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INSEDIAMENTI ALLA RAGNAIA

La notizia di nuova occupazione sempre ben accolta, in particolar modo in tempi cos difficili per leconomia nazionale e internazionale. Il coraggio di chi investe su un futuro incerto va preso in seria considerazione e nulla deve essere sottovalutato. Non conosciamo il progetto nei suoi aspetti tecnico-urbanistici, ma una riflessione di carattere urbanistico per lintero quartiere crediamo sia il momento giusto per essere affrontata. Il quartiere della Ragnaia, con la sua posizione strategica, vicina alla stazione ferroviaria di Aulla Lunigiana, al casello dellautostrada A15( tolto il terrapieno della ferrovia), sulla statale 62 della Cisa, ha tutte le caratteristiche di essere la porzione pi produttiva della citt di Aulla. Per questo un piano specifico di studio urbanistico dellintero quartiere deve essere affrontato, per definire meglio il sistema viario, il verde di quartiere, i parcheggi, i servizi etc. Una riflessione inoltre va affrontata sul sistema delle aree produttive sia artigianali che industriali nellintero territorio comunale. Queste sono dislocate in varie frazioni, Albiano, Pallerone Via Guido Rossa, Pallerone 2000, e Ragnaia appunto. Albiano con la commistione delle aree urbane residenziali, alcuni problemi sono ancora in essere. Pallerone sia Via Guido Rossa che Pallerone 2000 aspettano ancora il completamento delle opere di urbanizzazione, fondamentali per gli insediamenti sia artigianali che industriali. Pallerone 2000 poi una scommessa che non possiamo perdere con tutti gli investimenti fatti e con la situazione ancora aperta della vicenda Cjmeco. Fatte queste riflessioni di carattere urbanistico, un altro aspetto ci chiama alla ponderazione, quello del ruolo di Aulla nel comprensorio della Lunigiana. Un territorio in trasformazione sociale con lo smantellamento dei residui post industriali e con una composizione sociale diversa rispetto a quella degli anni 70-80. Il nuovo assetto turisticoricettivo con nuovi servizi e nuove attivit merita alcune risposte. Se poi consideriamo che il futuro non sar pi nella produzione dei beni di consumo (da noi Italia) , ma nella fruizione dei beni culturali, si quelli materiali che immateriali, queste riflessioni meritano considerazione e delle risposte.

Aulla TiAmo, 22/06/2011

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