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Unità della banda armata. Era dessa infatti che poco dopo ci raggiungea.

Io fui allora presentato come il


capo della spedizione del mio paese ; mi si consegnarono trentasei ducati per paga di tre giorni ;il giudice e
gli altri del mio paese si ritirarono- io rimasi coi ribelli .

I3I

Durante tre giorni ,rimanemmo nella montagna dormendo per terra sotto ai faggi ,in aspettativa di rinforzo
che non mai compariva. Sorgeva la mattina del 25* . il sole spingea qualche raggio attraverso di cupe e
dense nubi ,le quali parea si accumulassero sulla cima degli alti abeti ;la temperatura dell’aria si era
abbassata di più gradi ;un venticello agitava le foglie dei castagni e delle secolari querce; la pioggia era
imminente. Senza una capanna;senza una tenda; vestiti di abiti leggerissimi ;tutti quasi reumatizzati dalla
rugiada che ci bagnava la notte e pur soprappiù senza munizione da bocca,cominciammo a lagnarci
chiedendo di essere guidati ad un luogo di ricovero. La domanda fu tosto accordata e dopo un ora
movemmo ad un luogo distante sei miglia, dove si aspettava il pane a cui erasi già pensato (pel quale si era
dapprima pensato. Prima di arrivare al luogo stabilito , il tempo si era come per incanto, cangiato e così
facemmo alto sopra una pianura circondata di alte querce e seminata di granturco. Questa situazione non
era migliore della prima ,ma si sperava di vederla quanto prima cangiata. Stanchi del cammino , lungo
viottoli praticabili dai somari .

Avevamo fatto fascio di armi, allorchè una deputazione di Padavoli a paravorio fu presentata ai Capi,
promettendo un contingente di cento sperimentati cacciatori. Nessuno dei capi voleva accettare la
offerta,ma Stefano Romeo la vinse su tutti e la offerta fu ricusata. Egli disse di “non essere convenevole di
riceversi gente di un paese che mesi prima aveva ucciso Domenico Romeo, il primo liberale del regno,giusto
per servire la tirannide “; “se anche io volessi porre a parte ogni rimembranza che mi urta da vicino”,egli
soggiungea “ il popolo di Santo Stefano che io guido si offenderebbe probabilmente abbandonerebbe il
campo”. La deputazione si ritirò mortificata pel rifiuto e la rivoluzione perdeva così due paesi che volevano
sostenerla.

I4I

Il rifiuto dei cento Pedavolesi fu il primo errore di chi dirigeva il movimento. Il reato che si consuma ad
occhio chiuso e senza averne la coscienza non potrebbe chiamarsi propriamente reato. Quel popolo che sei
mesi prima avea dato la caccia ai liberali ,credeva di trovare in essi tanti scorridori di campagna,perché cosi
il governo li avea dipinti (4);ma ora che si era ravveduto del suo errore,veniva ad offrirsi per cancellare
dall’anima sua quella macchia che la lordava. Allora esso credeva atto di giustizia di uccidere un uomo ;ora
credeva suo sacro dovere di rivolgere l’arma contro colui che lo avea istigato al delitto.

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