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Anno scolastico 2008/09

Scuola Primaria Duprè


Classi 2^A, 2^B, 2^C.

RELAZIONE FINALE SUL PERCORSO DI BIOLOGIA.


DAI SEMI ALLE PIANTE:
LE FOGLIE E ALTRE CARATTERISTICHE DELLE PIANTE
STESSE.

L’esperienza.
Durante l’anno scolastico 2008/09, le classi seconde hanno
cominciato il percorso di biologia nel periodo autunnale parlando
delle foglie, già protagoniste della programmazione di
arte/immagine e della programmazione di italiano.
I bambini sono stati invitati a portare a scuola foglie di vario tipo.
Prima hanno avuto la possibilità di manipolarle per la costruzione
di un cartellone sull’autunno. Dopo è stata data a ciascuno di loro
una foglia uguale per tutti (per alcune classi di tiglio, per altre di
cachi). I bambini l’hanno osservata attraverso i 5 sensi, quindi con
le stesse modalità dello scorso anno, poi l’hanno disegnata e
hanno messo per iscritto la loro piccola descrizione personale.
Con la metodologia consueta hanno confrontato le loro descrizioni
e da tale confronto sono uscite fuori le proprietà di quella foglia.
Senza rendersene conto i bambini hanno usato la parola “forma”,
si sono accorti che aveva un “bordo” (un “confine”), un
“gambino”….A questo punto si sono estrapolate le caratteristiche
della foglia in generale: forma, margine, picciolo, ecc.. Il lavoro
sulle foglie è proseguito con la loro classificazione in base al
margine e alla forma. Gruppi di bambini hanno osservato un
insieme di foglie e creato sottoinsiemi ora in base alla forma ora in
base al margine.
I nomi scientifici non sono mai stati dati dall’insegnante
direttamente, ma sono stati i bambini che hanno riconosciuto a
cosa assomigliavano di più e da qui è scaturita la parola giusta.
La maestra ha avuto la funzione di guida.
Successivamente le foglie sono state attaccate dai bimbi su una
grande tabella e classificate in base alle proprietà conosciute.
Limitare il percorso alla foglia sarebbe stato incompleto, quindi
abbiamo proseguito pensando di individuare e classificare altre
parti delle piante: fusto e radici.
Abbiamo seminato di nuovo i fagioli, ma questa volta in un
vasetto di vetro per vedere anche le radici; alcuni bambini hanno
portato piantine da casa e anche la maestra ha fatto la sua parte.
Sono arrivati in classe sedani, ciclamini, edera, patate, carote,
varie piantine del cortile, ecc…Tutte sono state descritte a voce e
per iscritto, talvolta individualmente, talvolta con lavori di gruppo,
ad occhio nudo e con l’uso dello stereomicroscopio. Le
osservazioni, le descrizioni e le rappresentazioni grafiche si sono
ripetute anche a distanza di tempo per registrare i cambiamenti
della piantina. Tutti i concetti ai quali alla fine siamo arrivati, sono
stati fissati sui cartelloni.

L’atteggiamento dei bambini.


I bambini, dopo l’esperienza effettuata lo scorso anno scolastico,
erano già abituati a lavorare con questo metodo sperimentale e si
sono dimostrati dei buoni osservatori. Non si sono verificati, al
contrario del precedente anno, momenti di stanchezza o di noia: in
generale l’interesse si è mantenuto costante e ad un livello buono.
Hanno partecipato più volentieri alle attività proposte, soprattutto
a quelle di gruppo e a quelle che richiedevano l’utilizzo dello
stereo microscopio.
Una volta fuori dall’aula hanno cercato di applicare i concetti
imparati osservando e classificando vari aspetti delle piante da
loro trovate a casa o nel cortile della scuola.
Un traguardo, secondo noi importante, è che gli alunni si sono
avvicinati spontaneamente al concetto di “vivente”: essi stessi
hanno cominciato a” tirar fuori” osservazioni che li hanno
indirizzati verso l’intuizione delle caratteristiche fondamentali
della vita: nascere, nutrirsi, crescere,morire, riprodursi.

Considerazioni delle insegnanti.


Il percorso svolto ha richiesto molto tempo. Sicuramente ai
bambini è stato fornito un numero di contenuti minori rispetto ad
una didattica tradizionale, ma hanno raggiunto competenze più
profonde e significative. E’ rimasto loro l’interesse e la curiosità,
per cui sono essi stessi a voler conoscere nuovi contenuti. Al
centro dell’intero percorso non c’è il programma da svolgere, ma
l’alunno che “impara ad imparare”. L’insegnante a volte ha avuto
la sensazione di non procedere nel lavoro. Al contrario gli alunni,
già abituati a lavorare con questo metodo, hanno risposto sempre
con entusiasmo e spirito di osservazione.

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