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Mario Tancredi Medellín, la città dell’intraprendenza e

Progetti
un ruolo determinante, decisamente
degli affari. Operosa come Milano e vi- differente dalle semantiche utilizzate a
vace come Napoli. Desiderosa di cam- Bogotà,distante da retaggi,culture e tra-
biamento, specialmente d’una imma- dizioni, ancor più che la sua pur note-
gine non certo positiva che circola nel vole distanza geografica. Qui mancano i
mondo, di cui quasi nessuno conosce la Salmona e i Sámper. Manca cioè quel-
febbrile attività architettonica che sta re- l’architettura che esprime un suo lin-
galando alla seconda città del Paese guaggio certo e codificato con il lateri-
un’interessante collezione di spazi pub- zio; e, ovviamente, manca quella mano-
blici e di edifici.Tra i quali,una notevole dopera che rende possibile i piani e le
corona di biblioteche e,tra queste,quella volumetrie dei grandi maestri bogotani.
dell’università Eafit,una delle più presti- Costruire, dunque, a Medellín un’opera
giose della città. in laterizio come la biblioteca implica
La biblioteca,oltre alla sua funzione spe- sfide e capacità degne di nota. Allora,
cifica relazionata all’università, contri- l’utilizzo del laterizio riveste valenze dif-
buisce, con il suo volume e con la gene- ferenti: tradizionale nella sua texture, si
distingue piuttosto nella sua capacitá di
carlos julio calle dare compattezza volumetrica all’og-

Biblioteca universitaria
getto architettonico. È massa. Media lo
spazio esterno ed interno e,seccamente,
gli stessi materiali, oltre che il gioco dei

Eafit di Medellín
pieni e dei vuoti.Assume il ruolo di una
pelle, ben spessa per la sua stessa fisicità.
Un vero e proprio involucro che, con il
suo spessore, dà la sensazione di separa-
zione, tra il mondo solare, vibrante all’a-
rosa piazza antistante, a valorizzare l’am- perto e quello raccolto, in penombra
pia rete di spazi pubblici di Medellín. dello studio e della riflessione. A sua
Il progetto, proprio per il suo carattere, volta, il mattone raccorda i differenti
nasce da un concorso pubblico. Lo materiali: oltre l’acqua, il vetro e il me-
vince Carlos Calle, che da anni lavora in tallo degli infissi e del coronamento, che
città e che, con questa opera, corona in si alleggerisce con il cambio della fun-
un certo senso la sua carriera di archi- zione, destinato ad aule per l’elabora-
tetto. Difatti, un’opera complessa come zione delle tesi.
quella di un’istituzione universitaria, A scala tipologica, quello che viene ri-
che vuole aprirsi alla città, è certamente proposto è in sostanza un tema tipico
qualcosa di stimolante, di cui Calle ha per la biblioteca, ovvero il grande invo-
voluto approfittare fin nei dettagli. E un lucro chiuso, la cassa. La novità sembra
particolare interessante è proprio la risiedere nella smaterializzazione della
scelta del laterizio come materiale che si base. L’acqua che circonda l’edificio lo
impone immediatamente quale ele- rende difatti leggero. Una scelta oltre
mento caratterizzante il volume. La bi- che linguistica, con una precisa fun-
blioteca,al primo impatto,appare chiusa zione, si potrebbe dire squisitamente co-
Scorcio esterno. e scalonata:quasi un’evocazione di certe lombiana. La natura, generosa e prorom-
costruzioni precolombiane, a partire pente, è in realtà immancabile in un se-
Nella pagina a fianco:
vedute esterne della biblioteca, dei grandi archi
dalla stessa scalinata di accesso che s’in- rio progetto di architettura a queste la-
che lasciano passare l’acqua e dell’ingresso fila sicura e solenne nel volume. Ad titudini; entra in esso e concorre alla sua
con la doppia facciata. un’analisi più ravvicinata, ci si accorge costruzione e definizione; nel caso della
che in definitiva la costruzione tanto biblioteca, creando suggestivi giochi di
chiusa non è. Si tratta piuttosto di gio- luce riflessa all’interno dell’edificio.
chi di masse, che lavorano tra pieni e Medellín, città di contrasti, incastonata
FOTOGRAFIE Laurent Jaime Gonzalez Esquive vuoti. E il mattone, in tale gioco, assume in una valle dal clima tropicale; città

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“dell’eterna primavera” per il suo clima;


triste inferno per chi purtroppo la cono-
sce solo per le vicende legate al narco-
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traffico. Grandi spazi di altrettanto
grande creatività formale e miseri quar-
tieri; fervente laboriosità e disoccupa-
4 3 3 4 zione allarmante, sole e ombra, natura e
architettura.
2
La biblioteca, con la sua massa apparen-
4 4 temente chiusa, con la sua doppia fac-
ciata, il laterizio dominante, ma anche il
vetro e l’acciaio, appare in bilico tra il
costruito e l’ambiente circostante.
Un’opera che vuole dare una risposta al
tema del passaggio, della mediazione tra
contrasti, per trasformarli in armonia. E
sembra risolverlo. ¶

Pianta.
Legenda:
1. piazza
2. ingresso
3. internet point e centro multimediale
4. sale di lettura
5. sale audiovisivi
6. ascensori e scale/zona di servizio
7. bagni

Sezioni.

Nella pagina a fianco:


vista interna con lo specchio d’acqua
tra le pareti.

Particolare dell’intercapedine
tra la parete interna e quella esterna.

Scorcio interno.

Vista dell’atrio interno.

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