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BILANCIO PARTECIPATO

Generalit
Ormai sono molti i comuni che della sperimentazione di nuovi istituti di democrazia comunale hanno fatto da tempo la loro bandiera e che hanno deciso di attuare il bilancio partecipativo, un nuovo strumento che si aggiunge a quelli di contabilit gi esistenti per rendere pi vicine ai cittadini le scelte di spesa ed investimento delle amministrazioni e per ridisegnare, passando per questa strada, la fisionomia delle istituzioni locali.

Storia
Nato in Brasile, a Porto Alegre, balzato allattenzione mondiale grazie al Forum sociale di quattro anni fa, si sta diffondendo rapidamente in Europa dopo il grande raduno nel 2003 delle citt partecipative di Saint Denise ove hanno aderito oltre cinquecento municipalit Linteresse delle istituzioni europee testimoniato dal varo del progetto europeo cittadinanza attiva che mette a disposizione delle comunit locali risorse finanziarie per favorire, grazie ai nuovi strumenti di partecipazione, il coinvolgimento dei giovani nelle pratiche sociali e politiche. In Italia ha conquistato una nuova generazione di amministratori locali che lhanno adottato come carta didentit del rinnovamento amministrativo contro i vincoli allautonomia degli enti locali provocati dalla diminuzione delle risorse e dalla costrizione a cedere allesterno servizi ed attivit, e che hanno aderito alla Carta del Nuovo Municipio ed allomonima associazione costituitasi ad Empoli nel novembre del 2003.

Modalit di attuazione
Il bilancio partecipativo, in senso stretto, designa una quota, pi o meno consistente, della spesa per investimenti impegnata nel bilancio dellente locale la cui destinazione viene affidata alla gestione diretta dei cittadini. In senso pi ampio, un processo di partecipazione che trova nellelaborazione e approvazione del bilancio solo il suo momento pi significativo, ma comprende altri istituti ed azioni amministrative. I momenti canonici di questa buona pratica amministrativa sono le assemblee di quartiere o generali su temi che coinvolgono lintero territorio comunale. Una prima sessione (in primavera) dedicata al rendiconto delle attivit dellesercizio precedente e a presentare le nuove proposte; la sessione successiva (in autunno), dopo lapprofondimento di fattibilit effettuato dai tecnici comunali, quella in cui si compiono scelte, stilando un elenco delle priorit (si assegnano punteggi diversi, che tengono conto dellinteresse generale dellopera). La decisione finale formalmente spetta al Consiglio Comunale che approva il bilancio generale dellente, in cui trovano luogo gli investimenti partecipativi.

Diffusione ed esperienze
Alcuni dati interessanti sulla diffusione di questo strumento sono ricavabili da unindagine di Focus Lab, un dinamico centro di ricerca sulle politiche di governance territoriale per lo sviluppo sostenibile,

che ha voluto mettere in luce potenzialit e limiti delle nuove forme di partecipazione dei cittadini. La prima novit dellindagine consiste nella scoperta che linnovazione non partita dal basso, ma stata proposta direttamente dai vertici politici dellamministrazione. La presa della decisione in certi comuni avviene con un voto che individua le priorit, in altri dopo la discussione si arriva ad una sorta di accordo di concertazione. Un buon numero di comuni ha istituito uno specifico assessorato, altri ancora applicano con continuit esercizi di progettazione urbanistica partecipata. A Grottammare, in nove anni di esperienza i progetti realizzati sono stati pi di un centinaio; a Pieve Emanuele nel corso del 2004 la percentuale degli investimenti determinati con la partecipazione supera i due milioni di euro, un terzo del totale.

Inserimento nello Statuto Comunale e nei regolamenti


Il bilancio partecipativo sinserisce in un pi ampio intervento di riorganizzazione della macchina comunale e di introduzione di nuove modalit di gestione per aumentare lefficienza e la qualit dellazione pubblica. Lobiettivo la soddisfazione dei cittadini che deve essere basata per su un nuovo modo di operare dellamministrazione. un necessario passaggio dalla cultura delladempimento a quella del servizio, per approdare, infine, a quella del risultato, misurato e valutato non solo in termini di efficienza, efficacia ed economicit, ma soprattutto come qualit resa al cittadino. Le strade percorribili sono molte. Il primo passo sicuramente quello di una precisa collocazione nellordinamento amministrativo da consacrarsi nello Statuto e nei regolamenti.

BILANCIO PARTECIPATO Coerentemente con quanto esposto nella Prima Parte, La Civitanova che vorrei nuova classe politica che avverte come esigenza primaria linstaurazione di dinamiche virtuose e autenticamente democratiche nel governo locale intende attivare nuovi processi partecipativi strutturati, inserendo gli obiettivi e le modalit del processo nello Statuto affinch la partecipazione assicuri maggiore efficacia alla pratica amministrativa e permetta di decidere con il consenso, armonizzando il conflitto ed offrendo lopportunit ai diversi punti di vista di manifestarsi.

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