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Analisi Numerica per Ingegneria Matematica A.A.

2011-2012
Prof. S. Micheletti Dr. A. Fumagalli, M. Pischiutta
Esercitazione 2
Sistemi lineari: metodi diretti
Esercizio 1 Si consideri la matrice A R
22
A =
_
1
0 1
_
con 0.
Si considerino inoltre il sistema lineare Ax = b e il sistema lineare perturbato A(x+x) = (b+b).
1. Sia b = [1 0]
T
. Trovare una limitazione per la variazione relativa della soluzione x

/x

in termini della variazione relativa dei dati b

/b

. Il problema `e stabile rispetto alle


perturbazioni b quando ?
2. Ripetere lanalisi del punto precedente per b = [1 1]
T
;
3. calcolare K

(A) e commentare quanto trovato ai punti precedenti.


Soluzione Notiamo innanzi tutto che A
1
=
_
1
0 1

e, poich`e 0,
A

=
_
_
A
1
_
_

= max {1 + , 1} = 1 +
1. La soluzione del sistema lineare per b = [1 0]
T
`e data da x = [1 0]
T
. La perturbazione sulla
soluzione `e data da x = A
1
b per cui, sfruttando la submoltiplicativit`a, avremo
x


_
_
A
1
_
_

. (1)
Notando che x

= b

= 1, si pu`o scrivere
x

_
_
A
1
_
_

= (1 + )
b

.
Pertanto, per , le perturbazioni sul termine noto b vengono amplicate sulla soluzione
x del problema. Il problema non `e dunque stabile rispetto alle perturbazioni sui dati per
grande.
2. La soluzione del sistema lineare per b = [1 1]
T
`e data da x = [1 , 1]
T
, quindi x

=
max{|1 | , 1}. Dalla (1), dividendo per x

, si ottiene
x

_
_
A
1
_
_

=
(1 + )
max{|1 | , 1}
. .
C()
b

.
Dato che C() 1 per , in questo caso il problema `e stabile rispetto alle perturbazioni
sui dati anche per grande.
1
3. Abbiamo K

(A) = (1 + )
2
. Sappiamo che in generale vale la stima
x

(A)
b

.
Questa stima, valida per ogni b ed ogni perturbazione, che dice che il sistema potrebbe
rivelarsi instabile rispetto a perturbazioni su b per elevati valori di , come in eetti avviene
nel primo caso. Ci`o non esclude tuttavia che esistano casi fortunati in cui questo non
avviene, come ad esempio il secondo caso.
Esercizio 2
1. Denire una condizione necessaria e suciente per assicurare lesistenza e lunicit`a della
fattorizzazione LU di una generica matrice A R
nn
;
2. applicare tale condizione per stabilire se le seguenti matrici ammettono ununica fattorizza-
ione LU:
B =
_
1 2
1 2
_
, C =
_
0 1
1 0
_
e D =
_
0 1
0 2
_
.
Soluzione
1. Ricordiamo che, data una generica matrice A R
nn
, allora la fattorizzazione LU di A con
l
ii
= 1 per i = 1, . . . , n esiste ed `e unica se e soltanto se le sotto matrici principali A
i
di A
di ordine i = 1, . . . , n 1 sono invertibili (si veda la propriet`a 3.2 a pag. 74, QSS).
2. La matrice B `e singolare, ma la sottomatrice B
1
= 1 `e invertibile. Allora B, ammette
ununica fattorizzazione LU.
La matrice C `e invertible ma la sottomatrice C
1
`e singolare. Allora C non ammette ununica
fattorizzazione. Possiamo in eetti vericare che C non ammette nessuna fattorizzazione di
tipo LU; se una tale fattorizzazione esistesse, si avrebbe infatti
u
11
= 0 e 1 = l
21
u
11
il che `e falso per ogni valore di l
21
.
La matrice D `e singolare e la sottomatrice D
1
`e singolare. Allora D non ammette ununica
fattorizzazione. Osserviamo infatti che D si presenta gi`a in forma triangolare superiore e
dunque ammette uninnit`a di fattorizzazioni della forma D = L

, con l

11
= 1, l

21
= ,
l

22
= 1, u

11
= 0, u

12
= 1 e u

22
= 2 , R.
Esercizio 3 Si consideri una matrice A tridiagonale e invertibile:
A =
_

_
a
1
c
1
0
b
2
a
2
.
.
.
.
.
. c
n1
0 b
n
a
n
_

_
.
2
1. Assumendo che che le matrici L e U della fattorizzazione LU di A abbiano la struttura
bidiagonale seguente,
L =
_

_
1 0

2
1
.
.
.
.
.
.
0
n
1
_

_
e U =
_

1

1
0

2
.
.
.
.
.
.
n1
0
n
_

_
.
si verichi che `e possibile calcolare i coecienti
i
,
i
e
i
che la realizzano. Fornire
lespressione dei coecienti
i
,
i
e
i
in funzione dei coecienti di A;
2. applicare le formule trovate e scrivere un algoritmo per risolvere il sistema lineare Ax = f,
con f = [f
1
, . . . , f
n
]
T
R
n
(algoritmo di Thomas).
Soluzione
1. I coecienti
i
,
i
e
i
si trovano imponendo che risulti A = LU. Ne derivano le relazioni
seguenti:

1
= a
1
,
i
=
b
i

i1
,
i
= a
i

i
c
i1
e
i
= c
i
.
2. La soluzione del sistema Ax = f si riconduce a risolvere due sistemi bidiagonali, Ly = f e
Ux = y, per i quali abbiamo le formule seguenti:
Ly = f : y
1
= f
1
, y
i
= f
i

i
y
i1
, i = 2, . . . , n,
Ux = y : x
n
=
y
n

n
, x
i
=
y
i
c
i
x
i+1

i
, i = n 1, . . . , 1.
3

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