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Lungo i calanchi
a trascinar fascine
le braccia corrose
dal duro mestiere
col fascio dell'erba
curva sulla schiena
la fronte rugosa
grondante di sudore
e verso sera
al ritorno in paese
mentre la luna
le ombre ravviva
in braccio nascosto
fra i caldi capelli
al suono del cuore
abbracciato a mia madre
La festa
L'alba mi destò
tra silenziosi rumori
a pensieri lontani
la luce fitta sbirciava
dalle persiane socchiuse
svelando sotto lenzuola bagnate
il viso stordito offuscato perduto
rintanato portavo l'angoscia
ed il male avanzava bugiardo
la valigia era pronta
e mio padre smaniava
al ritardo causato
dalla mia pigra
sostanza imperfetta
un'ondata m'avvolse
spingendo con forza
ma la mia ostinatezza interiore
combatteva col nulla
La fine del gioco
All’alba l’inverno
coi cocci di vetro
con gli occhi al riparo
nel cielo l’eclisse
il sole veste di nero
oscure le stanze
la mente bloccata
gli affetti lontani
un automa forzato
e in nero il rettore
con stridulo suono sentenzia
la fine del gioco
Ricordo di primavera
In bilico viaggio
tra spini ispidi e roventi
tra spazi e piccoli viottoli
rasenti il fosso marcio
tra alberi arsivi e impantanati
in rami intrecciati
in sacchi di plastica
scoloriti e macerati
e il materiale infligge
artificiali putridi
che l'occhio incastra
e l'ampia inquadratura
ritorce il frutto di passati giorni
scivolano i profumi tra i rifiuti
e le sementi marciscono fumanti
Il gorgo
Chiuso in fabbrica
alla luce dei neon
tra i cocktail di colla
di mastice di polvere
di pelle conciata
d’aerei fumi acidi
e il sole vacuo
muto dietro ai vetri
serrato dentro
natura morta
di deserto
La fabbrica
Disperso il calore
del rovente braciere
s’alza la luna
fresca nella sera
ampio respiro
s’apre nel sereno
volto rapito
occhi verso il cielo
Meravigliosa luna
Nell’ora calma
del giorno verso sera
in cielo appari
nell’azzurro bianca
trasparente nuda
meravigliosa luna
Le lucciole
La sabbia infuocata
la spiaggia un vocio
la pelle raschiata
dall'acqua salata
elimina i segni notturni
e la sera addolcisce
con tiepida brezza
depone nel grigio le forme
nell’ora profonda dei sogni
al fruscio delle onde
due corpi negli occhi
in trasporto coinvolti
al suono di versi fluttuanti
e il chiaro avvolge i due volti
prendono forma i dettagli
svelati alla luce dell’alba
Rossa fiamma la luna
Svanisce la notte
il chiaro sorge
da girasole seguo
la fonte di luce
rossa di calore
di brace le labbra
acceso m'irradio
labbra su labbra
Nuoce alla vista il giorno
L’astro reclina
il cielo cangia volto
per delicati petali
nuoce il giorno
e le sbiancate gote
rosseggianti ai raggi
che le increspa
lo stelo inchina
al sole che l’acceca
La discoteca
La discoteca pregna
partoriva l’inferno
tuonavano le note
con alito di ferro
euforica la carne
paziente incanalavo
veleno dalle labbra
Al lume dei lampioni