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Le Cronache Di Artrid
Le Cronache Di Artrid
LE CRONACHE DI ARTRID
I Divinatori, popolo a cui appartenevano, erano per tradizione gente pacifica ma
purtroppo erano oppressi ormai da decenni, da quando cio il padre del re Vibertio V
aveva iniziato a perseguitare questa gente per il loro credo: veneravano infatti lo
stesso Dio dei folletti, Garrus, una divinit primordiale e pura.
Artrid e sua madre, seguiti dal folletto, raggiunsero il castello del re, eretto su una
grande collina nella citt capitale di Rocca di Piombo: volevano reclamare giustizia.
Le guardie del palazzo li scortarono dinanzi al sovrano, il grasso e ripugnante
Vibertio; il folletto intanto tossiva forte: gli spiriti sono allergici al piombo, materia di
cui erano fatte porte e infissi della citt. In tal modo Vibertio V si era garantito da
qualsiasi tipo di contatto con queste creature fatate.
Il re stava bevendo avidamente un boccale di birra, alcune gocce della bevanda gli
colavano lungo i suoi numerosi menti. Accolse Artrid e la madre con un rumoroso
rutto: Perch questi insulsi individui sono qui a disturbare il mio pasto ?! domand.
Rispose un suo dignitario, forse un ambasciatore, con una voce acuta e sibiliante:
Sono Divinatori, sono qui per reclamare giustizia per la morte del padre, il re
Marrott dei Divinatori. Il re era adirato, non tollerava la vista dei Divinatori,
tantomeno di nobili di quella gente, quali erano Artrid e sua madre Howena, chiese
quindi: Che cosa vogliono?!. Howana intervenne: Mio marito stato ucciso.
Perch? Ho il diritto di sapere la verit!. Il "Re Bufalo", cos il tiranno veniva
soprannominato dal popolo, era viola in faccia: Come osa questa miserabile donna
dei Divinatori offendermi e parlarmi in questo modo?! Tuo marito stato giustiziato
dal
mio
boia
perch
reclamava
l'indipendenza
del
suo
popolo.
mio figlio, ancora troppo piccolo per capire. Il re rise: Invece lo prender, serva.
Voglio vedere come combattono questi inutili Divinatori.
Quella notte, in una fredda stanza dellimmenso palazzo, Artrid pianse. Torn per,
bussando con energia alla sua porta, quella ragazzina che lo aveva salvato dalle
grinfie del bambino dai capelli rossi: Sono Justea, la figlia del Principe Comandante
delle Armate Reali, vivo anche io in questo posto. Vuoi un po' d'acqua?. Artrid le
apr e fece cenno di s con la testa. Non parlarono pi fino a quando lei non se ne
and.
Il folletto nel frattempo era rimasto sempre l a fianco a lui e disse: Beh ragazzo,
ora che io mi presenti! Mi chiamo Rilk e sono qui per aiutarti. Ti ridar ci che ti
spetta di diritto: tu sei il discendente dell'ultimo re giusto e potente, il grande Goriot
XVI Ferterek, il cui trono fu usurpato dal bisnonno dell'attuale re. Ti farai valere
come soldato e diventerai un potente comandante. Alla morte di Vibertio saprai
quello che dovrai fare.
E cos fu. Dopo anni di brillante ed intenso addestramento, Artrid si fece valere sul
campo di battaglia fermando l'invasione degli Orientali e conquistando Fragarnok, la
capitale del Regno delle Steppe, sempre sostenuto da un piccolo gruppo di folletti
comandati da Rilk, che lo proteggevono da tutti i suoi nemici. Questi folletti, infatti,
intervenivano sempre quando un pericolo poteva colpire alle spalle Artrid.
Nel frattempo anche Justea era rimasta accanto ad Artrid e trovava mille scuse per
incontrarlo, cos la loro amicizia era diventata sempre pi forte, anzi, non sapevano di
essersi gi innamorati
Nell'anno 261 dopo l'usurpazione del trono, Artrid venne nominato generale
dall'anziano Vibertio, che si arrese allevidenza del suo innato talento per le arti della
guerra.
A seguito di ci, durante la spedizione di quellanno verso la conquista dei regni
orientali, nel giorno 11 del mese caloroso Vibertio V mor nella sua stessa armatura,
soffocato dalla calura e stanco del lungo viaggio.
Artrid e l'esercito rientrarono nella citt due settimane dopo, proprio quando l'erede di
diritto del Re, il principe Draconio, era affacciato alla grande balconata del Palazzo
Reale. Qui venne proclamato re, ma nessuno lo amava e lo riconosceva come tale.
La folla acclamava l'ormai trentaquattrenne Artrid, chiedendo che fosse lui a salire al