza si
a
piu elevata. Sulla base della pres
rizione di questa simmetria si puo
ostruire la
terna delle prime tre equazioni immediatamente sul modello della quarta equazione,
e tenendo
onto di questa
ir
ostanza e
orretto aermare: se si pone il postulato
2
Non posso tralas
iare ora di rendere plausibile il fatto
he non
i si debba aspettare dai fenomeni della gravitazione una
ontraddizione rispetto all'assunzione
del postulato di relativita .
Sia B (x ; y; z ; t) un punto sso dello spazio-tempo, allora l'insieme di tutti
quei punti dello spazio-tempo B (x; y; z; t) per i quali e
(23)
(x x ) + (y y) + (z z ) = (t t ) ; t t 0;
si
hiamera la struttura di radiazione del punto dello spazio-tempo B .
Una linea dello spazio-tempo assunta a pia
ere sara interse
ata da questa struttura sempre in un solo punto B dello spazio-tempo,
ome risulta da un lato per
la
onvessita della struttura, dall'altro per la
ir
ostanza
he tutte le direzioni
delle linee dello spazio-tempo sono solo direzioni da B verso il lato
on
avo della
struttura. B si
hiama quindi un punto di lu
e di B .
Se nella relazione (23) si pensa sso il punto B (x; y; z; t), variabile il punto
B (x ; y ; z ; t ), la suddetta relazione rappresenta l'insieme di tutti i punti B
dello spazio-tempo
he sono punti di lu
e di B , e si dimostra analogamente
he
su un'arbitraria linea dello spazio-tempo esiste sempre un solo punto B
he e un
punto di lu
e di B .
13
13 In modo del tutto diverso da
ome pro
edo qui, H. Poin
ar
e (Rend. Cir
. Matem. Palermo,
t. XXI (1906), p. 129) ha
er
ato di adattare la legge d'attrazione newtoniana al postulato di
relativita.
46
Ora un punto materiale F di massa m puo sperimentare una forza motri
e per
la presenza di un altro punto materiale F di massa m se
ondo la legge seguente.
Rappresentiamo
i i li dello spazio-tempo di F ed F
on linee prin
ipali in essi.
Sia BC un elemento innitamente pi
olo della linea prin
ipale di F , e inoltre B
il punto di lu
e di B , C il punto di lu
e di C sulla linea prin
ipale di F , e poi
OA0 il raggio vettore dell'iperboloide fondamentale (2) parallelo a B C , inne D
il punto d'intersezione della retta B C
on lo spazio per B ad essa normale. La
forza motri
e sul punto materiale F nel punto dello spazio-tempo B sia ora
quel vettore dello spazio-tempo di I spe
ie normale a BC,
he si
ompone
additivamente
on il vettore
mm
(24)
OA0
B D
3
BD
d2 x
d 2
m x d2 y
;
(t )3 d 2
d2 t
d 2
(26)
m y d2 z
;
(t )3 d 2
m z
;
(t )3
m d (t )
;
(t )2 dt
dove e
x2 + y2 + z 2 = (t )2 ;
(27)
e
(28)
dx
d
2
dy
d
2
dz
d
2
dt
d
2
1:
Le tre equazioni (25) si s
rivono, tenendo
onto della (27), esattamente
ome le
equazioni per il moto di un punto materiale attratto da un
entro sso se
ondo la
legge di Newton, solo
he inve
e del tempo t appare il tempo proprio del punto
materiale. La quarta equazione (26) da poi il legame tra tempo proprio e tempo
per il punto materiale.
La traiettoria del punto dello spazio x; y; z per i diversi sara un'ellisse
on
semiasse maggiore a, e
entri
ita e, e per essa E indi
hera l'anomalia e
entri
a,
47
(29)
n
= E esin E:
Se ora
ambiamo l'unita di tempo e indi
hiamo la velo
ita della lu
e
on
, risulta
dalla (28):
(30)
dt
d
2
m 1 + e
os E
1 = a
1 e
os E :
2
Il fattore m =a
e il quadrato del rapporto tra una
erta velo
ita media di F sulla
sua orbita e la velo
ita della lu
e. Se si sostituisse ad m la massa del sole, ad a il
semiasse maggiore dell'orbita terrestre, questo fattore varrebbe 10 .
Una legge di attrazione delle masse se
ondo la formulazione ora dis
ussa, e legata
al postulato di relativita, signi
herebbe parimenti una propagazione della gravitazione
on la velo
ita della lu
e. Tenendo
onto della pi
olezza del termine
periodi
o nella (31) non sara possibile ottenere dalle osservazioni astronomi
he una
on
lusione
ontro una legge siatta e
ontro la me
ani
a modi
ata proposta, a
favore della legge di attrazione di Newton
on la me
ani
a newtoniana.
2