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Carlo K.

Capitanio – LA FINE DELL'ESTATE

alla vecchia scuola riunita a bordo dell'S&M Busline (a.k.a. Il pullman per i NOFX) … calci nelle
gengive a posers e chiacchieroni
“alcool a litri / fuoco ai petardi / evviva gli amici / in culo ai bastardi” (Supereroi – In culo ai bastardi)
CARLO K. CAPITANIO

Fin quando hai vent'anni, va tutto bene: cazzeggiare, imbroccare turiste

LA FINE DELL'ESTATE che non chiedono altro, bersi una birra dopo l'altra al Sundowner, tirar fuori la
gente dalla schiuma. D'estate i giorni sono lunghi, e uno si illude di poter vivere per
sempre.
Poi di colpo hai passato la trentina e ti balza agli occhi il fatto di non essere
immortale, oltre alla consapevolezza di non aver niente tra le mani. Soldi in banca,
una moglie o una fidanzata vera e propria, una famiglia. Niente.

Don Winslow - la pattuglia dell'alba - Einaudi

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Carlo K. Capitanio – LA FINE DELL'ESTATE

1. maschile. Poteva evitare di invitarlo alla festa – Duccio riversò la solita dose
di sarcasmo sulla cugina, che ribatté: - Però poteva avere un po' di classe e
Nel salone sembrava fosse passato Gozilla in anfetamina: bottiglie vuote limitare i danni, evitando di palpeggiare davanti a tutti la De Feudis junior...
ovunque, macchie di sostanze non bene identificate sui divani, bicchieri stavano quasi scopando sul divano...
rovesciati. - Beh, si dice che la marchesina Giada De Feudis, nonostante i diciassette
- Andiamo via, che qui mi sa che è finito tutto... non c'è più neanche una anni, abbia visto più cazzi della sorella, che sappiamo ha una visione diciamo
birra da bere - “ornitologica” del mondo... non so se ti ricordi in Grecia l'estate scorsa.. -
Una cameriera filippina cercava di raccogliere i resti di un vaso che aveva Lollo intervenne al suo solito a gamba tesa per supportare l'amico
sparso terra su tutto il tappeto: per lei ci sarebbe stato del superlavoro, - Che stronzo a tirare fuori sempre quella storia... - le fece eco una delle
probabilmente non pagato come straordinario ma gratificato da qualche ragazze
regalo di poco conto a Natale. - Beh, non sono io che mi sono fatto beccare da una mezza dozzina di miei
La festa non era stata poi granché, nonostante durante la serata il via vai amici mentre mi scopavo un paio di ballerini cubani.. -
nella villa fosse stato continuo. - Dai, smettetela...Andiamo via? Qui la festa è morta, è rimasta solo la
Un po' ingessata, tutto qui. servitù – disse Carlotta, mentre con poca grazia stringeva nelle dita affusolate
Sarà stata la presenza dei genitori della festeggiata e degli amici di e piene di anelli una bottiglia di Krug ormai caldo e sgasato.
quest'ultimi.
O forse che la festeggiata stessa, alle due e un quarto avesse avuto una crisi In effetti il salone era desolatamente vuoto.
isterica dovuta ai troppi bicchieri di champagne e, prima di andare a Gli invitati si erano eclissati nel corso della serata: per primi gli amici dei
vomitare, ancora vestita da sera, avesse fatto una scenata memorabile davanti genitori della festeggiata che avevano fatto una “sorpresa” ad Azzurra
a tutti, piangendo e strillando insulti, strappandosi la parte superiore dell'abito consegnandole le chiavi di una macchina nuova che le sarebbe stata
(e filo di perle annesso) e riuscendo a rompere pure il tacco della scarpa. recapitata il lunedì successivo.
- Povera Azzurra, ha fatto una scena veramente miserrima... Per fortuna i Poi, in ordine sparso, gli amici e le amiche: ex compagne di liceo con al
suoi e gli altri vecchi se n'erano già andati, se no sai che dramma... - Duccio seguito i fidanzati avvocati trentacinquenni; figli di amici di famiglia
era ancora stravaccato su un divano, aspettando il resto della banda. fuoricorso all'università in maniera cronica; un paio di ragazzotti che si
Nonostante la posizione scomposta, la camicia celeste aperta e macchiata e pensavano casuals delle periferie inglesi nonostante avessero frequentato le
gli occhi a spillo per la cocaina aveva un certo contegno, ghigno beffardo migliori scuole private della città; un gruppetto di ragazzine dalle gambe
incluso. abbronzate e dalle gonne troppo corte.
- Il tutto per quello stronzo del tuo amico Ascanio... poteva evitare di
presentarsi alla festa... certo che voi uomini siete proprio delle merde.. -
Carlotta si portò una sigaretta alla bocca. Le scappava da pisciare.
- Che cazzo vuoi? Quello non è mio amico, ci siamo conosciuti a Foppolo e
siamo usciti un paio di volte insieme... Detto questo se la tua amichetta non
sa controllare i propri nervi non è un problema di Ascanio né del genere

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2. - Blek, Dux! - i cani ugularono al suono della sua voce.


Dietro un cannucciato erano rinchiuse le due bestie, legate con un guinzaglio
Faceva un caldo porco. a strozzo: un Tosa Inu da combattimento e uno Staffordshire Bull Terrier che
La lamiera della baracca poi si era scaldata tutto il giorno anche di sera si aggiravano, per quanto possibile, fra escrementi e pezzi di copertone.
rilasciava una calura insopportabile. Era l'ora dell'acqua e di qualche esercizio.
Il sudore gli colava nelle pieghe della pancia, sulle tempie, sotto le ascelle, Un fiotto di acqua riempì due ciotole di metallo e i cani si fiondarono.
fra le palle. Giusto qualche minuto per bere e Aldo li trascinò verso una buca scavata
Sul collo, infastidendolo parecchio, più delle zanzare che si aggiravano a nel terreno ai lati della quale un piccolo argano reggeva un copertone.
stormi nella stamberga nonostante la luce azzurrina e gli sfrigolii di un I cani, ormai abituati a quel supplizio, addentarono il copertone, memori
vecchio neon anti insetti. che se non l'avessero fatto sarebbero volate bastonate.
Per fortuna al discount aveva comprato delle birre, 12 bottigliette di Aldo azionò il macchinario e la ruota si sollevò, tenendo i cani sospesi nel
plastica che ora giacevano in parte vuote davanti a lui e in parte nel vuoto, retti solamente dalle loro mascelle.
frigorifero, desolatamente vuoto. Erano due anni che, per alterne vicende, i cani erano finiti nelle sue mani:
Svitò il tappo di una bottiglia che in due sorsi fu finita e cadde a terra. uno era il “pegno” per alcuni pezzi di ricambio trafficati con una famiglia di
Non si curò nemmeno di raccoglierla, intento come era a cercare il Sinti abruzzesi, l'altro gli era stato recapitato perché il padrone era finito in
pacchetto di MS morbide nel marsupio legato sotto la pancia prominente. villeggiatura a spese dello Stato.
Aldo ruttò e si alzò dalla sedia. Rimasero appesi per più di un'ora poi Aldo li fece scendere e li ricompensò
L'esterno di quella che era diventata la sua abitazione era ben nascosto dalla con due galline vive come cena.
folta vegetazione, il resto del suo “territorio” erano cumuli di carcasse di Si era meritato una bella scopata.
automobili che si susseguivano senza soluzione di continuità a vecchi
copertoni squarciati, frigoriferi disintegrati, tonnellate di ferraglia.
Era diventato il guardiano di quel cimitero dell'epoca fordista quasi per
caso: aveva diritto ad abitare lì, a smontare le automobili e venderne i pezzi 3.
in cambio della custodia del posto. La sua pensione di invalidità gli bastava
per andare avanti. - Andiamo a farci un giro, va – Duccio prese in mano la situazione – Qui
Non che ci fosse troppo lavoro da fare: un paio di volte al giorno arrivava vicino c'è il Golf Club, andiamo a farci un bagno in piscina.
qualche camion a scaricare e lui doveva solo aprire il cancello e far - Ma daaaaaai, a quest'ora sarà chiuso – Carlotta era dubbiosa
depositare la roba dove era opportuno. - Scavalchiamo, è una stupidata... fa un caldo in questi giorni, portiamo le
Il resto del tempo lo impegnava nella distillazione illegale di grappa e ai palle al fresco -
suoi cani: se per il primo dei suoi passatempi doveva fare attenzione a non Era la fine di agosto più calda del decennio, le vacanze erano finite per tutti.
farsi scoprire e quindi teneva gli alambicchi ben nascosti in un capanno Fuori, all'aria aperta, si grondava sudore nonostante l'ora tarda.
decrepito, per il suo secondo hobby un cartello sulla cancellata d'ingresso - Dai, chi viene? Andiamo in piscina – Duccio era un leader nato – Non c'è
segnalava di fare attenzione a “cani e padrone”. un cazzo da fare, prendiamo qualche bottiglia e andiamo! Salite sulle

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macchine e seguitemi, a chi serve un passaggio? la rete.


Il vialetto d'accesso alla villa della festa era occupato dalle macchine, - Ma... se ci beccano? - una delle ragazze pose la questione, togliendosi
mentre i ragazzi prendevano posto: sulla Land Rover di Duccio salirono in comunque le scarpe col tacco.
quattro, un paio di Mini Cooper nuove e superaccessoriate si accodarono. - Non c'è mai nessuno a quest'ora, e mio padre è nel consiglio di
Carlotta salì sulla Jaguar di Lollo: sedili in pelle bianca e la custodia di un amministrazione – Duccio si dimostrava sicuro di sé.
CD già pronta per farsi due righe. Piedi nudi sul cofano caldo dell'auto.
Il corteo di auto uscì dal cancello telecomandato, immettendosi su una Un salto di meno di un metro e il gruppo entrò: Lollo rimase per ultimo per
stradina fra i colli. aiutare le ragazze ad entrare, smanacciando le nobili terga delle fanciulle con
Non passava nessuno, musica ad alto volume e bottiglie stappate con la scusa di dare un supporto.
regolarità. - E' bello qui – commentò qualcuno.
Una delle Mini provò a sorpassare la Land Rover in testa, Duccio sterzò e La luna era quasi completamente piena e illuminava il prato.
occupò il centro della strada.
- State dietro, seguitemi! - Duccio si affacciò per urlare al conducente della
Mini.
Ottanta all'ora in stradine strette, Duccio sistemò il retrovisore per guardare le 4.
cosce di Michela, accomodata sul sedile posteriore.
- Che figa – pensò – stasera ci provo. Aldo era sceso sulla Provinciale, a bordo della sua Renault 5 beige.
- Chi vuole fumare? - chiese – Ho fatto un pucciotto, chi vuole è qui... Un faro non funzionava, l'assicurazione era scaduta da anni e i sedili
passatemi da bere... posteriori erano completamente devastati.
L'odore della cocaina mista al tabacco avvolse l'abitacolo. La sigaretta passò Due curve, una rotatoria ed ecco la zona industriale: inferriate arrugginite,
di bocca in bocca, qualche tiro a testa. aiuole piene di sterpaglia, brandelli di sacchetti di plastica sull'asfalto.
Duccio aveva il cervello in pappa per l'alcool e la cocaina. E una decina di prostitute, in ordine sparso e annoiate da una serata
Le tempie pulsavano e la bocca era ormai anestetizzata. fiacchissima: forse il caldo, o il periodo ancora vacanziero, ma di bravi padri
- Siamo quasi arrivati, entriamo da dietro – Duccio fermò la macchina in di famiglia padani neanche l'ombra.
uno spiazzo erboso, riparato da qualche faggio. Le ragazze erano quasi tutte nigeriane, minigonne inguinali e stivali
Sulla sinistra, una rete metallica. altissimi.
Era oggettivamente bassa e dall'altro lato si vedeva l'erba ben curata del Combinazioni cromatiche improbabili, storie di miseria, schiavitù e
prato da golf, litri d'acqua sperperati ogni giorno per il ludibrio di chi si può sfruttamento.
permettere sacche in pelle, mazze, caddies e pomeriggi indolenti a ciondolare Asfalto che trasuda olio, benzina, urina e impregna l'aria, di sottofondo.
fra le colline indossando pantaloni a scacchi. Aldo fece un giro, lento, il braccio penzoloni fuori dal finestrino, gli occhi
- Questo è il Golf Club di Bosco Sparso, ora sposto vicino alla rete il bramosi.
Defender in modo che scavalchiamo comodi. Dietro quella radura c'è la Si trattava di scegliere, come se quelle ragazze fossero solo dei pezzi di
piscina – Duccio risalì in macchina e con la portiera aperta la accostò rasente carne.

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- Venti euro? - fece a quella che gli sembrava la più giovane, fisico sodo e cercando di allontanarsi il prima possibile da quella macchina e da quel
occhi impauriti. mostro.
- Cinquanta - Aldo si grattò le palle, mise in prima e fece ritorno verso casa.
- Te ne do trenta... -
- Trenta solo bocca... -
- Venticinque? -
- Venticinque, solo bocca... 5.
La trattativa era finita.
- Sali - L'unico rumore era quello delle bottiglie che sbatacchiavano fra di loro e del
- Andiamo là, dietro camion... soldi prima - ridacchiare diffuso.
Aldo le allungò due banconote da dieci e una da cinque, stropicciate, e la - Questa me la scopo – Duccio aveva un pensiero fisso, quello di infilarsi
ragazza aprì la portiera. fra le gambe di Michela – e me la scopo stasera.
Chi era quello? Forse gliene aveva parlato qualche collega più esperta, di - Chi vuole un po' di champagne? Vuoi fumare ancora? - Duccio iniziò le
certo era molto sotto lo standard dei clienti abituali, che la facevano salire su manovre di avvicinamento, cingendo la ragazza ai fianchi e offrendole
macchine familiari con le quali il giorno dopo avrebbero accompagnato i figli un'altra sigaretta zuppa di cocaina.
a scuola. Michela prese la sigaretta e ne fece un paio di boccate.
Sporco, rozzo, puzzava. Le labbra avevano perso sensibilità, sentiva la mano di Duccio sul suo
La macchina, a fari spenti, si appartò dietro i rimorchi di due camion. fianco. Le venne la pelle d'oca nonostante la temperatura. Aveva i capezzoli
Aldo iniziò a slacciarsi i pantaloni, le mutande non proprio pulite. turgidi sotto il vestito leggero.
La ragazza si diede da fare, trattenendo i conati di vomito per la scarsa Dopo pochi minuti il gruppo aveva attraversato la piccola radura per trovarsi
igiene dell'uomo. Pensava solamente al modo di tirare su più in fretta davanti alla piscina: le sdraio erano poste ordinatamente in fila.
possibile i soldi per riscattare la propria libertà. L'aria della notte profumava di cloro, ormoni giovanili, erba verde ed
L'uomo ansimava, sudava, le tirava i capelli. estate.
Provò a metterle una mano nelle mutandine, lei fece per respingerlo ma - Pronti a buttarsi? - Lollo si era spogliato, completamente. Aveva gettato su
l'uomo era forte, le sue braccia pelose sembravano come d'acciaio e fece di una sdraio i vestiti e stava aiutando Elisabetta a spogliarsi.
quello che voleva, pizzicandole l'interno delle cosce, il sesso e provando a - Ma non ho il costume – la ragazza cercava di opporre una resistenza più
spingersi verso il culo. verbale che altro. Le mani di Lollo le sfilarono l'abito leggero.
Aldo grugniva sempre più velocemente, fino all'orgasmo. Le sganciò il reggiseno non senza fatica. Il seno era teso, acerbo.
- Scendi, negra - Lollo le appoggiò una mano sul fianco, giocando un po' con l'elastico delle
Il tono era perentorio: non che si aspettasse un grazie ma trovarsi scaricata mutandine, tirandole leggermente verso il basso.
dalla macchina subito dopo aver fatto quello che le era stato chiesto le fece Alla fine la ragazza cedette, sorreggendosi all'amico se le sfilò.
venire un moto di rabbia. Lollo ne approfittò per darle qualche bacio sul collo e passarle poi la lingua
Per evitare problemi aprì la portiera, appoggiò le zeppe sull'asfalto e sputò, in bocca.

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- Io le mutande me le tengo! - Carlotta mostrava un decolletè generoso e e si stava rivestendo


abbronzato. - Che palle che siete... - Duccio si era issato sul bordo della vasca e aveva
Duccio si staccò per un attimo da Michela e spinse la cugina in piscina. infilato i pantaloni senza asciugarsi – Carlotta, le chiavi sono in questa tasca,
- Sei un bastardo! - prendile tu che ho le mani bagnate
- Com'è l'acqua? E' calda? - qualcuno degli altri che aveva assistito alla Carlotta infilò la mano nella tasca destra del cugino per prendere le chiavi
scena si informava prima di tuffarsi. della macchina. Le sue dita sfiorarono l'uccello di Duccio, indugiando un po'.
- Tuffo bomba! - qualcuno si era gettato vestito alzando schizzi d'acqua. Vampata di calore nel cervello del ragazzo.
Volarono in piscina anche le bottiglie portate dalla festa e un paio di sedie - Grazie, te la riporto domani – Carlotta diede un bacio al cugino sulla
sdraio. bocca, la mano che ancora cercava di rovistare in tasca.
L'acqua effettivamente era tiepida, gradevole. - Che troia mia cugina... buono a sapersi, ma prendi il biglietto che stasera
Duccio si caricò sulle spalle Michela e sfidarono Lollo e Elisabetta. mi fiondo Michela... - il ragionamento nella testa di Duccio era semplice.
Le ragazze si spingevano con veemenza, i ragazzi nel frattempo Rimasero in quattro con una bottiglia di vodka quasi piena, ritrovata da
spruzzavano acqua tutto intorno. Carlotta nella macchina di Duccio.
Finirono tutti in acqua, i corpi si sfioravano, le ragazze si abbracciavano e - Dai, facciamoci un giro, questo posto è immenso... -
giocavano a sbaciucchiarsi. - Guardate, le macchinine da golf... - Michela sprizzava entusiasmo alla
Duccio ebbe un'erezione. vista di 6 veicoli elettrici utilizzati per spostarsi sul green – facciamo una
- Se non scopo stasera attacco il cazzo al chiodo – pensò. gara!
Intorno gli altri continuavano a bere e a giocare, sua cugina Carlotta ci stava - Dai... ci sono anche le chiavi... Io e Elisabetta contro Duccio e Michela!
provando spudoratamente con qualunque essere vivente le passasse a tiro. Chi arriva ultimo paga una cena da Momo's! -
Qualcuno era sdraiato sul prato, una ragazza vomitava l'anima. - Ma come si guidano 'sti cosi? -
- Ooh, c'è la Bebe che non si sente bene.... che facciamo? La porto a casa - Facciamo che arriviamo fino all'altro lato del parco... vedete là dove ci
che è meglio? - sono quegli alberi? Chi arriva primo vince! -
Il momento magico si era interrotto. - 3...2...1... Via! -
L'ultimo colpo di coda di quell'estate, il ricordo delle spiagge e dei bagni di Duccio aveva qualche problema nel capire il funzionamento del mezzo che
mezzanotte in Grecia o dal ponte di una barca a vela sull'Argentario erano aveva in mano: la poca ripresa e il volante troppo sensibile lo facevano
stati spazzati via da mix di gamberetti, vino bianco, champagne e rum scuro. sbandare continuamente sul verde brillante dell'erba.
- No, dai, rimaniamo ancora qui.. - - Dai, dai che vinciamo noi! - l'eccitazione di Michela era tangibile ed era
- Oh, ma questa sta proprio male... - data dal mix di alcool e droghe più che dall'adrenalina di una competizione
Altri conati, altri gamberetti sul prato. lenta e compassata come i motori elettrici.
- Duccio, tu rimani ancora? Io vado e porto la Bebe a casa... - uno degli
amici si era ormai rassegnato a riportare indietro chi era stanco della piscina
- Cugi, vado anche io... se tu ti fermi ancora con Lollo lasciami le chiavi
della tua macchina che porto a casa gli altri... - Carlotta era uscita dall'acqua

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6 ragazza era eccitata, non aveva mai visto un posto così desolato e decadente
. - Dai, vieni qui... guarda questa, facciamolo qui – fece Duccio, prendendo
Aprendo il cancello dello sfasciacarrozze, Aldo sentì dei rumori provenire dal per i fianchi Michela e coricandola sul sedile del passeggero di una R5 beige.
Golf Club, appena dietro gli alberi. Michela non si fece pregare, si levò le mutandine e guidò la mano di lui fra le
- Chi cazzo ci sarà a quest'ora? - pensò, prima di parcheggiare la R5 davanti sue cosce.
alla porta di ingresso della sua baracca.
Diede un'occhiata, ma oltre il fitto della vegetazione non scorse nulla.
- Cazzi loro – e andò a controllare i suoi cani prima di sdraiarsi su un
divano misteriosamente chiazzato che spesso gli faceva anche da letto. 8.
Zanzare dalle dimensioni di elicotteri gli ronzavano attorno, provò a
scacciarne un paio con un vecchio giornale ma gli insetti non gli davano Aldo non riusciva a dormire, nonostante il pompino e le numerose birre.
tregua. Le zanzare, il caldo e ora i rumori fuori, nel piazzale.
Nel suo piazzale.
Sentiva i cani guaire nervosi.
Decise di alzarsi dal divano, indossare i sandali distrutti e uscire a controllare:
7. sapeva che la guardia di finanza cercava di stanare i fabbricanti clandestini di
grappa della zona, comminando multe salatissime.
Michela e Duccio vinsero la gara. Aprì la porta e si proiettò all'esterno, brandendo un tubo di una marmitta
L'altra coppia arrivò con cinque minuti di ritardo, il loro mezzo si era nella mano destra.
ribaltato. Fece pochi passi e vide dei movimenti nella sua macchina.
- Abbiamo vinto! - e Michela passò la lingua in bocca a Duccio, che ne Ancora un passo, e riuscì a scorgere due ragazzi che stavano scopando nella
approfittò subito per toccarle le tette, stringerle i capezzoli e metterle una sua Renault 5: sembravano piuttosto giovani.
mano sul culo. Si bloccò a guardarli, eccitato: la ragazza era veramente ben fatta e
Erano arrivati al confine del Golf Club, Duccio già pregustava la scopata a soprattutto metteva molta enfasi nell'atto.
quel punto scontata: aveva portato a casa il risultato anche quella sera. Aldo si infilò una mano nelle mutande.
Regolare.
- Noi proviamo a vedere cosa c'è di qua – disse Duccio prendendo per
mano la ragazza e lasciando gli altri due alla ricerca un posto dove sdraiarsi.
I ragazzi fecero pochi passi fra faggi e cespugli, finchè videro un cancello. 9.
Oltre quello, decine e decine di rottami.
- Guardiamo se c'è un posticino tranquillo qui – era Michela ora a prendere - Dai Michela, ora girati... -
l'iniziativa e trascinò il suo partner oltre la recinzione. - aaah... Duccio... Duccio... -
- Voglio scopare Duccio, facciamolo su una di queste macchine... - la - Girati, ti ho detto – il ragazzo stava mordicchiando l'orecchio della sua

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compagna e nel frattempo provava a farle cambiare posizione Lo voleva a terra, lo avrebbe preso a calci finchè non gli fosse uscito il
- Duccio... c'è uno che ci guarda! - sangue dalle orecchie.
Come morso da un ragno il ragazzo si tirò su e, con l'uccello ancora fuori Michela, intanto, era ancora in macchina, nuda.
dalle mutande, si girò. - Dai, cosa aspetti? Hai paura eh? -
Vide la figura di un omone con una mano nelle mutande e l'altra che
brandiva un tubo di ferro.
- Cazzo hai da guardare, maniaco! - Gli urlò. Stava facendosi una bella
scopata, una meravigliosa scopata – spii tutte le coppiette che trovi, eh 11.
vecchio bavoso? -
Velocemente si infilò le mutande ed estrasse la cinghia dai pantaloni, Erano ormai ad un metro di distanza.
avanzando verso l'uomo. Aldo attese che Duccio facesse la prima mossa: il ragazzo mulinò la cintura
e fece per vibrare un colpo.
Era quello il momento: schivò il colpo e lo colpì con il tubo sulla spalla
sinistra.
9. Il ragazzo perse l'equilibrio, sbilanciato dal movimento a vuoto fatto e dal
colpo ricevuto.
Aldo non rispose, ma schiumava. Aldo colpì ancora, questa volta gli sfiorò il collo.
Come si permetteva quel ragazzino di merda addirittura di insultarlo, E poi ancora, all'altezza del ginocchio.
mentre si trovava a casa sua, sulla sua macchina, a scopare? Chi gli aveva - Basta! Smettetela! Duccio... Lollo! Lollo aiuto! - Michela gridava, ma la
dato il permesso di entrare? coppia di amici era troppo lontana e impegnata a fare altro.
Indietreggiò con un'agilità insolita per la sua mole, tenendo ben fisso Duccio andò a terra ma nel cadere riuscì a colpire con forza l'incavo del
davanti a sé il pezzo di tubo. ginocchio di Aldo.
Fece una decina di metri all'indietro e poi ritornò a fronteggiare il ragazzo, Si udì un crac e i due caddero quasi in contemporanea.
che lo incalzava con la cintura in mano. Ad Aldo la gamba faceva un male bestia, e nella caduta aveva perso anche
la sua arma: il ragazzo gli fu sopra e iniziò a colpirlo in faccia.
Aldo riuscì a levarselo di dosso: aveva gli occhi pesti, il naso rotto e la bocca
fracassata. Anche il ginocchio probabilmente era andato, non riusciva quasi a
10. muovere la gamba.
Il vecchio trovò la forza e il fiato per gridare, sputando sangue e pezzi di
- Vecchio di merda, vieni se hai il coraggio, fammi vedere cosa sai fare, denti:
ciccione schifoso! Fammi vedere quanto sei bravo, segaiolo di un maniaco! - Blek! Dux! -
Capisci la mia lingua? O sei un cazzo di rumeno, eh? - la coca picchiava in I due cani non si fecero pregare: stavano già sbavando e ringhiando e
testa a Duccio, che era pronto a colpire il vecchio con la fibbia della cintura. aspettavano solo il comando per partire all'attacco.

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Due belve. prendeva.


Si gettarono su Duccio, azzannando qualsiasi parte molle. Albeggiava, ormai.
Il ragazzo provò a difendersi, e colpì uno dei due cani, scatenando una Finalmente arrivò alla macchina dei ragazzi, frugò i colpi addossati fino a
reazione ancora più rabbiosa. trovare un mazzo di chiavi.
Blek addentò una caviglia: legamenti recisi, sangue a fiotti. Ci mise un sacco di tempo a posizionare i quattro nell'auto, ancora legati.
Il dolore aveva paralizzato Duccio, che provò con le ultime forze a spostare Aveva il fiatone, bestemmiò.
Dux, che gli stava maciullando una spalla. Appena finì si fumò una sigaretta presa dalle tasche di una delle sue vittime.
Il morso del cane gli bloccò il respiro. La schiacciò con il piede dopo essersela gustata, aveva smesso di sudare e i
Si era cagato addosso, perse conoscenza. battiti cardiaci erano ritornati regolari dopo lo sforzo.
L'ultima scena che vide prima di svenire fu Aldo che si avvicinava a Michela Aldo armeggiò con una corda da traino con la quale fissò l'auto dei ragazzi
con un bastone in mano e, da lontano, gli altri ragazzi che si erano attardati a alla sua: ci mise relativamente poco. Era esperto.
scopare. Guidando pianissimo percorse qualche chilometro in salita rimanendo sulla
Provò a gridare, ma dalla sua bocca uscì solo un rantolo. strada statale, fino ad arrivare ad una curva che aveva una vista mozzafiato
Guardò quello che rimaneva del suo piede, ormai quasi staccato dalla sulla valle sottostante e, particolare non indifferente, non era protetta da
gamba. guardrail.
Poi niente, il buio. Aldo aveva deciso: si assicurò che non passasse nessuno e dopo aver sciolto
la corda che faceva da traino, spostò la sua auto dalla strada.
In una tanica si era portato qualche litro di benzina, con la quale cosparse
gli interni della Jaguar di Lollo.
12. Poi, con un coltellaccio, recise le fascette e il nastro che legava i ragazzi.
Sembravano addormentati sui sedili dell'auto da centomila euro.
Aldo caricò i corpi dei ragazzi sulla sua macchina, legati con del nastro Tolse il freno a mano e mise in folle, poi spinse la macchina per qualche
americano e delle fascette di plastica: semplice precauzione, non si metro, a ridosso della scarpata.
muovevano quasi più. La forza di gravità e il peso del veicolo fecero il resto: la Jaguar sussultò,
Solo una delle ragazze ogni tanto piagnucolava qualcosa, il volto ormai prese velocità, si cappottò su sé stessa, prese fuoco fra le rocce.
irriconoscibile. Continuava a cadere, un bel salto.
Aldo le toccò le tette per l'ultima volta, prima di ammassarla con gli altri I vetri erano ormai distrutti, prima di ripartire con la sua macchina vide un
nel retro della Renault 5. corpo volare fuori dal parabrezza ormai disintegrato.
Ci mise tanto: il ginocchio gli faceva male, i colpi presi si sentivano. Ci Sarebbe stata la solita “strage del sabato sera” e magari, chi lo sa,
Aveva un occhio completamente chiuso e si doveva appoggiare a un avrebbero portato i resti dell'auto proprio al suo sfasciacarrozze.
bastone come stampella d'emergenza.
Anche guidare si rivelò uno sforzo immane: fece la strada sterrata quasi
tutta in prima o in seconda, stringendo i denti per il dolore ogni buca che

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