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SIAMO AL 7° MIGLIO DI MORELLO PECCHIOLI

Rieccoci. Un po’ in ritardo per varie cause, e Questo numero del Miglio Rosso saluta un
non tutte dipendenti dalla nostra volontà, ma amico che ci è sempre stato vicino, Benny
l’importante è riprendere a dar voce ai Calasanzio che si è trasferito in Sicilia, sua
detenuti della Terza Sezione del carcere di terra natale, per un importante lavoro. Gli
Montorio. La loro è una voce forte, che viene auguriamo ogni bene, sperando che ci ricordi
dall’anima e dalla condizione di segregati. Il e ricordi il periodo passato al Miglio Rosso.
Miglio Rosso giunto al 5° numero (il primo Salutiamo anche Ruggero Perez, attivissimo
del 2011) ha proprio questo compito: far redattore del Miglio trasferito nel carcere di
uscire i pensieri e le parole dalle celle della Padova. Ruggero nella sua cella di Montorio,
Terza. Far sentire, sia pure attraverso i fogli di con pochissimo materiale di fortuna, costruiva
un giornale, la voce di coloro che in carcere navi bellissime. Una, la Vespucci, campeggia
sono considerati gli ultimi degli ultimi. Dagli sullo scaffale di libri della mia sala. Ha le vele
articoli che scrivono si sente che sono uomini spiegate, come se solcasse i mari verso un
di buona volontà che parlano ad altri uomini futuro migliore. Auguriamo a Ruggero di
di buona volontà. La buona volontà, ce lo ha costruire ancora tante navi, con la speranza
insegnato il Natale, è la condizione per essere che lo stesso vento sospinga lui e tutti quelli
uomini e avere la pace. C’è una bellissima che soffrono perché privati della libertà, un
poesia in questo giornale in cui il poeta- futuro migliore.
detenuto chiede all’amata lontana: “Alza lo

Morelo Pecchioli
sguardo e cerca per me/ l’altro versante del
monte”. Forse è quello che dovremmo far
tutto: alzare lo sguardo e cercare l’altro
versante della vita. Quella degli altri.
Sommario
DALL’INTERNO:
DOLCE NATALE COL PANDORO
I GIGANTI D'ARGILLA
L'ANGOLO DELLE POESIE

LEGGI E DIRITTI:
GIUSTIZIA E GIUSTIZIALISMO
IL CARCERE DENTRO
IL CARCERE E IL SISTEMA

La redazione del Miglio Rosso


Direttore: Morello Pecchioli
Redazione: Ruggero Perer, Carlo Gasperotti, Giuseppe De Col, Antonio Cimino, Marcello Fiore, Alessandro Galanti,
Cristiano Mahn, Francesco Di Bernardo

1
DOLCE NATALE COL PANDORO
DI ANTONIO CIMINO

Quest’anno il pandoro, dolce emblema natalizio, è stato distribuito a costo zero.


Prima, per poter mangiare una fetta di pandoro, si doveva comperare dalla lista
della spesa al costo di 6,90 euro al chilo. Era un pandoto di produzione umbra. Una
stranezza. E’ Verona la città del pandoro, eppure veniva prescelto il pandoro
“forestiero”.
La Garante dei detenuti, Margherita Forestan, ha trovato assurdo questa scelta e,
come una divina provvidenza, è riuscita ad allietarci il Natale facendoci degustare il
dolce natalizio ottenendo dalla ditta Bauli il pandoro di produzione veronese. Sono
stati consegnati due pandori per cella. E dal listino della spesa è stato depennato il
dolce umbro.

2
I 150 ANNI DELL'UNITÀ D'ITALIA
visti da Antonio Cimino

GIUSTIZIA O GIUSTIZIALISMO?
DI ALESSANDRO GALANTI

Stiamo passando un altro periodo buio, un altro arriva della antica Roma. Quando un gladiatore
Medio evo. Lo Stato è scomparso. Più che vinceva, la morte dell’altro dipendeva solo dalla
scomparso si è sbriciolato. E’ rimasto quello che decisione dell’imperatore, perché il popolo, a
io chiamo un mostro che ha attaccato come il prescindere, voleva il sangue.
virus della peste ogni comparto sociale di questa Il tema è delicatissimo. Bisognerebbe parlare di
povera Italia. garantismo che non è un concetto facile perché
Per quanto riguarda la giustizia- siamo qui a mette sullo stesso piano vittima e carnefice.
parlare di questo-, la frattura culturale tra il Prendo in prestito una frase di un famoso
mostro e la massa è abissale. Eraclito diceva: giudice : <<…..il garantismo, giova ricordarlo
“Le masse sono stupide”, quasi premonitore di soprattutto ai garantisti a corrente alternata,
immani disgrazie. Il mostro ha capito che, “ nasce come baluardo contro gli abusi o eccessi
divide et impera”, a furia di leggi e leggine, del potere…>>. L’importante è colmare quel
norme transitorie commi, esasperazione dei divario culturale giustizialista che si è formato
giudici, ha trasformato il concetto di giustizia in tra la massa e il metodo di giudizio che deve
giustizialismo. Emendare leggi sull’onda essere applicato.
emozionale di gravi fatti di cronaca è un Dobbiamo lavorare sulla cultura, nelle scuole,
vecchio cavallo di battaglia per tutte le nell’informazione, affinché i forcaioli di oggi
maggioranze di governo. La massa vuole essere stiano tranquilli: chi sbaglia paga, ma deve
appagata emotivamente, essa recupera un pagare il giusto se no, cara massa, ti metti al
retaggio culturale del tipo “Legge del Taglione” livello di chi delinque. E dunque dai ragione ad
con buona pace di tutti i pensatori, filosofi e Eraclito.
della giurisprudenza più raffinata. L’esempio

3
IL CARCERE DENTRO
DI PINO DE COL

Voglio essere sincero. Sono molto scoraggiato di vedere. A complicare le cose vi è un’altra
perché continuo a cozzare contro un muro dimensione di cui pochi sono a conoscenza:
insormontabile: me stesso. Come sempre noi non viviamo dentro una prigione, bensì a
scrivere è un momento di meditazione, di due. La prima è quella che vediamo, fatta di
riflessione e anche di tormento. muri. L’altra è quella che ci siamo costruiti
Avrei voluto inizialmente fare una critica sui con le nostre stesse mani e da cui è molto
contatti che abbiamo con difficile evadere se non ne prendiamo
le figure istituzionali, coscienza.
sporadici, superficiali, e Mi rendo conto che sto
un po’ ritualizzati- cosi ponendo un modo di
io li vivo-, sulla considerare le cose
mancanza di un opera di evidentemente mio, che mi
socializzazione, coinvolge personalmente ed
responsabilizzazione, di emotivamente. Vi siete mai
un lavoro. Ma mi sono posti la domanda se vi sono
reso conto di quanto dei valori nella detenzione?
questo sia difficoltoso, vi Io penso che il carcere ha il
sarebbero sempre delle suo valore. E’
giustificazioni, sia nel bene che nel male e il un’educazione alla vita. I valori che ti insegna
male ognuno lo vede alla propria maniera. sono: la percezioni del limite, la
Circostanze ed attenuanti sono il nostro forte. consapevolezza che ci sono delle regole e
Mi sono reso conto che ogni persona è una procedure imprescindibili, il controllo di sè, la
storia , un mondo. Porta dentro di sé una capacità di conoscere e migliorare se stessi in
lunga formazione, e di essa in parte è il situazioni complesse. Inoltre il carcere
risultato. È il passato che ci colora gli occhi impone una condotta rigorosa, prudenza
con cui nel presente guardiamo verso il consapevolezza umiltà e determinazione
futuro. Molte volte non abbiamo coscienza di questo si impara. Qualità che funzionano
questo aspetto soggettivo. Pensiamo di egregiamente anche applicate nella vita di
discutere di cose oggettive, fuori di noi, tutti i giorni. Comunque questi restano sempre
invece proiettiamo sulla realtà il nostro modo giudizi di valore e in quanto tali reali. Solo
per me?

I GIGANTI D’ARGILLA
DI ALESSANDRO GALANTI
Io forse sarò pazzo. Il carcere mi ha dato alla smentirmi. Quelli di cui sopra, i gangster, i
testa portandosi via quei pochi neuroni che nemici pubblici, gli sputacchioni davanti alla
ancora funzionavano, ma qui dentro mi par di mamma, il papà o alla moglie, all’improvviso
vedere delle cose talmente tragiche da si ingobbiscono. Gli occhi si gonfiano e
sfociare nel comico. cominciano a parlare con una voce simile a
Ho visto persone atteggiarsi a gangster, a quella di Topo Gigio.
nemico pubblico, ho conosciuto persone che Le mamme magari prima li sgridano, il papà
studiano le espressioni più mostruose per con sguardo inquisitorio, le mogli arrabbiate o
incutere timore. Quelli che sputano come dei disperate, incutono loro il timore reverenziale.
lama ogni 3 passi, un atteggiamento che forse Cosi “Al Capone” diventa “Tonino Capone”,
fa molto macho. Ma c’è un momento un cui sempre pronto però appena chiusa dietro di se
ognuno cala la maschera e resta la porta del colloquio a ridiventare il vecchio
inesorabilmente nudo e vulnerabile come un “Al”.
bambino: il colloquio. Sfido chiunque a

4
IL CARCERE E IL SISTEMA
DI PINO DE COL

Il crimine non è nemico del “Sistema”, né al individui che erano soltanto dei non
contrario la contropartita naturale, accettata conformisti. Questa istituzione suscita nei
come ineluttabile. La penso così: esso suoi “clienti” un’immagine distruttiva.
rappresenta solo un accidente minore, Nel gennaio del 1948 fu promulgato il testo
statisticamente previsto, che il “Sistema” sa della nuova costituzione che all’articolo 24
assorbire, neutralizzare e perfino utilizzare. dichiara che le pene non possono consistere in
Cesare Beccaria scrisse nel 1764 il suo trattamenti contrari al senso di umanità e
capolavoro, il trattato “Dei delitti e delle devono tendere alla rieducazione del
pene” contribuendo a promuovere ovunque la condannato. Nel 1968 si diffuse una nuova
riforma del codici sensibilità verso le
penali. istituzioni totali,
Allora le prigioni, dalle carceri ai
servivano a custodire manicomi, ed
uomini in attesa di emerse la
essere condannati, speranza che si
uccisi o esiliati e a volte potesse costruire
erano scientificamente una Repubblica,
usate come strumenti di capace di saldare
tortura. Solo di recente efficacemente
si è cominciato a rispetto delle
sostenere che chiudere regole e difesa
un uomo in gabbia della vita umana.
abbia conseguenze In quei giorni
benefiche sul suo infatti prese corpo
carattere e sul suo pure la prospettiva
comportamento. Infatti di una
si sostiene che la pena rifondazione della
dovrebbe rieducare: Repubblica
attraverso la sofferenza attraverso la piena
della reclusione il realizzazione dei
colpevole diventerebbe valori dei principi
consapevole del proprio indicati dalla
errore e cambierebbe Costituzione.
preparandosi ad essere L’apice fu
restituito alla società e a rispettare le regole. raggiunto con la riforma penitenziaria del
Il Carcere inoltre fornisce una giustificazione 1975 e con questa si pensò di aver raggiunto
razionale alla esistenza di intere professioni, questo fine. Pochi anni dopo la riforma, si
nello stesso modo in cui le prigioni producono costatò che essa aveva mutato solo la
un reddito per gli agenti. Si comincia, però, a superficie della realtà incidendo in profondità
rendersi conto che il carcere aumenta sia la solo in pochi punti. E oggi quella riforma
pericolosità, sia la “qualità” dei criminali. E trattamentale ha esaurito il suo vigore ed è
che anzi, spesso, trasforma in criminali stata ampiamente criticata da una vastissima
letteratura scientifica.

5
L'ANGOLO DELLE POESIE
Speranza Raggio di sole L’altro versante del monte

Orologi diversi l'un l'altro Vieni raggio di sole, Sono piccolo piccolo.
che col movimento oltrepassa queste sbarre Nella cripta attendo il sonno
delle loro lancette e riscalda il mio cuore. E guardo verso nord
L’altro versante del monte
segnano il tempo. Vola anima mia, raggiungi
Ora che tutto è cambiato
Tempo il mio amore e raccontale una Mani curate e sicure
che scorre inesorabile poesia, Hanno filato decise
segnando il nostro futuro. esprimile amore e dalle conforto, L’inutile con l’utile.
Il futuro e il destino dille che lei è la linfa del mio E tu ancora trattieni
che ci siamo corpo. Stringi di me l’arto sano
creati nel tempo. Riempile il cuore di gioia e Tale insopportabile dolcezza
Nel tempo speranza. Mi onori di perdonare.
speriamo in un futuro migliore. Aspettando la sera Guarda verso sud
un desiderio ancora mi si avvera: mentre attendo il sonno
tra un po' dormirò alza lo sguardo e cerca per me
Marcello Fiore
e con un sogno, amore, l’altro versante del monte
ti raggiungerò. L.T.
Come il vento

Come il vento Ignazio Fucarino


piega il grano
il dolore che mi porto dentro
ha piegato il mio corpo.
Non c'è giorno che non penso
di aver messo
delle buone radici
affinchè il vento
non spazzi via il nostro amore.

Marcello Fiore

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