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- dichiarazione di conformità
- visita e prova in caso di smarrimento del precedente certificato
- duplicato per deterioramento del precedente certificato
Il ceritificato non è nominativo in quanto contiene i dati tecnici del veicolo ma
non quelli del proprietario del cicolomotore e quindi non costituisce titolo di
proprietà del veicolo. Il documento segue il veicolo dalla sua messa in strada
fino alla sua demolizione.
Il certificato di idonietà tecnica contiene essenzialmente:
- numero di identificazione (numero di teleaio) del veicolo
- dati e caratteristiche tecniche del veicolo.
I mezzi d'opera sono una particolare categoria di veicoli che pur superando i
limiti di massa:
LIMITI DI SAGOMA
Lunghezza
Larghezza
Numero di Assi
distanza tra i vari assi
Elementi di fisica
Peso: il peso è l'azione della forza gravitazionale che la terra esercita sul
corpo(per esempio un veicolo) secondo la direzione dell'accelerazione di
gravità (perpendicolarmente alla superficie terrestre.
P= m g
La massa è invece una proprietà intrinseca del corpo che non varia da un
punto all'altro della superficie e nemmeno nel vuoto.
Pesando il corpo con una bilancia analitica (bilancia a due piatti, che
paragona la massa del corpo su di un piatto con una massa nota sull'altro
piatto) si ottiene sempre la stessa misura indipendentemente dal punto in cui
si effettua la misurazione. La massa è una grandezza scalare (In fisica,
una grandezza scalare è una grandezza fisica che viene descritta, dal punto di
vista matematico, da uno scalare, cioè da un numero reale associato ad un'unità di
misura ) e valgono:
m = P/g F= (P/g) a
Forza = m a
Potenza
Lavoro
L=FS
Coppia
Data una leva, si definisce il momento di una forza in termini rigorosi come il prodotto
vettoriale tra la forza applicata in un punto e la distanza tra quel punto e il fulcro della
leva. L'effetto prodotto è di fare ruotare la leva intorno al fulcro e il vettore "momento
torcente" è disposto lungo la direzione dell'asse di rotazione.
Matematicamente si ha:
dove:
• T è il momento torcente.
• r è il vettore distanza tra il fulcro ed il punto di applicazione della forza
• F è la forza applicata.
L'unità di misura del momento torcente nel Sistema internazionale di unità di misura è
il newton per metro (Nm), detto anche newton-metro.
dove:
Aderenza
Con accezione più tecnica, la forza che si oppone allo scorrimento relativo di
due superfici a contatto; un caso tipico è quella che si sviluppa tra la ruota
motrice di un veicolo e l'asfalto, data dal prodotto del peso del carico
gravante sulla ruota per il coefficiente di attrito (o coefficiente di attrito
statico), massimo quando le superfici che vengono a contatto sono asciutte o
anche completamente bagnate, minimo quando sono appena umide, fangose
o ricoperte di grasso, ecc...
ELEMENTI DI FISICA
Accelerazione
Il moto di un veicolo stradale che percorre una curva può essere studiato
come un moto circolare uniforme assimilando il tratto di strada in curva ad
un settore della circonferenza.
Lo studio degli effetti della forza centripeta, della forza centrifuga e del peso
su un veicolo stradale che percorre una curva è estremamente importante ai
fini della stabilità di marcia. Dal bilancio delle forze che agiscono in senso
orizzontale sul veicolo si ricava che l'azione della forza centrifuga diretta
verso l'esterno della curva è contrastata dall'azione della forza di aderenza
delle ruote diretta verso l'interno della curva che può essere al massimo a
Fa=p*µs (limite dovuto all'aderenza). Si ha che:
Dal bilancio dei momenti delle forze che agiscono sul veicolo si ricava che
quando Fc*h (momento ribaltante che tende a far ribaltare il veicolo) è
superiore a P*(l/2) (momento stabilizzante che contrasta il momento
ribaltante il veicolo si ribalta.
ELEMENTI DI FISICA
Resistenza al Moto
Lo studio della della resistenza al moto dei veicoli a motore è fondamentale
per il corretto dimensionamento del propulsore (potenza, coppia). Lo studio
conduce alla definizione dell'equazione della trazione dalla quale si individua
la resistenza totale che incontra il veicolo nella marcia su strada nelle varie
condizioni (Carico pendenza della strada, etc)
Nelle applicazioni automobilistiche, due situazioni di marcia appaiono
meritevoli di approfondimento in quanto particolarmente ricorrenti:
Pertanto, la forza resistente totale che incontra un veicolo che marcia con
moto uniforme vale
Rtot=Rr+Ra+Rp
Rtot = f · P + Cx · S · ½ · ρ · (V)2 +i · P
Concetti sull'attrito
L'attrito (o forza d'attrito) è una forza dissipativa che si esercita tra due superfici a
contatto tra loro e si oppone al loro moto relativo. La forza d'attrito che si manifesta tra
superfici in quiete tra loro è detta di attrito statico, tra superfici in moto relativo si parla
invece di attrito dinamico.
• L'attrito radente è dovuto allo strisciamento (ad esempio, l'interazione tra due
superfici piane che rimangono a contatto mentre scorrono l'una rispetto
all'altra)
• L'attrito volvente si presenta quando un corpo cilindrico o una ruota rotola senza
strisciare su una determinata superficie.
i= V/R
dove :
intensità dim I
I J candela cd
luminosa
Visibilità
Il conducente di un veicolo a motore deve disporre di un adeguato campo di
visibilità verso la parte anteriore che dipende essenzialmente dalle
caratteristiche costruttive della carrozzeria( forma del parabrezze,
dimensione dei montanti del parabrezza, accessori installati nella parte
anteriore del veicolo)
Le principali prescrizioni fissate dalla norma che garantiscono un adeguato
campo di visibilità nell'arco di 180° verso la parte anteriore riguardano:
• l'esistenza di un numero determinato di punti di riferimento sulla
superficie trasparente del parabrezza individuati rispetto alla posizione
del conducenye
• il contenimento dei valori degli angoli d'ostruzione dei montanti. Entro
valori determinati; per montanti si devono intendere gli elementi che
costituiscono i supporti del tetto nella zona anteriore del veicolo.
In linea generale si può dire che il campo di visibilità del conducente può
essere ostruito solamente da :
• deflettori laterali fissi
• antenne radio esterne
• dispositivi retrovisori
• dispositivi tergicristallo
Caratteristiche tecniche
Le caratteristiche tecniche fondamentali dei pneumatici sono:
• larghezza nominale della sezione (S), espressa, di norma in
millimetri (ad es.: 315/80 R 22,5 154/145M);
• rapporto nominale d'aspetto, che rappresenta l'altezza del fianco
(H) espressa come rapporto tra l'altezza nominale e la larghezza della
sezione moltiplicata per 100 ( ad esempio : 315/80 R 22,5 154/145
M); nell'esempio l'altezza del fianco e il 80% della larghezza e cioè
(315x89:100)
• tipo di struttura, che indica l'insieme delle caratteristiche tecniche
della carcassa: diagonale, diagonale cinturata, radiale (315/80 R 22,5
154/145 M)
• diametro di calettamento del cerchio (D), espresso in pollici, sul
quale viene montato il pneumatico (ad es.: 315/80 R 22,5 154/145 M)
• indice di carico (ad es.: 315/80 R 22,5 154/145 M) e indice di
velocità ( ad es.: 315/80 R 22,5 154/145 M) che individuano
rispettivamente il carico massimo ammissibile e la velocità massima
ammissibile per il pneumatico; quando sono presenti due indici di
carico ( ad es.: 315/80 R 22,5 154/145 M) il primo si riferisce al
singolo pneumatico, il secondo al doppio pneumatico (ruote gemellate)
• altre pneumatici di tipo neve ( contraddistinti da sigla “M+S” o “MS”
o “M-S” o “M&S”); pneumatici senza camera d'aria ( contraddistinti da
sigle del tipo “TUBLESS” o “TUBE TYPE”);pneumatici rinforzati
(contraddistinti da sigla del tipo “RINFORCED”); pneumatici
rigenerabili ( contraddistinti da sigla del tipo “REGROVABLE”).
Efficienza ed usura
I pneumatici devono essere :
• sempre in perfetta efficienza,
• privi di lesioni,
• non usurati; la profodità degli intagli principali (nella zona
centrale del battistrada che copre i ¾ della superficie) deve essere pari
almeno a :
◦ 1.60 mm per autoveicoli, filoveicoli e rimorchi
◦ 1.00 mm per motoveicoli
◦ 0.50 mm per ciclomotori.
Le sospensioni
Le sospensioni assorbono le sollecitazioni causate dalla strada
garantendo l'aderenza delle ruote al terreno ed assicurando una
marcia confortevole, stabile e sicura.
Le sospensioni sono costituite da:
• elementi elastici, che assorbono le sollecitazioni dovute alle
irregolarità della strada (molla,balestra, molle di torsione, aria nelle
sospensioni pneumatiche, ecc)
• ammortizzatori, che smorzano le oscillazioni che si innescano a
causa degli elementi elastici (di norma, del tipo ad aria o ad olio)
I veicoli pesanti possono essere muniti di:
• dispositivo sollevatore di un assale, che consente di sollevare da
terra le ruote di un asse (generalmente l'ultimo asse posteriore)
◦ per la marcia normale a veicolo scarico, oppure
◦ per lo spunto su terreni con poca aderenza; in tale modo il
carico del veicolo si riversa sulle ruote motrici aumentando la forza
di trazione;
• assale posteriore autosterzante (le ruote girano seguendo la
traiettoria della curva) che consente di percorrere curve senza
eccessivo strisciamento (e quindi consumo) delle ruote sul terreno
Cinture di sicurezza
• Le cinture di sicurezza sono dispositivi a cinghia progettati e
costruiti per ridurre i rischi derivanti da eventuali collisioni o
improvvise decellerazioni del veicolo.
• Le cinture di sicurezza sono costituite da cinghie minite di opportuni
sistemi di regolazione e di elementi di fissagio.
Tali dispositivi sono installati all'interno dei veicoli a motore e sono
solidali alla struttura portante ovvero ai sedili in corrispondenza dei
posti a sedere.
• Le cinture di sicurezza sono di tre tipi:
◦ a due punti di ancoraggio (subaddominale e diagonale),
◦ a tre punti di ancoraggio (con o senza riavvolgitore),
◦ a quattro punti di ancoraggio
• Le cinture di sicurezza installate sui veicoli a motore devono essere di
tipo omologato (gli estremi di approvazione risultano da apposita
targhetta applicata sulla cintura).
Gli autoveicoli in circolazione devono essere dotati di cinture di
sicurezza se ne è previsto l'obbligo di installazione in base alle vigenti
prescrizioni della normativa comunitaria. Sono esclusi dall'obbligo
dell'installazione delle cinture di sicurezza i veicoli non predisposti fin
dall'origine di appositi ancoraggi.
Dati di identificazione
IL NUMERO DI TELAIO
La composizione alfanumerica del numero di telaio è impresso con
stampigliatura a freddo in fase di assemblaggio del veicolo dalla casa
costruttrice ed è il vero sistema di identificazione dello stesso.
L’ art. 74 del C.d.S. prescrive:
“ 1. I ciclomotori, i motoveicoli, gli autoveicoli, i filoveicoli e i rimorchi
devono avere per costruzione:
a) omissis;
b) un numero identificativo impresso sul telaio, ancorchè una struttura
portante o equivalente, riprodotto in modo tale da non poter essere
cancellato o alterato.
2. la targhetta ed il numero di identificazione devono essere collocati in
punti visibili, su una parte del veicolo che normalmente non sia suscettibile
di sostituzione durante l’utilizzazione del veicolo stesso.”.
Nel nostro paese il decreto del Ministro dei trasporti del 30 Settembre 1978
ha recepito la direttiva CEE 78/507, che ha imposto per i veicoli, esclusi i
motocicli e ciclomotori, omologati a partire dal 1983 una codifica del
numero di telaio basata su alcune regole comuni.
Essa prevede una combinazione di lettere e numeri che renda possibile il
riconoscimento inequivocabile di ogni veicolo per un periodo di almeno
tren’anni.
Con il D.M. 03.11.94 che recepiva la direttiva n. 93/34/CEE, anche i
ciclomotori, motoveicoli e veicoli a tre ruote seguono le stesse regole già
fissate per tutti gli altri veicoli.
La sigla di identificazione detta anche “V.I.N.”, dalle
iniziali di Vehicle Identification Number, è costituita da
una combinazione alfanumerica attribuita dal
costruttore ad ogni singolo veicolo, deve essere
punzonata in punto visibile e su struttura portante
ossia non soggetta a sostituzione ed è costituita da tre
sezioni, per un totale di 17 caratteri alfanumerici.
ELEMENTI DI FISICA
Dispositivi di illuminazione
• I dispositivi di illuminazione e segnalazione visiva installati sui
veicoli hanno specifiche caratterstiche in relazione alla
funzione che devono svolgere:
▪ luci di posizione anetriore e posteriori: servono a segnalare
la presenza e la larghezza del veicolo visto dalla parte anteriore;
▪ proiettori abbaglianti: servono ad illuminare in profonita il
piano stradale antistante il veicolo;ù
▪ proiettori anabbaglianti: servono ad illuminare il piano
stradale antistante il veicolo senza abbagliare i conducenti dei
veicoli provenienti dal senso opposto di marcia;
▪ luci di ingombro: servono ad indicare chiaramente la
larghezza del veicolo “fuori tutto”. L'installazione dei dispositivi è
obbligatoria per i veicoli aventi larghezza superiore a 2,10 m
(facoltativa per quelli aventi larghezza compresa tra 1,80 e
2,10m)
▪ proiettori fendinebbia anteriori: servono a migliorare
l'illuminazione della strada in caso di nebbia, caduta di neve,
pioggia, nubi di polvere: sono installati nella parte anteriore del
veicolo. Tali dispositivi non sono obbligatori per nessuna
categoria di veicoli.
▪ Indicatori di direzione: servono a segnalare agli altri utenti
della strada che il conucente intende cambiare direzione verso
destra o verso sinistra: sono installati nella parte anteriore,
posteriore e laterale del veicolo;
▪ segnalazione di emergenza (quando funzionano tutti gli
indicatori di direzione simultameamente): serve a segnalare il
pericolo rappresentato momentaneamente dal veicolo per altri
utenti della strada. Tali dispositivi sono obbligatori per i veicoli
omologati a partire dall' 1.1.1989;
▪ proiettori per la retromarcia: servono ad illuminare il piano
stradaleretrostante al veicolo e contemporaneamente ad
avvertire gli altri utenti della strada che il veicolo effettua o sta
per effettuare la retromarcia; sono installati nella parte
posteriore del veicolo. Tali dispositivi sono obbligatori per i
veicoli omologati a partire dal 01.01.1989;
▪ luci di arresto servono ad indicare agli altri utenti della strada
che si trovano dietro il veicolo che il conducente sta azionando il
freno di servizio: sono installati nella parte posteriore.
E' consentita l'installazione di una terza luce di arresto
supplementare nella parte posteriore dei veicoli stradali (nuovi
o in circolazione) a condizione che sia di tipo approvato e sia
installata in posizine simmetrica ed ad un altezza superiore a
quella dei dispositivi obbligatori;
▪ dispositivo di illuminazione della targa di
immatricolazione: serve ad illuminare o rendere leggibile la
targa di immatricolazione posteriore del veicolo;
▪ luci posteriori per nebbia: servono per rendere visibile il
veicolo dalla parte posteriore in caso di forte nebbia: sono
installate nella parte posteriore del veicolo. Tali dispositivi sono
obbligatori per i veicoli omologati a partire dall'01.01.1989
mentre sono facoltativi sui veicoli già circolanti.
▪ Luci di stazionamento: servono per segnalare la presenza di
un veicolo in sosta in un centro abitato (possono sostituire le
luci di posizione);
▪ luci di posizione laterali: servono ad indicare la presenza del
veicolo visto lateralmente. L'installazione è obbligatoria per i
veicoli omologati a partire dall'01.10.1993 e aventi lunghezza
superiore a 6 m. Numero: tale che la distanza tra due dispositivi
non sia superiore a 3m ed il dispositivo posteriore non disti più
di 1 m dal filo posteriore della carrozzeria;
▪ catadiottri: servono a segnalare la presenza di un veicolo
mediante riflessione della luce proveniente da una sorgente
luminosa estranea al veicolo stesso.
La recente normativa cominitaria impone l'installazione di:
▪ catadiottri anteriori: sono obbligatori per rimorchi e
semirimorchi, sono facoltativi per gli autoveicoli.
▪ Catadiottri posteriori: sonoobbligatori per
autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (quelli di rimorchi
e semirimorchi devono avere forma triangolare)
▪ catadiottri laterali: sono obbligatori per autoveicoli e
rimorchi aventi lunghezza superiore a 6m e devono
essere installati secondo le prescrizioni valide per
l'installazione delle luci di posizione laterale.
▪
▪ Luci di marcia diurna: servono a rendere più facilmente
visibile il veicolo durante la circolazione diurna.
LA CONVEZIONE
La propagazione del calore nei liquidi e nei gas avviene prevalentemente per
convezione, e comporta un effettivo moto delle particelle di fluido tra punti a
temperature differenti; in effetti, se si produce una differenza di temperatura
all'interno di un liquido o di un gas, si stabilisce una corrente materiale di
fluido. Il movimento può essere naturale o forzato. Se un liquido o un gas
viene riscaldato, la sua densità ñ (massa per unità di volume Kg/m3)
diminuisce. Trovandosi in un
campo gravitazionale, la parte di fluido più calda, e quindi meno densa, sale,
mentre la parte più fredda scende. Questo movimento, dovuto solo alla non
uniformità della temperatura nel fluido, viene detta convezione naturale. La
convezione forzata invece si ottiene se il fluido è sottoposto artificialmente a
un gradiente di pressione, che lo mette in movimento, secondo le leggi della
meccanica dei fluidi. Assistiamo a un esempio di convezione naturale nel
riscaldamento di una stanza, durante il quale l'aria calda viene spinta a salire
lungo i muri, mentre l'aria più fredda
è attirata verso il radiatore. Poichè l'aria calda tende a salire e l'aria fredda a
scendere, si ottiene la massima efficacia di funzionamento da radiatori e
condizionatori d'aria installando i primi presso il suolo, e i secondi vicino al
soffitto. Il fenomeno della convezione naturale favorisce la risalita dell'aria
calda e del vapore nelle caldaie, e l'aspirazione dell'aria nei camini. La
convezione spiega inoltre il movimento delle grandi masse d'aria intorno alla
Terra, l'azione dei venti, la formazione delle nuvole, le correnti oceaniche e il
trasferimento di calore dall'interno alla superficie del Sole.
IRRAGGIAMENTO
Il trasferimento di calore, da un corpo a temperatura più alta ad un corpo a
temperatura più bassa per irraggiamento ha caratteristiche notevolmente
diverse rispetto alle due modalità precedenti: si tratta infatti di un fenomeno
essenzialmente elettromagnetico, senza l’intervento di mezzi materiali, che lo
conducano lo trasportino con moto convettivo, non richiede il contatto diretto
tra i corpi e può avvenire anche nel vuoto. In tal caso la trasmissione del
calore sotto forma di onde
elettromagnetiche, ciò mediante radiazioni emesse dalla sorgente termica.
NOZIONI COMPLEMENTARI
Revisione singola
Qualora sorgano dubbi sulla persistenza dei requisiti di sicurezza, rumorosità
ed inquinamento previsto dalle norme (ad esempio, inefficienza dell'impianto
di frenatura con perdite di olio o di aria, deformazione della struttura
portante, rumorosità eccessiva dello scarico, etc) l'organo accertatore invia
una segnalazione all'UMC che può disporre la revisione singola
(straordinaria) del veicolo emanando uno specifico provvedimento ai
sensi dell'art.80 CDS. La visita di revisione singola è di esclusiva competenza
degli UMC.
Elementi di fisica
Conoscenza delle varie parti componenti il circuito elettrico.
• L'impianto elettrico è costituito da:
▪ accumulatore di carica elettrica (batteria); la batteria
accumula la carica elettrica generata dal generatore di corrente
(dinamo o alternatore);
▪ un generatore di corrente (alternatore o dinamo);
l'alternatore (attualmente utilizzato) è un generatore di carica
elettrica azionato da una cinghia collegata all'abero motore che
produce corrente anche a bassi regimi.
• L'accumulatore utilizzato nel campo automobilistico è una batteria
con piastre di piombo (positive e negative) immerse in una soluzione
di acqua distillata e acido solforico. La batteria a corrente continua
fornisce una tensione di 12 volt oppure di 24 volt.
• L'alternatore è un generatore di corrente alternata munito di appositi
diodi al silicio che raddrizzano la corrente alternata in corrente
continua. La corrente (carica elettrica) viene utilizzata per tenere
costantemente carica la batteria e per alimentare i vari utilizzatori
elettrici del veicolo. L'alternatore viene largamente utilizzato su tutti i
veicoli a motore per le sue caratteristiche di robustezza, affidabilità e
per il peso contenuto.
• La corrente elettrica generata viene inviata al regolatore di tensione
che ha il compito di mantenere costante il valore della tensione.
Circolazione di Prova
I veicoli adibiti alla circolazione di prova non sono obbligati a munirsi della
carta di circolazione. L'autorizzazione alla circolazione di prova è rilasciata dal
Ministero delle infrastrutture e dei trasporti attraverso gli Uffici Provinciali
della Motorizzazione, ed ha validità annuale, le modalità per il rilascio, la
revoca ed il rinnovo dell'autorizzazione sono stabilite con il decreto del
prefato dicastero del 20 novembre 2003 n. 374. L'autorizzazione è
utilizzabile per la circolazione di un solo veicolo per volta ed è tenuta a bordo
dello stesso. Sul veicolo è presente il titolare dell'autorizzazione medesima o
un suo dipendente munito di apposita delega ovvero un soggetto in rapporto
di collaborazione funzionale con il titolare dell'autorizzazione, purchè tale
rapporto sia attestato da idonea documentazione e il collaboratore sia munito
di delega.
Foglio di via
1. Gli autoveicoli, i motoveicoli e i rimorchi che circolano per le operazioni di
accertamento e di controllo della idoneità tecnica, per recarsi ai transiti di
confine per l'esportazione, per partecipare a riviste prescritte dall'autorità
militare, a mostre o a fiere autorizzate di veicoli nuovi ed usati, per i quali non è
stata pagata la tassa di circolazione, devono essere muniti di un foglio di via e
di una targa provvisoria rilasciati da un ufficio provinciale della Direzione
generale della M.C.T.C.