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Inserto Speciale Ducato. Eccesso Di Cronaca
Inserto Speciale Ducato. Eccesso Di Cronaca
Eccesso di cronaca
di Nadia Ferrigo e Martina Manfredi
Sarah Scazzi
Sarah e Marta, Avetrana e Siviglia, due tragiche storie di minori sfruttate dalla morbosa attenzione dei media. Non a caso, Italia e Spagna sono i paesi europei che pi si occupano di cronaca nera. Ma, mentre alle tv italiane non sono stati posti freni, quelle spagnole si sono trovate di fronte a una vera e propria rivolta del pubblico
il Ducato
SPECIALE
Bene la privacy, Tutela per i bimbi ma caso per caso anche da spettatori
G
iulio Anselmi non ha bisogno di grandi presentazioni. Nella sua prestigiosa carriera, prima della recente nomina a presidente della Federazione italiani editori giornali, ha diretto il Messaggero, LEspresso, La Stampa e lAnsa. Presidente, come si comportata la stampa italiana nel caso Sarah Scazzi? In modo molto aggressivo, in alcuni casi addirittura ossessivo, pi ancora che i giornali le trasmissioni televisive, senza quel rispetto nei confronti delle vittime che negli ultimi anni era andato crescendo: un po perch si capito che i minori andavano tutelati, un po anche perch il Garante della privacy e lOrdine dei giornalisti hanno avuto unattenzione in questa direzione. Il caso Sarah Scazzi stato una brutta marcia indietro. Corriere della Sera e Corriere del Mezzogiorno hanno pubblicato sul web le foto del cadavere di Sarah. Si pu arrivare anche a questo? Certo che si pu arrivare a questo tanto vero che ci si arrivati. Spesso in altri paesi, che per la qualit del giornalismo sono meglio di noi, c anche una maggiore violenza nei confronti delle vittime di procedimenti penali, di omicidi, di stupri. Di sicuro non bisogna farlo ed stato riconosciuto come errore anche da coloro che lhanno commesso, infatti stata unapparizione piuttosto fugace. In molti casi ci sono state interviste pagate dai giornalisti. Questo si pu fare? Anche qui vorrei essere franco. Quando si parla di tutela della privacy, si dice una cosa giusta ma che bene collocare in una situazione di concorrenza tra giornali. Avendo fatto il direttore per 25 anni, so bene che le decisioni si prendono sulla base di valutazioni deontologiche, ma anche di mercato. Sono molti i giornali che in passato hanno comperato interviste, soprattutto nel mondo dei settimanali. In linea di massima il giornalista non dovrebbe farlo. Sono stati pubblicati anche alcuni stralci del diario di Sarah. Era davvero necessario? Questo un mestiere nel quale le regole devono sempre essere ricondotte a una situazione precisa. Se ci troviamo di fronte a una vittima minorenne, se rendere noto un particolare non cambia la sostanza del racconto n incide sulla democrazia del paese, credo che sia possibile fare dei passi indietro. Molte volte i soloni della privacy, che hanno fatto poco questo mestiere, dichiarano cose non del tutto corrispondenti alla realt. Bisogna distinguere se la privacy viene invocata a vantaggio di un presidente del consiglio, di un ministro, di un importante uomo daffari, di un cardinale. E in questi casi che la notoriet e il ruolo pubblico restringono molto le dimensioni della privacy e linteresse generale a conoscere le cose tende a prevalere.
el 1986 limmagine di Serena Cruz, una bambina filippina protagonista di un controverso caso di adozione, rimbalz su tutte le prime pagine: la stampa si interrog sullesigenza di nuove norme deontologiche che disciplinassero il rapporto tra minori e informazione. Nacque cos, nel 1990, la Carta di Treviso, un protocollo firmato da Ordine dei giornalisti, Federazione nazionale della stampa italiana e Telefono Azzurro. Ispirata alla convenzione dellOnu del 1989 sui diritti del bambino, la Carta richiama le leggi in materia di privacy e minori. Lo scopo vietare che lo sviluppo psicofisico dei bambini coinvolti in fatti di cronaca venga turbato da una sovraesposizione mediatica ingiustificata. Caterina Malavenda, avvocato cassazionista, penalista e giornalista pubblicista, si occupa da sempre di diritto dellinformazione e spiega cos come le norme della Carta si legano alla vicenda di Sarah . La Carta di Treviso non ha una ricaduta diretta sulla vicenda,perch quando un minore muore non pu pi soffrire del fatto di essere oggetto di attenzione dei media. C per un profilo della Carta che salvaguarda la pietas che si deve ai defunti, quindi il rispetto per i parenti della vittima e la conseguente eliminazione di notizie e particolari scabrosi che, se diffusi, possono aumentare il dolore dei familiari.
Chi avrebbe avuto la possibilit di tutelare limmagine di Sarah anche dopo la sua morte? Limmagine del defunto patrimonio dei congiunti, quindi poteva essere la madre a opporsi a una sovraesposizione mediatica della figlia. Le carte processuali, come il suo diario, vengono usate interamente dagli inquirenti. I giornalisti, se usano alcuni stralci, devono evitare dettagli intimi: la legge sulla privacy tutela anche gli eredi dei titolari dei dati. Daltra parte per la sovraesposizione un concetto vago, per cui proprio lattenzione morbosa alla vicenda ha autorizzato i giornalisti a occuparsene. E il gatto che si morde la coda: se c interesse, bisogna assecondarlo, anche se in questo caso lattenzione ricaduta su alcuni dettagli che hanno finito per alimentae ulteriore curiosit. La legge sulla stampa impedisce la diffusione di immagini raccapriccianti: in situazioni come queste qualunque procura pu aprire un procedimento. La Carta di Treviso tutela i minori come protagonisti di fatti di cronaca, ma anche come spettatori. I principi della Carta sono importanti anche perch tutelano i minori come spettatori. Se un minore vuole crescere in un mondo bello, la vicenda di Sarah Scazzi terribile: se un bambino sottoposto a un bombardamento mediatico pu conoscere particolari dannosi per la sua crescita armonica.
ASSOCIAZIONE PER LA FORMAZIONE AL GIORNALISMO, fondata da Carlo Bo. Presidente: STEFANO PIVATO, Rettore dell'Universit di Urbino "Carlo Bo". Vice: DARIO GATTAFONI, Presidente dellOrdine dei Giornalisti delle Marche. Consiglieri: per l'Universit: BRUNO BRUSCIOTTI, LELLA MAZZOLI, GIUSEPPE PAIONI; per l'Ordine: STEFANO FABRIZI, SIMONETTA MARFOGLIA; per la Regione Marche: SIMONE SOCIONOVO, ALFREDO SPARAVENTI; per la Fnsi: GIOVANNI GIACOMINI, GIANCARLO TARTAGLIA. ISTITUTO PER LA FORMAZIONE AL GIORNALISMO: Direttore: LELLA MAZZOLI, Direttore emerito: ENRICO MASCILLI MIGLIORINI. SCUOLA DI GIORNALISMO: Direttore GIANNETTO SABBATINI ROSSETTI. IL DUCATO Periodico dell'Ifg di Urbino Via della Stazione, 61029, Urbino - 0722350581 www.uniurb.it/giornalismo; e-mail: redazioneifgurbino@gmail.com Direttore responsabile: GIANNETTO SABBATINI ROSSETTI Stampa: Arti Grafiche Editoriali Srl - Urbino - 0722328733 Registrazione Tribunale Urbino n. 154 del 31 gennaio 1991
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Stiamo esagerando: concediamo troppo alla curiosit invece che alle notizie
le che, anche dopo il ritrovamento del cadavere, rimasto nelle mani dei giornalisti. Interviste a pagamento Quando le dirette non bastavano pi, ad alimentare il business sono arrivate le interviste a pagamento. Il primo ad ammettere candidamente di aver lucrato sul delitto lavvocato della famiglia Misseri, Daniele Galloppa: Mi sono fatto pagare per andare in televisione. Qual il problema? Lo fanno tutti, non capisco perch non dovrei farlo anchio: alcune trasmissioni pagano, ma bisogna saperci fare. Anche Sabrina, Cosima e lex portavoce delle famiglie Scazzi e Misseri, Valentino Castriota, sono stati accusati di aver ricevuto del denaro. Il fratello di Sarah, Claudio Scazzi, ha dichiarato di aver accettato alcune ospitate in tv solo in cambio di soldi per poter aprire un canile in memoria della sorella. Le reazioni Stiamo esagerando e francamente non da oggi. Non solo su questo caso che concediamo troppo alla curiosit morbosa piuttosto che alle notizie. Cos il presidente dellOrdine dei giornalisti Enzo Iacopino, pochi mesi dopo lomicidio, ha richiamato i media sul caso Scazzi. Anche il presidente del Telefono Azzurro, Ernesto Caffo, ha chiesto di abbassare i toni su uno show tossico per tutti, ma soprattutto per i bambini nei quali crea allarme. Tre le inchieste aperte sul caso. Il Garante per la privacy, Francesco Pizzetti, ha chiesto spiegazioni a Rai, Mediaset, Sky e Telecom sulla diffusione dei verbali e dei le audio degli interrogatori dei protagonisti del giallo. Il procuratore di Taranto, Franco Sebastio, ha aperto un fascicolo per fuga di notizie e ricettazione di atti giudiziari. LOrdine degli avvocati ha richiamato i legali coinvolti nella vicenda per capire se e come erano stati violati i principi deontologici della professione. Il presidente Iacopino, poco dopo il delitto, ha commentato: Certo noi giornalisti con un pizzico di senso della misura e del limite in pi, forse potremmo riutarci di fare quello che troppo spesso invece facciamo: la buca delle lettere.
Ritratti di Marta e Sarah di Genta Sulaj, studentessa dellAccademia delle Belle Arti di Urbino Sotto e in copertina, foto di Daniele Errico
SPECIALE
a triste storia di Marta del Castillo, una ragazzina di 17 anni scomparsa da Siviglia e vittima della follia omicida del danzato, somiglia molto a quella di Sarah Scazzi. Le ragazze sembrano svanite nel nulla, poi la polizia inizia a indagare: come in una scadente pice teatrale nuovi personaggi fanno la loro apparizione. In entrambi i casi, proprio chi poteva aiutare a far luce sullomicidio mente, si contraddice, cambia versione. Sempre sotto la luce dei riettori. I giornali e le tv scavano nei dettagli del passato delle vittime, corteggiano assassini e familiari, sempre alla disperata ricerca di novit da dare in pasto alla curiosit morbosa del pubblico. Un copione che conosciamo n troppo bene. In Spagna per qualche cosa successo, lopinione pubblica ha reagito e una trasmis-
sione spazzatura stata costretta a fare un passo indietro. Il caso Marta scompare da Siviglia la notte del 24 gennaio 2009. Un mese dopo il suo ex danzato, Miguel Carcao, confessa di averla uccisa. Le indagini proseguono. Secondo gli investigatori, Miguel non solo quando si sbarazza del cadavere: con lui ci sono Javier Garca, detto El Cuco, anche lui minorenne, il suo fratellastro e una coppia di amici. A distanza di un mese, Miguel cambia versione accusando El Cuco di essere lassassino. Racconta che dopo aver bevuto e fumato un po di hashish, a turno lhanno violentata, minacciandola con un coltello. Sarebbe stato El Cuco a strangolarla con una corda. Poi, insieme, hanno gettato il cadavere, avvolto in un tappeto, in un bidone dellimmondizia. I giudici non gli credono e nel gennaio 2012 lex danzato viene condannato a
Le notizie di criminalit nelle edizioni di prima serata dei telegiornali pubblici europei. I dati si riferiscono al periodo da gennaio 2010 a dicembre 2011
venti anni di prigione. El Cuco sta scontando una pena di due anni in un carcere minorile per la soppressione del cadavere. Il fratellastro di Miguel stato condannato a tre anni, anche lui per la soppressione del cadavere . Nonostante le ricerche della polizia e i disperati appelli della madre di Marta, il corpo della ragazza non ancora stato ritrovato. La stampa spagnolaFin dallinizio la vicenda stata seguita con grande attenzione dai media spagnoli. Tra le trasmissioni che pi si occupano del caso, spicca La Noria, un programma di prima serata che va in onda su Telecinco, la gemella spagnola di Canale 5. Il primo scandalo lintervista alla nuova danzatina di Miguel, anche lei minorenne. Il giornalista indugia sulle abitudini intime della giovane coppia. Il tribunale condanna lemittente a pagare un indennizzo di 6 mila euro ai familiari di Marta: la cifra proporzionale ai guadagni che gli imputati avevano percepito per lintervista. Ma ancora non basta. Va in scena a La Noria la madre del Cuco, Rosala Garca, che difende il glio e ne proclama linnocenza. Una macabra ospitata pagata da Telecinco 10 mila euro e che ha costretto La Noria a rivedere la sua programmazione. La rivolta del web Pablo Herreros, giornalista e blogger spagnolo, ha reso possibile tutto ci. Nel mio blog molte volte ho denunciato casi simili a quello di Marta. Criticavo la televisione, gli spettatori, ma non ho mai ottenuto dei risultati. Cos ho chiesto in un post alle aziende di non pubblicizzare i loro prodotti in programmi che pagano i familiari dei criminali per le interviste. Non possiamo permettere che i nostri gli crescano credendo che da un crimine si possa guadagnare. Il post viene rmato da 36 mila persone e condiviso migliaia di volte su Facebook e Twitter. Le grandi aziende, sempre pi attente agli umori dei consumatori, non restano indifferenti. Nestl, LOreal, Vodafone Espana, Donuts, Bayer e Campofro decidono di togliere i loro spot dalla trasmissione. Il programma va in onda con una sola pubblicit e rischia la chiusura. Il presentatore Jordi Gonzalez prima accusa Herreros di essere stipendiato da una rete rivale, poi parla di censura. Ora La Noria va in onda dopo la mezzanotte, con contenuti differenti. Herreros commenta cos: Credo che facendo pressione sulle imprese si possa creare una televisione differente. Non sapevo di poter trovare la chiave giusta, ma oggi posso dire che non impossibile.