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Accattone
Tutto bruciava. Il sole tenero della mattina di fine estate era come calce
rovente. Una faccia bruciata alz la scucchia coi due buchi sulle guance per
la magrezza, e lo sguardo acquoso; e disse:
Ecco la fine del mondo. Fateve vede bene, mm v'ho mai visto de
giorno! V'ho sempre visto a lo scuro! Che, le donne v'hanno fatto sciopero?
SCUCCHIA
E rise, sdentato.
Si era rivolto a chi? A una batteria di sbragati sulle seggiolette cotte dal sole
di un baretto della Marranella. Tra questi, fu Mommoletto che ribatt allo
Scucchia:
Ancora non sei morto? Eppure m'hanno detto che il lavoro
l'ammazza la gente!
MOMMOLETTO
Mommoletto era un bassetto, con l'occhi storti, che rideva sempre come un
pupazzo. Accanto a lui, uno si fece versare da un altro, sulle mani a conca,
dell'acqua minerale: e si lav la faccia. Erano Alfredino, alto alto, nero, col
naso schiacciato di un marocchino, e il Vecchietto, un teddy, elegantissimo il vestito a puntini, la cravatta corta col nodo grande, la spilla - ancora
imberbe.
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SCUCCHIA
Cera una faccia grassa, lattea, sprezzante che se lo guardava: era quella di
Giorgio il Secco.
GIORGIO IL SECCO Ma falla finita! A ignorante! No lo sai che quando uno
ha mangiato nun se lo po' f er bagno, more. No lo sai che la reazione dal
caldo al freddo ferma tutto l'apparato digerente, se ferma la circolazione der
sangue e bona notte ai sonatori!
ACCATTONE Che vi
E per un po' non si mangiava subito pure Giorgio il Secco. Che si inumid le
labbra e abbass gli occhi come volesse addormentarsi:
Ma vatte a istru a microcefalo, che? sei rimasto ancora
nell'et della pietra, mm te vergogni d'esse cos arretrato?
GIORGIO IL SECCO
Alzandosi per met sulla sedia Accattone allora si sfil con rabbia uno dei
due anelli che gli incrostavano d'oro la mano.
Stanotte ho perso tutti i soldi, per ci sempre er passante, da
scommette! Scommetti, se cii coraggio! Cii tutta lingua, cii!
ACCATTONE
La faccia di Giorgio il Secco s'indur, divent di pietra, con gli occhi azzurri
che si rapprendevano.
GIORGIO IL SECCO
ACCATTONE
GIORGIO IL SECCO
lo vedi!
Sabino non rispose. Guard ammusato e offeso la cricca dei compari, che,
con in testa il fratello, se ne andava verso un cassone di millequattro, che
sostava in un filo d'ombra. Mommoletto, ch'era sempre in coda, diede al
pischello una manata:
'Namo, vi pure te! Vi a ricoje l'ultime volont de tu'
fratello, hai visto mai che te facesse erede universale! 'Namo!
MOMMOLETTO
MOMMOLETTO
ALFREDINO
lasci?
ACCATTONE A la
Buon Costume!
GIORGIO IL SECCO
ACCATTONE
Accattone era solennemente in piedi sulla spalletta del Ponte degli Angeli,
con tutta la fila degli angeli alle spalle. Indugiava, scultoreo.
Sotto, la spiaggetta trucida del Ciriola era tutta piena di bacarozzetti mezzi
ignudi, che guardavano coi nasi in alto. C'erano tutti i compari di Accattone,
e, in mezzo, una pipinara di ragazzini di Borgo Pio e di Ponte. Un ragazzino
strillava verso Accattone, tenero:
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Diede ancora un'occhiata alla piccola folla gi, nella spiaggetta e lungo i
muretti del lungofiume. E continu a parlare a s stesso, amaro:
ACCATTONE Damo
soddisfazione ar popolo!
ACCATTONE Tanto te mica hai magnato, er bagno nun te fa male. L'apparato digestivo... nun funziona pi... la reazione sanguigna... Ma lo sai chi
Accattone? Accattone nemmeno fiume se lo porta via!
SCERIFFO
SCERIFFO
Si rialz sempre di scatto in piedi e and a risedersi nella panca tra gli altri
che continuavano a giocare passivi, pazienti, beffardi.
SCERIFFO
Diavolo?
PEPPE IL FOLLE Se lo
MOMMOLETTO
LUCIANO So' bello! so' bello! so' sfortunato ar gioco! Famo un par de tuffi,
daje, 'namo!
SCERIFFO
SCERIFFO
successo!
SCERIFFO Du' ore fa... davanti al Due Allori... se vede che sar venuta a
cercatte a te!
I piccioni del Ciriola, frr, frr, volavano via intorno, a stormi, spaventati.
Era una sola stanza, con delle misere pareti scrostate: quasi interamente
occupata da un solo lettone, miserabile. Intorno intorno era tutto pieno di
panni sporchi, due seggiolette, un quadro con la Madonna, rosso e blu.
Maddalena stava distesa in mezzo al lettone con la gamba infasciata.
Nella stanza c'era pure un'altra donna, piccola come una gatta, Nannina la
Napoletana, coi suoi cinque figli: il pi piccolo l'aveva attaccato alle zinne.
Sia lei che i figli, come Accattone entr, guardavano e tacevano.
ACCATTONE
MADDALENA
ACCATTONE
testa? Perch nun te ne stai a casa? Vorrei sap che vai a f, in giro, a f la
Madonna Addolorata? Ce potevi rest almeno! Te l'hanno data, la botta? Te
la dovevano d mejo, cos me te levavo d'attorno!
MADDALENA Ero andata da la mercantina, per portaje le mille lire della rata
de la majetta che t'ho comprato! No lo sai che je devo port mille lire tutte le
matine?
ACCATTONE
Ma che cii a la gamba? Che, hai rotto qualche cosa? Hai rotto
l'osso?
MADDALENA
altro...
Accattone a quelle parole si ritinse in viso di rabbia.
'Mbe'? Te sei fatta infasci tutta, te sei fatta infasci? Che,
ciavevi paura che te perdevi la gamba?
ACCATTONE
Nann! Nann!
NAPOLETANO
NANNINA
Ve l'aggio a chiam?
NAPOLETANO
ACCATTONE E
chi ?
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Aveva alzato il braccio, quasi cantando, amaro. E fece l'atto di andare alla
porta.
MADDALENA S! Quello il pi grande pappone de Napoli, quello ce mette
poco a ammazz na persona! N'ha fatte poche de galere!
'Mbe'?
NAPOLETANO
ACCATTONE Piacere!
NAPOLETANO
ACCATTONE No,
no...
NAPOLETANO
ACCATTONE Te saressi
er compare de Ciccio...
malasorte!
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ACCATTONE Eh,
E si volse verso Nannina, che era restata ferma in disparte sotto il sole che
infuocava la polvere.
Avete accolto e aiutato questa povera figlia, co' tutte le sue
creature che se moriva de fame!
NAPOLETANO
ACCATTONE Eh,
NAPOLETANO Ve posso
Dopo un po' erano tutti ubriachi fracichi, che stralunavano. L'osteria era nera
e deserta, con un banco solo come un altare: e dietro un oste che pareva un
morto. Due tre finestrelle davano su un cortiletto interno pieno di piante di
fico. Oltre ai cmpari, c'era un tavolo con quattro vecchi che giocavano a
carte: ma pure due giovincelli imberbi, trascinati l dal caso dalla
disoccupazione giocavano svogliati.
Accattone stava piangendo a calde lacrime. E piangendo si piegava sul
Napoletano, come su un vecchio amico.
Semo tutti 'na massa de disgrazziati, semo omini finiti, ce
scartano tutti! Noi valemo giusto se ciavemo mille lire in saccoccia, se no
ACCATTONE
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nun semo niente... Pure in galera nun ce ponno vede, a noi! Nun ce
considerano omini, perch nun semo boni a provacce da soli... Oggi mejo
f er ladro che 'sto mestiere infamante...
Il Napoletano, contagiato, era anche lui vivamente commosso, si alz dalla
sua sedia e and barcollando accanto a Accattone, abbracciandolo e
consolandolo.
NAPOLETANO Ih, ma tu sei 'nu bono guaglione... nun te la prendere... Siamo
ne le mano de Dio!
BALILLA
BALILLA
Gli scapp da ridere per la sua inaspettata battuta. Era ancora con gli occhi
al cielo. Allora anche Cartagine guard verso il cielo, e cant:
CARTAGINE
ACCATTONE
NAPOLETANO
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NAPOLETANO
Minorenni!
Il giovincello, Cartagine, era eccitato, intervenne con entusiasmo
incoercibile, ridente e affannato come desse una bella notizia.
A Accatt, a Accatt! Ce dovevi st ieri sera co' noi! Eravamo
noi, er Tintura, er Droga, tutta la batteria, avemo rimorchiato 'na battona...
Prima avemo fatto tutti i caritatevoli, i bravi... L'avemo portata un po' a
spasso, e poi j'avemo offerto er caff... Ner caff je avemo messo 'na
boccetta de pasticche... Hai da vede, era imbalsamata... Me pareva 'na lucertola senza coda... L'avemo portata ar prato, e addio! Poi ci preso la
mosca e j'avemo pure menato... Le botte che ]'avemo dato! Hai da vede!
Come piagneva! Come se riccomandava! Pussa l! Me sa che quella sta
ancora a strill O Dio, mamma mia!
CARTAGINE
Ma Accattone non sentiva: la testa gli croll sul tavolo, e pallido come un
morto, si sturb, con un lamento di nausea e dolore.
Ch'hai fatto?
Ah, che, er vino t'ha dato in testa? Non hai trovato co' chi
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ACCATTONE
ACCATTONE Rotta, me fai ride, rotta! Tu, stasera, t'alzi e vai a lavor, come
tutte l'altre sere, uguale! La vita da signora, tu no la puoi f, la vita tua
quella! Che te credi che me te sei comprato con quei due soldi zozzi che me
di ar giorno?
ACCATTONE
Il bambino di Nannina, perso nella sua dolce misera infanzia, giocava con la
catenella che pendeva al collo della madre, a cui era attaccata una croce, che
scintillava tra le sue manine.
Maddalena era l, al suo posto, con la borsa stretta in mano, acida, nera, e si
guardava intorno. Si guardava intorno perch si sentivano delle vociacce
cantare, e lei voleva vedere chi era che cantava.
Eccoli lass, quelli a cui sorrideva tanto la vita: erano quattro giovinottelli,
Cartagine, e Laio, Dino, Tommaso - quelli della cricca dell'osteria. Tutti e
quattro, scendendo una breve scesa polverosa, ridevano e cantavano.
Maddalena, e accanto a lei Amore - seduta su un giornale sul ciglio della
scarpata - osservavano i quattro, accigliate.
Avanzando, i compari sostarono accanto a un vecchio ubriaco che dormiva,
laggi, su degli stracci e un po' di paglia, sotto il rimorchio di un camion.
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CARTAGINE Er foco
MADDALENA
stanno vicino!
I quattro, lasciando il vecchio a spegnersi il fuoco, ricominciarono a
avanzare e ricominciarono a cantare.
Tommaso ebbe ora lui uno scatto, e sal sopra un rudero, fino a che si
profil contro le stelle.
Famme mont qua sopra, che l c' rimasta solo 'a puzza! Ah,
che aria pura!
TOMMASO
MADDALENA
AMORE
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Per il vialone arrivava una macchina, sotto l'ombra degli alberi e i tagli di
luce dei lampioni. Si ferm accanto alle due. Dentro, c'erano tre quattro
persone: erano i compari del Napoletano, pi una faccia sconosciuta, da
giovane gratta. Chiamarono Maddalena come un cane.
II NAPOLETANO
Monta!
Ciao, Amore!
Amore rest sola, acida, con gli occhi grossi come uova, scettica. La
macchina correva, con dentro il suo carnaio.
MADDALENA
II NAPOLETANO
MADDALENA
II NAPOLETANO
speciali!
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Ueeeh, pais!
Monta!
MADDALENA
E chi sei?
MADDALENA
casa mia!
NAPOLETANO
MADDALENA
Ma mo ind'annamo?
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NAPOLETANO
MADDALENA Io qui nun ce so' stata mai, pieno de buroni... e poi ce stanno
i cani dei pecorari... 'Namo da 'n'altra parte!
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NAPOLETANO
GENNARINO
Eccoli.
'Mbe'?
Ueeeh, Maddal!
Il Napoletano quello grande, si avvicin anche lui, seguito da tutti gli altri.
NAPOLETANO Ma nun t'a 'a prende! Lo sai com' questo, no? E 'nu cafone,
non tiene grazia!
Ma a un tratto, con furia improvvisa, le allent lui uno schiaffo, che la fece
cadere per terra. Subito per il Napoletano la riprese, e la tir su.
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NAPOLETANO
dico niente!
La sua voce era fioca, come di chi si sente mancare. I napoletani avevano
gi messo in moto la macchina, e stavano per partire, con le ruote che
slittavano nella polvere. Maddalena come una bestia si aggrapp ai
parafanghi.
MADDALENA
Aiuto, aiuto!
Per un po' si lasci trascinare: poi ricadde nella polvere, senza pi voce,
come una morta.
RENATO
Aveva parlato con calmo disgusto: solo le ultime parole le aveva gridate,
come se l'avesse pigliato la mosca.
GIORGIO
Impicchete!
Ridi, ridi, mo te sei giocato i viveri! Mo che fai? Vai e' stracci,
vai?
Renato riapr la bocca, in un altro immenso sbadiglio, lungo, infinito,
soddisfatto, feroce.
Finito lo sbadiglio i suoi occhi assonnati guardarono in basso, mettendosi
serenamente a fissare qualcosa: questo qualcosa era un ragazzino piccolo
piccolo, come un fringuellino, che passando sotto i piedi dei compari
sbragati sulle seggiolette, per il marciapiede, si accucciava d'improvviso,
tutto assorto, come se intorno a lui non esistesse il mondo. Si accucciava, e
con mosse svelte, meccaniche, soddisfatte, disegnava con un gessetto sul
marciapiede un pupazzo: un cerchio, la testa: due cerchietti vicini le
orecchie: un ovale, il corpo, quattro linee, le gambe e le braccia.
ACCATTONE Barista! Ordini!
BARISTA
Che vi?
sorella!
RENATO
Senti!
Accattone, tra il silenzio dei compari, si alz, e s avvicin alle guardie che a
loro volta si erano un po' allontanate dai tavolini. Era tutto impensierito,
candido.
ACCATTONE
I GUARDIA
Favorisca i documenti!
ACCATTONE E
I GUARDIA
perch?
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un caff!
ACCATTONE No!
Era un grande ufficio, squallido, con due tre tavoli pieni di verbali e veline:
un tavolinetto con la macchina da scrivere e una carta di Roma alla parete.
Accattone stava seduto su una seggiola; alla porta, loffia, c'era una delle due
guardie in borghese.
Il sole riempiva il grande ufficio di una luce cattiva.
Per un po', ci fu silenzio.
Poi Accattone, torvo, disperato, scatt:
ACCATTONE Ah, ma ve rendete conto che so' tre ore che sto qua? Che ho
fatto? Chi che me deve interrog a me? Me interrogasse, e me mandasse a
casa, me so' stufato de st qua! Che volete da me? A me me lo dovete d che
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GUARDIA
ACCATTONE Ah
No.
Questi?
questi!
COMMISSARIO
COMMISSARIO
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COMMISSARIO
Allora hai proprio visto bene, sei sicura che son loro?
COMMISSARIO
CARTAGINE
incoscente!
E, divincolandosi disperato, scompar nel buio della porticina.
roscio...
COMMISSARIO
MADDALENA
No, no!
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Questi?
No!
E anche questi tre vennero fatti uscire; con la camminata stanca, paziente
dei bravi.
Fai attenzione a riconoscere bene i tuoi aggressori... Che se
dovesse risultare qualche innocente, vai incontro a dei guai, stai attenta!
MADDALENA
MADDALENA Nun so' mica matta! Mo nun li riconosco. So' stati mezz'ora
insieme a me, a menamme, mo nun li riconosco pi!
Ne entrarono subito altri tre: tra questi, cera Accattone. I tre avanzarono
fino in mezzo alla stanza, e si fecero osservare: Accattone era perfettamente
calmo e distratto.
COMMISSARIO
MADDALENA
Questi?
No!
COMMISSARIO
Accattone attendeva paziente, coi suoi capelli biondicci, in mezzo agli altri
due pregiudicati.
MADDALENA
I tre, tra cui Accattone, vennero fatti uscire, locchi locchi. E gli occhi di
Maddalena li seguirono, come si vede sparire l'apparizione di un sogno.
Accattone si dirigeva verso Il baretto pieno della solita cricca. Era in
canottiera, e luccicava tutto del solito oro: le catenelle, il braccialetto,
l'orologio, due anelli...
Arrivato accanto alla cricca, li prese subito di petto:
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ACCATTONE Ah,
ACCATTONE
No, sto in galera per l'occhi belli della tu' ragazza! E robba
che se nun c'erano tutte quelle guardie, a forza de morsichi me se la sarebbe
magnata, 'sta zozza trucida!
CARTAGINE
Emb, e che vi da me? Che, t'ho denunciato io? 'N altro po'
me carcerano pure a me! E ringrazia Dio che stai fora! E godetela 'sta
libert!
ACCATTONE
CARTAGINE Ma proprio
ACCATTONE
Luciano s'inser a questo punto nel bel dialogo, ridendo con gli occhi di
vetriolo.
Ridi, ridi, Accatt? Calunnia e falso in atto pubblico! Il minimo
so' due anni: mo che te magni, Accatt, per du' anni? Te fai d un po' de
minestra da le Mantellate?
LUCIANO
Quanto vuoi?
ACCATTONE
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GIORGIO
ACCATTONE Di,
Giorgio, sempre con aria da schiaffi, prese l'anello, e pag. Una profonda
ispirazione profetica quasi felice invest Renato.
Eh! Sei caduto in disgrazia! Ormai chi te salva pi! Nemmeno la
peniccillina!
RENATO
RENATO
BALILLA
ACCATTONE Me lo
saluti!
Vattene!
BALILLA
E Accattone zitto.
Me pari proprio 'n accattone. Che brutta fine. Evviva la faccia de
noi ladri! Noi sapemo sempre ind'attaccasse... Basta che allungamo la mano,
pijamo sempre...
BALILLA
ACCATTONE S,
l'anni de galera!
BALILLA
BALILLA
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ACCATTONE
Ma si accorse tutt'a un tratto, che il Balilla non era pi accanto a lui, era
lontano, accucciato col cane.
Allora, rabbiosamente, sput per terra, sfigurato in faccia. E la campana
suonava.
Fatto ancora qualche passo, ecco laggi il funeraletto, che transitava, nero,
in fondo al budello incandescente della strada. Poche persone alla
spicciolata, dietro. E la croce, la croce che dondolava contro il cielo bianco e
i muretti scalcinati delle bicocche. Accattone svolt a destra per una strada
altrettanto miserabile, lasci indietro due donne grasse e smorte che si
facevano il segno della croce, cammin svelto sotto il suono della campana
che non la finiva pi.
E, fatta ancora qualche decina di metri, arriv nei pressi della sua meta...
Si ferm, e osserv una delle casette lungo la strada, povera, ma un po'
meno disperata con davanti un piccolo orto, bruciato dal sole.
Sulla polvere, davanti a quella casa, c'erano due ragazzini, sui due tre anni,
innocenti, vivi e zozzi come cuccioletti.
Tra questi ce n'era uno, a cui Accattone subito s'accost, guardandolo.
ACCATTONE A
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ACCATTONE
Si chin a farsi dare un bacetto dal figlio, ma proprio in quel momento usc
dalla porta della casa un vecchio uomo, un burino tosto e canuto, feroce, che
urt subito ai nervi Accattone.
SUOCERO
capito, va'!
Fior de limone
ma chi sar 'sto giovane per bene
un popolano oppure un gran signoreee...
Taceva e osservava.
Intorno intorno allo spiazzo, tutto polvere e erba bruciacchiata, c'erano altre
casette, mozziconi di muretti, mucchi d'immondezza, con qualche
magazzino di bandone arruzzonito.
L, sotto al sole che le faceva sfavillare come tizzoni, c'erano sei o sette
montagnole di bottiglie.
Delle donne le stavano capando: le bottiglie della Coca Cola con le bottiglie
della Coca Cola, le bottiglie del Chinotto con le bottiglie del Chinotto.
Un furgoncino le caricava, e le portava via, guidato da due gaglioffi,
smaglianti di sudore, in canottiera.
Una donna, gobba l accanto sul mucchio delle bottiglie, avvist Accattone.
Si rivolse allora verso una giovane donna, lontana, che lavorava, e aveva
accanto, su una coperta strappata, una creatura di un anno, alla misera
ombra storta di un fico.
DONNA
bottije...
Accattone sbadigli.
ACCATTONE So' disgrazie che
capitano...
Era una giovane donna, bionda, grande, ma che sembrava una ragazzina:
forse s, era una burina.
Lavorava alle sue bottiglie zozze, con grande pazienza e dolcezza.
Accattone la osserv, un po' per passare il tempo, un po' perch interessato
da quel tipo di bonacciona, fatta col miele.
ACCATTONE Un
STELLA
bene, almeno?
Lei continuava a lavorare, sotto la vampa nera del sole. Lui tir fuori una
sigaretta, e fum, abbacchiato.
ACCATTONE Ma dev'esse poco
STELLA
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Anche stavolta le sue parole avvelenate caddero nel vuoto. Stella continu
umile a lavorare.
ACCATTONE Come te chiami,
te?
Stella.
ACCATTONE
cammino!
Stella ridacchi un po' imbarazzata a quella sparata. Accattone insist.
ACCATTONE Insegna a 'st'Accattone qual la strada giusta... pe arriv a un
piatto de pasta e facioli...
STELLA
Cii fame?
ACCATTONE Mah...
STELLA
ACCATTONE
STELLA
Io s!
ACCATTONE
niente!
E sospir amaramente.
Stella lo guard, continuando a rimestare le sue bottiglie sporche, e sorrise,
imbarazzata, innocente.
ACCATTONE
ACCATTONE Ma nun
Nun vojo sent niente! Tanto lo so quello che vi te! Ma qui nun
c' trippa pe' gatti! Aripija la strada e vattene!
ASCENSA
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ACCATTONE
Erano arrivati intanto davanti alla casa di Ascensa. Iaio era ancora l che
giocava con le bottiglie sulla polvere, vedendo la mamma, le corse incontro,
attaccandosi alla sua sottana. Ma Ascensa non lo guard nemmeno, infuriata
contro il marito.
S, io te credo... E stato l'unico sbajo de la vita mia, quello da
credete! Levate davanti all'occhi mia!
ASCENSA
Il cognato fece invece qualche passo sul metro e mezzo dorto verso
Accattone.
Senti, a trucidone, bisogna che 'na vorta per sempre te metti in
testa che quiii te lo devi scordattelo... se no un giorno o l'altro trovi qualcuno
che te rompe le corna... questo nun il Circolo San Pietro!
COGNATO
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Ora Ascensa era sulla porta, coi figli, accanto al padre malato e infuriato:
Accattone e il cognato erano di fronte sulla strada. Un po' di gente
cominciava a farsi sulle porte e alle finestre, a curiosare. Era soprattutto il
suocero che richiamava l'attenzione, cioccando rauco.
SUOCERO
Farabutto! Vagabbondo!
Queste parole le aveva dette cantando, mica con tanta convinzione, per.
Il cognato si infuri ancora di pi: gi c'era intorno molta gente, nera nel
sole, che guardava.
Ah, te la piji scherzando, eh! Avanzo de galera che nun sei altro!
Giusto la faccia tua ce v a presentatte qua! Vattene! Che la faccia tua nun
vojo che manco la veda, tu' fijo! Nun vojo che se vergogni d'avecce avuto
un padre cos!
COGNATO
ASCENSA
A quell'ultimo insulto, pur sotto il bianco della polvere e il rosso del sangue,
la faccia di Accattone si riemp di vergogna, di rabbia e di dolore.
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Pappone! Pappone!
Te dice male, eh, Accatt! Ammazza, sei cambiato dal giorno alla
notte!
Accattone non rispose, guardando in alto con gli occhi appannati.
E quando le farai pi quelle belle cene! De dieci, quindici
persone, a Fiumicino, tutti a magn! Zuppe de pesce, frutti de mare! Te la
ricordi! E un sogno, ! Quando torneranno quei tempi!
GIORGIO
Gira 'na chiacchiera, a Accatt, che so' du' gio che nun magni...
Ma vero?
GIORGIO
ACCATTONE
settimana!
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GIORGIO Allora hai magnato! Stai bene! E io che me pijavo tanta pena, che
ciavessi fame... Te volevo aiut... ma quand cos, ah... ringrazia Ges
Cristo!
ACCATTONE Uffa! E
vattene!
Be', che voi? Eh, beato te, che te puoi magn pure l'ossa!
Zozzo!
Ma il cagnoletto zozzo prese e com'era venuto se ne and: Accattone lo
segu con gli occhi che si allontanava, e si incrociava con Renato, lo
Sceriffo, e uno nuovo, il Cipolla, che avanzavano, fiacchi e smandrappati
pure loro come cani sotto il sole. Come furono davanti a Accattone
sbragato, senza tanti complimenti, senza porre tempo in mezzo, lo Sceriffo
sbott:
A Accatt, ciavemo 'na fame che nun je la famo nemmeno a
bestemmi!
SCERIFFO
ACCATTONE
io!
Armeno ar fachiro Burma lo pagano, pe' f 'st'esibbizioni! A noi
nun ce danno niente...
RENATO
CIPOLLA
CIPOLLA
SCERIFFO
CIPOLLA
ACCATTONE Di, di, di, nun perdemo tempo! Te cii ducento lire, a
Cip! Va' a compr cinque salsicce un po' d'ojo e un po' de conserva e un
po' de pane!
CIPOLLA
Lo Sceriffo alz gli occhi al cielo, prendendosi la testa fra le mani, biblico:
Ah, ma non ce sta un santo protettore per l'affamati? Ma chi ?
Se ce stai, fatte conosce! Prestece dumila lire!
SCERIFFO
A Fulviooo!
Detto fatto comparve Fulvio, salendo la scaletta che portava allo scantinato.
Rise, a vederli, subito, con la bocca sdentata e la faccia chera quella dello
scheletro d'un uccello.
FULVIO
Che c'?
ACCATTONE Accendi
FULVIO
er gas
RENATO
FULVIO Ah, mica te sto a lev er pane dalla bocca, sa' ah! Di, di
annamo a cucin 'sta robba, va'!
A Celesteeee!
Entrarono, nello scantinato. Una sola stanza - come quella di Maddalena 'un po' pi grande: un solo lettone, tre quattro mobilucci sgangherati, due
ragazzini mocciolosi.
La moglie, Celeste, era fuori, nel cortiletto.
FULVIO
Universo!
ACCATTONE Che so' domande da fasse?
FULVIO
Prese per il pancino uno dei due figli di Fulvio ch'era li sul letto e gli fece il
tinticarello. Il ragazzino si mise a ridere, ridere.
A pisell! 'Mbe'? Chi te l'ha attaccato er vizio de magn, 'sto morto de fame
de tu' padre?
Il ragazzino rideva, rideva.
Renato sbott a ridere pure lui, con una risata beffarda, la caricatura di una
risata:
A Accatt, te ricordi quella volta che per magn... avemo rubati i
soldi a un Cieco?
RENATO
Risero tutti. Il Cipolla rise ancora pi forte, e, soffocato dalle risate, disse
anche lui la sua:
CIPOLLA
Era passato il tempo che serve a una pentola d'acqua a bollire. E infatti la
pentola bolliva: ecco il momento di mettere gi la pasta.
Tutti erano intorno al fornello, per la delicata operazione.
CIPOLLA A Cel, sbrighete, che senn qui famo la fine de quelli del
processo de Norimberga!
Accattone osservava, con distacco critico, la pasta che Celeste metteva nella
pentola: e le due salsicce sul tegamino. Poi, di colpo, mise rapidamente una
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CIPOLLA
ricevi!
Renato fu subito incuriosito dall'improvviso tono carogna di Fulvio.
RENATO Ah, per chi cii preso? Noi semo boni cristiani, sa'! Ce l'avemo,
la riconoscenza! E se un giorno te la dovessi pass male, un piatto de
minestra nun te lo negheremo, sta' tranquillo!
FULVIO S, porelli! Per io, se sto senza da magn, sto dentro casa mia, e
nun vado a elemosin a casa dell'altri!
50
Una triste smorfia di disgusto boll come una macchia profonda la faccia
dello Sceriffo.
SCERIFFO
FULVIO Guarda che s'ha da vede! Quattro giovanotti dellet vostra che nun
so' boni ancora da rimediasse da magn? Certo proprio 'na vergogna!
SCERIFFO Senti chi parla de fame! Ieri tu moje m'ha detto che te sei
magnato la minestra dei ragazzini! Ma falla finita!
Lo Sceriffo si fece brutto: ogni residuo di riso gli cadde occhi, e guard
intento Fulvio:
SCERIFFO
FULVIO
Lo Sceriffo fece subito per lanciarsi su di lui, con il suo solito scatto
imprevedibile: Accattone lo trattenne, parlando prima a lui poi a Fulvio.
Ma nun je d retta, a 'sto povero deficiente, che la fame j'ha
dato in testa! Che te credi, che noi semo pezze da piedi? A noi c' rimasto
un po' d'orgoglio, sa'! Semo pure capaci d'annassene, e da fatte la carit, co'
la pasta nostra!
ACCATTONE
FULVIO Orgoglio! Senti chi parla de orgoglio! Qual l'orgoglio tuo, quello
da pij i soldi da le donne? Ma lo sai che pure a Reggina Coeli i papponi so
scartati da tutti?
CIPOLLA
Accattone dette queste parole con violenza esaltata segu deciso lo Sceriffo
che era gi alla porta. Tutti quattro uscirono con le loro facce da coltello,
scavate dalla debolezza. Solo il Cipolla lanci indietro uno sguardo di
amaro rimpianto.
RENATO
ACCATTONE
RENATO
Io nemmeno!
morale!
Lo Sceriffo si chin sulla seggiola, e batt per terra coi palmi delle mani:
SCERIFFO
CIPOLLA
S, a morisse!
PIO
Cii er rodimento?
CIPOLLA
Accattone, con uno scatto degno dello Sceriffo, si alz in piedi, tutto
vibrante come un antenna...
ACCATTONE Manco pel cavolo! Nun je la vojo d 'sta soddisfazzione! E
perch se la deve magn lui la robba? Magari la butto pe' strada, la do a un
cane! Aspettate, qua! Aspettate qua, nun ve movete! Ve la riporto io la
robba, ce penso io!
Ma chi ?
ACCATTONE Una
CIPOLLA
imbecille, scendi!
Pio allora spinse la macchina nella solita direzione, per la strada quasi
deserta, nel sole delle due.
Questa me la pagate, eh? Se per colpa vostra vado in bianco,
mejo che scappate!
ACCATTONE
SCERIFFO
Eh, quanto la stai a f lunga pe' 'na donna! Chi sar mai!
ACCATTONE Ferma!
Ferma!
nun me riconosci?
Ah, ciao!
ACCATTONE Com'?
STELLA
ACCATTONE Ah,
STELLA
a prende er tram...
in giro cos... Se
famo pure 'na bella passeggiata...
'i
Confusa e incapace di dire di no, Stella guard ancora verso la macchina.
Accattone la prese deciso per un braccio.
ACCATTONE Nun
'st'amici mia...
ACCATTONE Mettete in
mezzo!
55
La fece salire sul sedile anteriore della macchina, tra Pio e lui. La macchina,
cos, era piena.
PIO
'Nd'annamo?
ACCATTONE Ar Monte
de Piet!
Stella, guard anche lei, tanto per guardare, con l'occhio dolce ed estraneo.
Ha il medaglione del padre al collo.
STELLA
PIO
STELLA
PIO
STELLA
ACCATTONE E presto,
Come ve state a scomod per me... State a perde tutto 'sto tempo...
ACCATTONE
Nooo, troppo...
ACCATTONE E
STELLA
PIO
a che f?
57
ACCATTONE Ar camposanto?
Mi' padre.
ACCATTONE Ah.
STELLA
La macchina prese per un viottolo a destra, con due palmi di polvere, tra
l'erba bruciata.
Ancora silenzio: i tre dietro dormivano profondamente, con tre facce che
erano tre mascheroni di polvere sudore e fame. Dopo un po', sempre timida
e vergognosa, Stella mise una mano sul braccio di Pio.
58
STELLA
PIO
Come, no?
La testa gli rotol sullo schienale, come quella d'un Cristo. Pio invece, sceso
a sua volta, osservava quello che faceva Stella. Stella camminava
faticosamente in mezzo agli sterpi del prato, aguzzi, gialli, tra mucchi
d'ortiche, fratte scheletrite.
Poi cominci a raccogliere dei fiori: miseri fiori mezzi secchi, striminziti.
PIO
Sveglia, belli!
Grazie!
impalati nella vampa del sole, Pio li adocchi, curvo a strappare fiori fra gli
zeppi.
PIO
Ah, daje un po'! Che, sete venuti qua pe' guardacce! Lavorate pure voi!
Adesso co' tutti 'sti fiori, tu' padre ce sta bene per 'n altri du' anni!
Stella cercava la tomba del padre, e gli altri appresso: per ultimo Accattone,
mezzo morto.
Cii raggione! Semo come le bestie! Nun ciavemo un po' de
rispetto nemmeno pei morti!
RENATO
Stella continuava a cercare la tomba: e gli altri appresso, tra le tombe, con
ultimo, boccheggiante come un pesce appena pescato, Accattone. Il Cipolla
smicciava le tombe.
Ma ce sar qualcuno morto de fame, qua dentro... Possibile che
tutti so' morti de vecchiaia e de malattia?
CIPOLLA
ACCATTONE Uff,
RENATO
me sento male...
E tirarono avanti.
Ora Stella era ferma davanti a una tomba, la osservava, riconobbe la
fotografia del padre.
PIO
E questa?
Stella fece cenno di s. Poi, messi i suoi fiori sulla tomba, si fece il segno
della croce.
Accattone, insieme agli altri, allung i suoi, barcollando e asciugandosi il
sudore freddo, e Stella cominci a metterli in cerchio tutt'intorno alla tomba.
STELLA
ACCATTONE
preghi!
Stella stava in ginocchio con le mani congiunte e gli occhi bassi, in mezzo
agli altri quattro compari, in piedi, nel sole disperato.
61
Sempre sotto quel sole, Accattone e Pio stavano aspettando: era domenica, e
il vicoletto del posteggio dei furgoni, dove aspettavano, era vuoto.
ACCATTONE Caccia na sigaretta! Me sto
PIO
ACCATTONE Dopo
PIO
a sfiat da fum
le compramo...
ACCATTONE
PIO Bella copia ch'amo fatto. Manco io ci 'na lira, oggi. So ito a gioc a
biliardo, e ho perso tutto quello che ciavevo...
ACCATTONE Mannaggia,
PIO
Eccola...
PIO
Pure Accattone con gli occhi diceva una cosa e con la bocca un'altra. Poi
per un'idea lo illumin.
ACCATTONE Ih, a piedi! Annamo a f la marcia su Roma! Magara, la
portavamo in
ACCATTONE No,
no!
62
ACCATTONE Brava!
Cos arrivarono nel viale dove andava a battere Maddalena: era giorno,
domenica, e adesso il solo a battere era il sole. La macchina passava
lentamente lungo il marciapiede della vergogna. I tre, insieme sul sedile
davanti, tacevano, sudati. Accattone si guardava intorno, come cercando
delle persone: ma non vedeva nessuno. Fece una smorfia, accese una
sigaretta. Ma fu Stella che avvist per prima una prostituta sperduta, la
Spagnola.
STELLA
STELLA
STELLA
ACCATTONE E
guarda!
Ma che fanno?
ACCATTONE Quello
STELLA
Porelle!
ACCATTONE
PIO
AMORE
PIO
ACCATTONE Questa
'n'altra categoria...
ACCATTONE Emb,
colpa sua!
AMORE
ACCATTONE Ah,
AMORE
Ammazza, per, oh! Come la trattate male 'sta povera flja! Siete
65
ACCATTONE
Pio non se lo fece ripetere e part con una sgassata cattiva. Amore rest
indietro, rimpicciol, indifferente, finch la si vide laggi che voltava le
spalle alla macchina.
I tre tacquero un po'. Poi Pio diede un'occhiata di sguincio aStella.
Tutti i torti non ce l'aveva mica, Amore... Perch te vesti cos tutta
stramiciata...
PIO
STELLA
STELLA
PIO
Eh! Che disturbo! Noi ciavemo 'na tintoria, hai voja a rimedi vestiti,
l!
Accattone aveva seguito aggrottato il discorso: e intervenne di scatto:
ACCATTONE Je lo
PIO
Eh! Perch?
ACCATTONE Allora se tu
66
Ridi, a Stella!
Ecco, a un tratto, la porta della casa si apri. Usc il cognato, sotto gli occhi
fermi e ansiosi di Accattone: era con la bicicletta. Si rivolse un momento
verso l'interno della casa, disse qualcosa: poi inforc la bicicletta, e si
allontan, passando davanti agli occhi di Accattone, che cercava di scomparire.
Si perdette cos nel biancore abbagliante del sole. Accattone di nuovo fiss
verso la porticina sganganata della casa di Ascensa.
Aspettava con maggiore ansia: e infatti subito la porta si riapr, e,
accompagnata dal padre, che rest sulla porta, usc Ascensa, col figlio
piccolo in braccio e quello grande che la seguiva attaccato alle sottane.
Ascensa e il padre parlarono un po', ma non si sentiva quello che dicevano.
A quei discorsi a Accattone vennero le smanie e digrign i denti.
ACCATTONE
boia...
Ma finalmente Ascensa se ne and: il suocero si rinchiuse nella casetta, e
rest fuori solo Iaio, allegro come un uccelletto, tranquillo.
Si accucci subito sulla polvere, e ricominci a giocare con le sue
bottigliette che sfavillavano al sole.
67
ACCATTONE
Mentre il bambino lo baciava, Accattone con dita leggere gli sciolse dal
collo la catenella. Si rialz, emozionato, sudato. Si guard intorno, e intanto,
sempre per darsi un contegno, come parlando al figlio, parlava roco fra s:
Un paro de scarpe... Seimila lire, capirai. Ind l'annavo a
rimedi, senn...
ACCATTONE
STELLA
PIO
STELLA
PIO
STELLA
Bello!
ACCATTONE
Te piace?
E daje, va'!
I tre entrarono nel negozio, e Pio, con tono magnanimo e malandro, fece al
padrone:
PIO
ACCATTONE E
PADRONE
provalo!
L de dietro.
69
Sfotti, eh, perch sei giovane! Come sta tu' padre, a Pio?
sempre un garibaldino? Un pomiccione come vent'anni fa? Oppure s'
abbacchiato pure lui come me?
PADRONE
PIO
Eh! S'arancia!
PADRONE
S, s...
Te vojo f un bel par de scarpette come quelle de Cinerentola... Per non te le perde, se no nun te le ricompro pi!
ACCATTONE
70
quelle!
In mezzo alla distesa delle povere scarpe del Casilino, ne indic un paio
nere, lucide che avevano le sette bellezze.
Il sole brillava sui Parioletti come se fossero d'oro. E una campana s'era
messa a suonare dietro il campo sportivo dei preti, come se fosse domenica.
Accattone fece due tre passi avanti, e si fern davanti a Stella,
contemplandola da capo a piedi.
Adesso s, che sei proprio Stella, de nome e de fatto! Eh! Nun
c' niente da f, l'abito fa proprio er monaco!
ACCATTONE
STELLA S... so' contenta... siete stati tanto boni tutti due con me... la
prima volta che ricevo n'azione cos...
Eeeeh! Sta a guard! Che avemo fatto mai! E poi sei na brava ragazza,
te lo meriti!
PIO
STELLA
L'opera completata!
bacetto, adesso!
Stella si mise a ridere, a ridere. Poi, obbediente, gli diede un rapido bacetto
sulla guancia.
ACCATTONE Pure a Pio!
ACCATTONE Gi te ne vai?
PIO Eh s, devo ann gi ar negozio... da stamatina che non ce so' ito pe'
niente!
ACCATTONE Be',
Pio diede la mano, secondo il piano, a Accattone; e poi a Stella, che era un
po' smarrita per quella partenza improvvisa.
STELLA
PIO
Grazie! Ciao!
stanca?
ACCATTONE Arrivamo
Guardava con finta indifferenza verso un pratone con due o tre palazzi; oltre
degli immondezzai tra cantieri di palazzoni.
Camminarono ancora un po' appaiati per la via formicolante: Accattone
contemplava Stella.
ACCATTONE
Disse queste parole un po' greve, con un po' di rabbia, e Stella fu subito un
po' impaurita.
STELLA
ACCATTONE
co' te...
STELLA
a l'amicizia ancora...
Ed ecco un'orrenda chiesa del periodo fascista, cadente, con sulla facciata un
santo con le braccia aperte... Passandoci davanti Stella si fece il segno della
croce. Accattone la osservava, di sguincio.
ACCATTONE Sei
fedele, eh?
Stella fece spallucce: ma Accattone con un gesto rapido le mise una mano
sulla spalla, e la strinse a s, come fanno i fidanzati quando passeggiano.
ACCATTONE Vi qua!
Perch me vi bene?
ACCATTONE
li faceva i discorsi!
74
STELLA Noo, nun scherz, 'na cosa seria... Te la devo d pe' forza... Io
vojo che sai tutto, de me... Lo sai, io mio padre nun ce l'ho, m' morto in
guera... E mi' madre pe' tir avanti,, ha dovuto f la donna de strada... come
quelle ch'avemo visto ieri io te e Pio...
STELLA
de qua...
STELLA
75
verit...
STELLA
Qualche volta...
ACCATTONE Mettemose
qua...
ACCATTONE Sei
STELLA S...
vergine, di'!...
Disse quel s con un filo di voce, come con vergogna. Con un impeto
mai provato d'amore, Accattone si butt sopra di lei.
La bocca di Renato era spalancata, con tutti i denti fuori, scoperta fino alla
carotide, aaaam, uno sbadiglio che era il vecchio ruggito del leone della
M.G.M. Finito che ebbe di sbadigliare, con gli occhi ancora stravolti e
luccicanti, sbott ineffabile:
RENATO
Gli altri erano seduti a far niente, sbragati sulle seggiolette. Lo sguardo
azzurro di Giorgio era carico di disprezzo.
GIORGIO
dritto!
Gli occhietti azzurri di Luciano erano invece stretti e ridenti.
Ma quale innamorato! S, innamorato! Ma che stai a d le favole!
Accattone innamorato... Fino che me dici che Accattone ci fame, ce posso
crede, ma che se innamora.. mmmh!
LUCIANO
MOMMOLETTO
tutti!
Renato che stava facendo un nuovo sbadiglio, s'interruppe di colpo, vedendo
qualcuno per la strada: lo chiam subito vivacemente.
RENATO
Era il fratello piccolo di Accattone, Sabino, che andava al lavoro. Egli era
incerto se avvicinarsi al gruppo, un po' intimidito, bench malandrino.
RENATO
77
RENATO
'Mbe'?
ALFREDINO
Sabino cammin ancora un po' risentito per conto suo: ma poi si volt
inaspettatamente, e, proprio di cuore, fece una rapida, simpatica pernacchia.
Giorgio, come Farinata, chiusa la parentesi, si volt e rcomnci la
discussione con Luciano.
GIORGIO
LUCIANO
GIORGIO
LUCIANO
RENATO
MOMMOLETTO
Orate frates!
Sul fare della sera, qualche luce cominciava a accendersi qua e l, nella
baraonda del quartiere nell'ora del ritorno dal lavoro. Accattone aspettava,
paziente. Si era un po' ripulito, chiss come: e s controllava nel vetro d'una
vetrina. Pareva soddisfatto.
Ed ecco che Stella arriv quasi di corsa, col vestito nuovo, le scarpe nuove e
la collana.
ACCATTONE Ciao!
STELLA
Ciao!
ACCATTONE
Tacque per un attimo, poi ritorn alla carica, paterno, con calde, persuasive
raccomandazioni:
ACCATTONE Perci me raccomando, se vi qualche giovanotto, qualche
signore, a domandatte da ball, a st co' te, me raccomando, essi cortese...
Lo devi tratt bene, come se foss io... llai capito, a Ste'? L te devi scord,
che lavi le bottije...
Ecco er transetto.
80
Intorno a due tavolini uniti, sulle seggiole di legno, contro il buio del
Tevere, c'erano tutte le facce dei compari: gi mezzi imbriachi; Accattone,
con gli occhi che gli bruciavano; Luciano, Alfredino, Giorgio, Renato e le
donne, Stella, Amore, e altre due nuove, la Sardegnola e Margheritona.
Accattone beveva avidamente un bicchiere di vino.
GIORGIO
Roma!
ACCATTONE
sento!
GIORGIO
Dicendo questo fece tutti i gesti necessari a mostrare le che elencava, come
una matta.
81
AMORE Guarda queste che cinno, che cinno addosso l'omini... Co' 'na
scarpa e 'na ciavatta, e manco un pezzetto d'oro...
Infatti le altre due erano umili come Stella. Ma Alfredino allung di botto
un braccio: dove luccicarono un cronometro, un bracciale e due anelli:
ALFREDINO
MARGHERITONA
ACCATTONE
'Mbe'?
CAMERIERE Quella gente granosa... Je piace... quella tizia che hai portato
stasera l... Dice che nun je pare una de quelle... per questo je piace... Che
vi f? Te combino 'st'incontro? Tanto quello cerca solo 'na compagnia...
ACCATTONE
braccio?
E, nervoso e acido, torn al suo posto, dove Stella lo aspettava, un po'
smarrita.
82
AMORE
Luciano si alz, e fece una specie di balletto con la grande giacca in mano
sull'angolo del galleggiante:
LUCIANO
GIORGIO
tua s!
83
LUCIANO
ponte!
Tutti ridacchiarono, increduli. E Luciano:
LUCIANO
ACCATTONE
Era fuori di s.
GIORGIO
ALFREDINO
85
Accattone era seduto sul muretto sbrecciolato, in un filo d'ombra sotto il fico
contorto: aspettava, muto e proteso come una serpe.
Davanti a lui, lo spiazzo bianco, accecante, coi mucchi sparsi e disuguali
delle bottiglie folgorati dal sole.
Le donne erano in fondo allo spiazzo sotto la tettoia delle vasche: avevano
smesso di lavorare, e cominciavano a sciamare via, sfatte dalla luce.
Accattone non si muoveva, aspettava.
Dal mucchio delle donne, si stacc Stella, e venne, piano, incerta, umile,
verso di lui.
Lui non parl, non si mosse. Aspett che la ragazza gli giungesse davanti,
vicina. E tacque ancora.
STELLA
Ciao, a Vitt...
86
ACCATTONE Che ci, che ci d'av? No lo vedi che ci, no vedi come me
so' ridotto? Me faccio schifo da me stesso! Lo sai prima da conosce a te chi
ero? Pzt! Ciavevo la machina, i soldi in saccoccia nun me mancavano mai,
tutto quello che volevo ciavevo... vestiti in quantita... catenina, orologio,
anelli, bracciali... Ero pieno, d'oro! E invece ecchime qua, adesso, a aspett
la manna dar cielo!
87
sbajo! Negalo!
A Vitt, mo tu m'offendi...
ACCATTONE
STELLA
ACCATTONE Fattelo
STELLA
88
ACCATTONE
quanta!
via?
Comare Amore s'avvicin cos parlando al tronco, e continu:
AMORE Ormai che sei qui, mettete l'anima in pace! Fa' quello che famo tutte
noi! Tanto no esiste n inferno n paradiso!
SPAGNOLA
Ed ecco che portata dal caso di quella notte, arriv locca locca una
Topolino; lungo il marciapiede del viale.
Accattone la guard subito, con interesse: anche la Spagnola aveva avvistata
quella Topolino che arnvava.
SPAGNOLA
La Topolino si ferm all'altezza delle donne, e Amore, sicura del fatto suo,
le and incontro, tutta su di giri...
Il cliente mise fuori la testa dal finestrino, e salut Amore:
CLIENTE Ciao,
Amore fece per entrare nella Topolino, ma, facendo capoccella, il cliente si
accorse di Stella, e subito sincunos.
CLIENTE E
te metto le corna!
Stella accenn di s con la testa, senza muoversi, sempre con gli occhi bassi:
STELLA
S...
CLIENTE
CLIENTE
91
STELLA
CLIENTE
CLIENTE
CLIENTE
AMORE Perch?
E si allontan sparato sulla moto del Secco, sparendo nel buio del viale,
diretto verso l'Appia.
Tutto contro de me! Ma che me stanno a f, er malocchio! Ma
che vonno, che ammazzo quarcuno?
ACCATTONE
mo te ne vai?
AMORE Nun
mia,sa'!A
frocio!
CLIENTE Ma vattene
AMORE
che me frega a me! Cos me sfogo co' loro! 'Sti cornuti pure loro!
Tacque ancora. Intorno a lui il silenzio dei ruderi, dell'erba, del cielo, delle
luci che scintillavano tristi, lontano, fin sui Castelli.
94
va'!
La jeep della Buon Costume filava veloce pei viali deserti della periferia,
Sotto i globi bianchi dei lampioni.
Amore era stata acchiappata, e con lei la Spagnola: ma Amore, gi rabbiosa
da prima, non ci stava, e urlava come una scimmia, feroce.
Fateme scende! In questura nun ce vengo! So' padrona de la mia
vita! La vojo f come me piace a me, no come ve pare a voi! Da magn
mica me lo date voi, sa, se no me lo guadagno da sola! Fateme scende, se no
ammazzo qualcuno!
AMORE
GUARDIA
qui stai?
Tacquero un po'. Poi Amore, col suo visuccio tutto occhi, sfigurato da un
sottile e disperato odio, la interrog.
AMORE Per chi
Perch?
MADDALENA
Davero?
E co' chi?
Maddalena era tutta bella pettinata, con la sua rosa sulla tempia: concluse
indifferente:
MADDALENA
Infame... te e lui!
Accattone...
COMMISSARIO
MADDALENA
E di che lo denunci?
De sfruttamento...
No.
COMMISSARIO
MADDALENA
Di sfruttamento!
COMMISSARIO
Alle sue spalle, era sempre immobile, senza sguardo e senza sentimenti, la
guardia in borghese.
Voi no lo conoscete chi quello! Quello capace de tutto!
capace de qualsiasi cosa, pe' st bene lui! Pure de ammazz! Voi lo dovete
carcer! Lo dovete carcer! Nun se merita de st ar mondo! Lo dovete
carcer!...
MADDALENA
Gridava, gridava, come una ragazzina, mentre gli occhi del commissano si
incrociavano con gli occhi della guardia, in paziente silenzio.
L'agente in borghese, con aria loffia, era l, sotto il sole come un ammasso
indifferente di carne e stoffa.
98
Questa Stella!
Nannina venne avanti, con l'ultimo figlio al seno e gli altri alle sottane,
incerta, un po' spaventata, ma cortese:
NANNINA
Fortunatissima!
Dia a me!
99
STELLA
ACCATTONE
cervello!
Si butt a gambe larghe sul lettone, con le mani sotto la testa.
Nannina si rivolse a Stella timida e cerimoniosa.
NANNINA
ACCATTONE Ma come? Ancora c' la marsala! Eh, bei tempi! Daje famose
'sta bicchierata, va!
Nel frattempo Nannina aveva tirato fuori da una scatola sotto la sedia una
bottiglia di marsala, e aveva cominciato a versarla nei grossi scompagnati
bicchieri da vino.
La cerimonia si compiva in silenzio, sotto gli occhi avidi, ardenti dei cinque
poveri ragazzini.
Nannina diede il suo bicchierc a Accattone, il suo a Stella, e bevvero.
NANNINA
de chi ce vu male!
Bevvero: bevve Nannina, bevve Accattone, bevve Stella con gli occhi che le
luccicavano di lacrime. In silenzio.
Alla fine, Nannina fece bere l'ultimo goccetto rimasto nel suo bicchiere, al
figlio pi grandino, che afferr il bicchiere tra le mani avidamente.
ACCATTONE E
La guardia era ferma all'angolo della strada. Era mattina, il sole fresco. E la
guardia se ne stava l, zitta, un ammasso di carne e stoffa, a guardare.
Ed ecco che il suo occhio loffio si accese: aveva visto.
Accattone stava venendo su dalla solita strada, e passava davanti al baretto,
dove c'erano due tre dei soliti amici: lo Sceriffo, il Cipolla, Mommoletto.
CIPOLLA
Ma Accattone non rispose nemmeno: inghiott con aria amara, e tir avanti.
CIPOLLA
MOMMOLETTO
Accattone niente: tir di lungo: e la guardia gli si mise a ruota, lo segu che
andava verso la strada principale, dove passava il tranvetto, alla fermata, tra
il misero capannello di gente che aspettava.
Tra la gente, carino e pulito come sempre, c'era il fratello adolescente di
Accattone, Sabino.
SABINO
ACCATTONE Ah,
SABINO
Te impari!
Va bene, va bene...
SABINO
Allora... Arrivederci!
Che sai f?
ACCATTONE Da ragazzino
ho fatto er tornitorc.
SOR PIETRO
ACCATTONE
SOR PIETRO
f?
ACCATTONE Damme un
bullone!
scarrozzate?
BURINO
ACCATTONE
lavoro!
E, inebbriato dalla velocit per le vie festose di Roma, cominci pure a
fischiettare.
L'Ape fil per una strada di San Lorenzo, imbocc un portone senza battenti
e entr in uno scalcinato cortile aperto a tutti i venti, bianco di sole.
Ferm davanti a un gruppo di gaglioffi sui quaranta cinquanta anni. Il cortile
intorno era pieno di roba, casse, sacchi, mucchi di ferro.
Il padrone scese e cominci subito a parlare col gaglioffo pi autorevole:
SOR PIETRO
GAGLIOFFO
Eccolo l!
SOR PIETRO
GAGLIOFFO
Davanti alla distesa del ferro c'era la faccia allibita di Accattone che
guardava:
ACCATTONE Ottanta quintali! E
subbito!
ACCATTONE S,
da camp!
E segu il burino che pieno di energia e buona volont andava verso l'inferno
del ferro.
L'Ape filava, ormai carica di ferro. I due schiavi erano distesi sopra il
mucchio di ferro che avevano caricato. Accattone era gi finito dalla fatica:
parlava col fiatone e asciugandosi il sudore dalla faccia bianca.
ACCATTONE Quanti
BURINO
ACCATTONE S,
Il furgone arriv allo scalo di San Lorenzo, entr e arriv sotto una tettoia
lunga un chilometro, una specie di hangar dove pulivano le locomotive.
Come l'Ape fu ferma, il padrone si sporse dallo sportello:
SOR PIETRO
Truppe a tera!
a Buchenwald, qua?
volont de Dio!
E quasi si sturb, mentre, scuotendo quel suo povero corpo sul mucchio del
ferro, il furgone ripartiva sotto il sole.
Sempre sotto l'occhio della guardia, ecco l Accattone che ripassava davanti
al baretto dei compari. Era gi quasi notte, una bella notte fresca d'estate coi
profumi delle minestre e le radio accese. Cos stavolta c'era una bella cricca
al baretto, tutti sbragati sulle seggiolette. Accattone, come al mattino, tir
via dritto.
Ma come i compari lo smorfirono, subito si lanciarono a fare un po' di
moina:
MOMMOLETTO
CIPOLLA
MOMMOLETTO
Accattoneeeee!
successo! Me so' ito a ammazz, pe' mille lire! Ges Cristo nun me poteva
f ven un colpo stamatina quando so' uscito da casa...
STELLA
Sotto gli occhi impauriti di Stella e di Nannina coi suoi cinque figli,
Accattone continuava a urlare, come un epilettico.
ACCATTONE
STELLA
aspett!
107
'Namo!
che successo?
Pio si volta, lo guarda, con uno strano viso serio: e poi, come in una
improvvisa decisione, preso da piet verso Accattone, gli dice:
PIO
Accattone lo ascolta atterrito, bianco come la cera. Alza gli occhi, e infatti,
su, in fondo alla miserabile strada bianca, passa un funeraletto nero, con in
testa la croce che ondeggia.
Gli amici e Accattone lo raggiungono, e camminano dietro al carro nero con
la bara.
In testa un po' alla volta, Accattone resta solo: dietro vengono, muti, gli altri.
108
ACCATTONE E
perch?
E va be'!
L'osteria era quasi vuota, invasa dal sole a striscie della stecconata. La luce
sbarbagliava in fondo, nel cortiletto secco col fico.
A un tavolo quattro giovincelli giocavano muti una partita a carte: tra essi
c'era Cartagine.
A un altro tavolo, a bere mezzo litro, c'erano il Balilla e un suo compare.
Accattone prese subito di petto il Balilla:
ACCATTONE A Bal,
Che vergogna!
f?
Cos dicendo mise delle monete sul tavolo e si alz. Alzandosi, si rivolse al
Cartagine, con un fischio.
BALILLA
Sveglia! 'Namo!
110
CARTAGINE Ecco,
ho finito!
famo piagne?
Il mercato dei fiori intorno era tutto un ardore: camion, cesti, mazzi,
furgoncini, garofani, rose.
I tre passarono sotto un camion, che tre facchini stavano scaricando. Uno dei
tre facchini era Fulvio lo Scucchia, pi magro del solito, uno scheletro.
FULVIO
Amore!
BALILLA
Lascia f al Balilla!
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BALILLA
vi gente!
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BALILLA
Ah, ah, ah! Cii 'na fortuna, nei piedi te! Perch no la sai
sfrutt... Er DDT ammazza le mosche ma che je f, te co' la puzza tua
ammazzi pure i cavalli!
ACCATTONE
ACCATTONE
Fecero cosi qualche passo con aria consolata e piena di belle prospettive
future, quando gli agenti, inaspettati come la fatalit, li pararono.
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AGENTE
Tutto avvenne come senza senso e senza ragione, nell'oro del sole che
tramontava su Testaccio.
Cartagine e il Balilla, gi ammanettati, videro Accattone correre, sbandare,
buttarsi su una motocicletta ferma accanto a un baretto sull'orlo del
marciapiede, salire, partire a tutta velocit.
E mucchi di gente intorno che correva, che gridava.
Si sent il rombo della motocicletta, che scomparve in fondo a una
trasversale, veloce. Poi un improvviso botto, silenzio e urla, urla strane, con
la gente che accorreva pi fitta. Anche l'agente, e Cartagine e il Balilla,
ammanettati, corsero in fondo alla strada, e si fecero largo tra un mucchio di
gente, che guardava impressionata.
La motocicletta era fracassata contro la parte davanti di un camion.
Accattone stava lungo, sanguinante, sul marciapiede, nel posto dove poco
prima lui e gli amici avevano tanto riso. Cartagine si butt su di lui,
spaventato e piangente come un ragazzino.
CARTAGINE
Mo sto bene!