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COLLANA “NARRATIVA MODERNA”

ROBERTO ZARETTI

HOLZOMONO
Copyright  2009 Seneca Edizioni.

L’immagine di copertina è stata realizzata dalla pittrice Mariella Frangi

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ISBN: 978-88-6122-123-9

Collana Narrativa Moderna

Stampato in Italia

http://www.senecaedizioni.com

Ogni riferimento a nomi di persona, luoghi, avvenimenti, circostanze, fatti storici,


siano essi realmente esistiti o esistenti, è da considerarsi puramente casuale.
A Mariella
INDICE

Capitolo 01 - La scomparsa di Lalo ............................................ 11


Capitolo 02 - La spedizione ......................................................... 19
Capitolo 03 - La promessa ........................................................... 24
Capitolo 04 - Una luce dall’oscurità ............................................ 31
Capitolo 05 - Uno spiazzo tra i rododendri ............................... 35
Capitolo 06 - Una trappola mortale ............................................ 45
Capitolo 07 - Una voce nel bosco ............................................... 54
Capitolo 08 - Una scatola di sogni ............................................... 63
Capitolo 09 - La valle perduta ...................................................... 70
Capitolo 10 - Per due sacchi di sale ............................................. 79
Capitolo 11 - Una decisione difficile ........................................... 87
Capitolo 12 - Una casa oltre il confine ....................................... 96
Capitolo 13 - Un’amara sorpresa ............................................... 106
Capitolo 14 - Ricercato ............................................................... 119
Capitolo 15 - Una giornata speciale .......................................... 124
Capitolo 16 - Una notte all’aperto ............................................. 136
Capitolo 17 - Una bambola di pezza ......................................... 152
Capitolo 18 - Prima che faccia giorno ...................................... 160
Capitolo 19 - La solidarietà del paese ........................................ 170
Capitolo 20 - Un capriccio del destino ..................................... 180
Capitolo 21 - Una strana proposta ............................................ 188
Capitolo 22 - Come neve al sole ................................................ 197
Capitolo 23 - Una nuova vita ..................................................... 205
Capitolo 24 - Caro Angelo .......................................................... 213
Capitolo 25 - Il ritorno di Maria ................................................ 219
Capitolo 26 - Come due gocce d’acqua .................................... 227
Capitolo 27 - Il libro nero ........................................................... 238
Capitolo 28 - Una pesante accusa .............................................. 245
Capitolo 29 - Il costo di una preghiera ..................................... 252
Capitolo 30 - Un destino comune ............................................. 261
Capitolo 31 - Una richiesta di adozione ................................... 271
Capitolo 32 - Febbre gialla .......................................................... 278
Capitolo 33 - Una banda di furfanti ......................................... 286
Capitolo 34 - Un colossale fallimento ...................................... 294
Capitolo 35 - Un senso alla vita ................................................ 303
Capitolo 36 - In viaggio per Domodossola .............................. 312
Capitolo 37 - Un luogo sconosciuto .......................................... 326
Capitolo 38 - La rivelazione ........................................................ 335
Capitolo 39 - Un’arma sotto la tonaca ...................................... 344
Capitolo 40 - Una realtà amara ................................................... 352
Capitolo 41 - Un mondo diverso ............................................... 359
Capitolo 42 - Il pane per un anno .............................................. 371
Capitolo 43 - Il segreto di una vita ............................................. 380
Capitolo 44 - Un piccolo uomo ................................................. 388
Capitolo 45 - Le parole del vento .............................................. 397
Capitolo 46 - Eroismo o incoscienza ........................................ 406
Capitolo 47 - Il seme della rivolta .............................................. 415
Capitolo 48 - Sul sentiero del ritorno ........................................ 427
Capitolo 49 - Una stirpe comune ............................................... 436
Capitolo 50 - Una presa di tabacco ............................................ 445
Capitolo 51 - In merito all’attuale situazione ........................... 454
Capitolo 52 - Le ombre del passato ........................................... 464
Capitolo 53 - A un passo dalla follia .......................................... 475
Capitolo 54 - Un mese, un anno, un secolo ............................. 485
Capitolo 55 - Perché il tempo non cancelli .............................. 493
Epilogo ........................................................................................... 504
Capitolo 1 - La scomparsa di Lalo

La notizia impiegò pochi istanti per fare il giro del villaggio, e


ancor meno per avvolgerlo in una cappa di silenzio.
Il giorno e la notte, l’estate e l’inverno, il vento e la pioggia,
tutto ciò che nel tempo tornava a ripetersi con regolarità
procurava sensazioni precise, indelebili, tramandate per secoli
da generazioni di cui ogni traccia era andata perduta. Prima
ancora che un qualsiasi evento si manifestasse, ogni organismo
riusciva a percepirne l’incombenza, chissà, forse interpretando i
segni diluiti nel sangue.
Pericoli e disgrazie non facevano eccezione. Lo sbattere delle
porte, le imprecazioni, i passi affrettati lungo i sentieri
riuscivano ogni volta a spargere per le strade la premonizione di
una sciagura.
Tobia Holzer, uno dei tanti taglialegna della zona, spalancò
l’uscio di casa senza bussare o urlare, come avrebbe fatto in una
giornata qualunque. I capelli arruffati, la barba contratta per la
fatica della corsa, l’incredulità e la paura nello sguardo di chi
ben di rado aveva conosciuto simili sensazioni. Davanti a una
calamità, timori e pregiudizi celati per secoli prendevano corpo
improvvisamente, e ognuno ne tradiva l’essenza tra le pieghe
del volto.
Attorno al fuoco, punto centrale dell’unico locale
dell’abitazione, sedevano padre, madre e tre dei sei figli di cui
Lucia era primogenita.
Nell’attimo di silenzio che ne seguì, il fumo della casa, priva di
un camino esterno e di finestre, si adattò al perimetro della
porta ed evaporò nella nebbia.
La ragazza si voltò a guardare il padre, che sedeva di fianco; la
madre e i ragazzi fecero la stessa cosa.
ROBERTO ZARETTI

Era già successo due volte, di recente. E succedeva ogni volta


che gli uomini dovevano trattare una faccenda «da uomini.»
Andare a dormire prima del calar del sole avrebbe significato
rigirarsi nel letto per buona parte della notte. Ma Lucia sapeva
bene che non era il caso di stare a discutere; si alzò, prese due
fratelli per mano e attese che gli altri la precedessero. Poi,
insieme alla madre, si avviò verso la porta.
Tobia scansò e lasciò passare.
«È successo ancora» esclamò l’uomo, accompagnando la
frase con le gesta di due grosse mani, entrambe monche di un
dito. Alla flebile luce della lampada a olio, i pochi denti e le
guance incavate resero di lui un’immagine ancor più grottesca di
quanto sarebbe risultato sotto i raggi del sole.
Sebastiano, detto Tito, il padre di Lucia, fece cenno di sedere e
si spostò per far posto sulla panca.
«Cosa è successo ancora?» chiese, puntando gli occhi in quelli
dell’altro. Poi intuì e corresse la domanda. «Chi è stavolta?»
«Il vecchio Lalo.»
Abbassò lo sguardo sui sassi del pavimento e spostò con un
piede la cenere vicino al fuoco, quasi un gesto tanto banale
potesse servire a rassicurare l’amico.
«La scorsa notte non è rientrato» continuò Tobia, dopo un
istante di esitazione trascorso a studiare la reazione dell’altro.
«Stamane la sua baita era vuota. Giacomo, il figlio del
falegname, è quello che lo ha visto per l’ultima volta, ieri
pomeriggio. Stava su al pascolo, le capre intorno. Lo abbiamo
cercato fin dalle prime luci dell’alba.»
Il fuoco aggredì la legna con una fiammata improvvisa e il
crepitio riempì il silenzio. Il volto di entrambi si tinse di rosso,
così pure le pareti della casa.

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HOLZOMONO

«Lalo è vecchio» sentenziò Tito «e non ci sta con la testa.


Avrà rincorso una capra fin sulla punta del ghiacciaio.»
Non credeva a tale ipotesi, ma sentiva il dovere di fornire
una spiegazione logica prima che la situazione prendesse una
piega incontrollabile, come avveniva ogni volta che qualcosa si
spingeva al di là dell’umana comprensione.
Di tutti gli uomini del borgo, undici case e undici stalle più la
chiesa e il lavatoio, Tito godeva fama di essere il più equilibrato,
il più razionale, il più affidabile. Un uomo mite ma sicuro di sé;
un volto da bambino, senza barba, né baffi; due rughe verticali,
proprio di fianco al prominente naso, tiravano le labbra quelle
rare volte che sorrideva. Una manciata di capelli pettinati
all’indietro copriva le orecchie con due ciuffi laterali, appena
imbiancati dal mezzo secolo passato al mondo.
La sua altezza era quella di un gerlo di fieno e la corporatura
appariva minuta, ben più di quanto l’immagine di un capo
villaggio avrebbe potuto lasciare a intendere. Ma a prescindere
da ciò, era considerato il punto di riferimento della comunità.
Malgrado ne fosse tutt’altro che convinto, davanti all’incalzare
di eventi così misteriosi considerava necessario mostrare
scetticismo, e rinnegare la teoria che da tempo circolava in
paese e che di sicuro Tobia avrebbe lamentato, di lì a poco.
«Il terzo in poco tempo» sussurrò l’uomo, piegando il capo
sulle ginocchia. «Tito, per Dio, è il terzo da quando siamo
arrivati... e le urla dell’altra notte... Anna le ha sentite bene,
quelle urla. Venivano dalla Montagna, da quella maledetta
Montagna. Era Lalo che gridava, mentre il Demonio se lo
portava via!»
Chiunque lo conoscesse sapeva bene che il gesticolare
rappresentava per Tobia il disperato tentativo di aggrapparsi a
quella soglia oltre la quale avrebbe prevalso la disperazione.

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ROBERTO ZARETTI

Tito puntò lo sguardo verso la trave del tetto, a far capire di


abbassare il tono della voce per non spaventare i ragazzi.
Sapeva che proporre una disgrazia sarebbe stato poco credibile.
Lalo era nato su quelle montagne, e ci saltava da sessant’anni,
rientrando ogni sera. Portava le capre al pascolo, raccoglieva
stelle alpine e legna per l’inverno, che in alta val d’Ossola
durava otto mesi l’anno.
Il pensiero corse a Marianna e Dorina, entrambe giovani e forti,
entrambe abituate alle rocce, entrambe con i volti già segnati
dalle raffiche di vento.
Entrambe inghiottite dalla Montagna, nel giro di poco tempo.
Di nessuno era mai stata trovata traccia. Quando scomparve
Marianna, qualcuno disse di averla vista filare seduta su un
masso, ai piedi del ghiacciaio. Tito si era calato di persona nei
crepacci gelati a cercare una traccia, un segno, qualcosa che
potesse spiegare. Ma la Montagna non aveva mai rivelato il
proprio segreto, non aveva mai aiutato gli uomini. Si schierava
con il Male e, pur amandola come una madre, la gente era
consapevole di doversene guardare.
«Domani lo cerchiamo» continuò Tito «e vedrai che qualcosa
salta fuori. Dobbiamo ragionare, dobbiamo capire. E finiamola
con le solite storie!»
Si sforzò di rendere credibili le proprie parole, ma sapeva
che Tobia non se ne sarebbe consolato. Insieme alla serpe
volante, il terrore del demonio nasceva col nascere di ogni
bimbo, con lui cresceva e ne divideva le sorti. Un giorno l’uomo
moriva, ma la Paura veniva lasciata in eredità alla generazione
successiva.
Così da sempre.
«Ho paura, Tito. Per Anna, per i bambini, per le mucche e le
capre. E per me.»

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HOLZOMONO

***
Lucia sapeva cosa stava succedendo. Tutti sapevano. Non si
parlava d’altro da quando Marianna era scomparsa, i primi
giorni di giugno.
Qualcosa sulla montagna portava via le persone.
Un grande buco che si apriva nel terreno e poi si richiudeva.
O un uomo delle nevi che viveva in una casa di ghiaccio vicino
al nido delle aquile.
O il bargnif. Il diavolo.
Fino al giorno prima, la scomparsa di due ragazze, fors’anche
meno che ventenni, aveva contribuito a diffondere la voce che
il demonio rapisse solo giovani donne. La scomparsa di Lalo, da
questo punto di vista, ridimensionava la vicenda.
La famiglia Zenklusen, come del resto le altre, dormiva nel
locale ricavato sopra la stalla per sfruttare il calore delle mucche,
che solo nelle notti più calde venivano lasciate all’esterno. Se ne
intuivano i campanacci vicino al fiume.
Le beole del tetto, piode nel gergo locale, pietre piatte disposte a
squame e poggiate su grosse travi, lasciavano filtrare di tanto in
tanto le voci provenienti dalle case vicine, e con esse la brezza
degli ultimi giorni d’agosto. Ma il rumore del ruscello dietro
casa e il gracchiare delle foglie secche nel letto riusciva spesso a
prevalere, e ben difficilmente quattro ragazzi assonnati
sarebbero riusciti a intendere le apprensioni degli adulti.
Lucia era la donna di casa. Una donna di quasi diciotto anni,
timida ma decisa, alta più o meno come mamma e papà. Un
viso sottile e due grandi occhi verdi erano le prime cose che si
notavano di lei. I capelli castani, quasi rossi, si infilavano in una
lunga treccia che correva lungo le spalle.
Dei sei fratelli, tutti più piccoli, cinque erano stati concepiti a
intervalli regolari, cosicché si poteva considerare ci fossero due

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ROBERTO ZARETTI

anni di differenza l’uno dall’altro. Angelo invece aveva sedici


anni, perché quando era venuto al mondo, questo Tito lo
ricordava bene, avevano rifatto la parete della stalla scolpendo
in una pietra l’anno di grazia.
A prescindere dall’età, i ragazzi erano troppo irrequieti perché
mamma Lina riuscisse a tenerli a bada, e troppo inesperti
perché papà Tito potesse trascinarli in alta quota a caccia di
camosci. Così, Lucia li lavava e li vestiva, controllava che non
prendessero freddo dopo mangiato e tagliava loro i capelli di
tanto in tanto. Insomma, li cresceva. Angelo però, il maggiore
dei maschi, appariva ogni giorno più insofferente ai richiami
della sorella, e terrorizzava i più piccoli saltando le rocce a piedi
uniti o gettando loro addosso il gatto di turno. Una rivalità che
si percepiva in ogni momento della giornata e che i genitori mal
sopportavano, rimproverando a Lucia di non saper tenere a
bada il fratello.
Il piccolo Pietro si era più volte svegliato la notte, urlando e
piangendo per la serpe nel letto. La mamma doveva alzarsi,
accendere la lanterna e mostrargli che tutto era normale. Tutto
tranne la cattiveria di Angelo, che durante il giorno gli
raccontava di mostri, streghe e serpi nel letto.
Lucia sapeva che il terrore si era impadronito del paese. Lei
stessa aveva paura, ed era certa che pure mamma ne avesse.
Ma la rincuoravano la fermezza e l’autorità con cui il padre
teneva a bada la gente ogni volta che la storia della montagna
tornava a farsi sentire. Per questo, aveva deciso di mostrare lo
stesso atteggiamento con i fratelli e con tutti.
Disgrazie, frequenti in alta quota. Disattenzione, fatalità,
stanchezza o che altro. Nulla di misterioso, nulla di strano.
Niente diavoli e serpi, streghe e folletti malvagi. Nemmeno in
quella sera di fine estate, con i brividi addosso.

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