Sei sulla pagina 1di 77

Jean-Patrick Manchette

Fatale
Postfazione di Jean Echenoz
Traduzione di Gualtiero De Marinis

Titolo originale: Fatale


1977, Editions Gallimard
1998, Giulio Einaudi editore

ma bien-aime

1.

I cacciatori erano sei. Perlopi sulla cinquantina e oltre, a


parte due giovani dallaria beffarda. Indossavano camicie a quadri,
gil di montone, soprabiti di tela impermeabile color kaki, scarpe
pi o meno alte e berretti. Uno dei giovani era piuttosto magro,
cos come uno dei cinquantenni, un farmacista con occhiali e
capelli bianchi a spazzola. Tutti gli altri erano panciuti e sanguigni,
soprattutto Roucart. Avevano fucili a due o tre colpi, caricati a
pallettoni, buoni per la caccia ai volatili. Avevano tre cani, due
bracchi e un setter gordon. Da qualche parte a nord-est dovevano
esserci altri cacciatori perch si sent un colpo, poi un altro, a un
chilometro, un chilometro e mezzo di distanza.
Giunsero al limite della zona paludosa. Dieci metri pi in l,
dopo una serie di giovani betulle, poco pi alte di un uomo, si
ritrovarono in mezzo al fruscio dei cedui e dei grandi alberi,
soprattutto betulle e pioppi. Il gruppo si apr. Cerano delle pozze
dacqua. Da nord-est arriv ancora il suono di quattro o cinque
colpi di fucile lontani, un crepitio basso. Un po pi tardi si
sparpagliarono decisamente. Dopo tre ore di caccia non avevano
ancora ucciso niente. Erano frustrati e di cattivo umore.
A un certo punto Roucart cominci a discendere verso un
avvallamento stretto e umido, pieno di foglie marce. Procedeva a
fatica perch il peso della pancia lo spingeva in avanti. Per non
cadere era costretto ad appoggiarsi sui talloni e gettare la testa
indietro. Aveva una testa a forma di pera, con la punta rivolta
verso lalto, il cranio calvo e rosso sotto il berretto verde-marrone,
stile commando. La pelle del viso era rossa, gli occhi azzurro vivo
e le sopracciglia bianche. Il naso era corto e schiacciato, con
grandi narici da cui spuntavano peli bianchi. Si ferm in fondo
alla scarpata per prender fiato. Mise gi il fucile e appoggi la
schiena contro un albero. Port automaticamente la mano al
taschino alla ricerca di una sigaretta, poi si ricord che aveva
smesso di fumare da tre settimane e lasci ricadere la mano. Era
insoddisfatto. Allimprovviso ud un colpo di fucile a meno di
cento metri e poi un cane male addestrato che abbaiava. Roucart
non aveva cani con s. Senza staccare la schiena robusta
dallalbero, si sporse in avanti e tese lorecchio, con la bocca
semiaperta, nella direzione da cui era arrivato il rumore, ma non
sent nullaltro che il mormorio delle foglie e poi qualcuno che
scendeva nellavvallamento dietro di lui. Gir la testa con uno
sforzo e vide, immobile, ai piedi del pendio, a quattro passi di
distanza, una ragazza magra con un impermeabile marrone chiaro,
scarpe di gomma, cappello da pioggia sui lunghi capelli scuri. E
un calibro 16 a tracolla.
- Perbacco! Ma guarda chi si vede! Mlanie
Horst! esclam Roucart staccando precipitosamente il
sedere dal tronco e tirando indietro la pancia. Ma che sorpresa!

Ma come possibile? Bambina mia, credevo che lei ci avesse


lasciato definitivamente
Lei sorrise appena. Poteva avere trenta, trentacinque anni.
Aveva gli occhi scuri e un viso delicato. Il suo accenno di sorriso
scopri appena i denti piccoli e regolari. Roucart si fece avanti
chiamandola bambina mia con un tono quasi paterno, mentre
con i grandi occhi azzurri non si stancava di andare avanti e
indietro sul profilo magro della ragazza. Era molto stupito di
vederla l, un po perch lei non era affatto una cacciatrice e un
po perch aveva salutato tutti il pomeriggio del giorno prima e
aveva preso un taxi per la stazione.
- Questa s che una sorpresa! Una bella sorpresa! grid
mentre lei imbracciava il calibro 16, lo puntava contro di lui e,
prima ancora che lui smettesse di sorridere, gli scaricava le due
canne nello stomaco.
Rimase disteso sulla schiena sul pendio ricoperto di foglie
marce. Aveva il torace pieno di buchi e il soprabito color kaki
sollevato sul mento a causa dellimpatto e la camicia a quadri
mezza fuori dai pantaloni. La testa nuda di Roucart era inclinata e
riversa su un lato, con la guancia appoggiata alla melma, gli occhi
e la bocca aperti, il berretto in terra, rivoltato. Un po di saliva gli
luccicava sulle labbra. Luomo ebbe una leggera contrazione delle
palpebre e poi mori. In lontananza si sent il suono innocente di
tre spari. La ragazza se ne and.

2.

Arriv in stazione che era gi notte. Aveva rovesciato


limpermeabile double-face che era marrone chiaro da un lato e
bianco dallaltro. Sui capelli scuri aveva annodato un foulard rosso
e portava grossi occhiali con una montatura a quadretti bianchi e
neri. La bocca della ragazza in quel momento conservava le tracce
di un rossetto scarlatto. Non cera molta gente in stazione. Una
famiglia araba con tre bambini attendeva su una panchina
sbucciando delle arance. Alcuni operai passarono con gli attrezzi
appesi alla cintura. La ragazza si diresse verso la zona del deposito
bagagli a gettone. Al termine della fila di armadietti apr uno
sportello e tir fuori una valigetta nera e stretta e una grossa borsa
da viaggio in cuoio. Poi si diresse al capo opposto della fila e apr
un altro armadietto. Cera un portadocumenti di plastica verde,
chiuso da una lampo su tre lati. Fece scorrere la lampo di una
ventina di centimetri e diede unocchiata allinterno del
contenitore, gonfio e deformato per la quantit di cose che si
trovavano al suo interno. Rialz la testa e richiuse il
portadocumenti. Prese con s i suoi tre bagagli, and a sedersi in
un angolo dellatrio e fum due Celtiques.
Dopo dieci o dodici minuti un treno speciale blu Savoia entr
in stazione. La ragazza si era gi avviata verso il sottopassaggio.
Riemerse sulla banchina proprio nel momento in cui il treno si
fermava. Percorse una cinquantina di metri lungo il convoglio
controllando la numerazione delle carrozze. Trov il suo vagoneletto. Linserviente laccolse al binario ritirandole il biglietto
assieme alla borsa e alla valigetta. Il portadocumenti lo tenne con
s, stretto sotto il braccio sinistro e sorretto per un angolo con la
mano destra. Sal sul treno e raggiunse il suo scompartimento
riservato. Linserviente sistem i bagagli. Disse alla ragazza che
larrivo a Blville era previsto per le otto della mattina successiva e
chiese a che ora avrebbe dovuto svegliarla. Alle sette, disse lei.
Sorridendo, la ragazza gli chiese se non sarebbe stato possibile
fare uno strappo alla regola e gli spieg, nei dettagli, il tipo di cena
che desiderava. Linserviente cominci col dire di no, ma alla fine
non seppe resistere al fascino del suo sorriso e al biglietto da 50
franchi che lei gli porse piegato tra le dita. La ragazza non perse
docchio il portadocumenti neanche per un minuto; lo aveva
appoggiato sulla cuccetta gi pronta per la notte.
Quando linserviente torn con la cena, parecchi minuti
dopo, era accesa solamente la luce sul letto e la ragazza era quasi
nuda. Aveva in testa un asciugamano sistemato a mo di turbante
e sul corpo un altro asciugamano, piuttosto grande, che la copriva
da sotto le ascelle fino alle caviglie, lasciandole scoperte le spalle e
le braccia, come un pareo africano. Linserviente pos i piatti sul
tavolino, poi stapp una delle due bottiglie di champagne e

appoggi in terra il secchiello argentato, aggiungendo di non farsi


scrupolo di chiamare nel momento in un cui avesse avuto bisogno
di aprire la seconda bottiglia. Quindi, dopo che la ragazza ebbe
pagato la cena con delle banconote tirate fuori da un portafogli in
vitello nero, usc rapidamente dallo scompartimento.
Dopo una quindicina di minuti il treno riparti. La velocit di
percorrenza non di rado sfiorava i centottanta allora. Rimasta
sola, la ragazza accese tutte le luci dello scompartimento. Si tolse
lasciugamano dalla testa e liber i capelli bagnati e screziati di
giallo e nero. Il piccolo asciugamano era tutto macchiato di tintura
scura. Al lavandino la ragazza elimin ogni traccia di nero dai
capelli. Dalla borsa da viaggio estrasse un piccolo asciugacapelli.
In precedenza aveva appoggiato a terra un apparecchio americano
a pile sul quale aveva infilato venti bigodini. Inser la spina del fon
nella presa sul lavandino e si asciug i capelli. Per via di una
trasformazione chimica reversibile, il cilindro rosso dei bigodini,
riscaldandosi, era divenuto nero, segno che avevano raggiunto la
temperatura giusta. La ragazza bionda si liber dellasciugamano
legato attorno al corpo che le impediva i movimenti. Applic sui
capelli i venti bigodini. Apr uno spiraglio nelle tendine accostate.
Intravide la notte che scorreva, e delle masse scure nel buio,
probabilmente dei boschetti o dei fabbricati. Qua e l si
scorgevano delle luci lontane. A volte un incrocio illuminato
passava in un lampo a lato del treno. Richiuse la tenda e and a
sedersi al tavolino. Allung un braccio e prese il portadocumenti.
Lo appoggi sulle ginocchia e lo apr. Cont con cura i biglietti da
500 e da 100 franchi che vi erano contenuti. A volte ne faceva
cadere uno e si chinava a raccoglierlo, sfiorando con i seni il
denaro che teneva sulle ginocchia. Nel portadocumenti cerano
complessivamente tra i 25 000 e i 30 000 franchi: la ragazza ripose
le banconote, richiuse il portadocumenti e lappoggi per terra
contro la parete.
Quindi tolse il coperchio dello scaldavivande e scopri la
cboucroute. La ragazza cominci a rimpinzarsi di crauti, salsiccia e
lardo. Mandava gi grandi bocconi, in fretta e rumorosamente. La
salsa le colava sul mento. A volte gliene sfuggiva un po dalla
forchetta o dalla bocca e le cadeva in terra, o magari le rimaneva
appiccicato al labbro inferiore o al mento. Nel masticare, il
movimento delle labbra lasciava intravedere a tratti i denti. Bevve
lo champagne. Fini quasi subito la prima bottiglia. Quando apr la
seconda si tagli il pollice col filo della gabbietta metallica e una
piccola goccia di sangue le spunt sul dito. Ridacchi perch era
gi un po ubriaca, poi si succhi il pollice e mand gi il sangue.
Continu a mangiare e a bere, sempre pi sconvolta. Si chin,
senza smettere di masticare, e apr il portadocumenti. Ne estrasse
un pugno di banconote e se le sfreg sullo stomaco umido di
sudore, sul seno, sotto le ascelle, tra le gambe e nella parte interna
del ginocchio. Con le guance rigate di lacrime si mise a ridere
silenziosamente, sempre continuando a masticare. Si chin ad
annusare la choucroute ormai tiepida e si sfreg le banconote sulle
labbra e sui denti, poi prese il bicchiere e bagn la punta del naso

nello champagne. Nello scompartimento di lusso di quel treno di


lusso la ragazza avvertiva assieme il profumo lussuoso dello
champagne e lodore sporco delle banconote sporche e lodore
volgare della choucroute che sapeva di piscio o di sperma.
Allarrivo a Blville alle otto del mattino aveva tuttavia
riacquistato la sua abituale padronanza di s.

3.

La ragazza che scese dal treno a Blville era bionda e


riccioluta come un montone. Indossava stivali alti di cuoio
rossastro con tacchi molto alti, una gonna scura di tweed, una
camicia di seta beige e un trequarti di pelle rossastra. Portava alla
mano destra due anelli antichi con pietre di scarso valore
commerciale, montate in argento brunito, alla mano sinistra una
fede doro bianco, e al polso sinistro un piccolo orologio di C
arder quadrato con un cinturino di cuoio. Chiam un facchino e
gli consegn la valigetta piatta e il borsone da viaggio. Non aveva
pi il portadocumenti verde, ma aveva una borsa da passeggio
con larghe fasce di cuoio beige e marrone scuro intrecciate tra
loro. Attraversando latrio della stazione, gett uno sguardo verso
la zona del deposito bagagli a gettone che era piuttosto ampia.
Davanti alla stazione, la ragazza diede due franchi al facchino
e sal su un taxi, una Peugeot 403. Si fece condurre al Rsidence des
Golands. Lungo il tragitto ebbe un brivido e tir su il finestrino
per via del vento di mare che era freddo e umido.
Per il suo soggiorno a Blville aveva scelto il nome di Aime
Joubert ed cos che la chiameremo dora in poi. Il Rsidence des
Golands aveva preso accuratamente nota della prenotazione di
Aime Joubert. La ragazza alla reception, poco pi che una
bambina, in quellet ingrata segnata dallacne e da uno sguardo
torvo e pensieroso, controll il registro, poi diede le chiavi a
Aime e le indic il piano e il numero del miniappartamento.
- Come vede ci sono due chiavi, disse mentre gliele
porgeva. Questa apre il portone dingresso. Rimane chiuso dalle
dieci di sera in poi. Chiediamo sempre ai nostri ospiti di evitare il
pi possibile ogni tipo di rumore dopo le dieci. Fuori stagione,
voglio dire, ospitiamo soprattutto persone anziane che amano la
calma.
- Per me va benissimo, disse Aime. Anchio amo la
calma.
La ragazza non si offri di accompagnarla. Aime port i
bagagli fino in fondo allingresso, prese lascensore e raggiunse il
suo appartamentino al terzo piano. Era un ambiente piuttosto
bello di una ventina di metri quadri, a cui saggiungeva un ampio
balcone e una rientranza adibita ad angolo cottura. Una porta a
soffietto divideva il cucinotto dal monolocale vero e proprio.
Cera anche un bagno stretto con una lunga vasca e, alle pareti,
mattonelle di terracotta color verde spinaci. Nella stanza cera un
letto matrimoniale con un copriletto scozzese sul rosso, un
comodino con telefono, un guardaroba in tek, due poltrone
foderate di velluto blu, una scrivania in tek con sei grossi cassetti
muniti di maniglie di rame e una sedia in tek. I muri erano
bianchi, la moquette grigio antracite. Al centro delle pareti
stavano appese tre stampe inglesi che rappresentavano dei vascelli

britannici di linea del Diciottesimo secolo. Un piccolo televisore


Ducretet-Thompson era appoggiato in terra allestremit della
grande vetrata che occupava un intero lato della stanza.
Sullampio balcone cerano due poltrone da giardino e un tavolo
rotondo in ferro dipinto di bianco. Dal balcone la vista dava sulla
passeggiata, una distesa derba ingiallita percorsa da una stradina
rossastra, e su un mare oleoso grigio-verde. Nellinsieme, non era
male.
Aime apr i bagagli e sistem i vestiti e le altre cose, tra cui
una macchina per duplicare le chiavi, degli estensori e un attrezzo
per i muscoli delle mani. Tutto questo trov posto facilmente
nellarmadio. La ragazza apr il rubinetto della vasca da bagno.
Mentre lacqua scorreva, accese il televisore, ma non cerano
trasmissioni. Spense la tv, prese una guida intitolata Blville e la sua
regione e una cuffia impermeabile decorata a fiorellini. Si mise in
testa la cuffia e si distese nella vasca col libro. Lo apr a caso e
lesse: Una balena, cosa che, in quellepoca millenarista, venne
presa come un presagio della fine del mondo. (Aime muoveva
un po le labbra nel leggere. Salt diverse righe. Del resto
conosceva gi quel libro). Ma solo con lincremento della
navigazione di lungo corso che la ricchezza della citt si sviluppa
definitivamente. Gli uomini di Blville, a quel tempo, rivaleggiano
con gli inglesi e i portoghesi e si spingono fino alle coste del
Canada e dellInsulindia. Sotto Luigi XIV, commercio e pirateria
sono le due fonti a cui attinge la prosperit cittadina. Dopo il
declino dellattivit portuaria nel Diciannovesimo secolo,
bisogner attendere gli anni sessanta perch la citt conosca un
nuovo boom. in quegli anni che sinsediano nella valle industrie
chimiche e alimentari e i quartieri operai mostrano un rapido
sviluppo. Oggi Blville pu dire con orgoglio (Aime smise di
leggere. Nella pagina era riportata una stampa raffigurante il molo
e il faro. Gli stessi che, girando lo sguardo verso destra, erano
visibili anche dal balcone della sua stanza).
Uscita dalla vasca, la ragazza lav con una saponetta i collant,
gli slip e il reggiseno e li stese sul portasciugamani cromato.
Rimise gli abiti che indossava quando era arrivata, aggiungendo
un maglione con la scollatura tonda sulla camicia di seta. Lasci
lappartamentino, mise le chiavi nella borsa e scese.
Le strade di Blville erano intitolate a personaggi come
Surcouf, Jean Bart, Duguay-Trouin o Turgot, Adolphe Thiers,
Lyautey, Charles De Gaulle. Aime ne percorse alcune a piedi,
consultando di tanto in tanto la guida, verificando cos la sua
perfetta conoscenza della topografia della citt. La ragazza del
resto era interessata esclusivamente alla zona vecchia, quella
abitata dalla borghesia, sulla riva sinistra, distante dal porto e dai
suoi vicoli, dalle sue bettole piene di molluschi, patate fritte,
puttane e marinai. Al di l del quartiere ricco, tra le aiuole e le
strade disegnate in maniera quasi geometrica, si trovavano dei
palazzi pi recenti, adibiti a uffici, ornati da decorazioni astratte.
Sulla riva destra case squadrate, color crema, fitte di antenne
televisive piantate sulle tegole rosse, risalivano la collina in gran

numero, punteggiate dai supermercati Radar o Carrefour o


Mammouth. Spingendosi a est, verso lentroterra, sincontravano le
raffinerie,
poi
un complesso dove si
produceva
contemporaneamente pesce in scatola, omogeneizzati per
bambini e alimenti per bestiame. Tutto questo in tre edifici
confinanti, ma sotto ragioni sociali diverse, per non insospettire i
clienti.
Aime non si spinse a est. In realt mise appena il piede sulla
riva destra, passando su quei ponti mobili asfaltati che dividevano
il porto vero e proprio dalla zona interna. N i poveri, n i
lavoratori o i loro quartieri avevano un qualche interesse per
Aime. Erano i ricchi ad attirarla e qualunque luogo in cui si
trovassero i soldi. Fece dietro front e riattravers il ponte. A
unedicola compr tutti i giornali nazionali che avessero una
pagina di cronaca nera e i due quotidiani locali, La Gazzetta di
Blville e Il Giornale di Blville. Sfogli rapidamente i giornali
parigini senza trovare quel che cercava. Sfogli i due giornali
locali. Uno dei due sosteneva unideologia capitalista di sinistra,
laltro unideologia capitalista di sinistra. In entrambi si parlava
dellarrivo e della partenza delle navi, delle feste parrocchiali, dei
tornei di bocce, dei piccoli incidenti dauto e perfino di motorini,
della vendita del bestiame e del prezzo delle granaglie. Nella
Gazzetta, un certo dottor Claude Sinistrat sindignava, nello
spazio dedicato ai lettori, contro linquinamento della valle dovuto
alla ditta L&L.
Cera anche lannuncio dellapertura, nel pomeriggio, del
nuovo mercato del pesce. Ancora in piedi davanti alledicola,
Aime prese nota mentalmente dei nomi dei notabili locali. Poi
gett via il tutto in un cestino di un verde brillante sul quale era
scritto: TENETE PULITA LA VOSTRA CITT!
La ragazza si diresse quindi verso la zona sudest della citt
vecchia. Lungo la strada acquist una bici da turismo Raleigh,
solida, costosa e affidabile, per gli spostamenti che si sarebbe
trovata a fare. Montata in sella, raggiunse lo studio notarile, al
confine estremo della citt vecchia, che aveva contattato un mese
prima col nome di Aime Joubert.
Il notaio Lindquist era alto e magro, con grandi mani ossute e
grandi orecchie e occhi azzurri su una testa calva, color roast-beef
poco cotto. Indossava un completo nero con panciotto e una
camicia bianca con una cravatta di un verde vivo, ornata da un
minuscolo stemma in rosso e oro.
- Mi dispiace moltissimo, disse lui dopo che Aime gli ebbe
comunicato di essere vedova. Anchio sono vedovo e posso
capire quel che prova. (Allarg le mani e scosse la testa.) Cos lei
pensa di trasferirsi a Blville, senza fretta, naturalmente! Non
vedo niente in contrario. (Fece un mezzo sorriso.)
- Neppure io, disse Aime.
Lindquist la guard con aria smarrita, esit un attimo, sorrise,
tossi e poi: Lei non ha figli, dunque il problema del liceo o della
scuola non si pone. possibile trovarle sicuramente delle
propriet nel circondario, in riva al mare oppure ci sono dei

paesini affascinanti nei dintorni, lo sa O anche in citt. Tutto


dipende da quanto ha intenzione di spendere.
- Non ha nessuna importanza, disse Aime.
- Questa, almeno, una preoccupazione che non ho. A patto
che mi piaccia.
- S, s. (Il notaio si anim visibilmente).
- E che il prezzo sia equo.
- Certamente! Certamente! fece lui scuotendo la testa,
animandosi ulteriormente, dato che apprezzava le persone che
tenevano il denaro in seria considerazione.
Aime disse che voleva almeno quattro stanze e del terreno
intorno per avere della quiete, ma che non voleva essere troppo
isolata. Da quando le era morto il marito, era rimasta sola, ma non
voleva che questa situazione si prolungasse.
- Certamente! Certamente! esclam di nuovo il notaio con
entusiasmo.
- Forse triste, disse Aime, ma umano. In questo
momento sento di nuovo il bisogno di rituffarmi nella vita.
Riallacciare i rapporti con i miei simili. Avere delle amicizie.
- Cara signora Joubert! esclam Lindquist.
- Sono sicuro che lei riuscir a farsi degli amici! (Il notaio
distolse lo sguardo dalle ginocchia scoperte di Aime). C del
movimento qui, -dichiar. C (esit un attimo). Ci sono le
fiere, il casin, c Insomma c della vita! (Per un attimo
sembr come affaticato. Poi, di colpo, i suoi lineamenti si tesero
di nuovo). Giusto oggi inauguriamo il nuovo mercato del pesce!
esclam il notaio.
- Splendido, disse Aime. Le d noia se fumo nel suo
ufficio?
- Certamente no! Aspetti, vuole una di queste?
- Grazie, ma fumo solo tabacco biondo, disse Aime
tirando fuori un pacchetto dalla borsa e mettendo tra le labbra
una Dunhill.
Il notaio pens: una persona affascinante, cos fragile e
cos femminile, e intanto salzava e si sporgeva sopra la scrivania
con un mugolio imprevisto e involontario, dovuto alla tensione
dei muscoli, per accendere la sigaretta di Aime con un accendino
da tavolo dargento che aveva laspetto di unurna antica.
- Non dovrei fumare, un vizio, osserv Aime, ma lei sa
come si dice: quel che cimpedisce di abbandonarci totalmente a
un vizio che non ne abbiamo uno solo.
- Ah davvero? Ah davvero? Si dice cos? Molto divertente.
Proprio vero! esclam Lindquist sorridendo con aria smarrita.
Alla fine, dopo aver valutato svariate propriet in vendita
nella zona e dopo essersi accordati per andarne a visitare una il
giorno successivo, il notaio consigli calorosamente a Aime di
partecipare allimminente inaugurazione del mercato del pesce. E
al cocktail che sarebbe seguito, nel quale Lindquist le avrebbe
presentato tutta lelite di Blville.
- Dottor Lindquist, disse Aime con un sorriso, ho
limpressione che mi trover bene con lei.

4.

Uscita dallo studio del notaio, Aime inforc la Raleigh e


torn verso il suo appartamentino, passando per strade intitolate a
Kennedy, Churchill, Wilson e altre intitolate a Magellano, Jacques
Cartier, Bougainville. Si ferm due volte lungo la strada. In una
farmacia per pesarsi sulla bilancia automatica e in una libreria in
cui compr un romanzo poliziesco. Aime pesava, vestita,
quarantasei chili e settecento grammi. Era alta un metro e
sessantuno senza tacchi. Sulla bilancia si poteva leggere, su una
targhetta smaltata: TENETE PULITA LA VOSTRA CITT!
Quando Aime rientr al Rsidance des Golands cera una porta
semiaperta venti metri pi in l nel corridoio; dallo spiraglio si
intravedeva una vecchia signora ingioiellata, minuta e con lo
sguardo curioso, che spari nel momento stesso in cui Aime si
richiudeva la porta alle sue spalle.
Nel monolocale la ragazza chiuse le tendine scozzesi sui toni
del rosso e si spogli. Per unora circa fece ginnastica in piedi e
distesa a terra, usando soprattutto gli estensori per tenere in
forma i muscoli. Alla fine era in un bagno di sudore. Prese dai
suoi bagagli una spessa tavola di sughero, lappoggi sul letto e la
colpi svariate volte col taglio della mano destra, poi col taglio della
mano sinistra e quindi con i gomiti. Dopo la tavola di sughero
prese un cilindro di poliuretano di venti centimetri di altezza e
dodici di diametro. Col cilindro in mano si sedette a terra nella
posizione del loto. Si rilass un attimo e poi tenne stretto il
cilindro per svariati minuti. Quindi lo strinse con forza, a due
mani, riducendo il suo diametro a pochi centimetri, blocc i
muscoli e rimase immobile; un angolo della bocca madida di
sudore mostrava una contrazione nervosa. Quindi Aime rimise
tutto a posto e fece un bagno.
Immersa nellacqua calda, si mise a leggere il giallo che aveva
comprato. In sei o sette minuti ne lesse dieci pagine. Chiuse il
libro, si masturb, si sciacqu e usc dalla vasca. Per un attimo, si
ferm a osservare il proprio corpo magro e seducente nello
specchio del bagno. Si vesti con cura, allo scopo di non passare
inosservata.
Alle quattro del pomeriggio usc in strada e and a comprare,
nei negozi del centro, alcuni abiti semplici, graziosi e piuttosto
costosi. Poi raggiunse il centro ricreativo Jules-Ferry, nella parte
est della citt, che si trovava nel nuovo quartiere adibito a uffici. Si
iscrisse a un corso di scherma e a uno di arti marziali. Si fece dire
dove avrebbe potuto praticare golf, tennis, equitazione ecc..
Sempre in sella alla Raleigh, la ragazza torn al suo monolocale
per depositare gli acquisti e poi usc di nuovo a piedi dirigendosi
verso il porto, dove linaugurazione del nuovo mercato del pesce
era gi iniziata da qualche minuto.

Gli edifici di cemento grigio, lunghi e bassi, si trovavano su


una specie di promontorio, delimitato da entrambi i lati da due
bacini di diversa ampiezza. Davanti allingresso, allarrivo di
Aime, era riunito un gruppetto di persone. Dallinterno si udiva
una chiacchiericcio monotono e poi degli applausi a cui si unirono
anche quelli di alcune persone che sostavano allesterno, senza
particolare entusiasmo. Aime scivol in mezzo a quelli che
stavano fuori a guardare con unaria divertita e un po beffarda.
Erano i poveri della citt e lodore di sudore e gli aliti di vino si
mischiarono alla brezza fredda, salubre e salata.
I ricchi stavano allinterno delledificio, pi precisamente
sotto una specie di grande pensilina inclinata che sovrastava la
banchina. Due poliziotti in divisa sorvegliavano annoiati
lingresso. Lasciarono passare Aime che si diresse verso la
pensilina. Davanti alle celle frigorifere era stato montato un palco
con sopra un tavolo ricoperto da un telone verde. Al tavolo
stavano seduti degli uomini in giacca e panciotto, col viso rubizzo
e i capelli impomatati. Di fronte al tavolo, un uomo con i
pantaloni gessati, la fascia tricolore e dei piccoli baffi scuri leggeva
goffamente un discorso battuto a macchina lungo cinque o sei
pagine.
- Salutiamo tutti laurora di una grande era! -diceva il sindaco.
Ho cercato negli archivi di Blville, signori, e ho cercato a
lungo! Ebbene, cari concittadini, son dovuto tornare molto
indietro nel tempo per trovare traccia di una simile unione delle
forze vitali di Blville allo scopo di realizzare un obiettivo
dinteresse generale di fronte al quale cade ogni differenza di
classe perch contribuisce autenticamente alla prosperit di tutti,
lavoratori, imprenditori e impiegati del terziario, tutti insieme.
Aime si fece strada tra gli sparuti spettatori. Osservando i
piccoli gruppi, individu subito Lindquist. Si avvicin senza fretta
e senza guardarlo direttamente. Lui non laveva vista. Laria
sapeva di acqua di colonia, tabacco, sale e polvere di cemento. Le
donne non erano molte. Gli uomini avevano tutti la cravatta, a
parte due o tre pescivendoli che portavano dei camici e dei
berretti di tela grezza. In un angolo cera un assembramento di
circa venti lavoratrici in divisa gialla e con delle piccole cuffiette di
tela, simili a quelle delle infermiere o delle operaie cinesi.
Allimprovviso Lindquist not la presenza di Aime. Le fece
subito un cenno. Lei lo raggiunse. Lui la present alle due coppie
con le quali stava parlando: i signori Rougneux e i signori Tobie.
- Son dovuto tornare indietro, diceva il sindaco, fino al
tragico 1871! Nel 1871, la camera di commercio di Blville, il cui
centenario e come potrei dimenticarlo, coinciso con linizio
del mio mandato, nel 1871, dicevo, la camera di commercio si
pronunciava con entusiasmo a favore della costruzione
Piacere, molto lieta, molto lieto, onorato, il piacere mio, si
dicevano nel frattempo Aime e i Rougneux e i Tobie,
incrociando le braccia per stringersi la mano. Ah,ah, affascinante,
lei gioca a bridge? Finalmente una faccia nuova, si dissero ancora
nei momenti successivi.

-del vecchio mercato che oggi lascia il testimone al nuovo


nel quale ci troviamo proprio in questo istante, diceva intanto il
sindaco.
I Rougneux erano i proprietari della libreria in cui Aime
aveva comprato il giallo. La moglie era magra e pallida, portava un
tailleur violetto, una grande spilla in oro sul bavero e delle perle
artificiali al collo. Il marito era tozzo, aveva la sfumatura alta, la
testa grossa e cilindrica, la fronte bassa e degli occhi grandi e
inespressivi nascosti dietro a un paio di occhiali piuttosto spessi. I
Tobie erano farmacisti, alti, magri, smorti, vagamente affabili.
- Ah! disse Lindquist a Aime. Ecco qualcuno giovane
come lei. (E le present Moutet, un funzionario della ditta L&L,
con dei baffetti rossastri e un completo marrone chiaro, che aveva
almeno dieci anni pi di lei).
Aime non era annoiata. Sorrideva e scambiava delle battute.
Nessuno prestava ascolto al discorso del sindaco che, sul palco,
rendeva omaggio al comitato promotore del nuovo mercato,
citandone anche i membri, a cominciare dai signori Lorque e
Lenverguez della ditta Lorque e Lenverguez, cos come i signori
Rougneux, Tobie e Moutet.
- Senza dimenticare le loro incantevoli mogli, -disse il
sindaco.
A dieci metri dal gruppo in cui si trovava Aime, un
giovanotto sulla trentina si mise a osservarla con aria sorridente.
Si avvicin senza smettere di sorridere.
- Sinistrat, disse a Aime. Dottor Claude Sinistrat. Mi
presento da solo perch so che questo vecchio bacucco non lo
far mai.
- Andiamo, Sinistrat, disse Lindquist.
- Piacere, disse Aime.
Sinistrat era grande, grosso e non privo di fascino, aveva gesti
bruschi, una folta capigliatura riccia e bionda e denti regolari.
- Ho letto il suo intervento sulla Gazzetta di Blville, disse
Aime.
- Gliele ho cantate chiare, vero? (Sinistrat gonfi il petto).
- Sinistrat, disse Lindquist, lei sempre esagerato e ci
tengo a dirle
Il notaio sinterruppe. Aveva visto tra la folla qualcosa che gli
altri non potevano vedere. Strinse le labbra.
- Merda! esclam. Detta da lui, quella parola sembrava
ancor pi fuori luogo. Merda! Il pazzo!
I Rougneux, i Tobie e il funzionario Moutet si girarono a
osservare la folla. Avevano unaria inquieta e contrariata. Anche
Aime si volse, alzando un po le sopracciglia, senza notare nulla
di particolare. Sinistrat sorrise. Si accese una Craven con lo zippo.
- Non vedo nulla, disse la signora Rougneux.
- Ma s! disse Lindquist. S! Era l fuori.
- Non vedo nulla.
- Ora non c pi. Se ne sar andato a preparare qualche tiro
mancino!

- uno scandalo, disse Rougneux. Non capisco come


abbiano fatto a lasciarlo uscire. I dottori sono degli idioti. E che
ospedali! (Luomo
sbuffava tra una frase e laltra. Sembrava arrabbiato e
contento di esserlo).
- Sono tutti dei drogati comunisti, disse Tobie.
- Al manicomio bisogna mandarlo la prossima volta, disse
la signora Tobie.
- In ogni caso, disse Sinistrat, non contate su di me per
farlo rinchiudere unaltra volta.
- Ma mio caro giovanotto! scatt Lindquist con un
sorrisetto irritato. Perch non gli firma un certificato di sanit
mentale, gi che c?
- Ci penser su.
- Di cosa si tratta? chiese Aime. Lindquist e il dottore si
voltarono verso di lei,
entrambi imbarazzati; per un attimo non trovarono nulla da
dire.
- Una storia poco importante, disse Lindquist.
- Un contrasto da nulla, disse Sinistrat con un gesto vago
della mano.
- Io adoro i contrasti, disse Aime, ma nello stesso
momento un applauso segn la fine del discorso del sindaco e
tutti si volsero verso il palco.
Subito dopo si misero a parlare daltro e, lasciando la
bicchierata ai pescivendoli e al popolino, si diressero verso il
cocktail organizzato per i notabili del paese.

5.

- Quella specie di dottore ha veramente una bella faccia di


bronzo, disse Lindquist mentre attraversava lentamente la citt
con la sua Volvo verde acqua. Aime era seduta accanto a lui.
(Luomo scosse la testa).
- Venire allinaugurazione! disse. E scommetto che ci sar
anche al cocktail! Lavorava da L&L, sa. Il medico aziendale o
qualcosa del genere. Sono stati costretti a licenziarlo. E adesso si
sfoga sulla stampa!
- Mi sembrato abbastanza insolente, disse piano Aime.
- una specie di nichilista, disse Lindquist. Sa, vota per
Krivine!
- Davvero? chiese Aime.
- un pazzo, spieg Lindquist con un tono che non
ammetteva repliche.
Parcheggi la Volvo in una piazza triangolare al centro della
quale cera una fontana. Sulle facciate delle case, color crema e
marrone, si scorgevano delle travi a vista, o meglio, delle
riproduzioni in trompe-loeil di travi a vista. Le finestre avevano
delle vetrate a mosaico con vasi di gerani e fioriere sui davanzali.
Una delle facciate era quella di una birreria a due piani, il Grand
Caf de lAnglais, col nome dipinto in lettere gotiche color crema
sullo sfondo marrone. Un altro lato era occupato da un palazzo
privato con il portone principale spalancato. Nellingresso cera
un grande andirivieni. Due inservienti avevano il compito di
ritirare i cappelli e i soprabiti dei nuovi arrivati. Lindquist ed
Aime oltrepassarono lingresso ed entrarono in una grande sala
piena di gente. Cera una lunga tavola appoggiata su dei Cavalletti,
ricoperta da una tovaglia bianca, sulla quale erano stati disposti
diversi vassoi di antipasti. Tra il tavolo e il muro, un cameriere in
divisa bianca serviva gli ospiti.
Cerano circa trenta persone nella sala. Con una leggera
prevalenza di donne. I Rougneux e i Tobie erano gi arrivati.
Subito dopo Lindquist ed Aime, fece il suo ingresso il
funzionario Moutet con una ragazza bruna piuttosto formosa. Era
sua moglie. La present a Aime. Christiane Moutet aveva una
stretta di mano energica e un sorriso provocante. Era piuttosto
bella e sembrava trovarsi a suo agio.
- Lei gioca a bridge? domand a Aime ed Aime le rispose
di s. Finalmente! Finalmente! esclam la donna con
soddisfazione. Non riusciamo mai a trovare un quarto che non
faccia delle stronzate con le carte.
- Andiamo, Christiane! disse il funzionario Moutet.
- Diavolo, disse la donna. Mi scusi lespressione.
Aime le sorrise. Dietro le spalle della bruna, vide che era
arrivato il dottor Sinistrat e ora stava nei pressi della porta
dingresso del salone, assieme a una ragazza minuta in pantaloni e

con i capelli corti. Il dottore aveva laria di cercare qualcuno tra la


folla. La donna sembrava sofferente e a disagio. Per due volte si
port la mano allorecchio.
- Ah, ecco i padroni di casa, disse Lindquist, di ritorno dal
buffet con due flte di champagne.
Aime volse lo sguardo nella direzione indicata dal notaio.
Allaltra estremit della sala, da una porticina di comunicazione,
era appena entrato un gruppo di persone, due uomini uno accanto
allaltro, una donna dietro di loro e unaltra donna, due passi pi
indietro. Avanzarono, stringendo mani e dispensando sorrisi, in
mezzo alla gente che singozzava di tartine e di champagne o di
whisky e soda o di vodka e succo darancia. La donna che aveva
fatto il suo ingresso per ultima era magra, con occhi chiari e
lunghi capelli biondi, con le clavicole sporgenti e un abito informe
color verde pistacchio sul quale spiccava una spilla di rubini.
Quando il suo sguardo incroci quello di Sinistrat, lei volse gli
occhi bruscamente. Anche Sinistrat gir lo sguardo. Aime non
perse nulla della scena. Fece un passo di lato, come per riprendere
il proprio equilibrio, ma in realt per essere pi vicina a Sinistrat e
alla donna in pantaloni.
- Ho male allorecchio, disse la donna in pantaloni.
- Lasciami in pace, cara, disse Sinistrat. una cosa
psicosomatica.
Si allontan muovendosi verso il fondo della sala. Dopo un
attimo Aime lo vide parlare con la donna bionda dagli occhi
chiari, sorridendole mentre le offriva un bicchiere di succo
darancia. Lindquist prese Aime per un braccio.
- Ah! fece. Mi permetta, cara signora, di presentarle i
signori Lorque e Lenverguez, i massimi esponenti della ricchezza
di Blville.
- Sono soltanto luomo dei vasetti, disse Lorque.
Lui e Lenverguez potevano avere sessantanni. Davano
unimpressione di opulenza. Lorque, il pi imponente tra i due,
era molto grosso, con una pelle liscia come quella di un bambino
e una carnagione olivastra, e una catena doro appesa al gil blu.
Lenverguez era alto e magro, aveva una corona di capelli bianchi,
un naso sporgente e uno sguardo severo, la fronte imperlata da
gocce di sudore, le dita curate e le unghie quadrate e lisce. Lorque
e Lenverguez fumavano degli Avana.
- Luomo dei vasetti? ripet Aime.
- I vasetti di omogeneizzati. Gli omogeneizzati Bimballegro,
le conserve del Vecchio Ortolano e gli alimenti per bestiame L&L
siamo noi, disse Lorque. (Guardava Aime con aria seria,
lasciando intravedere appena i denti, con la testa chinata un po in
avanti, come se ci fosse qualcosa di provocante in quel che stava
dicendo). Lui la mente, aggiunse dando di gomito a
Lenverguez. Lui la mente e io sono lo stomaco. Stia attenta, io
mangio tutto quello che tocco.
- Far in modo che non mi tocchi, disse Aime.
- Divertente, osserv Lorque.

- Non ci faccia caso, disse la donna che si trovava con i due


uomini. Adora comportarsi come se fosse un gangster.
- Mia moglie, annunci Lorque senza neppure girarsi a
guardarla. Lenverguez, si volt e scosse la testa.
- E la mia dov finita? domand con tono vago. (Aveva un
difetto di pronuncia e parlava poco. Si allontan brontolando alla
ricerca della bionda con gli occhi chiari che si era dileguata dal
salone, cos come il dottor Sinistrat).
- Ah! Monsignore! esclam allimprovviso Lorque.
Allargando le braccia, quasi fece cadere Aime mentre si
precipitava verso la porta dingresso dalla quale erano appena
entrati il vescovo e un giovane sacerdote in abiti civili.
- un po pazzo, disse sorridendo la signora Lorque mentre
lo seguiva con lo sguardo. Lei gioca a bridge, signora Joubert?
Christiane Moutet intervenne per dire che le aveva gi fatto
quella domanda. Si misero a ridere. Chiacchierarono. Sonia
Lorque era una donna affabile, bionda, eccessivamente magra ed
eccessivamente abbronzata. Un abito bianco di maglia metteva in
risalto labbronzatura e un corpo in ottima forma. Aveva almeno
venticinque anni meno di Lorque. Si capiva che badava al suo
aspetto. Fisicamente, assomigliava a quelle attricette non pi
giovani che cercano disperatamente di conservare la loro bellezza
originale. Per il resto non sembrava n nervosa n stupida. Lei e
Christiane Moutet invitarono Aime a casa dei Moutet uno dei
giorni seguenti per giocare a bridge. Aime accett e poi
domand dove potesse andare a incipriarsi. Le risposero. Usc dal
salone e, percorrendo la grande scalinata dingresso, si trov al
primo piano. Avanz in maniera circospetta.
Davanti a lei cera un lungo corridoio verde scuro interrotto
da porte bianche, da riproduzioni delle tavole dell Enciclopedia di
Diderot e da altre stampe che raffiguravano attivit portuali e
industriali. Da dietro le porte bianche non si sentiva nessun
rumore. E nulla neppure dal piano di sotto a causa dei muri e dei
pavimenti molto spessi.
Accanto alla porta della toilette cera uno sgabello rivestito di
velluto verde scuro. Aime si sedette e si prese una pausa. Aveva
bisogno di un momento di calma per permettere al suo cervello di
classificare le informazioni che aveva raccolto.
Ma proprio in quel momento usc dalla toilette il barone Jules.
Col membro in mano, attravers il corridoio e si mise a orinare
contro il muro sotto una stampa che riproduceva una fabbrica.

6.

- Cazzo! Che sollievo! esclam alla fine il barone.


Non aveva visto Aime che era rimasta immobile, seduta
sullo sgabello. Lorina sbatteva contro la carta da parati con un
rumore secco e continuo. Un lago opaco si form sulla moquette
verde scuro tra gli stivali dellintruso. Luomo era grosso e un po
panciuto, con dei pantaloni da equitazione e un maglione a collo
alto color ruggine, troppo grande per lui e rammendato in pi
punti. Aveva una grossa testa rosa e un grosso naso, degli occhi
grigio chiaro e una massa di capelli biondo platino con qualche
filo grigio. Doveva aver qualcosa pi di cinquantanni. Gir il
capo e vide Aime.
- Che diavolo! Una signora, osserv.
Si gir verso di lei mentre ancora si abbottonava i pantaloni.
- Mi presento: barone Jules, disse. Voglia credere che non
ho labitudine di pisciare per terra davanti a persone dellaltro
sesso. Onore alla bellezza! url allimprovviso. Rispetto per le
signore! (Sembr calmarsi). Il fatto , aggiunse con aria un po
snob, che mi sono trattenuto dal farla da quando, questa
mattina, mi hanno fatto uscire dallospedale psichiatrico. Lho
tenuta tutta per la moquette dei Lorque, capisce?
Aime scosse la testa, imbarazzata, ma non spaventata.
- Lei non pu capire! afferm il barone Jules. Lei
estranea a tutto questo ed giovane! E molto attraente, vorrei
aggiungere, per quanto a me le donne piacciano un po pi in
carne.
- Ah s, disse Aime. Il barone le sorrise.
- Bisogna mangiare la zuppa! grid a pieni polmoni.
A causa del rumore o forse solo per caso, una decina di metri
pi in l si apr una delle porte bianche che davano sul corridoio.
Ne uscirono fuori il dottor Sinistrat e la signora Lenverguez con
gli occhi sgranati. Si tenevano per mano. La bionda dagli occhi
chiari era spettinata e il dottore aveva la cravatta di traverso. Nel
momento in cui vide Aime e il barone nel corridoio, la bionda
spalanc la bocca e il suo viso si corruccio. Il barone sorrise e si
diresse verso la coppia.
- Ah-ah-ah!- grid. Cari i miei porcellini adulteri!
- Andiamo, disse Sinistrat. Su, andiamo, barone
La signora Lenverguez emise un gridolino da topo e si
precipit verso la scala. Sinistrat, dritto davanti al barone, con le
braccia piegate e le palme rivolte in avanti, sembrava voler
trattenere il barone o forse soltanto discutere con lui.
- Ah-ah! disse ancora il barone con unilarit mista a
disprezzo. S spaventata. La magrolina scappata!
- Barone Jules, disse Sinistrat. Le le devo dire che
Il barone afferr il medico per i risvolti della giacca e lo
stratton con aria placida.

- Cosa devi dirmi, stronzetto?


- Le devo dire che non intendo subire pi imposizioni. (La
voce di Sinistrat tremava. Respirava forte). Non firmer pi
certificati per farla, ehm sottoporre a cure
Il barone diede una spinta alluomo che, andando a urtare il
muro con la testa e la schiena, fece un lieve rumore sordo.
- E in cambio vorresti la mia discrezione. (Il barone si
allontan verso lo scalone.) Povero illuso! -grid. Mi fai ridere!
(E si mise a ridere in maniera deliberata e innaturale). Ah-ah-ah-ah!
Scomparve. Sotto lo sguardo neutro di Aime, Sinistrat cerc
di riassumere un contegno.
- pazzo, disse il dottore. E completamente Conto
anche sulla sua discrezione, aggiunse precipitosamente.
Aime alz le spalle, si alz e si diresse verso la scala. Sinistrat
la segui ansioso lungo i gradini. I capelli ricci gli ricadevano sul
volto e lui scuoteva la testa per tirarli indietro.
- spaventoso, diceva. Sbuca fuori dappertutto senza
essere invitato e
- Un prete! Un prete! tuonava al piano di sotto il barone.
- Dio mio, disse Sinistrat.
Il medic sirrigid. Aime raggiunse svelta il fondo delle
scale. Quando rientr nel salone, il barone Jules aveva appena
raggiunto il vescovo.
- Bu! grid. Com cattivo questo prete!
- Mio caro barone, davvero, cominci a dire il vescovo
alzando la mano grassoccia, scuotendo la testa con un sorriso,
poco prima di prendersi un dritto alla mascella da parte del
barone Jules.
Il vescovo and al tappeto. Ci furono esclamazioni e grida
dorrore. Alcuni sintromisero tra il vescovo e il barone che
ancora cercava di dare qualche calcio alla sua vittima. Gridava di
voler far morire quel pretaccio. Disteso a terra, il vescovo
rantolava. Un tipo grosso, scuro di capelli, in completo gessato, la
Legion dOnore allocchiello, con baffi scuri e denti bianchi,
immobilizz il barone stringendogli un braccio dietro la schiena.
- Adesso c anche uno sbirro, non manca nulla, disse il
barone cercando di dar calci alluomo coi baffi.
Fecero rialzare il vescovo che scuoteva la testa, ancora
intontito. Lorque, con le guance flosce che fremevano di rabbia, si
and a piazzare davanti al barone e lo minacci brandendo un
Avana.
- Stupido vecchio pazzo, disse lindustriale. Nessuno ha il
coraggio di dirtelo e allora te lo dico io: non sei il benvenuto qui e
non sei stato invitato! Credi che tutto ti sia concesso perch tutti
ti temono a Blville. Ma io non ho paura di te. (Lorque lanci
unocchiata alluomo coi baffi). Commissario, lo cacci fuori.
- Con piacere, disse il commissario.
- Me ne frego! grid il barone mentre lo spingevano verso
luscita. Ritorner. Ritorner e piscer ovunque. (Scoppi a
ridere. Il commissario e i domestici lo buttarono fuori dalla porta

dingresso. La spinta lo fece rotolare sul marciapiede). Me ne


frego! grid ancora. Morirete tutti!

7.

Dopo la cacciata del barone Jules, il cocktail dei Lorque


termin abbastanza in fretta. Dopo essere tornata nel suo
monolocale, essersi preparata un t e aver fatto un bagno, Aime
si ferm davanti al lavandino del bagno e, guardandosi allo
specchio, cominci a parlare a se stessa.
- Ebbene, disse, tutto come al solito, no? Sembrava ci
volesse pi tempo, ma in realt stato rapido. Sono sempre le
storie di sesso a venir fuori per prime. Poi arrivano le questioni
dinteresse. E alla fine i vecchi delitti. Hai gi visto delle altre citt,
mia cara, e ne vedrai altre ancora; toccando ferro. (Si tocc la
testa. Allo specchio, il suo volto era pallido, illuminato
debolmente dalla luce fluorescente incorporata nellarmadietto del
bagno. Si tocc la testa senza sorridere). Andiamo, mia cara,
ripet, i delitti arrivano sempre per ultimi. Bisogna essere
pazienti.
Bevve il t, si sdrai sul letto e dormi di un sonno profondo.

8.

Nelle tre settimane successive, Aime cominci a stabilire la


sua routine. Assieme al notaio Lindquist and a visitare un certo
numero di propriet che erano in vendita a Blville e nei dintorni.
Ogni volta si mostr indecisa, ma compiacente, cos che il notaio
non ebbe modo dessere contrariato per i suoi rifiuti, anzi si
mostr sempre pi felice di mettersi a disposizione.
La vita di Aime era regolare e densa dimpegni. La mattina
beveva un t, andava a pranzo al Grand Caf de lAnglais, cenava
nel suo appartamento con delle uova o una minestra. Il momento
in cui le sarebbe tornata voglia di crauti con salsicce non
sembrava ancora prossimo. (Il peso era sceso al di sotto dei 45
chili. Le succedeva sempre cos nei periodi di tensione). Durante il
giorno frequentava lelite della citt e curava le sue relazioni. Due
volte alla settimana andava a cavallo in un circolo di equitazione,
tre volte alla settimana giocava a tennis, giocava anche a golf e,
ogni venerd sera, andava al casin dove per giocava poco. Due
volte alla settimana si esercitava anche nelle arti marziali alla
palestra del centro Jules-Ferry che non era frequentato dallelite.
(Cominci a familiarizzarsi col nunchaku, una tecnica che fino ad
allora le era sconosciuta). Infine venne invitata in diversi salotti
per un t o per giocare a bridge. Divenne intima dei ricchi di
Blville e loro lo divennero per lei. Osservava i loro modi e le loro
abitudini e soprattutto le tensioni e le passioni che si scatenavano
tra loro. Li osservava costantemente, con attenzione e pazienza.
La sera, nel suo miniappartamento, redigeva o aggiornava le
sue schede. Scriveva con una piccola stilografica verde con un
pennino doro, caricata con un inchiostro viola, e mentre scriveva
accompagnava le parole col movimento delle labbra.
Per esempio, di ritorno da un bridge e da una lunga
conversazione con la loquace Christiane Moutet, scriveva: Sonia
Lorque ha avuto una vita dura prima dincontrare Lorque. Misto
di riconoscenza e amore. Coppia solida, pi di quanto loro stessi
pensino. Oppure scriveva: Sembra che L&I. controlli la Graud
& Fils, limpresa che ha costruito il mercato del pesce. Non c
stata asta.
Dopo aver finito di scrivere, rileggeva diverse volte tutte le
schede e poi le riponeva in un cassetto della scrivania.
Nella sua terza settimana di permanenza a Blville, Aime si
assent brevemente. Prese il treno della sera, giunse a Parigi prima
della mezzanotte, cambi stazione in taxi, prese un altro treno.
Aveva con s una valigetta piatta e un grosso beauty-case della
Delsey che aveva comprato a Blville. Non si era preoccupata di
prenotare il treno, ma in quel periodo dellanno cerano pochi
viaggiatori e riusc facilmente a trovare posto.

Verso le cinque e mezza del mattino, il treno si ferm per tre


minuti in un paesino della Francia centrale. Aime scese, usc
dallatrio grigio e profondo, attravers la piazza della stazione e
svegli il portiere del Grand Hotel du Commerce et des Etrangers. In
quel momento indossava un abito a fiori sotto il cappotto e una
vistosa parrucca rosso scuro. Prese una stanza e si svegli in
modo automatico alle otto e mezza cos come aveva deciso in
precedenza. Riusciva piuttosto bene a controllare il proprio
corpo. In un altro periodo della sua vita aveva avuto problemi
sotto diversi punti di vista. In particolare non riusciva ad
addormentarsi se non grazie a forti dosi di barbiturici, n a
svegliarsi completamente se non grazie a forti dosi di eccitanti, n
a sopportare suo marito e il resto della vita senza una gran
quantit di anfetamine e tranquillanti, a cui saggiungevano i
bicchieri di vino. Ma le cose ormai erano cambiate. Aime era
padrona del proprio corpo; si era addormentata istantaneamente e
si era svegliata allora voluta.
Fece una doccia, rimise la parrucca e chiam il servizio in
camera. Si fece portare dei cornetti e una cioccolata calda. Mangi
con buon appetito. Il suo comportamento era gi diverso. Poco
pi tardi telefon al suo consulente finanziario, fumando una
sigaretta al mentolo.
- Signora Souabe, che lieta sorpresa! grid il dottor Queuille
quando sincontrarono nellalbergo per bere un aperitivo prima di
andare a mangiare insieme. Non cambiata per nulla,
fantastico!
- Neppure lei, Roland, disse Aime.
Parlarono daffari. Esaminarono dei conti correnti e degli
estratti catastali. Aime diede delle istruzioni. Consegn alluomo i
60 000 franchi che aveva portato con s.
- Sempre in contanti! Lei mi fa venire dei sospetti
scherz il dottor Queuille senza malizia.
Le firm una ricevuta. Disse che sua sorella era stata assieme
al marito in settembre in Inghilterra. Eppure la coppia non aveva
avuto modo di vedere Aime alla televisione inglese. Il consulente
chiese a Aime, che lui continuava a chiamare signora Souabe, se
non avesse intenzione di tornare a lavorare in Francia. Aime
rispose che era ormai abituata a vivere e lavorare in Inghilterra.
- S, certo, disse il dottor Queuille.
Tossi e prese le sigarette. Credeva solo parzialmente al fatto
che la ragazza facesse, come sosteneva, lattrice in Inghilterra, in
particolare attrice televisiva e di spot pubblicitari. Il dottor
Queuille, che aveva una immaginazione romanzesca e un po
volgare, si domandava se in realt la ragazza non fosse una
squillo.
Poco pi tardi Aime e luomo si separarono con un sorriso.
Aime fece qualche acquisto, poi prese una corriera delle
autolinee Chausson. Lungo il tragitto di diciotto chilometri,
sfogli un giornale locale. Da qualche giorno aveva smesso di
comprare i quotidiani nazionali. E allimprovviso scopr in un
foglio locale linformazione che aveva cercato inutilmente nei

nella stampa nazionale, quindici o venti giorni prima, CACCIA


ASSASSINA, diceva il titolo del breve articolo nel quale si parlava di
un incidente mortale in cui aveva perso la vita un padre di
famiglia, mentre i suoi due figli erano rimasti feriti. E con questo
-, concludeva larticolo, sale a nove il conto delle vittime della
caccia dallinizio del mese. Il due, i signori Morin e Cardan si
sparavano vicendevolmente nelle vicinanze di Saint-BonnetTroncais, nella regione di Allier. Due giorni pi tardi nella Francia
orientale si piangeva la scomparsa di Franois Roucart, allevatore,
ucciso da un cacciatore tanto sconosciuto quanto maldestro.
Arriveremo al punto in cui la caccia far pi vittime tra gli esseri
umani che non tra gli animali? Una questione su cui riflettere.
Al momento di scendere dalla corriera in un paesino di cento
o duecento case, Aime tenne con s il giornale. Si diresse verso il
limite del villaggio, imbocc un sentiero sassoso che saliva sul
fianco di una collina. Il cielo era grigio e nuvoloso. Aime
percorse quattro o cinquecento metri, torcendosi le caviglie sulle
pietre. Sudava. Eppure non cerano pi di otto o nove gradi sopra
lo zero e la ragazza non era particolarmente coperta.
Arriv a un gruppo di case ai margini di un bosco di querce e
faggi. Spinse una porticina di lamiera ed entr nel cortile sabbioso
di una casa in pietra. Cerano licheni e muschi sui muri. La porta
dingresso era aperta. Aime rimase sulla soglia, gett unocchiata
nella stanza principale piastrellata di rosso nella quale si vedevano,
in penombra, una cucina, un grosso tavolo coperto di tela cerata e
un grande letto di ottone lucido, ricoperto da un piumino. Un
piatto, un bicchiere, delle posate e una casseruola stavano ad
asciugare accanto al lavandino sul ripiano di pietra scura.
Aime si gir. Dalla soglia gett uno sguardo in gi verso
lorto che si stendeva ai piedi della casa, oltre il cortile. Nella valle,
sotto il cielo grigio, si vedeva il villaggio, oltre ad alcune grasse
vacche bianche in mezzo al prato verde vivo. Lungo le rive del
fiume si stendevano dei piccoli campi coltivati. In mezzo allorto
cera una donna seduta su una poltrona di vimini, con un cappello
di paglia in testa e le spalle rivolte alla casa. Aime discese
rapidamente i tre gradini dellingresso e si diresse verso la donna.
- Mamma?
La donna non rispose. Aime gir attorno alla poltrona e
sbuc davanti a lei. La madre ebbe un piccolo sussulto, poi chiuse
la bocca e strinse le labbra. Era una donna di una sessantina
danni, fragile, con i capelli bianchi tirati indietro e un volto
pallido e gonfio con le borse sotto agli occhi. Aguzz lo sguardo.
Portava un grembiule nero di cotone, quadrettato da sottili righe
bianche, uno scialle di lana nero e delle calze di cotone grigio
ardesia che facevano delle pieghe sulle caviglie. Aveva delle scarpe
nere da uomo. Si trovava tra una distesa di meli e un campo
dinsalata.
- Non hai lapparecchio? chiese Aime articolando
lentamente perch la donna potesse leggere le sillabe sulle labbra.
Visto che laltra non rispondeva e non reagiva, grid: Dov
lapparecchio, santo Dio?!

- Non lo so, disse la madre. Non bestemmiare. Eccoti qua


di passaggio. Mi hai fatto paura.
- Sono passata a sistemare degli affari, disse Aime con pi
calma. Ho detto al dottor Queuille di aumentarti il mensile. Non
dovresti rimanere dovresti prenderti qualcuno qui. Te lho gi
detto.
- S, disse la madre.
Aime infil le mani nella borsa.
- Ti ho portato del tabacco e un regalo. Diede alla madre dei
pacchetti di tabacco e una
scatola legata da un nastro. La madre scart lentamente il
regalo. Ne tir fuori una camicia di cotone color malva a fiorellini
bianchi. La sollev davanti a s con entrambe le mani scuotendola
leggermente per spianarla. Poi la ripieg distrattamente, se
lappoggi sulle ginocchia e ci pos le mani sopra.
- Molto carina, disse con lo sguardo fisso verso la vallata.
Aime si morse quasi inconsciamente un pollice. Gir attorno
alla poltrona, rimanendo per un attimo immobile dietro alla
madre.
- Stronza, disse, ti odio. Come vorrei che fossi morta.
- Come stai? chiese la madre. Come va il lavoro? E tuo
marito?
Non si volt indietro per vedere se Aime le stava
rispondendo.
- Tra poco, disse ancora, arriver il curato.
Gli far un caff. Puoi rimanere se vuoi, potresti bere un
caff con noi.
- Devo andar via, disse Aime.
Si gir e si mosse verso il cortile sabbioso e la piccola porta di
lamiera.
- Gi, disse la madre, evidentemente devi partire.
Aime arriv a Parigi allalba. Fece due passi in attesa del
treno per Blville. Vicino alla place du Chtelet venne abbordata
da un uomo massiccio con un soprabito cangiante e i capelli
ondulati, lucidi di brillantina. Lui la segui per un momento. Le
accese una sigaretta.
- Non le andrebbe di andare a bere qualcosa da qualche
parte? chiese luomo. Potremmo andare a casa mia.
Aime, con la sigaretta tra le dita, rise gettando la testa
allindietro.
- Piccola canaglia, disse luomo con aria compiaciuta.
Prese Aime per un polso, le pass un braccio attorno alla
vita e cerc di baciarla sul collo. Aime si divincol e fece un
passo indietro, poi allimprovviso ne fece uno in avanti e gli diede
uno schiaffo. Lui arrossi e la schiaffeggi a sua volta.
- Ma che ti prende, puttanella! grid.
Per un attimo si scambiarono dei colpi sulla testa. Poi Aime
si calm. Fece un mezzo passo indietro e colpi luomo giusto
sotto al naso col taglio della mano. Lui indietreggi barcollando e
si ritrov a sedere per terra, tenendosi il muso con entrambe le
mani.

- Ahi! Ahi! Ahou! Ahou! Ahou! gridava.


Dagli occhi le lacrime gli uscivano copiose. Aime si
allontan. In rue de Rivoli prese un taxi, and a recuperare i
bagagli al deposito, cambi statone. Attese ancora due lunghe ore
in un bar che giungesse lora del suo treno. Quindi fece ritorno a
Blville.

9.

Il giorno del suo ritorno, Aime dormi fino a tardi. Poi prese
il giornale che aveva comprato il giorno precedente, ritagli
larticolo che faceva riferimento alla morte di Roucart e archivi il
ritaglio assieme ad altri che parlavano di altri decessi: quello di un
industriale di Bordeaux, morto per asfissia a causa di un radiatore
difettoso, cinque mesi prima; quello di un medico parigino
annegato a La Baule allinizio dellestate; e altri ancora. Aime us
il resto del giornale per foderare il bidone della spazzatura in
cucina. Quella sera non mangi nulla per cena. Con la
macchinetta fece una copia di una ventina di chiavi che aveva
preso dagli armadietti per i bagagli della stazione di Blville. Era la
seconda volta che copiava delle chiavi a Blville. Una volta che
ebbe finito, verso le dieci di sera, aveva una copia di tutte le chiavi
degli armadietti della stazione.
- Una delle sue vicine si lamentata, signora, -le disse la
ragazza della reception, la mattina dopo, mentre stava uscendo.
C stato un rumore persistente che proveniva dalla sua stanza,
ieri sera fino a tardi.
- Un rumore persistente? Ah, s, disse Aime, il mio
asciugacapelli. Non succeder pi.
- Sono contento che sia riuscita a venire in pieno pomeriggio,
le disse pi tardi il notaio Lindquist. Anche se poi non sar
una grande festa. Questestate le far conoscere le nostre sagre
paesane!
Aime scroll la testa con aria interessata. Il clima era
insolitamente secco e soleggiato. Laria di mare era fresca e
pungente, ma la gente andava in giro ben coperta, con la sciarpa al
collo. Davanti alla casa padronale erano stati piazzati due lunghi
tavoli coperti da tovaglie bianche sui quali era disposta una gran
quantit di stuzzichini, antipasti e pasticcini assieme ai bicchieri e
a svariate bottiglie di sidro. Gli invitati passeggiavano sul prato in
mezzo ai meli. In lontananza si vedevano delle vacche pezzate.
Lelite di Blville si trovava di nuovo riunita. Loccasione era
offerta dal battesimo di un rampollo di una famiglia di agricoltori
piuttosto ricchi. Aime non era stata invitata, ma Lindquist aveva
preso liniziativa di portarla con s.
- C un gioco particolarmente piccante, stava dicendo in
quel momento il notaio. Si chiudono in un recinto due ragazze
del luogo, di preferenza graziose, e le si bendano. Poi sintroduce
nel recinto un porcellino cosparso di grasso. Le ragazze devono
acchiapparlo. Naturalmente, unto com, la cosa non molto
facile. Il porcellino strilla e le ragazze pure. divertente.
- Non ne dubito.
- Guardi l! esclamo Lindquist. Quando parli di
porcellini

Indic con un gesto un marmocchio di circa sei-otto mesi


tenuto sulle ginocchia da una contadina. La donna stava cercando
di travasare della pappa allinterno del piccolo essere rubicondo. Il
piccolo strillava come un ossesso e si agitava. Poi fece un rutto
fragoroso e vomit tutto quello che aveva mangiato.
- Piccolo schifoso! grid la donna con rabbia.
- E la corsa col cucchiaio! La corsa nei sacchi! Il massimo del
divertimento! stava spiegando intanto Lindquist.
- Non vedo lora, caro notaio, disse Aime mentre
osservava il dottor Sinistrat e la signora Lenverguez che si
eclissavano dalla parte dei granai, oltre la folla.
In quel momento il bambino era gi morto, ma sua madre
non se nera ancora accorta. La signora Lenverguez e Sinistrat
scomparvero. Lindquist ed Aime continuarono per alcuni minuti
a chiacchierare, scambiando saluti con i Tobie, i Moutet e gli altri.
Seduta su una sedia con le spalle appoggiate al muro della casa
padronale, la moglie di Sinistrat si sfregava un orecchio con aria
malinconica. Allimprovviso, dal mezzo del prato, la madre del
bambino che aveva appena vomitato lanci un grido interminabile
e folle, dandosi dei pugni sulla testa.
Ci furono molti strilli e molta agitazione. Alcuni si
accalcarono attorno al bimbo morto e alla madre urlante. Altri se
ne allontanarono il pi possibile a passi incerti, gridando e
agitando le mani e la testa. Alcuni si misero a chiamare aiuto,
gridando: Sinistrat! e: Dottore! Dopo un attimo, dalla parte dei
granai, sbuc fuori Sinistrat che si apr un varco tra la folla. Aime
not che, nella fretta, aveva sbagliato ad abbottonarsi i pantaloni.
Scopri il petto del bimbo gi cadavere, lo auscult, gli pratic la
respirazione bocca a bocca, ma non riusc a riportarlo in vita.
- morto, dichiar Sinistrat.
Le grida della madre aumentarono. Dovettero trattenerla.
Tutti i gruppi si erano sciolti. Le persone urtavano le une contro
le altre. Tra due spalle, Aime intravide per un attimo il viso rosso
del bambino morto. Improvvisamente f u colta da un crampo allo
stomaco e i denti cominciarono a batterle.
- Voglio voglio andare via, disse a Lindquist. Il notaio la
guard con aria seccata, senza capire e senza rispondere. Aime
aggir luomo e tagli attraverso il frutteto. Si scontr con Sonia
Lorque che prov a prenderla per il braccio. Aime fece uno
scarto, sfuggi alla bionda e si mosse velocemente verso il confine
del podere. Intanto le grida della madre, a cui il dottor Sinistrat
aveva fatto una puntura, si erano placate. Dietro i tavoli imbanditi
e le bottiglie intatte, alcune donne vestite di colori vivaci
piangevano appoggiate le une alle altre. Quando oltrepass il
cancello, Aime quasi correva.
Non torn in s che un chilometro dopo. Era ancora un po
tremante. Cerc con gli occhi una pietra miliare sul lato della
strada. Il cielo si stava coprendo. Aime trov quel che stava
cercando, lindicazione BLVILLE 3,5 KM. Prosegui sfregandosi le
braccia. Indossava un abito a fiori di seta stampata, lungo fino al
ginocchio, una giacca di lana bianca e una borsa a tracolla. Si mise

a piovere, allinizio piano piano, poi pi forte. Dopo pochi minuti


la ragazza era completamente fradicia e con i capelli disfatti. Una
vecchia Renault 4CV nera con i parafanghi ammaccati e
arrugginiti la raggiunse e fren spruzzando zampilli dacqua sulla
strada sconnessa. Al volante cera il barone Jules. Apr la portiera
e fece cenno a Aime di avvicinarsi. Lei ubbid senza pensarci.
Luomo scese, gir attorno allauto per aprire la portiera anteriore
destra. La tenne aperta davanti a Aime che era rimasta immobile.
- Andiamo, non la manger mica, osserv lui.
Aime entr nellautomobile. Nel piccolo abitacolo f u
costretta a piegare le ginocchia al punto che queste si scoprirono.
Lei si tir gi labito e le ricopri. Il barone Jules era tornato al
posto di guida. La 4CV si rimise in moto.
- Il bambino morto, disse Aime.
- Che dice?
- Un bambino morto. Non quello del battesimo. Un altro
bambino. Il figlio di una contadina. Ha vomitato ed morto.
- Calma, disse il barone Jules. Respiri a fondo.
Acceler landatura, poi rallent e gir su un sentiero
ricoperto di ghiaia che tagliava dritto in mezzo alle stoppie. Le
sospensioni della 4CV erano in pessimo stato e i tergicristalli
piuttosto consumati. Attraverso la pioggia sintravedevano
vagamente dei gruppi di alberi e il campanile insolitamente aguzzo
di una chiesa. Raggiunsero un piccolo gruppo di case. Il barone
Jules fren e gir in un grande viale che terminava con un
cancello aperto dipinto di bianco. Il rivestimento del cancello era
tutto scrostato. Passato il cancello, cera un giardino molto grande
e, di fronte a questo, una specie di piccolissimo castello
sovraccarico di garitte e di minuscole torrette. Il parco doveva
essere stato un tempo un giardino alla francese, ma era chiaro che
veniva pi curato decentemente da anni. Con uno stridore di
ghiaia la 4CV si ferm davanti a una doppia scalinata con le
balaustre fatte di ciottoli e cemento.
- Vorrei tornare a casa, disse Aime. (Scosse la testa).
Non mi sento bene. Mi riporti in citt.
- Lei ha avuto uno shock, disse il barone Jules. Ha
bisogno di bere qualcosa. Ha bisogno di asciugarsi. Altrimenti
rischia di morire.
Luomo scese dalla macchina e sal la scalinata. Anche Aime
scese e lo segui. Attraversarono un ingresso buio e raggiunsero
unenorme stanza piena zeppa di mobili e di cose, con delle bowwindow che davano sul davanti e sul retro della casa.
- Ho del cognac e devessermi rimasto del whisky scozzese
piuttosto buono, disse il barone. -Le va del t? (Aime fece un
cenno con la testa). Le preparo un t. Vado a cercarle qualche
asciugamano.
Luomo usc da una porticina bianca. Aime fece due o tre
passi esitanti nella enorme sala, grande almeno sessanta o ottanta
metri quadri. La stanza era piena di madie, tavoli, armadi, sedie,
divani, soprammobili e scatoloni di cartone con la scritta BLACK
AND WHITE Oppure PAT HNAFF, LE PT DU MATAF! La tinta

pallida dei muri e lintonaco del soffitto erano tutti scrostati. Sul
soffitto si notavano dei segni rotondi, scuri e sporchi, allaltezza
dei lampadari. I mobili erano impolverati e i tappeti persiani,
anneriti per lo sporco, erano cosparsi di briciole di pane. Il barone
rientr nella stanza con un vassoio pieno di bicchieri e bottiglie.
Aveva sulla spalla un asciugamano con la scritta S.N.C.F.
Appoggi il vassoio e tese lasciugamano a Aime. Mentre la
ragazza cominciava ad asciugarsi, vers da bere da una caraffa di
cristallo dentro dei bicchieri con le scritte MOBIL E MARTINI.
- Quando anche la caraffa si sar rotta, ne trover una
pubblicitaria. (Tese un bicchiere a Aime che lo prese con una
mano, mentre con laltra continuava a sfregarsi i capelli). Mi
piacciono molto gli oggetti pubblicitari e i regali che promettono
le ditte, disse il barone Jules. E anche i rifiuti. Capisce, io non
ho nessun reddito. E un uomo senza reddito sinteressa per forza
ai regali e ai rifiuti. (Bevve un altro sorso e schiocc la lingua
soddisfatto). Oggi come oggi, non vero?, con laumento del
capitale fisso rispetto a quello variabile, tutta una fascia di poveri e
di disoccupati costretta a vivere di regali e di rifiuti, e a volte di
prestazioni varie. Ha unidea di quel che le sto dicendo?
- Non ne sono sicura, disse Aime.
- Neanchio, disse il barone. Mi scusi un attimo, sento il
bollitore che fischia.
Usc di nuovo dalla stanza lasciando aperta la porticina
bianca.
- Sono felice di averla raccolta dalla strada, grid dalla cucina.
Avevo voglia di vederla di nuovo. Credo che lei sia una persona
enigmatica. enigmatica?
Aime non rispose. Il barone ricomparve con un altro
vassoio col t e le tazze.
- Al momento sono disgraziatamente sprovvisto di latte e di
zucchero, disse. Sono desolato per il modo in cui ci siamo
visti la prima volta, voglio dire con luccello in mano. Sono io
quello che deve sembrarle enigmatico.
- Bah, disse Aime, non un problema.
Bevvero il t, fissi nel corpo e nello sguardo come degli
animali di ceramica, in piedi, col naso nella tazza, luno accanto
allaltro.
- Non credo di essere enigmatico, afferm il barone Jules.
Sono un astronomo. Venga, le faccio vedere.
Aime segui luomo attraverso la porticina bianca e poi su per
una stretta scala che portava al primo piano. Aime, che non
aveva finito di bere lottimo cognac, lo seguiva col bicchiere in
mano. Passando per un corridoio, il barone indic una stanza
vuota, con soltanto una branda con delle coperte, una nuda
lampadina attaccata al soffitto e le pareti piene di scatole di
whisky e di stecche di sigarette.
- La mia stanza, disse. Non le propongo di fermarci a fare
lamore, non ci conosciamo abbastanza per quello. (Prosegui
lungo il corridoio, anche questo ingombro di cassette di alcolici e

di sigarette). Vuole delle stecche di sigarette inglesi? Faccio


qualche piccolo commercio con i marinai di Blville.
- No, grazie, disse Aime.
- E poi gli vinco la roba giocando a carte, disse il barone
imboccando una scaletta a chiocciola molto stretta in fondo al
corridoio. Sono piuttosto bravo. E del resto loro mi lasciano
barare. Ma perch li faccio divertire.
Attraverso la scala a chiocciola raggiunsero una torre
dangolo. Dalle vetrate a mosaico, Aime vide, pi in basso, il
giardino retrostante e i conigli nelle loro stie zuppe di pioggia.
Quindi arrivarono in una stanza rotonda sotto il tetto della torre.
- Come le dicevo, sono un astronomo! esclam
trionfalmente. (Nonostante fossero saliti su a passo svelto, non
aveva il fiatone. E neppure Aime).
Il tetto presentava delle aperture. Cerano degli specchi,
diversi cannocchiali e telescopi e, su alcuni tavoli a rotelle smaltati,
come quelli che si usano negli ospedali, dei fogli pieni di appunti,
vergati da una calligrafia minuta e perfettamente leggibile.
Limpressione di Aime fu che si trattasse di calcoli e di
annotazioni vagamente poetiche sugli astri. Da una delle finestre a
mosaico si intravedevano, a qualche chilometro di distanza, i tetti
bluastri di Blville.
- una bella occupazione, lastronomia, dichiar il barone
armeggiando con un binocolo puntato quasi in verticale verso
unapertura del tetto, una specie di vasistas. una bella attivit
che non fa del male a nessuno e si addice al mio rango e alle mie
inclinazioni. A me piace guardare. (Luomo osserv Aime che
non diceva nulla. Si gir e improvvisamente fece ruotare il
binocolo in posizione verticale). Gli astri e lor signori! -grid.
Anche Blville merita di essere osservata. Non con questo
cannocchiale, bens attraverso le crepe nei muri, le incrinature
negli uomini, i buchi delle serrature. (Il barone si volse
bruscamente dalla finestra a mosaico). E da alcune decine di anni
che osservo questa citt, spieg. La conosco alla perfezione.
(Il suo sguardo si fiss nel vuoto. I muscoli del viso si
contrassero). Continuate pure la vostra eroica lotta, cari signori!
grid. Il vostro regno dura un tempo cos breve; voi dovete
darvi delle leggi. Potete quindi anche pavoneggiarvi del potere che
avete conquistato, potete banchettare nel salone reale e
corteggiare la bella figlia del re. Ma non dimenticate che c il boia
che vi aspetta dietro la porta.
- Di che sta parlando? chiese Aime.
Un po pi tardi il barone Jules, un po pi calmo, mentre
tornava con Aime verso lingresso (dove si trovava, appeso a un
muro, un fucile Weatherby Regency a canne sovrapposte), le disse
ancora che i movimenti degli uomini non assomigliano a quelli
degli astri; ma che a volte, per il punto di vista che lui aveva scelto
o al quale era stato costretto, gli sembravano simili. Queste frasi
sibilline diedero a Aime un po di angoscia e il desiderio di
andarsene. Poco pi tardi il barone la riaccompagn a Blville. Ma

nel momento in cui la 4CV scassata si mise in moto, a Aime


venne qualche rimpianto.

10.

Qualche minuto dopo essere scesa dalla 4CV del barone


davanti al Rsidence des Golands, Aime apr la porta del suo
monolocale e nello stesso istante sent una sorta di grido strozzato
che la fece sussultare. In piedi, davanti alla porta semiaperta della
sua stanza, gir bruscamente la testa. A pochi passi di distanza,
nel corridoio, cera unaltra porta socchiusa. Da uno spiraglio si
intravedeva una vecchietta minuta. Aime scosse la testa con
irritazione. Due o tre volte alla settimana le capitava di scorgere la
vecchietta che la spiava al suo passaggio. Era una vecchia
piuttosto ributtante, almeno a giudizio di Aime, con delle gote
cadenti incipriate di bianco e un rossetto violaceo. Questa volta
sembr che la vecchia volesse rivolgerle la parola. Aggrappata con
una mano allo stipite, si schiar la gola con un suono disgustoso.
Aime spalanc la porta del miniappartamento, entr e la richiuse
rumorosamente.
Appoggi la borsa su una sedia e and ad appendere la giacca
di lana nellarmadio. Sent dei fruscii provenire dal corridoio, poi
dei rumori come se qualcuno cercasse di grattare la base della
porta, di nuovo dei sospiri e poi un rutto e un colpo di tosse.
Aime torn esasperata verso la porta e la apr.
- Ma che cosa vuole da me, santo cielo? domand.
Solo allora vide che la vecchia non emetteva pi suoni,
sdraiata a terra sul ventre in mezzo al corridoio e al proprio
vomito. Aime fece una smorfia di disgusto. Dopo un attimo di
esitazione mise un ginocchio in terra e sent il polso della
vecchietta. Non lo trov. Con la punta dun dito le alz una
palpebra per verificare eventuali reazioni della retina. Poi si rialz
e, senza curarsi di chiudere la porta, si diresse verso il telefono per
chiamare la polizia. Sei o sette minuti dopo arrivarono una
macchina della polizia e unambulanza e parcheggiarono davanti
alledificio. Poco dopo giunse anche il commissario Fellouque con
la sua auto. Un medico calvo, sulla cinquantina, che Aime non
aveva mai visto, esamin la vecchia. Era morta. Trasportarono il
corpo con una lettiga.
- Devessersi trascinata fino alla sua porta per chiedere aiuto,
disse il commissario Fellouque. (Alto, bruno, con dei baffi sottili
e denti smaglianti, si trattava dello stesso poliziotto che aveva
sbattuto fuori il barone Jules alla festa dei Lorque, sotto gli occhi
di Aime. La ragazza gli vers una tazza del t che aveva appena
preparato). Poi si girata per tornare nella sua stanza e per
telefonare, -disse luomo. Cosa che avrebbe dovuto fare fin
dallinizio. Badi bene, non credo che questo avrebbe potuto
cambiare le cose.
- Commissario, sta succedendo qualcosa di speciale? chiese
Aime.

- Perch dice questo? Cosa vuol dire, qualcosa di speciale?


- Lei il commissario, eppure si mosso personalmente,
disse Aime. Sarebbe bastata una volante. Forse che?
(Sinterruppe). Ho visto morire un bambino nella stessa maniera
questo pomeriggio, disse.
Il commissario si alz dal letto, sul quale sera seduto senza
peraltro essere stato invitato, e cominci a fare degli ampi gesti
con entrambe le braccia, tenendo la testa incassata tra le spalle.
- Non voglio che si sparga il panico e si diffondano delle voci!
grid. una normale intossicazione alimentare, nientaltro!
(Abbass le braccia e sembr allimprovviso pi calmo e
sprezzante). C un altro morto, un terzo, e una decina di persone
allospedale, se lo vuole sapere. Ma non voglio che si diffonda il
panico. Non che lei comincer ad attaccarsi al telefono?
- Al telefono?
- Ma s, disse il commissario. Lo sanno tutti quel che son
capaci di dirsi le donne tra loro!
Aime e luomo si squadrarono un istante in silenzio. Lui
aveva unaria esasperata e diffidente. Lei aveva unespressione di
disprezzo.
- Lei non ha mica della roba in scatola, qui? -domand il
commissario. (La porta dellappartamento, che era rimasta
socchiusa,
venne
spalancata
da
qualcuno
che
contemporaneamente aveva bussato sullo stipite).
- Ah, no! grid il commissario. Si tolga di mezzo e ci lasci
in pace.
- Questo un domicilio privato, osserv lintruso, un
cinquantenne minuto di corporatura, con capelli ricci color grigio
ferro, gli occhi azzurri e un soprabito di pelle consunto. Lei non
ha il diritto di cacciarmi fuori, Fellouque, aggiunse mentre si
girava verso Aime. Stampa, gentile signora. Sono DiBona della
Gazzetta di Blville. Posso parlarle per qualche minuto?
- Non si pu! Non si pu! disse il commissario Fellouque
cercando di sbarrare il passo al giornalista che si dirigeva
sorridendo verso Aime.
- Lorque e Lenverguez stanno avvelenando mezza citt, cara
signora, disse DiBona. E stanno morendo anche delle vacche.
Faccio appello al suo senso civico. Non vorr mica che questo
poliziotto insabbi tutta la storia?
- Qui non si tratta dinsabbiare niente, grid Fellouque.
lodio che lacceca, DiBona! Lei pazzo! (E si gir verso Aime.).
pazzo!
- Vuole insabbiare lo scandalo, disse DiBona.
- Devo andare a giocare a bridge, disse Aime. Signori,
vogliate scusarmi.
Ci vollero ancora diversi minuti perch riuscisse a liberarsi dei
due uomini, ma alla fine si ritrov in bicicletta nelle strade di
Blville. Aveva un appuntamento alle cinque a casa dei Moutet
per prendere il t e giocare a bridge assieme a Sonia Lorque. Del
resto, dopo la morte del bambino e le altre tragedie, non era
neppure sicura che ci sarebbe stata una partita. Ma nonostante

questo, pedalava con un sorriso sulle labbra. Lei amava i momenti


di crisi.
Alla fine, giocarono a bridge.
- Questa storia ci ha totalmente sconvolto, -dichiar allinizio
la formosa Christiane Moutet, che sembrava effettivamente
preoccupata e ansiosa. (Il marito era al telefono nel suo studio in
fondo al corridoio. Ogni tanto lanciava delle esclamazioni
inquiete e allarmate).
Sonia Lorque arriv qualche minuto dopo Aime. Anche la
moglie dellindustriale aveva unaria tesa e preoccupata. E
nonostante questo si vedeva che aveva passato del tempo a farsi
bella. Le sopracciglia erano state ritoccate da poco, probabilmente
quel pomeriggio stesso. Il trucco era particolarmente accurato.
Sembrava essersi preparata in maniera speciale per sembrare
attraente proprio in quella occasione.
Allinizio tutti si dissero daccordo sul fatto di non poter
giocare a carte come se niente fosse, dopo lorribile tragedia
accaduta quel pomeriggio.
- Almeno beviamo qualcosa, disse il funzionario Moutet,
che aveva finito di telefonare. (Aveva unespressione tesa e un po
attonita e si mordicchiava i baffetti rossastri).
Bevvero un bicchiere nel salotto. I Moutet abitavano nella
citt vecchia in un appartamento ristrutturato di cinque stanze.
Era arredato con mobili moderni, una moquette sul pavimento e
delle riproduzioni di quadri astratti alle pareti.
Visto che tutti rimanevano l, senza sapere che dirsi, la
formosa Christiane Moutet fini per suggerire che, dopo tutto, si
poteva anche giocare a bridge. E cos si misero a giocare, anche se
nessuno riusc a concentrarsi molto. Di tanto in tanto saltavano
fuori delle frasi o delle chiacchiere che non avevano nulla a che
fare con la partita.
- Uno senza atout.
- Passo.
- Passo.
- Due picche, disse Aime.
- DiBona uno stupido, disse Sonia Lorque a cui Aime
aveva raccontato lirruzione del giornalista avvenuta poco prima
nella sua stanza. Crede di essere uno di quei giornalisti dei film
americani, spieg la bionda. Sempre a caccia di scandali che
non esistono.
- Questa volta, disse Christiane Moutet con gli occhi fissi
sulle carte e un tono controllato, ci sono comunque tre morti. E
poi linsieme: vacche, bambini e adulti. La vedo male! esclam
alzando la testa. Qualcuno ha unidea di quel che sta
succedendo?
- Basta! Adesso basta! disse il funzionario Moutet. Siamo
qui per giocare o per chiacchierare?
Il telefono nello studio si mise a suonare. Luomo si alz dal
tavolo con un brontolio dinsofferenza.
- Basta! ripet.

Entr nello studio senza chiudere la porta. Le tre donne lo


sentirono dire pronto e poi urlare allimprovviso.
- Cosa?! grid.
Sonia Lorque si port una mano al viso. I suoi tratti subirono
una trasformazione che Aime non riusciva a spiegarsi, ma che
osservava con grande interesse. In fondo al corridoio, il
funzionario Moutet si sporse per afferrare la maniglia e chiudersi
dietro la porta. Quindi si sentirono soltanto i rumori di una lite,
ma i dettagli della discussione andarono perduti. Christiane
Moutet si accese una sigaretta. Ognuno faceva finta di guardare le
proprie carte o il panno verde che ricopriva il tavolo. Aime si
mise a osservare di sottecchi Sonia Lorque. La bionda si port
entrambe le mani al volto nel momento in cui Moutet usc dal suo
studio e rientr nel salotto. Luomo pareva fuori di s.
- Quello stronzo! url. Che cazzo di roba! -Le donne lo
guardarono. Sonia Lorque, sempre con le mani sul volto,
guardava Moutet attraverso lo spiraglio tra due dita. Moutet si
lasci cadere su una poltrona. Poi si rialz di scatto e torn al
tavolo. Sinarc e, col movimento che fece per appoggiare i
gomiti al tavolo verde, spazz via le carte che caddero a terra.
Contemporaneamente Sonia Lorque si alz, si allontan dalla
sedia e gir le spalle al tavolo. Non si diresse verso luscita, and
invece verso un angolo chiuso del salotto. Christiane Moutet
guard angosciata il marito. Aime continuava a osservare Sonia
Lorque con aria perplessa.
- Quello stronzo! ripet il funzionario. Dice che nel mio
contratto! E cos pensa di farla franca?
- Ma che dici? chiese Christiane Moutet. Che succede?
- Succede che io sono il responsabile delle celle frigorifere.
(Moutet parlava lentamente, come se si sforzasse di scandire le
parole). Porca troia! -grid. Ma non vero, non possibile, una
follia!!!
- Ma che succede? chiese di nuovo Christiane Moutet, con
unaria molto calma e le sopracciglia appena arcuate.
Girandosi, Sonia Lorque afferr con violenza il polso di
Christiane Moutet cogliendola di sorpresa. Aime continuava a
osservare.
- C stato un problema alle celle frigorifere del mercato
nuovo, disse in fretta la bionda. Ecco cos successo. I tre
stabilimenti hanno lavorato per tre ore del pesce avariato. E tuo
marito far da capro espiatorio.
- Stai scherzando, disse Christiane Moutet. -No.
Christiane Moutet si mise a osservare la bionda con aria
assorta.
- No, ripet Sonia. Mio marito e Lenverguez, li ho sentiti.
Ne hanno parlato a lungo. il tuo uomo che pagher per tutti.
- Brutta stronza, disse Christiane Moutet. (Il suo tono di
voce era calmo). Tu lo sapevi gi. Stronza, ripet con aria
incredula.
- Senti, disse Sonia Lorque, penso di essere in grado di
proporre un compromesso.

Christiane Moutet si alz e diede a Sonia uno di quegli


schiaffi che si sentono anche a dieci metri di distanza. Poi le sput
in faccia. Quindi urt il tavolo da bridge che si rovesci. Le carte
si sparsero al suolo. Aime, ancora seduta, diede un tiro alla
sigaretta. Sonia Lorque si diresse verso luscita. Un lato del viso
scarlatto. Il trucco disfatto.
- E va bene, disse Christiane Moutet. Vattene via. Vai a
raggiungere quel cornuto di tuo marito.
- Peggio per te, mia cara, disse Sonia.
- nel mio contratto, ripet Moutet, che era rimasto
immobile, seduto sulla sedia, distrutto e sconvolto. Sono il
responsabile. Sono rovinato.
Sonia Lorque usc dallappartamento sbattendo la porta.
- Ha parlato di un compromesso quella stronza o me lo sono
sognato? chiese Christiane a Aime.
- Di soldi, disse Aime.
- Cosa?
- Bisogna che qualcuno si prenda la responsabilit, spieg
Aime, e hanno deciso che deve essere lui. Ma vorrebbero
gestire la situazione senza scandali. E sono pronti a pagare purch
tuo marito si prenda tutta la colpa senza protestare.
- E tu come fai a saperlo? (Un lampo di diffidenza pass nello
sguardo della bruna).
- Ma chiaro che cos, disse Aime.
Christiane Moutet la guard con unespressione incerta, quasi
stupida. Sembrava far fatica a concentrarsi sui propri pensieri.
Scosse la testa con un mezzo sorriso allangolo della bocca.
Allimprovviso fece una smorfia di rabbia, come se fosse riuscita a
riprendere il filo dei suoi pensieri.
- Senza protestare! ripet. Ma li trascineremo nella merda!
- S, disse Aime. necessario. Se propongono un
accordo, vuol dire che hanno qualcosa da nascondere. Bisogna far
venire a galla tutto il marcio possibile. (Fece due passi avanti e
afferr la bruna per le spalle). Ti aiuter, disse in fretta. Posso
trovare del materiale.
- Del materiale?
- Del marcio. Ti ritelefono. (Aime lasci Christiane, si gir,
rimase ferma un attimo davanti al funzionario Moutet, ancora
seduto e spaventato). Non si abbatta, disse e si diresse verso la
porta. Usc e, quando raggiunse la strada, quasi and a sbattere
contro Sonia Lorque.
- Come lhanno presa?
Aime si strinse nelle spalle. Si chin per aprire il grosso
lucchetto da moto con cui aveva chiuso la bicicletta. Si rimise in
piedi.
- Male, disse. Non staranno zitti.
- Io non centro niente con questa storia, disse Sonia.
Cerco soltanto (La donna sinterruppe). Ma nessuno potr
impedirmi di prendere le parti di mio marito, disse.
- Ma s, ma s, brava, disse Aime inforcando la bicicletta.
State pure tutte dalla parte dei vostri mariti. Povere stupide.

Si allontan con la Raleigh, pedalando velocemente. Qualsiasi


via simbocchi, c sempre una lunga salita da fare per uscire da
Blville. Aime si diresse a est, verso linterno. Fece tutta la salita
in piedi sui pedali. Arrivata in cima, aveva il fiatone, la fronte
imperlata di sudore e le ascelle maleodoranti. Percorse il tratto in
pianura a grande velocit, sedura sulla sella, con i denti scoperti,
eccitata. In pochi minuti arriv a casa del barone Jules. Luomo la
ricevette. Indossava un paio di blue-jeans, una camicia a scacchi
con collo e polsini consunti e sfilacciati e un gil di velluto. Aime
gli raccont quel che era successo. Gli raccont lincidente dai
Moutet. Il barone le chiese perch mai fosse corsa proprio da lui a
raccontare tutte quelle cose.
- Ho pensato che si sarebbe divertito, disse Aime.
- Lei non ha pensato nulla del genere! brontol il barone
con unaria irritata. (La sera era vicina e il salone ingombro era
particolarmente buio. Luomo accese una luce e squadr con aria
diffidente Aime seduta su una poltrona sfondata). Con tutto il
tempo che li osservo, buon Dio! Sono trentanni e pi che li
osservo, tra un po saranno quaranta! In tutto questo tempo non
sono riusciti a divertirmi neanche per un secondo. Mi fanno venir
voglia di vomitare e di spaccare tutto.
- S, disse Aime, proprio cos. Ci creder quando lo
vedr. (Scosse la testa con violenza, come per schiarirsi le idee o
per liberarsi da un ricordo sgradevole. Aveva lespressione un po
vacua di uno che allimprovviso non capisca pi limportanza di
quel che aveva deciso di fare. Si riprese subito). S, s, s, proprio
cos, ripet scuotendo la testa e il busto con forza. Moutet ha
deciso di opporsi. E ci vogliono delle armi per opporsi, e degli
alleati. Immagino che uno come il dottor Sinistrat si schierer
dalla sua parte. E poi quellaltro, DiBona, la Gazzetta di Blville,
s.
Se trovano del materiale contro Lorque e Lenverguez
scoppier lo scandalo.
- E a me cosa vuole che me ne freghi? domand il barone
Jules.
- Il materiale, lei ce lha di certo, con tutti gli anni in cui
rimasto a osservare Blville, disse Aime. Se ha voglia di
vomitare e di spaccare tutto, questo il momento.
Il barone la guard un attimo e poi si mise a ridere. Ma era un
riso forzato. Luomo era letteralmente piegato in due.
- Lei pazza, afferm, con le lacrime agli occhi.
- Le ho detto quel che avevo da dire, fece Aime con un
tono conciliante. (Si alz dalla poltrona sfondata e si diresse verso
luscita con le mani in tasca).
- Aspetti, disse il barone, correndole dietro. Lei una
persona terribilmente bella e negativa. (Inciamp nel tappeto e
appoggi un ginocchio a terra). Ascolti! disse. Lei che
interesse ha in tutto questo?
Aime era gi fuori dalla casa. Scese lo scalone, inforc la
bicicletta e accese la dinamo perch si stava facendo buio. Il

barone si affacci ansimando sulla porta, mentre si massaggiava


con una mano il ginocchio.
- Aspetti, perdio! grid. Lei che interesse ha in tutto
questo? Non se ne vada. Voglio saperlo. (Ma Aime, facendo
schizzare la ghiaia da sotto le ruote, correva gi verso il cancello,
lattravers e scomparve).

11.

La sera stessa, qualche minuto prima della mezzanotte, il


giornalista DiBona, tornando a casa, trov nelle scale il barone
Jules che lo aspettava seduto sui gradini. DiBona aveva raccontato
il giorno dopo che, di primo acchito, aveva pensato che luomo
fosse ubriaco, per quanto, poi, col barone, fosse sempre difficile
da dire. Quel che certo che il nobile decaduto era sovreccitato
e irritato. DiBona laveva invitato a entrare e si erano messi a
parlare. (A un certo punto della conversazione, DiBona aveva
telefonato alla tipografia della Gazzetta e, pi tardi nella notte,
finito lincontro col barone, il giornalista era uscito di nuovo per
andare a rifare tutta la prima pagina del giornale e una parte di
quelle interne). Durante la conversazione il barone aveva bevuto
una buona dose del vino rosso che laltro gli versava, e sera
passato spesso le mani sul volto, strofinandosi con forza gli occhi
con le palme, poi abbassandole con un gesto secco, senza
allentare la pressione, come per cancellare delle macchie molto
resistenti o dei tatuaggi dalle guance. Il barone aveva continuato
ad alzarsi e risedersi. A percorrere a grandi passi il pavimento
consunto. A momenti sembrava inarrestabile, a momenti
bisognava tirargli fuori le parole a forza. Per tutta lintervista
aveva manifestato nei confronti di DiBona uninspiegabile
aggressivit, visto che, dopo tutto, era stato lui a presentarsi di sua
spontanea volont, che nessuno laveva costretto e nulla
lobbligava a dare certe informazioni al giornalista o a parlargli
come lui aveva fatto.
Per esempio, dopo aver parlato in maniera vaga e astratta del
passato di Blville, alla domanda di DiBona su cosa ci fosse di
speciale in quel passato, il barone aveva risposto quasi urlando.
- Niente! disse gridando. Non c niente di speciale!
Corruzione, raccomandazioni, truffe di ogni tipo, storie di sesso,
come dappertutto. Lei vuole del materiale con cui distruggere
Lorque e Lenverguez, s o no?
- Non si arrabbi, disse DiBona. (Aveva piazzato su un
tavolo rotondo ricoperto da tela cerata un grosso registratore,
vecchio e polveroso). Non sono mica venuto io a cercarla,
aveva fatto notare il giornalista. E comunque ora registriamo
quel che mi voleva dire, nel caso abbia un qualche interesse.
- Qualche interesse? ripet il barone. Ma senti questo
imbecille Le ho detto che so tutto di questa citt. Anche di lei
so tutto. So quel che ha fatto nel 1943.
DiBona lanci al barone uno sguardo inespressivo.
- Limitiamoci a quel che riguarda Lorque e Lenverguez, va
bene? disse il giornalista azionando il registratore.
Dal giorno successivo, nella citt gi sconvolta dallo scandalo
del pesce marcio, latmosfera peggior rapidamente, LA VERIT SU
LORQUE E LENVERGUEZ, intitolava la Gazzetta di Blville, e

come sottotitolo: Lintossicazione mortale soltanto lultimo


anello di una catena di scandali. La pace che di solito regnava a
Blville venne irrimediabilmente distrutta e i giorni successivi
and anche peggio. Ogni giorno la Gazzetta sparava i suoi titoli
sugli scandali e trovava qualche nuova magagna nascosta. Nulla di
straordinario. A quanto sembrava, i poteri locali e i fondi pubblici
a Blville erano stati sistematicamente usati in maniera da servire
agli interessi di Lorque e Lenverguez. Ma la morte di un bambino,
di due o tre ottuagenari e di una trentina di vacche, avvelenati tutti
dai prodotti L&L, dalle conserve del Vecchio Ortolano o dagli
omogeneizzati Bimballegro, aveva scosso gli animi. Molti
onestuomini fecero finta dindignarsi, molti altri sindignarono
davvero, per stupidit. Altri presero posizione per Lorque e
Lenverguez. La borghesia di Blville si ritrov divisa in due.
Al Grand Caf de lAnglais, tutti i giorni alle dodici, latmosfera
era elettrica. Alle undici e mezzo, DiBona, a cui spesso si
aggiungevano Georges Rougneux e Robert Tobie, il libraio e il
farmacista, si sistemava nella zona in fondo al locale. I tre
bevevano del Ricard, sfogliavano la Gazzetta, si scambiavano le
pagine, facevano commenti ad alta voce, accompagnati da risate
malevole. A mezzogiorno e un quarto, il funzionario Moutet si
univa a loro e veniva accolto con pacche sulle spalle. Luomo non
era stato ancora incriminato, per quanto fosse gi stato
interrogato due volte dal giudice istruttore. Parlava pi in fretta di
quanto avesse mai fatto e con un tono di voce pi acuto. Il suo
colorito era pi vivace, cos come il suo modo di atteggiarsi, e
ogni volta beveva un buon numero di boccali di birra tedesca.
Poco pi tardi, tra una visita e laltra, arrivava anche Sinistrat che
si fermava per una quarantina di minuti. Il sorriso pi tirato del
solito, la voce controllata, le palpebre semichiuse, mentre gettava
la testa allindietro per espirare verso il soffitto lercio il fumo della
sigaretta, il medico aveva assunto latteggiamento estremamente
freddo e machiavellico di chi fosse immerso in un complesso
ragionamento.
- cos, gli disse DiBona, ci sono buone ragioni per cui il
vecchio Lenverguez non la ama, non vero? I suoi articoli e poi
la moglie
Sinistrat sorrise senza smentire il pettegolezzo. Poi, di colpo,
prese unaria seria.
- Questo non ha nulla a che vedere con le faccende private,
disse. In ultima istanza una questione politica.
Puntualmente alle 13, Lorque e Lenverguez entravano nel
locale accompagnati dalle mogli, con unaria distratta davano
unocchiata panoramica alla sala, stringevano la mano alle persone
conosciute e salivano a pranzare nella sala superiore. Dal fondo
della sala, col campo visivo bloccato in alto dalla galleria che
faceva loro da soffitto, DiBona e i suoi amici, per sbirciare il
tavolo degli industriali, dovevano sporgersi un po al di sopra dei
loro bicchieri e dei loro boccali, tirando il mento verso lalto, cosa
che dava loro unaria pacifica e sorniona.

Nel frattempo Aime non si faceva vedere n al Grand Caf


n altrove in citt. La sola uscita quotidiana era per andare a
unedicola sul porto dove comprava giornali e romanzi
polizieschi. Il resto del tempo lo passava nel suo
miniappartamento a riflettere un po e soprattutto a leggere i
giornali e i polizieschi.
La mattina del quarto giorno, sul presto, ricevette una
telefonata del barone Jules, che dal giorno del colloquio con
DiBona non sera pi fatto vedere in giro. Luomo sembrava
nervoso, stanco, forse pieno di una specie di gioia malevola, e
amareggiato.
- S, gli disse Aime. Daccordo. Non preferirebbe venire
lei? (Il barone rispose di no). Va bene, disse Aime. Allora,
quando vuole. Anche subito, se vuole. (Ma il barone disse di no,
voleva che lei arrivasse alle 17 in punto). Va bene, -disse Aime.
Pass la giornata in casa, leggendo, poi guardando alla
televisione un programma pensato per acculturare le casalinghe e
un episodio di una serie americana stupida e riposante. Alle 16
apr una scatoletta di carne e la mangi. Quindi usc. Pass a
comprare i giornali. La Gazzetta pubblicava delle nuove
rivelazioni, accusava il notaio Lindquist di corruzione e reclamava
lapertura di uninchiesta sul notaio e su Lorque e Lenverguez. In
sella alla Raleigh, Aime raggiunse la casa del barone. Luomo
laccolse sulla soglia.
- Pu restare per un po? domand per prima cosa. Fino
alle 18?
- Non so, disse Aime.
Il barone indossava dei pantaloni larghi a righe e un maglione
blu da marinaio. Portava delle consunte scarpe da tennis senza
calze. Non sera fatto la barba la mattina e alcuni peli bianchi e
duri sbucavano sulle sue guance rosee. Aveva il volto tirato e gli
occhi rossi e gonfi. Luomo sembrava non riuscire a star fermo.
Prese Aime per un braccio e la condusse a spasso per il giardino.
Il clima era mite. Il cielo grigio era basso e uniforme. Si sentiva il
ronzio di un trattore, lontano tra le stoppie.
- Sono io, tutte quelle cose che escono sulla Gazzetta
provengono da me, disse il barone.
- S, limmaginavo.
- Dovrebbe essere contenta. Aime si strinse nelle spalle.
- Io, invece, non sono contento, disse il barone.
- S. No, disse Aime scuotendo la testa.
- Ma non c nessuno che si salvi, disse il barone. Lei non
sa che DiBona meriterebbe di essere passato per le armi? Sa cosa
faceva DiBona nel 43?
- Non me ne frega niente.
- Consegnava i paracadutisti ai tedeschi.
- Non me ne frega niente, ripet Aime.
- lei che mi ha spinto, disse il barone Jules con aria
contrariata. lei che mi ha spinto a farlo. A farmi mettere un
gruppo contro laltro. Cos mi ha portato a mischiarmi con loro.
E questo non mi piace.

- Non me ne frega niente se non le piace, aggiunse Aime.


Ho freddo.
Il barone riprese Aime per un braccio. A quel punto i due
avevano fatto un mezzo giro attorno alla casa. Luomo spinse la
ragazza verso una porticina sul retro delledificio. Entrarono,
salirono tre gradini e si ritrovarono nellingresso nel quale era
appeso il fucile Weatherby Regency. Il barone si diresse verso la
scala.
- Venga, le faccio vedere una cosa, disse con una voce
cattiva e soddisfatta.
Aime lo segui sulla scala fino allosservatorio. Le vetrate a
mosaico gettavano luminescenze colorate sui muri, sugli strumenti
e sul tavolino a rotelle smaltato sul quale si trovavano delle grosse
buste gialle.
- In questi tre giorni ho avuto modo di riflettere, disse il
barone. Quel che ho tirato fuori finora non nulla. Posso fare
molto di pi. Anche per gli altri posso fare molto di pi. Posso
decapitare questa citt.
- E allora lo faccia, disse Aime seccata. Con un sorriso, il
barone appoggi la mano sulle buste gialle e gonfie. Poi
indietreggi e si addoss alla parete, con le braccia conserte.
Aime prese una busta che portava il nome di JACQUES LORQUE.
Ne guard ancora due o tre contrassegnate con DIBONA, DOTTOR
CLAUDE SINISTRAT, LINDQUIST
- Sono aperte. Dia unocchiata allinterno, disse il barone.
La met di loro andr in prigione e laltra met rester disonorata.
Ci dia unocchiata.
- Non minteressa nulla. Me ne frego, disse Aime, stanca e
seccata, allontanandosi dal tavolino.
- Lupi! Porci! Cani! grid il barone Jules con voce acuta
(Si stacc dal muro in preda alleccitazione). Sono tutti dei
delinquenti, capisce!
- Delinquenti o no. Anche se fossero onesti, disse Aime.
(Ma non fini la frase).
- Li ho convocati tutti per le 18. Gli far vedere le buste.
Queste sono delle copie. Vedr la faccia che faranno.
- Cosa vuol fare, vendergli gli originali?
- Ma per chi mi prende?! url il barone.
- Lho detto soltanto per farla arrabbiare. Cosa vuole farne?
- Spedir tutto quanto ai giornali di Parigi. Ma prima voglio
mostrare loro una copia, per fargli sentire la paura, perch
sappiano quel che li attende.
Il barone si spost di poco, ridendo silenziosamente. In quel
momento il sole, passando attraverso la vetrata, gettava una
macchia scarlatta sulla sua gola. Sembrava quasi che la gola fosse
aperta, che luomo fosse stato sgozzato. Aime ebbe un
angosciante presentimento che la fece barcollare.
Perch fa quella faccia? chiese il barone Jules. Non era questo
che voleva? E questo che vo leva! Non so il perch, ma
questo che voleva! ripet con convinzione.

Aime si giro e discese le scale. Il barone, interdetto, rimase


per un attimo immobile. Poi si precipit gi per i gradini dietro a
Aime.
- Non dica che non vero! grid. So che era questo che
voleva!
- Mi lasci. Mi lasci in pace, disse Aime attraversando di
corsa lingresso, passando davanti al Weatherby Regency appeso al
muro.
Usc dalla casa e inforc la Raleigh. Per la seconda volta
lasciava la casa col barone che la rincorreva e le gridava dietro
qualcosa.
Saranno qui tra venti minuti, grid. Rimanga! Li vedr
impallidire, quei porci. Non vada via!
Aime scomparve. Il barone lasci ricadere le braccia lungo il
corpo. Con aria delusa e incerta, rientr in casa. Intanto Aime
correva lungo la strada, diretta verso Blville. Dopo qualche
centinaio di metri scorse un boschetto sulla destra. Fren e mise
un piede a terra. Tenendo la bicicletta per il manubrio, lasci la
strada. Non cera nessuno in vista. Si nascose nel boschetto con la
bicicletta.

12.

Nascosta tra gli alberi, Aime non dovette attendere a lungo.


Dopo un quarto dora appena, cominciarono a passare delle
automobili dirette verso la casa del barone. La processione di
veicoli dur per circa una decina di minuti, a volte a intervalli di
due minuti luno dallaltro, a volte meno. Tre macchine
arrivarono, quasi di concerto, a una distanza di cinquanta o
sessanta metri luna dallaltra. In tutto Aime ne vide passare pi
di dieci. In piedi, nella penombra protetta del boschetto, invisibile
dietro ai rami frondosi, riconobbe la maggior parte degli
automobilisti, tra cui il librario Rougneux al volante di una
Renault 6, il farmacista Tobie con una GS, Lorque dal colorito
olivastro a bordo di una grossa Mercedes marrone chiaro. Al
volante di unaltra Mercedes cera un autista con berretto, ma
senza divisa, con il magro e taciturno Lenverguez seduto dietro.
Passarono anche il dottor Sinistrat, il notaio Lindquist, il
funzionario Moutet a bordo di unAlfa Romeo. Passarono altre
due o tre macchine con degli sconosciuti alla guida, come il
furgoncino Citroen che portava una scritta su un lato: GERAUD &
FILES. EDILIZIA, COSTRUZIONI, LAVORI PUBBLICI. Il giornalista
DiBona pass per ultimo alle 18 e cinque minuti, in sella a una
moto polacca WSK, sporca di fango, con un giaccone di cuoio e un
casco con visiera.
Quindi il paesaggio ritorn deserto a perdita docchio.
Immobile nella penombra del boschetto, Aime fum due
sigarette. Aveva un po di freddo. Singinocchi accanto alla
bicicletta, svit la valvola della ruota posteriore e spinse. La
gomma cominci a sgonfiarsi. Quando fu completamente a terra,
Aime si rimise in piedi.
Le auto ripresero a passare in direzione opposta, dalla casa
del barone verso Blville. Andavano veloci, con dei cambi di
marcia nel momento in cui i guidatori riprendevano velocit e
imboccavano la strada principale. I motori ruggivano come se
fossero impauriti o in collera. Senza farsi vedere, Aime le lasci
passare tutte tranne la Mercedes marrone chiaro di Lorque che
giunse per ultima, un po dopo le altre. Quando la vide arrivare a
unandatura ragionevole, Aime usc dal boschetto e torn sulla
strada. Tenendo la bicicletta per il manubrio si piazz nel mezzo
della carreggiata. Con una mano fece segno allauto di fermarsi.
- Ho forato, disse a Lorque indicando la gomma a terra. Mi
pu riaccompagnare in citt?
Lorque la aiut a sistemare la Raleigh nel capace portabagagli
della Mercedes. Si rimise al volante. Aime si sedette accanto a lui.
Luomo aveva le labbra tese e lo sguardo preoccupato. Parti
lentamente, poi acceler.
- Non vada troppo forte, disse Aime. Io non sono quella
che crede. Ho una proposta da farle che la stupir. Prima di

arrivare a Blville importante che abbia ascoltato quel che ho da


dirle; e che mi abbia dato una risposta.
Poco dopo, Lorque ferm la Mercedes sul retro del mercato
del pesce, in una stradina sporca e desolata, perch lui ed Aime
non avevano ancora finito di discutere. Era gi buio. Dei gatti si
rincorrevano in mezzo ai gusci vuoti dei molluschi. Allinterno
della vettura Lorque ed Aime parlavano o tacevano, a seconda
dei momenti. A un certo punto Lorque si pass le mani sul volto
e sembr che Aime gli parlasse con durezza. In un altro
momento lui scoppi a ridere, ma sembrava un riso forzato.
- Lei potrebbe essere in combutta col barone, -disse Lorque a
un certo punto.
- un rischio da correre.
- un rischio.
- Anche i miei amici corrono dei rischi, disse Aime.
- Li conosco? Li ho gi visti? domand Lorque.
Aime scosse la testa.
- Non li ha mai visti. E non li vedr mai.
- Ho bisogno di qualche ora per riflettere, disse Lorque.
Le telefoner durante la notte.
- Al telefono, disse Aime, dica soltanto s o no. Tre ore
dopo la sua telefonata ci ritroveremo qui. E tutto sar risolto. Io
le consegner i documenti che la riguardano. Lei intanto avr
lasciato 40 000 franchi al deposito bagagli. Lei mi dar la chiave
dellarmadietto.
- Non sarebbe pi semplice
- Niente discussioni, ordin Aime.
- una grossa somma, disse ancora Lorque. (Aime non gli
rispose. Guardava dritto davanti a s nella notte, attraverso il
lunotto dellauto. Lorque si strinse nelle spalle). Va bene, disse
girandosi verso la ragazza. Ma avr bisogno di una prova del
fatto che la questione risolta definitivamente. Come dire
- Una polaroid, disse Aime. Va bene?
- Va bene.
Aime guard lorologio. Le 19 e 10. Le armerie avrebbero
chiuso di l a poco. Si gir verso Lorque con unaria calma.
- Bene, disse per mettere fine alla conversazione.
- Sono sbalordito, osserv Lorque con un sorriso quasi
involontario. Non credo alle mie orecchie. Pensavo che lei fosse
un po strana, ma non Non sono ancora sicuro che sia tutto
vero. Mi ci vorranno unora o due per capire se tutto vero o no.
- vero, disse Aime. La mia proposta reale. tutto
molto reale.
Lorque la prese per un polso e la fiss intensamente. Gli
scapp fuori una mezza risata sarcastica. Con laltra mano afferr
Aime per la nuca, attir a s la ragazza e le diede un bacio
appassionato. Lei si lasci baciare. La bocca di lui era calda. Poi si
liber.
- Ora basta, disse.

- Mi ecciti, disse Lorque. Non ci vedremo pi, in seguito?


S, naturalmente. Dovresti (Sinterruppe). Io potrei
(Sinterruppe di nuovo con un gesto vago).
- No, impossibile, disse Aime aprendo la portiera.
Lorque non laiut a tirar gi la bicicletta dal portabagagli.
Dopo che lei ebbe richiuso il portabagagli, lui rimise in moto e
accese le luci di posizione. La Mercedes si allontan
silenziosamente e scomparve. Aime prese la pompa e gonfi la
ruota posteriore. Verso le 19 e 20 la ragazza pass da un negozio
di caccia e pesca, nel centro di Blville, dove compr delle
cartucce a pallettoni calibro 12.
Quindi, fino a sera tarda, Aime fece delle visite e incontr
varie persone, in diversi punti della citt. Non fu una cosa rapida.
Perch con la maggior parte dei suoi interlocutori la ragazza
doveva fare la sua proposta iniziando con un tono vago o
addirittura in maniera che potesse sembrare quasi uno scherzo.
Contrariamente a quel che a volte era successo in precedenza in
altre citt, questa volta Aime aveva a disposizione delle pezze
dappoggio evidenti.
- So che il barone ha dei documenti che lei vorrebbe
recuperare, disse a quasi tutti i suoi interlocutori. Alcuni miei
amici sarebbero pronti a farlo per lei. No, non mi interrompa e
stia a sentire.
Il resto andava da s, pi o meno rapidamente, pi o meno
liscio.
- Mia cara signora Joubert, lei mi stupisce! -esclam Lindquist
e a quel punto lei gli parl con
durezza, usando dei termini secchi e volgari che fecero saltare
completamente la patina di rispettabilit delluomo e lo ridussero
al silenzio; quando lei avanz la sua proposta, lui non oppose
molta resistenza.
Aime torn al Rsidence des Golands verso le undici di sera.
Fece chiamare la portinaia che stava guardando la televisione e le
annunci che avrebbe lasciato Blville la sera stessa. Questa
brontol un po, ma, visto che Aime aveva gi pagato per tutta la
settimana, non ebbe pi nulla da ridire. Quindi la ragazza sal nel
suo appartamento. Fece i bagagli. Squill il telefono. Lei alz la
cornetta. Era Lorque allapparecchio.
- Ancora non riesco a crederci, disse.
- s o no? chiese Aime.
- E s. Cosa ho da perdere?
- Bene, disse Aime.
Chiuse la comunicazione con un colpo di pollice sulla
forcella. Subito dopo chiam la postazione telefonica davanti alla
stazione sulla quale spiccava una targhetta smaltata con su scritto
TENETE PULITA LA VOSTRA CITT! Su richiesta di Aime un taxi si
ferm davanti allo stabile verso mezzanotte e un quarto. La
ragazza era gi nellatrio con i bagagli. Si fece portare alla stazione.
Lasci i bagagli nel deposito a gettone. Tenne con s soltanto una
borsa nella quale si trovavano, tra le altre cose, una macchina
fotografica a sviluppo istantaneo, le copie di tutte le chiavi degli

armadietti e sei cartucce calibro 12. Alle 4 e 35 un treno partiva in


coincidenza con larrivo di un battello notturno proveniente
dallestero. Aime prese un biglietto per Parigi. Poi usc di nuovo
dalla stazione, riprese un taxi e si fece ricondurre al Rsidence des
Golands. Recuper la bicicletta. Con la borsa a tracolla, pedalando
con forza, si diresse verso la casa del barone.
Era luna e dieci quando arriv. Era passata esattamente
unora e mezza dal momento in cui Lorque le aveva telefonato
per dire di s. Vedendo che la luce della camera del barone, al
primo piano, era ancora accesa, Aime fece una smorfia. Al buio,
cercando di non fare rumore, la ragazza si mosse sul vialetto di
ghiaia e and ad appoggiare la bicicletta contro il muro della casa.
Immobile, al buio, si mise in attesa senza badare al freddo. La luce
si spense. Aime attese ancora per un quarto dora buono. In certi
momenti le battevano i denti, sudava e aveva dei crampi allo
stomaco, ma lei continuava a non badarci. In quel momento
avrebbe ancora potuto lasciare tutto, raggiungere la stazione,
aprire tutti gli armadietti del deposito a gettone, prendere il
denaro e partire col treno delle 4 e 35. Frug nella borsa. A
tentoni sinfil dei guanti di plastica, di quelli che si usano per fare
le pulizie. Fece un giro attorno alla casa. Nelle stie, i conigli si
svegliarono e si misero a saltare facendo dei rumori sordi. Aime
si avvicin alla porticina sul retro con lintenzione di forzarla, ma
questa non era chiusa a chiave. La ragazza accese una pila
tascabile. Dopo aver attraversato latrio, fece qualche passo nel
salone. Il debole raggio della torcia pass sui mobili e sui cassetti
che poi avrebbe dovuto aprire, forzandoli se necessario, per
simulare il furto. Poi Aime ritorn nellingresso, tir gi dal
muro il Weatherby Regency e lo apr. Era scarico. Infil due
cartucce calibro 12. Sal la scala con cautela. Nel corridoio del
primo piano, la porta della camera era aperta. Si sentiva il barone
che russava.
Aime entr nella stanza, accese la luce e punt il Weatherby
a canna sovrapposta sul barone. La luce, in un primo momento,
non ebbe leffetto di svegliarlo. Sdraiato su un fianco, russava. Sul
viso aveva unespressione di ostinazione.
Col fucile puntato, Aime rimase per trenta o quaranta
secondi a guardare il barone addormentato. Aggrott le
sopracciglia. Si morse le labbra pallide. Sembrava far fatica a tener
dritto il Weatherby. Esasperata, batt un piede per terra.
- Fuoco, perdio! grid.
Il barone apr gli occhi. Aime premette il grilletto. Non vide
dove si abbatteva la scarica di piombo. Il barone, vestito dun
pigiama a righe, si slanci fuori dal letto con un gemito
impressionante. Il gemito di una mucca che si lamenta.
- Merda! Vaffanculo! grid Aime facendo un piccolo salto.
Spar il secondo colpo del Weatherby. La scarica colpi il
barone alla tempia. Uno zampillo rosso di sangue and a colpire
la parete bianca, si ramific e venne immediatamente assorbito
dallintonaco mentre luomo con una giravolta ricadeva a letto

sulle ginocchia e sui gomiti, con un tonfo. Le gambe ebbero uno


stiramento nervoso, poi si piegarono.

13.

Aime fece una smorfia che le scopri i denti. Lasci cadere il


fucile a terra, poi si mise a respirare profondamente e quindi a
urlare, tenendosi la testa tra le mani.
- La smetta di gridare cos, disse il barone. Aime tacque
immediatamente.
- Lho mancata? disse in tono interrogativo.
- Se cos si pu dire
Vicino a una tempia, il barone aveva una ferita scarlatta dalla
quale sgorgava un sangue rosso e denso che gli scendeva in
misura sempre minore su un occhio e sulla guancia. Aime
raccolse da terra il Weatherby Regency e lapr. Le cartucce vuote
vennero espulse automaticamente. La ragazza si apprest a
ricaricare il fucile. I guanti le davano fastidio o forse era solo la
tensione. Bestemmi tra i denti e si sedette sul pavimento per
ricaricare pi comodamente. Il barone, con le spalle a Aime, si
trascin fino alla parete. Riusc a tirarsi in piedi aggrappandosi a
una pila di cassette di whisky, di pt e di sigarette inglesi. Poi si
lasci di nuovo scivolare a terra, tra il muro e i cartoni. Aime
richiuse il Weatherby, di nuovo carico.
- Non avr intenzione di finirmi? disse il barone.
- Non lo so. Davvero non lo so.
Aime rimase zitta per un momento, poi si rimise in piedi
lasciando il fucile a terra.
- Bisogna medicarla, disse.
- Stia ferma, va bene cos, non si avvicini. Le proibisco di
avvicinarsi! grid il barone.
Aime ubbid.
- incredibile che labbia mancata, osserv. Non mi era
mai successo.
- Ne ha gi uccisi molti?
- Sette, disse Aime.
- Mi sembrava che in lei ci fosse qualcosa di strano, disse il
barone. Non avevo pensato a questo. Ma ero sicuro che lei
avesse qualcosa di speciale.
- Senza contare mio marito, disse Aime. (Tirando la testa
indietro le sfuggi un singhiozzo.)
- Complimenti, disse il barone. (Tir fuori un fazzoletto
sporco dalla tasca del pigiama e lo appoggi sulla ferita
superficiale che aveva alla testa. Fece una smorfia.)
- Con lei non ha funzionato. (Aime fece due passi indietro
scuotendo la testa con aria perplessa.) Non so perch, ma non ha
funzionato. Avrei dovuto immaginarlo, ma non so. Dio mio, sto
dicendo delle cose senza senso. Non ci riesco proprio.
- Lei lo fa per piacere?
Aime scosse la testa ed ebbe di nuovo un singhiozzo.

- Mi pagano, disse con orgoglio.


- E chi lha pagata per uccidermi? Aime scosse ancora la
testa.
- Non glielo dir. Un cliente un cliente. Un contratto un
contratto. Non le dir nulla.
- stato Lorque? sugger il barone.
- Lorque e tutti gli altri, disse Aime. Lindquist. Sinistrat.
Rougneux. Ecc. Ecc. Ci sono venti pezzi che mi aspettano al
deposito bagagli.
- Venti pezzi? ripet il barone con aria interrogativa?
- Duecentomila franchi, venti milioni di centesimi. Mi hanno
pagato tutti. E ognuno di loro crede di essere il solo. il mio
colpo migliore. Ora posso anche ritirarmi. (Si sciolse in lacrime e
si sedette per terra). Le ho fatto male? domand dopo un
momento.
- Non molto, disse il barone. Era pallido.
- Lei bianco come un cero, disse Aime.
- lo shock. Ma va bene. Non sanguino pi. una ferita
superficiale. Non ho neppure perso conoscenza, come vede.
- Sono rovinata, disse Aime. Finora stata una cosa
eccitante, sai. Ma non puoi capire. (Si era rimessa a piangere, ma
silenziosamente). La prima volta, mio marito, unilluminazione, tu
non puoi capire. Ero una stupida, sai. Un ingegnere. Ho vissuto
quasi sette anni con lui. Un tipo normale. In periferia, laggi.
(Aime fece un gesto vago approssimativamente nella direzione di
Parigi, ma forse stava parlando di unaltra citt). Normale, questo
tipo, ripet. Sei Ricard al giorno. Mi riempiva di botte.
Normale. Io quasi non ci facevo caso.
Scosse le testa con aria ostinata. Di colpo si mise a raccontare
di come una sera avesse preso il coltello da carne dal cassetto
aperto. Eppure non era nemmeno la prima volta che suo marito
la maltrattava. Anzi, la cosa andava avanti da diversi anni. Cos lei
aveva preso il coltello col suo astuccio di cartone rettangolare e
laveva infilato nel fegato di suo marito senza neanche
preoccuparsi di toglierlo dallastuccio. Disse poi ai poliziotti e al
giudice istruttore che luomo era caduto sul coltello. E loro non ci
misero molto a crederle, almeno in parte. Il dettaglio dellastuccio
di cartone non sfuggi agli occhi di un giovane giudice che si
piccava dessere intelligente. Se vuoi pugnalare qualcuno, prima
scopri la lama, sosteneva lui. E poi le impronte sul manico erano
in maggioranza del marito, visto che era sempre lui a tagliare
larrosto o la cacciagione ed era sempre lui che si preoccupava di
affilarlo. (Diceva anche che lei non ne era capace). Da parte sua il
marito non diede nessuna versione dei fatti. Nonostante ci avesse
messo una dozzina di ore a morire. Sembrava cosciente, ma non
apr mai bocca. Sembrava preoccupato e alla fine mori. La ragazza
non venne incriminata.
- E quella stata una vera illuminazione, sai, -disse al barone.
Li puoi ammazzare. Grossi e stronzi come sono, li puoi
ammazzare. Del resto avevo bisogno di soldi e non avevo voglia
di lavorare.

- Questo normale, disse il barone.


- Guardi che anche il mio un lavoro, disse Aime
ricominciando a dare del lei al barone. (E allo stesso tempo, il suo
tono di voce, fiacco e svogliato fino a qualche secondo prima,
torn a essere quello di sempre, netto e preciso, perfino elegante
nella pronuncia).
Aveva laria distratta. Sembrava fissare il barone senza
vederlo realmente. Luomo aveva appoggiato il mento sulla pila di
cartoni dietro i quali si era trincerato. Aveva le labbra pallide e il
volto scavato. Aime si mise a descrivere sommariamente il suo
metodo di lavoro, raccont di come andasse di citt in citt,
adottando ogni volta unidentit diversa, legandosi alla migliore
societ e cio alla gente pi ricca. E di come si mettesse a
osservare le persone e le loro azioni e i conflitti che
inevitabilmente esistono tra loro.
- Alla fine si trova sempre qualcosa, disse la ragazza. Ce
n sempre uno o due che hanno voglia di uccidere qualche altro
fesso. Il resto un problema di diplomazia. Bisogna entrare in
intimit col cliente. Mettergli in testa lidea di uccidere, sapendo
che quella gi l. Infine offrirgli i propri servizi, se possibile in un
momento di crisi. Ma non dico mai di essere io il killer. Dato che
sono una donna, non mi prenderebbero sul serio. Dico che
conosco uno che fa il killer. A volte gli lascio capire che si tratta
del mio amante. E questo li fa ingelosire. buffo. (Inspir dalla
bocca). E alla fine, ora andata storta.
- Come? disse distrattamente il barone Jules.
- Dallinizio, qui a Blville, le cose non sono andate bene per
me, disse Aime. Ho perso del tempo. Non riuscivo a
decidere chi potesse essere la vittima. A un certo punto ho
pensato di proporre alla signora Sinistrat di far fuori quello
stronzo di suo marito. O proporre a Sinistrat e alla sua amante di
ammazzare il vecchio Lenverguez. Ma non poteva andare.
gente troppo stupida. Era lei la preda migliore, lobiettivo numero
uno. (Ruot la testa diverse volte, velocemente e con forza. I
capelli biondi si spettinarono e alcune ciocche rimasero a
penzolare sulla fronte e una sulla nuca.) Ma non ha funzionato,
disse ancora. Lei li odia ancor pi di me. Lei anche pi pazzo
di me. Io non voglio uccidere uno come lei.
- E comunque non era praticabile, mormor il barone.
(Sembrava far fatica a tener su la testa. Aime, che pensava ad
altro, non si accorse di nulla). Non possibile ammazzarli uno
per uno, -bofonchi. Prima o poi sarebbe stata costretta a
fermarsi. Prima o poi si sarebbe fatta prendere, e comunque le
leggi esistenti hanno dei privilegi rispetto alla legge del singolo
individuo, perch quelle non derivano da una necessit vuota e
arida, priva di coscienza, ma perch si fondano su una spiritualit
universale e su una sostanza nella quale coloro che ne
percepiscono la realt effettiva vivono come individui e come
esseri coscienti. cos anche se poi se ne lamentano (Il barone
sinterruppe per tossire. Una bava sanguinante gli spunt dal
naso). Anche se se ne lamentano, riprese, e si lagnano di

questordine universale, in quanto questo in conflitto con la loro


legge individuale, anche se tengono fede alle loro aspirazioni pi
intime in contrasto con questo ordine, di fatto sono attaccati con
tutto il cuore a questordine come alla loro essenza stessa, e se
questordine viene loro alienato, o se loro stessi se ne allontanano,
sono completamente perduti.
- Non ho capito nulla di quello che dice e non sono
daccordo su nulla! grid Aime. Tutto quello che voglio dire
che non posso uccidere uno come lei.
- In questo momento, forse, disse il barone con una
smorfia stanca. Ma il tuo primo colpo di fucile mi ha preso allo
stomaco. Merda, come stupido tutto questo! grid con rabbia.
Mi hai ammazzato.
La testa fini dinclinarsi. Il corpo scivol lungo il muro e
cadde a terra. Ora che la pila di cartoni non lo nascondeva pi,
Aime vide che il pigiama delluomo e la parte inferiore del busto
erano pieni di buchi e di sangue, e che il barone era morto. La
ragazza fece come per alzarsi e avvicinarsi al cadavere, ma ci
rinunci e rimase seduta senza fare nulla. Si accese una sigaretta.
- Povero vecchio, disse alla fine. Adesso vedrai quel che
son capace di fare. Sar un bel casino. Ora guarda cosa gli
combino a questa banda di stronzi.
Si alz e lasci la casa.

14.

- Stia attenta, cara signora! disse il commissario Fellouque,


quando la vide. Potrebbe farsi del male. Dove va cos di corsa?
C qualcosa che non va?
- Ho appena ucciso il barone Jules con un fucile da caccia,
disse Aime.
- Dio mio.
Il poliziotto belloccio si pass il dorso della mano sulle labbra
con aria incerta. Era sul marciapiede accanto alla sua macchina,
una DS21. Indossava una giacca, in quel freddo pungente.
Nellaltra mano teneva le chiavi dellautomobile. La portiera
anteriore della DS, dal lato del marciapiede, era aperta. Aime era
sbucata allimprovviso, pedalando come unossessa, aveva
sterzato bruscamente verso il ciglio della strada, aveva frenato
allultimo momento; la bicicletta era slittata, la ruota posteriore
aveva sbattuto contro il marciapiede e quella anteriore aveva
urtato il parafanghi della DS21 producendo un lieve rumore sordo.
Per evitare di finire in terra, la ragazza scese dalla bici con un
salto. Lasci la bicicletta che cadde di lato con un rumore di
ferraglia. Il viso di Aime era imperlato di sudore. Cerc di
oltrepassare il commissario per dirigersi verso lentrata del
commissariato, quindici o venti metri pi in gi. Luomo la prese
per un braccio.
- Dove sta andando?
- Dagli sbirri, disse Aime al poliziotto. (E scosse la testa
con impazienza). Mi lasci andare. Venga con me. Voglio
consegnarmi agli sbirri, mi voglio costituire.
- Lei non in s, osserv Fellouque trattenendola ancora
energicamente. (Erano le 2 e 30. La strada era deserta. I grandi
lampioni lilluminavano di una luminescenza color arancio).
- E a lei che gliene frega? (Aime gir il viso verso il
commissario). Del resto, lei che ne sa di questa storia? Voglio
distruggerli tutti. Voglio denunciarli. I lupi, i porci, i cani.
- Ma di chi parla? chiese Fellouque.
- Sono stata pagata per uccidere il barone Jules, disse
Aime. Venga con me al commissariato, far una deposizione
completa.
Cerc di liberarsi, ma Fellouque la teneva ancora stretta.
- Ma di chi parla? ripet con un tono quasi distratto.
- Tutti, disse Aime, poi cit alcuni nomi e fece un risolino
secco. Tutti, ripet. Tutti i notabili del paese.
Senza lasciare Aime che sembrava faticasse a stare in piedi, il
commissario Fellouque si chin a prendere il cappotto
dallinterno della DS21. Contrariato, sbatt la portiera. Mise il
cappotto su un braccio, mentre con laltro teneva stretta Aime e
la spingeva avanti.

- Lorque e Lenverguez? disse, ripetendo due dei nomi


appena pronunciati da Aime. E lei si presenta in piena notte al
commissariato di Blville per dichiarare che Lorque e Lenverguez
lhanno pagata per uccidere un uomo? Lei pazza.
- la verit, disse Aime. Mi lasci. Assest un colpo con
lavambraccio sul collo del commissario. Fellouque lasci la presa
e indietreggi. Se non ci fosse stata l accanto la DS, sarebbe
caduto a terra. Con le reni appoggiate alla macchina, cerc a fatica
di riprendere fiato. Aveva una smorfia sul viso e gli occhi fuori
dalle orbite. Aime si diresse verso il commissariato.
- Lei si va a cacciare nelle loro grinfie, disse Fellouque con
una voce debole e rauca. (Aime si ferm). Lei non ha capito
nulla della situazione a Blville. La ritroveranno che penzola da
una trave. Domani mattina scopriranno che s suicidata nella sua
cella. (Fellouque aveva ritrovato un po di voce. Aime non aveva
colpito troppo forte. Lei si volt incerta verso luomo). il
giudice istruttore che deve contattare, non i poliziotti del
commissariato. Lei non ha capito nulla.
Scosse la testa e sospir. Con una smorfia, si chin a
raccogliere il cappotto che gli era caduto in terra. Aime fece
qualche passo indietro, mentre lui si rialzava.
- Bisogna prenderli subito, disse. (Consult al polso il suo
Cartier). Da qui a cinque minuti Lorque sar dietro al mercato
del pesce ad aspettarmi. Tra le 2 e 40 e le 4 e 15 ho otto
appuntamenti. Li pu prendere tutti. Avranno delle chiavi con
loro, delle chiavi del deposito bagagli. Ci sono dei soldi negli
armadietti. una prova. Li pu prendere tutti.
Fellouque si mise il cappotto, senza abbottonarlo. Riprese il
braccio di Aime.
- Per prima cosa meglio che lei si metta al sicuro, disse.
(La voce era ancora un po rauca e il respiro non era ancora
normale). Venga. (La condusse con s e lei si lasci condurre).
Adesso, mi dia qualche dettaglio in fretta. Io corro ad avvisare il
giudice. Io e il giudice faremo piazza pulita. Lei non conosce la
situazione qui a Blville. Io s.
Alla fine della strada in cui si trovava il commissariato, Aime
e Fellouque sbucarono nella zona del porto. Aime si lasciava
guidare dal commissario. Il viso della ragazza era quasi
inespressivo. A tratti lanciava degli sguardi di sottecchi alluomo
che camminava davanti a lei, col braccio teso allindietro, come
per esortarla a seguirlo.
Cera un solo bar aperto nella strada che costeggiava le
banchine della darsena. Fellouque ed Aime entrarono nel locale.
Era un bar con un piccolo ingresso, lungo sui sei-otto metri. Sul
lato destro cera un bancone ricoperto di plastica rossa, dallaltro
lato quattro tavoli ricoperti di plastica rossa intervallati da spar
rossi, e un juke-box silenzioso. Al banco, appollaiato su uno dei
tre sgabelli, cera un ubriaco in tuta da portuale, chino su un
boccale di birra nel quale sembrava volesse leggere il futuro. Un
grassone di circa trentacinque anni, in maniche di camicia, era

seduto alla cassa dietro al banco e leggeva OSS 117 in Libano nella
versione a fumetti.
- Buonasera, commissario, disse quando vide Fellouque.
- Buonasera, ragazzo.
Fellouque guid Aime verso un tavolo e la fece sedere. Il
barista mise gi il fumetto, fece il giro attorno al bancone e si
avvicin al tavolo con deferenza, mentre il commissario si sedeva
davanti a Aime.
- Cosa vuole da bere? chiese Fellouque.
- Ho fame, disse Aime.
- Avete qualcosa da mangiare? chiese il commissario. Un
panino?
- Non c pi pane. Ho dei pasticcini. Cio dei dolci secchi.
- Ma non c musica! grid lubriaco al banco. Aime
ordin una birra, Fellouque un Viandox.
Il ragazzo grasso ripass dietro al bancone. Torn per portare
un boccale di Slavia e una grande tazza bianca con su scritto
VIANDOX, in blu, che era piena di Viandox. La parete sinistra del
bar era ricoperta da uno specchio. Sul pavimento cera della
segatura.
- Allora glieli porto i dolci? chiese il barista.
Aime scosse la testa. Stava pensando alla morte del barone.
Aveva lasciato la luce accesa nella stanza in cui stava disteso il
cadavere. Il commissario le chiese a voce bassa di ricapitolare la
situazione in maniera pi chiara di quanto avesse fatto prima. Lei
lo accontent.
- A Lorque e a tutti gli altri, disse verso la fine del suo
racconto, ho dato appuntamento per non farli insospettire. Ma
non contavo di andarci. Io ho tutte le chiavi della consegna
automatica. Ho fatto delle copie. Pensavo di prendere il treno
delle 4 e 35. Lidea era di prendere i soldi che hanno messo negli
armadietti. Ho fatto i conti. Devono essere 200 000 franchi. In
questi appuntamenti io avrei dovuto consegnare i documenti che
il barone aveva sul loro conto e loro, in cambio, avrebbero
dovuto darmi le chiavi degli armadietti. Ma a me non servivano.
- Che ne ha fatto dei documenti?
- Nulla. Non ci ho neanche pensato. Devono essere laggi da
qualche parte. Non ne so nulla.
- Questo lo vedremo pi tardi, disse Fellouque. Per prima
cosa, vado dal giudice. Lei meglio che resti qui.
- Se lo dice lei.
Fellouque si alz. Aime guardava la schiuma della birra nella
quale non aveva neanche messo le labbra. Aveva un mezzo
sorriso sul volto. I capelli erano disfatti e incollati sulla fronte dal
sudore. Fellouque le sfior la spalla con un gesto imbarazzato e
and al bancone.
- Ehi, ragazzo, disse al barista a voce bassa. (Col pollice
rivolto allindietro indic Aime, immobile al suo tavolo). Sta
attento alla ragazza. Io torno subito. Non voglio che se ne vada.
- Capito.
Fellouque torn da Aime.

- Lei non si muove da qui, va bene? Torno subito.


Aime inclin la testa. Il commissario rimase fermo per un
istante, poi usc in fretta dal locale. Aime si scol la birra dun
colpo, avidamente. Sul labbro superiore le rimase un baffo di
schiuma. Si asciug col dorso della mano. Fece un cenno al
barista mentre batteva col bicchiere sul tavolo. Ordin unaltra
birra e un cognac. Il barista la serv. Lei li scol entrambi prima
ancora che il ragazzo fosse tornato dietro al banco.
- Lo stesso, ordin. E mi porti i suoi dolci di merda.
- Lei vuole ridere, disse il barista.
- S.
- Sta scherzando?
- Forse.
Il barman si rassegn. Port a Aime unaltra birra, un
cognac, dei pasticcini secchi e delle fette di torta avvolte nel
cellofan. Aime mangi avidamente e bevve. Si alz e si precipit
nella toilette, sul fondo del locale. I bagni alla turca erano lerci.
Aime vomit. Attorno a lei, sulle pareti, cera un gran numero di
scritte, perlopi oscene: MI PIACCIONO I MARINAI CON LE COSCE
GROSSE, aveva scritto un omosessuale a cui piacevano i marinai
con le cosce grosse. MUSS ES SEIN? aveva scritto un altro,
certamente un turista tedesco o un marinaio tedesco. Aime
rimase ancora un po nel cesso, incerta se vomitare ancora. Alla
fine usc dal bagno. Il commissario Fellouque, che era appena
tornato, stava dritto, immobile nel mezzo del locale, con laria
preoccupata. Quando vide Aime si tranquillizz.
- Venga con me, disse. (Si gir verso il barista). Mettimi
tutto sul conto. (Si gir verso Aime). Venga, disse di nuovo,
il giudice ci aspetta.
Aime segui il commissario che si dirigeva verso luscita.
Sbucarono sul marciapiedi di fronte al porto nel freddo umido
della notte. Fellouque prese la strada che va verso linterno, verso
i ponti.
- Perch ha deciso di costituirsi? le chiese.
- Non posso pi andare avanti, disse Aime. E questa
volta, posso far cadere almeno una mezza dozzina di quegli
stronzi assieme a me.
Attraversarono la ferrovia che costeggia il porto. Si diressero
verso il mercato del pesce. Questo si trovava su una sorta di
promontorio, limitato da due bacini dacqua e collegato a
unestremit da due ponti successivi. In tal modo cerano solo due
punti daccesso, i ponti e poi laltra estremit, quella orientale, che
si raccordava con lentroterra. I lampioni avvolgevano ogni cosa
con una luminescenza color arancio, o meglio, color rame. Nelle
vicinanze del mercato del pesce Aime vide, in un buio vicolo
laterale, la moto WSK di DiBona. Ma non vide la Mercedes
marrone chiaro di Lorque, parcheggiata nella stradina sporca di
fianco al mercato, nella quale stava seduta la bionda Sonia Lorque,
immobile e tesa. Aime e Fellouque entrarono nel mercato.
- Lo troviamo qui il giudice? chiese Aime.
- Cosa? fece Fellouque. S. S.

Gir verso un magazzino. Fellouque ed Aime entrarono per


una porticina montata su una porta scorrevole pi grande.
Fellouque prese Aime per un gomito.
- Da questa parte, mormor. Faccia attenzione ai gradini.
Nelloscurit, salirono per una scala di legno. Giunsero in un
salone a vetri, simile allultimo piano di una capitaneria di porto o
alla torre di controllo di un aeroporto. Allesterno si vedevano le
luci basse dei lampioni e soprattutto dei fasci bianchi di luce
violenta che si riflettevano qua e l sulle banchine dallaltra parte
del bacino. Nella penombra della stanza cerano varie persone,
almeno sette o otto. Dietro Aime, il commissario Fellouque
chiuse la porta che dava sulla scala e spinse un chiavistello.
- Non accenda la luce, disse la voce di Lorque. Siamo
sotto gli occhi di tutti, qui.
- S, no, va bene, disse Fellouque.
Aime fece due o tre passi verso il centro della stanza. Un
mezzo sorriso, sprezzante e stanco, le storceva un angolo della
bocca. Distrattamente osserv le sagome pi vicine.
- Un po me laspettavo, osserv a mezza voce.
(Gli altri rimasero in silenzio. Nella penombra della stanza si
scambiavano degli sguardi preoccupati. Il commissario Fellouque
si era appoggiato con la schiena alla porta sprangata, con aria
assente.) Avete fatto presto a ritrovarvi tutti, disse Aime.
- Ho il telefono in macchina, disse Lorque. (Fece un passo
incontro a Aime. Si pass il palmo della mano sulla guancia
senza produrre alcun rumore, segno che luomo si era rasato una
seconda volta in serata). Aveva organizzato una splendida
operazione. Rischiosa. Avremmo potuto parlare tra noi e scoprire
cos di non essere i soli a pagare. C un bel mucchio di soldi che
laspetta alla stazione.
- 200 000 franchi.
- 180 000 soltanto. Il nostro buon dottore s ritirato
allultimo momento.
- Io non centro niente con questa storia, dichiar con forza
Sinistrat, con una voce fessa e un po tremante. Ho cercato di
telefonarle verso luna di notte per dirglielo, ma non mi ha
risposto nessuno. Io non ci sto pi. E comunque, il barone non
ha nulla non aveva nulla sul mio conto.
- Lei era sconvolto, Sinistrat, quando ha aperto la sua busta,
disse forte una voce che doveva essere senza dubbio quella del
funzionario Moutet.
- Una storia daborto, disse Sinistrat. Non me ne frega
nulla se si viene a sapere. Anzi, ne sono fiero.
- Ci sar stato per forza qualche dettaglio sgradevole,
borbott Lorque. Delle complicazioni o dei problemi di soldi.
Perch vero, caro dottore, lei era sconvolto; e lo ancora. Ma il
problema non questo. Il barone morto per ordine di tutti noi.
Siamo tutti coinvolti.
- Io no, disse Sinistrat con voce innocente. Sono qui
soltanto come osservatore.
- Stia zitto, Sinistrat, e non rompa i coglioni, -ordin DiBona.

- Giusto, disse Lorque. E poi questi particolari non


interessano alla signora Joubert. (Fece ancora un passo verso
Aime. La ragazza ora poteva distinguere chiaramente la grossa
sagoma delluomo dal colorito olivastro. Aveva unespressione
inquieta e assonnata). Ho fatto portare i ventimila franchi
mancanti, disse. Sono qui in questa stanza. Cos che lei possa
prenderli e andare alla stazione. Il commissario sar ben felice di
accompagnarla in macchina. Lei potr ritirare i 180 000 franchi
dagli armadietti del deposito a gettone e salire sul treno per Parigi
col suo lauto bottino. In quanto ai documenti, visto che lei non li
ha presi con s, devono essere ancora laggi; baster che il
commissario si rechi sul luogo della tragedia e li prenda in
consegna, mentre proceder ai primi accertamenti e concluder
per un decesso accidentale. Per quanto lei abbia assolto in
maniera imperfetta al nostro contratto, tutto si pu ancora
aggiustare se vuole. Ma lei vuole? Mi sembrato di capire di no.
Un fiammifero venne acceso nella stanza. Alla sua luce,
Aime percep il volto calmo di Lenverguez che si accendeva un
sigaro. Accanto alla ragazza, Lorque rimase per un attimo in
silenzio, pensieroso, a occhi bassi. Nel gruppo degli uomini ci fu
un colpo di tosse, e uno scalpiccio di piedi. Aime stava zitta
perch non aveva nulla da dire.
- Del resto, in questa situazione, disse Lorque, ancora
possibile avere fiducia in lei?
- No, non possibile, disse Aime. Cerano nella stanza due
scrivanie ingombre di carta, degli schedari metallici e due sedie.
Aime prese una delle sedie, balz su uno schedario e, tenendo la
sedia davanti a s, salt attraverso la vetrata. Cadde da unaltezza
di due o tre metri, in mezzo a una pioggia di frammenti di vetro.
Atterr sulle braccia e sulle gambe, sempre impugnando la sedia
che and in pezzi per limpatto. Una lunga scheggia di legno si
stacc e and a finire nellavambraccio sinistro di Aime, che si
rotol su un lato ferendosi a una spalla e facendo scricchiolare i
vetri sotto di s. Nella caduta, si slog leggermente una caviglia.
- Non sparare, Fellouque! grid Lorque.
Aime si rialz da terra. Nella mezza luce, vide la vetrata
sopra di s, con un buco da un lato e con le macchie chiare dei
volti chini a guardarla. Si strapp la scheggia di legno dal braccio e
si lanci il pi in fretta possibile verso una zona dombra. Sinfil
in uno stretto corridoio e si trov nel vicolo sporco dietro al
mercato. Ne percorse una ventina di metri, inciampando sui
mucchi di gusci vuoti sparsi a terra. Di nuovo cambi direzione e
sinfil in un passaggio in mezzo a due magazzini. Al buio,
simmobilizz e verific i danni. Non aveva nulla di rotto. I vetri
le avevano procurato delle ferite superficiali sui gomiti e alla testa.
Il cuoio capelluto sanguinava, cos come la ferita provocata dalla
scheggia di legno. Nonostante tutto non perdeva molto sangue.
Sent che qualcuno arrivava di corsa. Allimbocco del passaggio in
cui si trovava nascosta vide sfilare in fretta le sagome di due
persone che respiravano affannosamente. Pi lontano si sentivano
altri rumori di qualcuno che correva sullasfalto. Subito dopo

torn il silenzio. Non sanguinava quasi pi. Si massaggi la


caviglia indolenzita e la spalla.
- Signora Joubert! chiam Lorque.
Doveva essere distante una cinquantina di metri. Non gridava
molto forte. Aime fu costretta a tendere lorecchio per capire
quel che stava dicendo.
- Sappiamo che qui, diceva Lorque. Non pu uscire da
questa zona. Le uniche due uscite sono controllate. Lei ha ancora
la possibilit di concludere un accordo con noi. (La voce si
spostava. Si allontanava. Era chiaro che Lorque non aveva la
minima idea di dove si trovasse la ragazza.) Noi non siamo degli
assassini. assolutamente necessario che arriviamo a un
compromesso. Mi risponda.
Ancora per qualche istante la voce continu a blaterare, in
maniera pi o meno indistinta. Aime non lascoltava neppure; era
tutta intenta a seguire un rumore pi vicino. Qualcuno procedeva
cautamente lungo la strada, avvicinandosi allimbocco del
passaggio tra i magazzini. Aime ispezion a tentoni il suolo,
cercando di non fare rumore. Trov un guscio di mollusco vuoto,
un guscio grande, tipo capasanta. Piegata in due, si diresse verso
limbocco del passaggio. Contro la notte chiara, la sagoma del
libraio Rougneux si stagliava netta. Per un attimo luomo rimase
immobile a guardare loscuro corridoio. Accese una torcia e lo
illumin debolmente.
- qui! grid con voce acuta.
Fece un passo indietro. Nello stesso istante, Aime si rialz in
piedi, fece tre passi avanti e colpi luomo con la conchiglia.
Nonostante questa non fosse affilata, tagli la gola di Rougneux al
primo colpo.

15.

Lorque era sullorlo di una crisi.


- Rougneux! grid nella notte chiara. stato lei a gridare?
Si mise in ascolto, ma nessuno gli rispose. Lorque rimase
immobile, con la bocca semiaperta e i nervi tesi, accanto alla
Mercedes. Di fianco a lui il finestrino anteriore sinistro dellauto si
abbass elettricamente senza fare rumore. Sonia Lorque si sporse,
facendo uscire a met la testa dallapertura.
- Dammi la pistola, le disse il marito. Dammela! insist
visto che lei faceva una smorfia inquieta.
Col viso ancora contrariato, Sonia frug nel cruscotto e gli
tese larma. Non era una pistola vera e propria, ma una piccola
automatica austriaca, calibro 4,25, con limpugnatura ricoperta di
madreperla. Lorque si tolse la pelliccia di castoro, lavvoltol e
linfil nellinterno della Mercedes, prima di prendere la piccola
automatica e metterla in tasca.
- Chiudi il finestrino, ordin. Non muoverti per nessun
motivo. Se la vedi, d lallarme col clacson.
- Ti supplico, disse Sonia. Cosa avete intenzione di farle?
- Chiudi il finestrino, disse di nuovo luomo con
impazienza.
Gett uno sguardo verso ovest, verso il mare, l dove la zona
del mercato si congiungeva con i due ponti. Non vide nulla.
Lilluminazione pubblica e i riflettori del porto davano
uningannevole impressione di chiarore. Di fatto, era come se
latmosfera fosse stata invasa da una sorta di polvere luminosa.
Decisamente non era buio nella strada o sulle banchine, anche se
la visibilit non andava oltre i quindici metri. Unopacit dovuta
forse al tasso di umidit. Il dottor Sinistrat comparve
allimprovviso nella polvere luminosa. Era grondante di sudore.
Le labbra gli tremavano.
- L-lavete t-trovata? domand.
Lorque scosse la testa e si diresse verso est. Sent Sinistrat che
cercava precipitosamente di tenergli dietro. I due uomini
percorsero una trentina di metri lungo la strada sporca, a piccoli
passi svelti. Videro un corpo disteso sul marciapiede. Era il notaio
Lindquist. Lorque e Sinistrat si chinarono su di lui. Luomo era
morto. Non aveva nessuna ferita evidente. Lorque sent battere i
denti di Sinistrat, chino accanto a lui, e sent lodore forte della sua
traspirazione. Sinistrat accese una torcia e illumin qualche metro
pi in l lingresso di un passaggio che conduceva alla banchina.
Nel momento in cui scopri il corpo di Rougneux, sgozzato,
appoggiato al muro, allimbocco del corridoio, lanci
unesclamazione strozzata. Lorque e il medico si precipitarono
verso il secondo cadavere.
- S-santo D-dio, disse Sinistrat, con che cosa riuscita ad
ammazzarlo?

- Con qualunque cosa. Abbiamo fatto una fesseria. Si tratta di


unassassina. Non ne abbiamo tenuto conto. una donna
realmente pericolosa. Spenga la torcia.
Sinistrat obbed. Nel momento in cui la torcia si spense, la
notte spruzzata di luce sembr pi opaca e minacciosa di prima.
Si sent un forte rumore a una cinquantina di metri di distanza, dal
lato della banchina, dovuto al fatto che Aime aveva attaccato il
farmacista Tobie e aveva mancato il colpo. Luomo aveva avuto
lidea di aprire una cella frigorifera, pensando abbastanza
scioccamente che Aime potesse nascondersi l. Un gioco
dombre aveva ingannato la ragazza che si trovava dietro il
farmacista, pronta ad assestargli il colpo mortale. Aveva colpito
troppo in basso. Tobie, col collo indolenzito, era andato a cadere
in mezzo al pesce fresco. Si era girato su se stesso tra i pesci,
scalciando, gridando e agitando i pugni.
- Aiuto! Aiuto! grid. qui! qui! (Afferr dei pesci e
cominci a gettarli contro Aime). Ah! ah! ah! url, lanciando i
pesci, in preda a un terrore folle.
Aime gli diede un colpo in mezzo al petto con la punta del
piede. Lui si zitt e perse conoscenza; lei si chin su di lui e lo
uccise rapidamente, poi si diresse senza fare rumore verso est.
Un minuto pi tardi, Lorque e Sinistrat giunsero con
prudenza nei paraggi della cella frigorifera semiaperta nella quale
si trovava Tobie, morto in mezzo ai pesci. Cercarono di capire
lorigine del rumore e di tutto il frastuono successivo. Si
guardarono intorno per un attimo. Poi venne loro in mente di
guardare nella cella frigorifera e scoprirono il cadavere del
farmacista.
- Non ne posso pi, disse Sinistrat. Si rialz e si mise a
correre.
- Restiamo insieme, non faccia lidiota, ordin inutilmente
Lorque.
Il medico scomparve, correndo nella notte luminosa. Lorque
tir fuori dalla tasca lautomatica e tolse la sicura. Aveva
unespressione preoccupata, ma al tempo stesso decisa. Raggiunse
la banchina e, tenendosi bene al centro, si diresse verso est
guardando sistematicamente attorno a s. Trov Sinistrat coricato
accanto a un pilone dormeggio. Aveva, avvolta al collo, la fune di
un peschereccio. Luomo era morto per strangolamento. Mentre
Lorque lo osservava, la marea crescente diede una piccola spinta
al peschereccio. La prua della barca si stacc sensibilmente dalla
banchina. La fune si tese. Il corpo di Sinistrat venne trascinato
sulla banchina, poi oscill sul bordo, prima di cadere in acqua tra
la banchina e il peschereccio. Lorque sent il cranio del morto
dare un colpo sordo contro lo scafo. Sudando un po per la paura,
prosegui verso est. Subito dopo che lassassina si era dileguata,
saltando attraverso la vetrata, Lorque aveva preso la direzione
delle operazioni e aveva dislocato gli uomini alle due estremit
della zona del mercato. Nel momento in cui raggiunse lestremit
est, il luogo in cui quella specie di penisola si raccordava con la
terraferma, trov i cadaveri dei due uomini che aveva mandato l e

cio del suo socio Lenverguez e dellingegnere Moutet.


Ansimando leggermente, luomo corpulento dal colorito olivastro
si gir indietro e cominci a riattraversare la zona
longitudinalmente, camminando ben in mezzo alla banchina, col
dito sul grilletto.
Avanzando con cautela, impieg sette o otto minuti per
raggiungere la sua macchina. Non vedendo muoversi nulla
allinterno dellabitacolo, il cuore gli fece un tuffo. Non affrett il
passo. Un finestrino si abbass e comparve il volto agitato di
Sonia. Lorque tir un sospiro di sollievo. Il cuore gli batteva
furiosamente nella cassa toracica.
- Hai visto qualcosa? chiese luomo.
- No. Lavete ritrovata? -No.
- Pu darsi che sia scappata.
- Ne ha avuto la possibilit, ammise Lorque. Forse
fuggita. Forse no. Forse ancora qui da qualche parte.
- Preferirei che fosse fuggita.
- Io no, disse Lorque.
- Che te ne importa? disse Sonia. Hai cinquantanove anni.
Sei un uomo rispettato. Hai degli appoggi. Passerai magari due o
tre anni in prigione. Forse meno. Ti conosco, ce la farai a reggere.
E io ti aspetter, ho un po di soldi da parte. Quando uscirai ce ne
andremo a sud. Finiremo i nostri giorni a Nizza o a Roquebrune,
tranquillamente.
- No, disse con violenza Lorque. No. Non voglio finire
cos. Non mi arrendo. Voglio andare avanti fino alla fine, senza
piegarmi. (Tese la piccola automatica a Sonia). Prendila. Se la vedi,
spara.
- Sei pazzo!
- No. Ha gi ucciso Sinistrat. Ha ucciso Henri. Ha gi
completamente pazza ed unassassina. Bisogna che vada a
vedere cosa succede dalla parte dei ponti.
- Ha Henri Lenverguez? (A Sonia si tronc il respiro.
Gli occhi erano sbarrati). Non possibile, disse. (Scosse la
testa). Non riesco a immaginare una cosa del genere, disse.
Come ha potuto sparargli? assurdo.
- Tieni la pistola come difesa, disse Lorque. Io vado ai
ponti.
- Aspetta! disse Sonia al marito che si allontanava nella
polvere luminosa.
Passando davanti a un deposito, esit, cambi direzione, si
avvicin alla pesante porta del magazzino e lapr facendola
scivolare sulle guide. Accese la torcia che aveva raccolto accanto
al cadavere di Sinistrat. Il potente fascio di luce illumin le cataste
di contenitori e di casse. Su una ringhiera si trovavano i grossi
ganci usati dagli operai del porto e dagli scaricatori. Lorque prese
un gancio. Si tir su le falde della giacca e appese il gancio alla
cintura di coccodrillo, dietro alla schiena. Spense la torcia e usc
dal magazzino. Col gancio che gli intralciava un po il passo,
riprese la marcia verso i ponti.

In ritardo, forse per via dellassurdit della situazione in cui si


trovava a vivere, prov di colpo una forte emozione per la morte
del suo socio e degli altri. Il suo corpo si ricopri di sudore. Si
immobilizz, ansimante. Meccanicamente si strofin un muscolo
del braccio sinistro che gli faceva male. Riprese il cammino.
Raggiunse lestremit ovest del mercato. Si stava levando la
nebbia e in mezzo a quella si scorgevano le sagome dei ponti
mobili e dei macchinari necessari a muoverli. Tra i due ponti e
lestremit del mercato, la strada, bagnata di umidit, era deserta.
Lorque si appiatti contro un muro. Alla sua sinistra sent un lieve
rumore sordo che, dopo un istante di riflessione, riusc a
identificare: qualcuno era saltato con agilit dalla banchina sulla
prua di unimbarcazione attraccata accanto al mercato. Lorque si
diresse con cautela nelle direzione del rumore, avanz sulla
banchina, col collo teso e la bocca semiaperta. Il suo stesso
respiro, un po affannato, gli impediva di ascoltare bene. Dallalto
della banchina intravide una figura stesa sul ponte del piccolo
peschereccio e unaltra china su di lei. La seconda figura si rialz
in piedi. Lorque riconobbe il commissario Fellouque. Il poliziotto
aveva una pistola in mano. Lorque avanz verso di lui,
costeggiando la banchina.
- Sono io, disse piano. Lha presa? Giunse allaltezza del
peschereccio e salt sul
ponte con qualche difficolt. Fellouque aveva laria
disorientata. Il corpo steso ai suoi piedi era quello di DiBona.
- morto, disse Fellouque. Si era allontanato per andare a
pisciare.
- Che coglione, disse Lorque.
Fellouque gli domand come stessero andando le cose.
Lorque gli disse che Aime aveva ucciso tutti gli altri. Il
commissario fece fatica ad accettare lidea. Guard il cadavere di
DiBona e scosse la testa.
- Mi aveva proposto di andar via, disse pensieroso.
Proprio prima di andare a pisciare, mi aveva proposto di lasciare
che fosse lei a sbrogliarsela da solo con la ragazza, lei e gli altri.
Nel frattempo, noi saremmo andati dal barone a prendere le carte
e i documenti. Io gli ho detto che era una stronzata perch se
avessimo abbandonato il ponte ci saremmo lasciati scappare la
ragazza. Diceva che noi due saremmo diventati i padroni di
Blville. Non era una brutta idea.
- Ah, s? fece Lorque. Fellouque scosse la testa.
- E comunque adesso il problema non si pone pi. (Nella
voce del poliziotto cera un tono di rimpianto e di stanchezza).
Lei crede che la ragazza sia ancora nella zona del mercato?
domand rialzando la testa.
Lorque apr la bocca per rispondere. Un cerchio di filo
metallico scese volteggiando dallalto della banchina e sabbatt
sulle spalle del commissario. Il filo si tese e si strinse attorno al
collo del poliziotto.
- Ah no, no, no, fece luomo con unintonazione di
sofferenza e di terrore.

Qualcuno diede uno strattone al filo metallico. Il commissario


segui il movimento, fece tre passi sul ponte del peschereccio, poi
cadde tra la banchina e la barca. La tensione del filo blocc la
caduta a met strada di modo che rimase immerso a mezza gamba
nellacqua sporca di nafta e di rifiuti. Luomo lasci andare la
pistola che sprofond nel bacino e si port le mani al collo. Un
rantolo gli usc dalla bocca spalancata. Lorque disperato si chin
per tirar su il poliziotto prendendolo per le ascelle, ma nello stesso
momento il filo perse un po di tensione e Fellouque cadde in
acqua completamente. Sempre rantolando si aggrapp alla chiglia
del peschereccio e riprov a salire a bordo. Lorque gli tese una
mano, lanciando contemporaneamente degli sguardi terrorizzati
verso la parte alta della banchina, dove laltra estremit del filo si
perdeva nella notte luminosa. Ma non vide nulla.
Aggrappandosi alla mano di Lorque, Fellouque riusc quasi a
risalire sulla barca. In quel momento un motore elettrico si mise
in moto rumorosamente da qualche parte sulla banchina. Il
commissario capi quel che sarebbe successo ed emise un gemito
di terrore. In ogni caso luomo era spacciato perch il filo
metallico gli era entrato nel collo e Lorque vide con spavento che
il sangue arterioso gli zampillava un po dappertutto dalla gola.
Poi largano a motore che si trovava sulla banchina entr in
azione. Il cavo dellargano a cui era legato il filo metallico si tese.
Il commissario Fellouque prese il volo, agitando i piedi. Quando
raggiunse unaltezza di tre o quattro metri dal ponte del
peschereccio, strangolato e sanguinante, smise di agitare i piedi ed
Aime spense il motore dellargano. Correndo lasci la banchina
per andare a fermarsi allinterno di una della sale del mercato, una
sala che aveva un ingresso sulla banchina e laltro sulla stradina
lercia nella quale era parcheggiata la Mercedes.
Nelloscurit la ragazza era invisibile. Se qualcuno avesse
potuto vederla, avrebbe detto che non era bella; o forse s,
dipende dai gusti. Era tutta spettinata. I suoi capelli biondi intrisi
di sudore erano incollati al cranio e pendevano sulla fronte e sulla
nuca con ciocche umide, come capita alle donne quando hanno
fatto lamore in maniera forsennata per diverse ore di fila. Strisce
di sangue rappreso le rigavano i gomiti, la testa e tutto
lavambraccio. La sua lunga giacca di maglia era macchiata qua e l
di polvere, petrolio e residui di pesce. La camicetta di seta era
sporca di sangue e parzialmente strappata sul lato sinistro. Aveva
una macchia nera sul naso. La ragazza sent la voce di Lorque.
- Facciamola finita! gridava luomo corpulento dal colorito
olivastro. Siamo rimasti solo noi due. Mi dica dov. Non ho
intenzione di passare la notte a cercarla.
Aime si sporse un po e riusc a vedere, attraverso la porta
che dava sulla banchina, Lorque che era sceso dalla barca, aveva
rimesso piede sulla terraferma e vagava sullasfalto, gridando e
agitando le braccia.
- Me ne frego, gridava. Se non esce allo scoperto, me ne
vado. Lei forse si diverte a giocare a nascondino. Ma io ne ho
abbastanza. Ho cinquantanove anni. Sono troppo vecchio per

mettermi a giocare. Sia quel che sia, me ne frego, me ne vado,


far qualche anno di prigione, me ne frego!
Tacque, attese un istante, alz le spalle, si gir per andarsene.
- Sono qui, grid Aime.
Lorque simmobilizz. Gir la testa da una parte e dallaltra.
Cercava di capire da dove fosse arrivata la voce. Si massaggi il
braccio sinistro con una smorfia. Fece due o tre passi nella
direzione sbagliata.
- Acqua, acqua! grid Aime.
Lorque si ferm di nuovo. Fece marcia indietro a passi
incerti.
- Fuochino! grid Aime. (Ebbe un singhiozzo di
soddisfazione.)
Lorque si diresse verso la porta attraverso cui Aime lo stava
spiando. Quando fu sulla soglia si blocc di nuovo.
-Fuoco! Sta bruciando! disse Aime.
- Non sono armato, disse Lorque. Voglio solo parlarle.
Senta, io non merito di morire. Che cosa ho fatto di male se non
seguire la tendenza connaturata alla razza umana? E anche se
fosse, noi siamo dei pivelli in confronto ai nostri antenati. La
distruzione di Cartagena non le dice nulla? Cerano anche dei
valorosi marinai di Blville, non la prima volta, la prima volta era
stato sir Francis Drake, ma la seconda, quando lhanno presa i
francesi. Quel che ho fatto io non nulla in confronto al
saccheggio di Cartagena. Io ho collaborato un po con i tedeschi,
mi sono fatto di nebbia in Sud America, sono tornato, ho dato da
lavorare a degli operai, ho reso edificabili dei terreni, ho curato i
miei interessi cos come facevano tutti. Mi dica una sola cosa che
non sia normale, una sola cosa che sia veramente un crimine in
quello che ho fatto, in quello che il barone aveva nei suoi dossier,
me ne dica una!
- Non ho mai letto i dossier del barone, disse Aime.
(Lorque tese lorecchio cercando di identificare esattamente la
direzione da cui proveniva la voce della ragazza). Me ne frego,
continu. Ma cosa crede? Che mi interessino i suoi crimini e i
suoi delitti? Sta scherzando!
Avendo identificato la direzione da cui proveniva la voce di
Aime, Lorque accese la torcia. Il fascio di luce illumin Aime,
seduta, che stava ridendo. Luomo grosso dal colorito olivastro
mise una mano dietro la schiena come se si stesse aggiustando i
pantaloni. Allimprovviso tir fuori il gancio e si slanci urlando
contro Aime.
Diede un colpo col gancio cos come si d un colpo con
lascia. Aime si lasci sorprendere e schiv troppo lentamente. Il
gancio le si piant nella spalla. Nellimpatto il gancio sfuggi alla
presa della mano umida di Lorque. Luomo cadde in ginocchio,
mentre Aime lanciava un grido di dolore e si appoggiava contro
un muro, col gancio piantato nella spalla. Il sangue che usc le
inond tutto un lato del corpo.
- Brutto stronzo, vecchio stronzo, disse. Mi ha ferita.

Barcollava. Guardava Lorque che era rimasto appoggiato su


un ginocchio. Era pallido e si mordeva le labbra. Teneva
entrambe le mani appoggiate al petto, sul lato sinistro. Ansimava.
- Il mio cuore, disse. Il mio cuore.
Si rimise in piedi con uno sforzo. Si diresse verso il fondo
della sala, tenendosi sempre il petto. Usc dalla porta che dava
sulla strada sporca. Sembrava fare una gran fatica a mettere un
piede davanti allaltro. Aime lo segui indolente. Il sangue le
colava gi fino alle caviglie. Giunta alla porta, dovette appoggiarsi
con la mano allo stipite. Riusc a estrarre il gancio dalla spalla e lo
fece cadere rumorosamente al suolo. Il flusso di sangue aument.
Nel frattempo, allesterno, una zona pi azzurra del cielo
annunciava lalba, per quanto questa fosse ancora lontana. Lorque
si diresse verso la Mercedes, lentamente, trascinando i piedi.
Aime lo segui.
- Sonia! grid Lorque. Sonia! Un infarto!
Ma non controllava pi la sua voce e cos sembrava quasi che
se ne vantasse, che ne parlasse in maniera trionfale. Lanci un
grido acuto, le ginocchia gli si piegarono, cadde sullasfalto, rotol
su se stesso in mezzo ai gusci sporchi dei molluschi e mori.
Trascinando i piedi anche lei, Aime si avvicin al corpo per
assicurarsi che luomo fosse morto. I fari della Mercedes si
accesero. Aime si trov investita da un fascio di luce gialla.
Rimase immobile, interdetta. Sent il rumore di una portiera che si
apriva, poi nella luce gialla vide comparire Sonia con la piccola
automatica di costruzione austriaca nella mano. La donna avanz
verso Aime, le guance coperte di lacrime.
- morto? domand.
- S, disse Aime. morto.
- Puttana, disse Sonia Lorque.
Aime tese le braccia verso Sonia, come per respingerla.
- Ti prego, disse Aime. Ti prego. Vattene. Io ce lho
soltanto con quei vecchi stronzi. Non ho nulla contro di te. Tu
non hai colpa. Ma ora finita. Ti prego, vattene.
- Io invece, disse Sonia, ho qualcosa contro di te. Strega!
grid. (Fece fuoco con lautomatica e il colpo manc di molto il
bersaglio. Si trattava di unarma piuttosto rudimentale, con una
canna troppo corta. Da unarma cos non ci si poteva aspettare
una grossa precisione). Non potevi lasciarci in pace? grid
Sonia a Aime. Non mimporta nulla di quel che aveva fatto. Io
lamavo. Lamavo. Cagna maledetta. (Sonia fece fuoco di nuovo.
In quel momento si trovava a tre metri da Aime che era in
ginocchio per terra. La pallottola di piccolo calibro colse Aime in
pieno petto. Aime barcoll allindietro. Nellimpatto con
lasfalto, la testa fece un lieve rumore sordo). Cos impari, puttana,
osserv Sonia Lorque. Io lamavo, il mio uomo, non vivevo che
per lui. (Punt lautomatica allestremit di un occhio e si fece
saltare il cervello).

16.

La piccola automatica fece un rumore simile a un colpo di


frusta. Sonia fece un passo allindietro e fini contro la Mercedes,
sulla quale rimbalz. Cadde al suolo. I suoi arti si agitarono ancora
per una ventina di secondi, poi pi nulla. Tutto rimase immobile
per almeno tre minuti. Erano circa le quattro e cinque minuti.
Aime si contorse per terra, poi si tir su. Col busto dritto,
piuttosto rigido, si fece forza appoggiandosi sulle braccia tese
dietro di lei.
Non lontano dalla ragazza si trovava il cadavere di Lorque e,
un po pi in l, quello di Sonia. Aime si alz, raggiunse
faticosamente la Mercedes e spense i fari. Attraverso la notte che
schiariva, vide da un lato il bacino e i pescherecci attraccati alla
banchina, e oltre Blville, dove dormivano le persone oneste,
poteva soltanto indovinare laltro bacino dacqua e poi la collina
sulla quale si estendevano i quartieri operai con le loro strade
intitolate a Jean Jaurs, a Gagarin, alla Liberazione. Aime sal
sulla Mercedes. Le chiavi erano nel cruscotto. Parti. La testa le
cadeva continuamente in avanti e le pendeva come un peso
morto. Ma riusc lo stesso a uscire dalla zona del mercato.
Oltrepass uno dei ponti, risal la collina attraversando il quartiere
in cui gli operai erano, ancora per qualche attimo, addormentati, e
si diresse verso il nord. Aveva tutto un lato del corpo intriso di
sangue. Dallaltro lato, il piccolo foro prodotto dalla pallottola
calibro 4,25 non sanguinava neppure. La ragazza sembrava aver
dimenticato i 180 000 franchi negli armadietti del deposito bagagli
e il treno per Parigi. Prosegui verso nord per sette o otto
chilometri, poi perse conoscenza per qualche secondo, abbastanza
comunque perch la Mercedes uscisse fuori strada. Quando dopo
lattimo di smarrimento torn in s, era gi troppo tardi per
recuperare. Fren, spingendo sul pedale con tutte le sue forze. Ma
non riusc a evitare che una ruota della potente automobile finisse
in un fossato. La Mercedes si mise di traverso sulla banchina e
continu a slittare tirandosi dietro erba e terra, finch non and a
fermarsi contro un albero. La carrozzeria e il telaio si piegarono
nel mezzo. Aime and a sbattere con la testa contro la portiera.
Rimase ancora un momento a tossire nel rottame. Poi abbandon
la macchina semidistrutta. Un sentiero si apriva sul lato della
strada dieci metri pi in l. Aime prese a percorrerlo,
zoppicando. Lalba stava arrivando. Le tempie le pulsavano. E
poi, non so se si sia trattato di una visione dovuta a tutto il sangue
perduto oppure a una qualunque altra ragione, mi parve di vederla
vestita di uno splendido abito scarlatto, un abito da sera, forse
cosparso di lustrini; e splendente di una luce dorata quanto
laurora. Con i tacchi alti e il suo meraviglioso abito scarlatto,
Aime, bellissima e intatta, risaliva senza sforzo quel pendio

nevoso che assomiglia molto alle pendici del massiccio del Monte
Bianco. Donne voluttuose e filosofe, a voi che mi rivolgo.
[Clamart Menton, 1976 1977]

Appendice

Nove appunti su Fatale


di Jean Echenoz

Questo romanzo un noir, come chiaro fin da subito. Ma


che cos un romanzo noir? Dopo aver contrassegnato, come
noto, uno stile detto anche gotico, nato nel XVIII secolo, questo
termine ha finito per applicarsi esclusivamente a quella letteratura
che viene definita poliziesca. Una letteratura la cui nascita,
osservava Walter Benjamin, coincide con quella della fotografia e
con la fine dellincognito, ovvero con la possibilit di
identificazione, in special modo a scopi repressivi, delle persone.
Potremmo definire il romanzo poliziesco come quello in cui,
sostanzialmente, vediamo la morte in azione? Come quello che, a
parte la violenza e il male, vede nel denaro il movente e la posta in
gioco? In ogni caso cos che funziona Fatale, forse lopera pi
noir del suo autore. Fin dalla seconda pagina, quella in cui
troviamo un gruppo di cacciatori, il tono chiaro. Dopo tre ore
di caccia non avevano ancora ucciso niente. Erano frustrati e di
cattivo umore. Ci sarebbe da chiedersi se questo stato danimo
non sia lo stesso del lettore impaziente: sono passate due pagine e
non stato ancora ucciso nessuno.
Romanzo noir, comunque, al punto da non lasciar risuonare
nella sua composizione la minima annotazione musicale. Da
Charlie Mingus o Gerry Mulligan in Laffaire NGustro a Maria
Calias o Brian Ferry della Posizione di tiro, dalle perplessit di
Eugne Tarpon su Chick Corea fino alle citazioni esplicite di Petit
bleu de la cte ouest, tutti gli altri libri di Manchette sono attraversati
dalla musica. Questo no. O cos poco che soltanto una figura
appena abbozzata di ubriaco arriva a lamentarsene verso la fine
del libro. Un libro talmente noir da non lasciare quasi nessuno
spazio a un discorso politico, che invece, nellopera di Manchette,
normalmente integrato alla costruzione della storia. A parte
alcuni dettagli le scelte elettorali del risibile Sinistrat, la rapida
analisi dei giornali locali (uno sosteneva unideologia capitalista di
sinistra, laltro unideologia capitalista di sinistra) o le digressioni
hegeliane e marxiste del barone Jules Fatale sostanzialmente
privo di riferimenti politici espliciti.
Almeno in apparenza, perch il progetto di Aime Joubert, la
protagonista del libro, in un certo modo un progetto politico.
Un progetto semplificato al massimo grado: impadronirsi del
denaro l dove quello si trova. A Aime interessano i ricchi e lei
va solo dove si trova il denaro. Appropriandosi del denaro,
approfittando delle contraddizioni dei suoi proprietari, che
eventualmente si trova a uccidere, mettendo a frutto queste morti,
Aime applica una logica estrema e brutale. Eppure, nonostante la
stretta funzionalit di questi omicidi, curiosamente si prende cura
di archiviare i ritagli di stampa che ne parlano.

Jean-Patrick Manchette avrebbe potuto raccontare che,


quando lavorava alla redazione dei brevi testi di presentazione per
un editore, si era dato come regola fissa quella di usare, qualunque
fosse il contenuto del libro, i termini sesso e denaro. Ed
attraverso questi stessi termini che, prima ancora che si trovi a
uccidere, Aime Joubert definisce il suo metodo di lavoro nel
capitolo 7.
Il numero di vittime notevole. Prima del suo arrivo a
Blville, dove si svolge gran parte della storia, veniamo a sapere
incidentalmente che Aime Joubert, oltre al marito ingegnere, ha
gi ucciso sette uomini, tra cui un industriale, un allevatore e un
medico. Quindi a Blville eliminer un altro ingegnere, un
secondo medico, un farmacista, un poliziotto, un giornalista, un
libraio, un nobile decaduto e altri due industriali, cos come, sia
pure indirettamente, la moglie di uno di questi. Prima della sua
fine, possiamo contare al suo attivo una ventina di persone
provenienti dalla piccola, media e quasi alta borghesia eliminate
per strangolamento, taglio della gola, asfissia, infarto o suicidio
provocati, impiccagione, annegamento o per mezzo di un coltello
o di proiettili calibro 16 e 12. Tutti omicidi metodicamente
preparati ed eseguiti: Aime, che non una dilettante,
padroneggia tutte queste tecniche. Tra le sue vittime non ci sono
sfruttati, non ci sono quegli operai dei quali, quando Aime
attraversa alle quattro di mattina i quartieri in cui vivono,
Manchette precisa, evidenziandolo in corsivo, che dormivano
ancora per qualche attimo.
Come capita spesso in Manchette le donne sono descritte con
maggior affetto degli uomini che, in genere e in questo libro in
particolar modo, vengono presentati sotto i loro peggiori aspetti.
Il solo personaggio maschile toccante del libro un nobile
decaduto, il barone Jules, che anche lunico ad avere la lucidit
di annunciare, dopo appena cinquanta pagine, quello che sar il
finale del libro. Morirete tutti! esclama. Certo. Ma neanche lui si
salver.
Moriranno tutti da soli, anche Aime. Lunico legame del suo
passato che conosciamo quello col marito. In due occasioni si
trover a rifiutare, divertita, delle avances maschili e la sola
allusione alla sua sessualit di tipo autoerotico. un
personaggio solitario, ma multiforme, come se cercasse di
ritrovarsi meno sola con se stessa. A ogni nuova operazione, cos
pare, Aime cambia contegno, abbigliamento, colore dei capelli.
Cambia sigarette dalle Celtique alle Dunhill, fino alle sigarette al
mentolo con la stessa facilit con cui cambia cognome. Senza
che venga mai abbozzato un suo quadro psicologico, la
osserviamo moltiplicare i ruoli e le attitudini sociali. Anzi, in un
contesto comportamentale hammettiano che Manchette si
prodiga in dettagli banali di atteggiamenti, espressioni del viso e
toni di voce. La personalit, il pensiero di tutti i personaggi non
possono essere dedotti se non dalle loro relazioni fisiche col

mondo, dal loro rapporto materiale con gli oggetti. Con una sola,
insistita eccezione: il solo tratto esplicito del carattere di Aime
che lei ama le crisi, adora i conflitti.
Finir male anche lei, vero, e Fatale, penultimo noir
pubblicato in vita dal suo autore, dopo Le petit bleu de la cte ouest e
prima di Posizione di tiro, evidentemente il racconto di una
sconfitta. La sconfitta di una donna che sembra comunque ben
pi gloriosa di quelle degli uomini degli altri due libri.
Dallimpasse circolare del funzionario Georges Gerfaut, descritta
in Petit bleu, alla dissoluzione vertiginosa e non meno circolare del
killer professionista Martin Terrier in Posizione, i due ultimi eroi
di Manchette corrono verso la propria disfatta senza speranze.
Anche Aime corre verso la sconfitta, ma attraverso la
costruzione della propria persona, attraverso un processo di
lavoro: Guardi che anche il mio un lavoro precisa al barone
Jules. E se il suo , come direbbe Martin Terrier, un progetto di
vita, lei lo porter a termine l dove Terrier non ne era stato
capace. vero che il progetto fallisce ed vero che di tratta di un
progetto di morte, ma attraverso questo fallimento Aime
raggiunge la realizzazione di s. In questo senso lultima frase del
libro, in forma dapostrofe, suona contemporaneamente come un
congedo, come un avvertimento o come unesortazione.
Ricordando in unintervista il suo approccio al romanzo
poliziesco, Jean-Patrick Manchette raccontava di essere rimasto
fortemente impressionato allet di otto o nove anni dalla lettura
di Black Wings Has My Angel di Elliott Chaze. La ragazza nuda
che si rotola in mezzo alle banconote dopo il colpo, dichiarava,
una scena molto forte per un bambino non ancora adolescente,
la mia scena primaria nel genere giallo. E ancora: Nei primi
periodi in cui io e la mia benamata ci frequentavamo, ho capito
subito che lei era una grande conoscitrice di polizieschi, allora le
ho raccontato questa storia che mi era rimasta in mente, ma di cui
non ricordavo pi il titolo. E lei mi ha risposto: Ma certo, Black
Wings Has My Angel. Lho letto
Nel romanzo di Chaze, questa scena piuttosto sorprendente
posta in apertura. Una scena primaria talmente forte da spingere
lautore di Nada ad assumerla come una sorta di matrice
romanzesca per poi riprodurla e svilupparla nel secondo capitolo
di Fatale.
Non capita spesso che, in un romanzo, il nome proprio del
personaggio principale coincida con quello della persona a cui
dedicato il libro. Eppure cos per Fatale, dedicato alla beneamata
dellautore, la cui protagonista porta proprio questo nome: Aime
(Amata). Anche se si tratta soltanto di uno dei nomi che il
personaggio assume per realizzare i suoi sanguinosi lavori, cos
che lautore, in prima persona, decide di chiamarla. E si vede
chiaramente che a Manchette questo tipo di assassina piace cos
come gli piacevano le donne degli altri suoi romanzi: Julie
Ballanger, Charlotte Malrakis, Ernestine Raguse e le altre, a volte
al limite incerto della follia, pi spesso alle prese con uomini

ottusi. Il nome andr preso alla lettera: Aime (Amata) Joubert


non ama nessuno, cos che funziona e la sola volta che, col
barone Jules, contravviene a questa regola, finir per perdersi. Il
suo modus operandi quello di piacere, di farsi amare per poi
uccidere.
Non capita spesso neppure che il nome emblematico di un
paese, creato ad hoc per un romanzo, sia contrassegnato, nella
realt, da un altro riferimento letterario. Eppure, di nuovo,
questo che capita in Fatale, che si svolge in una cittadina chiamata
Blville. Come in Hammett, la scelta del nome indicativa.
Blville la citt dei quattrini, il luogo in cui, come dappertutto,
ma forse qui in misura maggiore, il denaro (le bl) a dettare legge.
Ma anche, nella realt, il piccolo comune alla periferia di Havre
in cui si celebrarono il battesimo e poi, nel maggio del 1914, la
prima comunione di Raymond Queneau. Non si pu non
rimanere colpiti da questo curioso incrocio geografico tra due
scrittori ai quali, alcuni di noi devono molto, se non tutto.
Qualsiasi via simbocchi, scrive Manchette, c sempre
una lunga salita da fare per uscire da Blville. Esistono in Fatale,
cos come negli altri suoi libri, frasi portatrici di strane
ambivalenze metaforiche. Ce n unaltra che non si capisce bene
se evochi ironicamente la sanguinosa pulizia intrapresa da Aime
o lordine morale necessario allarmonia della cittadina di Blville.
Leitmotiv inscritto sulla bilancia automatica, nella cabina
telefonica o in un cestino della carta, una frase che consiste in
una semplice ingiunzione: TENETE PULITA LA VOSTRA CITT!

Potrebbero piacerti anche