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CAPITOLO 1 Tonnellate di neve, distribuite in particelle ovattate, inondavano la citt conferendo al paesaggio un aspetto di candida quiete.

Quella tormenta si avvicendava in un ambiente cos malsano dando limpressione di essere un fenomeno paradossale. In effetti una nevicata di simile portata ci si era abituati a vederla in zone dove la natura esercitava il suo predominio assoluto sulluomo, dove le tracce di antropizzazione erano ridotte alle insignificanti orme dei viandanti, dei pastori o dei lavoratori di terra. I fiocchi, in quegli istanti, si posavano con veloce leggerezza ed occupavano qualunque spazio gli venisse concesso. Il territorio era completamente rivestito da una coltre di bianca lucentezza cristallina che purificava la metropoli, ormai sprofondata nellabisso della deturpazione. << E inutile questo maledettissimo freddo non da tregua! >> Sbrait Guglielmo nella sua intolleranza meteoropatica. Era soltanto il quattro febbraio e gi era in cerca di qualche traccia primaverile. Si trovava in una fase di nervosismo esasperante. Aveva per un attimo abbandonato il suo tavolo da lavoro per disporsi davanti alla finestra e riprendere un po di serenit danimo che in quei momenti pareva si stesse affievolendo. Guglielmo stava perdendo la testa per risolvere un caso molto complicato di divisione ereditaria di una sua cliente, purtroppo per le sue trepidazioni lavevano distratto ed oppresso definitivamente. Era passata una settimana dal suo ultimo tiro ad una sigaretta e da questastinenza non aveva tratto alcun giovamento. Limprovviso abbandono del fumo era scaturito da una serie di molteplici malesseri che si erano distribuiti nelle diverse regioni del suo organismo: dolori di stomaco, mal di testa frequenti, insonnia e finanche crisi asmatiche immotivate. Del resto il suo stile di vita non che fosse dei pi consoni; in passato non si era tirato indietro di fronte a nessun vizio. Se poi si aggiungeva perfino una buona dose giornaliera dalcol, ecco che i conti ritornavano ed il quadro diagnostico disastroso cominciava a rendersi maggiormente nitido. Quindi lunica soluzione per uscire da questa situazione poco confortante era quella di seguire la retta via percorrendo una strada un po pi salutare, anche a costo di attuare qualche rinuncia. Guglielmo aveva solo trentacinque anni, ma formulava pensieri ed ossessioni di una persona di mezza et. Teoricamente gli rimaneva ancora molto da vivere ma gi gli gravava addosso il peso della senilit. Si era accorto da quelle piccole scalfitture, che gli erano sorte sulla fronte e sugli occhi, che la giovinezza stava pian piano svanendo. Aveva capito che il tempo, oltre una certa 1

soglia, diventava terribilmente infame e che attraverso una logoramento indiscreto ti avviava ad un lento processo di decomposizione. Ecco perch tutte quelle precauzioni immotivate. Lobiettivo che Guglielmo si prefiggeva perci non consisteva nel mantenere leterna giovinezza, ma nel raggiungere semplicemente la vecchiaia ritardata. Dopo questa piccola pausa, allapparenza rilassante, decise per lennesima volta di rimettersi al lavoro. Ritorn verso la scrivania zoppicando: quattro giorni prima aveva battuto violentemente la rotula contro il termosifone della sua stanza da letto. Il ginocchio gli si era gonfiato terribilmente. Fortunatamente quel dolore, inizialmente straziante, si era attenuato con unalacrit sorprendente. Dopo una giornata passata nelle sofferenze pi atroci, la brutta tumefazione si era rapidamente riassorbita cancellando quasi completamente gli effetti del trauma. Tuttavia la sua andatura rimaneva ancora incerta infatti nel camminare tendeva ancora a barcollare. Quando torn a sedersi scrut con amarezza il disordine che lo circondava, aveva limpressione di trovarsi affondato nel bel mezzo di una discarica: qualunque oggetto della stanza era disposto in modo insensato. Quei libri, carte, fascicoli, rilegature seguivano ognuno il proprio istinto selvaggio e, senza pi alcun controllo, si lasciavano coprire dal pulviscolo. Erano ormai dei relitti alla deriva che si piegavano di fronte al loro inevitabile destino. Il lavoro lo tenne occupato e lo distrasse per un paio dore, fino a quando sent il cellulare squillare. Il trillo del telefonino lo fece sobbalzare leggermente. Rispose, era sua moglie. << Pronto! >>, url Guglielmo con una voce sepolcrale. << Sono io caro, ti volevo chiedere a che ora tornavi. >> Disse sua moglie con un tono dolcemente intimorito. << Rientro intorno alle nove.>> La puntualit era il suo forte. << Ok ciao caro. >> << Ciao amore ci vediamo tra poco >>. Non appena chiuse il ricevitore Guglielmo perse tutta la sua forza di volont e dovette cedere le sue energie alla stanchezza che si era accumulata durante lintera settimana. Prima di congedarsi dallufficio, visto che il suo computer portatile era acceso, volle connettersi un attimo in internet per visionare le notizie e gli avvenimenti del giorno. Cera in rete la solita spazzatura: una delle attrici pi famose del momento si era dichiarata lesbica, un cane aveva salvato la vita a due persone, un uomo era stato trovato morto nei pressi di una campagna, il primo ministro si era fidanzato con una donna che aveva la met dei suoi anni. Infine, per chiudere la penosa rassegna mediatica, venivano dati dei consigli su come sconfiggere leiaculazione precoce.

Guglielmo, ogni volta che si immergeva alla lettura di quelle vicende, sperava di trovare qualche informazione interessante o intelligente ma, a fine consultazione, rimaneva puntualmente contagiato da un senso di tediosa scontentezza che gli faceva comprendere quanto fosse banale lesistenza terrestre. Guard il bizzarro orologio appeso sul lato nord della sua stanza: segnava le otto e trenta. Erano anni che non sostituiva la pila a quellaggeggio ticchettante, pareva che stesse in moto sin dallalba dei tempi. Aveva delle lancette oblunghe e acuminate, mentre i numeri neri che si contrastavano al quadrante bianco erano in stile romano. Questultima caratteristica a Guglielmo non che gli andasse particolarmente a genio. Lui gli oggetti antichi li considerava obsoleti e, secondo la sua opinione, ostacolavano con il loro anacronismo lavanzamento del progresso tecnologico. Lo avrebbe senzaltro sostituito altrimenti cera il rischio che la sua clientela, fino alla fine della sua carriera, sarebbe stata composta soltanto da un esercito di vecchi bacucchi. Finalmente decise di andarsene, serr quindi la porta del suo studio con quattro mandate, salut gli ultimi due colleghi stacanovisti che si intrattenevano a lavorare e si precipit, nonostante linfermit dovuta allarto malandato, per le scale con limpeto di un ragazzino. Quando giunse in corrispondenza del primo piano, not che la luce fluorescente che illuminava quella zona di condominio, si stava per fulminare. Emanava dei bagliori intermittenti che conferivano quasi un effetto ipnotizzante. Sicuramente gli inquilini del palazzo avevano notato che la lampadina versava in uno stato di agonia e stesse per raggiungere il punto di non ritorno, come pure indubbiamente avevano rilevato che i muri color creta del piano terra stessero lentamente perdendo lintonaco, forse per una fuoriuscita di umidit. Per la verit questa seconda grana si perpetuava da oltre due mesi e, sebbene fosse di una gravit non trascurabile, tutti gli abitanti delledificio continuavano a fare lorecchio da mercante a tempo indeterminato. Guglielmo si promise che, lindomani mattina, ad una buonora, avrebbe contattato un tecnico per cercare perlomeno di risolvere quel misterioso sgretolamento di rinzaffo. Si port allesterno dellabitato, di fronte gli si par lenorme manifesto elettorale in cui veniva pubblicizzato un politico del partito democratico. Nellimmagine si vedeva un uomo di circa cinquantanni, brizzolato, con la fronte alta, le sopracciglia ben levigate, ed un sorriso smagliante che produceva un effetto di bonaria malvagit. Vestiva, sebbene la fotografia ritraesse solamente il suo corpulento mezzobusto, con una giacca blu oltremare ed una cravatta nera. La sua frase propagandistica diceva: Con me c posto per tutti. Che massa di stronzi! si disse Guglielmo nellammirare lorribile spot propagandistico.

Aveva sempre posseduto una mentalit di sinistra ma non votava da oltre quattro anni e non ci sarebbe stato statista in grado di smuovere la sua astensione perpetua. Questo pensiero lo tenne momentaneamente distratto dal gelo che imperversava nellaria. Improvvisamente si rese conto di essere stato vittima di un potentissimo sbalzo termico, creatosi dal passaggio tra ambiente chiuso ed aperto. Ebbe un forte brivido lungo la schiena che gli provoc un movimento convulso e al tempo stesso ridicolo. Accovacciato lungo le sponde di un marciapiede giaceva un mendicante intirizzito dal freddo che, talmente impegnato nellimpresa di non far scendere la propria temperatura corporea, non riusciva a trovare le energie per elemosinare. Guglielmo frug nelle tasche del proprio piumino, estrasse una manciata di spiccioli e li offerse al povero clochard. Fu fiero della sua buona azione, avrebbe voluto effettuare una donazione pi cospicua, ma temeva che quel barbone potesse essere in realt un impostore che stesse recitando la parte dello straccione. Meglio non essere troppo generosi pens Guglielmo. Con questa scusa volle giustificare lelargizione di quel suo miserabile finanziamento. Com possibile che un millantatore rischi di morire assiderato per detrarre ai passanti una quantit risicata di monete di scarso valore? Due sono le risposte: o era un lestofante deficiente, oppure non si trattava di un imbroglione. Si avvi, controvento, al raggiungimento della sua smart, parcheggiata a duecento metri di distanza. Fu davvero unimpresa pervenire lambita automobile. Lopposizione alle forze eoliche gli comport lo stravolgimento dei capelli e la refrigerazione del viso. Giunse stremato alle portiere della macchina. Si sent come un viandante solitario immerso nella steppa a combattere contro il Sarma siberiano. Aveva gli occhi semichiusi e, anche quando entr nellabitacolo, continu imperterrito a sfregarsi le mani. Se si fosse prolungato in quellisterico attrito avrebbe senza dubbio acceso un fuoco, perch i suoi palmi stavano diventando, a poco a poco, delle vere e proprie pietre focaie. Inser e gir le chiavi nel cruscotto ed accese lauto. Visto che lorizzonte attraverso i vetri appariva sfocato, Guglielmo aspett qualche minuto affinch la visibilit tornasse adeguata. Nel frattempo accese laria condizionata e si tolse lingombrante cappotto che assomigliava ad una tenuta spaziale. Durante la liberazione da quellindumento soffocante, scorse, depositato nel portaoggetti della smart, un pacchetto di sigarette abbandonato.

Non era mai stato aperto da alcun essere vivente, tant vero che rimaneva ancora protetto dalla sottilissima pellicola trasparente che ne decretava la verginit. Laveva acquistato sicuramente sua moglie inconsapevole della scelta del nuovo stile di vita del marito. Guglielmo fu tentato a scartarlo per assaporare leffetto tranquillizzante del fumo. Non per una crisi di astinenza ma soltanto per corrispondere allingenuo gesto tenero della sua amata met. Fortunatamente riusc a dominarsi, la forza di volont lo diresse a concentrarsi unicamente al viaggio di ritorno. La nicotina era adesso una dipendenza archiviata. Scelse comunque di non buttare linvolucro adescatore e si decise infine a partire. Il traffico a quellora era ancora sostenuto, i mezzi di trasporto fluivano ininterrottamente. Guglielmo ebbe qualche difficolt per immettersi nella via principale perch tutti i guidatori, gi in movimento, approfittavano della loro precedenza per non lasciare scampo a chi, sostante o proveniente da unarteria secondaria, voleva entrare a far parte di quella processione composta da smog e rumore. I semafori contribuirono a ostacolargli ulteriormente il cammino, in lontananza segnalavano sempre il verde, mentre non appena Guglielmo giungeva al loro cospetto, ecco che magicamente la luce rossa, che era preceduta da unistantanea luminescenza gialla, gli sbarrava il passo. Il loro timer pareva che fosse stato calcolato in base ai movimenti del povero autista il quale, puntualmente, controbatteva alle loro segnalazioni con imprecazioni non proprio cortesi. Il colpo di grazia ai nervi di Guglielmo fu dato da unambulanza che arriv sparata dalle retrovie e con un frastuono colossale. Il veicolo della croce rossa non teneva neanche conto della circolazione impossibilitata: si avviava con velocit folle verso il suo obiettivo, come se le strada fosse sgombra da qualsiasi elemento vitale. Fortunatamente Guglielmo ebbe la prontezza dei riflessi di scostarsi tempestivamente e lasciarlo passare. Se tutta questa baraonda gli aveva creato uno stato di disagio, il peggio doveva ancora subentrare. Arriv carico di stress in una strada secondaria per posteggiare la macchina nel garage pubblico. Questa volta per non ebbe contrattempi, infatti lautosilo segnalava dei parcheggi ancora liberi. Percorse la discesa con molta calma, rafforzato dal conforto che si trovava agli ultimi atti di una giornata massacrante e si intrufol nel primo spazio che riusc a distinguere. Dopodich usc dallautomobile, la chiuse con il telecomando e punt dritto a casa sua. Il box era tetro, forse perch non era illuminato a dovere, ed ebbe limpressione di trovarsi prigioniero di una catacomba. Fu in quellistante che tutto cambi e che la sua vita fu completamente sconvolta. Gli parve di vedere delle sagome nere, simili ad ombre, aggirarsi con 5

passi felpati e movenze feline a qualche metro di distanza. Fu una visione di pochi secondi, forse si era sbagliato, probabilmente la stanchezza gli stava giocando un brutto tiro. Si sent improvvisamente debole ed il respiro inizi a mancargli; ebbe la sensazione di avere un gran peso sulla testa ed incominci anche a sudare freddo. Lo spavento evidentemente conduceva a queste sensazioni spiacevoli. Guglielmo, dopo questo breve calo, riprese la padronanza di se perch si rese conto di essere stato vittima di una paura completamente immotivata. Quelle forme nere potevano essere semplicemente delle persone che come lui cercavano un posto libero da riservare alla propria auto, purtroppo per tale ipotesi fu subito smentita. Stavolta il mancamento torn preponderante, si inginocchi come un religioso nellatto di penitenza ed il cuore impose delle pulsazioni sfrenate e violente. Lultima immagine impressa nella sua memoria fu data da uninsieme di puntini, simili a stelle, che gli occultarono definitivamente la vista.

CAPITOLO 2 Quando riprese conoscenza ebbe un attimo di smarrimento. Si sentiva stranamente meglio nonostante temesse un ritorno degli acciacchi appena accusati. Riconobbe lambiente ed il punto in cui si trovava, anche se non corrispondeva con la zona dello svenimento. Guglielmo ebbe la consapevolezza di essere stato, nel momento in cui aveva accusato il collasso, trascinato per circa una ventina di metri dal luogo fatale. Sicuramente i suoi attentatori lavevano spostato per non lasciare in bella vista il suo corpo incosciente, non a caso era stato sistemato ai bordi del grande parcheggio, in prossimit di una colonna portante che lo nascondeva meticolosamente da possibili sguardi indiscreti. La prima cosa che elabor appena si ristabil fu quella di una rapina. Per tale motivo fece immediatamente unispezione nelle tasche del cappotto per stabilire un bilancio sugli eventuali oggetti rubati. Non mancava niente: allappello dei suoi polpastrelli risposero tutti gli oggetti che potenzialmente potevano essere stati sottratti. Questo controllo dallesito positivo gli fece tirare un sospiro di sollievo e contemporaneamente gli insinu un sentimento di sgomento. Quale fine avevano quelle figure celate di nero? Di chi si trattava? E cosa gli avevano procurato? Tent di alzarsi e, mentre faticava rimettersi in posizione eretta, gli balz nel cervello un pezzo di una vecchia canzone che evidentemente in tale situazione era molto attinente. La strofa che gli si inton nei neuroni citava le seguenti parole: La vita sopra il pavimento tutta unaltra prospettiva, il tempo si trascina lento e nonostante ci ci si ammuffisce prima Non ci fece caso alla melodia che linconscio gli aveva iniettato nella mente, voleva andarsene alla svelta da quel posto cavernoso. Si dette una ripulita, con una serie calibrata di manate, ai pantaloni insozzati di polvere e si rimise in cammino con lapatia di chi, sottoposto alla perenne tortura della disgrazia, rimane indifferente al dolore. Se non altro la strada di casa la ricordava ancora. Arriv alla sua dimora intorno alle ventuno e cinque; riconobbe, sebbene si trovasse immerso nel buio, le innumerevoli piante addossate e la mescolanza di colori e di odori piacevoli che esse 7

emanavano, nonostante lintervento coprente della neve. Si sporgevano dalle inferriate del giardino, con un portamento di benvenuto, i piccoli fiori bianchissimi e profumatissimi del gelsomino e i capolini sferici e gialli ed altrettanto fragranti della mimosa. Destate poi la natura esplodeva in tutta la sua bellezza e le altre piante ornamentali presenti come: Camelia, Magnolia, Clerodendrum, Gardenia, trasformavano la residenza della famiglia Verbano in un piccolo appezzamento di Eden. A gestire quella flora paradisiaca cera sua moglie Monica, grande appassionata ed esperta di botanica. Il suo era un lavoro minuzioso, quasi maniacale, utilizzava gran parte del tempo concessogli per studiare e curare sino al minimo dettaglio quellenorme mole di vegetazione messagli a disposizione. Quasi ogni mese acquistava del materiale che fosse attinente con questo tema: libri, concimi, strumenti da giardinaggio, vasi; inoltre si dovevano aggiungere le consultazioni giornaliere interattive che le avevano conferito un bagaglio culturale insuperabile. Guglielmo apr il cancello principale e subito sent i passi saettanti del cane festante che gli veniva incontro. Il suo mammifero domestico era un animale docile, intelligente e fedele; aveva un unico difetto: lelemento linguistico che lo distingueva rispetto alle altre forme di vita. Era conosciuto come Wine, il che era abbastanza imbarazzante per una razza di nobili tradizioni come quella dei Labrador. Quel nomignolo cos cattivo Guglielmo glielo aveva affibbiato non perch Wine fosse un assiduo frequentatore di enoteche, ma per via del suo pelo nerissimo, pi oscuro della notte, che aveva ereditato dai suoi antenati, dispersi chiss dove. C anche da dire che il povero animale si era salvato la reputazione da un nome molto pi rivoltante, antiestetico e cacofonico. Infatti Guglielmo ai primordi, quando volle battezzarlo, voleva chiamarlo addirittura Petrolio. Daccordo ad appioppare lidentit ad un essere vivente in base alle caratteristiche che si ritrova, ma addirittura a paragonarlo ad un idrocarburo, credo sia troppo umiliante, sebbene si tratti di un individuo incapace di intendere e di volere. Comunque sia andata la faccenda, sono convinto che se Wine avesse avuto la possibilit di esprimersi e di agire, indubbiamente si sarebbe recato allufficio anagrafe a modificare i propri dati personali. Wine volle manifestare il suo affetto poggiando le proprie zampe anteriori sulle gambe del padrone, guardandolo con lammirazione ed il rispetto che si riserba ad un re. Guglielmo non riusc a ritrarsi e, constatando lumile devozione della bestia, lo accarezz con distaccata gioia. Sulla soglia di casa ebbe laccortezza di asciugarsi le suole delle scarpe inumidite sullo zerbino rosso che portava la scritta welcome. Dopodich entr nellampio e poco illuminato soggiorno ed appese il proprio piumino allattaccapanni che si trovava accanto alla libreria in legno, stracolma di volumi mai utilizzati.

Sent i passi di Monica provenire dalla cucina che si dirigevano verso di lui. Guglielmo temendo che il suo aspetto fosse trasandato, per non suscitare alcun tipo di sospetto, fu costretto a tuffarsi e chiudersi, con una doppia mandata in bagno. Le pareti della camera per i servizi igienici erano rivestite da piastrelle di colore azzurro, mentre il pavimento in ceramica era di un bianco sbiadito. Si mise davanti allo specchio e, con grande stupore, not che il suo aspetto si era mantenuto abbastanza presentabile. Era tuttavia un po spettinato ed aveva sul volto, in corrispondenza dello zigomo destro, una macchia nerastra di grasso, formatasi sicuramente durante la caduta. Si insapon le mani, apr il rubinetto del lavabo e si dette una bella sciacquata sulla faccia per far svanire qualunque traccia di sporco. Non cerano asciugamani pertanto dovette arrangiarsi con dei fazzoletti depositatati sulla mensola in vetro, situata perpendicolarmente al mobile a specchio. Guglielmo per, dopo una serie di lavaggi del viso, si sentiva ancora terribilmente laido. Volle quindi concludere ed eliminare qualunque segno di quella sventura con una doccia purificatrice. Fu durante latto di svestirsi che sent un improvviso bruciore al ventre. Il dolore era pungente e superficiale. Ci volle molta cautela per sfilare sia la maglia di lana e sia quella di cotone, a diretto contatto con la pelle. Non appena rimase a torso nudo pot constatare con orrore lo strano ricordo che le ambigue figure gli avevano lasciato. Era una striscia rossa, di una decina di centimetri, simile ad una scottatura, che partiva e terminava allombellico, circumnavigando cos lintera circonferenza corporea. Entr senza fiatare nella cabina della doccia e gir le manopole dirrigazione in senso antiorario. Mentre le minute gocce dacqua lo attraversavano, diramandosi ognuna verso un itinerario improvvisato, esplose in un pianto irrefrenabile. Quella cascata ininterrotta di lacrime non era dovuta tanto al dolore che tutto sommato risultava sopportabile ma piuttosto alla paura dellarcana marchiatura. Lo sfogo si dirad nel momento in cui si infil laccappatoio celestino. Dopodich con la prudenza di uno svaligiatore professionista, si rivesti, in silenzio, con i medesimi abiti con i quali era entrato. Non doveva far percolare alcun tipo di comportamento strano, altrimenti sua moglie lo avrebbe costretto a recarsi al pronto soccorso. Lui per quella sera, invece, voleva solo riposarsi, anche a costo di morire; ne aveva avuto abbastanza di quella giornata allinsegna della disdetta. Entr in camera da letto, si appropri del pigiama e, con la velocit di un illusionista se lo mise indosso. Pochi secondi dopo scorse Monica che lo ammirava con aria compiaciuta ed innamorata. Da quello sguardo Guglielmo intu che non sarebbe stato difficile interpretare la parte della persona serafica. 9

Monica aveva due anni in meno di Guglielmo, era una donna alta circa un metro e sessantacinque, di corporatura snella e di carnagione chiara. sulla testa gli scendevano dei capelli lunghi lisci, tinti di colore castano-rossiccio. Aveva dei magnifici occhi verdi magnetici che erano coperti da degli occhiali dotati di una montatura trasparente che tuttavia non nascondevano le aggraziate fattezze del viso e delle pupille. Nonostante usasse truccarsi molto di rado, riusciva comunque a mantenere un bellaspetto. Nessuno lavrebbe mai giudicata negativamente e nessuno si sarebbe mai azzardato a infierirgli qualche complimento volgare, forse perch il suo atteggiamento da brava ragazza incuteva agli sconosciuti il timore ed rispetto che si vengono a creare davanti alle figure divine. Qualcuno, probabilmente tra i pi critici, avrebbe detto che era troppo esile e che non aveva il petto troppo sviluppato, ci nonostante quella sua magrezza metteva maggiormente in risalto la bont e la gentilezza, tipica di ogni animo femminile. Aveva un carattere mansueto ed ottimista, rarissimamente si arrabbiava, tuttavia alcuni giorni i suoi occhi emanavano i segni di una rassegnata insoddisfazione silenziosa. Purtroppo non lavorava e passava le sue giornate nella monotonia delle faccende botaniche e domestiche. Forse la presunta infelicit non risiedeva nella noia causata dalla routine quotidiana, ma dal fatto che soffriva di una solitudine smisurata. Incontrava nellarco della settimana pochissime persone e, nel weekend, andava a trovare i propri genitori che risiedevano a circa venti chilometri di distanza. Quel lieve appassimento Guglielmo laveva captato e aveva pi volte provato a spronare la sua riservatezza per far riemergere quei sentimenti celati ma, dopo diversi tentativi, limpresa era stata tralasciata. Probabilmente la sua scarsa insistenza era finalizzata al mantenimento di quellequilibrio coniugale che faceva sopravvivere una famiglia e diventava linvestimento futuro del benessere dei propri figli. Provava un senso di colpa nel vedere lavvizzimento di quella splendida creatura. In fondo lui laveva spinta al matrimonio. Non aveva come al solito calcolato con cinico realismo che la felicit lenorme miraggio dellesistenza umana. Stavolta per la compassione fu messa da parte, era stanchissimo e preso dalla voglia di riposo. And incontro alla consorte, labbracci, evitando il pi possibile il contatto addominale, e gli stamp sulle labbra un bacione da stroncare il fiato. << Gi ti sei messo il pigiama amore? Comunque la cena pronta, se hai fame ci possiamo dirigere direttamente in sala da pranzo >>, fece Monica con maniere melliflue. << Ai suoi ordini mia dolcissima anima gemella. >>, rispose Guglielmo in tono cavalleresco. Questa frase regal un timido sorriso a Monica. Gli piaceva quando suo marito si comportava con ironia romantica.

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Si sedettero e si disposero frontalmente sul tavolo imbandito di pietanze che di l a poco li avrebbe sfamati. La piccola Elisa stava a capotavola, imprigionata in un enorme seggiolone; muoveva freneticamente le gambe e le braccia per la libert impedita o forse per esprimere la contentezza della visione di suo padre. Guglielmo non si pot astenere da quellimmagine di innocenza e di speranza, le and quindi vicino e le e dette, con la delicatezza di colui che maneggia i fiori, un bacio e una carezza sulla testolina dai capelli setosi. A quel punto la bambina approv il gesto tenero abbozzando un sorriso e farfugliando alcune parole incomprensibili, tipiche del linguaggio degli infanti. Durante la cena, a base di pesce, sua moglie per instaurare un discorso elenc le varie faccende sbrigate nella mattinata. << Stamattina sono prima andata dal fruttivendolo, poi ho comprato le scarpe a Elisa e infine sono stata unora e mezza impalata, ad aspettare alla posta, per cercare di pagare la bolletta che dopodomani dovrebbe scadere >>. Guglielmo dava delle risposte telegrafiche. << Brava, menomale che lhai pagata, a me era totalmente sfuggita di mente >>. << Indovina chi ho incontrato, mentre ritornavo a casa? >> fece Monica. << Chi? Vorrei proprio saperlo >>. << La signora Tesere >>. << Possibile? saranno anni che non la vedo >>, controbatt Guglielmo con unespressione stupita. << Purtroppo non se la passa tanto bene, ha divorziato dal marito e gli affari nel suo negozio sono calati di colpo. Lei attribuisce questo decremento delle vendite alla concorrenza che in questi ultimi anni si fatta spietata >>. Ribatt la donna con lo sguardo affranto. << Non solo >>, fece Guglielmo << anche la crisi economica che sta mettendo in ginocchio lattivit della maggior parte dei commercianti >>. << Si hai ragione, sicuramente questo il motivo principale >>. Monica, evidentemente influenzata negativamente da questi aspetti tristi della vita, decise di cambiare argomento e riprese a discorrere con vivacit della cena, che tra qualche giorno, avrebbero dovuto trascorre con gli amici. Che palle, protest Guglielmo dentro di s, non so se domani rester in vita e questa mi viene a parlare di quello che in programma la prossima settimana. Ebbe uneclissi dumore, di colpo si rabbui. La parole di sua moglie gli stavano andando sui nervi, avrebbe voluto intimargli di stare un po zitta, ma trattenne lo sfogo perch ritenne ingiusto 11

scaricare le proprie trepidazioni su una persona inconsapevole degli avvenimenti spiacevoli che gli erano capitati. Fin perci il pasto serale, raggiunse il divano ed accese il televisore per trascorrere le due ore che lo avrebbero accompagnato al sonno. Naturalmente la televisione lasciava a desiderare ed aveva raggiunto dei livelli universali di scadenza incomparabili. Guglielmo, comunque, volle dare unocchiata alle trasmissioni che venivano proposte quella sera, cerano: sul primo canale una fiction da quattro soldi, sul secondo un reality show da degenerazione neuro cerebrale, sulla terza emittente un programma a sfondo politico (i cui invitati coincidevano con quelli della settimana precedente), sul quarto canale un triller anonimo preso dalle fogne di Holliwood e sul quinto un programma a quiz noiosissimo. In questa ridotta scelta rivoltante decise di soffermarsi qualche minuto a seguire il programma sul terzo canale. Erano presenti in studio un conduttore sulla quarantina che ascoltava il parere sulloperato governativo del ministro degli interni. Luomo interpellato era calvo, improsciuttito, con le gote arrossate e con una lieve barba bianca che lo faceva assomigliare ad un ibrido tra un maiale ed un orso polare. Laspetto florido poteva far presumere che fosse affetto da diabete. Esprimeva le proprie opinioni con affanno, come se stesse compiendo una maratona o una scalata alpina. Ogni tanto si prendeva delle piccole pause, altrimenti se avesse parlato speditamente si sarebbe certamente soffocato. Si vantava del suo lavoro e sparava cifre informative senza n capo n coda. << In questi ultimi quattro anni abbiamo ridotto dellotto percento la disoccupazione ed abbiamo fatto calare ai minimi storici linflazione >>. A quel punto si sentiva un voce fuori campo che pareva provenisse dalla strada. Colui che echeggiava era un membro dellopposizione (quello che Guglielmo aveva visto sul manifesto poco prima di rientrare a casa) che smentiva i dati appena dichiarati. << Mio caro ti stai sbagliando alla grande, linflazione, soltanto in questultimo trimestre, cresciuta di zero virgola due punti, mentre nellultimo anno, si registrata una perdita di circa diecimila posti di lavoro >>. << Stai zitto tu! >>, rispondeva lorso-maiale, << che sei stato messo in parlamento sotto raccomandazione di tuo padre >>. << Come ti permetti insolente, chiedimi immediatamente scusa! >>. << Come ti permetti tu raccomandato tangentista! >>. Il dialogo dopo quelle poche battute si faceva infuocato e dava libero arbitrio alla violenza verbale. Il presentatore provava a placare gli animi dei due battaglieri ma con esito inutile. Nel frattempo si sovrapponevano anche le voci del pubblico presente e degli altri ospiti invitati alla trasmissione che difendevano, in base al proprio schieramento, una delle due parti in contrasto. 12

Guglielmo ne ebbe abbastanza, ogni settimana si ripeteva irrimediabilmente lo stesso copione. Non cera speranza, sempre le stesse facce in politica, da oltre quindici anni, si contendevano il potere; era diventato il maggese degli incarichi istituzionali. Prima di cambiare canale, gli venne in mente la seguente allegoria: la politica come un mazzo di carte da gioco, ripropone ciclicamente le stesse figure. Spinse il bottone del telecomando a caso e capit su un documentario che trattava di un oceanografo che stava conducendo una ricerca sulle traiettorie che prendono gli oggetti abbandonati nel mare che vanno alla deriva. Lo studio di questo fenomeno, denominato flotsam, era finalizzato a capire i movimenti delle acque marine. Di tutto era stato trovato negli oceani: lampadine, sigarette, denti finti, bottiglie, scarpe, matite, pezzi di satellite ecc.. Quella illustrazione divulgativa gli dette la batosta narcotizzante finale. Per tale motivo spense la tv, si alz dal divano e si diresse in camera da letto. Il corridoio che precedeva la stanza matrimoniale era adornato sulle due pareti da numerosi quadri di effimero valore. Mostravano perlopi paesaggi naturali: pinete, montagne inviolate, spiagge malinconiche attraversate da barche; cerano anche dei ritratti di persone dallaria enigmatica e poco rassicurante. Guglielmo in quegli istanti di deambulazione si volle soffermare su unopera in particolare: era raffigurata unantica piazza, vista dallalto, che veniva letteralmente gremita di persone, le quali si accalcavano nelle vicinanze di quello che doveva essere un palchetto, montato per loccasione. Dava limpressione che la gente si fosse riunita per un grande evento, come: una festa patronale, unincoronazione, o una pena capitale. Cerano nel dipinto individui di tutti i ranghi sociali. Nelle prime file sedevano compostamente le figure pi illustri, che senzaltro appartenevano ai ceti pi abbienti. I loro vestiti erano caratterizzati da tinte luminose e sgargianti, alcuni portavano delle pellicce, tutti possedevano mantelli, guanti, copricapo a punta e gioielli. Gli uomini avevano pantaloni aderenti, camice ed una pettinatura a frangia con i riccioli sulle tempie. Le donne indossavano abiti stretti e veli per celare i capelli. I poveri invece erano vestiti con un abbigliamento pi semplice pi tetro e privo di decorazioni. Le capigliature erano lunghe, la barba incolta e, nella loro disposizione confusionale, quasi lottavano per contendersi la vista dello spettacolo. Chi invece non aveva problemi, n di visuale n di spazio, erano coloro che ammiravano la manifestazione dalle finestre e dai balconi dei palazzi circostanti la piazza. Essi si sbracciavano, si sporgevano e forse insultavano la folla sottostante, dato che usufruivano del vantaggio e dellonnipotenza che gli conferiva la loro altitudine. 13

Era per Guglielmo un rito quello di soffermarsi ad analizzare limmagine della festa in quellagora anonima. Voleva capire le intenzioni dellartista: che tipo di celebrazione avesse voluto rappresentare e a quale epoca risalisse. Il periodo era sicuramente medioevale, lambiente e le mode combaciavano perfettamente con quellera storica. Per quanto riguarda il motivo delleffige, non si sarebbe potuta trarre nessuna deduzione. Se il pittore si fosse degnato almeno di inserire un titolo si sarebbero desunti dei ragionamenti un po pi particolareggiati. Il mistero emblematico si protraeva da diverse generazioni. Anche suo nonno e i suoi genitori si erano posti i medesimi dilemmi. Si erano poi scaricati e liberati dalla responsabilit dellarcano, donando il bene ai diretti consanguinei. Pure Guglielmo in mancanza di una soluzione concreta era destinato a seguire la stessa prassi. Unamica di sua madre, la signora Clotilde Rubeni, una vecchiaccia di novantanni, asseriva che si trattava della presa al trono di Giangaleazzo Visconti, duca di Milano. Non si sa bene sulla base di quale criterio fosse stata elaborata questa deduzione. Ella era maestra nello sparare formulazioni nate dal nulla. Di una cosa si era certi: che raccontava una montagna di frottole. Circa cinque mesi prima aveva sostenuto di aver visto un disco volante, mentre si trovava a stendere le robe sul terrazzo. Lho visto!, diceva in lingua italo dialettale, era na stronava marziana, di quelle che accidano li omini!. A questo punto viene da chiedere: come poteva la signora Rubeni aver visto un ufo con una cataratta che non gli permetteva nemmeno di capire quale fosse il suo aspetto quando si specchiava? Purtroppo non la si poteva nemmeno smentire, altrimenti si incavolava e ti riempiva di bestemmie. Meglio lasciarla perdere e far finta di credere alle sue bugie. Guglielmo raggiunse il tanto ambito luogo di riposo e con un balzo atletico si tuff nel giaciglio caldo ed accogliente. Accese la lampadina posta sul comodino e si mise a leggere un romanzo di Gogol che aveva lasciato in sospeso il giorno precedente. Non comprese nulla di quello che cera scritto, anche perch i muscoli del collo non riuscivano pi a sostenere il capo e gli occhi si serravano contemporaneamente e di loro iniziativa. Abbandon quindi il libro sul mobile in un torpore imponente che lo teneva imprigionato tra il sonno e la realt e si avvolse tra le coperte come un baco da seta. Nel bozzolo composto da strati di piumino, plaid di lana e lenzuolo, veniva compresa anche la testa. Guglielmo era uno dei pochi al mondo ad adoperare un avvolgimento totale perch considerava lesclusione del cranio, dai vantaggi dei veli accaloranti del letto, quasi una forma di 14

pregiudizio imposto dalla societ. Lui era un uomo equo: anche la parte superiore dellorganismo meritava la protezione verso gli agenti esterni. Non gli venissero quindi a reclamare il diritto di imballarsi a proprio piacimento. Il capo rientrava nellanatomia di un essere vivente e dunque meritava gli stessi benefici. In questa forma di isolamento ermetico lunica apertura, necessaria per la respirazione, era ubicata in prossimit della bocca. Poteva capitare, in alcuni casi, che lo spiraglio fosse mal costituito; pertanto erano necessarie innumerevoli prove di pazienza per riuscire a conseguire delle pieghe per il passaggio dellaria degne per fronteggiare la notte. Nonostante Guglielmo stesse affondando in uno stato di torpore dilagante, riusc a distinguere, sebbene con unelaborazione sensoriale ottenebrata, i rumori che il vasellame da tavola e da cucina produceva allinterno della lavastoviglie. Il caos che si generava innanzitutto copriva con una coltre frastornante ogni vibrazione sonora che si fosse alimentata in quegli istanti, inoltre si sviluppava in maniera incostante; cerano degli alti e dei bassi: si andava da un fenomeno acustico simile ad un bollore, ad un ronzio che cresceva man mano, fino somigliare al baccano di un motore a scoppio; il tutto era intervallato da brevi momenti di quiete che non permettevano, a chi si fosse trovato in tale situazione, di abituarsi al tumulto creatosi. Questa volta Guglielmo non risent di alcun problema uditivo, era gi troppo lontano con la mente per destabilizzare lirreversibile processo di intorpidimento che lentamente avanzava e si diramava nel suo corpo. Anzi il pandemonio formatosi gli parve quasi una musica soave, tantevvero che si sent finalmente contento e si mummific in una dormita da animale in letargo, soprattutto perch era inconsapevole che la fase REM gli stesse tramando una trappola a dir poco spiacevole.

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CAPITOLO 3 Il mondo dei sogni gli dipinse uno scenario alquanto suggestivo. Cera un prato di un centinaio di metri quadrati, circondato da un insieme di alberi che formavano una sorta di recinto ed impedivano la visuale a distanza, come se ci fosse stata una cortina impenetrabile. Si trattava sicuramente di betulle perch presentavano sul tronco biancastro delle screpolature nere e le loro foglie romboidali spuntavano dai rami penduli e sottili. Guglielmo oltre alle betulle riconobbe dellaltra vegetazione arborea: non ne fu sicuro ma gli parve che ci fossero anche degli abeti e dei larici. Al centro di questa foresta sbucava uno stagno, illuminato dal crepuscolo, dove una dozzina di persone stavano guardando e commentando, con delle espressioni preoccupate e contemporaneamente pensierose. Qualcuno blaterava ma si riuscivano soltanto a percepire dei bisbigli insignificanti. I toni del dibattito allaperto erano comunque turbati e pacati, quasi silenziosi, forse per incutere un contegno rispettoso. Guglielmo saccorse immediatamente degli abiti strampalati che avevano indosso i protagonisti di quellirreale vicenda. Il loro vestiario risultava abbastanza antiquato se lo si fosse comparato con quello del ventunesimo secolo: le marsine, i panciotti, le finanziere, le pettinature schiacciate, gli orologi a cipolla, gli parvero tutti elementi di natura ottocentesca. Prov a compiere alcuni passi ma, purtroppo, procedette con molta lentezza. Si sentiva un peso sulle gambe, faceva fatica a muoversi ed ebbe la sensazione che qualcuno si fosse aggrappato agli arti inferiori e gli stesse impedendo lo svolgimento di un cammino regolare. Mentre si avviava verso la radunata, un signore lo scorse da lontano, gli rivolse lo sguardo e punt decisamente nella sua direzione, manifestando una certa contentezza. Evidentemente si conoscevano e si erano dati appuntamento. Appena gli fu vicino, Guglielmo gli pot distinguere i tratti somatici: era un bel giovane di media altezza e di magra corporatura; aveva dei capelli neri e dei baffi ben curati; portava dei pantaloni e una giacca grigia su una camicia bianca. Una cravatta nera nichelava definitivamente la sua eleganza. Luomo attacc a parlare con gaudio contenuto, forse perch le circostanze non glielo permettevano: << Signor commissario labbiamo trovata! >> << Era ora Louis, sono quattro giorni che perlustriamo questo bosco della malora >>. Rispose Guglielmo spazientito e disinvolto. Come faceva a sapere il nome di quel presunto collaboratore? E come faceva a conoscere il contesto di quella scena mai vista prima? 16

In realt Guglielmo, sebbene fosse consapevole che le immagini proiettate dal suo inconscio fossero completamente fuori da ogni logica, si muoveva e parlava con spigliatezza, perch non era padrone delle proprie azioni. Sembrava che agisse sotto la volont di una regia invisibile, come se stesse recitando il copione di una coreografia teatrale o cinematografica. Pertanto qualunque mossa egli compisse, non sarebbe stata il frutto di un suo personale ragionamento. Questo gli dest un po di preoccupazione perch temeva che potesse prendere qualche iniziativa pericolosa, dato che era ignaro della piega che avrebbero assunto gli avvenimenti futuri. Mentre si instradavano verso il punto di attrattiva, Louis riprese a raccontare i particolari del ritrovamento: << dovrebbe essere morta per annegamento da almeno cinque ore, non sembra che abbia subito violenza. Il corpo non labbiamo ancora spostato. Attendevamo un suo parere a proposito e volevamo ancora perlustrare nelle vicinanze per trovare eventuali tracce >>. << Non azzardiamo tesi affrettate, conviene prima aspettare lepicrisi del medico legale. Piuttosto, sai se arrivato il dottor Collet? >> << No, comunque abbiamo mandato Claude ad avvisarlo >>. << Chi lha ritrovata ? >> Domand Guglielmo interessato. << Un cacciatore che si trovava nei paraggi >>. << Tenetelo in stato di fermo e quando potete mandatemelo, vorrei chiedergli alcuni chiarimenti >>. << Se vuole pu parlarci anche subito, ancora qui ad ammirare la sua scoperta >>. << Benissimo >>. Approv il commissario Guglielmo. << prima per voglio dare unocchiata al cadavere >>. Si fecero spazio nella calca di persone. Un tizio robusto con degli occhiali doro e dei basettoni, li squadr con temperamento superbo. Non appena riconobbe il commissario, la sua diffidenza si trasform in cordialit; mise una mano sulla spalla di Guglielmo e disse: << Salve signor commissario, aspettavamo proprio lei, venga ad osservare la tragedia, siamo pronti ad eseguire qualunque ordine ci impartir >>. Guglielmo fu soddisfatto di quanto fosse riverito dai suoi assistenti. Non era poi male la carriera che aveva intrapreso. Cera tuttavia qualcosa che non lo convinceva. Fu stupito di quanto fosse realistico il sogno. Tutto era in perfetto ordine, era la prima volta che la memoria si rifiutava di miscelare i ricordi. Generalmente dava origine a delle storie i prive di senso, seppure avvincenti ed impensabili, ma almeno stavolta non aveva forgiato stravaganze. Dopo aver percorso la radura, giunsero ai piedi dello stagno. La profondit e la nitidezza dellacqua permettevano di visionare senza sforzo il fondale. Cerano diversi sedimenti perlopi 17

costituiti da ciottoli, foglie, radici, ramaglia e altri detriti indistinguibili. In posizione supina vera depositata una ragazza dai capelli biondi e lisci. Doveva avere pressappoco una ventina danni ed indossava un lungo vestito di velluto di un giallo sbiadito. Il viso grazioso, sebbene deturpato dal pallore e dal gonfiore della morte, la vita sottile, le caviglie modellate, le mani affusolate e ben curate facevano ipotizzare che si trattava di una donna accattivante e di nobili origini. Anche da esanime si presentava in uno stato decoroso: i capelli pettinati, gli abiti non sdruciti, e finanche le braccia e le gambe allineate, facevano presumere che il possibile autore del reato si fosse preso la briga di non trascurare la sua vittima. Aveva anche incorniciato ed abbellito quello sfondo macabro e irreale distribuendo intorno al corpo dei fiori e delle ninfee, quasi a voler sprigionare un significato esoterico e fiabesco. A Guglielmo parve una bella addormentata imprigionata in una bara di cristallo; chi lo sa, forse con un bacio si sarebbe potuta destare dallincantesimo e liberarsi da quella prigione soporifera eterna. Si avvicin per osservarla meglio e not un particolare che lo fece trasalire. I suoi occhi non erano normali n per un estinto n per un vivente. Le pupille erano completamente nere, come se gli fossero stati incavati nelle orbite due pallini che si usano per giocare alle bocce. La povera creatura aveva assunto di colpo le sembianze di un fantoccio. Liniziale sentimento di piet, che provava il commissario, si mut subitaneamente in sgomento e disgusto. Magari qualcun altro, anche notando gli strani globi oculari, sarebbe rimasto impassibile, invece Guglielmo si spavent a tal punto che le sue membra furono avviluppate dal tipico senso freddo che subentra quando la paura, arrivata al culmine della sua potenza, in grado di sviluppare una quantit talmente elevata di adrenalina che riesce a squarciare e a turbare le barriere del coraggio. Fu sommerso da unondata di terrore, non pot pi controllarsi ed eman degli urli bestiali: << Nooo! Che schifooo! Salvatemiii! >>. Quando si svegli si ritrov nelle coperte aggrovigliate ed in gran parte sudato. Come avviene alle piante ai primi bagliori mattutini che si ritrovano imperlate di rugiada, allo stesso modo la fronte di Guglielmo si era inumidita del liquido sgorgante dalle ghiandole sudoripare. Sua moglie riposava tranquillamente. Forse le grida lanciate erano incorporate nel sogno, oppure erano fuoriuscite sottoforma di lamenti fievoli perch erano filtrate, in minima parte, attraverso la fortezza dellinconscio. Nonostante la penombra oscurasse linterno della loro abitazione, riusc a riconoscere la conformazione ed il mobilio della stanza nuziale in quanto la fioca luce dellalba trapelava attraverso le fessure rettangolari delle persiane, situate frontalmente al lettone matrimoniale. Grazie 18

a quel minimo contributo solare, fu capace di discernere la posizione delle lancette della sveglia: erano le cinque e mezza; troppo presto per alzarsi e troppo tardi per addormentarsi, un orario odioso per vegliare e che ti imprigiona nel limbo dellindecisione. Non conveniente neanche fare colazione perch se si consuma il pasto precocemente, si digerisce in modo cos rapido che gi tre ore prima di mezzogiorno si viene impossessati da un appetito mannaro. Rimanere disteso a contare il tempo che passava sarebbe stata una tortura estenuante. Si mise in piedi, non solo per sgranchire le gambe, ma pure perch aveva un urgente bisogno di orinare. Si mosse con molta cautela, altrimenti le vibrazioni prodotte dai suoi spostamenti, avrebbero fatto eco sul materasso e sarebbero state percepite da Monica. Nonostante le precauzioni anti-disturbo sua moglie si dest lo stesso: << Gi in piedi? >> Gli chiese con la voce impastoiata da sonno. Guglielmo, appena sent la domanda, imprec nel pensiero; si era premunito di tanti riguardi che in un attimo erano andati a monte. Comunque, non valeva la pena alterarsi per una stupidaggine del genere, ebbe quindi laccortezza di rispondere con garbo: << Devo andare in bagno, vado e torno in un attimo. >> Questa frase bast a Monica per farla immergere nuovamente sul guanciale e per riaddormentarla nel giro di qualche secondo. Guglielmo lo intu dal respiro profondo e regolare che somigliava tantissimo al rumore di uno sfregamento. Non era mai riuscito a comprendere comella potesse cos facilmente ritornare ad assopirsi. Lui, una volta sveglio, non era pi capace di stagnare nuovamente nella catalessi soporifera. Aveva molti problemi non solo nel riaddormentarsi ma anche per approcciare con il sonno. Gli unici momenti propizi adatti alla narcosi, erano quelli che seguivano una mangiata. Immaginatevi quali disagi riscontrava al lavoro non appena terminava la pausa pranzo. Ne nasceva una disputa ai limiti della resistenza che aveva inizio intorno alle due del pomeriggio e terminava non appena la chilificazione si fosse compiuta. Cerc a tastoni linterruttore del WC, lo individu e con un cazzotto ben calibrato lo accese. Dopo aver direzionato la minzione con un getto preciso ed intenso, si alz la maglietta del pigiama per controllare in quale stato fosse la scottatura: il colore rossastro che la caratterizzava si era leggermente attenuato. << Meno male >>, sussurr Guglielmo con un filo di voce, << speriamo che la bruciatura si riassorba completamente >>. Secondo i suoi calcoli, ad occhio e croce, lustione in un paio di giorni sarebbe stata invisibile ad occhio nudo. In quel lasso di tempo doveva essere abile nel non farsi sorprendere da Monica. Bastava che non si facesse vedere a petto scoperto. Per far questo avrebbe dovuto rinunciare al sesso per qualche tempo. Doveva ideare per uno stratagemma plausibile che evitasse che la 19

libidine di sua moglie lo contagiasse. Ebbe immediatamente unottima intuizione: i rapporti sessuali erano momentaneamente sospesi per unirritazione al glande che gli procurava parecchio dolore. Forse linfiammazione gli era venuta a furia dei continui lavaggi con quel sapone dal PH troppo acido al quale era sensibile. Era comunque inutile sprigionare allarmismi perch il problema gli era capitato altre volte e ne era uscito sempre indenne. Congetturando questi artifici, ritorn a coricarsi. Nel letto Monica continuava imperterrita a respirare pesantemente. Guglielmo avrebbe voluto baciarla, ma vi rinunci per non intralciare la sua sana dormita. Si erano fatte le sei meno cinque quando, stranamente, si appisol di colpo. Tra circa unora e mezza si sarebbe dovuto risvegliare per affrontare unaltra giornata di lavoro. Si ritrov catapultato in un altro sogno. Ancora una volta lambientazione principale era caratterizzata da un paesaggio forestale. Cera per una densit arborea molto pi elevata, cosicch i numerosi alberi che gli si paravano davanti, costringevano continuamente Guglielmo a zigzagare lungo il suo tragitto ed impedivano di percorrerlo a passo spedito. E s, perch egli doveva essere sicuramente in fuga da qualcuno, infatti correva allimpazzata da un inseguitore inesistente e verso una meta indefinita. Con la scioltezza e la destrezza delle proprie gambe, miracolosamente non appesantite dallinconscio, riusc a scansare le migliaia di cedui di castagni che, per i loro tronchi fini e leggermente incurvati, si opponevano ripetutamente alla presunta evasione disperata. Aveva il fiato grosso quando giunse nei pressi di una stretta strada sterrata che spezzava luniformit ombrosa del bosco. Non volle attraversarla, decise di sedersi di spalle ad un cespuglio frastagliato, che contornava il ciglio della strada, con lintenzione di nascondersi da qualche malintenzionato, mimetizzato nella selva che ricominciava ad infittirsi sullaltra sponda del sentiero. Mentre tentava di spegnere laffanno, si accorse che portava a tracolla una MP 40 e calzava una divisa militare grigio-verde. Sent dei passi felpati, attutiti dalla lettiera di foglie secche che tappezzavano il terreno, che si avvicinavano a poco a poco verso la sua postazione. Guglielmo non prov alcun turbamento: erano sicuramente compagni di squadriglia; infatti sopraggiunsero tre uomini biondi, anchessi in tenuta bellica, con delle facce spiritate. Se quei soldati erano amici, voleva dire che non erano inseguiti da nessuno, ma, al contrario, erano loro gli inseguitori. Quello che pareva il pi anziano tra gli individui, non appena scorse Guglielmo, lo guard con aria interrogativa dritto negli occhi e fece un gesto con un braccio puntando in direzione nord-est; quasi a voler chiedere conferma dellorientamento del proprio arto. Quindi in lingua tedesca e con sprezzante accento sassone chiese: << Sono andati da quella parte quei maledetti figli di puttana? >>. 20

Quando Guglielmo, con un accenno del capo gli dette lassenso, il tedescaccio con dei movimenti rapidi e congeniati usc un ordigno del tipo Stielhandgrnate 24, gli gir il manico, ne estrasse la spoletta, e lo scagli contro il bosco che si ergeva dalla parte opposta del viottolo. Poi, con esaltazione furibonda grid: << Crepate pezzi di merda! >>. La bomba poco dopo esplose in una detonazione assordante. Sembrava fosse scoppiata nel nulla perch, in seguito alla reazione esplosiva, non cera stato alcun danno distinguibile e, nella foresta di fronte, il silenzio era tornato sovrano. Fu per unimpressione sbagliata e in un attimo si scaten il putiferio. Giunsero dalle tenebre una scarica di proiettili che, in un lampo, trivellarono il corpo del soldato responsabile del lancio della granata. Cadde con un tonfo al suolo e fu subito chiaro che per lui non ci sarebbe stato pi nulla da fare. Il resto dei compagni gli butt uno sguardo commisto di pena e disperazione. Tuttavia non ebbero neanche la piet di soccorrere lo sventurato in quanto listinto alla sopravvivenza li costrinse a rifugiarsi dietro una catasta di pietre: il mucchio di massi era disposti in modo tale da fungere da schermo protettivo nei confronti della caterva di colpi sparati dagli invisibili cecchini. Appena il fuoco cess, decisero di passare al contrattacco. Le loro pistole mitragliatrici per, a causa della mancanza di bersagli tangibili, miravano e sparavano a casaccio. Con questa tecnica i loro risultati furono futili e i nemici non tardarono a farsi sentire. Con una risposta pi redditizia centrarono un altro compagno alla carotide, facendolo stramazzare nelloblio senza che se ne accorgesse, invece lamico, che si trovava al fianco di Guglielmo, lo colpirono di striscio su una tempia. Erano rimasti solo in due. << Lasciamo perdere, ci conviene battere in ritirata, o ci faranno entrambi fuori >>. Sugger il ferito mentre tentava con un panno di tamponarsi la ferita grondante sangue. << Hai ragione, sgusciamo molto lentamente e ogni tanto facciamo baccano per distrarli >>. Era lultima carta da giocare; se avessero tagliato la corda senza far chiasso, gli avversari, con la veemenza di controllare il bottino di guerra, si sarebbero avvicinati troppo e li avrebbero sicuramente catturati o uccisi. Infatti i loro antagonisti godevano del vantaggio dellottima visibilit e quindi potevano osservare alla luce del sole i movimenti di Guglielmo e del suo collega. Cos i due superstiti continuarono a strisciare sullerba e, di tanto in tanto, tiravano allaria qualche mitragliata per guadagnare un po di tempo di sopravvivenza. Improvvisamente si ud dalla strada il rombo di un veicolo. Doveva trattarsi senzaltro di una camionetta, ma non si capiva bene a quale schieramento potesse appartenere; se si fosse trattato di inglesi erano definitivamente spacciati. Non si potevano permettere neanche di dare unocchiata 21

fuggevole altrimenti rischiavano di essere freddati. Tralasciarono pertanto i ripensamenti e serpeggiarono con cautela verso un imponente tronco abbattuto, il cui apparato radicale era marcito. Poi alla minima tregua e affidandosi alla sorte, si misero in posizione eretta e se la diedero a gambe levate. Corsero come dannati senza mai voltarsi, consapevoli che la loro vita fosse appesa ad un filo. Purtroppo, dopo qualche chilometro, la stanchezza si deposit sui loro corpi sfiniti e moderarono landatura. Mentre camminavano per riprendere le energie spese, Guglielmo, dando degli sguardi stralunati al territorio che lo circondava, si chiese se la situazione che stava affrontano fosse reale o si fosse generata nella sua mente sognante. Il cervello con una rapidit spropositata gli stava elaborando delle vicende assurde con le quali non aveva mai avuto a che fare. Per esempio, come faceva a conoscere il nome e la storia del ragazzo che gli faceva compagnia? Sapeva che si chiamava Karlheinz e che aveva ventitre anni; era nato a Waiblingen, vicino Stoccarda. Suo padre lavorava in un ristorante e lui, prima che la guerra sconvolgesse il normale corso della vita sociale tedesca, stava seguendo le sue stesse orme. Da quando Guglielmo si era trovato nel suo stesso plotone, aveva stretto un legame affettivo ben saldo. In fondo era contento che il biondino dello stato confederato di Baden-Wrttemberg fosse scampato allorribile strage. Probabilmente se gli altri membri della squadra fossero sopravvissuti a scapito di Karlheinz, sarebbe stato contagiato da un senso di disagio. Non si era mai fidato degli altri commilitoni. Prima di partire per quella missione fallimentare era stato pi di una volta insultato sulle attivit malavitose dei suoi ascendenti. Suo nonno e suo zio, che erano di origini italiane e vivevano negli Stati Uniti erano infatti finiti, qualche anno prima nel penitenziario di Standish, nel Michigan, per una serie di furti e per lomicidio di un famoso maestro dorchestra. Lui, quei due sciagurati, li aveva ripudiati sin dal primo atto vandalico che avevano commesso. Malgrado ci gli dicevano: mafioso finirai come i tuoi parenti a marcire in cella. Guglielmo reprimeva in se stesso la rabbia e solo Karlheinz, senza la minima ombra di ipocrisia, lo confortava. Nellattimo in cui i due colleghi furono ammazzati, Guglielmo prov quasi un sentimento di gioia. Ben gli sta confabul con soddisfazione vendicativa ed apatia. Scorsero un casolare fortificato in legno, bussarono alla porta ma nessuno vi rispose. Continuarono a battere luscio fino a quando le nocche non gli divennero livide e doloranti. Dovevano entrare a tutti costi, almeno per sgraffignare qualcosa da mangiare. Notarono, lateralmente, che cera una finestrella semiaperta bastante per accedervi. Viste le condizioni pietose di Karlheinz, Guglielmo non esit e si offr spontaneamente per violare labitazione.

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Con un balzo si trov allinterno: si trattava di un'unica stanza oscura che sprigionava un cattivissimo odore. Per irradiarla e liberarla da quella fetida puzza nauseante, che si sovrapponeva persino alla ragione, fu obbligato ad accorrere alla porta e spalancarla. Si ritrov di fronte Karlheinz, pallido e spaurito. In lui si manifestava tutta la fragilit dei giovani che mettono in bilico la loro esistenza, piena di aspettative, al servizio dei capricci e delle atrocit dei signori della guerra. << Non entrare >>, sugger Guglielmo, << rimani fuori e fammi da vedetta. Al minimo rumore chiamami. Mantieni luscio aperto per illuminare ed ossigenare questa fogna di casetta. Nel frattempo cerco di trovare qualche avanzo di cibo >>. Cos Guglielmo si spinse unaltra volta dentro la cascina. Riusc a intravedere il misero arredamento impolverato e rosicchiato dalle termiti. Al centro si ergeva un grosso tavolo rettangolare: i lati maggiori erano occupati ciascuno da una sedia avente il piano orizzontale e lo schienale in vimini. In un baleno il sogno, gi di per s angosciante, si tramut in incubo: la porta con un cigolio insopportabile sbatt in una violenza inaudita. Che anche Karlheinz si stia rivelando un traditore? si domand Guglielmo spaventato. La sua supposizione per si rivel infondata. A due metri di distanza, si materializzarono due umanoidi che gli ricordarono repentinamente le sagome intraviste in garage, prima che svenisse. Erano perfettamente identiche nella conformazione corporea; lunica differenza che li distingueva consisteva nella brillantezza che diffondevano. Queste figure infatti, al contrario delle precedenti, spandevano un bagliore blu fosforescente, somigliante a quello degli evidenziatori. Guglielmo non fece in tempo ad esclamare: << Oh Cristo! Di nuovo questi stronzi! >>, che i due esseri, con decisione ed irriverenza lo circondarono e lo bloccarono: uno lo serr per il busto e laltro per le gambe. Possedevano una forza smisurata ed agivano in fretta e furia. Una volta liberato dalla morsa soffocante, Guglielmo fu svestito e lasciato evidentemente per conservare un senso di pudore solo in mutande. Successivamente, al termine delloperazione di spogliazione, gli iniettarono un liquido giallognolo per paralizzarlo; dopodich lo stesero sul tavolo. Guglielmo, ormai naufragato nella disperazione dellimpotenza, non ebbe nemmeno un moto di ribellione: era al corrente che si trattava soltanto di un brutto sogno, qualunque disgrazia gli fosse capitata si sarebbe risolta con il risveglio. Poi i due mostri presero, non si sa da dove, un macchinario a forma di parallelepipedo e lo avvicinarono in prossimit del paziente. Da questo estrassero una ventina di tubicini metallici, di un due centimetri di diametro e dalle punte uncinate e li conficcarono nel petto, nelladdome, nella 23

testa, nelle cosce e nei fianchi dellimprovvisata cavia. Spinsero tre pulsanti tondeggianti che avviarono laggeggio ad una vibrazione leggera. Come il marchingegno prese a funzionare, Guglielmo sent, nei punti in cui gli erano stati arpionati i piccoli condotti circolari, un pizzicore lancinante. Questa tribolazione che dur quasi tre minuti, fu sostituita da una tortura altrettanto insopportabile. Gli pseudo-alieni abbassarono una leva e laggeggio produsse un sibilo associabile al verso che fa una cannuccia quando aspira i rimasugli di una bevanda ridotta alle ultima gocce. Il nuovo comando, impartito al dispositivo, aveva permesso che i canalicoli espletassero una funzione diversificata dalla precedente. Se inizialmente Guglielmo percep sulla propria pelle linoculo di una sostanza irritante, simile alla di puntura di un insetto, in un secondo momento gli parve che le condutture capillari, dellapparecchiatura, invertissero il loro corso apportando una sensazione di risucchio. Pareva che gli stessero spappolando gli organi o che gli stessero frullando le budella. La procedura di questo secondo esperimento era scaglionata da intervalli ben definiti: i momenti di stritolamento, nelle vicinanze delle zone intubate, erano interrotti da brevi pause che servivano, senza dubbio, ad impedire che il soggetto morisse di dolore. Da tali pratiche macabre perci giustificabile se Guglielmo ebbe come reazione quella di pisciarsi addosso. Lumidit, nelle adiacenze inguinali, gli fece scoprire con vergogna a quali effetti indesiderati pu condurre la paura. Dun tratto i due bagliori dai contorni umani decisero di bloccare il test e diedero inizio ad una discussione. Dialogavano ansiosamente. La loro voce sebbene un po amplificata fu recepita abbastanza chiaramente da Guglielmo, il quale, per quanto avvilito pot, nel suo stato di sfinimento, percepire le seguenti parole: << Dannazione! anche lesperimento per il processo di trasmigrazione non avvenuto. Eppure dal gruppo locale di terzo livello ci avevano assicurato che la procedura della spiritualizzazione centrifuga era infallibile. Evidentemente non sanno nemmeno loro come intervenire. Lultima possibilit che ci rimane lapplicazione della metempsicosi per via traumatico allucinatoria >>. Lelusivo ascoltatore rispose : << S C-1458, quello che faremo. Non dimentichiamo per di ricostituirgli il fisico con la muta dermico viscerale, altrimenti c il pericolo che deperisca. Il suo fisico ha raggiunto una fase altamente critica. Gli abbiamo danneggiato il pancreas, il fegato e la tiroide in modo irreversibile, senza contare che sono presenti uninfinit di escoriazioni sul tessuto cutaneo >>. << Hai ragione C-1833, non c tempo da perdere, facciamogli subito ingoiare una pillola di ecdisone >>. 24

Dopo le suddette parole colui che veniva chiamato C-1458 prese da una sacca una sorta di contenitore ricolmo di capsule rosse. Per mezzo dellindice e del pollice ne estrasse una, la poggi su una pinzetta e si avvicin al corpo massacrato di Guglielmo. Poi con molta cautela gliela infil nella cavit laringea. Appena ebbe sbrigato la delicata mansione dichiar: << Bene, lecdisone stato introdotto, dovrebbe agire tra una decina di minuti. Adesso conviene riportarlo alla realt e nellemisfero di primo livello. Speriamo tutto vada per il verso giusto >>. Guglielmo, dopo quella frase, vide come ultima immagine delle mani che gli applicavano un respiratore. Degli avvenimenti che si svolsero in seguito, non pot enumerare alcun che perch il buio cal con dolcezza sui suoi occhi ripieni di lacrime.

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CAPITOLO 4 Si svegli inquieto, invaso da un senso di pesantezza che gli impediva di alzarsi dal letto. Aveva una debolezza diffusa e stiracchi i propri muscoli con svogliatezza e lentezza, come se si portasse addosso un carico di piombo. La sveglia segnava le sette ventuno, Guglielmo disinnesc lallarme programmato alle sette e trenta. Il guanciale al suo fianco era libero: Monica si era gi messa in piedi, probabilmente era andata a correre. Lei e tre amiche si erano messe in testa, con una caparbia intrattabile, che per almeno tre volte alla settimana dovevano fare jogging. Guglielmo ammirava sua moglie e quasi la invidiava; avrebbe voluto anchegli cimentarsi in qualche sport, ma era carente in tenacia e forza di volont. Non c verso, le donne per quanto possano essere inferiori a noi uomini, dal punto di vista fisico, ci sorpassano, ed anche con un distacco imbarazzante, sotto il piano pratico. Non riusciamo mai a fregarle, se la cavano sempre. Quelle maledette non rimangono mai a vegetare e a sporcarsi con la polvere del tempo che passa. Combattono su tutti i fronti e, se qualcosa gli va storto, trovano sempre unalternativa su cui contare. Non affondano mai perch riescono a rimanere a galla grazie alla loro pazienza; poi riemergono quando meno te laspetti e nellattimo pi opportuno. Fabbricava quei pensieri poich non aveva ancora recuperato la lucidit. Quando si alz, era pieno di reumatismi. Aveva un grande appetito e voleva sgranocchiare qualunque cosa a tutti i costi. Arriv in cucina sostenendosi alle solide pareti del corridoio. Dato lenorme vuoto allo stomaco si volle preparare una colazione abbondante. Dal frigorifero prese una bottiglia di latte, del prosciutto, delle uova, un pezzo di cioccolata e della marmellata. Mentre da uno scaffale, ubicato superiormente, agguant sei fette di pane, un pacco di cereali e delle paste. Le vettovaglie le pos con ansia sul tavolo e nel giro di un quarto dora, con la voracit di uno sciame di locuste, divor tutto il commestibile lasciando i contenitori e i gusci delle uova svuotati. Nulla avanz da quella strage di vivande, nemmeno un lottatore di sumo si sarebbe ingozzato in quel modo barbaro. Il bello era che si sentiva rifocillato, ma non sazio; quella mangiata aveva avuto un effetto di riempimento paragonabile ad uno spuntino che ha come unico fine quello di rialzare la glicemia. Avrei voglia di qualcosaltro, ma meglio contenersi, sentenzi Guglielmo con prudenza. Figuriamoci, si era sbafato unintera spesa settimanale! Anche se avesse voluto riprendere a mangiare sarebbe stato impossibilitato perch ogni alimento si era ormai estinto. Che palle, saremo costretti a rifare la spesa. 26

Poi, qualche minuto dopo e senza motivo, qualcosa di strano avvenne che mut, come una frustata sensoriale, il carattere mansueto e rassegnato di Guglielmo. Egli la attribu alla grande abbuffata, perch fu lampante il rinvigorimento sia fisico che psicologico che ne segu. Si sentiva, con suo grande stupore, di un ottimismo contagioso. Avrebbe potuto in quei momenti incontrare la persona pi antipatica della terra e ne sarebbe stato lieto; anzi si sarebbe anche spinto a trattarla con un certo riguardo e con leducazione di un maggiordomo. Inizi senza preamboli a delirare frasi miscelate di solidariet e poesia. << Che goduria >>, sospir, << mi viene voglia di diffondere amore. Che bellezza la vita, ogni secondo che passa un piacere sublime. Ah! Come sarebbe stato bello il mondo se ogni essere vivente fosse stato contagiato dallepidemia della tolleranza. Ognuno avrebbe infuso il magnetismo della dolcezza. Se lindividualismo avesse lasciato il posto al connettivismo, le ripercussioni dovute allinsoddisfazione sociale sarebbero state ininfluenti. Le nazioni non avrebbero conosciuto lodio; ci sarebbero state le interazioni delle esperienze e laria sarebbe stata impregnata di molecole di saggezza. Laiuto reciproco avrebbe scacciato ogni male e finanche il diavolo, di fronte a tanta cooperativa daffetto, avrebbe chiesto le dimissioni. Che risorse conserva luomo e quale sperpero attua ogni qualvolta si chiude in se stesso nel pregiudizio dellignoranza. Effettivamente pu anche darsi che legoismo sia il primo passo verso lautodistruzione: senza dubbio lavarizia conduce allisolamento, lisolamento spiana la strada alla solitudine, la solitudine porta alla depressione dellanima, e questultima conclude la sua reazione a catena con la morte dei sentimenti. Se potessi mi spoglierei delle mie ricchezze e seguirei, la via della penitenza, come fece S. Francesco a suo tempo. Purtroppo non possibile farlo perch non sono un uomo libero. Mi sono imprigionato autonomamente nel carcere del conformismo. Mettendomi al sicuro, dietro le grate di una famiglia stabile, ho sbarrato il sentiero al bivio del cambiamento. Non posso pi, essendo vincolato in un sistema domestico, adoperare una scelta personale; modificherei e forse stravolgerei lesistenza di mia moglie e della mia bellissima figliuola. La vita infame e spietata, ti offre due possibilit che hanno dei lati chiari e dei profili oscuri: il vagabondaggio estremo, avvicendato dallanarchia assoluta, ma accompagnato dal fantasma inesorabile dellaridit comunicativa; oppure la convivenza insieme ad altre specie tenuta in equilibrio dallo spettro scomodo del compromesso >>. Neanche un ubriaco o un drogato avrebbe raggiunto un tale surplus di stramberie. Fortunatamente nessuno sent le sue stupidaggini, se si fosse trovato ad esprimere i suoi concetti filosofali il un luogo aperto sarebbe stato condannato per frasi idiote in luogo pubblico e nessuno gli avrebbe negato un pass speciale per il manicomio. Lo colse un urgente bisogno di digerire. Raggiunse il water con i glutei contratti e i denti stretti; il rifiuto organico che doveva rilasciare era di dimensioni colossali. Una volta seduto sulla 27

tavoletta cominci una lotta snervante per liberare i propri intestini. Spingeva a pi non posso ma le feci continuavano a rimanere incastonate nel retto. Non rimembrava di essersi affaticato cos tanto nella sua vita per svolgere un ordinario processo digestivo. Stava provando gli stessi supplizi di un parto. Finalmente con un ultimo sforzo addominale esegu con successo la defecazione. Quando lelemento solido fu scaricato, produsse un rumoraccio inquietante che lo fece trasalire. Guglielmo, una volta allontanato il corpo estraneo, si sent senza peso, leggerissimo, come se la forza gravitazionale avesse risentito di un sensibile calo. Vide con terrore delle tracce ematiche schizzate sul pavimento ed ebbe un terribile presagio. Si alz con molta lentezza e... orrore degli orrori! Nel gabinetto erano raccolti i suoi organi interni, avvolti in una fine membrana trasparente, mucillaginosa, che fungeva da sacca, inzaccherata di sangue e di altri filamenti non identificabili. Nessuno mancava allappello nel vomitevole fagotto; cerano tutte le parti vitali di un organismo: reni, fegato, milza, stomaco, polmoni, cuore, ecc. Quelle schifezze avrebbero provocato uno shock a chiunque si fosse trovato a visionarle; Guglielmo, invece, rimase stranamente calmo. La positivit che aveva sviluppato precedentemente gli forn in quei momenti un ragguardevole supporto morale. << Che lordura! Mi conviene far sparire alla svelta questa sconcezza.>> And ad infilarsi dei guanti in lattice ed introdusse linvolucro biologico, gocciolante plasma, in due buste di plastica, in modo che, durante il tragitto verso il contenitore di spazzatura, il liquido non si spargesse in tutta la casa. Una volta concluso il servizio si accorse di avere delle ferite tondeggianti sulle mani, somiglianti a delle stimmate. Si rimbocc le maniche del pigiama e not delle altre lesioni che si prolungavano anche sulle braccia. A quel punto si tolse la maglietta e rimase per lennesima volta sconcertato: le ecchimosi erano ovunque e per la loro diffusione estesa ed irregolare, facevano somigliare il suo corpo ad una mappa geografica del patimento; non si sapeva nemmeno spiegare come riuscisse a mantenersi in equilibrio con tutta quella carne tritata. In quello stato era impossibile far finta di niente. Cadde nello sgomento pi angosciante e fu sommerso dal pensiero atroce che, nel caso fosse sopravvissuto, nessuno, neanche il chirurgo estetico migliore al mondo, avrebbe potuto ridargli le sembianze del passato. << Sono stati i due alieni a combinarmi questo casino. Che schifo, mi hanno macellato completamente. Quale scusa mi inventer stavolta? Con tanti infami che si aggirano, proprio me dovevano maltrattare. In queste condizioni non vivr a lungo. Lunica soluzione che posso prendere sparire per sempre. Meglio morire dignitosamente e fuggire il prima possibile da casa >>.

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Dalle suddette dichiarazioni era ben chiaro che leffetto di fiducia, provato poco prima, si stesse ridimensionando. Oltre alle lacerazioni esterne il nostro protagonista aveva trascurato un particolare che a rilento si stava delineando in modo pi netto. Il suo fisico stava assumendo un colorito porpora, assimilabile a quello che subentra al volto nel momento in cui si prova un grande imbarazzo, oppure si compie uno sforzo supremo. La pressione sanguigna si era innalzata notevolmente e stava letteralmente portando Guglielmo allebollizione. Lambiente intorno a lui era diventato afoso. Per il caldo si sentiva come una vaporiera che stesse lavorando al massimo delle sue potenzialit; se si fosse trovato a maneggiare un pezzo di ghiaccio lo avrebbe prima fuso e poi portato allevaporazione in pochissimi secondi. Il rosso si era intensificato tanto da conferirgli un aspetto paonazzo. Non solo, si sentiva pulsare dappertutto ed ipotizz una possibile esplosione. << Sto per scoppiare, non poteva finire peggio. Chiss che spettacolo orripilante scoprir la povera Monica quando sar rientrata >>. Le pupille gli si iniettarono di venature scarlatte e la vista cominci ad annebbiarsi. Sentiva un male cane, come se gli stessero appiccando un fuoco da dentro. Aveva, inoltre, quella sensazione che si prova quando un arto si addormenta. Solo che a Guglielmo il formicolio era diffuso ovunque. Sentiva il suo organismo, sempre pi lontano, che lo stava lentamente abbandonando. Si pieg sulle ginocchia e, si sarebbe lasciato andare, se, proprio in quella frazione di secondo, non fosse intervenuto un altro dirottamento del suo stato fisico. Infatti, allimprovviso, tutto si stabilizz e ritorn alla norma. Percep che il picco della curva gaussiana ipertensiva era stato valicato e che quindi avrebbe seguito una fase di discesa. Riprese la carnagione di un essere umano, tuttavia limpennata del flusso sanguigno, non lo lasci indenne: gli aveva prodotto delle spaccature cutanee, lunghe anche una cinquantina di centimetri, che correvano e si diramavano come dei fiumiciattoli. Prov con la punta delle dita a toccarsi le finissime fenditure. Non lavesse mai fatto! Si trov a sorreggere dei brandelli di epidermide che venivano via come adesivi. Con un semplice contatto si desquamava a meraviglia. Graffiandosi leggermente, riusc, in modo abbastanza rapido, a scrollarsi di dosso quegli strati di pelle morta in eccesso e ne accumul un bel gruzzolo sul pavimento. Le scaglie di tessuto, gettate a quella maniera, ricordavano la cera essiccata, quando cola da una candela. Complet loperazione di eliminazione dei residui, rimasti appiccicati, con una doccia frugale e si asciug, frizionandosi energicamente, col suo asciugamano preferito, di proporzioni titaniche. Dopodich avvenne il miracolo: le terribili ferite erano scomparse definitivamente. La pelle era tirata a lucido, le cicatrici di vecchi traumi sparite e, addirittura, gli parve che, alcuni nei, si fossero rimpiccioliti. Le tracce delle rughe a zampa di gallina che portava sotto ed intorno agli occhi erano divenuti un remoto

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ricordo. Non appena si fu ammirato, nella sua nuova versione, gli vennero alla mente le seguenti parole: muta dermico viscerale; era appunto una parte del discorso pronunciato da uno dei due rapitori. Dunque forse non si trattava di un sogno oppure le istantanee che stava vivendo erano frutto ancora dellirreale. Poteva anche darsi che stesse dormendo, ma si sment quasi immediatamente da tale supposizione dandosi una serie di pizzicotti sulle guance e sui fianchi. Rientr Monica stanca e sudata, Guglielmo si era appena finito di vestire e stava uscendo per andare al lavoro; dovevano essere pi o meno le otto e trenta. Che strano, osserv Monica col suo sesto senso di donna, mi sembra che Guglielmo nellarco di poche ore abbia subito un doppio cambiamento. Se ieri era cupo, svogliato ed invecchiato; oggi mi pare ringiovanito di dieci anni. Spero che non gli sia capitato nulla di grave. Stamattina, aldil delle mie impressioni, qualche cosa gli deve essere successo. E proprio bello da vedere, con quella faccia serena mi ricorda i vecchi tempi. Per cercare di dare una risposta alle sue sensazioni, volle esaminare quale tono di voce avesse, gli pose perci la prima domanda che gli capit per la testa, che naturalmente riguardava sua figlia: << Ciao, sta ancora dormendo la bambina? >>. << No si svegliata, lho lasciata per nella culla. Non gli ho fatto fare colazione perch volevo che gli dessi tu da mangiare, visto che quella monella solo con te ritrova lappetito >>. Monica tir un respiro di sollievo, il tono della frase era assolutamente affettuoso ed ironico. Questo voleva dire che la mente di suo marito era sgombra da qualunque pensiero nocivo. Guglielmo prima di andarsene volle dare un ultimo saluto a Elisa, la quale, visto che nessuno laveva stuzzicata al risveglio, si era immersa nuovamente in un sonno angelico. Nella strada semideserta del suo quartiere, una busta vuota di patatine svolazzava qua e l trascinata dalla volont del vento. Il maltempo era passato e nellatmosfera regnava una foschia che aveva impallidito il cielo e reso il sole anemico. La zona residenziale in cui Guglielmo abitava, poich era periferica ed era formata da vie ristrette, non era vittima della tempesta del traffico cittadino. Lunico problema che poteva insorgere in quellambiente costituito da un insieme ordinato di ville a schiera, di alto rango, era rappresentato dalla criminalit che muoveva i suoi traffici malavitosi. Non era infatti raro sentire che nei dintorni era stato commesso qualche furto o che la polizia stesse in procinto di operare una serie di arresti. Proprio un mese prima una persona di sua conoscenza, che peraltro aveva sempre stimata, era stata messa in manette per spaccio di 30

cocaina. Comunque gli abitanti si erano ormai abituati al via vai delle forze dellordine e le notizie che ogni tanto trapelavano nel quartiere non suscitavano pi alcun stupore, visto che si ripetevano con costanza preoccupante. Laria continuava ad essere fredda ma, rispetto al giorno precedente si era leggermente riscaldata. Salut, sia a voce che con il braccio, il signor Stennaco, suo vicino di casa. Era un uomo sulla sessantina, robusto e con un volto onesto e bonaccione. La caratteristica che lo rendeva riconoscibile anche a distanze siderali erano i baffoni da leone marino e linseparabile cappello. Quel giorno vestiva con dei pantaloni marroni ed un cappotto verdone di taglia abbondante. Il signor Stennaco, come prassi ricambi il gesto di cortesia col suo solito sorriso ben augurante. Era impiegato allufficio postale e si trovava agli sgoccioli della sua carriera lavorativa; tra pochi mesi sarebbe andato in pensione a godersi la libert e la noia della vecchiaia. << Salve Guglielmo, oggi la vedo in una forma smagliante. Si vede che il gelo la rinvigorisce >>. << Grazie per i complimenti, spero che abbia ragione, in effetti stamattina mi sento particolarmente in forma >>. Se sapesse le pene che ho passato non mi guarderebbe con tanto compiacimento, disse Guglielmo tra s. Forse, furono le osservazioni fatte sia da Monica che dal signor Stennaco, eppure, via via che si incamminava, prendeva la cognizione dellassurdit capitatagli. Non aveva mai sentito nella sua vita un caso di muta dermico viscerale e poi, come spiegarsi quello stravolgimento corporeo? Considerati gli eventi cera solo una soluzione da prendere. Prese la ferma decisione di farsi fare una controllata medica, che avrebbe spacciata come una semplice visita di routine, ma che in realt aveva altri scopi: cercare di chiarire per lo meno il suo stato di salute. Era per ancora troppo presto per chiamare il medico e stabilire la prenotazione. Per il momento pens unicamente a raggiungere il garage senza che insorgessero spiacevoli inconvenienti. Erano sopraggiunte le diciotto e tre quarti quando ebbe liniziativa di comporre il numero telefonico. Una segretaria, che dalla voce poteva avere dai trenta ai sessantanni, rispose dallaltra parte del ricevitore: << Studio medico del dottor Politi, con chi parlo? >> << Buona sera, senta sono il signor Verbano, mi volevo prenotare per svolgere le analisi del sangue >>. << S, attenda solo un momento, il tempo di guardare la lista degli appuntamenti del dottore Ah s ecco, le va bene domani alle quattordici? >> 31

<< Benissimo >>. Anche se si sarebbe saltato il pisolino pomeridiano. << Grazie, buonasera >>. << Buonasera >>. Volle congedarsi dal lavoro un po prima del dovuto in quanto aveva promesso a Monica che, appena rientrato a casa, sarebbero andati al grande centro commerciale a fare la spesa alimentare ed a comprare una nuova scarpiera. Lindomani, come prestabilito secondo programma, Guglielmo alle quattordici in punto si trovava sotto la clinica privata del Dottor Politi. In prossimit del citofono cera una Opel Tigra parcheggiata un po di sbilenco, e al suo interno dimoravano un bambino ed una bambina, di circa dieci anni, che se le stavano dando di santa ragione. Come si accorsero della presenza momentanea di Guglielmo, interruppero immediatamente lazzuffata e squadrarono il passante da capo a piedi. Guglielmo assunse, accorgendosi di essere osservato, la tipica espressione severa delladulto assennato. Il ragazzino, che aveva la faccia tosta da furfante, senzalcun imbarazzo, premette il clacson e provoc un fracasso insopportabile. Quello strombazzare continuo fece affacciare dalle finestre tutti gli inquilini dalle case circostanti. A quel punto Guglielmo affrett il passo, si catapult in corrispondenza del citofono e suon dove figurava, con dei caratteri in maiuscoletto, la scritta Dr. Politi. Riconobbe dalla voce la segretaria con la quale aveva parlato il giorno prima ed ella, quando ebbe sentito il suo cognome, fece scattare il portone per farlo entrare. La sala dattesa era gremita di gente, questo fece cadere nello sconforto pi totale Guglielmo; cominci a perdere le staffe: Che cavolo mi hanno fatto venire a fare in questo orario balordo se poi mi devono trattenere come un deficiente per tre ore? Come se avessi tempo da buttare! Ho una marea di lavoro da fare e devo rimanere impalato ad aspettare che questi medici del cacchio facciano i propri comodi. E inutile la mancanza di rispetto una qualit rara, ma appena mi chiamano gliela faccio pagare con una bella partaccia. Le imprecazioni di Guglielmo furono completamente smontate perch nel giro di cinque minuti era gi al cospetto del Dottor Politi. Egli prima lo salut e poi gli strinse la mano in segno di gentilezza. Quelluomo aveva una faccia conosciuta, Guglielmo laveva incontrato un migliaio di volte in giro; non si erano mai parlati ma si era insinuato quello strano fenomeno di reciproca amicizia sottointesa che nasce a quelle persone che si incrociano, nel corso di una vita, ripetutamente. Chiss per quale ragione Guglielmo aveva pensato che fosse un ferroviere; evidentemente associava i soggetti di mezza et, magri, scuri di carnagione e raschiati dalle rughe a quel tipo di figura professionale. 32

Il Dottor Politi gli pose alcun domande riguardanti i sintomi che lavevano portato a fare questo tipo di accertamento. Guglielmo non poteva mica rispondergli che aveva cambiato pelle ed organi grazie ad una compressa fornitagli da due mostri alieni, perci si limit a dire che provava dei capogiri e che ogni tanto veniva preso da dei reumatismi, sparsi nellintero corpo, senza che avesse una linea di febbre. Durante le analisi il nostro protagonista ebbe la paura che si potessero verificare degli imprevisti, ma fortunatamente tutto and per il verso giusto. Il medico gli disse di tornare tra un paio di giorni a ritirare i risultati.

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CAPITOLO 5 Tre giorni dopo, verso mezzogiorno, and a ritirare il responso. Il dottor Politi lo fece entrare nel suo studio e lo invit ad accomodarsi in una delle due sedie in pelle poste di fronte a lui. La stanza era arredata da diversi quadri rappresentanti delle immagini e degli slogan, risalenti ai primi del novecento. Dietro al dottore cera un calendario avente uno sfondo decorato da una miriade di stelle che formavano la tipica spirale della Via Lattea. Sulla scrivania in mogano, invece, stavano depositati: dei block notes, una lampada antica, un cellulare, il cui modello era vecchio di dieci anni e un portapenne, traboccante matite stilografiche ed evidenziatori. Sul bordo esterno del tavolino, quello rivolto dalla parte del paziente, era presente una nave in miniatura imprigionata allinterno di una bottiglia. La parete opposta alla finestra era decorata da una libreria, riempita da testi di medicina, da due vocabolari, uno dinglese e laltro di italiano e da una fila interminabile di volumi enciclopedici che la facevano da padrone su quegli scaffali. Il dottor Politi, dopo che si fu seduto, non spiccic nemmeno una sillaba e continu ad essere immerso in una meditazione seria e preoccupata. Poi cos, allimprovviso, si sfior con le dita la parte inferiore del naso, ed attacc a parlare: << Signor Verbano, mi dispiace ma ho delle notizie abbastanza inquietanti da darle. >> << Mi dica tutto >>, fece Guglielmo nervoso, << la prego non mi nasconda niente >>. << Daccordo, le analisi presentano dei valori corrispondenti alla norma, ma abbiamo rilevato la presenza di una sostanza mai riscontrata prima e che quindi oltrepassa le nostre conoscenze mediche. Pare che nelle vene il suo sangue risulti infettato da una sorta di microelementi extraterrestri >>. Guglielmo impallid, sapeva comunque che sarebbero sorte delle complicanze. << Cosa mi succeder dottore? Sono in pericolo di vita? >> << Non lo sappiamo. E proprio questo che io ed i miei collaboratori stiamo cercando di capire. Pu darsi che si tratti di una sostanza nociva, o potrebbe anche essere un fenomeno passeggero ed assolutamente innocuo. Dai sintomi di spossatezza e dalgia che lei mi ha descritto credo non ci sia nulla di confortante >>. Guglielmo propose unaltra domanda: << A questo punto, cosa dovrei fare? Quali comportamenti mi toccherebbe assumere? Mi dia lei una risposta perch io mi trovo totalmente disorientato >>. Il medico divent nuovamente pensieroso, poi, con temperamento saggio replic: << Lunica soluzione che potremmo attuare sarebbe quella di consultare un mio amico che lavora presso la facolt di medicina. Potrei proporgli degli approfondimenti maggiori in laboratorio, 34

hanno senzaltro delle strumentazioni pi allavanguardia di quelle in nostro possesso. Naturalmente, per non comprometterla, resterebbe tutto quanto nellanonimato; magari potrei raccontargli che i campioni ematici che gli ho inviato appartengono ad una persona deceduta >>. Questultima parola a Guglielmo non che gli andasse particolarmente a genio. Non gli restava, tuttavia, altra scelta. << Va bene dottore mi affido a lei, le lascio libero arbitrio. Unultima curiosit, come si chiama questo suo amico? >> << E il professor Cavelli, un docente che in quegli ambienti gode di unottima fama >>. << Si forse ho capito. Mi dica, per caso senza capelli e con una corporatura snella? >> << Esattamente. Come fa a conoscerlo? >> << Ha insegnato a mia moglie, prima che abbandonasse gli studi >>. Il medico volle concludere: << Signor Verbano questo e tutto. Stia tranquillo, non la lascer da solo; il suo caso lho preso particolarmente a cuore. Fino a quando non ci troviamo tra le mani dei dati certi, credo che sia del tutto inutile azzardare delle tesi affrettate. Se mi fa la cortesia di lasciarmi il suo numero di telefono, di modo che, appena giungono delle novit, la metto al corrente >>. << S, aspetti, forse dovrei avere nelle tasche il biglietto da visita del mio studio... Ah! Eccolo! Tenga >>. Dopo che Guglielmo gli ebbe porto il fogliettino di carta con il suo recapito telefonico, si misero in piedi per congedarsi. Il dottor Politi, notando lespressione afflitta del suo paziente, gli poggi, per rincuorarlo una mano sulla spalla. << Arrivederci signor Verbano e si ricordi di mantenere la calma >>. << Ci prover; grazie ancora, buon giorno >>. Si rimise in macchina distrutto. Le frasi del dottore gli avevano dato una batosta colossale. Prese lindicatore del parchimetro, lo tritur in mille pezzi e lo butt via. I residui cartacei librarono per qualche istante e poi si sparsero per aria come coriandoli. Ritorn a casa sua intorno alle dodici e trenta. Poich era sabato e non lavorava, aveva bisogno di un mezzo svago per distrarsi. Visto che poi il pranzo non era ancora preparato, dato che Monica si stava cimentando nellimpresa ardua di far mangiare la piccola Elisa, decise di ammazzare il tempo con una passeggiata. Voleva per qualcuno al suo fianco che gli facesse compagnia e, pertanto, rintracci nel giardino il guinzaglio di Wine, suo fedele segugio scaccia solitudine.

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Al cane bast vedere il padrone maneggiare la fine catena con la quale lo avrebbe legato al collo. Esplose di gioia, cominci a scodinzolare senza freni inibitori. Del resto il buon Labrador era sempre disponibile a farsi una camminata; sicuramente, nello spazio nel quale passava la maggior parte delle ore, la claustrofobia ed il desiderio di libert delle volte diventavano una vera ossessione. Portarlo perci per una mezzora a zonzo rappresentava il massimo della felicit. In fondo, gli animali a dispetto del novanta per cento dellumanit, hanno sempre avuto il gran pregio di accontentarsi di poco. Guglielmo, nonostante la situazione tragica nella quale si trovava, fu per un attimo coinvolto da quello scatenato ottimismo. Ricadde, per, subito nella cupezza della realt. Era assalito da cattivi pensieri e, continuamente inquieto, sentiva che lagitazione si stava espandendo. Siccome lautocontrollo era risultato completamente vano, volle scolarsi, per attenuare lansia, un bel bicchiere di cognac. Quando lo bevve, percep, con un senso di bruciore, il percorso interno del superalcolico che lentamente si depositava nello stomaco. Lo sapevo che mi sarei rimesso a bere, si disse rammaricato. Lastinenza, che pareva un obiettivo ormai valicato, e che stava lasciando posto allabitudine sana del rigetto verso le bevande inebrianti, si era con un gesto spenta. Un sol movimento era bastato per eliminare un impegno che stava perdurando da mesi. Comunque, con una simile sfortuna, una ripresa cos repentina del vizio, la si poteva anche tollerare. Il padrone ed il suo cane, con animi completamente opposti, si diedero alla camminata. Wine si fermava continuamente alla ricerca di un luogo ideale e disabitato dove poter liberare, in santa pace, la propria vescica. Pareva quello il sito giusto ed invece, proprio mentre stava compiendo latto di alzare la gamba, aveva dei ripensamenti e, di volta in volta, rinviava ad un momento migliore il suo impellente bisogno. Per fortuna, in corrispondenza di un palo indicante un senso unico, cominci ad eseguire le prime minzioni. Ad un certo punto il cane assunse un atteggiamento spavaldo ed attento, come se qualcuno gli avesse attirato lattenzione. Si ferm, si gir di centottanta gradi e, con un volto scrutatore, cominci a fiutare nel vuoto per tentare di risalire al segnale da lui captato. Di colpo si mise ad abbaiare in maniera sguaiata ed incontrollata. A Guglielmo gli prese un accidente: << Che caspita abbai a fare? Ti ha dato per caso di volta il cervello?! >>. Cerc di intuire il motivo di una simile ira. Ci mise pochissimo a capirlo, gli bast seguire lo sguardo della bestia inferocita. Cera, in una posa strafottente, un gattone, dal pelo tigrato, stravaccato sul parabrezza di una Punto. Il felino aveva una faccia cos tosta che pareva quasi volesse canzonare la furia omicida del cane.

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<< Che diavolo gli prende, la prima volta che alla vista di un gatto gli saltano i nervi. Non le aveva mai avute delle reazioni del genere >>. Nel frattempo, lalcol ingerito inizi a dare i suoi effetti annebbianti. Lequilibrio gli divent pi precario e questo fece si che il cane lo trascinasse verso la meta da lui ambita. Guglielmo, mentre la sua persona veniva sradicata dal marciapiede, perse lievemente la consapevolezza del rischio che stava correndo. Infatti si stava avviando verso il centro della strada che veniva attraversata da una cascata di macchine che fluiva ad una velocit folle. Proprio sullorlo del marciapiede riacquist la padronanza di s ed ebbe la meglio su Wine. Il cane, dal canto suo non pens minimamente ad arrendersi; imponeva il suo diritto allinseguimento con degli scossoni violentissimi. Poi allimprovviso, non si mai capito come, forse fu lo stato debbrezza in cui egli riversava, accadde qualcosa di assurdo. Wine si mise a ringhiare e a sbavare: la saliva gli colava come se fosse sapone, cadeva per terra e magicamente evaporava. Ogni volta che la bava toccava il suolo, poco prima di sparire, faceva un rumore comparabile a quello che produce un ferro rovente quando viene immerso in un catino dacqua ghiacciata. Il cane perse la pazienza e si mise a mordere il guinzaglio. Infine, vedendo la tenacia di Guglielmo, fu preso da un raptus; quindi punt dritto negli occhi il suo padrone e, con una faccia spiritata, gli grid: << Lasciamiiiiiii!!!!!! >>. Raccontandola, unimmagine del genere potrebbe apparire comica, ma vi assicuro che Guglielmo non fu della stessa opinione. Il sangue gli si gel, rimase a bocca aperta, sicuramente vittima di uno shock, e lasci cadere per terra la catenella che lo vincolava al Labrador. Poi ebbe uno svenimento e si lasci cadere allindietro, ma qualcuno lo sorresse per le spalle. Intanto il cane aveva rinunciato allinseguimento perch il felino, appena si era accorto che la situazione stava diventando pericolosa, se lera data a gambe ad una velocit supersonica. << Ehi Guglielmo cosa ti succede? >>. Fece il suo soccorritore. << Il cane >>, fece Guglielmo con un filo di voce, dovuta allaffanno dello spavento, << il cane, hai visto cosa ha fatto? >>. << S ho visto. Ha avuto una reazione troppo aggressiva, ma stato stuzzicato da quel maledettissimo gatto >>. Un cane che urla come un essere umano ha una reazione aggressiva? Forse questo tipo non ha visto la violenza verbale, fuori dal comune che ho subito; o forse non lha vista nessuno. Probabilmente era stato il frutto di un delirium tremens, scatenato dal liquore.

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Subito gli sormont un dubbio: chi era colui che laveva aiutato, e come faceva a conoscere il suo nome? Si volt con molta lentezza per distinguerlo: << Ah chi si rivede! >>, esclam Guglielmo stupito e contento da quellincontro, << tra tutte le persone che si aggirano nei meandri della terra proprio tu dovevi venirmi a salvare! >>. Il tono scherzoso con il quale pronunci questultima frase intravedeva dei segni di ripresa nel suo animo deturpato. Colui che era tempestivamente intervenuto ed aveva evitato che lo sventurato battesse la schiena e la testa contro il cemento, era uno degli amici pi fedeli che Guglielmo avesse mai avuto: Fabio Crespi. Erano talmente affiatati che nemmeno rimembravano come, dove e quando si erano conosciuti la prima volta. Sicuramente il loro legame risaliva al periodo in cui erano ancora nellincubatrice. Fabio lavorava in una fabbrica di carta, nella zona industriale della citt. Una professione che, come tutte le professioni, lui non amava. Per tale ragione, nel breve tempo libero concessogli, si era ritagliato qualche passione. Erano due quelle che praticava costantemente: la pittura e le immersioni. Questultima, condivisa con Guglielmo, lavevano sviluppata dopo aver seguito un corso subacqueo, durato pochi mesi. Come ricevettero il brevetto presso il diving center della localit balneare di Salvano Marittima, acquistarono tutte le attrezzature possibili immaginabili: maschera, muta, guanti, calzari, zavorra, aeratore, pinne, boa segna sub, coltello, bombole, erogatore, manometro, profondimetro ed orologio. Finirono con lo spendere, per ciascuno, la modica cifra di cinquemila euro; naturalmente le loro mogli vennero a sapere dei loro acquisti, solo dopo che si furono compiuti. Lequipaggiamento li gas di un entusiasmo incontenibile; si credevano dei sommozzatori, esploravano i fondali per cercare citt perdute o gli avanzi di relitti storici. Destate andavano ogni settimana, con il freddo, invece dovevano attendere che linverno gli concedesse qualche giornata mitigata. Fabio, vedendo la contentezza e lo stupore di Guglielmo, azzard la proposta per la quale era venuto ad incontrarlo: << E da stamattina che ti vado cercando. Ti volevo chiedere se eri disponibile, domani, per andare a fare una bella immersione >>. << Con questo freddo? >> << E tutto sotto controllo, ho dato unocchiata alle previsioni meteo, e a quanto pare la temperatura dovrebbe risalire di oltre dieci gradi >>. 38

Oramai il clima era impazzito; le classiche stagioni, che una volta scandivano landamento dellanno, erano diventate uno sbiadito ricordo. Cos capitava che, per opera di una perturbazione, proveniente dallemisfero australe, o da quello boreale, si poteva passare in modo repentino da un freddo cane ad un caldo soffocante. E quantunque si provasse, con il buon senso, a prevenire i tiri mancini del clima, quasi sempre i calcoli risultavano sbagliati. Come conseguenza si otteneva che si cadeva in un deficit od in un surplus dei vestiti che si indossava e si aveva una batosta straziante alla salute. Le influenze pullulavano dodici mesi lanno, ed era abbastanza frequente sentire di persone che si erano ammalate anche a ferragosto, periodo in cui finanche i germi si godono la meritata vacanza dopo un lavoro depauperante allinsegna dellepidemia. Una soluzione alle improvvise escursioni termiche pareva si fosse riscontrata con labbigliamento stratiforme, capace di regolarti verso ogni forma di schiribizzo meteorologico. Un'altra precauzione, da non trascurare, consisteva nel prestare particolare attenzione allandamento nelle nuvole, quando si usciva di casa. La questione non era assolutamente da prendere sotto gamba perch poteva comportare dei guai anche seri. Non credo, a proposito di questo argomento, che Fabio si sia mai dimenticato lesperienza capitatagli quattro anni prima. Aveva programmato, sotto la magnetica influenza della consorte, di recarsi ad uno di quei mobilifici di fama mondiale che riescono, solamente pronunciando il nome, ad attirare eserciti di clienti, senza nemmeno sentire il dovere di mettere in mostra la qualit del prodotto. pur vero che, se unazienda giunge al successo qualche pregio lo deve possedere. Dunque, nel tratto di strada, peraltro abbastanza dissestata, che conduceva alla suddetta azienda di mobili, cominci a tuonare. Sebbene i fulmini si fossero fatti molto vicini, e la pioggia cadeva a catinelle, i due coniugi, imperterriti, fecero lorecchio da mercante ai preavvisi minacciosi di Zeus. La pioggia che, fino a quel punto si era rivelata torrenziale, ma non potente, lasci il posto ad un diluvio universale: lintensit di precipitazione era talmente elevata che se qualcuno si fosse trovato a camminare per le strade allagate, avrebbe avuto una buona probabilit di morire annegato. La visibilit dellabitacolo fu completamente oscurata, cosicch la guida gli fu resa quasi impossibile. Ci nonostante Fabio volle evitare qualunque compromesso e si intestard a condurre il veicolo ad una velocit elevata.
<< Rallenta!

>>, implor la moglie, ma egli, con la cocciutaggine e la superbia maschile, non

ascolt le parole coscienziose di lei. Sar forse che le donne si sentono addosso uninsicurezza maggiore, eppure, magicamente, presagiscono il pericolo molto pi facilmente degli uomini. Sta di fatto che, la macchina perse il controllo ed and a finire in un campo agricolo saturo dacqua. Sua moglie batt la testa contro il finestrino e perse i sensi, Fabio invece, rimase impotente preda dello spavento pi esasperante. Inoltre non fu capace di rimettersi in carreggiata perch la macchina

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aveva le ruote completamente immerse nel fango. Angelica (sua moglie), appena si riebbe, scoppi a piangere; la situazione si fece veramente drammatica. Cosa fare? Uscire a chiedere aiuto? Non poteva, i fulmini non gli avrebbero lasciato scampo. Il telefonino, come al solito, quando subentra unemergenza, non concedeva la linea. Langoscia e lansia mutarono in terrore: scorsero in lontananza la spirale di una tromba daria che puntava diritto nella loro direzione. << Sta tranquilla >>, ripeteva a sua moglie, << tra poco sar tutto finito, le piogge pi sono intense, minore la loro durata >>. Il vortice cambi traiettoria ma lincubo dur per tre ore abbondanti, fino a quando furono soccorsi dal pronto intervento, che si era mobilitato in tutta la regione, dato che si era molto vicini ad uno stato di calamit naturale. Da quel giorno Fabio ogni volta che stava fuori si prendeva la briga di verificare, attraverso le previsioni meteo, se il tempo sarebbe stato avverso o meno. Questo il tipico esempio di come la sventura possa diventare una fonte educativa essenziale. La brutta esperienza, inoltre, lasci un altro segno: ispir ed arricch la sua vena a artistica: si dette a dipingere, con colori ad olio, tempeste e burrasche ambientate in epoche attuali e remote, barche naufragate da maremoti impetuosi, centri abitati ridotti in macerie ed allagati da acque fangose, temporali notturni che abbagliavano boschi tenebrosi; uno scempio della civilt e della natura che divenne una vera e propria persecuzione. Il fenomeno col passare dei mesi non accenn ad attenuarsi, anzi, la loro casa era ingombrata da quadri raffiguranti scene apocalittiche. << La realt >>, spiegava ad amici e parenti, << deve essere mostrata in tutto il suo squallore >>. Fu cos che si autodichiar il catastrofista dellarte moderna. Tra poco con le mie immagini apocalittiche riuscir a diventare benestante ed abbandoner questa occupazione poco appagante. Ci sono tanti di quegli artisti cessi che producono delle cagate bestiali che le mie raffigurazioni, a confronto, sono dei capolavori. Se poi riesco a riscuotere successo, senzaltro sar portato in giro per il mondo. Magari pianto questo luogo marcio e mi trasferisco in Jamaica. L il costo della vita sicuramente bassissimo e potr avere un enorme budget per spendere le mie ricchezze. Bisogna solo avere un po di pazienza. Di pazienza ne ebbe anche troppa, visto che i dipinti si accumularono come rifiuti, e la vendita delle sue opere non principi a decollare. Fortunatamente ebbe la saggezza di rinunciare a codesta iniziativa perch si rese conto che i suoi disegni drammatici riscuotevano un successo stentato. 40

Fabio aveva tempo da perdere, in pi voleva rimanere in compagnia di Guglielmo. Per tale ragione si recarono ad un bar molto alla page, distante una quarantina di metri dal luogo in cui si trovavano. Quando vi sopraggiunsero cerano tante di quelle persone che coprivano, addirittura, lentrata. Si trattava perlopi di individui che volevano mostrare la loro aristocrazia. Due uomini, sulla quarantina, in smoking, ingelatinati, con occhiali da sole semioscuri e con una barba incolta curata, seduti ad un tavolino, discutevano di lavoro con due donne, con una scollatura ed una minigonna mozzafiato; personaggi poco raccomandabili rimanevano in piedi ed immobili a controllare il movimento cittadino; gruppi di giovani, tentavano di adescare, dandosi un certo tono, delle ragazze che assaporavano, con una punta di timore e piacere, i loro tentativi ammalianti; due fidanzati si godevano il loro amore senza badare a chi avessero attorno. In tutto questo disordine i camerieri, con lespressione spazientita ma con comportamento gentile, si dovevano fare largo, a suon di permesso o scusate per adempiere le ordinazioni della loro clientela. Fabio e Guglielmo riuscirono ad intrufolarsi nelle fenditure lasciate dagli innumerevoli corpi presenti e raggiunsero il bancone, come se fossero usciti da unapnea. Il barista era un vero fenomeno: serviva, con la rapidit di un predatore, la marea di attaccabrighe che si accalcava e combatteva per avere la meglio sugli altri. Ordinarono due caff, ed il barman, alla velocit della luce, li prepar e glieli serv. Presero le due tazzine e se ne andarono allaperto, per evitare quellatmosfera claustrofobica. Videro un tavolino, nero e metallico, con due sedie che li invitava ad accomodarsi. Una barriera di piante, poste frontalmente, li proteggeva dalla fiumana dei passanti. Guglielmo, mentre tentava di mettersi comodo, continuava a rimuginare ed interpretare gli eventi appena avvenuti. S dai, ero sicuramente ubriaco e quelle erano allucinazioni. Nel frattempo Wine, accovacciato e malinconico, rimpiangeva loccasione perduta: chiss cosa gli avrebbe combinato, se solo avesse agguantato il felino impertinente. Fabio, invece, volle diminuire lamarezza del caff con dello zucchero, ma si rese che se lerano dimenticato. Per questo, con un gesto della mano, richiam lattenzione di un cameriere che passava e ripassava in quella zona. Era un tipo rossiccio, con la fronte alta, le orecchie lievemente a sventola ed i capelli portati molto corti che aumentavano il principio di stempiatura. Con quella faccia di formaggio somiglia proprio a Carlo, ponder Fabio adocchiandolo con simpatia, oddio, non che sia proprio identico, per lo ricorda moltissimo. Lo potrebbero scambiare benissimo per suo fratello.

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Carlo Morello era suo pro cugino che dodici anni prima era emigrato in Olanda per vendere i suoi prodotti vinicoli. Si erano visti, nellultimo lustro, solo un paio di volte, durante il periodo natalizio. La sistemazione nei Paesi Bassi era stata unaltra sua mossa azzeccata. Possedeva il talento della chiaroveggenza: qualunque scelta egli facesse, anche quelle che allapparenza potevano sembrare sconsiderate e senza futuro, si rivelavano strategiche. Fabio, invece, era lopposto e la fortuna la conosceva solo sulle esperienze altrui. Ciononostante non era mai stato invidioso del suo successo permanente perch, Carlo, era uno di quei tipi alla mano, che badavano poco alla carriera professionale ed in qualunque circostanza riusciva a mantenere sempre un alto grado di umilt. << Desiderate? >>. Chiese il cameriere in gilet di fustagno blu. << Dello zucchero che purtroppo non ce lo siamo portati appresso >>. Il sosia di Carlo nemmeno rispose, deglut e si avvi ad adempiere il servizio ordinato. Torn immediatamente, con un cestello ricolmo di tutti i tipi di zucchero possibili immaginabili: normale, dietetico e di canna. Guglielmo si avvent al contenitore e, con la foga di un tossico, svuot nella minuta tazza, ben quattro bustine di saccarosio. Quellistinto immotivato, fu scaturito, senzalcun dubbio, da fattori endogeni. << Ehi vacci piano! >>, lo ammon Fabio, << tutto quel dolce ti potrebbe fare male! >>. << Mi sento terribilmente debole perch non ho fatto colazione >> ed intanto aveva sgraffignato ed intascato di nascosto lennesimo sacchetto. Fabio a quella risposta parve quietarsi leggermente. Guglielmo con quella valanga di monosaccaridi, riprese un po le forze. Vide un barlume di speranza, provocato da quel recupero istantaneo di energie. Questo rinvigorimento gli permise di trattenersi col suo amico, ancora per unoretta; giusto il tempo di fissare lattivit che si sarebbe svolta domenica. << A che ora ci dovremmo vedere? >>, chiese interessato. << Ma io direi sul tardi, dovrei prima accompagnare e riprendere mia moglie dalla chiesa. Ad occhio e croce, dopo le nove e mezza sono un uomo libero. Quindi, calcolando eventuali imprevisti, verso le dieci credo sia lorario ideale. Sempre, naturalmente, che tu sia disposto a farmi compagnia >>. << Scherzi!? Sono quattro mesi che scalpito per questa maledetta immersione che non riusciamo ad organizzare. Non aspetto altro nella vita e tu, con la tua gentilezza del cavolo, mi vieni a mettere il bastone tra le ruote. Non se ne parla proprio, cascasse il mondo, domani dobbiamo per forza buttarci in acqua >>. << Daccordo, la tua insistenza mi ha persuaso; ti passo a prendere allora prefissata >>. 42

<< Ok, mi troverai gi equipaggiato sotto casa >>. Pagarono e si accomiatarono dal bar perch avevano intuito il significato dello sguardo spazientito del cameriere, dato che cerano altre persone da far sedere e da dover servire. Attraversarono il ponticello, lastricato in marmo, che oltrepassava il fiume e che spaccava a met la citt. La giornata soleggiata era cos piacevole che infondeva la voglia, ai vari viandanti, di rimandare il ritorno verso le corrispettive dimore. Anche Wine, che poco prima si era dimenato come un rinoceronte, aveva placato il suo temperamento, diventando ubbidiente e placido. Si fermarono ad unedicola e Guglielmo, compr la rivista di motori che usciva una volta al mese. Una panchina, ombrata da pini domestici, li trattenne fino alluna a sfogliare il giornale. Guglielmo sguinzagli il Labrador, dopo essersi assicurato che non ci fossero gatti nel raggio di un chilometro; il cane, con fare incerto si introdusse in unaiuola per terminare le ultime escrezioni. Annus qua e l le siepi che recintavano e conferivano una forma geometrica al terreno, e con le zampe posteriori marc il territorio con un gesto cos ridicolo che pareva si stesse pulendo le scarpe ad uno zerbino in una giornata di pioggia. Infine, forse memore della mancata cattura, torn contristato ai piedi del suo padrone. Due piccioni grigi, con le ali nere e sfumati sul collo da scie verdi e fucsia, si contendevano, nelle vicinanze, un tozzo di panino indurito; un ragazzo, smilzo e rasato, faceva avanti e indietro, per scaricare della merce in un supermercato; un negoziante, di origini asiatiche, stava ritto, sulla soglia della sua bottega, a fumarsi una sigaretta. Laria era umida, forse anche troppo, quasi afosa, tale che obblig Guglielmo a sbottonarsi il giubbotto e a metterlo da parte: tir la zip verso il basso e, con suo grande stupore, non incorse nel minimo intoppo; generalmente capitava che la cerniera si incastrasse e non riuscisse pi a scendere; doveva quindi compiere degli sforzi mortali per ottenere unapertura corretta. Poco dopo il medesimo gesto di ricerca di refrigerio fu ripetuto dal suo amico. Era bello crogiolarsi, dimentichi ognuno dei suoi problemi. I due compagni di vecchia data stavano vicino lun laltro, complici ed approfittatori di un momento di tranquillit e, con lansia innocente, tipica dei bambini, pregustavano il contenuto composto da dati tecnici, novit ed immagini coinvolgenti della rivista mensile. Era diventato, quello, un rito insostituibile; generalmente veniva svolto tra le mura domestiche di uno o dellaltro, a seconda di come si mettevano le circostanze; ma stavolta, invece, proprio perch ci si trovava allaperto, leffetto seducente dellattesa di era decuplicato. Che poi, per dirla in modo franco, puntualmente, dopo qualche sfogliata di pagina, allacquolina della curiosit, procreata da previsioni entusiasmanti, subentrava limmancabile, nonch demolitrice delusione della conoscenza. Tutto ci era risaputo, ma, come quando si gioca un biglietto della lotteria, e si sa gi in partenza che la vittoria sar un 43

evento raro, e comunque si tenta lo stesso, ad oltranza, che una buona stella ci venga incontro; allo stesso modo lacquisto del giornale diventava, un secondo prima di essere analizzato dettagliatamente, una possibile fonte di eventuali prerogative. Al di l delle suddette divagazioni, quel quotidiano mensile rappresentava anche, e soprattutto, un semplice strumento per ammazzare il lentissimo e velocissimo tempo. Stampate sulla carta cerano macchine da sogno che partivano da un prezzo base di centomila euro e che possedevano qualunque confort dellera moderna: navigatori satellitari, sistemi dausilio alla partenza in salita, sospensioni selettive con assale a molle paraboliche, servosterzo parametrico a gestione elettronica, park assist, cerchi in lega dalluminio e motori, di oltre 400 kw, che davano lopportunit di raggiungere i 320 Km/h, e che non avevano nemmeno in dotazione presso la NASA. Se ci fosse stato anche un gabinetto si sarebbero aperti nuovi scenari di vita: il trasferimento, di massa, dalle case alle automobili. I due amici, abbagliati, le veneravano con tutto il cuore e, lespressione estasiata, poteva far presupporre, a chi si trovasse a passare di l per caso, che fossero stati incantati da qualche maleficio. Tuttavia sapevano che non se le sarebbero potute permettere neanche se fossero campati oltre mille anni. Rimanevano comunque, da autentici immaturi, prigionieri volontari del piacere illusorio dellutopia. << Guglielmo guarda la Lamborghini Gallardo, superleggera, che macchina da re. Per questo capolavoro dellingegneria e dellestetica sarei persino disposto a divorziare con Rosanna >>. A Fabio gli era capitato, in parecchie occasioni, di paragonare quei bestioni lussuosi alla sua consorte. Lauto, ovviamente, stravinceva ogni confronto perch rappresentava lemblema della perfezione. Cera solo un misero particolare che non aveva considerato e per il quale, la svalutata Rosanna, sarebbe risultata impareggiabile: la capacit di sfiancarsi ogni santo giorno per servire il pigro marito. Del resto, parliamo di una situazione che risulta preponderante in qualsiasi contesto familiare, infatti, non assolutamente una novit che alla devozione data quotidianamente dalle donne, gli uomini ci badino poco. Se poi, il gentil sesso, ribellandosi, dia origine a qualche dissesto, ecco che il maschio perde la sua virilit e si fa crollare il mondo addosso. un po come succede con la salute: gli si d, costantemente, una scarsa considerazione e la si rimpiange amaramente soltanto quando viene a mancare. Era arrivata luna e trenta, lorario ideale per il ritorno. Si fecero un tratto di strada insieme, fino a quando Guglielmo, con un saluto, seguito da un << ci vediamo domani >>, non svolt in Via G. Abba. Guglielmo doveva proseguire in rettilineo per un altro centinaio di metri e prendere lo svincolo che lo avrebbe posto di fronte alla sua abitazione. Durante questo percorso cominci a 44

sentirsi a disagio, come se fosse stato preso da una fobia. Aveva limpressione che coloro che gli passavano accanto e che lo scorgevano, si fossero accorti del suo stato di ubriachezza. La colpa fu di una signora anziana che stava pulendo il pavimento su di un balcone, alto circa due metri e che sarebbe stato un bocconcino ideale per una banda di ladri. Ella infatti, appena not Guglielmo, gli lanci uno sguardo strano, quasi diffidente, che fece tentennare il suo equilibrio mentale gi parecchio malandato. Affrett il passo e cerc di non guardare da nessun altra parte, perch temeva che qualcuno lo seguisse; in pochi minuti, raggiunse la sua tanto desiderata casa, sudato e con un certo affanno. Entr in fretta ed ebbe una gran voglia di stendersi sul letto e di mettersi sotto le coperte; gli incombeva una forte brama di isolamento tale, che aveva la voglia di starsene perennemente se stesso. Monica, dalla sala da pranzo, lo chiam; Guglielmo cap subito che il suo proposito, al momento, era unimpresa da rimandare. Prima di recarsi da sua moglie, gett, alla rinfusa, unocchiata alla finestra: non si vedeva anima viva; ma forse, in quellapparente quiete, erano appostati i due esseri che scrutavano attentamente qualunque sua mossa; ecco, magari proprio dietro quelle persiane verdi degli occhi maligni stavano aspettando loccasione giusta per mettere in atto i loro piani diabolici. Per scacciare via questa ipotesi immotivata, abbandon il davanzale lievemente impolverato, si rec da Monica e da sua figlia e le salut con un gesto amorevole e frettoloso. Infine, esausto, si lasci cadere nella solita sedia e, come ricevette il piatto colmo di cibo, se lo infil con foga in bocca onde schivare qualunque tipo di dialogo.

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CAPITOLO 6 Lindomani Fabio arriv con un quarto dora di ritardo. La Fiat Multipla era stracarica di roba. Guglielmo poggi il borsone nellunico cantuccio lasciato libero posteriormente e vi sal, mettendosi al fianco del guidatore. La sua mente era ancora pregna di cattivi pensieri ma fece in modo che il suo compagno non se ne avvedesse. Fabio, dal canto suo, rimase meravigliato nel vedere con quanta calma Guglielmo si fosse messo in postazione: pareva quasi che avesse rimosso lumore nero del giorno precedente. I sedili dellauto erano comodi ed avvolgenti come balle di fieno; per rompere limbarazzo del silenzio iniziale Fabio prese un cd a caso dal cruscotto e lo introdusse nellautoradio. Bono Vox fu il primo ad emettere delle parole in quellabitacolo. << Hai portato tutto lequipaggiamento? >>, gli chiese per capire con quale testa fosse venuto il suo amico. << Tranquillo ho controllato larmamentario almeno un centinaio di volte; e poi queste sono domande che ti dovrei porre io, visto che, nellultima immersione ti eri dimenticato le pinne >>. Guglielmo era sorridente e per niente crucciato, le prospettive si stavano mettendo per il verso giusto. Gli U2, al massimo volume, cantavano Moment of surrender; il sole, a sprazzi, illuminava tutto quello che gli era consentito di irraggiare: foglie, rami, cortecce, terreni, alsfalto, guardrail; dei volatili, simili a dei jet, sfrecciarono e sfiorarono il parabrezza della loro macchina; una donna, in bicicletta, si portava dietro un esercito di marmocchi scatenati; una fila di pini marittimi, alti e ricurvi, stava sui bordi delle strade e si inchinava al via vai del traffico; La primavera, almeno per quella giornata, era arrivata con oltre un mese danticipo. Occorsero tre quarti dora per giungere a destinazione. Guglielmo stava accusando un lieve malore per la tortuosit del tragitto e per la velocit con il quale veniva affrontato. Infatti, non appena usciti dalla citt, il paesaggio andava gradualmente trasformandosi. I campi di grano del territorio rurale, attraversati di tanto in tanto dalle mietitrebbie, scemavano lasciando il posto ad una fitta vegetazione selvatica. Oltrepassando una salita, lunga quattro chilometri, costituita perlopi da tornanti mozzafiato, si costeggiava la foresta Veglieri, appartenente al comune di Orsuli, con un sentiero ristretto che permetteva il passaggio di una macchina per volta. In mezzo agli abeti cerano dei tavolini occupati, nella maggior parte dei casi, da famiglie che consumavano il loro picnic domenicale. Quei soggetti, sebbene volessero dimostrare di essere entrati in armonia con la natura, in realt costituivano uno dei mali pi gravi per lambiente. Non si preoccupavano minimamente, una volta finito il pranzo o lo spuntino, a seconda del loro grado di 46

ingordigia, di ripulire il suolo dalla moltitudine di residui inorganici. Capitava cos che il loro passaggio assumesse la gravit di una vera e propria emergenza. Col caldo, poi, la deturpazione veniva incrementata enormemente dallaumento degli incendi che erano, al novanta per cento dei casi, di matrice dolosa e che avevano distrutto oltre venti ettari di bosco incontaminato. Le varie mafie, in passato, avevano contribuito allinquinamento scaricando le merci pi svariate: televisori, mobili, frigoriferi, macchine, barili ripieni di sostanze tossiche, lamiere damianto, laterizi, involucri contenenti agrofarmaci e persino cataste di pesci sventrati. Questo fenomeno era stato preponderante nellarco tra la fine degli anni ottanta e linizio degli anni novanta e lo si era, fortunatamente, quasi scongiurato tramite lesecuzione di una valanga di arresti. Mancava, perci, soltanto la soluzione alla contaminazione provocata da quella frangia di persone considerate, teoricamente, parte integrante della societ civile. Il sindaco di Orsuli, sotto la forte pressione della Regione, che a sua volta era stata minacciata dallUnione Europea, visto che aveva catalogato la selva Veglieri come zona SIC1, stava prendendo dei provvedimenti per non ricevere inutili sanzioni sovranazionali. Nel frattempo, mentre si decideva sul da farsi, i cittadini di Orsuli, e della sua provincia, giungevano come conquistadores e dilaniavano, a suon di mangiate, gli ultimi residui di quellecosistema vergine. Le colline erano ormai alle spalle. Man mano che si scendeva si poteva scorgere, distintamente, nonostante la lontananza, la tavola azzurra del mare. Anche se in quel periodo i due amici si vedevano di rado, la confidenza che avevano tra loro non si era assolutamente dissipata. Proprio per questo Fabio lo volle aggiornare sulla lite coniugale appena capitatagli. << Finalmente >>, esord, << Dopo una settimana io e Rosanna ci siamo riappacificati >>. << Che cosa era successo? >> Rispose Guglielmo, scuotendosi di colpo, dato che era sovra pensiero. << Avevo sbirciato sul telefonino i suoi SMS, perch mi era venuto un attacco di gelosia improvviso. Eppure non avevo una minima prova che mi stesse tramando qualche tradimento >>. << Questa te la potevi risparmiare; vuol dire che diffidi di lei. Stavolta credo che lincazzatura te la sia proprio meritata. Con le donne bisogna essere sempre cauti >>. << S lo so, hai ragione; ma purtroppo ho ceduto. Siccome per sta con quel maledetto telefonino in ogni momento, mi sentivo rodere dal fatto che mi potesse nascondere qualcosa. Solo che non mi aspettavo una simile reazione. Ha gridato come una pazza e poi scoppiata in lacrime.
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SIC: Sito dInteresse Comunitario.

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A quel punto mi sono fatto prendere dal panico e stavo quasi per perdere il controllo; fortunatamente mi sono bloccato un tempo. Poi mi ha supplicato che la dovevo lasciare in pace e cos siamo rimasti in silenzio ed indipendenti come due scemi. Ieri poi ci siamo scusati a vicenda e le cose si sono un po aggiustate >>. << Limportante >>, ribatt Guglielmo che era a zero con i consigli, ma comunque doveva dirgli qualcosa per confortarlo << Che tutto si sia rimesso per il verso giusto >>. << Lo spero, ma da come si comporta pare che tenga ancora il broncio >>. << Evidentemente deve sbollire in modo completo la rabbia; vedrai, qualche giorno e tutto torner come prima. Mi raccomando per, guai se ricommetti lo stesso errore >>. << Su questo puoi contarci >>. A proposito di questa promessa Guglielmo ebbe qualche dubbio. Il viaggio continu per un altro quarto dora. La macchina accalorata era diventata una vera e propria serra e li aveva disidratati come pesci sotto sale. Giunsero a Borsena un po assopiti; Fabio che aveva tenuto per tutto il tragitto gli occhi inchiodati alla strada, eman uno sbadiglio che somigliava pi ad un ruggito. Durante lapertura della bocca Guglielmo pot notare due incisivi ritorti e tre molari piombati. << Ah, finalmente ci siamo! >> Esclam con le parole amalgamate ed amplificate dal sonno. Si stiracchi solo con una mano, dato che teneva laltra ben salda al volante. Borsena era completamente disabitata, eppure non che fosse presto: cerano solo un uomo ed una donna che camminavano su di un marciapiede; il resto aveva unatmosfera da cimitero. Per la verit quello era un villaggio fondato sul turismo, difatti si riempiva solamente destate e raggiungeva, a suon di discoteche, alberghi e locali notturni, anche le diecimila persone; poi, verso met settembre, cadeva come in letargo per rianimarsi nuovamente con lavvento della bella stagione. Passarono in Via N. Strampelli che affiancava il lungomare; dove Guglielmo, quattro anni prima, aveva preso in affitto una villetta per passare le vacanze. Quella casetta era bella, confortevole e ad un prezzo accessibile; inoltre era a due passi dalla spiaggia. Trascorse con sua moglie due anni di fila, dopodich Monica, ne ebbe abbastanza e decise che per lagosto successivo si sarebbe potuti andare in crociera, circumnavigando il Mediterraneo. Era unoccasione da non perdere anche perch cerano altri sei amici che avevano scelto la medesima destinazione. E poi vuoi mettere i posti che avrebbero visitato: Palma di Maiorca, Barcellona, Cagliari, Napoli, Venezia, Spalato, Dubrovnik, Corfu, Katakolon, Mykonos, Cantorini, Alessandria; veri e propri paradisi che ti aumentano il bagaglio culturale, dato che ognuno possiede una sua morfologia paesaggistica e una sua tradizione. 48

E cos ci andarono, si divertirono e spesero millecinquecento euro a testa. Parcheggiarono lauto e con i borsoni e si recarono dal signor F. Mestati dato che volevano noleggiare, per un tre ore, la solita barchetta bianca e malconcia. Raggiunsero il molo e montarono sul natante a motore che aveva la stessa potenza di una zattera. Dopo aver tentennato un po, il motore divenne costante nel suo frastuono. Partirono e, con lentezza, nel giro di pochi minuti, raggiunsero il largo. Aggirarono i frangiflutti che venivano accarezzati prepotentemente dalle onde, le quali, in seguito allimpatto violento, trasformavano lacqua in spuma. Una volta che ebbero preso velocit furono investiti dal vento impetuoso; tuttavia non provarono freddo perch avevano, da sotto i vestiti, la muta da sub, che aderendo alla perfezione, riusciva a trattenere il calore corporeo. In lontananza il mare si perdeva nellinfinito dissipando ogni confine; un gruppo di tre gabbiani planavano sulle loro teste e, a turno, si buttavano a capofitto per raccattare qualche pesce di superficie. Il cielo era limpido e splendido, se si escludeva la presenza di una nuvoletta sfumata che pareva fosse stata buttata l dal colpo di pennello di qualche artista divino. Scelsero il posto adatto e, qui, arrestarono la barchetta e si spogliarono degli indumenti superflui. Disposero lattrezzatura, la indossarono e misero in atto la strategia per unimmersione perfetta. Infine si tuffarono con una capriola allindietro. Il fondale era a dir poco meraviglioso e sarebbe stato impossibile descrivere a parole la sua suggestiva bellezza. Guglielmo fu invaso da un senso di rilassatezza, eccezione che gli riservavano soltanto quelle occasioni. Dei residui membranosi e trasparenti galleggiavano nellacqua impura e volteggiavano con spensierata delicatezza, quasi a voler emulare il movimento dei vertebrati acquatici. Sentiva solo ed esclusivamente il suo respiro, rimbombargli nei timpani. Un rapido sbattere delle pinne lo port pi in l. Una delle sensazioni pi benefiche del contatto con lidrosfera fu il silenzio tombale, forse anche opprimente, che contrastava sensibilmente col rumore della citt caotica. File di pesciolini si muovevano con grazia, quasi con sincronia olimpionica, e rimanevano indifferenti alla sua presenza. Dun tratto, Fabio, munito darpione, richiam la sua attenzione tramite un breve cenno, ed a gesti, gli fece capire che si stava spostando verso sud; alla ricerca di una ghiotta preda. Il suo amico, anchegli smanacciando, gli dette lok. Guglielmo non aveva alcuna voglia di uccidere, voleva solamente godersi la vita pacifica e serena di quel mondo sommerso. Per

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tale motivo rifiut di seguire il suo compagno. Quindi si divisero, ma si posizionarono in modo tale da essere visibili luno con laltro. Guglielmo and in profondit: la luce che filtrava dallalto decresceva e, la chiarezza delle immagini, non fu cos netta. Vide, in questo giro di perlustrazione, una medusa molto simile ad una busta della spesa, due polpi affiancati, che parevano discutessero dei loro affari familiari, ed unorata enorme che, se fosse rimasta ancora a bazzicare in quelle zone, sarebbe stata sicuramente infilzata da Fabio. Guglielmo temeva che ci potessero essere degli squali e stava sempre in guardia e sussultava al minimo movimento sospetto. La sua era comunque una paura infondata: in quel mare, di bestie feroci non ce nerano; e lui ne era pure consapevole. Il timore gli nacque quando sent la notizia dei capodogli arenati sulle rive sabbiose del paese di Peschici. Ora, il punto che egli analizz fu il seguente: se erano andati a morire sulle coste pugliesi dei cetacei assolutamente non tipici di quelle zone, per quale motivo non sarebbe stato possibile incontrare degli squali allinterno di mari dichiarati assolutamente innocui? Non si sa mai, la prudenza non era mai troppa. Lui, poi, gli squali non li sopportava proprio, con quellaria da killer e poco intelligente che cercano solamente il pretesto per innescare una strage. I suoi animali preferiti erano i delfini: senzaltro di rango superiore ed assolutamente imparagonabili con quegli assassini senza scrupoli. I delfini gli ispiravano ottimismo; forse per quel ghigno perenne e quasi canzonatorio che si portavano appresso. Chiss perch hanno la pinna caudale orizzontale e, nonostante vivano in acqua, siano dei mammiferi. Non potevano fare le uova come gli altri pesci? Pure le balene sono dei mammiferi e, se non erro, anche loro possiedono la pinna posteriore orizzontale. Proprio mentre stava elaborando questi enigmi zoologici qualcosa di inaspettato avvenne: i suoi movimenti, gi lenti per la densit dellacqua, si fecero ancora pi pesanti ed ogni spostamento avveniva con la medesima fatica e lentezza di quella di un palombaro. In questo incespicare, la maschera si annebbi leggermente ed intu che non era un fenomeno naturale e di conseguenza qualche guaio gli stava per capitare. La barca era abbastanza vicina, la poteva distinguere nettamente ed in pochi istanti lavrebbe raggiunta. Purtroppo non fu cos. Infatti, proprio mentre era in procinto di tornare, qualcosa, forse una tenaglia, lo afferr alla caviglia sinistra e lo trascin verso il baratro. Tent di combattere, ma tutto fu inutile: pi si agitava pi se neandava verso il basso; un po come avviene quando ci si trova nelle sabbie mobili. Tent di capire ci che lo vincolava e lo strascicava negli abissi, guardando nel fondale, ma riusc a distinguere solamente una quantit immensa di bollicine che gli fecero perdere 50

completamente lorientamento. A voler metter fine alla sua curiosit fu la perdita della maschera che gli rese opaca la vista, come se fosse stato affetto da una forte miopia. Guglielmo, come ultima possibilit di salvezza, tent di gridare disperatamente il nome di Fabio, con lunico risultato insoddisfacente di inghiottire mezzo litro di acqua salata. Il seguito fu solo una tenebra che cadde sulla sua coscienza. Dischiuse gli occhi brucianti e lacrimanti ed intravide una stanza di un venticinque metri quadri, con le pareti tappezzate da pannelli metallizzati bianchi. Lui era disteso su una barella dacciaio, completamente nudo e con centinaia di fili, simili a quelli che servono per il trasporto della corrente elettrica, incuneati in ogni parte del corpo. Porca di quella troia, inve contro se stesso, vuoi vedere che sono caduto di nuovo nelle mani di questi maledetti figli di puttana? Ora mi uccideranno, ne sono sicuro; accidenti a me che sono nato su questa terra del cazzo; vaffanculo. Mentre bestemmiava nel pensiero, qualcosa di immateriale apparve, prima da lontano, e poi sempre pi vicino, in modo tale da rendersi riconoscibile; la sua sagoma, ad una distanza cos ridotta, non poteva certamente essere equivocata. << Non si preoccupi >>, gli disse lessere. << Tra poco ritorner tutto come prima >>. Dopo il mucchio di mali che aveva subito, si permetteva finanche di assumere la parte di colui che in grado di tranquillizzare gli animi. Guglielmo prov ad esercitare qualche movimento, ma ottenne soltanto dei brevi ed insignificanti sussulti. << E inutile agitarsi in quel modo, labbiamo paralizzata. Se fossi in lei rimarrei calmo senza tentare nemmeno di pensare >>. E molto facile dare dei consigli quando si sottomette qualcuno, pens Guglielmo con il cuore in gola dallo spavento. Ad un certo punto colui che stava comunicando con Guglielmo, si infil una sorta di auricolare nellorecchio e grid: << Accidenti! Questa proprio non ci voleva! >> Dopodich mise le braccia conserte e prese a camminare, nervosamente, da una parte allaltra della stanza. Poi riprese a parlare con voce smorzata: << S signor Verbano, le nostre buone intenzioni ancora una volta sono fallite, lei proprio un caso disperato, ancora una volta dovremo sottoporla a tutta quella serie di esperimenti condotti precedentemente. Le auguro solamente che questa vicenda folle si concluda per il meglio >>.

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Guglielmo, dal canto suo, cap, data la situazione, solo parzialmente il senso delle parole e nelle condizioni in cui versava non pot neanche esprimersi con un cenno di dissenso. Arriv, da una porta, che prima gli era parsa non ci fosse, laltro individuo di nostra conoscenza. Prese in disparte il suo compagno e si misero a borbottare tra loro. La lingua con la quale dialogavano sembrava straniera, eppure ebbe la sensazione che provenisse da una terra non troppo remota. Riusc a distinguere, o forse fu solo una sua impressione, la seguente frase, detta in tono altero: << Se lo trasportiamo in questo modo rischia di disintegrarsi! >> Dunque, i loro discorsi possedevano parecchie contraddizioni. Lo stavano torturando per si prendevano la briga di tutelare la sua vita. Evidentemente il loro modo di agire prevedeva questo iter di supplizi estremi. Una cosa era certa: la faccenda era totalmente senza logica ed abbisognava di parecchi chiarimenti. Quando la breve consultazione ebbe temine, entrambi si avvicinarono al suo capezzale ed il nuovo arrivato gli disse: << Mi dispiace, ma la soluzione al suo problema rimasta ancora un dilemma. Comunque, non si rammarichi pi di tanto tra pochi giorni ci rivedremo >>. Ma quale soluzione e di quale problema, blaterate, bastardi! Avete creato una questione sul nulla. Io, prima della vostra maledetta venuta, ero una persona abbastanza normale. La migliore scelta che potreste prendere, sarebbe quella di lasciarmi in pace. Purtroppo Guglielmo non riusc ad emettere neanche una sillaba, ed i suoi propositi rimasero imprigionati nei suoi pensieri e non furono tramutati in parole. Appena ebbe concluso di esprimere questa idea, le sagome luminose gli avvicinarono alle narici una specie di scatoletta scura. Guglielmo sent un odore intenso, simile alla menta, e la sua vista fu occupata da una miriade di puntini, i quali, replicandosi in modo esponenziale, finirono per coprigli la visuale e fargli perdere i sensi. Si ritrov seduto sulla barca, ancora umido e con indosso i vestiti da sub. Aveva i brividi a ripetizione, gli girava fortemente la testa e faticava a riacquistare la lucidit mentale. Quando, per cos dire, la riprese, si rese conto che lo scenario, nel quale si trovava, laveva gi vissuto. Senzaltro non era una percezione illusoria, pertanto non poteva essere classificata come un dj vu. Il panorama della citt lontana, il rumore monotono del mare, la forza del vento che spirava da nord, la posizione accovacciata nella quale si trovava, i cinque gabbiani che gli ronzavano attorno e addirittura quella nuvoletta che aveva momentaneamente coperto ed attenuato la potenza del sole; erano i medesimi protagonisti delle immagini assaporate dai sensi, poco prima che si fosse 52

buttato sottacqua. Tuttavia gli eventi si modificarono e presero unaltra piega. Un bollore inaspettato colp la sua attenzione. Riemerse dalle profondit Fabio, si arrampic in modo goffo alla barca e, dopo che fu a bordo e che si fu tolto la maschera, squadr Guglielmo con un atteggiamento stupito e di rimprovero. Lo aggred immediatamente: << Dove cazzo eri finito? mezzora che ti vado cercando nei fondali marini! La prossima volta che ritorni a galla, degnati almeno di avvisarmi >>. Che poteva dire Guglielmo in sua difesa? Era ancora in preda alle esperienze assurde, provate qualche istante prima. Non voleva giungere a discussioni inutili, aveva solamente voglia di isolarsi dallintero universo, tanto, nessuno avrebbe mai capito e compreso le sue vicende paradossali. Per tale motivo, gli rispose con la prima frase che gli pass per la mente: << Scusa Fabio, mi venuto un terribile mal di pancia. Sono risalito, perch sono stato invaso dal panico >>. << Capisco, come ti senti adesso? >> << Credo di essermi ripreso >>. << Adesso, la cosa migliore da fare e quella di rientrare al porto >>. << No Fabio sto bene per davvero. Continua pure limmersione senza di me. Ti aspetter in barca >>. << Non se ne parla proprio >>, fece Fabio intimorito dal viso stralunato del suo amico, << Non mi v assolutamente di lasciarti solo. E se ti dovessi risentire male? Ritorniamo a casa meglio >>. << Daccordo, e scusa per aver interferito sul tuo divertimento >>. << Figurati >>, rispose Fabio con saggezza, << la salute deve avere precedenza su qualunque altra cosa >>. E cos ebbe termine la loro breve gita domenicale, durata poco pi di unora, viaggio escluso. Si misero nellautomobile e, a circa quattrocento metri dal paese individuarono lo spogliatoio del lido Poseidone. Nel bagno si lavarono alla meglio, si asciugarono e si cambiarono, infine, con indosso un bel po di rammarico, rimontarono in macchina. Nel tragitto di ritorno, Guglielmo tent di ripercorrere gli eventi appena capitati. Ricostru come un investigatore ogni scena, ogni passo compiuto: dallimmersione fino al momento in cui si era ritrovato a sua insaputa in barca. Non ne venne a capo, rimaneva un mistero senza alcun senso e che nessuno, allinfuori dei suoi misteriosi sequestratori, avrebbe potuto spiegargli. Visto che era impossibilitato nel trovare delle risposte alle sue domande, si mise una mano sul viso e cominci a piangere in silenzio. Tuttavia, per fare in modo che Fabio non lo scoprisse, fece 53

un finto sbadiglio, utile anche per mascherare la lucidit degli occhi ripieni di lacrime. Poi, dato che oramai era allo stremo delle forze cerc di dormire nella speranza di dimenticare la brutta esperienza una volta per tutte.

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CAPITOLO 7 Tre giorni dopo fu organizzata la grande cena. Se in un primo tempo Monica voleva invitare gli ospiti a passare la serata a casa sua, in seguito, sotto forte pressione dei partecipanti di quelloccasione di gala, fu convinta a cambiare opinione, per andare in un ristorante di gran classe. Cos, alle nove e trenta si incontrarono, come stabilito, sotto labitazione dellarchitetto Aurelio Cervi, per recarsi a mangiare al Galateo: uno di quei posti che ti fanno pagare pure per andare in bagno. Oltre allarchitetto appena succitato e alla sua signora cerano altre cinque coppie: Monica e Guglielmo, Alberto Assoli e sua met, lavvocato Federico Riesi e la sua compagna di ventidue anni pi giovane, Fabio e Rosanna, ed infine lendocrinologo Vitaliano Rocchi e la sua petulante nonch pettegola moglie. Questultima coppia era la pi anziana tra i vari componenti del gruppo: Vitaliano aveva cinquantuno anni, mentre la sua consorte, Dalia, pediatra, ne aveva quarantanove. Loro vantavano anche un altro primato: quello di essere le persone meno gradite al mondo, si rendevano semplicemente insopportabili: bastava che qualcuno, in un discorso qualunque, accennasse un argomento di un qualsiasi genere, che subito i due coniugi si introducevano senza alcun preambolo, e diventavano in poche mosse i protagonisti della vicenda narrata. Di tutto si vantavano: della casa, del successo lavorativo e dellamore e della riconoscenza che avevano dalle persone, o meglio dai loro rispettivi pazienti. Se questo non bastava a saziare la brama di autoreferenzialit, subito intervenivano con gli enormi risultati che ottenevano i due figli alle scuole superiori. Ancora, Vitaliano era anche stato eletto cavaliere del lavoro e tra le altre onorificenze vantava quella persino di essere presidente di unassociazione culturale di giovani intellettuali. Ma se proprio non si era ancora sazi di una carriera cos strabiliante cera unultima ciliegina sulla torta: era membro della confraternita dei Cavalieri di Colombo. Questa organizzazione, rafforzata dal pretesto di promuovere levangelizzazione cattolica e di dare aiuto alle popolazioni pi bisognose, si girava il mondo in lungo e in largo. Soltanto negli ultimi tre anni, Vitaliano e Dalia, avevano visitato il Guatemala, il Messico, le Bahamas e le Filippine; naturalmente, ogni otto mesi, si recavano a Roma per dare lomaggio della loro fedelt cattolica alla Santa Sede. Quella sera per, forse perch non avevano ancora ingranato la marcia dellegocentrismo, se ne stavano in disparte, quasi al buio, come delle civette, con laria di quelli che sono stati esclusi. Giunti tutti i componenti del gruppo in Via A. Scesa, vale a dire sotto casa dei coniugi Cervi, e dopo tutta quella serie di saluti ipocriti che servono sostanzialmente a sciogliere limbarazzo del primo impatto (come ti trovo bene, ma sei dimagrita? Che bel vestito, ecc. ), si diressero con le auto al prestigioso ristorante. 55

In macchina Guglielmo cominci a sbraitare verso Monica: << Ma porco cane! Tra tutti i luoghi nei quali si poteva andare a mangiare, proprio nel ristorante pi fighetto della terra dovevamo andare a sbattere?! >> << Su dai non te la prendere >>, fece Monica che temeva il cattivo umore di suo marito, << per una volta che andiamo, non credo che rischiamo la bancarotta >>. << Monica ma ti rendi conto di quello che si spende? E poi chi li sopporter quei due rompipalle di Vitaliano e quella strega di Dalia?! >> << Non fare cos altrimenti ci roviniamo la serata ancor prima di cominciarla >>. Monica aveva grandi capacit diplomatiche e sempre riusciva spegnere lira del marito. Questa volta per la sua tecnica bonaria, capace di ammansire il pi violento degli animi, non ebbe esito positivo. vero che Guglielmo dopo le sue parole non fiat, per rimase con unespressione strana, cattiva, che mai gli aveva notato prima. Il silenzio regn su tutto il tragitto; Monica avrebbe voluto chiedergli: che ti succede caro? ma il coraggio le venne a mancare; temeva una reazione furibonda che avrebbe potuto provocare conseguenze sgradevoli; pertanto rimase ferma, zitta e dritta, come una candela, con il viso afflitto e rosso, rivolto verso il finestrino. Come al solito dentro il locale gastronomico cera un pienone da capogiro; linterno era ben illuminato, con un pavimento molto chiaro che tendeva a mettere in risalto la luce artificiale provocata dai giganteschi lampadari forgiati di cristallo; sui bordi dellenorme sala cerano delle maestose tende rosa che, in un armonioso drappeggio, accentuavano leleganza del luogo; il tutto era contornato dal cicaleccio delle innumerevoli persone che, amplificavano il loro portamento estetico con degli abiti serali che costavano pi di un computer. Era indispensabile in certi momenti il vestito e, forse, anche il modo di esprimersi, utilizzando dei toni giulivi, gremiti di sorrisi, ma dati con contegno e che, quindi, non avrebbero dovuto sfociare nella maleducazione. Era la ferrea regola della mondanit. Guglielmo vedendo allopera quellimmensa accozzaglia di cloni che recitavano, con i loro toni gaudenti, la parte di quelli che amano il divertimento e la gioia di vivere, si chiese quale fosse la logica dellesistenza. Ai nuovi entrati si fece incontro un omone, sulla sessantina, candido nei capelli e con un pizzetto fino e ben intagliato che gli conferiva unaria da magnaccia; doveva senzaltro trattarsi del proprietario del ristorante, ed in effetti lo era. I coniugi Cervi si misero subito in prima linea, dato che erano loro gli organizzatori di quella cena faraonica. Diedero i nominativi, che gli avevano, quattro giorni prima, permesso di prenotare, e si avviarono, insieme al proprietario, in avanscoperta per guidare la mandria verso i rispettivi posti a sedere. A Guglielmo, questa, era la parte che pi lo

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infastidiva: sfilare davanti alla ciurma della clientela ebete che, dal basso, con aria dubbiosa e contemporaneamente timorosa, scrutava quale fosse la tua personalit e le tue intenzioni. Finalmente giunsero a tavola. I membri della combriccola non avevano fatto in tempo a poggiare il sedere sulle sedie che gi il dott. Vitaliano Rocchi, mettendo in disparte il cattivo umore, aveva attaccato il suo discorso nauseante. Stava parlando delle ultime vacanze natalizie, passate sullisola di Capri. Guglielmo spost la sua attenzione verso il men, che stava l, tutto solo, in un equilibrio precario, e aspettava soltanto che qualcuno lo prendesse tra le mani e lo sfogliasse. Lo guard per pochi minuti, giusto il tempo di rendersi conto a quale abbuffata stava per andare incontro. La mangiata prevedeva le seguenti pietanze: Antipasti:crespelle di mare, insalata scampi e pompelmo, tartara di primo sale, bocconcini pancetta e grana, carpaccio di manzo su grissini di carota, crostini e pomodori. Primi piatti:cannelloni agli spinaci, gnocchi al pomodoro e caciotta, risotto al branzino, tortelloni di magro. Secondi piatti: lumache trifolate, mais con salsiccia, spiedini di gamberi alla rucola, tacchino ripieno di castagne. Dolci: torta delle rose, crostata di lamponi, sorbetto al limone. Frutta: macedonia al profumo di zenzero.

Una cena da schifo, da riempirsi le vene di colesterolo. Stavolta era il caso proprio di dirlo: solo il pi porco sarebbe sopravvissuto. Cominciarono a mangiare e, Guglielmo, giunto al mais con salsiccia, decise di staccare momentaneamente, per far prendere fiato al suo stomaco, dato che aveva compiuto degli sforzi notevoli. And in bagno, si imbatt in un signore paffuto che si stava lavando le mani e che, con la sua mole non indifferente rendeva difficoltoso il passaggio verso le cabine igieniche. Guglielmo perci, per oltrepassarlo, dovette aderire alla parete muraria, e camminare orizzontalmente, come se si trovasse sullorlo di un precipizio. Entr in bagno e si chiuse a chiave; tuttavia si rese conto che non aveva alcun bisogno da fare; si era rinchiuso in quella cella di tre metri quadrati soltanto per rimanere un po isolato; soltanto per una manciata di minuti, il tempo di scaricare il terribile stress provocato da quella valanga di parole.

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Abbass la tavoletta del water e si sedette sopra; divaric le gambe e si stiracchi, adoperando lo strumento igienico che lo sorreggeva a mo di poltrona. Si rimbocc le maniche e si mise le mani tra i capelli; questo era un gesto che gli capitava di frequente quando era assediato dal nervosismo. Scorse con disgusto qualche cosa che gli camminava sullavambraccio: si trattava di uno scarafaggio di piccole dimensioni che, indifferentemente, se la spassava sulla sua pelle. Fantastico, mi passato definitivamente lappetito e con un colpo lesto e simultaneamente delicato se lo tolse di torno. Poi, per, sempre dal medesimo braccio e pi o meno nello stesso punto, si accorse che unaltra blatta gli passeggiava serenamente. << Ma in che merda di cesso sono capitato! >> Disse a bassa voce ed in maniera stizzita. Si alz ed usc con il voltastomaco che stava per farlo vomitare. Il signore opulento fortunatamente era andato via; aveva quindi i lavandini e gli specchi a sua completa disposizione. Si vers il sapone liquido fra i palmi, disposti in modo concavo, ma, nel momento in cui tent di aprire le manopole del rubinetto, si accorse che queste erano inesistenti. << Come minchia si fa per far uscire questa fottutissima acqua?! >> Stava per esplodere, la pazienza era arrivata al culmine della sopportabilit. Gli bast per porre la mano in corrispondenza della cannella che subito si azion lerogatore dellacqua che gli permise di lavarsi le mani. Era uno di quei lavabi dotati di sensori, oramai diffusi ovunque e che soltanto nelluniverso di Guglielmo non era stato concepito. Si asciug con dei tovagliolini che venivano emanati da una macchinetta posta l di fianco. In quel preciso istante venne letteralmente colto dallorrore: un esercito di scarafaggi gli camminavano su entrambe le mani e, via via che si muovevano, aumentavano di numero. Lanomalia, che gli provoc uno sconcerto quanto mai ripugnante e orripilante, furono le ferite, o meglio le pustole che gli inflissero i suddetti insetti: simili a dei bubboni, bluastri e sanguinanti. Alcune di queste punture erano diventate livide ed avevano creato degli aloni scuri anche nella parte circostante. Era come se fosse stato affetto dalla peste bubbonica. Cominci a scuotersi in modo convulso in virt del fatto che sentiva un prurito estremamente spiacevole, accompagnato da una buona dose di pizzicotti nelle varie parti del corpo. Gli insetti cadevano e si disseminavano sul suolo e, pareva quasi che si riproducessero dal nulla. Lintero bagno si era ricoperto da questi disgustosi esapodi e ne avevano sostituito la pavimentazione. Camminavano, si sovrapponevano ed alcuni finanche morivano schiacciati dalle scarpe di Guglielmo e scoppiavano in un fragoroso rumore, croccante, per poi lasciare le loro melmose viscere giallognole e succulente. Nel frattempo la stanza si era ammorbata di un fetore che dava di cadavere in putrefazione.

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In precedenza avevamo detto che la pelle di Guglielmo si era gonfiata ed aveva assunto un colorito blu; benissimo, queste tumefazioni riempiendosi sempre pi di sebo nocivo avevano finito per cedere ed erano esplose. Come risultato, dai pori piliferi del nostro protagonista era fuoriuscito una specie di sangue, perch era di colore azzurro, comparabile allinchiostro di una penna stilografica. La faccia, la camicia i capelli e tutto quanto, si erano imbrattati dello strano liquido vischioso. Guglielmo non resse pi e cadde a terra, forse in preda ad un collasso. Riusc tuttavia a mantenere i sensi intatti e a non perdere conoscenza. In quel mentre, proprio quando versava scioccato, la porta fece un breve scricchiolio ed entr un uomo pi o meno della sua et: magro, un po tozzo, con i capelli alla spina, le labbra carnose e degli occhiali dalla montatura trasparente. Quando vide Guglielmo steso, che nel frattempo si era seduto, subito gli and incontro per aiutarlo. << Si sente bene? >>. Gli pronunci con un tono educato e al contempo preoccupato. Guglielmo ebbe un microsecondo per pensare poi, con la medesima velocit di un riflesso, gli rispose: << S, grazie sto bene, non niente, sono solo scivolato >>. Qualunque schifezza era sparita, ogni traccia dinsetto scomparsa, gli unici esseri viventi l presenti erano Guglielmo ed il suo soccorritore. Luomo, porgendogli una mano sulla spalla, tent di alzarlo; fu un gesto perlopi simbolico perch Guglielmo si mise in posizione eretta quasi ed esclusivamente con la propria forza muscolare. << Grazie >>, fece Guglielmo, giusto per educazione ed anche per congedarlo. Una volta terminato lo scambio di cortesia, rientr per la seconda volta nel cesso, per isolarsi e per far capire, al suo interlocutore, che avrebbe dovuto svolgere la mansione di liberazione della vescica. Si ritrov quindi nella stessa situazione di prima: solo e con un water come sgabello. Stette un paio di minuti, il tempo di sentire luomo dagli occhiali addentrarsi, anchegli, nella stanza dei bisogni biologici. Non appena sent lo scatto della porta, subito, part a razzo, ed usc fuori da quella camera delle torture. Questa tecnica di fuga fu adoperata per evitare ulteriori domande scomode, dato che colui che laveva assistito pareva troppo curioso di conoscere la sua sgradevole situazione. Non si era fidato delle sue parole; anzi, gli era addirittura parso che si fosse messo ad origliare dietro la porta, evidentemente per assicurarsi che stesse dicendo il vero. Finalmente lasci il bagno e fu abbagliato dalla luminosit della sala. Come al solito, quando pass in mezzo ai tavoli, per raggiungere i suoi amici, si sent terribilmente a disagio perch temeva di essere osservato nelle sue espressioni di sconforto. La spossatezza lo cominci a pervadere e 59

questo non era un buon segno. Arrivato al fianco di sua moglie, pot constatare con esasperazione che, il dott Rocchi, non aveva ancora finito di discorrere. << Ecco che arriva!! >>, gli fece quel deficiente, << il nostro Odisseo. Hai ritrovato la tua Itaca? >>. Tutti abbozzarono un sorriso, ma chiunque avrebbe compreso che quella battuta non avrebbe fatto ridere nemmeno un clown. Che belle battute del cazzo riesce a fare sto coglione , pens Guglielmo, incapace di capire quando una persona si trova in estrema difficolt. Un cameriere lo sfior e quasi stava per farlo cadere. Si sedette. Monica, sottovoce, e sempre con estrema gentilezza, gli chiese: << Ma doveri finito? E da un sacco di tempo che stai in bagno >>. La risposta laveva gi elaborata durante il tragitto: << Il bagno era strapieno, ho fatto una fila che non avrei condotto nemmeno allufficio postale >>. << Per potevi almeno avvisarci che avresti tardato, ci stavamo preoccupando seriamente >>. << E come dovevo fare?! Avrei perso il posto, stavano tutti assatanati come avvoltoi! >> Questa spiegazione parve rabbonirla. Intanto era arrivata lennesima portata di cibo: spiedini di gamberi alla rucola. Quei poveri crostacei morti infilzati, con quegli occhietti spenti e neri, che avevano dovuto superare lestremo dolore della crudelt umana, con quella corazza coriacea ed in parte frantumata gli ricordarono, inevitabilmente, e cera da aspettarselo, i suoi luridi scarafaggi. Figuriamoci se, invece dellarancione avessero avuto un rivestimento scuro; si sarebbe messo a vomitare di fronte allintera clientela; anche perch la pancia comunque era bella piena di schifezze mangiate poco prima. Di fronte ad lui, tutti li gustavano e li succhiavano con una voracit bestiale: in quel frangente si rese conto di quanto fossero selvaggi gli uomini. L vicino, a pochi centimetri, cerano dei piattini semivuoti, che contenevano i rimasugli delle chele di granchio. Guglielmo, lesto lesto, procedette a trasferire i gamberetti che avrebbe dovuto ingurgitare, in quella portata, in modo da mescolare le pietanze. Tutto liscio, tutto perfetto, nessuno si accorse di nulla; ogni componente era concentrato ed isolato a sbafare la sua razione. Si vers del vino, ma lo sorseggi appena, giusto per dare limpressione che fosse impegnato a gustare gli alimenti. Se si fosse spinto nel bere, gli sarebbe venuto di nuovo da orinare. E se questo fosse accaduto i sospetti si sarebbero riversati contro. 60

Limpazienza scorreva, ma il tempo, invece, continuava a tentennare. Lorologio da polso segnava mezzanotte e trentasei. Ce ne sarebbe stata almeno per un paio dore. Mentre scrutava lorario vide una macchiolina sul polso che prima non aveva notato, proprio perch veniva coperta e mascherata dal cinturino. Si sbotton le maniche della camicia e scorse altre punteggiature, che andavano dal blu al rossastro. Erano i segni degli scarafaggi. Il cuore gli and in gola, ma si controll; tuttavia sent dentro di se lo sbalzo di pressione che sicuramente lo aveva fatto diventare pallido. Per riacquistare un po di colore facciale si chin e finse di allacciarsi la scarpa. Sapeva che a testa in gi il volto arrossiva in quanto il sangue gli fluiva in testa. Svolse lo strano esercizio ma non sent che il pallore si era attenuato. Fece finta di niente: fino a quando qualcuno non aveva da ridire, lui avrebbe giocato il ruolo della persona in salute. La pancia gli gorgogliava e ladrenalina era a pieno regime. Strinse la mano alla gamba del tavolo, lansia era allacme della propria potenza, stava per cedere. Non ce la far mai a resistere a questa situazione Il collo gli prese a sudare. Si alz di colpo; tutti si voltarono a guardarlo. << Mi vado a fumare una sigaretta >>. Fu la prima frase che riusc a sparare. Quindi, senza attendere alcuna risposta, and fuori. La sua resistenza era durata venti minuti e le sigarette neanche le aveva. Il cortile interno del ristorante era completamente sgombro. Lerba sul selciato brillava di un colore intenso, provocato dalla pioggia. Laria fredda gli confer un lieve senso di benessere; dentro alla sala, a causa del caldo, stava quasi per andare in ebollizione. Si guard intorno: regnavano loscurit ed il silenzio; in lontananza, si poteva intravedere la chiesa di SantEgidio, peraltro visibile da qualunque parte della citt. Per il resto vigevano il buio, gli eserciti di alberi e distese incommensurabili di verde. Sinfil una mano al di sotto della giacca e percep la canottiera inumidita. Se si fosse esposto per un altro minuto a quellondata di freschezza, gli sarebbe venuto sicuramente qualche dolore reumatico. Avrebbe voluto rientrare ma, al contempo non era in grado di abbandonare quello stato di pace che lentamente lo stava calmando. Fece perci la seguente deduzione: Fino a quando non mi vengono i brividi, da qui non mi muovo. Intanto scorse qualcosa ai suoi piedi che, lentamente e con destrezza, procedeva in linea retta: un ennesimo scarafaggio. Ma questi schifosi da dove cazzo sono usciti?! Possibile che seguano solo me?! Forse meglio ritornare al tavolo, porca puttana!!. Si volt e si rimise, munito di disgusto, sui suoi passi.

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CAPITOLO 8 Rientrarono alle due meno dieci. Congedarono la baby-sitter che aveva gli occhi di una che aveva passato la serata ad annoiarsi e, finalmente, si distesero nel lettone, dopo essersi chiaramente lavati, liberati degli indumenti ed aver indossato i corrispettivi pigiami. Guglielmo per, sebbene fosse stanco morto, non aveva voglia nemmeno di abbassare le palpebre. Non riusciva, per quanto si dimenasse e sforzasse ad addormentarsi. Il sonno era, almeno per il momento, un obiettivo alquanto remoto. Si mise pertanto a fissare il vuoto con la malinconia di un poeta. Loscurit della notte aveva disperso i lineamenti di quello che gli stava intorno: nessun confine, gli elementi della casa apparivano distinti soltanto dai contrasti che conferivano le luci provenienti dallesterno. Mantenne quella posizione imbalsamata per poco, poi si spazient ed in poche mosse sgattaiol nel corridoio. Fortunatamente fu molto silenzioso perch indossava le calze di lana che ridussero il caos che si sarebbe creato mediante il contatto tra piedi e pavimento. Poich poteva disporre di una buona quantit di ore, fece una visita a sua figlia per darle una semplice occhiata affettuosa. Ella accucciata da un lato, in un completino verde, riposava benignamente. Guglielmo la guard estasiato: era lopera migliore che gli fosse riuscita. Per lei e per sua moglie avrebbe conservato, nonostante i recenti avvenimenti, lattaccamento alla vita. Fu una considerazione che ebbe una durata piuttosto limitata: infatti cera ancora da fare i conti con lultima e pi traumatica allucinazione. Nel frangente in cui si trastullava nella contemplazione di Elisa, sollev il capo per osservare larredamento dellaccogliente stanza. I giocattoli abbondavano: ce nera una catasta ammucchiata nel box, che rischiava di traboccare con una fievole alitata. Sugli scaffali, disposti a mo di guardie, erano appostati una serie di bambole e pupazzi di ogni razza: Barbie, quelle sgualdrine delle Bratz, Baby amore pip e pop, Winx, Cicciobello ed altri, naturalmente meno famosi, ai quali non era stato concesso lonore di ricevere un nome di battesimo. Tra questi ultimi, due in particolare attirarono lattenzione di Guglielmo: un orsacchiotto di peluche di colore celeste, avente un bavero con dei disegni di frutti ed un coniglietto rosa che indossava una maglietta gialla dai bordi neri; entrambi esprimevano pace e amore con i loro sorrisi gaudenti. Dun tratto il Leporide si anim e, con delle mosse ben calibrate, forse pianificate, si avvent sullaltro animaletto. Lattentatore aveva gli occhi di un rosso vermiglio, come se fossero stati impossessati da Lucifero. Giunto al cospetto dellorsacchiotto, inizi a rosicchiargli il bavero al punto tale da laceraglielo e da mettergli allo scoperto il ventre. La pancia del povero peluche celeste fu, in pochi attimi rabbiosi, squarciata. Dallo sventramento fuoriusc limbottitura dovatta: bianca e 62

rossa, somigliava parecchio ad un ammasso di organi. Colui che aveva subito laggressione, avvedendosi di quanto gli accadeva, prese a piangere: il viso contratto e triste rappresentava la dimostrazione del dolore che provava. Ciononostante, con gran rancore di Guglielmo, rimase inerme e fermo e non comp alcun cenno per contrastarlo. Lopera macabra del coniglio impazzito non fin qui; era destinata ad avere un seguito. Il folle continu a mangiucchiare il povero martire, pezzo per pezzo, ad velocit fulminea, fino a farlo scomparire: part dagli arti, continu col busto e termin con la testa. Era stato uno spuntino appagante. Dopo che si fu saziato abbondantemente, si accorse, solo in quellistante, della presenza di Guglielmo. Si volt verso questi con un espressione incuriosita e canzonatoria e, capendo che luomo era scioccato dalla sua impresa malvagia, scoppi in una risata maligna che mise particolarmente in risalto la sua estrema cattiveria. A quel punto Guglielmo, sopraffatto dal disagio e dalla paura, croll con un tonfo sordo per terra. Il tappeto disteso sul pavimento attut parzialmente la caduta. Quando si riebbe eman un grido esasperante, o almeno cos quella fu la sua impressione. Forse gli part un sibilo insignificante; sta di fatto che nessuno gli venne incontro. Si tir su, aggrappandosi alla culla di sua figlia e, a momenti rischiava di farla ribaltare. Come al solito ella continuava a dormire imperterrita. Se ne and spensierato sul balcone, quello situato dalla parte opposta allentrata principale, perch le riflessioni erano delle inutili ciance. Fuori cerano quattro gradi sotto zero; erano, del resto, le tre del mattino. Voleva farla finita. Lultima allucinazione gli aveva dato una bella batosta psicologica. Non posso continuare di questo passo. Mi sto trasformando in uno schizoide senza controllo. Al di sotto cera la strada che avrebbe dovuto ospitare la sua morte: era stretta e deserta, colorata di macchine parcheggiate qua e l. Laltezza da cui quale meditava il suicidio era di un sei, massimo sette metri. Fece, con la poca lucidit rimasta, un breve ragionamento: Se mi butto da qui va a finire che riesco a sopravvivere e mi faccio soltanto male. E poi, diciamocelo sinceramente, non avrei mai le palle di fare un gesto cos estremo. Lunica speranza che mi rimane, se effettivamente di speranza si pu parlare, quella di fuggire una volta per tutte e sparire dalla circolazione. Si accasci sulla pietra fredda della parete del balcone. Poggiato allo stipite del muro cera un sacchetto, ancora sigillato, contenente il cibo di Wine. Con un gesto energico lo apr, prese una bella manciata di mangime e se lo infil in bocca. Mastic con gusto. 63

<< Mica male questi croccantini! Hai capito Wine! Conduce una vita da principe e non dice niente a nessuno. Fa pure la vittima. Quel vigliacco! Si tenuto tutto per s! Andasse al diavolo, sto cane di merda! Domani lo prendo, lo porto sulla statale e lo abbandono. Voglio vedere se riesce a cavarsela quel grandissimo bastardo! >>. Il lume della ragione si era dissolto completamente. Improvvisamente qualunque cosa gli divenne estranea. Il cane gi lo odiava esplicitamente, ma provava indifferenza anche per sua figlia, sua moglie e la sua stessa casa. Si sentiva estraneo come un ladro che abbia violato labitazione altrui. Pertanto si port nella camera matrimoniale e si procur il vestiario per recarsi allaperto; poi sgattaiol in bagno per indossare gli abiti con la massima cautela. Sinfil i blue jeans, una canottiera bisunta ed una maglia di lana beige. Si diede una pettinata; durante questa breve manovra ispezion il suo viso stravolto: aveva delle occhiaie che parevano lividi ed uno strano colorito tendente al glauco. Era molto debilitato, forse si era ammalato. Questa osservazione non dur molto; doveva affrontare un problema ben pi complicato: gli serviva del denaro. Se i soldi gli fossero venuti a mancare, ogni spostamento sarebbe stato impossibile da effettuare e poi, non ricordava se in casa ce ne fosse ancora. And verso la cassaforte, esegu la combinazione, composta da ben dodici numeri, lapr e guard dentro: cerano ben oltre cinquecentocinquanta euro. Li prese e, con la massima cautela, si mise il giubbotto sottobraccio e scese le scale. Ad ogni gradino si sprigionava un rumore che sarebbe potuto risultare fatale alla fuga. Arrivato al piano terra, tese lorecchio: il silenzio regnava sovrano. Fantastico. Quando raggiunse infine latrio le preoccupazioni si spensero definitivamente. Finalmente era libero e poteva smettere di fare quelle movenze da pantomima. Sulla strada le stelle brillavano e la luna era talmente piena che aveva il medesimo effetto illuminante di un lampione. Dirigersi allautosilo e prendere la macchina. Era questo lunico pensiero che baluginava nella mente di Guglielmo. Camminava con passo svelto e sicuro tale da assomigliare ad un androide. La paura precedente non esisteva pi, fuggita, svanita chiss dove e sostituita da una voglia insopprimibile di allontanamento. Se qualcuno gli si fosse messo davanti, ad impedirgli il passaggio, si sarebbe scontrato e lo avrebbe calpestato come se quellostacolo fosse stato di materia ectoplasmatica, ossia di consistenza irreale. Un gatto nero, in bilico sulle pendici di un muretto di una villa, lo scrutava con occhi gialli e bioluminescenti: dal suo sguardo attento si poteva dedurre che fosse a conoscenza dello stato danimo di quelluomo vagante dal comportamento stordito. 64

Non solo lo sgomento si era volatilizzato ma anche la fatica, la spossatezza, il dolore, la depressione, non circolavano nella mente di Guglielmo. Non vigevano nel suo cervello nemmeno la gioia o la rilassatezza. Niente. Era svuotato di qualunque sentimento o sensazione. Anche gli stessi riflessi gli si erano polverizzati. Lessere met uomo e met automa raggiunse il garage, vi discese ed entr subito in macchina. La nettezza della sua apatia fu maggiormente visibile in quelle circostanze: se si fosse trovato in uno stato di lucidit o di consapevolezza, migliore di quello attuale, quei luoghi lo avrebbero angosciato. Invece non ebbe alcun risentimento; probabilmente non ricord che in quellambiente era scoccata la scintilla alle sue molteplici disavventure. Ingran la retromarcia, esegu una manovra brusca e, a tutto gas, part verso una meta non ancora ben definita. Per questo obiettivo cera tempo, lo avrebbe delineato con calma, strada facendo. Lautostrada larga, immobile e silenziosa fu imboccata da Guglielmo intorno alle ore quattro e trenta. Si mise a correre ad una velocit, ben oltre i limiti consentiti dalla legge, proprio lui, che fino al giorno prima ripudiava coloro che erano amanti del brivido delle folli corse. Chi valica i centoquaranta uno stronzo di natura diceva perch mette a rischio se stesso e la vita degli altri. Dovrebbero costruire delle automobili con un tachimetro tarato fino al chilometraggio orario che prevede il codice della strada. Lo ripeteva ogni volta che si raccontava una storia che aveva come evento principale un incidente stradale. Ora, voglio dire, in quei momenti, evidentemente, non era dello stesso parere. Spingeva la macchina a centosettanta chilometri allora, ma la sua coscienza non dava richiami n di prudenza e n tanto meno di rispetto. Lautostrada adriatica Bologna Taranto di lunghezza notevole, si sussegue per circa settecentoquarantatre chilometri. Guglielmo, fino a quando non avesse deciso in quale destinazione fermarsi, avrebbe continuato a viaggiare in maniera indefinita, anche a costo di percorrere per intero la A14. Tanto i contanti per la benzina li aveva ed erano bastevoli addirittura per raggiungere lAustralia. Lalba mise a riposo la notte, la luna e le stelle e, allorizzonte, molto a rilento, sorse un timido sole che irraggiava il territorio con una fioca luce di color pesca. Sent per lennesima volta il bisogno impellente di urinare e doveva assolutamente fermarsi ad un autogrill. Un cartello verde gli segnal che il prossimo distava quindici chilometri. Si sforz di trattenersi il pi possibile ed accese la musica per distrarsi e quindi per mascherare la sua sofferenza biologica.

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Raggiunse un autogrill che pareva si fosse fermato agli anni ottanta: sciancato, sgualcito, con lintonaco che veniva sgretolato dal vento. Vi erano in sosta tre camion ed un pullman di turisti, allineati in doppia fila come una legione, dalla pelle chiara e dai capelli biondi, sicuramente originari del nord Europa. Faceva freddo al di fuori dellabitacolo, in quanto il sole era ancora indaffarato a riscaldare latmosfera. Un ragazzino, facente parte del gruppo dei turisti, si allontan dalla mandria di persone e si mise ad accarezzare un cane marrone che stava accasciato e depresso sotto la pensilina dei distributori di carburante. Una signora, che doveva essere al novanta per cento sua madre, lo agguant per un braccio e lo riport indietro come se si fosse trattato di un detenuto. Guglielmo vide quella scena ma era ben chiaro che aveva altro nella testa. Si avvi al WC, fece quello che doveva fare e, senza lavarsi le mani, entr nel bar. Cerano al suo interno, posti su degli scaffali laterali, generi alimentari, riviste, detersivi, qualunque articolo possibile e immaginabile, si trattava di una sorta di centro commerciale in miniatura e disperso sullasfalto. Acquist una scatola di dentifricio, del bicarbonato, un vasetto da cinquecento grammi di miele, una lametta da barba, un ombrello, un pacco di patatine ed una bottiglia di coca cola. Con due buste, contenenti quella spesa un po anomala, riprese il suo cammino errante. Il sole inond lasfalto di luce e, con essa aument anche il traffico. Non dico che la viabilit fu congestionata, per, la scorrevolezza ne fu abbastanza compromessa. Sicch Guglielmo, al ritmo con cui andava, si dovette cimentare, con unabilit non trascurabile, in una serie di slalom millimetrici e pure pericolosi. Era anche vero che cera un unico senso di marcia, ma da questo, a voler eseguire delle manovre da brivido e compiute allultimo secondo, era unimpresa che si poteva benissimo evitare. Le buste in plastica nelle quali erano riposti i suoi acquisti stavano poggiate sul sedile di fianco e, ogni tanto, davano qualche scossone a causa delle molteplici vibrazioni che ricevevano durante la guida. Guglielmo infil una mano in uno dei sacchetti, senza avere voglia di qualcosa in particolare: il primo oggetto che gli fosse capitato lui lavrebbe osservato; un po come quando si estraggono i numeri al gioco dellotto. Si ritrov sotto il naso la scatola del dentifricio e, sempre con le medesime falangi, tir fuori dalla scatola il tubetto e lo apr, dopodich lo assaggi. Da un timido approccio si pass ad una vera e propria scorpacciata: ingoiava la pasta semisolida del dentifricio con un gusto tale che gli venne unassuefazione incontrollata. Buono questo fottutissimo dentifricio, mi da una freschezza mai provata prima. Ottimo! Mi sento rinato. Alla prossima colazione me lo spalmo sul pane. Con un arto si divincolava tra le auto, mentre, con laltro, pensava a saziarsi. 66

Nel frattempo la mattina si era inoltrata ed i chilometri percorsi erano gi arrivati a centottantasette.

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CAPITOLO 9 Entr in un hotel accogliente e fastoso, ricolmo di un mobilio in legno, che sarebbe bastato un fiammifero per trasformarlo in cenere. Prenot per tre giorni, perch quello fu il primo numero che gli pass per la mente e, appena ottenute le chiavi si diresse, accompagnato dal fattorino alla ricerca della sua stanza. Pose in terra i pochi bagagli, che erano in gran parte costituiti dalla spesa accuratamente riposta nello zaino, ed accese la televisione. Sulla porta era poggiata una scopa che qualcuno dei servizi alberghieri probabilmente aveva dimenticato. Vicino al letto cera un contenitore cubico, azzurrino, con una maniglia dacciaio. Era un frigobar: al suo interno erano poggiate un sacco di cianfrusaglie da spuntino che non lo interessavano minimamente. Per, posti nella parte retrostante e, quasi nascosti, cerano due bottiglie di liquore che vennero immediatamente acchiappate da Guglielmo. Una era un vermut, laltra era rum. Cominci a sorseggiare questultima passeggiando freneticamente, come se stesse formulando qualche pensiero importante. Lo stato di alienazione nel quale si trovava, a circa met bottiglia, tese a raddoppiarsi. La mente si sfoc maggiormente, eppure non si sentiva ubriaco. Chiss, forse era uno stato di ebbrezza differente da quello ordinario: la vista, ad esempio, non aveva subito modifiche e riusciva finanche a stare perfettamente in equilibrio, non manifestando nemmeno tentennamenti nellandatura. Tuttavia si mise a sragionare in maniera abbastanza preoccupante: << Ma dove lho messo, accidenti ce lavevo qua un minuto fa >>. E cercava non si sa cosa. Il suo senno era andato in malora. Sotto il letto, tra i battiscopa, sul davanzale della finestra, niente. Vide pure nel contenitore dellacqua del water, pu darsi che l lo avrebbe trovato. << Porca puttana! Lo so che riesce a scomparire in fretta ma in questo modo no! Non lo posso concepire. Forse si mimetizzato tra i muri quello sconsiderato. Pu darsi. Adesso provo a cercare. Tanto non si pu essere allontanato di molto. Forse posizionandomi diversamente riuscir a trovarlo. Mortacci sua! >> Per eseguire questaltra tipologia di ricerca prese a leccare le pareti, come se si fossero trattate di ghiaccioli. E nel frattempo ingeriva alcol. << Se non lho trovato pazienza, sar per unaltra volta >>. Poi si distese sul letto, dette unennesima sorsata al rum e farnetic altre frasi strane: << Ho fatto bene ad andarmene, Monica ultimamente si stava comportando davvero da strega. Neanche mi ha dato lassenso per comprarmi quella magnifica scrivania che tanto desideravo. Prima mi disse di s, poi fece finta di niente, per prendere sicuramente tempo e, in un giorno in cui 68

stavo particolarmente di buon umore, per quel pagamento ricevuto dal signor Franchi, dato che lavevo difeso alla grande, dicevo, in quel maledettissimo giorno, nel quale ero tutto sorrisi ed ottimismo, lei con calma e freddezza mi disse che lo spazio per collocarla non cera. Al che io le feci ok, daccordo, sei tu che gestisci larredamento, senzaltro ne capisci pi di me, ma, avrei voluto dirle: non venirmi a dire che la scrivania che vorrei acquistare voluminosa. Per piacere, inventati una scusa pi plausibile, mi hai preso per un bifolco?! Con chi credi di avere a che fare? Cazzo, sono tuo marito e mica uno di quegli impostori che ti prendono per il culo in televisione. Ti rendi conto che questi comportamenti deteriorano il rapporto coniugale? Ma pensi a tua figlia? Quale futuro laspetta con una madre bugiarda che mente persino alla persona della quale ci si dovrebbe fidare di pi? Almeno dimmelo immediatamente: senti Guglielmo, la scrivania fa letteralmente cacare, uno schifo, e mi sembra uninutile cianfrusaglia. Magari, allinizio, avrei tenuto il broncio, non lo nascondo, non ho mica i nervi dacciaio io. Ti avrei chiesto: per quale motivo non ti piace? E ne avremmo eventualmente discusso. Volendo si sarebbe potuto trovare un compromesso, che comunque una soluzione per accontentare tutti e, contemporaneamente, nessuno; ma di certo essenziale per fortificare il benessere familiare. invece la cretina ha sviato lobiettivo, ed questo il risultato che ha ottenuto: che si ritrovata completamente sola. Voglio proprio vedere adesso chi porter lo stipendio e come cacchio far ad occuparsi delle sue dannatissime piante. Deficiente! >>. La mancanza di senso, nel ragionamento elaborato da Guglielmo, non risiedeva tanto nel fatto di aver riempito daccuse linnocente moglie, quanto, piuttosto, nellaver forgiato delle vicende completamente inventate. Non cera mai stata nessuna scrivania e non ne era scaturita alcuna polemica. Il suo divagare non si ferm qui. Volle mettere sotto processo un altro imputato, Wine, che tra laltro, era stato gi parecchio tartassato. Naturalmente il gioco al massacro, volle farlo a modo suo, vale a dire in maniera del tutto spropositata: << Se c poi uno che ho davvero sulle palle quellammasso di pelo che continua a gironzolarmi tra le gambe. Non fa altro che mangiare e dormire. Una volta era pieno di brio, ci si divertiva insieme; ma adesso davvero diventato una palla al piede. La tolleranza va bene, ma poi uno arriva al limite e scoppia. Ad un certo punto uno si deve pur bloccare, altrimenti chiunque ne pu approfittare. Quellagglomerato di pulci, nonostante lo abbia sempre trattato con ogni riguardo, non si mai degnato di dirmi una parola di conforto. Rimane perennemente chiuso in quel silenzio da cocciuto e pensa solo ed esclusivamente ai suoi interessi. Per carit, ognuno di noi si deve tutelare ma, francamente, non bisogna nemmeno esagerare. Con questo agire si comporta solo da parassita: trae nutrimento a spese di chi lo ospita e, soprattutto, lo distrugge lentamente. Non giusto, povero me! Il bello che non c anima viva che sia in grado di comprendermi. Basta ho 69

chiuso! Dovr tagliare i viveri a tutti. Lo giuro, non mica colpa mia; mi hanno costretto a prendere queste misure estreme >>. Il rum era stato svuotato ed aveva preso a succhiare il vermut dallaltra bottiglia. Tuttavia non pot continuare ad ingerire alcol perch lorganismo non gli resse. Aveva bevuto piuttosto lentamente, dato che tra un sorso e laltro sparava le sue inutili frottole, tanto che, sebbene il quantitativo di liquido depositato sullo stomaco fosse notevole, non vomit, anzi, si assop nel giro di pochissimi secondi. Pertanto i rancori finirono con la perdita dei sensi. Forse, una pausa, sia pure forzata, poteva rappresentare un intervento provvidenziale; magari il sonno gli avrebbe anche riassestato il grave disagio fisico e psicologico che stava vivendo. Purtroppo, mi duole dirlo, si ebbero dei risvolti nettamente differenti da quelli sperati. Cera da aspettarselo, fece un altro dei suoi incubi orrendi. Stavolta si ritrov in una camera molto ampia e dipinta di un bianco che correva dal pavimento al soffitto. Due uomini, vestiti con una sorta di mimetica, gli si fecero incontro. Avevano un trentanni circa: quello che distinse per primo aveva una barba corta, ben curata, dei capelli corti e degli occhi neri; laltro era alto con dei capelli castani e pallido. Con leducazione degli sconosciuti ben disposti, gli offrirono una stretta di mano, alla quale Guglielmo, sebbene fosse abbastanza incerto, rispose con altrettanto garbo. << Ci segua >>, fece colui che portava la barba lievemente cresciuta, << Le dobbiamo mostrare qualcosa >>. Li segu. Che altro poteva fare? Si doveva ribellare? Per ora conveniva mostrarsi disponibili, almeno fino a quando non sarebbero spuntate le solite stramberie. Imboccarono un corridoio che li condusse in unaltra stanza, pressappoco simile alla precedente. Somigliava moltissimo ma non era identica perch questa presentava una particolarit inquietante. Vi erano dei contenitori a grandezza naturale che ospitavano al loro interno dei feti, simili a quelli racchiusi nei boccacci e messi sotto etilene che si rinvengono negli scaffali dei laboratori di medicina. Erano di un aspetto mostruoso: uno aveva al posto delle gambe dei lunghi tentacoli filamentosi e viola, un altro aveva delle dimensioni giganti ed il naso era stato sostituito da una proboscide smisurata, uno aveva dei denti troppo aguzzi e prominenti che gli arrivavano fino al mento. Orribili, schifosi, e dovevano essere almeno un migliaio. Se a Guglielmo lalcol non aveva stimolato il vomito, questa fu loccasione propizia per provocargli dei forti rigurgiti.

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<< Non si spaventi signor Verbano, per quanto questi esseri le possano sembrare anomali, in realt essi stanno alla base dellorigine della vita >>. Ecco, sfornata la follia. Ma che andava insinuando quel giovane sconosciuto? Ma se non erano altro che degli schifosi neonati deformi? << Mi sto sentendo male >>, chiar Guglielmo che prov i tipici sintomi dellattacco di panico. << Daccordo, tutto finito. Vedr che pian piano riusciremo ad incastonare i tasselli al punto giusto, fino a farle ottenere una spiegazione logica su quello che le successo >>. Poi lo presero entrambi sottobraccio e lo accompagnarono, quasi trascinandolo, verso una porta che, appena fu aperta, eman una potentissima luce accecante. Guglielmo non riusc a distinguere ci che la caratterizzava e, dato che tale mistero lo mise ancora di pi sulle spine, con un impeto di coraggio finse di essersi ripreso: << E stato solo un calo ragazzi, adesso sto bene >> e si volt indietro come se volesse visionare nuovamente i cadaveri sotto spirito. Meglio rimanere dove sono; chiss in quale altro casino mi sarei cacciato se avessi valicato quella soglia luminosa. Con tale pensiero si rimise sui suoi passi come se provasse interesse per ci che lo circondava. Al di l delle spesse vetrate, quegli obbrobriosi esseri, nonostante avessero delle facce contratte, emaciate, quasi a voler mettere enfasi alla loro immonda bruttezza, esprimevano il grande dolore e la sofferenza che avevano provato e subito, quando vigevano ancora tra i viventi. Fu codesta sensazione che sinstill tra i sentimenti di Guglielmo. Lorrore si mut, con quella che la linfa della comprensione umana, in piet. Le lacrime gli lucidarono e gli annacquarono le pupille e, manc veramente poco che gli rigassero pure le guance. In maggiore evidenza e rinchiuso in malo modo in una di quelle bare trasparenti, spiccava un infante, scheletrico, riposto su di un lato e con un braccio sicuramente spezzato, in quanto non era in armonia con la coreografia delle articolazioni. Era questo essere, magrezza eccessiva e posizionamento a parte, il soggetto meno sdrammato della mostra raccapricciante. Le dimensioni e lanatomia, bene o male si potevano attribuire ad un individuo appartenente al genere umano. << Lhai riconosciuto? uno dei primi esemplari. Purtroppo morto prematuramente. I suoi fratelli per si sono riprodotti ed hanno dato il via alla nostra tormentata ed affascinante razza >>. Guglielmo, che non aveva inteso assolutamente niente di quello che il suo interlocutore gli stesse delucidando, si limit a spiegare il motivo per il quale era stato attratto da quella cella in particolare:

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<< Mi sono avvicinato a costui perch il suo contenitore pi lustro degli altri. Sembra che sia stato intarsiato nelloro. Conferisce repentinamente lidea che si tratti di qualcosa importante >>. In effetti la succitata osservazione era perfettamente attinente e stava a dimostrare che la lucidit di Guglielmo si era invertita: dalla vita reale era stata traslata nellinconscio. << Ma venga, le facciamo conoscere dellaltro >>, fece una delle sue guide, probabilmente stimolata dalla passione sviluppatasi in Guglielmo. << No grazie, preferisco rimanere dove sono, non preoccupatevi. Voi andate, tra poco vi raggiungo >>. Come al solito era stato frainteso. In un attimo, uno dei mostriciattoli, prese a muoversi in modo convulso e cominci a dibattersi come se stesse affogando. Ci fu una sorta di effetto domino e, quasi con sincronia, tutti quei prigionieri, con movenze assatanate, presero a dimenarsi rabbiosamente. In contemporanea ci fu un coro di urli strazianti che riempirono landrone e infastidirono i timpani. Cinque di essi, a furia di dare scossoni riuscirono a creare delle minute crepe e, a furia di insistere ruppero i vetri ermetici e si liberarono definitivamente. Quando Guglielmo si avvide che le cose stavano prendendo una brutta piega, ebbe listinto di indietreggiare, pronto per fuggire. I due signori ovviamente erano scomparsi. Il cuore gli sobbalz in gola quando fu sicuro che lunico obiettivo rimasto fosse lui. Gli schifosi poi si esprimevano solo mediante ululati sgradevoli e, quindi, le loro intenzioni rimanevano ancora un mistero. Decise di mettersi a correre ma, purtroppo, la prassi dei sogni concede, a discapito della volont, di raggiungere una velocit molto limitata. Fu agguantato per la schiena e buttato a terra come uno straccio. Dal basso Guglielmo pot osservare, con una visuale alquanto sfocata, dato che la vista gli si era di colpo appannata, che quelle creature gli stavano attorno in cerchio soddisfatti della caccia riuscita. Si avventarono sul suo corpo inerme e Dei brividi di freddo gli percorsero la schiena e lavevano riempito di reumatismi. Era diventato una carcassa abbandonata, le ossa gli si erano rattrappite, quasi ingolfate, come se gli fosse penetrata della ruggine ad indebolirgliele. Il gelo che sentiva dentro era dovuto al fiume di sudore rilasciato in quella dormita martoriante. Erano bagnati i vestiti e, finanche il letto, nel quale si era buttato disperatamente, era timbrato da un alone ovale e scuro, spiccante sulle bianche lenzuola. Sembrava che si fosse andato a fare un bagno fuori stagione. Per qualche istante aveva addirittura creduto di essersela fatta addosso, come quando da bambino sognava di andare al gabinetto ed invece, deluso, si risvegliava fradicio ed irritato ed era costretto a subire le imprecazioni di sua madre. 72

Nello stato in cui versava era deducibile che ogni abito andasse opportunamente cambiato per questioni igieniche, olfattive, nonch termiche; tuttavia ebbe la caparbiet di mantenere addosso i suoi luridi indumenti, allinfuori della maglietta che esteticamente risultava impresentabile. Secondo la teoria di Guglielmo almeno pantaloni, maglia intima, mutande e calze potevano ancora, per i loro colori pi cupi, mimetizzare la loro indecenza. Con un paio di manate si abbass quei capelli rizzati che gli davano laria di uno scienziato pazzo, si infil un dito nel naso, per eliminare le stalagmiti prodotte dal muco solidificato e poi, dopo essere uscito ed aver dato due mandate alla serratura della stanza nella quale alloggiava, si rec, quasi contento, al piano terra per fare colazione. Erano circa le sette e un quarto del mattino. Improvvisamente, durante tragitto, fu preso da un rancore immotivato, come se in quel determinato frangente avesse ricevuto una notizia spiacevole. Disse tra s, con autentica afflizione le seguenti parole: << I cartaginesi avanzano sempre di pi e ogni giorno che passa un aumento dangoscia. Annibale il devastatore oramai annidato in Italia; in un nonnulla potrebbe raggiungere il Campidoglio. finita per noi, la strage del Trasimeno, il massacro di Canne e perfino il tradimento del popolo di Capua sono state delle batoste troppo pesanti. Lacqua pregna di sangue, le statue degli dei sudanti, la pioggia di lapilli di fuoco, la fervida lotta tra la luna ed il sole, i fulmini scagliati sugli uomini; erano prodigi fin troppo chiari che profetizzavano il peggio e che nessuno si degnato di espiare. Cosa ci serber il futuro? Schiavit, torture, prigionia, oppure linfinita clandestinit alla ricerca di un nuovo luogo ideale dove poter rimetter radici? Dovremmo comportarci allo stesso modo di Enea? Viaggiare negli sconfinati mari lasciandoci trascinare dalla brama di trovare una terra ospitale? Ho fatto un sogno: il giovane Publio Cornelio Scipione che ci salvava dal supplizio, conquistando prima la Spagna e subito dopo lAfrica e si vendicava di suo zio e del suo amato padre, che perirono per mano delle nequizie dei nemici. Si potr dunque realizzare questa mia visione o rimarr semplice utopia? Soltanto il tempo ci potr rispondere >>. Entr nella stanza dove stavano i tavoli che ospitavano la colazione. Non cera nessuno, del resto non era il periodo ideale per trascorrere una vacanza. Prese il posto e si adoper per fare una colazione abbondante. Era tutto disposto: pane, latte, marmellata, miele, zucchero, una scodella in vetro che conteneva un duecento grammi di cereali, una brocca di aranciata, dei cornetti appena sfornati e, ovviamente, le posate idonee per poter degustare i sopraesposti alimenti. Una particolarit di quelle vivande lo fece innervosire: le piccole vaschette che contenevano sia la marmellata che il miele. In quel dannato formato erano dei prodotti introvabili, li avevano in dotazione soltanto gli alberghi. Aveva cercato di reperirli in ogni dove, in qualunque negozio, a 73

costo anche di allontanarsi di diversi chilometri. Aveva addirittura provato a trovarli su internet, ma i risultati ottenuti erano stati poco soddisfacenti. Cos, ogni qualvolta che andava a trascorrere delle giornate in hotel, ed ogni volta che doveva consumare un pasto mattutino, se vedeva davanti ai suoi occhi quegli oggetti tanto desiderati, immediatamente si adoperava per organizzare una sorta di furto gastronomico, che gli avrebbe permesso di avere una buona scorta di miele e marmellata nelle colazioni a venire. Vers un po di latte nella scodella e vi immerse una manciata di cereali con quelle mani bisunte che ormai non lavava dallalba dei tempi. La questione della marmellata, in quel formato incapsulato, non laveva ancora digerita e gli aveva creato un nodo alla gola. La solita casta degli albergatori. Hanno il diritto di ottenere ci che gli pare e lasciano a noi, che siamo la feccia popolana, le briciole dei loro fottutissimi avanzi. E noi, gran bella massa di imbecilli che ci facciamo mettere sotto da ste merde e ci tocca adattarci a quegli stramaledetti contenitori di vetro. Si comportano come quei lobbisti di sinistra che accusano i ricchi di snobbismo e poi sono loro i primi che aumentano i dislivelli sociali. Il primo cameriere che incontro lo prendo a calci e gli stacco la testa a morsi. Si stava per portare, in bocca, il cucchiaino con un sol cereale imbevuto di latte, ma vi rinunci. Che schifo. Si sentiva lo stomaco pieno di gas. Aveva un gonfiore ingombrante che gli conferiva un senso di smisurata pesantezza. Fece un rutto che, pi che sembrare un gettito daria, assomigliava ad un verso danimale. Si lecc le dita perch gli erano diventate appiccicose e, senza aver praticamente toccato cibo, si alz per dirigersi nuovamente verso la sua camera. Prima per di abbandonare la sala volle portare con s la ciotola ancora ripiena di secrezione bovina e di fiocchi davena. Nel frattempo due clienti, un uomo e una donna, con le facce coperte di sonno, prendevano posto ad un paio di tavoli di distanza dalla postazione di Guglielmo. Si avvi e sal per le scale perch temeva che lascensore potesse tendergli qualche scherzo, bloccandosi. Durante il tratto di ritorno incontr un signore tozzo e calvo che gli gett unocchiataccia torva. Cazzo vuole sto rimbambito. Vai a fare colazione e goditi pi che puoi le dolcissime confetture tascabili. Fallo adesso, e trai il piacere della loro dannatissima bont. Certe cose, ricorda, avvengono solo poche volte nella vita, quindi, tanto vale lasciarsi andare e capitombolare nellirresistibile inferno della delizia. Povero idiota, non hai capito davvero niente di come vanno le cose in questo mondo cesso: dopo lapice della prelibatezza, subentra lamara sentenza del declino. 74

Addio mio caro ben pensante, fammi sapere le sensazioni delle tue esperienze; cosicch potr un giorno diffondere il tuo stato danimo ed insegnare alle generazioni future a non commettere il tuo stesso errore fatale. Ora vai amico caro, non voltarti pi, accantona la razionalit e tuffati nella magnificenza dellarte dei sensi. Era diventato matto da legare. Ritorn in camera. Appena oltrepass la soglia della stanza fu assalito da una fortissima emicrania. Sentiva che la testa gli stava per scoppiare. Il dolore pulsante gli si localizz sulle tempie e sulla fronte. Aveva sempre sofferto di cefalea, ma stavolta era una fitta di quelle potenti, capaci di valicare ogni limite di sopportazione. Si tocc il capo per sostenerlo, temeva che gli si potesse staccare dallattaccatura del collo. Tutto questo lo mise nelle condizioni di sbraitare e di mettere in atto quelle teorie poco attinenti alla realt. << La colpa di questi capelli sfilacciati. Si sono caricati elettrostaticamente e mi hanno mandato in corto circuito i neuroni. Ah, vaffanculo. Sento il flusso sanguigno in forte gettito. di sicuro questa arteria che andata in tilt >>. E si tast il lobo occipitale, forse per occludere lo scorrere di quel calvario. Devo trovare una soluzione. Stette un po a pensare con la parte di cervello rimastagli ancora intatta e, a furia di formulare ipotesi, arriv ad elaborare una nuova terapia. Si ricord che nella busta che conteneva la spesa fatta allautogrill, cera una lametta. Bene, con quella avrebbe potuto estirpare il suo disturbo. << Ok, stabilito, mi faccio una bella rapata. Cristo santissimo! Che poi Dio, vedendo lassenza del mio cuoio capelluto, non avr pi ostacoli e potr accedere direttamente nel profondo del mio spirito e finalmente mi riferir il suo messaggio divino >>. Simpossess del rasoio, ma lo mise a contatto col costato e, tenendolo in posizione orizzontale, gli impose un movimento verso lalto, che gli provoc un brutto taglio, dal quale cominci a sgorgare del sangue di un colore rosso vivo. Soltanto un grande sacrificio potr estinguere i miei peccati. Si mise vicino alla finestra, si chin leggermente, come se si stesse preparando a partire per una gara datletica, e di colpo si lanci, con la testa in avanti, verso la parete opposta. La violenza con la quale batt il capo fu tale da fargli perdere i sensi istantaneamente e il rumore che si produsse si rimbomb in tutto lalbergo. Il radar capt che Guglielmo si era nascosto sotto il letto. C-1833 infil la sua forte mano e lo trascin fuori da quel polveroso rifugio. 75

<< Oh mio Dio guarda come si conciato! >>, sbrait il suo inseparabile compagno. Guglielmo era completamente nudo. Inspiegabilmente, nel giro di poche ore, era dimagrito di trenta chili e si poteva notare lo scheletro, ricoperto da una fine pelle ingiallita e piena di ferite. Lintero corpo era, non si sa perch, cosparso di miele e lasciava, ogni qualvolta eseguiva degli spostamenti, una scia appiccicosa come le lumache. Limmagine pi ripugnate che notarono fu la scopa infilata nello sfintere anale in modo profondo. Sculettava, con quellarnese di tortura, come se si fosse trattato di una coda e buttava, ad ogni strattone, un fiotto di sangue. Con s, in posizione accovacciata, teneva la ciotola sgraffignata dalla sala pasti, dalla quale succhiava un miscuglio rivoltante: la poltiglia marrone era formata di latte, cereali, bicarbonato di sodio ed escrementi. Si era strappato le unghie e, sulla testa rasata, con la lametta da barba si era inferto dei segni che potevano essere interpretati come esoterici. Quando Guglielmo vide le due ombre che lo trascinavano verso luscita della casa, si mise a tremare come un sismografo, sorrise, poi pianse, perse dalla bocca un liquido verde e, con una faccia squilibrata, cominci a ringhiare: << Rrrrrrrrrrrrrrrrrr! >>. Pronunci qualche parola insensata forse per dimostrare che le corde vocali le aveva ancora: << Il lazer si ritorce verso le sfere parallele, nonch assimilabili alle assegnazioni incalzanti ed obnubilanti prorompenti ad una spirale di tepore >>. C-1458 non bad alle sue frasi deliranti e, con atteggiamento autoritario ordin a C-1833: << Levagli quella mazza dal culo prima che ci lasci la pelle >>. Detto fatto. C-1833 senza esitazione e con violenza mirata, sfoder un calcio alla spazzola della scopa, che si trovava sul vertice opposto al contatto doloroso. Il colpo la fece roteare e schiantare, con un rumore sordo, sul comodino in legno. La lampada che gli stava poggiata and in frantumi. << Dici che quel verme si possa ancora recuperare? Per me non gli resta che morire >>. << Dubiti forse del potenziale degli uomini di livello superiore al nostro? Se hanno detto che lo possono ricostituire qualche motivo ci devessere >>. Lo presero, uno dalle gambe e laltro dalle braccia e, con molta cura, lo portarono verso un dispositivo luccicante vicino allentrata. << Facciamo molta attenzione, altrimenti rischiamo di strappargli gli arti >>. Dominava una puzza di carne bruciata, pareva che qualcuno stesse facendo un barbecue. I due misteriosi individui si fecero largo tra ciocche di capelli, sangue, feci ed altre sozzure del genere. A momenti, per il viscidume formatosi, rischiavano di scivolare e di mandare a monte lobiettivo di salvaguardare quel piccolo residuo di vita rimasta in Guglielmo. Egli per fortuna aveva perso 76

conoscenza e quindi non cre problemi nello spostamento con movimenti pericolosi. Giunti nei paraggi di quel dispositivo luccicante, effettuarono unultima manovra: << Ecco che ci siamo quasi, piano ancora un altro sforzo ok perfetto. Adesso non ci resta che sistemarlo nella posizione ottimale per tele trasportarlo alla nave madre >>. Laggeggio sul quale versava il corpo quasi esanime di Guglielmo era costituito da una piattaforma rettangolare, simile ad una barella, che veniva chiusa da una cupola ermetica che, evidentemente, doveva avere una qualche funzione protettiva contro eventuali agenti esterni. In cima alla copertura vi erano una serie di tasti che, non appena chiusero lorganismo malconcio dello sventurato, furono spinti in gran fretta da C-1458. La capsula divenne lentamente sbiadita, fino a quando non scomparve definitivamente. I due artefici del prodigio appena capitato, fecero altrettanto e, allo stesso modo, si dissolsero nel nulla. Ogni traccia di esseri viventi si era estinta, rimanevano ad addobbare quella camera dalbergo soltanto lo sporco ed i segni di un travaglio umano, avvolto totalmente nel mistero. << In che stato versa il paziente? >> << In condizioni critiche, del quarto grado, sta per morire >> << Ok, procedi alla rianimazione >>. Dei fili gli furono infissi in tutto il corpo e, con una tempesta di scariche elettriche gli fecero compiere dei movimenti convulsi. La bocca di Guglielmo si spalanc senza che nessuno glielo avesse imposto. Da quel varco appena formatosi gli infilarono un tubo del diametro di cinque centimetri e glielo fecero arrivare fino allo stomaco. Al suo interno cominci a scorrere un liquido di colore giallastro. Dopo che il fluido cess il suo corso, i due ripresero a parlare: << Ecco >> disse uno di loro << adesso abbiamo incamerato i corpuscoli fotonici >>. << ancora morente? >> chiese laltro. Egli, prima di rispondere, dette una controllata allo schermo che teneva a portata di mano. << Affermativo, ma ancora per poco. Lanima per si definitivamente depositata nei vincoli vitali >> << Va bene, adesso manca solo il riassetto e potr tornare come nuovo >>.

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CAPITOLO 10 Alz le palpebre ma non cap in quale guaio fosse finito. Cera loscurit che lo avvolgeva e che gli impediva ogni perlustrazione. Stranamente si sentiva meglio: la nausea, i vari dolori corporei dispersi qua e l si erano dissolti. Finanche quel male di vivere che lo aveva attanagliato nella morsa della disperazione, pareva si fosse quietato. Il buio circostante, affiancato dalla complicit di un silenzio misterioso, contribuiva maggiormente ad accentuare la staticit di quellatmosfera spettrale. Data limpossibilit di adoperare i propri sensi, quanto meno per percepire lambiente che lo avviluppava, si era immesso in una situazione comparabile ad una sorta di svenimento lucido: era sveglio e contemporaneamente dormiente, in quanto era cosciente della sua impotenza. Angosce dello stesso genere le provano i malati di narcolessia che, per una frustata demozione vengono obbligati a stendersi per terra e dormire, ma con la consapevolezza della ragione. Lunica differenza tra Guglielmo e gli affetti da tale sindrome che questi ultimi sono prigionieri e immobilizzati dal loro corpo mentre, il nostro protagonista era attanagliato in una tetra spelonca. Forse quella era la morte, oppure semplicemente si trovava in una sala daspetto, in attesa di una venuta di un potenziale Caronte, pronto a trascinarlo, mediante la sua barcaccia, in chiss quale terra ultraterrena. Frattanto Guglielmo, con tutta la paura che provava, non era in grado di elaborare tali ragionamenti e prov, prima a muoversi ed in seguito a toccarsi, per capire se fosse integro o meno. Queste due verifiche ebbero esito positivo. Mi sar sicuramente cacciato in qualche altro casino. Evidentemente, nonostante lo stato di salute ottimale, appena constatato, non aveva ancora acquisito fiducia sullavvenire. Codesto stato danimo lo si poteva giustificare visto che le sventure erano sempre in agguato. Ebbe limprovvisa reminescenza degli eventi capitatigli in albergo. Lultimo ricordo in suo possesso risaliva alla sera prima, quando si era devastato col rum. Le immagini che aveva in mente erano, tra laltro, abbastanza sfocate, e perci inefficienti per sviluppare un bilancio reale della situazione. Forse sono stato rapito dalla solita combriccola di bastardi, questa era unaltra ipotesi abbastanza plausibile. Spero che mi uccidano, sono stanco di questa esistenza impossibile. Dalla posizione supina, nella quale versava, si mise seduto. La traslazione gli permise di recepire per lo meno su quale sostegno poggiava. Era un lettino rigido, magari metallico, dato che i

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polpastrelli, al contatto con quella superficie, percepirono una temperatura pi bassa. Quella microescursione termica gli determin un forte ed altrettanto alacre brivido. Cosa fare? Due strategie poteva adottare: rimanere fermo come un albero, in attesa che i secoli lo valicassero, oppure cercare di svignarsela ed affidarsi agli eventi che gli avrebbe offerto il caso. Io taglio la corda, se rimango qui finisco col farci la muffa. Si alz e fu compiaciuto di essere abbastanza in forze, solo in quel frangente controll i vestiti che aveva indosso: ad occhio e croce potevano essere gli stessi con i quali era uscito di casa. S, erano i medesimi, ed anche pi asciutti, senza la minima goccia di sudore. Una volta messosi in posizione eretta, sporse le mani in avanti per evitare qualche urto spiacevole. Ne aveva presi parecchi nellultimo periodo e per il momento potevano bastare. Purtroppo le sue tanto ambite speranze di fuga furono di colpo troncate da un filo luminoso che entr da un sottilissimo spiffero. Esso lentamente si fece sempre pi ampio; era fin troppo chiaro che qualcuno stesse entrando da fuori. La stanza si riemp di luce e con essa prese anche forma. Era semplice, spoglia darredamento ed escludendo la porta scorrevole che lentamente si stava spalancando, non presentava nessunaltra comunicazione con lesterno. Entrarono due individui che Guglielmo riconobbe tempestivamente. Si trattava di coloro che erano apparsi nel suo sogno pi recente, quello caratterizzato dai neonati mostruosi. << Non se ne vada >>. Gli dissero contemporaneamente ed in tono flebile. Figuriamoci, pens Guglielmo, ricolmo di rassegnazione, se mi azzardassi a ribellarmi questi grandissimi pezzi di merda mi polverizzerebbero seduta stante. << Si sieda le dobbiamo spiegare i motivi di tutti quegli avvenimenti strani che le sono capitati >>. << Era ora! >>. Gli grid con ammonimento. Subito dopo si pent perch temette una qualche ritorsione violenta da parte dei due nuovi venuti. Poi per ammansirli non si fece pregare due volte ed obbed alle richieste proposte. Prima di cominciare a parlare ci fu una pacata e silenziosa discussione tra i due estranei; forse stavano decidendo chi si doveva occupare di fornire la delucidazione. Sicuramente il breve battibecco trattava tale argomento in quanto si concluse con un gesto risolutivo delluomo posto alla sinistra di Guglielmo, che parve concludere il dialogo con un me la sbrigo io. Egli si avvicin altezzoso, mentre laltro gli rimase solo di qualche centimetro discosto ed in posizione leggermente arretrata. 79

<< Stia innanzitutto tranquillo >>, e Guglielmo non si rassicur minimamente perch questa frase laveva gi sentita e gli si erano riversati contro una caterva di problemi. << Non saprei da dove cominciare >>. Ammazza che affidabilit, ponder Guglielmo dentro di s Figuriamoci se si mettesse a parlare il suo amico che stato escluso dalla conversazione. Ma porcaccia la miseriaccia, se nemmeno tra loro se la riescono a sbrogliare, non mi possono lasciare libero? inutile, questo non accadr mai, vediamo che caspita hanno da dirmi. << Ecco s, ci sono. Innanzitutto occorre fare delle presentazioni. Il mio nome, in questa missione C-1833, mentre il mio collega si chiama C-1458, siamo agenti dellUnione Interspaziale Universale. Naturalmente le sigle con le quali ci chiamiamo non sono altro che degli pseudomini. Vede, inizio il mio racconto dicendole una semplice regola di biologia, ossia: gli esseri viventi sono accomunati dal perseguire uno stesso iter, a prescindere dalla specie o dallambiente nel quale si ritrovano a vivere. Generalmente il processo vitale degli organismi, senza che si interpongano intoppi, cio escludendo eventuali decessi precoci, si distingue nelle seguenti tappe: la nascita, la crescita, uneventuale riproduzione, la senilit e a porre il sigillo finale ci pensa la morte. Quello che c dopo, almeno per voi abitanti di questo pianeta, rimane uno dei misteri pi irrisolvibili e atroci che affascinano e, simultaneamente, spaventano la razza umana. Per molti il riposo eterno uno stato talmente inconcepibile che non ne vogliono sentire neppure un accenno. Per altri un fenomeno estraneo che non di loro competenza e, quando si trovano sul capezzale a dire le loro ultime preghiere: o cadono dalle nuvole o, addirittura, sperano ancora nella vita. Poich sul postmortem non si sa assolutamente nulla, la fantasia delluomo si sbizzarrita nel volersi dare una spiegazione che accontentasse un po tutti. Sono anche stati coinvolti, dato che alluomo non era concesso laccesso di una conoscenza di simile portata, un numero spropositato di esseri sovrannaturali chiamati con lappellativo di divinit che fossero a capo di questo sistema variegato e complicato e che esercitassero il predominio assoluto delluniverso. Lei dovrebbe sapere meglio di me quali teorie sono state elaborate a proposito dellaldil. Le varie correnti religiose e filosofiche diramatesi nei millenni, per non parlare dei diversi paradisi ed inferni nei quali verrebbe assegnata a ciascuno di noi una dimora perpetua. Ora le voglio porre una domanda. E se tutte queste formulazioni fossero completamente false? Come reagirebbe se le dicessi che la vita segue un corso completamente diverso da quello ipotizzato sinora? >>. Guglielmo per il momento non parve stupirsi. Dato che aveva una gran confusione si limit a rispondere: << Non lo so, si spieghi meglio. Finora non mi ha detto alcun che di interessante e di sconvolgente. Se vuole sapere il mio parere a proposito delloltretomba, la mia opinione che non 80

c assolutamente niente. Una volta che crepiamo, subentrano dei batteri decompositori che si nutrono della nostra carne e delle nostre ossa e ci restituiscono al ciclo del carbonio. In quanto allanima la reputo una grandissima stronzata. Essa non altro che un insieme di impulsi elettrici, gestiti dai neuroni, che ci permettono di muoverci e di pensare >>. << Beh, questa la tipica deduzione agnostica delle persone dotate di una cultura scientifica o che non si lasciano abbindolare da nessuno. Eppure le affermazioni che lei mi ha appena esposto, seppure potrebbero risultare le pi drastiche e veritiere, sono completamente fuori strada da quelle che avvengono nella realt >>. << Me lo dimostri >>, fece Guglielmo incuriosito, quasi con un tono arrogante di sfida << Sono tutto orecchie. Pu anche darsi che se lei mi mettesse a disposizione delle prove plausibili, sarei disposto anche a crederle >>. Guglielmo, immediatamente dopo questa risposta, pens: Questi due figli di puttana mi vogliono prendere per il culo, dandomi una spiegazione su quello che mi capitatomi. Ma a me non mi fregano, lho capito a quale razza di bugiardi appartengono. Sono sicuramente degli agenti dei servizi segreti che mi hanno imbottito di allucinogeni. Il suo interlocutore riprese ad esprimersi: << Ha ragione, lo faccio subito. Allora, avevo interrotto il mio discorso sulla morte dellindividuo. Ok, questo punto, che di regola dovrebbe essere quello di arrivo, non altro che una nuova partenza >>. Mo sto mezzo matto mi viene a dire che la nostra esistenza si svolge come il Monopoli. Ma che cazzo stai dicendo. Ovviamente Guglielmo non sput alcuna parola, per non interromperlo e lasci che continuasse. << Ebbene, mi dispiace deluderla, ma lanima esiste. Si tratta di un insieme di fotoni imprigionati nel corpo umano e che, al momento del decesso, si liberano e sono in grado di poter viaggiare nellinterspazio. Quando un organismo perde la vita, il complesso di particelle in esso contenuto si muove in direzione zenitale creando un turbamento della materia, che provoca uno stravolgimento degli atomi che risiedono nellorganismo intrinseco. I fotoni che per si liberano non mutano, dato che sono un ammasso di aggregati indissolubili. proprio questa capacit di essere indistruttibili che li fa svanire integralmente dal corpo umano. Infatti, se i nostri sensi non percepiscono nessun fenomeno intorno ad un individuo appena deceduto, in realt si verifica un aumento di entropia. Cos, comincia il viaggio della materia inerte verso lo spazio indefinito che, comunque, di fatto, segue unestensione percorribile, nonostante i restringimenti e gli allargamenti delluniverso. Una volta uscita dal campo gravitazionale, la massa di corpuscoli, permea nelletere 81

e, man mano che procede nel suo cammino, riacquista la sua densit terrestre, diventando quasi un gas. In tale misura il suo moto si fa sempre pi crescente, fino a raggiungere le soglie della galassia dei giudizi. Viene poi abbracciata da un captatore capillare, il quale provvede ad analizzare il principio elettrico sopraggiunto e a darne una sentenza >>. << Di quello che mi ha appena illustrato non ho capito niente >>. Fu in quel momento che lindividuo posto in disparte si fece avanti e, con voce saggia, si rivolse al suo amico e gli disse: << C-1833 se vuoi che glielo spieghi io, non ci sono problemi. Gi di per se la faccenda abbastanza complessa, se aggiungi pure le nozioni di chimica e di fisica mistica, il nostro ascoltatore finisce con lessere pi confuso di prima >>. << S, forse meglio. Lo sai come sono io quando mi cimento in questi argomenti arzigogolati. >> C-1458 prese a parlare: << Dunque, ricominciamo daccapo. Una volta che un essere umano muore la sua anima, resa libera, viaggia nello spazio, compiendo una distanza di circa quattrocento milioni di miliardi di parsec e, per mezzo dellattrazione magnetica, viene captata dal pianeta principale. In questo pianeta, che noi non abbiamo mai visto, ma che secondo una serie di esperimenti fondati dovrebbe esistere, dicevo, in questo pianeta risiedono delle entit che compongono la corte suprema universale >>. << E cosa diavolo ? Qual il suo compito? >>. La voglia di conoscenza di Guglielmo si stava lentamente mutando in sconcerto ed impazienza. << Lo dice il nome stesso, ha lonere di valutare ciascuno di noi. Forse in quel luogo la residenza di Dio. Purtroppo tutto questo non stato dimostrato. Per secondo parecchie teorie in quel pianeta che le anime si vanno a riunire e poi vengono smistate per riprendere a vivere. Mi faccia andare con calma, se affrontiamo un argomento per volta riuscir a comprendere quello che le sto dicendo. Dunque, una volta che le anime giungono al cospetto della corte suprema universale vengono incanalate in dei dispositivi, gli iudicativum, che permettono di eseguire uno screening della vita appena condotta. Se il macchinario da esito positivo, lanima pu passare ad un pianeta di secondo livello, usufruendo di una serie di benefici che successivamente le star ad illustrare. Nel caso in cui si verificasse un risultato negativo, lanima viene rispedita sul pianeta nel quale aveva appena trascorso la sua esistenza, ovviamente reincarnandosi in un individuo differente. Ora le faccio subito un esempio che le permetter di ottenere una maggiore comprensione. Se diciamo, lei Guglielmo Verbano muore e la sua anima viene bocciata dalla corte suprema universale, lei subir le seguenti sanzioni: 82

sar rispedito di nuovo sulla terra, vale a dire sul mondo nel quale ha condotto la sua ultima esperienza esistenziale; ma si reincarner come un individuo differente ossia: lei non potr rinascere sulla terra nuovamente come Guglielmo Verbano. Invece la promozione ha i seguenti vantaggi: di andare a vivere su un altro pianeta, naturalmente frequentato solo ed esclusivamente da esseri umani; di conservare la propria identit ed il proprio aspetto; di avere lopportunit di apportare una serie di miglioramenti >>. << Ma che un videogioco?! E poi, scusi, ma come fa uno a conservare il proprio aspetto? Dovranno esserci entrambi i genitori, su questo pianeta premio, per concepire un essere identico a quello precedente. >> << No, non c bisogno dei genitori, perch non si rinasce, ci si ritrova gi nella fase adulta. Let se la sceglie lei in base ai comportamenti positivi condotti nella vita pi recente >>.

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CAPITOLO 11 Questa spiegazione era plausibile tuttavia lasci parecchie lacune in Guglielmo che non esit a proporre unulteriore domanda: << Va bene, forse mi ha convinto. Ci sono tuttavia delle perplessit; ad esempio: come si stabilisce let con la quale vivere sul nuovo mondo? Inoltre, secondo quale criterio quei dispositivi svolgono la valutazione di unanima?>>. << Glielo stavo per spiegare proprio adesso. Partiamo col criterio con il quale si svolge il giudizio celeste. Si apre un capitolo molto complesso e non so nemmeno se riuscir ad illustraglielo perfettamente. Comincio innanzitutto col dirle che, la valutazione, possiede alcune affinit con la maggior parte delle correnti religiose. Dato che lei cristiano, utilizzer questa religione come confronto. Il cristianesimo prevede pressappoco questo: che gli uomini buoni, ossia quelli che si sono attenuti alle regole e ai dogmi previsti dalla legge divina, possono arrivare nel paradiso, mentre i cosiddetti cattivi, cio coloro che hanno infranto le regole, finiscono allinferno. Tale teoria simile alla realt per, c la differenza sostanziale che incompleta o che comunque ci sono delle lievi modifiche riguardo alcune parti. Innanzitutto, stabiliamo una prima faccenda: esistono pi di sette peccati capitali. Perci oltre allaccidia, allira, alla superbia, alla gola, allavarizia, allinvidia e alla lussuria, bisogna anche aggiungere: lopportunismo, legocentrismo, lipocrisia, la xenofobia, la mancanza di elasticit mentale, lapatia, la violenza, la banalit, la vigliaccheria, legoismo e tanti altri che sinceramente adesso non mi sovvengono. Per quanto riguarda quegli aspetti che gioveranno allanima, saranno dati dallinsieme di tutte le opere o i propositi di bene che verranno compiuti. Anche in questo caso ci sar un lungo elenco che le voglio risparmiare. Bene, i dispositivi iudicativum con questa sorta di dati, conservati nel genoma umano, fanno una sorta di bilancio, tramite lassegnazione di punteggi. Se ottiene un bilancio positivo o neutro si passa, altrimenti, se negativo si viene bocciati. Ovviamente la promozione un primo traguardo importante; ce n un altro che per non bisogna sottovalutare: lentit con la quale codesto bilancio viene portato a termine. Ed ecco che qui entra in gioco il fattore qualit. Poniamo che uno abbia chiuso la sua valutazione positivamente, ossia con un surplus di buone azioni sui peccati, ed ha ottenuto sparo una cifra a caso mille punti. Dalla detrazione fino a zero di questi mille punti, si potranno apportare dei miglioramenti sulla propria persona >>. << Pi o meno ho capito. E quali sono i miglioramenti? >> << Qualunque miglioramento. Ne cito uno a caso: let. Chi ha ottenuto mille punti potr ringiovanire di pi, rispetto ad uno che ne ha ottenuti cinquecento. Ma i modi di ottimizzarsi sono svariati ed infiniti: dal dimagrimento allintelletto, dalleliminazione di malattie ereditarie al 84

rinfoltimento dei capelli. Anche la ricerca dellamore rientra tra i desideri che uno pu esprimere. Le racconto la mia esperienza. Oggi mi trovo a vivere nel pianeta di secondo livello. La mia permanenza sulla terra stata segnata da una gravissima menomazione che mi ha arrecato numerose umiliazioni quotidiane. Ci nonostante mi sono comportato con decenza, senza riserbare rancori e odi verso nessuno. vero alle volte sognavo ardentemente di vivere una vita normale oppure di trovare una donna da sposare. Tuttavia, ero consapevole che mi trastullavo in utopie quasi irrealizzabili. Per codeste ragioni soffrivo di gravi forme di depressione. Ma la speranza, sebbene il male di vivere attanagliasse la mia esistenza, riusciva a prevalere. Come risultato ho ottenuto che sono riuscito a morire allet di ottantaquattro anni. Traguardo abbastanza notevole se si prende in considerazione la mia infermit. Sono quindi stato inviato nel pianeta di secondo livello e premiato con unet di ventotto anni e con una salute che nemmeno immaginavo >>. << Mi scusi, supponiamo ad esempio che un uomo sul pianeta terra sia nato perfetto e non abbia mai avuto problemi nella vita e si sia comportato in modo da meritare il passaggio sul pianeta di secondo livello. Costui, nel momento in cui usufruir dei benefici migliorativi, non sar molto pi avvantaggiato degli altri? >> << Arguta osservazione. Ed proprio adesso che le introduco un altro elemento di fondamentale importanza che si considera nellanalisi dellanima. Infatti non bastano solo i comportamenti che si sono tenuti sulla terra. In tal modo si svilupperebbe un giudizio poco equo. Gli iudicativum tengono conto, oltre al genotipo, anche dei fattori ambientali. Ora le dico un bellesempio similare al suo, ma con qualche aggiunta chiarificatrice: Si immagini che due uomini si siano comportati allo stesso modo ottenendo risultati identici, con la sola differenza che uno si trovato a vivere con una malattia, in povert ed in un ambiente indifferente e malfamato, mentre laltro vissuto nel benessere, nellaffetto, e non ha mai incontrato grandi ostacoli. Bene, secondo lei, nonostante abbiano conseguito il medesimo punteggio, meritano di essere premiati allo stesso modo? >> << E scontato che meriti qualcosa in pi colui che durante il proprio cammino si dovuto scontrare con maggiori disagi >>. << Esattamente, proprio a questo che la volevo condurre. In questo caso il fattore ambiente ha assunto un effetto determinante. In tal caso, coloro che hanno subito grandi difficolt, di qualsiasi genere, riceveranno, al momento del giudizio, un bonus di merito. Cos diventa necessario separare la casualit dalla volont. Cio le condizioni nelle quali un individuo si trova a convivere, non per mano propria, dai comportamenti che assume durante la sua esistenza. Come lei vede il giudizio celeste un meccanismo molto complesso che elabora tutti gli aspetti di un essere umano e non trascura nemmeno quelle caratteristiche che potrebbero risultare ininfluenti. Infatti, non 85

casuale che il suicidio, nel novanta per cento dei casi, non viene considerato come un atto da enumerare come peccato. Sulla morte inflitta per propria volont c quasi sempre dietro una storia caratterizzata dalla mestizia >>. << E se un bambino muore prematuramente, cosa avviene? >>. << Che chiude un bilancio nullo; pertanto rinasce nuovamente nel medesimo pianeta in cui era morto. Il meccanismo del giudizio celeste subentra oltre una certa et, variabile da individuo a individuo >>. << E quindi un neonato deceduto precocemente viene considerato alla stregua di un peccatore?! >>. << No perch al di l della nuova vita che condurr, si terr conto della sventura capitatagli e, quando giunger al cospetto del pianeta principale, potr usufruire di un bonus >>.

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CAPITOLO 12 << Mi dica, allora, per gli animali e le piante vale la stessa prassi di giudizio degli esseri umani? >> << No, si diversifica perch la loro struttura si discosta da quella nostra. >> << E per quanto riguarda le donne? Non hanno anchesse delle differenze anatomiche rispetto agli uomini? >> << S, infatti per loro c un criterio di interpretazione che lo distingue, seppure lievemente, dagli individui di sesso maschile >>. << E quale? >> << Le dico solo che la donna parte avvantaggiata dato che, durante la vita patisce di pi. Essa infatti ha unemotivit molto pi accentuata rispetto alla nostra. Tende maggiormente a soffrire di crisi depressive poich ha anche la propensione a contenere dentro se stessa la propria insoddisfazione. Tale comportamento la conduce non solo a fingere il loro stato danimo verso lesterno, ma, involontariamente, ad auto convincersi di essere felice. E come se si inducesse una sorta di ipnosi che permette di sopportare il supplizio psicologico. Purtroppo, non fa altro che rimandare il suo dispiacere >>. A Guglielmo vennero subito in mente quei silenzi accompagnati da espressioni afflitte e da occhi languidi e lucidi che sua moglie assumeva in determinate situazioni. Egli li aveva ritenuti privi di fondamenta ma, in verit nascondevano, secondo quanto gli era stato spiegato, uno stato danimo avvilito e represso. Si promise che se gli si fosse parato nuovamente un simile evento lavrebbe soccorsa con laffetto e lavrebbe invogliata ad esprimersi. Continu ad ascoltare le parole di C-1458. <<E perci, se nella donna si viene a formare un dolore di una certa intensit, del genere che le ho appena descritto, e qualora lo si tenga chiuso nel contenitore della finzione, nel tempo, si potrebbe raggiungere un livello di prostrazione tale che, talvolta, potrebbe sfociare verso conseguenze gravissime. Uno dei casi pi comuni linfanticidio che colpisce con maggiore frequenza le neo madri. In codesta situazione si innesca il seguente fenomeno: che una donna, subito dopo un parto, per un fenomeno del tutto naturale, produce un quantitativo di ormoni estrogeni, progestinici e della gonadotropina corionica superiore al normale, che le provoca un aumento della malinconia. quindi chiaro che se un soggetto di per s gi triste, laumento di codesti ormoni sono una batosta al suo umore. Ecco spiegato un gesto che, a persone dotate di una scarsit di informazioni, potrebbe risultare folle. C dellaltro da aggiungere sullorganismo del gentil sesso: che possiede, a causa di una ridotta produzione di testosterone, un fisico pi debole, 87

perch meno muscoloso, e perci incapace di difendersi da eventuali atti di prepotenza. Tuttavia non bisogna dimenticare che hanno una resistenza mentale eccezionale. A differenza di noi uomini, quando gli si para davanti un problema che sbarra la strada, hanno una pazienza cos sviluppata che permette loro di consumare ogni riserva di energia per valicarlo, o con limpegno o con la sopportazione, configurabile, per lappunto, col mascheramento dei sentimenti. perci difficilissimo che vadano in escandescenza. A parte il caso tragico e sporadico che le ho appena menzionato, il loro senno rimane sempre molto stabile. A proposito di donne, lo sa che sono le prime ad essere comparse sulla terra e che hanno dato origine alla razza umana? >> << E come diavolo possibile un fenomeno del genere? Come pu una donna senza il seme maschile originare una figliolanza? >> << E semplicissimo. La donna in passato, ti parlo di circa trecento mila anni fa, in assenza del maschio si riproduceva con gli animali. >> << Questa poi assurda. Come caspita fa unanimale a fecondare una donna e, sia pure vi riuscisse, in che maniera si pu compiere una gestazione da un simile accoppiamento? Qua si stanno violando le leggi stesse della natura. Temo proprio che lei adesso labbia sparata grossa. >> << Un momento! Mi faccia finire! In passato la donna possedeva un sistema riproduttivo completamente diverso da quello attuale. Molti scienziati lhanno definito universale; era capace di accettare lo sperma di qualunque animale e di essere in grado di procreare >>. << Mi scusi, ma che razza di schifo ne veniva fuori? >> << Quelle creature che le sono apparse nellultimo sogno che lei ha fatto. Esse non sono altro che degli ibridi tra la donna e lanimale >>. Guglielmo fece mente locale sullincubo della sera precedente. In effetti alcuni erano caratterizzati dallavere proboscidi, code, squame, artigli, zanne, baffi, peluria in eccesso, chele. Lo show dei mostri. << Va bene, su questo argomento diciamo che ci siamo. Ma allora, noi maschi da dove siamo spuntati? >> << Siamo venuti fuori da una lunga selezione naturale. In tempi remoti la donna era molto prolifica, riusciva a dare, nel corso di una vita, alla luce, anche una trentina di figli. Tra questi cerano quelli che somigliavano agli animali, quelli che avevano un aspetto quasi umano e poi quelli morfologicamente intermedi. Ebbene, nel corso delle generazioni le donne hanno avuto una propensione maggiore, forse perch attirate sessualmente, dato che appartenevano alla stessa razza, nello svolgere i propri amplessi, con individui che avevano un aspetto rassomigliante a quello degli uomini. Infine, per impedire le proprie riproduzioni con esseri viventi che non fossero attinenti al 88

genere umano, la donna ha modificato il proprio apparato genitale, rendendolo accessibile solo agli uomini. In questo modo quegli esseri con pi geni animali, dato che erano stati esclusi, sono diminuiti nel tempo, fino ad estinguersi. Tuttavia, nonostante il trascorrere dei millenni, alcuni geni animali resistenti sono rimasti nel DNA di determinate persone, lasciandogli una sorta di marchio, come se volessero ricordare la loro esistenza. Se lei infatti guarda attentamente la gente che la circonda, si potr accorgere che alcuni individui hanno delle grandi affinit, soprattutto nellaspetto, con le bestie. Non le mai capitato di confrontare qualcuno ad un animale? >>. Anche stavolta C-1458 non aveva torto. Guglielmo un sacco di volte aveva paragonato sua moglie ad una volpe. E che dire dellidraulico Braschi che saltuariamente passava da casa sua a riparare le tubazioni? Quello senza alcuna ombra di dubbio rassomigliava ad un gorilla. Oppure cosa pensare di quellaccozzaglia di politici che governavano il paese? In quel caso si potevano rinvenire svariate specie: elefanti, tacchini, maiali, vacche, galline, lumache, ippopotami, papere, rospi, tori; una vera e propria arca di No governativa.

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CAPITOLO 13 Guglielmo fu definitivamente affascinato dal suo interlocutore.Volle porgli unaltra domanda: << Lei e il suo amico mi avete mostrato una marea di racconti meravigliosi, ma sono ancora ingordo di sapere. Per esempio da voi, intendo nel pianeta di secondo livello, che tipo di vita c? Nel senso che identica alla nostra, oppure siete pi evoluti? >> << S, siamo molto pi evoluti di voi. Deve mettere che noi non rinasciamo. Arriviamo al pianeta di secondo livello gi in fase adulta e, soprattutto, ci portiamo dietro lenorme bagaglio di cultura e di esperienza della vita precedente. Questo vuol dire non solo che la tecnologia ha fatto dei passi enormi ma che gli stessi uomini non vanno a commettere gli stessi errori del passato. Regna un clima pi civile anche perch bisogna considerare che le persone ritenute non idonee sono state scartate >>. << Ma se giungete in questo nuovo mondo gi, per cos dire, cresciuti, siete costretti anche a stare per un periodo pi breve di quello trascorso sulla terra. >> << No, perch let media si allungata. Pensi che luomo pi vecchio del mondo deceduto a centoquarantuno anni. La nostra societ molto avanzata. La voglio stupire, le cito alcuni progressi che abbiamo compiuto. Il primo che mi sovviene il seguente: da noi gli incidenti stradali sono stati completamente debellati >> << E in che modo? >> << Mediante lintroduzione di segnali stradali interattivi che agiscono direttamente sullautomobile. Mettiamo che un incosciente in corrispondenza di uno stop abbia lintenzione di passare, tale gesto sconsiderato gli viene impedito perch il segnale interattivo agisce sui circuiti della macchina e la fa fermare, imponendogli di rispettare il codice della strada. Ancora, da noi gli sprechi dacqua sono stati limitati di parecchio. Tutto perch c stata linvenzione degli sterilizzatori che hanno permesso di non utilizzare la fonte idrica per ligiene >>. << Cio, se ho capito bene, con lacqua non ci si lava pi >> << E a cosa servirebbe? Impiegare lacqua per pulirsi risulterebbe un inutile spreco. Gli sterilizzatori poi permettono di detergere molto pi a fondo. Uccidono ogni batterio ed eliminano qualunque traccia di sporco. I termini: lavatrice, lavastoviglie, doccia, vasca da bagno sono rimasti soltanto tra le pagine delle enciclopedie e dei vocabolari. Oppure, qualunque tipo di prodotto ci giunge in casa senza che ci sia bisogno di andare a fare la spesa. Ci arrivano direttamente nelle abitazioni, o meglio in degli enormi container, situati nelle case di ognuno di noi >>. << Ma, mi scusi, chi li trasporta? Ci sar pure qualcuno addetto alle ordinazioni >>. 90

<< No non c pi alcun fattorino, corriere, o addetto al trasporto delle derrate. Siamo riusciti a trovare un complesso sistema di decompressione che riesce a ridurre il volume dei prodotti che quindi diventano maneggevoli nello smistamento. Devo anche aggiungere che anche stata costruita una rete di comunicazioni che collegano le case di ogni cittadino alle varie piattaforme logistiche delle merci. Si immagini linquinamento e la congestione da veicoli a motore da trasporto come sono stati moderati. Ancora, dato che il mio discorso si indirizzato sulla materia ambientale, le racconto un importante progresso compiuto dalla tecnologia. Qualunque materiale che al contatto con lesterno fotovoltaico. Perci macchine, fabbricati, strade, panchine, vestiti ecc., riescono ad assorbire lenergia solare per convertirla in altre forme indispensabili per luomo >>. << Mi scusi, ma se voi rivestite qualunque oggetto che si metta a contatto con laria di pannelli fotovoltaici, non c il rischio che vostro mondo diventi nero, appunto come il colore di codesti strumenti adoperati per la conversione energetica? >>. << No, e ora le spiego il motivo. Lei, come giustamente mi ha fatto notare nel suo ultimo dubbio, si espresso utilizzando il termine di pannelli fotovoltaici. Io, invece, le ho parlato di materiali fotovoltaici. C una netta differenza: i materiali fotovoltaici sono microscopici e per tale ragione si riescono ad amalgamare nella costituzione di qualsiasi sostanza. Da noi, la porta per il futuro, ce lha spalancata la nanotecnologia che ci ha consentito di miniaturizzare le nostre idee per aumentarne il rendimento. Ma se lei ci pensa bene, pure nel vostro mondo la nanotecnologia abbastanza diffusa e, lentamente si sta ritagliando un certo spazio nella societ, attraverso: lettori mp3 ed mp4, divx, notebook, navigatori gps, palmari, televisori lcd >>. << Questo vero >>, ribatt Guglielmo pensieroso, << Ma mi duole ammettere che dobbiamo fare ancora parecchia strada per poter raggiungere i vostri elevati livelli di sviluppo. Con la mentalit poco aperta alle innovazioni a me sembra che la nostra societ si sia incagliata in una fase di stallo perenne. Non so, ho limpressione che pi si vada avanti nella tecnologia pi la cultura umana tenda a regredire. Quasi che le persone vedendo le complicate operazioni che le apparecchiature di ultima generazione riescono a svolgere, si sentano il diritto di non compiere pi alcuno sforzo intellettuale per dissertare. C come una sorta di cappa narcotizzante che ci ha avvolto e ci impedisce di trasmettere le nostre impressioni. Mi capitato pi di una volta di sentirmi un estraneo nel mezzo di un esercito di cloni. Si instaurato, secondo me un pensiero unico che non ci distingue gli uni dagli altri >>. << Ha perfettamente ragione. Col quinto potere, ossia quello mediatico, il pensiero si incanalato in ununica direzione. Tuttavia, le voglio dar fiducia, facendole notare un piccolo particolare che in un certo qual modo le regaler conforto. Il concetto di massificazione non lo si 91

pu classificare come un fenomeno recente, un male che sempre esistito. Questo perch luomo teme di essere escluso dal gruppo di altri esseri viventi della stessa razza. Quindi il miglior modo per evitare questo inconveniente quello di uniformarsi ai principi e costumi che la societ gli impone. Non ha per compreso che tale comportamento lo conduce allannullamento della propria personalit e, conseguentemente, allinutilit della propria esistenza. In realt quello che viene disprezzato in quanto considerato con il gergo di diverso, non altro che un individuo originale, dotato di un proprio carattere e pertanto capace rompere la noia del sistema. Ma se ci soffermiamo un po ad osservare la natura, anchessa ci pu fornire delle interessanti risposte sullargomento che stiamo trattando. Essa con la sua enorme sapienza semplice ci fa notare che noi umani, siamo diversi luno dallaltro, in quanto abbiamo corredi genetici differenti e viviamo in ambienti svariati, succeduti in epoche diverse. Dalla suddetta osservazione si pu trarre una semplice conclusione: che lobiettivo al quale si dovrebbe puntare quello dellinterazione tra i viventi, mirata per arricchire le esperienze personali per massimizzare il potenziale che ognuno di noi si porta dentro. Tutto ci finalizzato per valicare, in armonia, gli ostacoli che lesistenza ci pone davanti >>. << Queste sono senza dubbio delle belle frasi ma, dal mio modesto punto di vista, prive di empatia. Ossia lei comunque ha imbastito una discussione ricolma di buoni propositi, per dallottica speranzosa della prospettiva del suo mondo. Sul pianeta terra le cose sono molto diverse ed io non mi sento cos fiducioso >>. << Mio caro signor Verbano non dimentichi che anchio sono vissuto sulla terra perci non sono cos estraneo alle logiche che vi regnano. Ma le voglio aggiungere qualcosaltro. Non mica vero che noi conduciamo uno stile di vita fondato sulla sintonia dellavanzamento. Infatti, nonostante i passi da gigante che abbiamo compiuto nei secoli, esistono anche dei lati negativi contro i quali ci stiamo battendo. Le racconto una caso molto attuale: da noi la ricerca riuscita a sviluppare delle sostanze antiossidanti che, sostanzialmente annullano linvecchiamento. Che cosa si verifica: che la gente va avanti negli anni mantenendo un perenne aspetto giovanile. In tal caso, se pure ci fossero degli individui anziani, essi allapparenza non risulterebbero riconoscibili >>. << Ah ho capito >>, controbatt Guglielmo << Non essendoci distinzione tra giovani e vecchi non esiste la possibilit di capire a chi affidare le mansioni che spetterebbero a coloro che rientrano nella fascia det lavorativa >>. << No, la sua deduzione non esatta, ma si avvicina di parecchio con quello che avviene nel nostro mondo. Quello di stabilire gli anni effettivi di una persona non un problema. Perch c lanalisi del DNA che offre la possibilit di riconoscimento senza il minimo errore. Il caos che si viene a creare di altra entit. Gli individui che si mantengono fisicamente giovani, sentendosi pienamente in forze, non vogliono essere classificati come vecchi e, per tale motivo, non sono 92

disposti nemmeno ad andare in pensione. Quale meccanismo si viene a creare: che abbiamo avuto una forza lavoro in eccesso, con la conseguenza di unimpossibilit di collocamento. Naturalmente i rappresentanti del ceto pi anziano non sono rimasti con le mani in mano, anzi, hanno fatto sentire la loro voce con una serie di proteste, talvolta anche violente, che sono sfociate, mi duole dirlo, nel terrorismo >> << E quali iniziative avete preso? >> << Come potevamo intervenire? Ci siamo sottomessi ed abbiamo continuato a farli lavorare. Purtroppo, quando le questioni parevano essersi quietate, subentrata unaltra gravissima piaga >>. << Quale? >> << Ora gliela dico. Gli individui che fanno uso di antiossidanti vero che hanno annullato linvecchiamento, ma non sono esseri immortali. Nel genoma umano e scritta, come nei comuni prodotti alimentari o farmaceutici, una data di scadenza e, quindi, arrivati ad un certo punto della vita, lorganismo smette di funzionare. Il risultato stato che: persone geneticamente anziane, ma allapparenza giovani, si spegnevano di colpo, senza nessun preavviso e con una velocit comparabile a quella di un interruttore. Con la conseguenza che ci sono stati ovunque dei decessi improvvisi, anche su posti di lavoro di una certa responsabilit e, per tale ragione si sono avute delle grandissime catastrofi. Si immagini un pilota daereo che muore durante un volo, oppure un medico che spira durante unoperazione chirurgica, o un operaio che sta manovrando un macchinario pericoloso. Si possono fare una valanga di esempi >>. << Che gran casino! Non siete quindi completamente immuni agli abusi umani? >> << Per niente proprio. Lei non ha nemmeno lidea dei dibattiti che ci sono da noi su questa sciagura. Ma del resto, non credo che neanche gli abitanti dei pianeti superiori ai nostri siano perfettamente liberi dalla scelleratezza umana. una prerogativa delluomo lesagerazione ed un compito delluomo ricucire gli errori commessi >>.

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CAPITOLO 14 Guglielmo rimase per qualche minuto silenzioso e pensieroso, quasi in atteggiamento malinconico. Dopo un po si scosse e si rivolse nuovamente verso C-1458, con temperamento spudorato. << Daccordo, straordinario, lei mi ha narrato delle vicende davvero incredibili. Ci nonostante c ancora un quesito rimasto irrisolto: ma io, in tutto questo trambusto, cosa cavolo centro? Non mi avete chiarito un bel niente sul coinvolgimento della mia persona nei vostri affari loschi. Insomma, per dirla breve qual il vostro scopo? E per quale diavolo di motivo siete andati a coinvolgere proprio me? >> C-1833, che fino ad allora era rimasto in disparte ad ascoltare, si fece avanti bruscamente e prese le redini del colloquio. << Adesso parlo io. Lei, signor Verbano, per dirglielo nel modo pi semplice possibile, un difetto di fabbricazione, unanomalia della natura, che ha mandato il tilt il sistema trascendente. Se il suo problema non fosse stato risolto, cera il rischio che tutto si sarebbe bloccato. Praticamente lei non doveva stare sulla terra. Lei, in realt, doveva essere da parecchi anni sul pianeta di secondo livello. Si ricorda i sogni che ha fatto di recente? >> << Quali? Ne ho fatti parecchi ed anche traumatici in questo periodo. >> << Beh, tanto vale che glielo ricordi io. A parte il pi recente, ossia quello caratterizzato dai neonati, ha fatto altri due sogni, in particolare: un primo dove ha visto una ragazza morta in uno stagno e, un secondo, ambientato in una foresta e caratterizzato da una serie di sparatorie tra soldati. >> << S, esattamente, cosa centrano? >> << Centrano eccome. Quelli non sono altro che ricordi delle sue due vite precedenti. Lei nato una prima volta nel 1849, col nome di Simon Gondet, ed era commissario presso il distretto di polizia a Digne, in Francia. Mor di infarto nel 1902. Quellincubo un episodio che le realmente accaduto, risalente al 1891. Fu il ritrovamento della figlia di un artigiano che fu brutalmente seviziata ed affogata. Evidentemente quella scena le rimasta impressa perch lha traumatizzata. stato uno dei nostri farmaci a far riemergere nella memoria certe brutte esperienze. >> << Dei farmaci?! >> << S, dovevano servire per rimettere le cose in sesto, ma si vede che non hanno funzionato e, per di pi hanno avuto degli effetti collaterali abbastanza strani e inaspettati. Aspetti per, altrimenti perdo il filo del discorso e le fornir delle informazioni disordinate, che non avrebbero alcun senso. Dicevo, che lei mor il 21 agosto del 1902. Come le ha gi spiegato il mio collega, la sua anima 94

viaggi nellinterspazio, si sottopose al giudizio divino e fu promossa per passare nel livello superiore. Tuttavia, non si cap per quale ragione, lei torn nuovamente a reincarnarsi sulla terra, sotto forma di un altro essere umano. Praticamente fu bocciato ingiustamente. Dato che era la prima volta che succedeva una situazione anomala di questo tipo, non si dette una particolare attenzione al suo caso e, persino i supremi sottovalutarono il suo problema. Lei quindi rinacque a Zwiesel, in Germania il 3 settembre del 1902, poco dopo il suo primo decesso, col nome di Angel Krumm. Giunto allet di diciannove anni emigr con la sua famiglia in Bassa Sassonia. Poco dopo venne assunto come operaio presso le ferrovie di Hannover. Qualche anno pi tardi fu chiamato a partecipare alla seconda guerra mondiale e ci lasci la pelle il 4 dicembre del 1944, in Italia, durante loccupazione degli anglo-americani. Il sogno che ha fatto un ricordo risalente a poco prima che venisse ucciso: lei entr in una casa dove trov unintera famiglia sterminata; subito dopo vi irruppe una pattuglia alleata che fece fuoco e la uccise. Cos spir per la seconda volta. A questo punto ci si aspettava che sarebbe passato a miglior vita nel mondo di secondo livello, anche perch gli iudicativum non esitarono a sentenziare un giudizio positivo. Sfortunatamente ci non si verific e si scaten un putiferio che cre uno scompiglio addirittura in tutto il Superammasso locale. Fummo contattati dai supremi che espressero il loro sconforto e la loro incapacit di risolvere un cos complesso busillis. Per non creare panico lUnione Interspaziale Universale, del nostro corpo celeste, ag ad insaputa della popolazione e si riun con i rappresentanti di ogni galassia per stabilizzare lo squilibrio venutosi a creare. Ci fu una settimana di dibattiti e non se ne riusc a cavare nulla. Come intervenire? Stremati dal continuo pensare, giungemmo ad un metodo, seppure un po rude, ma che poteva risultare efficace: prelevarla per intero dalla terra, ossia in carne ed ossa, per riportarla sul pianeta di secondo livello e farla condurre una nuova vita. Era unimpresa abbastanza pericolosa; non solo perch si violavano le leggi di trasmigrazione dellanima e non avrebbe potuto usufruire dei benefici ottenuti dal suo buon comportamento, ma anche perch non eravamo in grado di prevedere se lei sarebbe stato in grado di sopravvivere ad un viaggio intergalattico di simile portata. Guglielmo interruppe C-1833: << Scusatemi, se per me cera il dubbio se farmi compiere o meno un viaggio spaziale, voi come cavolo fate a muovervi in lungo e in largo nelluniverso senza problemi? >> << Noi non siamo totalmente umani, siamo per met cloni e per met androidi e rispondiamo ai comandi che ci vengono dati dai nostri originali. Con questa tecnica si pu andare ovunque senza avere alcun danno perch abbiamo una resistenza otto miliardi pi elevata di quella di un comune vivente. Laltro pregio che possediamo quello di poter passare da uno stato fisico allaltro: dalla fase solida a quella liquida o a quella gassosa e viceversa. 95

La prego non mi interrompa, mi faccia terminare il racconto e poi mi potr fare tutte le domande che vuole. Tornando alla narrazione, le stavo dicendo che, sebbene si fossero sollevate tante perplessit, solo in questo modo potevamo agire, perch non esistevano altre alternative. Cos, io e C-1458 fummo incaricati di portare a termine questo difficile e delicato incarico. Il nostro compito era quello di venire sulla terra, rintracciarla, addormentarla e smaterializzarla, per poi ricomporla, appena giunti a destinazione. Dato che la smaterializzazione era unoperazione che nessuno aveva mai compiuto, era necessario eseguire qualche prova sperimentale per capire quale esito si sarebbe verificato. La incominciammo a imbottire di farmaci, fornitici dai supremi, per testare la probabilit di riuscita della missione. Il responso fu negativo: il suo corpo reag con una marea di allucinazioni, mischiate ai ricordi delle sue due vite precedenti. Naturalmente, lei, estraneo ai nostri movimenti e perseguitato dalle visioni, dette in escandescenza. In seguito si constatato che la sua pazzia stata anche generata da uninfezione cerebrale, provocata dai medicinali applicati in dosi massicce nel suo organismo. La follia che lattanagli la ridusse in uno stato pietoso e la condusse a un passo dalla morte. In tal modo il nostro compito si stava rivelando un vero fallimento. Tuttavia, proprio quando avevamo abbandonato le speranze, i supremi ci contattarono e ci dissero che avevano individuato e risolto il problema: ci che le impediva di raggiungere i pianeti di livello superiore era un difetto genetico che era stato corretto in un batter docchio; era ormai certo che lei al prossimo decesso sarebbe acceduto al mondo superiore. Confortati da questa comunicazione, non ci restava che ritornare a casa; prima per dovevamo impedire che lei spirasse. Labbiamo pertanto recuperata e rimessa in sesto ed ritornato come nuovo >>. Guglielmo stentava a credere a una storia cos assurda. Si dovette comunque convincere perch quella era lunica spiegazione plausibile. Egli per volle esprimere un altro dubbio: << Ma allora per quale ragione mi avete informato sulle sventure capitatemi? >> << Labbiamo fatto per una questione etica. Dopo gli stravolgimenti che le avevamo inferto, non ci sentivamo di andarcene senza darle nemmeno uninformazione. Si ricordi che per noi la moralit ha la precedenza su qualunque cosa >>. Sentite le parole rassicuranti del suo interlocutore, Guglielmo gli volle fare la proposta che lo interessava maggiormente: << Ma se questa vicenda si conclusa con un finale positivo, mi posso ritenere libero? >> << Certo, ci mancherebbe altro. Non ci resta che riportala sulla terra e rimandarla indietro nel tempo >> << Sulla terra?! Indietro nel tempo?! >>

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<< Esattamente. Questa che per lei le pu sembrare una normale stanza, in realt la sala antisettica dellastronave madre; qui che labbiamo rianimata, dato che in questo luogo che ci sono le strumentazioni per il recupero di una vita umana. Inoltre necessario riportarla indietro nel tempo perch, se la lasciassimo al presente, si ritroverebbe in una realt stravolta da quella che lei si ricorda di aver lasciata. Lei, impazzendo ha creato parecchi guai. Attualmente disoccupato, senza amici e privo di moglie di figlia e persino del cane. Infatti, lei non se lo pu ricordare ma, prima di andarsene da casa, ha ucciso la sua consorte, la sua bambina e ha messo il suo cane a bruciare in forno >>. Guglielmo impallid, poi esclam con un filo di voce: << Oh Cristo santissimo!! >> << Tranquillo, non si preoccupi tutto risolto. Quando torner si ritrover in un clima sereno e ricolmo daffetto, circondato dalla presenza dei suoi cari, come se nulla fosse accaduto. Adesso per basta con le parole, diamoci da fare e rimettiamo le cose in ordine una volta per tutte. Ci segua Signor Verbano e se vuole che si ristabilisca una situazione normale, si attenga agli ordini che le impartiamo >>. << Daccordo >>, rispose Guglielmo serio e simultaneamente preoccupato. I due uomini si avviarono verso la porta che si apr nel momento in cui gli si pararono davanti. Guglielmo stava dietro a qualche metro. Valicata quella stanza, ce nera unaltra poco pi grande, ma stavolta ben illuminata. Era disadorna e, in prossimit di una parete, giaceva una cabina sferica e vetrata, il cui interno era riempito di congegni che brillavano ad intermittenza. << Ecco la macchina del tempo. Tenga questo casco antiradioattivo e appena entrato nella capsula se lo metta in testa >>. Guglielmo nemmeno rispose ed esegu gli ordini senza fare storie. Una volta indossato il casco, si ritrov nel buio, come se lavessero bendato. Quella sensazione dur pochissimo perch, nel gir di qualche istante, cadde nella narcosi pi profonda.

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CAPITOLO 15 Era stato centrifugato e si era ammaccato un po ovunque. Lo stomaco era sconquassato e si sentiva disturbato. Lo stimolo del vomito si faceva sempre pi prepotente ma non riusciva a rigurgitare alcunch perch era a digiuno da parecchie ore. Le identiche sensazioni le provava quando, da ragazzino, andava al luna park e, per dimostrare il proprio coraggio verso i suoi coetanei, era di malavoglia costretto a provare tutte le giostre reputate da brivido (forse sarebbe pi giusto dire da capogiro) che erano state installate. Non ci si poteva sottrarre, era una prova indispensabile, ci andava di mezzo la reputazione ed il rispetto dei compagni. Ingoll laria con la poca capacit polmonare rimastagli. Certo, gli uomini del pianeta del secondo livello, con tutte quelle meraviglie create, si potevano degnare di costruire un sistema pi comodo per tornare indietro nel tempo. Dove mi trovo adesso?! Era smarrito, forse perch non aveva ancora messo in moto la bussola del suo senno. Loscurit padroneggiava in quegli ambienti. Utilizz il tatto, ossia lunico senso che gli avrebbe potuto dare qualche risposta. Cera una parete ruvida e pure sporca: una patina polverulenta gli insozz le dita. Dove diavolo sono finito? In una grotta? Per chi mi hanno preso, per un pipistrello?!. Si chiese, mentre a tastoni come un ceco cercava di orientarsi. Per un attimo ipotizz di trovarsi nel garage comunale, dove abitualmente parcheggiava lautomobile. Supposizione che fu subito scartata visto che si dibatteva in un cunicolo, largo poco pi di un metro e da far venire la claustrofobia anche ad uno che soffriva agorafobia. Lumidit era elevatissima e faceva un caldo maledetto, da prosciugare persino il sangue. La calura era tale che il refrigerio non lo si poteva sperare nemmeno se ci si fosse rimboccati la pelle; addirittura allinferno si sarebbero lamentati per le alte temperature. Meno male che mi avevano promesso che mi avrebbero lasciato andare, fece amaro e al contempo sarcastico Guglielmo. Fantastico, al posto di liberarmi mi hanno murato vivo in una fogna. Doveva continuare ad andare avanti, non aveva altra scelta. Certo, dibattersi in quelle tenebre era problematico. Potevano anche esserci dei topi o dei morti. Lo sporco era comunque una prerogativa di quei luoghi orridi. Gli venne una mezza idea e che, volendo, avrebbe potuto anche funzionare. Sinfil una mano in tasca e riusc ad estrarre un foglio, che non sapeva da dove fosse uscito, ed il cellulare. Speriamo sia carico, altrimenti sono fottuto. 98

Premette il tasto di accensione: il Nokia fece una vibrazione, come se avesse avuto un tremore, e finalmente si accese. Stavolta la fortuna, o il buon senso, non lo avevano abbandonato: il telefonino era al massimo dellenergia. La sua luce lavrebbe adoperata come una torcia. Aveva ancora quel pezzo di carta tra le mani, lo scrut: cerano delle scritte che non conosceva e, sullintestazione, un timbro rettangolare a lui del tutto estraneo. E cos sta cosa?. Non si sofferm pi di tanto perch la ricerca di uno spiraglio era un obiettivo di prima necessit. Prosegu la sua marcia incespicando su un suolo alquanto sconnesso. Ad un certo punto batt il gomito ad una sporgenza: si fece un male cane ma, probabilmente, secondo un calcolo mentale e probabilistico, aveva, forse, capito in quale posto si trovasse a vagare. Adesso non c dubbio, si disse con certezza ed altrettanta fermezza, mi hanno schiaffato in una grotta. Supposizione perfettamente azzeccata, senza il minimo tentennamento. In quel luogo lugubre si intravedeva, in prospettiva, un unico sentiero e, quindi, quella era lunica via da percorrere. Di unuscita, al momento, non si vedeva nemmeno lombra; Se questa realt iniett un po di scoramento nellanimo di Guglielmo, la speranza non si era ancora dissipata perch litinerario che avrebbe dovuto affrontare era pieno di rientranze; magari, alla prossima svolta, si sarebbe trovato davanti un varco che lo avrebbe riconsegnato alle mani della salvezza. Tuttavia, ad ogni curva, si trovava davanti solamente le pareti scure e coriacee delle rocce. Oltre allaria greve cominci a sentire un miasma che lo fece pentire di possedere il senso dellolfatto. Ci fu una zona in cui il fetore raggiunse il picco dellesalazione, dopodich, con altrettanta alacrit divenne prima tenue e poi disparve completamente. Forse si era imbattuto in qualche carcassa di animale; chiss, nessuno comunque avrebbe potuto dargli una risposta. Il buio, col suo manto nero ricopriva con protervia quei sinistri luoghi. E un incubo, riflett Guglielmo, ricolmo di sconforto, E inutile che continui ad auspicare, questa prigione sancir la mia fine. Tuttavia, come capita quasi sempre nella vita, ossia che le previsioni vengano smentite dallanarchica realt e si evolvano seguendo una piega inaspettata, la fortuna gli venne miracolosamente in soccorso. Un bagliore circolare lo attendeva in lontananza e, come una terra promessa, si ingrandiva sempre di pi a mano a mano che si avvicinava. Quel rifulgere avrebbe potuto rappresentare la libert e, con un po di buona sorte, il termine di quelle torture senza tregua. << Ah, sono libero! Che goduria! Speriamo solo che quei bastardi abbiano mantenuto la loro parola >>. 99

Raggiunse il foro correndo e, appena raggiunse lesterno si dovette coprire gli occhi perch il sole, con la sua potenza irraggiante, gli provoc unescursione di luminosit talmente accentuata da risultare addirittura traumatica. Ebbe un lieve mal di testa per la violenza con la quale era stato catturato da quel bagliore cos intenso. Poi lentamente, con gradualit, si riprese e, in maniera altrettanto flemmatica, pot scorgere il territorio che lo circondava. Si stagli sulla su vista unimmensa e deserta spiaggia che si perdeva tra il cielo ed il mare. Un luogo sicuramente paradisiaco per tranquillizzare il proprio animo ma, per Guglielmo si tradusse come un altro inceppamento alla sua brama di ritorno. << Merda! Mi hanno confinato in unisola deserta! Mi vogliono far fare la fine di Robinson Crusoe! >> Era nuovamente subentrato quello sconforto che con tanta forza di volont era riuscito a reprimere. Si diresse a passi dinoccolati verso limboccatura della grotta, nella quale dimorava un po dombra e di refrigerio. Si sedette e, con le ginocchia tra le mani osserv demoralizzato quel panorama dai limiti indefiniti. Il mare celeste e tranquillo veniva navigato dai raggi sinuosi; una folata di vento sopraggiunse di malavoglia a rinfrescargli il viso ed ebbe la medesima consistenza di una carezza; tuttintorno cerano solo rocce ed una vegetazione arbustiva deformata che, tra quelle insenature frastagliate, combatteva per cercare un appiglio nel quale annidare la propria vita. Non faceva caldo, laria era secca ed abbastanza piacevole. Chiss che ore erano: doveva essere mattina o primo pomeriggio, perch il giorno non accennava a decadere. Guglielmo aveva una gran voglia di piangere, ma allo stesso tempo si rendeva conto che le lamentele sarebbero state uninutile lagna, inadatte a una situazione cos spiacevole. << Ma porca puttana, ancora una volta mi hanno preso per il culo! >> Riusc a rimanere accovacciato per qualche minuto, poi i nervi a pezzi, lo rifecero mettere in piedi. Cominci a camminare avanti e indietro, nei pressi della proda. Si bagn le scarpe dacqua e, con esse, si insozzarono anche le calze ed i piedi. Pose le mani nelle tasche e sent che ospitavano quel foglio di carta che aveva rimandato ad una consultazione futura. Lo estrasse, lo spieg e lo vision, ciononostante gli rimaneva del tutto ignoto. Si trattava di una lettera intestata a lui. Si permise finanche di azzardare una battuta: << Cacchio, una missiva diretta a me. diventato davvero efficiente il servizio postale! Adesso riescono ad inviare messaggi persino ai dispersi. Spero che non si tratti delle solite tasse >>. Cominci a leggerla: Gentile signor Verbano,

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questa lultima volta che la importuniamo. Anzitutto la vogliamo rassicurare: se lei riuscito ad aprire codesta lettera vuol dire che tornato indietro nel tempo e, pertanto, la missione stata portata a termine con successo. Purtroppo la macchina del tempo possiede un difetto che noi, ahim, abitanti del pianeta del secondo livello (ma anche quelli di rango superiore, dato che c stata una certa collaborazione) non siamo riusciti ad eliminare. Non si preoccupi per, linconveniente risolvibile. Per dirla brevemente, il dispositivo da noi utilizzato possiede s, la capacit di riportare indietro nelle ere un essere vivente, tuttavia la destinazione in cui lo fa approdare rimane un evento casuale. Lei, secondo i nostri calcoli, si dovrebbe trovare in Spagna, in una delle grotte dellAndalusia. Poich subentrato il problema che le dicevamo, abbiamo subitaneamente provveduto a tamponarlo; nella tasca interna del suo giubbotto trover: un navigatore satellitare che le permetter di orientarsi nella penisola iberica, un biglietto aereo che le consentir di ritornare in Italia e duecento euro per eventuali spese. Nel caso in cui le dovessero avanzare i soldi, non faccia complimenti, si tenga pure il resto. Le chiediamo umilmente scusa per il disturbo ma, noi, ci siamo solo attenuti al rispetto degli ordini che ci sono pervenuti dai nostri superiori e, non potevamo nemmeno aiutarla, perch siamo ritornati in patria. Le auguriamo un proseguimento della vita serena nel suo attuale pianeta, con la speranza, magari, di un possibile incontro in futuro non troppo lontano. Un saluto affettuoso C-1833 e C-1458. A presto! U. I. U. << A presto un corno! Sti vigliacchi figli di puttana! Mi hanno raccontato tutto per filo e per segno e poi non mi hanno informato di un casino del genere >>, ribatt Guglielmo rabbuiato da una simile svista. << Non cera neanche bisogno che mi dicessero che i soldi li dovevo tenere tutti per me! Questi farabutti! Mi stavano addirittura per diventare simpatici! Dopo la caterva di guai che mi hanno fatto passare, si permettono persino di fare i gentili, c mancato un soffio che non ci rimettessi le penne! Ma per chi mi hanno preso, per un deficiente? Ma tu guarda un po da quale situazione intricata mi devo andare a sbrogliare. Se non riesco a tornare a casa, mi uccido e li vado a raggiungere nel loro dannato pianeta di secondo livello! >>. Accese il navigatore satellitare per mettersi in cammino. Fortunatamente la strada che avrebbe dovuto percorrere era gi stata impostata; sicuramente dagli addetti dellUnione Interspaziale Universale. Percorse a piedi buona parte del litorale, per arrivare al paese, dopodich con una serie di indicazioni e di mezzi pubblici riusc a raggiungere Huelva. Da qui poi usufru del servizio autobus per pervenire lAeroporto di Siviglia. Utilizz il biglietto aereo per Roma e si imbarc 101

immediatamente per lItalia perch il volo era previsto, miracolosamente, un quarto dora dopo. Alle ventuno e trenta dopo unintera giornata di viaggi, era sulla soglia di casa. << Meno male che si sono presi almeno la briga di coordinarmi i mezzi di trasporto >>. Sbuff Guglielmo con sarcasmo. Sebbene fosse contento ed esausto di essere tornato sano e salvo, sentiva il suo cuore palpitare dalla tensione; a momenti gli sfondava il petto. Con un certo tremore gir la serratura del portone del giardino. Fece circa tre metri e fu assalito dalle effusioni di Wine. Guglielmo lo accarezz con calore moderato, aveva ancora delle perplessit. Il cane sta bene, nessuno lo ha fatto arrosto. La situazione dovrebbe essersi ristabilita. Varc la sua abitazione e riconobbe nel buio, dato che la luce del soggiorno non era accesa, la sagoma di Monica. Si rilass, il patto era stato mantenuto. Poi emerse un particolare che lo tenne sulle spine: sua moglie aveva unespressione impaurita e triste. << Cosa ti successo? Perch hai quella faccia? >>, gli domand Guglielmo con sospetto. << Ho combinato un guaio. Oggi pomeriggio stavo nei pressi del cinema Hold, lo sai che in quella zona c sempre un gran traffico. Per far passare un furgone che mi veniva di fronte, mi sono fatta da parte e, involontariamente, ho raschiato la fiancata destra della macchina strisciando contro la parete in pietra di una palazzina. Scusa, non lho fatto apposta, anche se si un po ammaccata il danno riparabilissimo >>. Durante la pronuncia di questultima frase, Monica aveva, a dovere, riempito i propri occhi di lacrime, per suscitare la compassione e limitare al minimo il rovello del marito. Il pianto liberatorio poteva sfociare da un momento allaltro. Guglielmo, dal canto suo era privo di energie; la stanchezza lo attanagliava, il ritorno laveva stremato. In fondo non gliene importava assolutamente niente del danno provocato allautomobile; egli cercava solamente un minimo di quiete. Guard Monica con aria bonaria e priva di rancore e le disse: << Non preoccuparti non nulla, limportante che non ti sia fatta male >> Forse Monica, ingenuamente, non voleva approfittare della situazione che stava volgendo in suo favore, e continu a girare il dito nella piaga: << Io sto benissimo, tu piuttosto non sei arrabbiato? >>. << Cosa vuoi che me ne freghi? Secondo te ha pi valore una macchina oppure la dolce compagnia della consorte? >> Monica a questa definizione rimase allibita e non proffer pi parola. Mangiarono e andarono a letto. Guglielmo, appena poggi la testa sul guanciale si addorment. Monica, invece, si avvicin al suo corpo, fino a stabilire un contatto e continu ad 102

osservare per una decina di minuti suo marito, in una contemplazione damore, come se avesse visto una figura santa. Poi anchella dovette congedarsi con la coscienza, per dare spazio al sonno. La mattina giunse velocemente con il suo chiarore dottimismo. Guglielmo si svegli riposato e pieno di brio; il lavoro, a qualche chilometro di distanza lo attendeva. Unaltra giornata gli si prospettava davanti, forse piena di insidie, calunnie, nequizie, chiacchiere, noie, gioie, dolori o piaceri. Tutto questo miscuglio di imprevisti un tempo gli avrebbero procurato un grande appesantimento psicologico. Ora no, era diventato placido ed impavido, pronto ad affrontare la vita, sicuro che sarebbe finita, ma consapevole che un giorno sarebbe ricominciata.

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