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i PROSPETTIVE B@ IL MATEMATICO IMPERTINENTE | fondamenti della letteratura di Piergiorgio Odifreddi professare ordinara di lagiea matematica allUniver i Torina visting professor ala Comell University di Whac | (New York | eonrooua cir sommtem marae it tsstname woven oanemen mcm pee woman van 26 LesciENze Hilbert formalizano la geometra in una ven tina di assiomi, suddvisi in cinque gruppi. Per csempio, gli assiomi di incidenza affermano che per ogni coppia di puntiesiste una ¢ una sola ret- ta che passa per essi, su ogni retta ci sono alme- no due punti, ci sono almeno tre punti che non stanno sulla stesa retta. Dag assiomi di ordine si ‘pub dedurre il teorema che tra due punti ce ne so- no sempre infiniti alr. E Tassioma di parallelismo, ‘equivalente al quinto postulato i Euclid, afferma cche data una retta € un punto fuori di essa esiste tuna ¢ una sola retta parallela alla reta di sate per quel punto | Fondamenti della geometria (1899) di David Hilher illustrd in maniera memorabile Yaspetto i teoremi della geometria dovevano continuare a vvalere anche se, al posto di spuntis, srettes ¢«pia- nis, s fosse parlato di etavolis, sec» e sboccal di birras, Nei Fonda- ‘menti della lettera- tura secondo David Hilbert, del 1976, Raymond Queneau propose di patlare i eparolas, frases sparagraton. Dagl assiomi di Incidenza appren- diamo che eper ogni coppia di parole esi ste-una € una sola frase centramber. Che si ppossa formare una frase con due paro- le @evidente, ma & somprendente che ce ne possa essere una sola! Per esempio, date «ramos {eelago» e una frase che contenga entrambe, come ‘que ramo dello di Como», tutte le alte frasi co- me «quel ramo del lago di Gardas, 0 «questo ramo Ae! lago di Como», non sono che pscudofrasi, da ri settare in base all'assioma: ovvero,¢ per fortuna, non si scrivono mai due volte I promess spo Git assiomi successiviaffermano che soni frase ‘contiene almeno due paroles, ¢che «ci sono alme- no tre parole che non stanno nella stessa frases, Da ‘un lato, dunque, espressioni come sss, eno, «Dials, scielotsesimili non sono fra. E, dal altri fatto ‘che Manzoni abba flito nei suoi insistent tenta- le contiene tivi di comporre frasi che contenessero tutte le pa- role della lingua italiana, éda imputare non a una sua insuffciente proissiti, ma solo a una assioma- Lica impossibiliti. A proposito dei due assior in ‘questione, si deve comunque notare che essi so- rho metafrasi, ma non frasi: altrimenti andrebbero contro il precedente assioma, che impedisce a due frasi diverse di contenere le stess parole, Tl teorema che si dimostra a partie dagli assio- ‘mi di ordine afferma che era due parole ce ne sono sempre infinite altres, benché a prima vista sembri che oggi frase ne contenga solo un numero finito. La soluzione di Queneau all'apparente dilemma & sscometrica: sullesempio della geometra proieti- va, facciamo appello a eparole allinfinitos. Ovvero, la maggior parte delle infinite parole che il teorema assicura essere presenti in ciascuna frase, sa appunto alinfinito, enon somo legibil a distanza ravvicinata:il che attribuiscealloscurita proittva della letteratura,¢ non alincapacita espressva dei Jetterati, la condanna dei testa dire sempre meno di quanto avrebbero potuto ¢ dovuto Per Vassioma di paralleismo, infine, wdata una frase © una parola non contenuta in essa, esiste luna ¢ una sola frase che contiene quella parola, € non ha parole in comune con la frase data. Per ‘sempio, prendiamo dal I Canto della Divina Com- ‘media la frase: Nel mezzo del camamin di nostra vita mi rtrovai per una selva oscura, che la dirit= ta via era smarrita,¢ la parola eamaray; la frase ‘Tant’é amara che poco ¢ pi morte, ma per par= lar del ben cho vi trovai,dirb de latre cose ch'io Viho scortes soddisfa i requistidell'assioma, per- ch€ non contiene parole contenute nella prima frase, ¢ non ci sono ne! I Canto altre fra tengano la parola «mortes (gi altri canti non con- ‘ano: come una retta € un punto fuori di essa de- terminano un unico piano, cosi una frase ¢ una parola non contenuta in essa devono determina- ‘eun unico Canto). Finora ci siamo limitai alla trasposizione lete- ratia delle rete, che sono enti geometricirappre- sentabili con equazioni di primo grado. Queneau conclude la sua analisi notando che, quando si passa alle equazioni di secondo grado e alle eati- ve coniche, non c nemmeno bisogno di trasposi- ion, perché cis trova nel regno della retorca: n= Fatt, le eliss, le jperboli ele parabole sono tutte figure familiar alo scrttore, benché ai nostri gior- ni rellise sia rara, la parabola inutilizzata (da ct 2000 anni) eiperbole moneta corrente. 495 novembre 2008

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