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ATT O COSTITUT IVO E STATU TO DELLA A SSO CIAZ IO NE O MNES MARCHE

Perch una societ vada bene, si muova nel progresso, nellesaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dellamicizia, perch prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il proprio dovere Giovanni Falcone

ATTO COSTITUTIVO E STATUTO DELLA ASSOCIAZIONE OMNES MARCHE

I signori:

[OMISSIS];

intendono, con il presente atto, costituire lassociazione, in base al deliberato dellassemblea tenuta il 18/11/2009 e registrare il presente Statuto (modificato in data 25/08/2011).

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Sezione I. Princip generali


Articolo 1. La Associazione Omnes Marche (dora in avanti, lassociazione) unassociazione impegnata nella difesa dei diritti delle cittadine e dei cittadini, contro ogni distorta utilizzazione delle risorse naturali ed umane nonch del pubblico denaro. Lassociazione impegna le sue energie, altres, per la difesa dellambiente, inteso nella pi ampia e globale accezione, cos come riconosciuto da numerose sentenze anche della Corte Costituzionale. Lassociazione mira al perseguimento di un equilibrato rapporto tra luso individuale delle risorse dellambiente ed un razionale sviluppo della societ, improntato al rispetto della dignit della persona umana ed alla salvaguardia dellinteresse fondamentale alla salute e della sicurezza attuale e futura delle singole persone. Lassociazione si batte, inoltre, per una corretta gestione del territorio da parte della Pubblica Amministrazione, ed in particolare per il rispetto degli standards urbanistici, dichiarati inderogabili dal Decreto Ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444; per la promozione della qualit architettonica dello spazio urbano e no; per il rispetto dei vincoli edilizi ed urbanistici di ogni genere e degli altri parametri di valore ambientale posti dai piani paesistici, intesi quali parametri del diritto ad un ambiente vivibile e salubre garantito dalla Costituzione. Persegue altres i fini di tutela di cui alla Legge 8 luglio 1986, n. 349 (Istituzione del Ministero dellambiente e norme in materia di danno ambientale). Lassociazione ha, inoltre, la finalit di tutelare con ogni mezzo legittimo gli interessi dei consumatori e degli utenti nei confronti dei soggetti pubblici e privati produttori e/o erogatori di beni e servizi.

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Articolo 2. Lassociazione si conforma interamente alle indicazioni della Legge quadro sul Volontariato n. 266 dell11 agosto 1991. Lassociazione costituita ad esclusivi fini di solidariet ai sensi del diritto allaccesso, alle agevolazioni fiscali di cui allarticolo 8 della legge sopra citata, poich lattivit statutaria viene espletata per puro spirito di servizio nei confronti delle collettivit locali, al fine di garantire alle stesse il diritto allambiente salubre, previsto dalla Costituzione, nonch il rispetto delle dotazioni previste per un ambiente civile, rispondente ai princip del nostro ordinamento giuridico.

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Sezione II.
Articolo 3.

Sede, ambito di operativit, mezzi sociali, soci

Lassociazione, con sede in Via Carena 73, a Civitanova Marche (MC), al fine di far valere, negli ambiti territoriali sotto indicati, le proprie finalit statutarie, intende operare nellambito dei comuni facenti parti di cinque contigue province, Ancona, Ascoli Piceno, Macerata, Fermo e Pesaro Urbino, e precisamente: nella provincia di Ancona:
o Agugliano; o Ancona; o Arcevia; o Barbara; o Belvedere Ostrense; o Camerano; o Camerata Picena; o Castel Colonna; o Castelbellino; o Castelfidardo; o Castelleone di Suasa; o Castelplanio; o Cerreto dEsi; o Chiaravalle; o Corinaldo; o Cupramontana; o Fabriano; o o o o o o o o o o o o o o o o o Falconara Marittima; Filottrano; Genga; Jesi; Loreto; Maiolati Spontini; Mergo; Monsano; Monte Roberto; Monte San Vito; Montecarotto; Montemarciano; Monterado; Morro dAlba; Numana; Offagna; Osimo; Colli del Tronto; Comunanza; Cossignano; Cupra Marittima; Folignano; Force; Grottammare; Maltignano; Massignano; Pagina 5 di 38 Monsampolo del Tronto; Montalto delle Marche; Montedinove; Montefiore dellAso; Montegallo; Montemonaco; Monteprandone; Offida; Palmiano; o o o o o o o o o o o o o o o Ostra; Ostra Vetere; Poggio San Marcello; Polverigi; Ripe; Rosora; San Marcello; San Paolo di Jesi; Santa Maria Nuova; Sassoferrato; Senigallia; Serra de Conti; Serra San Quirico; Sirolo; Staffolo;

nella provincia di Ascoli Piceno:


o Acquasanta Terme; o Acquaviva Picena; o Arquata del Tronto; o Ascoli Piceno; o Carassai; o Castel di Lama; o Castignano; o Castorano; o o o o o o o o o o o o o o o o o

o Appignano del Tronto; o

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o Ripatransone; o Roccafluvione;

o o

Rotella; San Benedetto del Tronto

o o

Spinetoli; Venarotta;

nella provincia di Fermo:


o Altidona; o Amandola; o Belmonte Piceno; o Campofilone; o Falerone; o Fermo; o Francavilla dEte; o Grottazzolina; o Lapedona; o Magliano di Tenna; o Massa Fermana; o Montappone; nino; o o o o o o o o o o o o o Montefortino; Monte Giberto; Montegiorgio; Montegranaro; Monteleone di Fermo; Montelparo; Monte Rinaldo; Monterubbiano; Monte San Pietrangeli; Monte Urano; Monte Vidon Combatte; Monte Vidon Corrado; Montottone; Moresco; Ortezzano; o o o o o o o o o o o Pedaso; Petritoli; Ponzano di Fermo; Porto San Giorgio; Porto SantElpidio; Rapagnano; Santa Vittoria in Matenano; SantElpidio a Mare; Servigliano; Smerillo; Torre San Patrizio;

o Monsampietro Morico; o o Montefalcone Appen- o

nella provincia di Macerata:


o Acquacanina; o Apiro; o Appignano; o Belforte del Chienti; o Bolognola; o Caldarola; o Camerino; o Camporotondo di Fiastrone; o Castelraimondo; o Castelsantangelo sul Nera; o Cessapalombo; o Cingoli; o Civitanova Marche; o Colmurano; o Corridonia; o o o o o o o o o o o o o o o o o Esanatoglia; Fiastra; Fiordimonte; Fiuminata; Gagliole; Gualdo; Loro Piceno; Macerata; Matelica; Mogliano; Montecassiano; Monte Cavallo; Montecosaro; Montefano; Montelupone; Monte San Giusto; Monte San Martino; Pagina 6 di 38 o o o o o o o o o o o o o o o o o Morrovalle; Muccia; Penna San Giovanni; Petriolo; Pievebovigliana; Pieve Torina; Pioraco; Poggio San Vicino; Pollenza; Porto Recanati; Potenza Picena; Recanati; Ripe San Ginesio; San Ginesio; San Severino Marche; SantAngelo in Pontano; Sarnano;

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o Sefro; o Serrapetrona; o Serravalle Chienti; di

o o o o

Tolentino; Treia; Urbisaglia; Ussita;

Visso;

nella provincia di PesaroUrbino:


o Acqualagna; o Apecchio; o Auditore; o Barchi; o Belforte allIsauro; o Borgo Pace; o Cagli; o Cantiano; o Carpegna; o Cartoceto; o Colbordolo; o Fano; o Fermignano; o Fossombrone; o Fratte Rosa; o Frontino; o Frontone; o Gabicce Mare; o Gradara; o Isola del Piano; o Lunano; o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o Macerata Feltria; Mercatello sul Metauro; Mercatino Conca; Mombaroccio; Mondavio; Mondolfo; Montecalvo in Foglia; Monte Cerignone; Monteciccardo; Montecopiolo; Montefelcino; Monte Grimano; Montelabbate; Montemaggiore al Metauro; Monte Porzio; Orciano di Pesaro; Peglio; Pergola; Pesaro; Petriano; o o o o o o o o o o o o o o o o o o o Piagge; Piandimeleto; Pietrarubbia; Piobbico; Saltara; San Costanzo; San Giorgio di Pesaro; San Lorenzo in Campo; SantAngelo in Lizzola; SantAngelo in Vado; SantIppolito; Sassocorvaro; Sassofeltrio; Serra SantAbbondio; Serrungarina; Tavoleto; Tavullia; Urbania; Urbino.

Articolo 4. Per il raggiungimento dei fini sociali, vengono utilizzati tutti i mezzi di accesso agli atti del procedimento amministrativo consentiti dalle leggi vigenti, e gli strumenti processuali ritenuti idonei, quali ricorsi, giudizi amministrativi ed azioni penali e civili, anche in seno alla Unione Europea.

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Articolo 5. Possono far parte dellassociazione le persone che si propongono di operare per la difesa dellambiente, onde impedirne un uso irrazionale e contrario agli interessi della collettivit, nonch agire per la difesa degli utenti dei servizi pubblici e privati e dei consumatori dei beni prodotti da imprese private e da pubbliche amministrazioni.

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Sezione III.

Finalit associative e situazioni storicamente circostanziate fatte proprie dal sodalizio

Articolo 6. Lassociazione: assicura un costante flusso di informazioni tra i propri aderenti; favorisce e promuove occasioni di incontro per lo scambio di opinioni ed esperienze finalizzate allapprofondimento dei temi di interesse associativo; diffonde ogni opportuna notizia in ordine alla propria attivit; raccoglie ed elabora dati, documenti o valutazioni concernenti le iniziative politiche, amministrative ed industriali, relative alla difesa dellambiente e dei cittadini; promuove studi e ricerche sui temi che interessano le finalit proprie; collabora con enti pubblici e privati, anche a livello comunitario ed internazionale, sul piano della documentazione, della ricerca, della promozione e programmazione di attivit inerenti le finalit statutarie; promuove ogni utile iniziativa per impedire luso di risorse energetiche che mettano a repentaglio la salute della collettivit; intende segnalare ogni situazione in cui una cattiva o scorretta progettazione architettonica e urbanistica possa arrecare danno alla citt ed al suo territorio; promuove ladozione dei laboratori di urbanistica partecipata quale strumento usuale di gestione delle citt e dei territori; promuove ogni utile iniziativa per impedire una gestione dei rifiuti, sia solidi urbani sia industriali, che metta a repentaglio la salute della collettivit; promuove iniziative per disciplinare il settore pubblico e privato della produzione di beni e servizi, al fine di garantire gli interessi dei consumatori e degli utenti, in ordine alla qualit dei prodotti e dei servizi, ladeguatezza del prezzo, alla reale possibilit dei consumatori e degli utenti di difendere giudiziariamente, sia come singoli sia come gruppi, i loro interessi e di ottenere declaratorie di responsabilit dei soggetti erogatori di beni e servizi; promuove lindizione di referenda abrogativi o consultivi aventi ad oggetto lattuazione delle finalit statutarie e coopera, con altre associazioni e soggetti, alla promozione dei suddetti referenda; si adopera per ladozione di bilanci partecipativi dei quartieri.
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Articolo 7. Per tutte le zone di competenza dellassociazione, lassociazione intende: ACQUA Opporsi ad ogni tentativo di mercificazione dellacqua potabile, bene che fa parte della sacralit della vita umana, diritto umano fondamentale ed ecopatrimonio dellumanit; Impegnarsi affinch laccesso allacqua potabile sia garantito a tutti i cittadini, consumatori o no, portatori di interesse nelle scelte relative alla gestione dellacqua e titolari del diritto ad un uso delle risorse rispettoso e volto al risparmio; Impegnarsi affinch la propriet e la gestione dellacqua potabile siano e rimangano in mano pubblica e vengano esercitate da soggetti completamente controllati dalle amministrazioni locali; Adoperarsi affinch la gestione dellacqua potabile non avvenga secondo mere di logiche di mercato, ma con un approccio allacqua che non prescinda dal concetto di solidariet e uguaglianza fra gli esseri umani e che favorisca la partecipazione attiva delle comunit locali alla formazione delle politiche sullacqua, nella consapevolezza che si sta gestendo sul proprio territorio un bene appartenente a tutti gli abitanti del pianeta; Operare con le popolazioni alla formazione di una cultura dellacqua come valore fondante di vita ed elemento di solidariet; Costruire un percorso di riappropriazione del legame uomo ambiente naturale come dimensione prima per la costruzione di nuove politiche basate sulla tutela, il risparmio e luso solidale delle risorse, ad esempio con lorganizzazione di incontri per parlare del tema, lavvio di progetti legati al risparmio della risorsa e allacquisizione di consapevolezza fra origine, uso e destinazione dellacqua; Sperimentare forme di partecipazione alla politica dellacqua, attraverso la costruzione di spazi democratici di intervento delle popolazioni e di un senso collettivo di responsabilit verso il bene, ad esempio con la costituzione di parlamenti dellacqua;

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Mantenere un alto livello di controllo dei processi legati allacqua i costi complessivi, la formazione delle tariffe, lallocazione delle risorse, le politiche di gestione del territorio chiedendo la disponibilit di dati pubblici;

Chiamare le istituzioni alla trasparenza dei processi decisionali e alla responsabilit verso la tutela dei diritti dei cittadini anche attraverso la richiesta di un impegno concreto su definiti documenti di azioni, ad esempio, Carta dellacqua per gli enti locali, Ordini del giorno promossi dai cittadini;

Adoperarsi per la tutela della falda freatica da sversamenti di rifiuti;

RIFIUTI MATERIE PRIME SECONDARIE Impegnarsi per la chiusura degli inceneritori dei rifiuti e per scongiurare lapertura di qualsiasi altro impianto di incenerimento; Impegnarsi per la realizzazione di impianti di trattamento dei rifiuti a freddo (a puro titolo esemplificativo, Trattamento Meccanico Biologico) per tutto il territorio, supportando listituzione di una raccolta integrale dei rifiuti solidi urbani porta a porta, in modo che i rifiuti possano divenire preziosa fonte di materie prime secondarie; Impegnarsi per la diffusione della legge delle 3 R (riduci, ricicla, riusa) cos come indicata dalla Unione Europea; Impegnarsi affinch si adotti la Strategia Rifiuti Zero 2020; Impegnarsi per leliminazione delle discariche abusive, nonch dei centri di rottamazione collocati in zone contrastanti con le indicazioni di PRG; Impegnarsi per la chiusura di tutte le discariche autorizzate in passato; Impegnarsi per il disseppellimento dei rifiuti interrati nelle discariche autorizzate e no, in modo che tali rifiuti possano essere trattati a freddo e divenire preziosa fonte di materie prime secondarie; ENERGIA Promuovere la riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati, a fini di risparmio energetico, prima fonte di energia; Promuovere linstallazione di generatori eolici ad asse orizzontale, pubblici e privati, (horizontalaxis wind turbines HAWT) localizzati offshore, cio in mare aperto;
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Promuovere linstallazione di impianti, pubblici e privati, per la generazione di elettricit dal movimento delle onde marine (energia del moto ondoso); Promuovere linstallazione di impianti, pubblici e privati, per la generazione di elettricit dalla geotermia e di sonde geotermiche per il riscaldamento e rinfrescamento degli edifici;

Promuovere linstallazione di microgeneratori di elettricit eolici ad asse verticale (verticalaxis wind turbines VAWT) nelle propriet pubbliche e private; Promuovere linstallazione di impianti di pannelli solari fotovoltaici e termici nelle propriet pubbliche e private; Promuovere linstallazione di impianti, pubblici e privati, per la generazione di elettricit dallenergia solare con tecnologia cosiddetta termodinamica od a concentrazione;

Contrastare ogni ipotesi di costruzione di impianti pubblici o privati che possano ricadere nella definizione di Rigassificatore; Contrastare ogni ipotesi di costruzione di centrali elettriche pubbliche o private che ricadano nella definizione di Centrale a Biomassa; Contrastare ogni ipotesi di costruzione di centrali elettriche pubbliche o private che ricadano nella definizione di Inceneritore; Contrastare ogni ipotesi di costruzione di centrali elettriche pubbliche o private che ricadano nella definizione di Centrale Nucleare a Fissione;

MOBILIT Sostenere una mobilit basata sullutilizzo dei mezzi pubblici integrati tra ferrovie, treni urbani ed autocorriere disincentivando i mezzi di trasporto privati; Sostenere ed incentivare il telelavoro, cio la possibilit di lavorare da casa, senza dover quindi raggiungere il posto di lavoro; CONSUMO DEL TERRITORIO Opporsi alla spirale perversa che vede gli enti locali svendere interi pezzi di territorio per incamerare risorse funzionali a garantire servizi ai residenti, evitando, laddove ancora non avvenuto, il superamento del limite di territorio urbanizzato oltre il quale il sistema ecologico non pi in grado di autoriprodursi, in unottica di responsabilit verso le future generazioni. A tal fine, lassociazione:
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o sostiene e promuove la ridefinizione degli strumenti urbanistici, a partire dal Piano Regolatore Generale che deve diventare a crescita zero affinch abbia fine il consumo di suolo e non si proceda a nessun nuovo piano di insediamenti residenziali se non attraverso il recupero di volumi gi esistenti o alla riconversione e recupero di aree industriali, nel rispetto degli standards urbanistici, dichiarati inderogabili dal Decreto Ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444; o punta sulla valorizzazione dei centri storici e del patrimonio artistico ed architettonico; o salvaguarda e promuove lagricoltura; o promuove la qualit ambientale e il turismo comunemente definito come ecosostenibile; o si oppone alle grandi infrastrutture; o promuove ladozione dei princip di Urbanistica Partecipata-Comunicativa che permettono di raggiungere importanti obiettivi in termini di qualit efficacia e rappresentativit delle decisioni in materia urbanistica e, soprattutto, consentono che tali decisioni siano sentite come proprie dalla comunit locale, perch contengono le immagini che la comunit locale assegna ai luoghi di vita e di relazione. La partecipazione viene utilizzata per favorire il coinvolgimento di un maggior numero di soggetti rispetto ai tradizionali processi a monte da cui poi scaturiscono le decisioni; la comunicazione deve essere utilizzata per trasmettere, illustrare e discutere con nuovi linguaggi i contenuti delle decisioni. Dai lavori di gruppo nascono spesso dal basso contenuti progettuali interessanti che scaturiscono dalla memoria e dallesperienza degli abitanti e cos pure possono essere compresi e risolti conflittualit latenti o dichiarate tipici di ogni processo di trasformazione. In particolare un piano locale di piccola area non pu fare a meno di un processo partecipativo che soprattutto in un rapporto di tipo conflittuale porta i cittadini ad una maggiore coscienza degli interessi in gioco e ad un miglioramento del risultato. In generale si pu affermare che ladozione dei metodi di partecipazione tende a ricostruire un equilibrio tra attori forti (portatori di interessi economici e lobbies) e attori deboli (portatori di interessi generali e diffusi) o, come spesso si afferma, a garantire la presenza del terzo attore (gli abitanti) tra istituzioni e mercato. Il tempo necessario, che con questi processi di lavoro risulta essere maggiore di quelli della pianificaPagina 13 di 38

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zione ordinaria soprattutto nelle fasi iniziali, si pu recuperare sulle fasi finali quando i gruppi sono pi affiatati ed organizzati. Battersi altres per la realizzazione di veri e propri Piani della spiaggia che non favoriscano linstallazione di strutture fisse o cementificate in contrasto con luso libero e la destinazione naturalistica degli arenili; TELECOMUNICAZIONI Impegnarsi per il divieto di elettrodotti, antenne per la telefonia cellulare ed altre fonti di inquinamento elettromagnetico, che non siano disciplinati da appositi strumenti urbanistici e frutto di conferenze di servizi, dovendo ritenersi inaccettabile la procedura di singole concessioni da parte della sola Regione Marche; Impegnarsi per la diffusione dellaccesso a titolo gratuito e ad alta velocit alle reti telematiche; SERVIZI PUBBLICI Controllare la puntuale applicazione del Comma 461, articolo 2 della Legge 24 dicembre 2007, n. 244, riguardante la Carta della qualit dei servizi, da redigere e pubblicizzare in conformit ad intese con le associazioni di tutela dei consumatori e con le associazioni imprenditoriali interessate, recante: o gli standard di qualit e di quantit relativi alle prestazioni erogate cos come determinati nel contratto di servizio, nonch le modalit di accesso alle informazioni garantite, quelle per proporre reclamo e quelle per adire le vie conciliative e giudiziarie nonch le modalit di ristoro dellutenza; o la consultazione obbligatoria delle associazioni dei consumatori; o la previsione che sia periodicamente verificata, con la partecipazione delle associazioni dei consumatori, ladeguatezza dei parametri quantitativi e qualitativi del servizio erogato fissati nel contratto di servizio alle esigenze dellutenza cui il servizio stesso si rivolge, ferma restando la possibilit per ogni singolo cittadino di presentare osservazioni e proposte in merito; o la previsione di un sistema di monitoraggio permanente del rispetto dei parametri fissati nel contratto di servizio e di quanto stabilito nelle Carte della qualit dei servizi, svolto sotto la diretta responsabilit dellente locale o dellambito territoriale ottimale, con la partecipazione delle associazioni dei
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consumatori ed aperto alla ricezione di osservazioni e proposte da parte di ogni singolo cittadino che pu rivolgersi, allo scopo, sia allente locale, sia ai gestori dei servizi, sia alle associazioni dei consumatori; o la istituzione di una sessione annuale di verifica del funzionamento dei servizi tra ente locale, gestori dei servizi ed associazioni dei consumatori nella quale si dia conto dei reclami, nonch delle proposte ed osservazioni pervenute a ciascuno dei soggetti partecipanti da parte dei cittadini. Articolo 8. Lambiente duplice: da una parte quello fisico, dallaltra quello umano. Entrambi devono armonizzarsi in una sostenibilit che permetta una migliore qualit della vita. Occorre controllare le esternalit negative, riferibili allo sviluppo/progresso economico delle attivit umane, per limitarle sempre di pi e, nel contempo, amplificare ai massimi livelli le esternalit positive. In tali contesti il turismo diventa risorsa contrapposta al consumo territoriale dissennato. La salvaguardia ambientale e la ricostruzione del tessuto sociale vanno a braccetto per attivare circoli virtuosi nel territorio, partendo dal locale per arrivare, poi, al nazionale. Premesso che il degrado culturale dellinformazione fatto certo nella opinione pubblica assente e anestetizzata, lassociazione: Persegue lintegrazione del diverso inteso come straniero o diversamente abile o appartenente alle fasce deboli; Cerca il bello e linteressante come categorie culturali adatte ad approfondire il confronto e la discussione, base per limpegno civico; Si impegna a coinvolgere, nelle attivit progettuali pensate per il bene della comunit, categorie sociali ancora attive tra le persone anziane e assertive tra i giovani; Divulga la cultura del risparmio energetico e delluso dellacqua nelle scuole prevenendo comportamenti non consoni alla gestione pulita dellambiente; Organizza campagne informative su adeguata alimentazione e sulla gestione dei rifiuti per arrivare al 100% di riciclo, riutilizzo, risparmio, nelle scuole e nei quartieri; Incentiva la cultura del risparmio dellacqua e della solidariet atta ad assicurare le pari opportunit nella sostenibilit ambientale.
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Articolo 9. Al fine di rendere concreta la possibilit di costituzione di parte civile nei procedimenti penali promossi dallassociazione ed in quelli cui la stessa sia comunque interessata, si intende precisare, in ottemperanza al deliberato della sentenza n. 948 della Cassazione Penale, sezione II, del 29 aprile 1997, che lassociazione intende, in particolare, volgersi alla salvaguardia delle seguenti situazioni storicamente circostanziate, fatte proprie dal sodalizio, oltre quelle gi desumibili dai fini statutari indicati allarticolo 1 del presente Statuto. CIVITANOVA MARCHE 1. Difesa del Parco del Castellaro, da destinare a verde pubblico, onde realizzare un parco urbano di collegamento tra la Citt Alta e Porto Civitanova; 2. Difesa delle aree demaniali costiere e fluviali, nonch delle fasce di rispetto dei corsi dacqua di tutto il territorio comunale, come individuati dalla legge Galasso (Legge 8 agosto 1985, n. 431) e dal PPAR della Regione Marche; 3. Difesa dei litorali marini tramite realizzazione di Piani della spiaggia che salvaguardino il rispetto degli arenili da durevoli edificazioni in muratura; 4. Difesa della zona Ceccotti da indebiti aumenti di volume che non salvaguardino la vecchia fornace ed i vecchi edifici industriali, pregiudicando la fruibilit dellarea in questione per il soddisfacimento degli standards di parcheggio pubblico a servizio del centro storico e lutilizzazione dellarea per finalit pubbliche quali la realizzazione di una stazione per le autocorriere, lallargamento della stazione ferroviaria, la realizzazione e la messa in opera di un Treno Urbano sulla linea ferroviaria CivitanovaAlbacina; 5. Tutela delle aree limitrofe alla stazione ferroviaria, al fine di utilizzare le stesse per il suo potenziamento e per la realizzazione del piano dei trasporti regionali, che ha individuato Civitanova Marche come area di sosta e di scambio a livello regionale; 6. Rispetto del centro storico di Civitanova Alta e delle relativa fascia di inedificabilit prevista dal PPAR dai limiti della cinta muraria, ivi compresa la dotazione di parcheggi e verde pubblico, necessari a garantire la legittimit del Piano particolareggiato del centro storico, nonch il principio della pedonalizzazione dello stesso; 7. Tutela delle zone agricole di Civitanova Alta da recinzioni in cemento armato e sbancamenti con terrazzamenti in cemento, tali da alterare la fisionomia del paePagina 16 di 38

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saggio collinare, in pregiudizio delle recinzioni, tramite siepi e fratte, come previsto dallarticolo 69 del Regolamento edilizio tipo della Regione Marche (Regolamento Regionale 14 settembre 1989, n. 23); 8. Tutela degli edifici storici della citt, quali Villa Eugenia, San Savino, Santa Maria Apparente, San Marco, il Torrione, le chiese di campagna, la Villa Conti, la Villa Sabbatucci, la Villa Mastronardi, il casino di campagna dei Marchesi Ricci, la fornace Ceccotti e gli altri edifici storici indicati nelladeguamento del PRG al PPAR, onde pretendere ladempimento della fascia di rispetto prevista dal Piano regionale, nonch la salvaguardia della loro consistenza; 9. Tutela delle strade panoramiche da indebite costruzioni nella fascia di rispetto prevista dal PPAR e da eventuale cartellonistica stradale; 10. Tutela del Piano particolareggiato del Borgo Marinaro, al fine di assicurare il rispetto dello standard di parcheggio e verde pubblico finora non reperiti, la realizzazione di una Zona a Traffico Limitato con parcheggio per i soli residenti, lazzeramento dellinquinamento atmosferico ed acustico nonch il rispetto delledilizia stile liberty e dei terrazzi trasparenti in ferro battuto; 11. Tutela della citt da indebiti aumenti di volume realizzati tramite la Legge Regionale 4 settembre 1979, n. 31 e la Legge Regionale 24 marzo 1981, n. 8, senza adeguato reperimento di verde pubblico e parcheggi; 12. Reperimento del verde pubblico e dello standard di parcheggi pubblici e privati per tutta la citt in relazione agli abitanti ed alla popolazione ivi fluttuante per motivi turistici; 13. Regolarizzazione della zone mostre e delle altre zone commerciali indebitamente attivate, al fine del reperimento dello standard di servizi pubblici richiesti per gli insediamenti commerciali; 14. Tutela della zona archeologica del centro direzionale Cecchetti, nonch degli edifici tipici dellarcheologia industriale esistenti nella stessa; 15. Tutela dei versanti collinari panoramici quali: Poggio Imperiale; la zona delle Pisciarelle; la zona sovrastante le aree Volpini a ridosso di foce Asola; la zona Mori prospiciente la villa Bonaccorsi; i versanti marini tra Porto Potenza Picena e Fontespina; il belvedere Ercoli; il belvedere Villa Conti; 16. Salvaguardia della strada dellAsola da indebite lottizzazioni e da indebite modifiche dei propri requisiti paesaggistici;
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17. Tutela della strada panoramica delle Vergini per il tratto che va da Civitanova Alta a Montecosaro; 18. Tutela dellinedificabilit delle fasce di rispetto stradali e del rispetto, da parte dellamministrazione comunale, dellobbligo di edificare marciapiedi di larghezza minima m. 2 e comunque con dimensioni adeguate alle prescrizioni date dallarticolo 20, comma 3, del codice della strada (D.Lgs. 30 aprile 1992, n. 285); 19. Tutela del parco fluviale da realizzare alla foce del Chienti, con rispetto della relativa zona umida, tramite rimozione delle indebite costruzioni succedutesi nel tempo lungo larea di rispetto fluviale e costiera; 20. Realizzazione di aree a servizio pubblico per scuole ed altri uffici pubblici, forniti di standards adeguati in relazione alla loro funzione, per parcheggi pubblici e servizi; 21. Tutela delledificio di Palazzo Sforza evitando manomissioni dellisolato retrostante tramite parcheggi sotterranei od altre strutture dirette a non favorire il recupero della parte posteriore delledificio, nonch il rispetto della facciate del Cine Teatro Rossini; 22. Difesa del territorio agricolo dalla proliferazione di costruzioni non rispondenti alla tipologia della casa colonica marchigiana, nonch dallabuso di sedicenti annessi colonici trasformati, di fatto, ad usi impropri; 23. Tutela delle zone di rispetto cimiteriali, da rendere inedificabili per la fascia di 200 metri e comunque per la fascia minima di 100 metri; 24. Difesa delle strade di campagna da indebite costruzioni a ridosso delle stesse. MACERATA 1. Valorizzazione del Centro storico tramite recupero effettivo delle aree da destinare a verde pubblico e parcheggi nelle aree limitrofe; 2. Realizzazione di un parco urbano corrispondente allo standard adeguato al quantitativo di abitanti insediato nella citt; 3. Tutela della fascia di inedificabilit dalla citt murata secondo le indicazioni del PPAR; 4. Difesa delle lottizzazioni pregresse rimaste carenti di standards ed inattuato, nonch della corretta approvazione delle nuove lottizzazioni;

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5. Difesa dal Centro commerciale realizzato indebitamente in Piediripa, in zona destinata ad attivit artigianali; 6. Difesa delle aree fluviali e dei corsi dacqua tutelati dal PPAR e dalla legge Galasso, contro linserimento nelle stesse di centri commerciali od altri insediamenti contrastanti con lutilizzo naturalistico delle aree; 7. Tutela delle zone agricole da recinzioni in cemento armato e sbancamenti con terrazzamenti in cemento, tali da alterare la fisionomia del paesaggio collinare, in pregiudizio delle recinzioni, tramite siepi e fratte come previsto dallarticolo 69 del Regolamento edilizio tipo della Regione Marche (Regolamento Regionale 14 settembre 1989, n. 23); 8. Tutela delle strade panoramiche da indebite costruzioni nella fascia di rispetto prevista dal PPAR e da eventuale cartellonistica stradale; 9. Tutela della citt da indebiti aumenti di volume realizzati tramite la Legge Regionale 4 settembre 1979, n. 31 e la Legge Regionale 24 marzo 1981, n. 8, senza adeguato reperimento di verde pubblico e parcheggi; 10. Reperimento del verde pubblico e dello standard di parcheggi pubblici e privati per tutta la citt in relazione agli abitanti ed alla popolazione ivi fluttuante per motivi turistici; 11. Tutela dellinedificabilit delle fasce di rispetto stradali e del rispetto, da parte dellamministrazione comunale, dellobbligo di edificare marciapiedi di larghezza minima m. 2 e comunque con dimensioni adeguate alle prescrizioni date dallarticolo 20, comma 3, del codice della strada (D.Lgs. 30 aprile 1992, n. 285); 12. Difesa del territorio agricolo dalla proliferazione di costruzioni non rispondenti alla tipologia della casa colonica marchigiana, nonch dallabuso di sedicenti annessi colonici trasformati di fatto ad usi impropri; 13. Tutela delle zone di rispetto cimiteriali, da rendere inedificabili per la fascia di 200 metri e comunque per la fascia minima di 100 metri; 14. Difesa delle strade di campagna da indebite costruzioni a ridosso delle stesse. MONTECOSARO 1. Tutela della corretta gestione delle aree utilizzate dalle cave di ghiaia ai fini del ripristino, tramite creazione di un parco fluviale, senza indebiti utilizzi ad uso indu-

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striale di capannoni esistenti e da edificare, in violazione dei limiti di tutela posti dalla legge Galasso; 2. Tutela del monumento storico di Santa Maria a Pie di Chienti da indebite costruzioni nella fascia di tutela prevista dal PPAR e dal Piano Regolatore; 3. Valorizzazione del Centro storico tramite recupero effettivo delle aree da destinare a verde pubblico e parcheggi nelle aree limitrofe; 4. Tutela della fascia di inedificabilit dalla citt murata secondo le indicazioni del PPAR; 5. Difesa delle aree fluviali e dei corsi dacqua tutelati dal PPAR e dalla legge Galasso, contro linserimento nelle stesse di centri commerciali od altri insediamenti contrastanti con lutilizzo naturalistico delle aree; 6. Tutela delle zone agricole da recinzioni in cemento armato e sbancamenti con terrazzamenti in cemento, tali da alterare la fisionomia del paesaggio collinare, in pregiudizio delle recinzioni, tramite siepi e fratte come previsto dallarticolo 69 del Regolamento edilizio tipo della Regione Marche (Regolamento Regionale 14 settembre 1989, n. 23) (Regolamento Regionale 14 settembre 1989, n. 23); 7. Tutela delle strade panoramiche da indebite costruzioni nella fascia di rispetto prevista dal PPAR e da eventuale cartellonistica stradale; 8. Tutela della citt da indebiti aumenti di volume realizzati tramite la Legge Regionale 4 settembre 1979, n. 31 e la Legge Regionale 24 marzo 1981, n. 8, senza adeguato reperimento di verde pubblico e parcheggi; 9. Reperimento del verde pubblico e dello standard di parcheggi pubblici e privati per tutta la citt in relazione agli abitanti ed alla popolazione ivi fluttuante per motivi turistici; 10. Tutela della strada panoramica delle Vergini per il tratto che va da Civitanova Alta a Montecosaro; 11. Tutela dellinedificabilit delle fasce di rispetto stradali e del rispetto, da parte dellamministrazione comunale, dellobbligo di edificare marciapiedi di larghezza minima m. 2 e comunque con dimensioni adeguate alle prescrizioni date dallarticolo 20, comma 3, del codice della strada (D.Lgs. 30 aprile 1992, n. 285); 12. Difesa del territorio agricolo dalla proliferazione di costruzioni non rispondenti alla tipologia della casa colonica marchigiana, nonch dallabuso di sedicenti annessi colonici trasformati, di fatto, ad usi impropri;
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13. Tutela delle zone di rispetto cimiteriali, da rendere inedificabili per la fascia di 200 metri e comunque per la fascia minima di 100 metri; 14. Difesa delle strade di campagna da indebite costruzioni a ridosso delle stesse. MONTE SAN GIUSTO 1. Valorizzazione del Centro storico tramite recupero effettivo delle aree da destinare a verde pubblico e parcheggi nelle aree limitrofe; 2. Tutela della fascia di inedificabilit dalla citt murata secondo le indicazioni del PPAR; 3. Difesa delle aree fluviali e dei corsi dacqua tutelati dal PPAR e dalla legge Galasso, contro linserimento nelle stesse di centri commerciali od altri insediamenti contrastanti con lutilizzo naturalistico delle aree; 4. Tutela delle zone agricole da recinzioni in cemento armato e sbancamenti con terrazzamenti in cemento, tali da alterare la fisionomia del paesaggio collinare, in pregiudizio delle recinzioni, tramite siepi e fratte come previsto dallarticolo 69 del Regolamento edilizio tipo della Regione Marche (Regolamento Regionale 14 settembre 1989, n. 23); 5. Tutela delle strade panoramiche da indebite costruzioni nella fascia di rispetto prevista dal PPAR e da eventuale cartellonistica stradale; 6. Tutela della citt da indebiti aumenti di volume realizzati tramite la Legge Regionale 4 settembre 1979, n. 31 e la Legge Regionale 24 marzo 1981, n. 8, senza adeguato reperimento di verde pubblico e parcheggi; 7. Reperimento del verde pubblico e dello standard di parcheggi pubblici e privati per tutta la citt in relazione agli abitanti ed alla popolazione ivi fluttuante per motivi turistici; 8. Tutela dellinedificabilit delle fasce di rispetto stradali e del rispetto, da parte dellamministrazione comunale, dellobbligo di edificare marciapiedi di larghezza minima m. 2 e comunque con dimensioni adeguate alle prescrizioni date dallarticolo 20, comma 3, del codice della strada (D.Lgs. 30 aprile 1992, n. 285); 9. Difesa del territorio agricolo dalla proliferazione di costruzioni non rispondenti alla tipologia della casa colonica marchigiana, nonch dallabuso di sedicenti annessi colonici trasformati di fatto ad usi impropri;

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10. Tutela delle zone di rispetto cimiteriali, da rendere inedificabili per la fascia di 200 metri e comunque per la fascia minima di 100 metri; 11. Difesa delle strade di campagna da indebite costruzioni a ridosso delle stesse. MORROVALLE 1. Valorizzazione del Centro storico tramite recupero effettivo delle aree da destinare a verde pubblico e parcheggi nelle aree limitrofe; 2. Tutela della fascia di inedificabilit dalla citt murata secondo le indicazioni del PPAR; 3. Tutela delle aree destinate a cave ed a discariche, tramite ripristino delle stesse nel rispetto dei valori paesaggistici; 4. Tutela della zona archeologica di Pausola nella zona di Trodichetta; 5. Difesa delle aree fluviali e dei corsi dacqua tutelati dal PPAR e dalla legge Galasso, contro linserimento nelle stesse di centri commerciali od altri insediamenti contrastanti con lutilizzo naturalistico delle aree; 6. Tutela delle zone agricole da recinzioni in cemento armato e sbancamenti con terrazzamenti in cemento, tali da alterare la fisionomia del paesaggio collinare, in pregiudizio delle recinzioni, tramite siepi e fratte come previsto dallarticolo 69 del Regolamento edilizio tipo della Regione Marche (Regolamento Regionale 14 settembre 1989, n. 23); 7. Tutela delle strade panoramiche da indebite costruzioni nella fascia di rispetto prevista dal PPAR e da eventuale cartellonistica stradale; 8. Tutela della citt da indebiti aumenti di volume realizzati tramite la Legge Regionale 4 settembre 1979, n. 31 e la Legge Regionale 24 marzo 1981, n. 8, senza adeguato reperimento di verde pubblico e parcheggi; 9. Reperimento del verde pubblico e dello standard di parcheggi pubblici e privati per tutta la citt in relazione agli abitanti ed alla popolazione ivi fluttuante per motivi turistici; 10. Tutela dellinedificabilit delle fasce di rispetto stradali e del rispetto, da parte dellamministrazione comunale, dellobbligo di edificare marciapiedi di larghezza minima m. 2 e comunque con dimensioni adeguate alle prescrizioni date dallarticolo 20, comma 3, del codice della strada (D.Lgs. 30 aprile 1992, n. 285);

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11. Difesa del territorio agricolo dalla proliferazione di costruzioni non rispondenti alla tipologia della casa colonica marchigiana, nonch dallabuso di sedicenti annessi colonici trasformati, di fatto, ad usi impropri; 12. Tutela delle zone di rispetto cimiteriali, da rendere inedificabili per la fascia di 200 metri e comunque per la fascia minima di 100 metri; 13. Difesa delle strade di campagna da indebite costruzioni a ridosso delle stesse. CORRIDONIA 1. Valorizzazione del Centro storico tramite recupero effettivo delle aree da destinare a verde pubblico e parcheggi nelle aree limitrofe; 2. Tutela della fascia di inedificabilit dalla citt murata secondo le indicazioni del PPAR; 3. Difesa dei monumenti di San Claudio e degli Zoccolanti da indebite costruzioni nella fascia di rispetto degli stessi prevista dal PPAR; 4. Difesa della corretta gestione della zona industriale di Piane Chienti e relativa zona artigianale, nel rispetto delle zone V del PPAR, contro la trasformazione della stessa in zona direzionale e commerciale che vada a sminuire la vitalit del centro storico; 5. Difesa delle aree fluviali e dei corsi dacqua tutelati dal PPAR e dalla legge Galasso, contro linserimento nelle stesse di centri commerciali od altri insediamenti contrastanti con lutilizzo naturalistico delle aree; 6. Tutela delle zone agricole da recinzioni in cemento armato e sbancamenti con terrazzamenti in cemento, tali da alterare la fisionomia del paesaggio collinare, in pregiudizio delle recinzioni, tramite siepi e fratte come previsto dallarticolo 69 del Regolamento edilizio tipo della Regione Marche (Regolamento Regionale 14 settembre 1989, n. 23); 7. Tutela delle strade panoramiche da indebite costruzioni nella fascia di rispetto prevista dal PPAR e da eventuale cartellonistica stradale; 8. Tutela della citt da indebiti aumenti di volume realizzati tramite la Legge Regionale 4 settembre 1979, n. 31 e la Legge Regionale 24 marzo 1981, n. 8, senza adeguato reperimento di verde pubblico e parcheggi;

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9. Reperimento del verde pubblico e dello standard di parcheggi pubblici e privati per tutta la citt in relazione agli abitanti ed alla popolazione ivi fluttuante per motivi turistici; 10. Tutela dellinedificabilit delle fasce di rispetto stradali e del rispetto, da parte dellamministrazione comunale, dellobbligo di edificare marciapiedi di larghezza minima m. 2 e comunque con dimensioni adeguate alle prescrizioni date dallarticolo 20, comma 3, del codice della strada (D.Lgs. 30 aprile 1992, n. 285); 11. Difesa del territorio agricolo dalla proliferazione di costruzioni non rispondenti alla tipologia della casa colonica marchigiana, nonch dallabuso di sedicenti annessi colonici trasformati, di fatto, ad usi impropri; 12. Tutela delle zone di rispetto cimiteriali, da rendere inedificabili per la fascia di 200 metri e comunque per la fascia minima di 100 metri; 13. Difesa delle strade di campagna da indebite costruzioni a ridosso delle stesse. TOLENTINO 1. Valorizzazione del Centro storico tramite recupero effettivo delle aree da destinare a verde pubblico e parcheggi; 2. Tutela della fascia di inedificabilit dalla citt murata secondo le indicazioni del PPAR; 3. Difesa delle lottizzazioni pregresse rimaste carenti di standards ed inattuato, nonch della corretta approvazione delle nuove lottizzazioni; 4. Tutela del Teatro Vaccaj e delle aree limitrofe da ogni ipotesi di restauro che contrasti con la coerenza architettonica ed urbanistica delledificio storico e dellarea; 5. Difesa delle destinazioni duso delle aree agricole in Zona Pace; 6. Difesa delle aree fluviali e dei corsi dacqua tutelati dal PPAR e dalla legge Galasso, contro linserimento nelle stesse di centri commerciali od altri insediamenti contrastanti con lutilizzo naturalistico delle aree; 7. Tutela delle zone agricole da recinzioni in cemento armato e sbancamenti con terrazzamenti in cemento, tali da alterare la fisionomia del paesaggio collinare, in pregiudizio delle recinzioni, tramite siepi e fratte come previsto dallarticolo 69 del Regolamento edilizio tipo della Regione Marche (Regolamento Regionale 14 settembre 1989, n. 23);

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8. Tutela delle strade panoramiche da indebite costruzioni nella fascia di rispetto prevista dal PPAR e da eventuale cartellonistica stradale; 9. Tutela della citt da indebiti aumenti di volume realizzati tramite la Legge Regionale 4 settembre 1979, n. 31 e la Legge Regionale 24 marzo 1981, n. 8, senza adeguato reperimento di verde pubblico e parcheggi; 10. Reperimento del verde pubblico e dello standard di parcheggi pubblici e privati per tutta la citt in relazione agli abitanti ed alla popolazione ivi fluttuante per motivi turistici; 11. Tutela dellinedificabilit delle fasce di rispetto stradali e del rispetto, da parte dellamministrazione comunale, dellobbligo di edificare marciapiedi di larghezza minima m. 2 e comunque con dimensioni adeguate alle prescrizioni date dallarticolo 20, comma 3, del codice della strada (D.Lgs. 30 aprile 1992, n. 285); 12. Difesa del territorio agricolo dalla proliferazione di costruzioni non rispondenti alla tipologia della casa colonica marchigiana, nonch dallabuso di sedicenti annessi colonici trasformati, di fatto, ad usi impropri; 13. Tutela delle zone di rispetto cimiteriali, da rendere inedificabili per la fascia di 200 metri e comunque per la fascia minima di 100 metri; 14. Difesa delle strade di campagna da indebite costruzioni a ridosso delle stesse. POTENZA PICENA 1. Valorizzazione del Centro storico tramite recupero effettivo delle aree da destinare a verde pubblico e parcheggi nelle aree limitrofe; 2. Tutela della fascia di inedificabilit dalla citt murata secondo le indicazioni del PPAR; 3. Difesa dei litorali marini, della zona Laghetti e delle aree sottoposte a vincolo paesistico e dei corsi dacqua da indebite costruzioni in violazione del PPAR; 4. Difesa del relativo territorio dallinquinamento elettromagnetico derivante da servit militari, quali impianti radar e centrali Telecom, Vodafone, ecc 5. Difesa delle lottizzazioni esistenti, rimaste incomplete dalla carenza di standards di parcheggi e verde pubblico, nonch da indebiti aumenti di volume contrastanti con gli indici del Piano regolatore vigente;

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6. Difesa delle aree fluviali e dei corsi dacqua tutelati dal PPAR e dalla legge Galasso, contro linserimento nelle stesse di centri commerciali od altri insediamenti contrastanti con lutilizzo naturalistico delle aree; 7. Tutela delle zone agricole da recinzioni in cemento armato e sbancamenti con terrazzamenti in cemento, tali da alterare la fisionomia del paesaggio collinare, in pregiudizio delle recinzioni, tramite siepi e fratte come previsto dallarticolo 69 del Regolamento edilizio tipo della Regione Marche (Regolamento Regionale 14 settembre 1989, n. 23); 8. Tutela delle strade panoramiche da indebite costruzioni nella fascia di rispetto prevista dal PPAR e da eventuale cartellonistica stradale; 9. Tutela della citt da indebiti aumenti di volume realizzati tramite la Legge Regionale 4 settembre 1979, n. 31 e la Legge Regionale 24 marzo 1981, n. 8, senza adeguato reperimento di verde pubblico e parcheggi; 10. Reperimento del verde pubblico e dello standard di parcheggi pubblici e privati per tutta la citt in relazione agli abitanti ed alla popolazione ivi fluttuante per motivi turistici; 11. Tutela dellinedificabilit delle fasce di rispetto stradali e del rispetto, da parte dellamministrazione comunale, dellobbligo di edificare marciapiedi di larghezza minima m. 2 e comunque con dimensioni adeguate alle prescrizioni date dallarticolo 20, comma 3, del codice della strada (D.Lgs. 30 aprile 1992, n. 285); 12. Difesa del territorio agricolo dalla proliferazione di costruzioni non rispondenti alla tipologia della casa colonica marchigiana, nonch dallabuso di sedicenti annessi colonici trasformati, di fatto, ad usi impropri; 13. Tutela delle zone di rispetto cimiteriali, da rendere inedificabili per la fascia di 200 metri e comunque per la fascia minima di 100 metri; 14. Difesa delle strade di campagna da indebite costruzioni a ridosso delle stesse. PORTO RECANATI 1. Valorizzazione del Centro storico tramite recupero effettivo delle aree da destinare a verde pubblico e parcheggi nelle aree limitrofe; 2. Tutela della fascia di inedificabilit dalla citt murata secondo le indicazioni del PPAR;

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3. Difesa dei litorali marini e delle aree sottoposte a vincolo paesistico e dei corsi dacqua da indebite costruzioni in violazione del PPAR; 4. Difesa del relativo territorio dallinquinamento elettromagnetico derivante da servit militari, quali impianti radar e centrali Telecom, Vodafone, ecc 5. Difesa delle lottizzazioni esistenti, rimaste incomplete dalla carenza di standards di parcheggi e verde pubblico, nonch da indebiti aumenti di volume contrastanti con gli indici del Piano regolatore vigente; 6. Difesa delle aree fluviali e dei corsi dacqua tutelati dal PPAR e dalla legge Galasso, contro linserimento nelle stesse di centri commerciali od altri insediamenti contrastanti con lutilizzo naturalistico delle aree; 7. Tutela delle zone agricole da recinzioni in cemento armato e sbancamenti con terrazzamenti in cemento, tali da alterare la fisionomia del paesaggio collinare, in pregiudizio delle recinzioni, tramite siepi e fratte come previsto dallarticolo 69 del Regolamento edilizio tipo della Regione Marche (Regolamento Regionale 14 settembre 1989, n. 23); 8. Tutela delle strade panoramiche da indebite costruzioni nella fascia di rispetto prevista dal PPAR e da eventuale cartellonistica stradale; 9. Tutela della citt da indebiti aumenti di volume realizzati tramite la Legge Regionale 4 settembre 1979, n. 31 e la Legge Regionale 24 marzo 1981, n. 8, senza adeguato reperimento di verde pubblico e parcheggi; 10. Reperimento del verde pubblico e dello standard di parcheggi pubblici e privati per tutta la citt in relazione agli abitanti ed alla popolazione ivi fluttuante per motivi turistici; 11. Tutela dellinedificabilit delle fasce di rispetto stradali e del rispetto, da parte dellamministrazione comunale, dellobbligo di edificare marciapiedi di larghezza minima m. 2 e comunque con dimensioni adeguate alle prescrizioni date dallarticolo 20, comma 3, del codice della strada (D.Lgs. 30 aprile 1992, n. 285); 12. Difesa del territorio agricolo dalla proliferazione di costruzioni non rispondenti alla tipologia della casa colonica marchigiana, nonch dallabuso di sedicenti annessi colonici trasformati, di fatto, ad usi impropri; 13. Tutela delle zone di rispetto cimiteriali, da rendere inedificabili per la fascia di 200 metri e comunque per la fascia minima di 100 metri; 14. Difesa delle strade di campagna da indebite costruzioni a ridosso delle stesse.
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PORTO SANTELPIDIO 1. Tutela dello standard di verde pubblico e parcheggio mancante nella citt a seguito di distorta applicazione del Piano regolatore precedente; 2. Difesa dei litorali marini e delle fasce di inedificabilit dei fiumi Chienti, Tenna ed altri corsi dacqua per il rispetto delle fasce di inedificabilit e la creazione di piani fluviali per la salvaguardia delle chiesa di campagna 3. Difesa delle aree fluviali e dei corsi dacqua tutelati dal PPAR e dalla legge Galasso, contro linserimento nelle stesse di centri commerciali od altri insediamenti contrastanti con lutilizzo naturalistico delle aree; 4. Tutela delle zone agricole da recinzioni in cemento armato e sbancamenti con terrazzamenti in cemento, tali da alterare la fisionomia del paesaggio collinare, in pregiudizio delle recinzioni, tramite siepi e fratte come previsto dallarticolo 69 del Regolamento edilizio tipo della Regione Marche (Regolamento Regionale 14 settembre 1989, n. 23); 5. Tutela delle strade panoramiche da indebite costruzioni nella fascia di rispetto prevista dal PPAR e da eventuale cartellonistica stradale; 6. Difesa del centro storico di Porto SantElpidio da indebiti aumenti di volume realizzati tramite la Legge Regionale n. 31/1979 e n. 8/1981, nonch da programmi integrati concernenti la riedificazione del Palazzo comunale e dellarea ex FIM, in contrasto con gli standards ed i valori paesaggistici della zona; 7. Reperimento del verde pubblico e dello standard di parcheggi pubblici e privati per tutta la citt in relazione agli abitanti ed alla popolazione ivi fluttuante per motivi turistici; 8. Tutela dellinedificabilit delle fasce di rispetto stradali e del rispetto, da parte dellamministrazione comunale, dellobbligo di edificare marciapiedi di larghezza minima m. 2 e comunque con dimensioni adeguate alle prescrizioni date dallarticolo 20, comma 3, del codice della strada (D.Lgs. 30 aprile 1992, n. 285); 9. Difesa del territorio agricolo dalla proliferazione di costruzioni non rispondenti alla tipologia della casa colonica marchigiana, nonch dallabuso di sedicenti annessi colonici trasformati, di fatto, ad usi impropri; 10. Tutela delle zone di rispetto cimiteriali, da rendere inedificabili per la fascia di 200 metri e comunque per la fascia minima di 100 metri; 11. Difesa delle strade di campagna da indebite costruzioni a ridosso delle stesse;
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12. Tutela della corretta gestione delle lottizzazioni pendenti rimaste carenti di standards ed in particolare rimessa a norma della lottizzazione interessata dalla LIM S.R.L. per un centro commerciale contrastante con gli standards. PORTO SAN GIORGIO 1. Valorizzazione del Centro storico tramite recupero effettivo delle aree da destinare a verde pubblico e parcheggi nelle aree limitrofe; 2. Difesa delle lottizzazioni pregresse rimaste carenti di standards ed inattuato, nonch della corretta approvazione delle nuove lottizzazioni; 3. Difesa delle aree fluviali e dei corsi dacqua tutelati dal PPAR e dalla legge Galasso, contro linserimento nelle stesse di centri commerciali od altri insediamenti contrastanti con lutilizzo naturalistico delle aree; 4. Difesa dei litorali marini e delle aree sottoposte a vincolo paesistico e dei corsi dacqua da indebite costruzioni in violazione del PPAR, con particolare opposizione alla cementificazione nelle zone limitrofe al porto turistico, che si vuole ubicare in area tutelabile secondo il PPAR; 5. Rispetto delle zone destinate a servizi pubblici: dalla vecchia lottizzazione Galletti e non acquisite dal Comune al demanio comunale; 6. Tutela delle zone agricole da recinzioni in cemento armato e sbancamenti con terrazzamenti in cemento, tali da alterare la fisionomia del paesaggio collinare, in pregiudizio delle recinzioni, tramite siepi e fratte come previsto dallarticolo 69 del Regolamento edilizio tipo della Regione Marche (Regolamento Regionale 14 settembre 1989, n. 23); 7. Tutela delle strade panoramiche da indebite costruzioni nella fascia di rispetto prevista dal PPAR e da eventuale cartellonistica stradale; 8. Tutela della citt da indebiti aumenti di volume realizzati tramite la Legge Regionale 4 settembre 1979, n. 31 e la Legge Regionale 24 marzo 1981, n. 8, senza adeguato reperimento di verde pubblico e parcheggi; 9. Reperimento del verde pubblico e dello standard di parcheggi pubblici e privati per tutta la citt in relazione agli abitanti ed alla popolazione ivi fluttuante per motivi turistici; 10. Tutela dellinedificabilit delle fasce di rispetto stradali e del rispetto, da parte dellamministrazione comunale, dellobbligo di edificare marciapiedi di larghezza
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minima m. 2 e comunque con dimensioni adeguate alle prescrizioni date dallarticolo 20, comma 3, del codice della strada (D.Lgs. 30 aprile 1992, n. 285); 11. Difesa del territorio agricolo dalla proliferazione di costruzioni non rispondenti alla tipologia della casa colonica marchigiana, nonch dallabuso di sedicenti annessi colonici trasformati di fatto ad usi impropri; 12. Tutela delle zone di rispetto cimiteriali, da rendere inedificabili per la fascia di 200 metri e comunque per la fascia minima di 100 metri; 13. Difesa delle strade di campagna da indebite costruzioni a ridosso delle stesse. ALTRI COMUNI 1. Valorizzazione dei Centri storici tramite recupero effettivo delle aree da destinare a verde pubblico e parcheggi; 2. Tutela della fascia di inedificabilit dalle citt murate secondo le indicazioni del PPAR; 3. Difesa delle lottizzazioni pregresse rimaste carenti di standards ed inattuato, nonch della corretta approvazione delle nuove lottizzazioni; 4. Difesa delle aree fluviali e dei corsi dacqua tutelati dal PPAR e dalla legge Galasso, contro linserimento nelle stesse di centri commerciali od altri insediamenti contrastanti con lutilizzo naturalistico delle aree; 5. Tutela delle zone agricole da recinzioni in cemento armato e sbancamenti con terrazzamenti in cemento, tali da alterare la fisionomia del paesaggio collinare, in pregiudizio delle recinzioni, tramite siepi e fratte come previsto dallarticolo 69 del Regolamento edilizio tipo della Regione Marche (Regolamento Regionale 14 settembre 1989, n. 23); 6. Tutela delle strade panoramiche da indebite costruzioni nella fascia di rispetto prevista dal PPAR e da eventuale cartellonistica stradale; 7. Tutela della citt da indebiti aumenti di volume realizzati tramite la Legge Regionale 4 settembre 1979, n. 31 e la Legge Regionale 24 marzo 1981, n. 8, senza adeguato reperimento di verde pubblico e parcheggi; 8. Reperimento del verde pubblico e dello standard di parcheggi pubblici e privati per tutta la citt in relazione agli abitanti ed alla popolazione ivi fluttuante per motivi turistici;

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9. Tutela dellinedificabilit delle fasce di rispetto stradali e del rispetto, da parte dellamministrazione comunale, dellobbligo di edificare marciapiedi di larghezza minima m. 2 e comunque con dimensioni adeguate alle prescrizioni date dallarticolo 20, comma 3, del codice della strada (D.Lgs. 30 aprile 1992, n. 285); 10. Difesa del territorio agricolo dalla proliferazione di costruzioni non rispondenti alla tipologia della casa colonica marchigiana, nonch dallabuso di sedicenti annessi colonici trasformati di fatto ad usi impropri; 11. Tutela delle zone di rispetto cimiteriali, da rendere inedificabili per la fascia di 200 metri e comunque per la fascia minima di 100 metri; 12. Difesa delle strade di campagna da indebite costruzioni a ridosso delle stesse.

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Sezione IV.
Articolo 10.

Organi dellassociazione e loro funzionamento

Sono organi dellassociazione: a) lAssemblea Regionale dei Soci; b) le Assemblee Provinciali dei Soci; c) le Assemblee Comunali dei Soci; d) il Comitato Esecutivo Regionale; e) i Comitati Esecutivi Provinciali; f) i Comitati Esecutivi Comunali; g) il Presidente Regionale; h) i Segretari Generali per la Provincia; i) j) l) i Responsabili Comunali; il Tesoriere Regionale; i Tesorieri Comunali;

k) i Tesorieri Provinciali; m) il Collegio dei Probiviri. Articolo 11. LAssemblea Regionale dei Soci composta dai soci individuali i quali, dopo specifica istanza, a seguito di impegno e partecipazione dimostrati, siano stati accettati come tali dal Comitato Esecutivo Regionale. Essa convocata dal Presidente Regionale e si riunisce almeno una volta lanno ovvero ogni qual volta il Comitato Esecutivo Regionale lo ritenga opportuno o ne venga fatta richiesta da almeno un quinto degli associati. Le sedute dellassemblea sono valide con la presenza di almeno il cinquanta percento degli iscritti. Le delibere sono assunte a maggioranza dei presenti e si svolgono a scrutinio palese, salvo che un terzo dei partecipanti non richieda lo scrutinio segreto.

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Articolo 12. LAssemblea Regionale stabilisce le direttive generali per il perseguimento delle finalit statutarie. Elegge, con separate elezioni, e revoca il Comitato Esecutivo Regionale ed i Segretari della Provincia. Revoca il Presidente Regionale durante il mandato. Approva il bilancio consuntivo e preventivo. Nomina, a maggioranza dei due terzi dei presenti, il Collegio dei Probiviri. Articolo 13. LAssemblea Provinciale dei Soci composta dai soci accettati come tali dal Comitato Esecutivo Regionale nellAssemblea Regionale. Essa convocata dal Segretario per la Provincia e si riunisce almeno una volta lanno ovvero ogni qual volta il Comitato Esecutivo lo ritenga opportuno o ne venga fatta richiesta da almeno un quinto degli associati nella Provincia. Le sedute dellassemblea sono valide con la presenza di almeno il cinquanta percento degli iscritti. Le delibere sono assunte a maggioranza dei presenti e si svolgono a scrutinio palese, salvo che un terzo dei partecipanti non richieda lo scrutinio segreto. LAssemblea Provinciale dei Soci fornisce spunti di azione e di intervento al Comitato Esecutivo Provinciale ed al Comitato Esecutivo Regionale, nel rispetto delle direttive generali emanate dallAssemblea Regionale. Articolo 14. LAssemblea Comunale dei Soci composta dai soci composta dai soci accettati come tali dal Comitato Esecutivo Regionale nellAssemblea Regionale. Essa convocata dal Responsabile Comunale e si riunisce almeno una volta lanno ovvero ogni qual volta il Comitato Esecutivo lo ritenga opportuno o ne venga fatta richiesta da almeno un quinto degli associati nel Comune. Le sedute dellassemblea sono valide con la presenza di almeno il cinquanta percento degli iscritti.
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Le delibere sono assunte a maggioranza dei presenti e si svolgono a scrutinio palese, salvo che un terzo dei partecipanti non richieda lo scrutinio segreto. LAssemblea Comunale dei Soci fornisce spunti di azione e di intervento al Comitato Esecutivo Comunale, Provinciale e Regionale, nel rispetto delle direttive generali emanate dallAssemblea Regionale, coadiuvando il Responsabile Comunale nellespletamento delle sue funzioni. Articolo 15. Il Comitato Esecutivo Regionale composto dal Presidente Regionale, dai Segretari Generali per la Provincia e da almeno cinque membri eletti tra i soci aderenti. Il numero totale deve essere dispari. Esso convocato dal Presidente Regionale ogni volta che lo ritenga opportuno o da almeno un terzo dei membri del comitato medesimo. Le sedute del Comitato sono valide con la presenza di almeno due terzi dei membri. Il Comitato Esecutivo Regionale delibera gli indirizzi operativi e determina le iniziative per lattuazione delle direttive dellAssemblea ed il perseguimento delle finalit statutarie; delibera, a maggioranza dei presenti, laccettazione delliscrizione dei soci e la revoca dei soci che abbiano perduto i requisiti richiesti; delibera, a maggioranza dei presenti, la nomina e la revoca del Tesoriere Regionale. Articolo 16. I Comitati Esecutivi Provinciali sono composti dal Segretario Generale per la Provincia e da almeno cinque membri eletti tra i soci aderenti nella provincia. Il numero totale deve essere dispari. Essi sono convocati dal Segretario Generale per la Provincia ogni volta che lo ritenga opportuno o da almeno un terzo dei membri del comitato medesimo. Le sedute del Comitato sono valide con la presenza di almeno due terzi dei membri. Il Comitato Esecutivo Provinciale delibera gli indirizzi operativi provinciali in stretto raccordo con il Comitato Esecutivo Regionale e determina le iniziative per lattuazione delle direttive dellAssemblea Provinciale e Regionale ed il perseguimento delle finalit statutarie; delibera, a maggioranza dei presenti, la nomina e la revoca del Tesoriere Provinciale.
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Articolo 17. I Comitati Esecutivi Comunali sono composti dal Responsabile Comunale e da almeno cinque membri eletti tra i soci aderenti nella provincia. Il numero totale deve essere dispari. Essi sono convocati dal Responsabile Comunale ogni volta che lo ritenga opportuno o da almeno un terzo dei membri del comitato medesimo. Le sedute del Comitato sono valide con la presenza di almeno due terzi dei membri. Il Comitato Esecutivo Comunale delibera gli indirizzi operativi comunali in stretto raccordo con i Comitati Esecutivi Provinciali e Regionali e determina le iniziative per lattuazione delle direttive dellAssemblea Provinciale ed il perseguimento delle finalit statutarie; delibera, a maggioranza dei presenti, la nomina e la revoca del Tesoriere Comunale. Articolo 18. La Presidenza dellassociazione assunta, a rotazione e salvo rinuncia, dai membri del Comitato Esecutivo Regionale, fatta esclusione per i Segretari Provinciali. La rotazione avviene in ordine alfabetico crescente. In caso di ingresso di nuovi componenti nel Comitato Esecutivo Regionale, tali membri dovranno attendere il termine della rotazione precedente prima di poter accedere alla carica. Il Presidente Regionale dura in carica un anno. Il Presidente Regionale rappresenta esternamente lassociazione ed ha il potere di promuovere e firmare tutti gli atti necessari al perseguimento delle attivit statutarie, dopo essere stato preventivamente autorizzato dal Comitato Esecutivo. Sono compresi in tali atti il potere di denuncia, querela, costituzione di parte civile, attivazione di cause civili e ricorsi amministrativi e via dicendo. Articolo 19. Il Segretario per la Provincia coordina lattivit dellassociazione e cura lesecuzione delle delibere degli organi statutari nella Provincia di competenza. Sostituisce il Presidente Regionale, nella Provincia di competenza, in caso di suo impedimento o per delega, anche nella rappresentanza in giudizio.

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Articolo 20. Nellambito del territorio in cui opera lassociazione, possono essere nominati e revocati dal Comitato Esecutivo, tra i soci, dei Responsabili Comunali nei singoli comuni, abilitati a segnalare allassociazione iniziative da elaborare. Articolo 21. Il Tesoriere Regionale responsabile della corretta tenuta dei libri contabili e della gestione amministrativa. Articolo 22. Il Tesoriere Provinciale responsabile della corretta tenuta dei libri contabili e della gestione amministrativa nella Provincia di competenza. Articolo 23. Il Tesoriere Comunale responsabile della corretta tenuta dei libri contabili e della gestione amministrativa nel Comune di competenza. Articolo 24. Il Collegio dei Probiviri composto da cinque membri di provata rettitudine. Decide, a maggioranza, sui ricorsi presentati dai singoli avverso le decisioni del Comitato Esecutivo Regionale in materia di accettazione e revoca dei soci e di nomina e revoca dei Responsabili Comunali. Dirime tutte le controversie tra gli organi dellassociazione.

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Sezione V. Articolo 25.

Bilancio dellassociazione

Nel bilancio dellente devono risultare i beni, i contributi e le erogazioni ricevute nellanno. Le entrate dellassociazione sono costituite dalle quote associative determinate dallEsecutivo e dai contributi dei singoli anche non iscritti, ovvero di enti pubblici e privati aventi finalit coerenti con quelle dellassociazione. Articolo 26. A tutela dellassociazione, il Comitato Esecutivo Regionale stipula una assicurazione per la copertura delle eventuali spese legali e della responsabilit civile verso terzi e soci. Tale assicurazione va rinnovata annualmente. Le spese dellassociazione non coperte dalle entrate e dallassicurazione vanno ripartite in parti uguali tra i membri del Comitato Esecutivo Regionale. Articolo 27. Il bilancio sociale si chiude il 31 dicembre di ogni anno. Le cariche sociali sono gratuite.

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Sezione VI. Articolo 28.

Modifiche dello Statuto

Le modifiche dello Statuto sono deliberate dallAssemblea Regionale a maggioranza dei due terzi dei presenti, su proposta di almeno un decimo dei delegati. Articolo 29. Per ogni altro aspetto non espressamente disciplinato dal presente Statuto, valgono le norme della Legge quadro sul Volontariato n. 266 del 1991.

Civitanova Marche, l 25/08/201 Letto, approvato e sottoscritto:

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