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Sul piano dei cicli naturali questa integrazione sarà cercata, progettata sperimentata, verificata e

diffusa rispetto a:
- produzione, consumo ed acquisto di alimenti (agricoltura sinergica e biodinamica, gruppi di
acquisto solidale);
- energia rinnovabile ed autosufficienza energetica ;
- gestione delle risorse idriche (raccolta acque piovane e trasformazione delle acque nere);
- manutenzione del bosco;
- trasformazione della materia organica tramite il compostaggio;
- progettazione in permacultura (disciplina di progettazione del territorio che punta all’integrazione
armoniosa dell’uomo con l’ambiente attraverso un approccio sistemico) e bioedilizia.

Nel villaggio troveranno spazio anche orti realizzati sulla base dell’agricoltura sinergica, un sistema
che mira a permettere ai terreni coltivati di mantenere la stessa capacità di autofertilizzazione di un
suolo selvatico. Come è stato già ampiamente dimostrato, ciò può essere praticato rispettando la
dinamica degli organismi viventi che si trovano naturalmente nel suolo e che ne costituiscono la
base della fertilità. La caratteristica è la presenza di diverse specie e diverse famiglie vegetali che
vengono associate per apportarsi benefici reciprocamente.
I prodotti ottenuti con tale pratica hanno una diversa qualità, un diverso sapore, una diversa energia
e una maggiore resistenza agli agenti patogeni.

E’ evidente il valore sociale di una realtà come questa e l’importante ricaduta positiva sull’ambiente
e di conseguenza sulla collettività, sia in termini di crescita culturale, che di crescita economica in
quanto portatrice di posti di lavoro, nascita di nuove professionalità, occasioni di rapportarsi al
tessuto sociale.

I residenti: non potranno essere molti, da 25 a 50, ma comunque un buon numero in un comune
abbastanza piccolo come quello di Tizzano.

I residenti utilizzeranno i servizi locali, pensiamo ad artigiani come falegnami, gommisti,


meccanici, imbianchini, muratori, ecc. ed effettueranno gran parte dei loro acquisti in loco
(biancheria, cosmetici, food, medicinali, ecc). I prodotti acquistati saranno biologici, contribuendo
quindi anche ad una crescita “qualitativa” oltre che quantitativa, dei consumi. Come detto sopra, vi
sarà una produzione locale: l’agricoltura provvederà alimenti per l’ecovillaggio, e sarà anche
disponibile alla comunità locale e darà opportunità di interazione e integrazione. La funzione
primaria di produrre cibo é di permettere alle persone che vivono, lavorano e visitano il luogo di
riconnettersi con la terra e le origini del cibo e ritmi naturali.

Si potrà instaurare una collaborazione con il Consorzio Oasiambientale di Tizzano


(www.oasitizzano.it ) che già raggruppa un buon numero di produttori certificati biologici. Per altri
prodotti si potrà costituire un GAS (gruppo d’acquisto solidale) o aderire ad un GAS già esistente.

È il punto centrale delle attività e l’aspetto fondante del progetto. Orientata principalmente alla
valorizzazione ed alla crescita del potenziale umano che favorisce il processo di autorealizzazione,
il quale conduce all’autoconsapevolezza ed al riconoscimento e manifestazione dei talenti e delle
qualità individuali. Il beneficio che la società intera può trarre dalla formazione di esseri umani
consapevoli è indiscutibile. Altri importanti aspetti formativi ed educativi verteranno sulla
diffusione della cultura della sostenibilità, degli ecovillaggi, del co-housing e, nel complesso,
occorre ribadire che l’intero ecovillaggio in quanto tale è un vero e proprio laboratorio sperimentale
di educazione ambientale.

La formazione si organizzerà con modalità seminariale di gruppo, convegnistica oltre che esterna,
cioè sul territorio.

I gruppi: abbiamo ipotizzato, a regime, non meno di 500 presenze anno. Per gli effetti di queste
presenze vale certamente quanto detto a proposito dei residenti; la tipologia dei consumi sarà
arricchita dall’interesse che i prodotti “tipici” dell’area di Tizzano e di alta qualità esercitano sui
forestieri: pensiamo al parmigiano-reggiano della montagna a lunga stagionatura, al prosciutto, ai
vini DOP, ai diversi mieli, alla cucina tipica (funghi, patate, dolci). I convegni: anche in questo
caso, abbiamo ipotizzato che, a regime, potremo registrare oltre 500 presenze all’anno Il bacino di
utenza dovrebbe essere molto più ampio rispetto a quello dei gruppi (ricordiamo che i temi trattati
saranno diversissimi e spazieranno dalla filosofia alla religione, dalla psicologia alle medicine
orientali, alle tematiche ambientali).

In questi casi, oltre all’acquisto di prodotti tipici, dobbiamo prevedere la necessità di numerosi posti
letto; il Villaggio sarà in grado di ospitare solo circa 25 –30 persone quindi i partecipanti ai
convegni dovranno trovare alloggio negli alberghi locali, negli agriturismi o nei b&b della zona. Si
fa presente che in molte realtà comunitarie già attive da anni (Findhorn, Auroville e altre), si è
creata una rete di ospitalità modello b&b in tutto il bacino del territorio in cui è ubicato
l’ecovillaggio: esempio di come una struttura del genere possa rivitalizzare profondamente una
vasta area. Seminari e convegni si svolgeranno più o meno regolarmente durante il corso di tutto
l’anno senza le problematiche della stagionalità

Nell’edificio esistente saranno ubicati, oltre che gli spazi comuni dei residenti, le camere da letto
per l’ospitalità, nonché la sala conferenze ed altri spazi di lavoro.

La presenza di sistemi agricoli alternativi, come già avvenuto in altre esperienze analoghe, è in
grado di produrre un turismo ecologico e sano: utilizzando il terreno per offrire un luogo per il
benessere e la cultura, si prevede la visita di persone non solo della regione locale ma anche
dall’Europa e da altre aree del mondo. Queste persone non verranno soltanto per imparare, ma
anche per condividere le loro conoscenze. Un aspetto molto importante é trasmettere il rispetto delle
tradizioni locali.

Inoltre, l’alta qualità della zona (ambiente, cucina, prodotti locali) indurrà una parte dei partecipanti
a seminari e convegni a prolungare il proprio soggiorno per visitare la zona (alcune aree sono di
particolare interesse naturalistico) e la provincia. Ed eventualmente di tornare.
Sarà inoltre un turismo “qualificato e responsabile” con una importante ricaduta qualitativa
sull’area.

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