Sei sulla pagina 1di 16

Prototipo al laser per la

determinazione delle polveri sottili


in aria
Autori: Trevisani Enrico
Paolo Menegatti
Fabio Negri
Ferri Fabio

A.S. 2009/2010
Liceo “L. Ariosto Ferrara”
Indirizzo Sc. Tecnologico
L’idea del prototipo

Per risolvere le difficoltà di misurazione degli attuali


metodi di rilevamento meccanico (impattori) delle polveri
sottili abbiamo pensato ad un nuovo metodo di analisi
basato sulla diffrazione della luce che discriminasse in
base alle dimensioni il particolato aerodisperso.
Principio di funzionamento

A volte capita di poter vedere la luce


del sole filtrare attraverso la foschia
ottenendo un effetto simile a quello
della foto.
Questo effetto è causato dalla dispersione della luce
quando questa attraversa dei corpuscoli di dimensioni
paragonabili a quella della lunghezza d’onda.
Secondo questo fenomeno (effetto Tyndall)
all’aumentare della concentrazione o delle dimensioni
dei corpuscoli attraversati si ottiene un aumento della
diffrazione.
Principio di funzionamento

Se si utilizza un normale diodo laser, o una luce di bassa


intensità, non sarà possibile vedere il raggio.
Fascio non visibile Luce visibile
Puntatore laser sul muro

Ma aumentando la potenza del fascio, o facendogli


attraversare una nebbia, il raggio diventa a tratti visibile
Principio di funzionamento

Il raggio diventa visibile in quanto


si ha un fenomeno di diffusione,
che dipende appunto
dall’intensità della luce e dalla
concentrazione dei corpuscoli.
Posizionando un fotorilevatore
vicino al raggio del laser, si potrà
rilevare la quantità di luce
dispersa, e di conseguenza avere
una stima della quantità di
pulviscolo.
Principio di funzionamento

Utilizzando un laser all’argon, regolato ad una potenza abbastanza


elevata, si è diretto il fascio all’interno di un tubo.
In un tratto il tubo metallico è interrotto, e vi è al suo posto un tubo in
plastica, che impedisce il passaggio dell’aria, ma non quello della luce.
Una macchina fotografica ed un fotorilevatore sono sistemati
in corrispondenza del tubo in plastica
A intervalli di tempo regolari si scatta una foto, e si legge la quantità
di luce che colpisce in quell’istante il fotorilevatore
Usando il programma ImageJ (o senza) si conta il numero
di particelle.
Si costruiscono infine dei grafici particelle-tempo e particelle-quantità
di luce.
Schema del laser
Schema del laser

Fotorilevatore

Tubo metallico

Tubo in plastica

Laser
Approfondimento sull’effetto Tyndall

Secondo l’effetto Tyndall la luce viene riflessa non solo in


base alla quantità di pulviscolo, bensì anche secondo la
lunghezza d’onda.
Infatti se la lunghezza d’onda si dimezza, la quantità di
luce diffusa aumenta di 16 volte!
Quindi la luce con lunghezza d’onda minore, come il viola,
o l’azzurro viene diffusa in misura molto maggiore,
colorando il cielo, mentre la luce gialla o con
lunghezza d’onda minore passa indisturbata.
Approfondimento sull’effetto Tyndall

Al tramonto a luce del sole attraversa una quantità


maggiore di atmosfera, e viene diffusa anche
la luce gialla.
Infatti al tramonto gli oggetti appaiono rossi
(l’unica lunghezza d’onda che riesce a passare),
mentre il cielo resta praticamente blu.
Documentazione dell’esperimento

Messa a punto Fascio di polveri


Dispositivo costruito impattato dal laser
dell’oscilloscopio
Elaborazione dati
Rappresentazione grafica delle particelle impattate
con una tensione elettrica determinata

6
Differenza di potenziale (mV)

0
0 20 40 60 80 100 120
Numero di particelle
Elaborazione dati

La quantità di luce riflessa (interpretata dall’oscilloscopio


come millivolt) e il numero di particelle sono legati
da una funzione lineare, descritta dalla curva.
Ossia all’aumentare della quantità di polveri, la luce
riflessa aumenta in proporzione.
Elaborazione dati
Grafico delle particelle rilevate in funzione del tempo

140

120

100
Numero di particelle

80

60

40

20

0
0 5 10 15 20 25 30 35
Tempo (min)
Elaborazione dati

Il legame fra il tempo e il numero di particelle


è più complesso.
Il numero di particelle diminuisce in proporzione
alla quantità di polveri presenti. Se per esempio
la quantità di polveri si dimezza (in quanto cadono
per gravità) ogni 5 minuti, la quantità di polveri totale
diminuirà sempre più lentamente.
Sul grafico si avrà quindi un’iperbole.
Conclusioni sull’esperimento

Questo metodo non è nato con l’intento di essere


il migliore, bensì come prototipo di un principio
che un giorno potrà essere sfruttato al meglio,
ottenendo rilevatori di polveri rapidi, efficienti
ed economici.

Partendo da ciò speriamo quindi di ottenere un giorno


una possibile alternativa agli impattori attualmente usati.

Potrebbero piacerti anche