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Noi crediamo di essere liberi fautori del nostro destino, ma non ci accorgiamo che, in
realt, trascorriamo la nostra intera vita allinterno delle aule di un tribunale: ogni
nostro singolo pensiero, azione, emozione, viene valutata da un instancabile giudice
interiorizzato e onnipotente al nostro interno.
riconoscere gli schemi di pensiero che portano alla collera e alla depressione.
Impariamo ad esprimerci in modo onesto, con il solo scopo di rivelare ci che vivo e
presente in noi. Scopriamo una connessione profonda, sostenuta da un reciproco dare
e ricevere dal cuore. Lamore qualcosa che possiamo praticare vivendo un
esperienza spirituale gioiosa, che inizia da noi. La CNV uno strumento semplice nei
suoi principi, ma potente per migliorare la nostra relazione con noi stessi e con gli altri.
Ci invita ad attivarci per creare un mondo di empatia e compassione, in cui il
linguaggio che usiamo la chiave per arricchire la vita.
1. Pasquale (Lino) Lepore
2. sito Web
3. Liberarsi dai giudizi
4. Processo dellauto-empatia
5. Pema Chodron parla ... in cnv
6. PARLANDO ED ASCOLTANDO CON EMPATIA
Tratto da Creare la vera pace di Thich Nhat Hanh
1. Pasquale (Lino) Lepore
Nella formazione al counseling ho fatto il tirocinio (150 ore sotto supervisione) come
facilitatore di gruppi di apprendimento e pratica della comunicazione nonviolenta. Non
sono certificato Trainer dal CNVC (Centro per la CNV). Quello che insegno basato
sulla mia comprensione e integrazione della CNV con le pratiche della comunicazione
consapevole, empatica, ecologica e strategica apprese nelle Scuole di Aleph e
Mindfulness Project, oltre che nei molti anni di studio e pratica della meditazione.
2. sito Web
La Comunicazione Nonviolenta (cnv) opera di Marshall B. Rosenberg, Ph.D., direttore
dei servizi educativi del CNVC (Center for Nonviolent Communication), una
organizzazione mondiale senza scopo di lucro. I riferimenti sono:
In Italia:
Centro Esserci
Via Silvano Caleri 14
42100 Reggio Emilia
Tel/fax 0522 943053
Email: info@centroesserci.it Sito web: www.centroesserci.it
La dott.sa Vilma Costetti, direttrice del Centro Esserci, attualmente lunica
insegnante in Comunicazione Nonviolenta Linguaggio Giraffa autorizzata in Italia
dal CNVC.
Nel mondo:
Center for Nonviolent Communication, CNVC
PO Box 6384
Albuquerque, NM 87197
Tel: +1.505.244.4041 Fax: +1.505.247.0414
Email: cnvc@cnvc.org Sito web: www.cnvc.org
Tratto dal sito web del CNVC:
Linee guida per condividere la cnv
( per quelli che non sono trainer certificati dal Center for Nonviolent Communication )
Quando si fatta lesperienza della cnv nella propria vita, spesso si sente una grande
voglia di condividere con gli altri ci che si ha imparato. In effetti proprio il nostro
sogno che con i nostri sforzi congiunti, tutte le persone e le istituzioni si aprano ad una
pi profonda capacit di relazioni pacifiche e a prodigarsi per la vita. Diamo il
benvenuto a tutti quelli che vorranno partecipare a diffondere la visione della cnv e
non vogliamo in nessun modo scoraggiare questo entusiasmo.
Le domande che seguono vengono spesso formulate da persone che vogliono
condividere la propria cognizione della cnv con altri individui, gruppi e istituzioni.
Se non volete scoraggiare le persone dallinsegnare la cnv, come mai esiste la
certificazione dei trainer?
La nostra intenzione non di scoraggiare le persone che vogliono trasmettere
lapprendimento in modi che loro ritengono validi. Abbiamo per il desiderio di
proteggere lintegrit della cnv in quanto corpo dinsegnamento. In questo senso
certifichiamo dei trainer per garantire la correttezza, completezza e affidabilit dello
scopo e del modello della cnv. I trainer certificati simpegnano daltronde a dare il loro
sostegno allopera del CNVC, come viene descritto nell accordo con i trainer.
E dunque non avete obbiezioni al fatto che alcuni di noi insegnino la cnv?
In assoluto, lo incoraggiamo. Apprezziamo che vogliate condividere la vostra
esperienza, rendendo chiaro che il vostro insegnamento si basa sulla vostra
comprensione della cnv. Vi chiediamo per di dare pieno riconoscimento a Marshall B.
Rosenberg e di menzionare le organizzazioni e i trainer cnv locali, cos come di
provvedere informazione di contatto per il CNVC, www.cnvc.org.
4. Processo dellauto-empatia
1 passo: godersi lo show degli sciacalli
Rilascia i tuoi sciacalli! Dagli unopportunit di dire la loro. Se provi a reprimerli
potresti non ricevere tutta la saggezza che le loro sciacallate nascondono per te.
cos indifferente
proprio un maleducato
2 passo: le emozioni
Sii consapevole delle tue emozioni stimolate dalla circostanza.
Quando penso a tutte le volte che ho aspettato nella mia vita mi sento triste. Ho
aspettato Giovanni, ho aspettato la mamma, ho aspettato il mio ex.
Qualche volta ho aspettato e non sono neanche venuti. E veramente avevo sempre
questo grande bisogno di essere rispettata e anche che le cose si svolgessero come
previsto. S, proprio cos. Vorrei essere rispettata e che ci sia prevedibilit nelle cose.
E anche potermi fidare che gli accordi che faccio saranno rispettati e se ho un
appuntamento con qualcuno questa persona ci sar. Mi sento triste quando penso
quanto sia importante per me tutto ci e quanto raramente questo mio bisogno
stato soddisfatto.
Adesso che hai identificato i sentimenti dietro ai bisogni non soddisfatti, rimani con
questi sentimenti a rimpiangere le volte che i bisogni non sono stati soddisfatti. Fa
parte del processo di guarigione.
6 passo: riconoscere la bellezza dietro al bisogno
Notate se sentite un qualsiasi cambiamento quando avete identificato e pienamente
rimpianto il bisogno insoddisfatto. Concentra lattenzione sul bisogno stesso.
Focalizzati sulla sua bellezza e su quanto sia meraviglioso avere questo bisogno
soddisfatto. Come sarebbe avere il mio bisogno di rispetto e di affidabilit pienamente
soddisfatto?
7 passo: Fare una richiesta a noi stessi o agli altri
Adesso che ho identificato il mio vero bisogno, quale azione potrebbe aiutarmi a
soddisfare questo bisogno? Qualche volta non necessario che ci sia un azione.
Riconoscere e rimpiangere il bisogno bastano per sentirsi guariti.
Altre volte vorremo fare una richiesta: Giovanni, io avevo capito che ci dovevamo
incontrare alle 6. Quando arrivi alle 7, mi sento angosciata e insicura perch ho un
forte bisogno di prevedibilit e di essere rassicurata che le persone con cui ho un
Che si tratti di noi, dei nostri amanti, dei nostri capi, dei nostri bambini, del
commerciante avido, del governo o della situazione politica, pi audace, pi reale,
non escludere nessuno dai nostri cuori, non fare di nessuno il nostro nemico. Se
cominciamo a vivere cos, vedremo che non possiamo pi pensare le cose come
completamente giuste o sbagliate, perch le cose sono molto pi scivolose e
giocherellone. Tutto ambiguo; tutto sta sempre cambiando e trasformandosi e ci
sono sempre tante versioni quante sono le persone implicate in una situazione.
Cercare di trovare delle verit assolute uno dei nostri trucchi per sentirci a nostro
agio e sicuri.
Tutto ci ci porta ad una questione sottostante ed essenziale per tutti noi. Come
faremo per cambiare qualcosa? Come riuscire a che ci sia meno invece di pi
violenza? Come posso io imparare a comunicare con una persona che mi sta facendo
del male o con qualcuno che sta facendo del male a molta gente? Come posso parlare
a questa persona in modo che le cose cambino realmente? Come posso comunicare in
modo che si apra uno spazio dove entrambi entriamo in contatto con una sorta di
intelligenza basica e condivisa da tutti? In un incontro potenzialmente violento, come
comunicare in modo che nessuno dei due si arrabbi e diventi pi aggressivo? Come
posso comunicare col cuore in modo che una situazione bloccata e chiusa possa
arieggiare. Come comunicare in modo che una situazione che sembrava gelata ed
intrattabile cominci a ammorbidirsi e un certo scambio empatico cominci ad essere
possibile?
Ebbene, tutto comincia col voler sentire ci che stiamo provando. Comincia col voler
avere una relazione benevola e compassionevole con le parti nostre che pensiamo non
siano degne di esistere. Se consentiamo ad essere attenti non solo a ci che comodo
ma anche a cosa proviamo quando soffriamo, se soltanto aspiriamo a rimanere svegli
e aperti a ci che proviamo, a dargli riconoscimento nel miglior modo che possiamo in
ogni momento, allora qualcosa si sposta e comincia a cambiare.
L'agire compassionevole, l'essere l per gli altri, il poter/saper agire e parlare
comunicando, inizia col vedere se stessi nel momento in cui ci diamo ragione o torto.
In quell attimo, potremmo semplicemente considerare il fatto che esiste un'
alternativa pi ampia ed elevata di entrambi quei giudizi, dove c' un'energia pi
tenera, pi vibrante e dove possiamo scegliere di vivere. Questa energia se la
possiamo toccare, ci aiuter ad allenarci, lungo il percorso delle nostre vite, ad aprirci
sempre di pi a ci che stiamo vivendo, ad aprirci di pi invece di chiuderci di pi. E
potremmo scoprire che man mano che cominciamo ad impegnarci con questa pratica
e a celebrare aspetti nostri che prima trovavamo impossibili, qualcosa si sposter in
noi. I nostri vecchi schemi abituali cominceranno ad ammorbidirsi, e cominceremo a
vedere i volti e a sentire le parole delle persone che ci parlano.
Se cominciamo, con un po' di gentilezza, ad entrare in contatto con ci che sentiamo, i
nostri strati protettivi si scioglieranno, e troveremo che altre aree della nostra vita
diventeranno accessibili. Man mano che impariamo ad avere compassione per noi
stessi anche il cerchio di compassione per gli altri si allarga. . . .
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Viviamo in compagnia di una potente voce interna che critica e svaluta noi
stessi e gli altri e ci allontana dalla soluzione dei problemi.
Abbiamo appreso come comportarci nel mondo attraverso un sistema di regole che ci
impongono dei limiti. I nostri genitori, insegnanti, preti ecc. ce lhanno insegnato
attraverso il meccanismo di punizione e premio. Questo metodo di insegnamento
distruttivo, ma dato che stato tramandato da 1 generazione allaltra, cos radicato
in noi che non ce ne rendiamo conto e non ci rendiamo conto dei suoi effetti negativi.
In realt a causa di questo sistema siamo divisi in un Giudice che condanna e in
una Vittima colpevole e che diventa sempre pi debole e prigioniera.
Il dialogo interno critico ci allontana da ci di cui abbiamo bisogno, cos
smettiamo di agire nella direzione utile a soddisfare le nostre necessit.
Spesso questa la causa della depressione che uno stato di mancanza di
contatto con noi stessi, con le nostre necessit e con le nostre forze e azioni
creative.
Serve una grande energia ed attenzione per individuare questi atteggiamenti
distruttivi e trasformarli in idee e comportamenti utili ed efficaci per la vita.
Fare osservazioni un elemento importante della comunicazione, ci
permette di rivelare allaltro in forma chiara e sincera cosa succede e come
ci sentiamo.
Ma, se losservazione contiene una valutazione, lefficacia del nostro
messaggio minima, probabile che laltro non recepisca cosa vogliamo
trasmettergli, perch si sentir criticato e opporr resistenza o si chiuder.
Imparando a differenziare le osservazioni dalle valutazione diventiamo consapevoli dei
condizionamenti culturali che ci limitano, portarli alla luce il passo base per
liberarcene.
I pensieri pieni di critiche, colpa, ira non creano un ambiente sano al nostro interno, n
con gli altri. LaComunicazione Consapevole e Non Violenta aiuta ad avere uno
stato mentale pi sereno e benevolo e ci invita a centrarci su ci che desideriamo
piuttosto che su ci che sta male in noi e negli altri.
Impariamo a lavorare con il positivo.
Alcuni esempi della differenza tra
valutazioni ed osservazioni neutre che
descrivono i fatti senza giudicarli:
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Articoli, Interviste e
Conferenze alla
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Valutazioni
Osservazioni neutre
Sei pigro
E tonto
Osservazione con
valutazione
Osservazione senza
valutazione
sei sbagliata!
rimanda sempre
allultimo
ti lamenti sempre
brutto
non mi attrae
Generalizzare usando
SEMPRE, MAI, SPESSO
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Articoli, Interviste e Conferenze alla
ricerca del benessere
Siamo stati abituati a sentire frasi come questa: I bambini grandi NON hanno paura!
, Le bambine buone non si arrabbiano!
Leducazione che abbiamo ricevuto ha privilegiato lo sviluppo dei processi
mentali cognitivi, non siamo stati educati a riconoscere ed esprimere le
emozioni, anzi siamo stati incoraggiati ad azzittirle, questo ci porta ad
essere tagliati fuori dai nostri sentimenti e a perdere un importante
sistema di riferimento utile per scegliere e prendere decisioni.
Abbiamo impariamo ad essere bravi bambini e brave bambine, educati e ragionevoli,
imparando a soffocare quello che sentiamo, ad esempio non ci dobbiamo occupare di
noi ( egoista) invece bene occuparci degli altri, percepire cosa sentono e
comportarci di conseguenza per avere la loro approvazione, essere accettati e non
perdere lamore di cui abbiamo bisogno.
Facilmente quando i bambini provano unemozione vengono invitati a non sentirla:
Ad esempio: un bambino o una bambina che prova collera si sente dire: Non bene
essere in collera, i bambini bravi non sono mai in collera! Perci, visto che sente
collera, il bambino pensa di non essere bravo e di non valere niente. In conclusione
imparer a soffocare la collera e a fingere.
Oppure se prova tristezza si sente dire: Non va bene essere tristi, con tutto quello che
hai e che facciamo per te! Perci, visto che si sente triste, il bambino pensa di essere
un egoista e di non valere niente. In conclusione imparer a soffocare la tristezza e a
fingere.
Ci che un bambino apprende in questo modo che essere adulti vuol dire
negare le emozioni. .Per essere amato ed avere un posto nel mondo deve evitare di
ascoltare ci che sente e comportarsi di conseguenza, e dedicarsi ad ascoltare quello
che vogliono gli altri, se se stesso rischia di perdere lamore.
Perdere il contatto con se stessi e soffocare emozioni e sentimenti faticoso
e doloroso e crea un grande malessere. Per anestetizzare questo malessere
le persone ricorrono a diversi sistemi: alcool, droghe, fumo, lavoro, sesso
ecc. ecc.
A causa di questo allenamento a soffocare ci che sentiamo, siamo cos poco capaci di
sentire e riconoscere ci che sentiamo che facilmente quando diciamo Sento, in
realt diciamo Penso o Credo.
In nessuno di questi esempi Sento usato correttamente :
Sento che avresti dovuto saperlo
Sento che devo essere sempre disponibile
Sento che non servir a niente
Sento che un irresponsabile
Sento che il mio capo un manipolatore
Oppure diciamo Sento per dire ci che crediamo di essere.
Ad esempio : Mi sento incapace come padre, questo 1 giudizio su di se, ci che
sento davvero Mi sento frustrato e stanco
Oppure in realt interpretiamo il comportamento dellaltro
Ad esempio Mi sento insignificante per mio padre in realt esprimo come credo che
mio padre mi giudichi.
Mi sento incompreso indico il livello di comprensione dellaltro
Mi sento ignorato interpreto il comportamento dellaltro e dico in realt Tu mi
ignori
3. RICONOSCERE LE NECESSITA, I BISOGNI, I VALORI
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In questo modo accettiamo il punto di vista dellaltro e ci facciamo carico della colpa,
questo attacca la nostra autostima e ci costa un prezzo elevato: ci sentiamo colpevoli,
depressi carichi di vergogna
2) Possiamo dare la colpa allaltro e contrattaccare: Non hai diritto a dirmi
questo, con tutto quello che faccio sempre per venire incontro alle tue esigenze,
legoista vero sei tu!
Restituiamo protestando, ci arrabbiamo, finiamo litigando.
3) Possiamo ascoltare i nostri sentimenti e necessit: Quando mi dici che
sono egoista mi sento triste e stanco perch vorrei anche che tu riconoscessi gli sforzi
che faccio spesso per venire incontro alle tue necessit
Centrando lattenzione in noi scopriamo cosa ci ferisce di pi e quale bisogno non
viene soddisfatto.
4) Possiamo usare lempatia per capire i sentimenti e le necessit
dellaltro: Ti senti offesa perch avresti bisogno che si tenessero pi in conto le tue
necessit?
Invece di colpevolizzarci o colpevolizzare laltro per ci che ha detto ci
mettiamo in un atteggiamento empatico che cerca di chiarire cosa laltro
esattamente prova e di cosa ha bisogno.
4. ESPRIMERE RICHIESTE CHIARE E NEGOZIABILI
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