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Schneider - Il Discorso Di Stefano
Schneider - Il Discorso Di Stefano
)..'OVX U\j;LCT'tO).
u. Invece di
622
Act7,2-53
dei patriarchi (7,2-16). Segue (Il) una parte pi ampia su Mos (7,17-29.30-43). Le due parti successive sono notevolmente pi brevi. Esse p~rlano (III) della costruzione del tempio (7,
44-50) e a conclusione (IV) presentano una polemica contro
gli uditori (7,51-53).
Sebbene il discorso appaia rielaborato da Luca non lo si
pu intendere come creazione libera dell'autore di Act. ma
bisogner piuttosto dar ragione agli studiosi che ammettono
l'esistenza di una tradizione prelucana. Dal punto di vista della provenienza, soprattutto a partire dal Dibelius 3 si vollero
ascrivere a Luca soprattutto i brani polemici, ad esempio
?a 7,3? ~nP?i.4 Ma occorre chiedersi anzitutto in quale misura
e possibile rimuovere dal discorso aggiunte secondarie. E solo
allora ci si chieder che cosa da attribuire all'autore di Act. e
che cosa appartiene ad una elaborazione prelucana.
2
trans!zione (v. 8), la storia di Giuseppe (vv. 9-16), la storia di Mos (vv. 17-43), il
tempio (vv. 44-50), conclusione del discorso (vv. 51-53).
2. La p~rtecip~zione dell'autore di Act. alla composizione del discorso stata dai
seguenti auton esagerata al punto da considerare praticamente il discorso di Stefano come una creazio?e di Luca: Mundle, Die Stepbanusrede, 192I; Stahlin, Apg.
II.2 (<<anchequesto discorso composto da Luca dall'inizio fino alla fine): Bihler
D/e Stef.hanusgeschfchte, 1963, 86 (<<ildiscorso una composizione di Lu~a). In:
vece. Klijn, Stephen s Speecb, I957, 25 s. ritiene che Act. 7,2-53 nel suo insieme sia
tradizione prelucana.
3 ..Dibelius, Die R~den, 1949, 143-1~6: In 7,2-34 non possibile cogliere alcun
orientamento del discorso; esso contiene semplicemente un'esposizione della storia
d'Israele. Solo con ~,35 i~dividuabi~e una tendenza ... (I44). Da 7,35 in poi risulta c~~ tutt~ ~hlar~za .11.passaggio dal racconto alla testimonianza (ibid.).
Com~ gia per l discorsi missionari [degli Atti] cos qui non .si dovrebbe escludere la dlpend~nza ~~ un.a tradizione pi antica, per lo meno per quanto riguarda la
parte ?~r:atlva; CIO spiegherebbe nel modo migliore il suo tono neutrale. I passi
polemici mvece dovrebbero essere di Luca, il quale evidentemente avrebbe rielaborato il tutto (145). ~i Wetter,pas dlteste hellenistische Cbristentum (nr. 15B),
1?22, 416 s. aveva considerato aggiunte secondarie (oltre a 7,5*.9-14.23-29a) i bran: 7,35.37-4~.47.5I?3. A suo giudizio, in origine si sarebbe trattato di un discorso
di l?de per Il tempio, trasformato da Luca, mediante interpolazioni, nel suo contrano.
4. ~ibe1ius, op. cito (~ n. 3) riti:ne opera lucana soprattutto 7,35-53. Thyen, Der
~tll, I955, 20 pensa che 7,2-53 sia l'estratto di un discorso pi antico' ma fa risalire a Luca i t:atti polemici. Haenchen, Apg.' 280 e Conzelmann, Apg.' 57 riteng~no secon~an. 7,35:37.39-43-48-53; Haenchen fa risalire questi passi a Luca. Sirnilmente giudicano Hahn, Hoheitstitel, I963, 382-385, Holtz, Beobachtungen,
I965, 102.IIO e Stemberger, Stepbanusrede, 1976, 171.
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Act. 7,2-53
Con O .H. Steck' ebbe inizio una considerazione differenziata del discorso, di cui si presuppone una pi lunga storia nella
tradizione (con conseguenti variazioni di tendenze). Lo Steckdiversamente dall'orientamento determinato dal Dibelius consider proprio i brani polemici del discorso di Stefano come anteriori a Luca e li interpret come elaborazione deuteronomistica di un pi antico resoconto storico." L'interpretazione del discorso prelucano nel senso di una predica deuteronomistica di conversione, con omissione dell'appello finale a convertirsi, permise anche l'assegnazione di questa rielaborazione ad ellenisti cristiani facenti capo a Stefano? Secondo questa spiegazione il discorso di Stefano prima d'essere inserito in Act. passato attraverso due stadi di tradizione.
Questa ipotesi spiega le diverse tendenze del discorso, che
l'indagine scientifica ha ripetutamente fatto notare.
Una prima base del testo attuale dev'essere stato un ab~ozzo di storia, da Abramo attraverso Mos fino alla cost~uzIOne
del tempio," in cui questo ultimo evento non era conslder.ato
affatto la meta vera e propria della storia della salvezza. Piuttosto, poich questo abbozzo era nato nelle sinagoghe della diaspora ellenistico-giudaica, in esso si chiariva agli uditori che ~a
presenza di Dio e la sua azione verso il suo popolo non sono m
alcun modo legate alla Palestina. Di questo stadio della tr~dizione farebbero parte 7,2b-I6.17-34.36.38.44-48a.
La rielaborazione deuteronomistica ad opera di cristiani ellenisti probabilmente in terra di PaiestiD;a9 - seco,ndo 9-uesta ip~tesi
dovrebbe aver inserito o aggiunto l seguentI paSSIpolemici: 7,
35 37 39-42a51-53
IO
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Act7,2-53
Sarebbe stato Luca quindi a inserire le due citazioni bibliche di 7,42b-43 e 7,48b-50.II La parte sul tempio del discorso
pi antico (vv. 44-48a), che aveva perso il proprio scopo e carattere a motivo dell'aggiunta della parte polemica conclusiva
(vv. 5 I-53), grazie all'inserzione lucana di 7 ,48b- 50 riacquist
una sua importanza tematica. Essa doveva essere letta in riferimento alle accuse fatte a Stefano.
Nella sua parte fondamentale quindi il discorso di Act. 7,253, che l'autore ha posto sulla bocca di Stefano, proviene probabilmente dal giudaismo ellenistico e la sua rielaborazione
prelucana, deuteronomistica, va ascritta alla cerchia di ellenisti cristiani. Ma ci sono anche indizi che il discorso imparentato con lezioni testuali del Pentateuco Samaritano e con altre
concezioni samaritane," come s' gi accennato sopra iexcursus 10.2). Qui si tra tta di verificare se tali indizi siano in grado
di scuotere la tesi di una provenienza ellenistica del discorso
prelucano."
Un primo gruppo di contatti tra il discorso di Stefano e la
Samaria riguarda i testi del Pentateuco. In quattro casi il testo
del discorso di Stefano coincide col Pentateuco Samaritano
(d'ora in avanti: P.S.) e sempre contro il testo masoretico (T.
M.) e i Settanta (LXX).I4
Act. 7,4 non segue la cronologia biblica di Gen. II,26.32 e
1~. Vedi.Holtz, Beobachtungen I04-IIO; Id., Untersuchungen, 1968, 87'95. Nella
dissertazione non stampata Stepbanusrede, 1967, Storch attribuisce la citazione di
Amos dei vV.42b-43 a Luca (94); inoltre ritiene che la parte sul tempio (vv. 4450) sia stata fortemente rielaborata da Luca (102) o anche da lui creata (105).
1.2'.Un'a~nit del discorso di Stefano con theologumena samaritani ritenuta possibile dal seguenti autori (menzionati nella bibliogr. al nr. I5A e al nr. 17): Spiro,
1?67; Scharlemann, 1968; Scroggs, 1968; Gaston, 1970; Bouwmann, 1973; Scobie, 1973 e 1979; Cullmann, 1975. Secondo Spiro, Samaritan Background 293 s.,
Act. 7,2-53 il discorso di Stefano fedelmente tramandato da Luca.
13 Sulla critica alla tesi secondo cui il discorso di Stefano avrebbe subito influssi
samaritani vedi soprattutto Mare, Acts 7, 1971; Pummer, Samaritan Pentateuch,
1976; Stemberger, Stepbanusrede, 1976; Richard, Acts 7, 1977; Schneider, Stepbanus , 1979, 225-230. Cfr. inoltre S. Lowy, The Principles 01 Samaritan Bible
Exegesis (StPB 28), Leiden 1977, 50-57.
14 ~ quattro passi che stiamo per prendere in considerazione servono a Spiro, Samarttan Background 285 e Scobie, Origins and Deuelopment 393 s. a sostegno della loro tesi samaritana.
ACI7,2)J
625
62.7
Aci. 7,2'53
che il discorso di Stefano si basi sui libri della Genesi e dell'Esodo, A. Spiro sostiene che la menzione del profeta escatologico come Mos non si fonda su una inserzione presa dal Deuteronomio (Deul. 18,15), ma sul testo samaritano dell'Esodo,
che dopo Ex. 20,17 presenta diversi testi del Deuteronomio."
A prescindere dal fatto che il P.S. nell'inserzione testimonia
Deut. 18,18-22 (e non 18,15), anche qui - considerate tutte
le possibilit - si offrono due spiegazioni di questo analogo
modo di procedere, che fanno apparire inverosimile la dipendenza del passo di Acl. 7,37 dal P.S. Il discorso di Stefano o fa
uso di un testo di Ex. 20 che era analogo al P.S., o attinge direttamente dalla versione LXX del Deuteronomio." Nel primo
caso resterebbe pensabile un'influenza samaritana sul discorso di Stefano:' Ma pi probabile il secondo caso, tanto pi
che inserzioni analoghe da Deut. 18 si trovano anche nei testi
di Qumran (4 Qr 75, cfr. 4 Qr 58) e che gi in Act. 3,22-26 si
cita Deut. 18,15-22.
.
Cos, non possibile dimostrare che ci siano influssi del P.
S. su AcI. 7.'3 Su un altro piano sta la tradizione samaritana che
trova espressione nella cronaca di Abul'l Fath del sec. XIV e
che sostiene che Simon Mago sepolto davanti 'alla casa di Ste'fano in Samaria." Questa notizia, che forse si basa su una combinazione di Act. 6-8, non pu rivendicare alcuna certezza sto20. Spiro, Samaritan Background 285; cfr. anche Scharlemann, Stephen, 1968, 44
S.; Scobie, Origins and Deuelopment 393. I dati precisi sull'inserzione di pa si del
Deuteronomio si trovano in Richard, op. cito 204.
21. Richard, op. cito 203.
22. Con R. Bergmeier, Zur Frbdatierung samaritaniscber 'Theologumena: JSJ 5
(1974) 121'153 bisogna distinguere tra la forma testuale del Pentateuco samari-
rica. Essa piuttosto, partendo d.a~I'ellenista ~ S,te.fano e p~ssando attraverso l'ellenista Filippo, che opero tn Samaria
conclude per un presunto Stefa?o s~marit~nQ.
.
Meritano pi interesse alcum tratti del discorso di Stefano
che riguardano la visione della storia d'Is:aele e che ha~n~
punti di contatto con le .pr.ospettive saman.tane. Inol~re Cl Sl
deve interrogare su punti di carattere teo~ogtCOcomuni ad ~ct.
7 e alla teologia samaritana, rigu~rdantl ad es ..1a concez10n:
del Messia, l'opposizione al tempia o la valutazione della tora
e di Mos." In questo ambito vanno fatte almeno alcune osservazioni importanti.
Ad esempio, la locuzione 't61to O\).,;OC; (Act. 7,7) potrebbe
far pensare alla Samaria. Il discorso di Stefano avrebbe mutato il testo dell'Esodo da su questo monte (Ex. 3,12) in in
questo luogo, riprendendo cos un'espressi~ne s~maritana indicante il santuario.26 Il discorso ha usato qU1testi che parlano
di apparizioni di Dio ad Abramo (Gen. 15,1-21; cfr. Act. 7,6
s.) e a Mos (Ex. 3,12; cfr. Acl. 7,7b), ma senza presu~porre
che ad Abramo fosse stato annunciato il santuario (samantano)
sul Garizim presso Sichem." Infat~i l'es~ressione.v 't0 't6mp
'tov'tw nel contesto (cfr. 6,13: discorSi blasfemi contro questo luogo santo; e 6, I 4: distrugger questo luogo) va riferita al tempio di Gerusalemme;" al di fuor,i ~i questo c?ntesto (secondario) l'attualizzazione resta possibile per ogm luogo di preghiera, ~nche per le sinagoghe della dias'p0ra>~.29 .
Act. 7, I 6 in contraddizione con Gen. 23 L acquisto - di
cui si parla col - della grotta di Mac~ela presso !ebron (destinata a servire da tomba) da parte di Abramo, e stato .scambiato con Gen. 33,19 s. (acquisto di un podere presso S~c~em
da parte di Giacobbe). Il dato di Act. 7, 16, secondo CUii pa-
159
Act.7,2-53
Act7,2-53
629-
motivo del suo modello celeste (accennato in 7 >44).38 Comunque si debba intendere nei suoi termini precisi, la critica al
tempio contenuta nel discorso di Stefano motivata in questo brano con una citazione di Is. 66,1 S. E proprio questo non
sarebbe stato di certo convincente per un oratore o per uditori samaritani, che riconoscono autorit esclusivamente al Pentateuco."
Nel complesso risulta che non possibile dimostrare una dipendenza del discorso di Stefano da testi o theologumena samaritani. Un'indagine e dei giudizi pi sfumati di quelli espressi sinora si rendono necessari proprio per quanto concerne l'argomento opposizione al tempio:" che O. Cullmann" ha rivendicato per dimostrare l'esistenza di un rapporto tra la Samaria, il discorso di Stefano e il quarto vangelo. Non c' dubbio che gi certe differenze nel profilo degli enunciati escludono ampiamente una reciproca dipendenza."
Metodologicamente problematici sono anche quei tentati-o
vi che, sulla base di determinati parallelismi, vorrebbero dimostrare un taglio specificamente alessandrino? o qumra38. Spiro, op. cito 288. Egli afferma inoltre: Secondo i Samaritani il tabernacolo
del Garizim non era stato costruito da mani d'uomo, perch le testimonianze del
suo modello celeste erano samaritane, come essi deducono dal Pentateuco samarirano, che considerano il solo canonico (ibid.).
39. Una corrispondente obiezione critica va rivolta a Spiro quando argomenta ser..
vendosi di Am. 5,25-25 in Ac!. 7"P S. (cfr. sopra, n. 36). O si deve piuttosto supporre che l'oratore samaritano argomenti (contro i Giudei) ad bominem, richia ..
mandosi ai profeti di fronte agli uditori (giudei)? La parte originaria del discorso di
Stefano sul tempio (7,44-48a) riflette idee provenienti da 2 Samo 7,5-Ir.
40. Cullmann, Der johanneische Kreis 41-60.89-98; cfr. Id., Von [esus zum Stepbanuskreis, 1975. Vedi l'excursus IO.
.p. Vedi anche Moule, Sanctuary and Sacrifice, 1950; Simon, Saint Stepben and'
the [erusalem Tempie, 1951; Id., La propbtie de Nathan et le Tempie, 1952;
Cullmann, L'opposition contre le Tempie de [rusalem , 1959; Ramaroson, Contre
in temples [aits de mains d'bommes, 1969; Gaston, No Stone on Anotber, ~970,.
154-161.
42. Per la datazione di tbeologumena samaritani andrebbero tenute presenti le ricerche di Kippenberg (sopra, n. 32) e Bergmeier (sopra, n. 22), che Cullmann sembra non conoscere. Cfr. le recensioni del libro di Cullmann, Der [ohanneiscbe
Kreis, 1975, presentata da N. Walter in ThLZ 101 (1976) 269-271 e quella di W.
A. Meeks in JBL 75 (1976) 304 S.
43. Cos Barnard, Saint Stepben and Early Alexandrian Christianity, 1960.
63
ACI. 7,2-53.2-3
a un discorso
si trova
anche
in
MI.
~? .L?
stesso dupl!ce allocutivo ricorre anche sulla bocca di Paolo in ACI. 22,1 al.
lIIU~JO ?ella su~ difesa, Su aviipE.C; 6:iiECPOL
vedi sopra, nr. 3 n. 30; nr.5 n.95.
47 Ct~OVCTCt"CE
Sl,.tro:a, ~1tre c~e m 7,2, anche in 1,22; 13,16; 15,13; 22,1; in forma piu c.ortese lmvJto ricorre m 24,4; 26,} (Paolo dinanzi a Felice e ad Agrippa).
8
4 . Quali fig~i di .Abramo, gli interpellati
sono fratelli (7,2; 13,26). Fratelli,
come allocutlvo nvolto da un cristiano a connazionali
giudei, si trova anche in 2,
29; 3,17; 13,26,38; 22,1; 23,1.5.6; 28,17. Negli Atti 7tCt"CPEC;
come allocutivo riCorre solo in?,2 : in 22,1; nel resto del N.T. si ha solo in I lo. 2,14, e oL 7tCt"CPEC;
come a.lIocutlVO ~I ha 5.010 !n cod.ici domestici (Eph. 6>4; Col. 3,21). Su padre
-corne titolo onorifico giudaico vedi G. Schrenk, in ThWNT v 977.
i}EC;
... wcpi>T) "CQ
riferito
aIl'ap-
7tCt"CPL
-T)f..lwv'A~pCtc%f..l
... XetLd7tEV 7tpC;Ctu"C6v...
?1. wcpi>T) nell'opera lucana ricorre con i seguenti soggetti: (l')angelo (del Signore)
m Le. l,Il;
22>43 (dr: Aci. 7,30.35), il Ges risorto in Le. 24,34 (cfr. ACI. 9,17;
26,16);
13,31, le .!mgue di fuoco nel miracolo di Pentecoste in Aci. 2,3, Dio in
7,2, Mose m 7,26, un 0PCtf..lCtnotturno in 16,9.
1~/.
52. I Giudei
Rom. 4,1.12;
.19,9
chiamano
lac. 2,21;
63I
Aci. 7,2-3.4'5
(contro
M. Black:
ThLZ
82 [r957]
666).
rimanda
57. E)...i}WVriprende
S5.
V.
3.
,"..
di Abramo
mor in Charan:
Ceno II,32;
di Abra-
Act.7Ab.
61. f..lE"COLXL1;w,
assegnare una dimora, con "CLVc%
dC; "CLtrasferire
qualcu,no m
8 6 ep Ar 4"' Flav . 10s " Ap o.' I 132. Altrove
nel N.T. Il verun l uogo; cf r. I Par .),..,
.
bo ricorre solo in Aci. 7,43 (Am. 5,27), dove indica la deportazione (forzata) .
Aci. 7,6-7.8.9-10
questo paese. Ma Abramo, bench trasferito da Dio in Canaan/Palestina, non aveva ancora nessuna parte di eredi ra62
in questa terra, nemmeno l'ampiezza di un piedev" (v. 5a).
Per Dio aveva promesso'" ad Abramo e al suo seme (vale
a dire alla sua discendenza)'? la terra come possedimento 66
in un tempo in cu i Abramo non aveva ancora figlj67 (v. 5b). L'esistenza d'Israele (cfr. v. 8) e il uo abitare nella terra della
promessa (cfr. v. 4b) indicano che la promessa fu adempiuta.
6-7
n,a-
62. X.1)P~VOIJ.~,
c~me in Le. 12:1); 20,14; ma qui forse ha il senso pi generale di
proprreta, possedimenro, oLoovaL 'tLV~x.'r]poVOIJ.Lav
anche in Act. 1)>3) D.
6). OV?:~TilJ.a.1too6C;propriamente:
larga neanche un passo (Deut. 2,5 LXX).
Non SI prende In conslder~zione l'acquisto della grotta di Macpela (Cen. 2),1-20);
cfr. H~enchen: Secondo il V. 16 Abramo ha comprato una tomba non in Hebron.
ma a Sichem (= Samaria).
64: ~1t'r]:ryEl.a'to aori~t~ (terza persona sing.) di E1tayyE..OlJ.aL
(rned.), che
qUI Indica la pr~messa divina, come anche in Aci. 7,17 var., oltre che in Rom. 4,
21; Calo ),19; .Tt!. 1,2; Heb~. 6,1); 10,2); r r.r r ; 12,26; Iac. 1,12; 2,5; I 10.2,25.
Il verb~ non rrcorre altrov~ In Luca, a differenza di 1taYYE.La,
che, accanto a Le.
24,49, ricorre altre 8 volte In ACI.; ad es. in 7,17. Vedi nr. 2 n. 15; nr.5 n. 17.
65 Su questo significato di O'1tEplJ.avedi Bauer, Wb., S.V. zb, La d~plice espressione ad Abramo e al suo seme ricorre anche in Le. l,55 (Cen. 17,8); cfr., oltre a
Aci. 7,56 (Cen. 15,1), anche 1),2).
66. xa't~O'XEO'LC;,.
presa di possesso,> come in Ceno 17,8; Ez. )),24; )6,5; tesi. B.
10,-4 nell espressIone dare la terra In possesso. In Act. 7>45 il sostantivo indica
la presa di possesso (del paese) dei pagani da parte di Israele.
67 ox oV'tOC;aV'tt;>'tEXVOU.L'espressione (genitivo assoluto) ha senso concessivo.
Sulla negazione col participio cfr. Blass/Debr. 4)0,2.
68. Mentre il V. 5b riprende Ceno 17,8, ora viene citato Ceno 15,1) S.
69 Conzelmann, a v. 5 e a vv. 6 S.
70. Cosl con Ceno 15,1). Ex. 12,40 parla di 4)0 anni.
71. ~apoLXOC;~ lo straniero sul luogo. Oltre che nel v.6, dove usato come
a?gettlvo (come In Ceno 15,I), il termine ricorre anche in 7,29 (Mos come stramero>, nella terra di Madian).
633
in un paese straniero. Ma Dio far giustizia agli oppressi, far uscire il popolo, e Israele in questo luogo," cio nella
terra promessa, lo servir." In questo modo si guarda a Gerusalemme e al tempio come a sede del culto di Dio.74
8. Questo un versetto di transizione che introduce alla storia dei patriarchi. Si menziona il patto della circoncisione "
come un altro dono di Dio ad Abramo (v. 8a) (cfr. V. 5: ox
EOWXE'V av"t'Q ... xal. 1tl1yyda't'o
oovvaL atJ"t'@, v. 8: xaL EOWXE'V (1v"t'Q). La citazione si riferisce a Gen. 17,10-14: La
circon cisione il fattore visibile della continuit storica (Conzelmann). La prosecuzione con xaL ou"t'WC; corrisponde ad Act.
27.44; 28,14 Abramo genero Isacco e lo circoncise l'ottavo
giorno (v. 8b; cfr. Ceno 21.4). OthwC; si riferisce direttamente
a yV'VT)CTE'V,per cui la generazione di Isacco appare come conseguenza del patto della circoncisione; ma secondariamente riferito anche a 1tEpL"t'E(J.E'V.Ambedue i predicati (<<gener circoncise) vanno collegati anche a Giacobbe e ad Isacco: .Isacco gener (e circoncise) Giacobbe e Giacobbe i (dodici) patriarchis-" (v. Se). In questo modo si prepara la storia
di Giuseppe del periodo dei patriarchi (vv. 9-16).
9-10. I vv. 9-10 trattano dell'ingiustizia che i patriar~hi (secondo il V. 8 si tratta dei figli di Giacobbe) fecero a GIUseppe,
72. 't01tOC;qui non indica il paese (Canaan, Palestina), ma si riferisce ~iut~osto a quanto pare - a Gerusalemme (o al tempio) come luogo del culto di DIO; cfr.
Conzelmann.
7). La chiusa del v. 17 si rif a Ex. ),12: xa~ .a'tPEu':E'tE't.t;>~Et;>~V'tt;> OPEL;ou't~ (ivi riferito all'Horeb). La mutazione del passo di Ex. In EV't~ 't61t~ 'tOU't~
corrisponde alla situazione del discorso di Stefano; cfr. V. 4b.
74. Cfr. l'accusa a Stefano in 6,1) s.: qui 't01tOC; il tempio. .a'tpEuw in L~ca si
trova anche in Le. I,74; 2,)7; 4,8; Act.7,42; 24,14; 26,7; 27,2). Nel N.T. il termine si riferisce sempre al culto di Dio.
75.oLaMJX'r] 1tEPL'tOIJ.TiC;
non soltanto il precetto della circoncisione (contro
Bauer, Wb., S.V. 1tEPL'tOIJ.1]
I); qui oLafr1]XT]
il patto, che ha come contenuto la
circoncisione; cfr. Ceno I7,10 S.
76. Su 1ta'tpLapx'r]C;vedi sopra, nr.5 n.99. Nel V.9 i patriarchi sono i fratelli
di Giuseppe.
634
Act7,9-IO.II
77. La vendita (1toov'ro, cfr. Gen. 37,28; 45,3; Philo, Ios. 15.238) fu causata dalla gelo~ia.dei. fratelli: L,T)6w ha.questo significato negativo anche in Gen. 37,
II (storta di GIUseppe); nel N.T. ricorre inoltre in Act. 17,5; I Coro 13.4; IOC.4.
2. Vedi A. Srumpff, in ThWNT II 884-890 (s.v.).
78. Cfr. la fine della storia di Giuseppe in Gen.50,20: Voi avete escogitato del
male contro di me, ma Dio lo dispose a fin di bene .... Il carattere polemico di
Act. 7,9-16 (cfr. Richard, Polemical Cbaracter, 1979) si basa ampiamente su tratti della storia biblica di Giuseppe.
79. Conzelmann: Sono i portatori stessi della promessa a provocare la crisi tGen.
37,11.28; 29,21); in questo modo la conduzione divina si fa impressionante.
80 . .vedi anche Gen. 45,7 s.: Dio all'opera nel destino di Giuseppe.
81. Alle sofferenze di Giuseppe si fa allusione, ma non se ne parla per esteso
(Conzelmann); non c' un'intenzionale tipologia di Giuseppe (in riferimento al
Cristo sofferente ed innalzato); contro Stahlin, Apg. I07 (Giuseppe e Mos presentati senza dubbio come prototipi del salvatore Ges) e altri.
82. xapw (cfr. Act. 4,33; 6,8) integrato da xa.t crO<pLa.V, che, prima di Va.V1:LOV
cI>a.pa.w, meno appropriato; vedi Haenchen: Si pensa qui alla scienza dell'interpretazione dei sogni. ..,
83. xa.1:cr1:T)crEv a.,hov 1)YOUj..lEVOV (1t1. .. ). 1)YOUj..lEVO l'uomo in posizione di
guida (Bauer, Wb., S.V. I), in particolare come l'alto funzionario di Acf. 7,10 (COs anche in mart, Polyc. 9,3; I Clem. 5,7; 51,5; 55,1); cfr. F. Bichsel, in ThW T
Il 909 S. In un senso pi generale (posizione di guida nella comunit) 1')YOUj..lEVO
ricorre in Le. 22,26; AcI. 15,22.
84. Cfr. Gen. 41,41.43 e 45,8 (su rutto il paese d'Egitto); Gen. 45,8 e Ps. I05,2T
(sulla casa del Faraone)
85. Xa.vaa.v nome indeclinabile della terra promessa; nel N.T. solo in AcI. 7,n;
13,19
Act7,II.I2-I3I4-I5a
Act.
92. Cfr. Gen. 43,1-45,8. VE')'VWPLcr1h] va probabilmen.te preferito. al semplice Y,vwPLcrj)T) (A B it" vg); vedi sopra, nota I. Il composto SI ha anche m Gen. 45,1 (a.VEyVWPLL,E1:0 1:0L OE<pOi:).
93. Vedi Ceno 45,2.r6. <pa.VEPVyLVOj..la.L usato da Luca anche in
636
Act7,I4-I5a.I5b-I6.Il-I8
la
tutta parentela," un gruppo di 75 persone'" (v. 14). Giacobbe (e la sua famiglia) quindi discese" in Egitto (v. I5a).
15b- 16. Si menziona concisamente la morte di Giacobbe e dei
figli (v. 15 b), per informare sulla traslazione" dei patriarchi
defunti a Sichem." Essi furono sepolti nella tomba'?' che Abramo aveva comprato'?' nella terra promessa (v. 16). Qui si
scambiato Ceno 23 con 33,19 S. 3
Ioo
I0
17-18. Il passaggio dal periodo dei patriarchi (vv. 9-r6) a quello di Mos (vv. 17-43) avviene mediante due versetti, che conducono immediatamente dalla promessa ad Abramo fino alla
situazione del popolo di Dio al tempo della nascita di Mos.
S'avvicinava il tempo della prornessaa'?' che Dio aveva fatto
ad Abrarno"? (v. I7a). In Egitto il popolo'?' s'era accresciu95 7taC1Ct1} C1UyyVELCt.
Il termine C1UyyVELCt
(qui in senso concreto per i parenti) si ha anche in Le. 1,61; AcI. 7,3 (citazione di Ceno 12,1); mai altrove nel N.T.
96. Per v l/IuXCtLC;~oo!J.-f}xov!Ct7tV'rE cfr. Ceno 46,27, dove per il T.M. ha 7 ,
0
mentre i LXX hanno ~oo!J.-f}xov'rCt 7tV'rE. Sul calcolo dei numeri cfr. Haenchen.
97 Per XCt'r~T)... dC; Ai:yu7t'rov cfr. Cen.46,4; Deut. 10,22. L'andar
via dalla
Palestina pu essere indicato (seguendo i LXX) con XCt'rCt~Ctlvw, vedi Bauer, Wb.,
s.o. Ia~.
98. !J.E'rCt'rLih]!J.Lsignifica in senso proprio condurre in un altro luogo;
sivo: essere trasportato,
trasferito in un altro luogo.
99 Sulla tradizione
30-35.
che riguarda
le tombe
dei patriarchi
a Sichem
qui al pas-
vedi sopra,
nn.
Le.
103. Vedi sopra, n. 30. Dei figli di Hemor (padre di Sichem) si parIa in Ceno 33,
19 (T.M.), quando Giacobbe vuoI comprare l'appezzamento
di terreno.
I04llYYLSEV ci XPOVOC;'rfic; 7tCtyyd"lCtc;. S'intende il tempo in cui ebbe inizio il
Sull'inizio della frase con la rara indicazione
tempovedi Bauer, Wb., S.V. 4.
105. Sulle lezioni che in questo contesto evitano l'insolito W!J.OMYT)C1EV
vedi sopra, nota p; cfr. anche Haenchen.
di Dio proveniente
da Giacobbe
637
Act.J,I7-I8.I9
II2
107. T)V!;T)C1EV,
aoristo di Ct!;6:vw, che altrove in ACI. si. riferisce solo alla pa.rola di
Dio: 6,7; 12,24; 19,20. Ct!;&.vw con 7tT)frUvw, come m Ex. 1,7 LXX; vedi la seguente n. lO8.
108. 7tT)frUvih], aoristo passivo di 7tT)frUvw, alla lettera fu au~entato.
7tT)fruvw relativamente
frequente
in AcI. (5 presenze su un totale di II nel N.T.):
6,I.7; 7,17; 9,31; 12,24; cfr. sopra, nr. 15 nn. 14.1.6.76. I primi due .passi parlano
dell' accrescersi dei discepoli di Ges, il quarto di quello della chiesa e 12 ,24
del diffondersi della parola del Signore (anche qui "Y]U!;CtVEV
XCtl 7tT)fruVE'rO).
Il V. 17 riassume Ex. 1,7; il V. 18 Ex. 1,8 LXX.
109. A prescindere
dall'introduttivo
aXPL OU, il V. 18 citazione ~i Ex. 1,8 LXX.
possibile che 7t'ALYU7t'rOV(P" S A B C,e altr~) sia ,~tato se.:ondana~ente
adattato ai LXX; vedi sopra, nota q.
IIO. axp~ ou
CtXpL'tou Xp6vou Ip.
XCt'rCtC10<pLSO!J.Ct~
bapaxlegomenon neotesta,mentari~.
Q~i p~oviene da Ex. L,
IO, dove il Faraone dice: OE'rEouv XCt'rCtC10<pLC1W!J.EfrCt
Ctu:OUC;.. ; Il_dep?n~nte
medio significa vincere con astuzia (Bauer, Wb., s.v.). 'r YE\l0C;"Y]!J.WV
SI rif a Ex.
1,9 (la stirpe dei figli d'Israele).
I II.
Il2. XCtXOW(cfr. Ex. r.r r ), come in 7,6 (ivi citazione di Ceno 15,I3~ Altr:lVe ?eI
N.T. il verbo ricorre solo in Act. r a.r ; 14,2; 18,10 e I P.etr. 3,13. 'rOU 7tOLEtv... EXfrt'rCL. genitivo finale o consecutivo;
cfr. Zerwick, Biblical Greek, nr. 383; Bla 51
Debr.
400,8.
1I3. Il v. 19 riassume Ex. l,IO S. LXX. anche chiaro che g.iunge a .complll~entO la
promessa del V. 6. L'esposizione
dei bambini - non solo del lattanti m~sc~1 (come
in Ex. 1,22) - qui vista come scopo del Faraone. Secondo Ex; 1,22, I ?Imbl maschi dovevano essere gettati nel fiume (vedi sopra, nota I); ~ol~ di Mose ~I racconta,
in Ex. 2,3, che fu esposto lungo il fiume (t:ih]XEV... 7tCtpCt-cev 7to'rCt!J.ov) (cfr. sopra, nota u).
II4.7tOLELV... hfrE'rCt, esporre,
qui riferito a 'r ~p<p"Y].x'rlfrTJ!J.L, es~orre,
nel N.T. ricorre, oltre che in Act. 7,21, solo in AcI. II,4; 18,26; 28,23, ma m questi passi (al medio) nel senso traslato di spiegare.
..
.
II5. Qui Slpoyovw significa conservare
in vita, come nel passi di
LXX e Le. 17,33 (div. Mt.); cfr. Bauer, Wb., S.V. 2.
Ex.
1,18.22
638
Act.
7,20.2[-22
Aci. 7,21-22.23
639
20. Nel tempo indicato nei vv. 18 s.JlOnacque Mos. "7 Egli era
bello!" davanti a Dio. Gi i LXX avevano tradotto il termine ebraico tb (<<buono,bello) di Ex. 2,2 con &'O"nLo; qui si
aggiunge il dativo "t'Q ih:Q per rendere pi efficace l'espressione.119Inizialmente Mos fu allevato per tre mesi nella casa
del padre, vale a dire a casa sua, fino a che dovette essere esposto.':"
av"t'TI d ut6v) (v. 2Ib). In questo modo Mos (alla corte del
Faraone) fu istruito in ogni sapienza degli Egiziani123 (v.
22a). I verbi 'YEVVr')iJY}-&'VE"t'PcXepY}-'TtaL8EviJY} si trovano anche in 2 2,3, riferiti a Paolo; essi costituiscono uno schema biografico stereotipo.?" In conseguenza di tale istruzione Mos
divenne potente nelle sue parole e azioni!" (v. 22b). Questa dote risulter importante per l'opera di Mos.
21-22. Esposto che fu quando appunto aveva tre mesi.':" la figlia del Faraone lo raccolse':" (cfr. Ex. 2,5: &'vdcno,
riferito
al contenitore in cui il neonato si trovava) (v. 2 la). Lo allev
(&'vEJpt);a"t'o)
per s come figlio (cfr. Ex. 2, I o: 'YEV1]iJY)
23. Questo versetto introduce una parte nuova. La vita di Mos divisa in sezioni di 40 anni (cfr. l'inizio della parte successiva [v. 3o ] e la dura ta della peregrinazione nel deserto [v.
36]). Secondo Deut. 34,7 Mos raggiunse l'et di 120 anni. A
40 anni126gli venne il pensiero'" di visitare i suoi fratelli, i
figli d'Israele.128 Al periodo di quarant'anni viene attribuita
un'importanza storico-salvifica; esso legato all'idea del com-
116. v <ti Xa:Lpt!> non si ritrova nell'opera lucana; tuttavia cfr. v Xa:Lpi!> in Le. 8,
13; 12,42; 13,1 (v a:v'"'t!> '"'t!> MLpt!; 18,30 (v '"'t!> Xa:LPt!> ,",o\htp); 21,36 (v 1ta:v
ri Xa:Lpt!.
117. Nell'opera lucana Mos menzionato in 29 passi: Le. 2,22; 5,14; 9,30.33; 16,
29.31; 20,2837; 24,2744; Act. 3,22; 6,11.14; 7,20.22.29.31.32.35.37.40.44; 13,39;
[5,1.5.21; 21,21; 26,22; 28,23. Sulla tradizione di Mos nel giudaismo e nel N.T.
vedi J. ]eremias, MwucrTj, in ThWNT IV (1942) 852-878 (bibliogr.); H.M. Teeple,
Tbe Mosaic Eschatological Propbet (SBLMS IO), Philadelphia 1957; F. Stier 1 E.
Beck (edd.), Moses in Schrift und Uberliejerung, Diisseldorf 1963; W.A. Meeks,
Th.e Propbet-King. Moses Traditions and the [obannine Christology (NTSuppl 14),
Leiden 1967; C. Chavasse, The Seruant and tbe Propbet, The Centrai Position 01
Moses in tbe New Testament, County Waterford, Irland, 1972 (autoedizione): W.
A. Meeks, Moses in the N.T., in IDB Suppl, VoI. (1976) 605-607; T. Saito, Die
Mosevorsfellungen
im Neuen Testament (EHS 23/100), Bern-Frankfurt 1977. Su
ACf. 7,17-43 vedi le ricerche di Colmenero Atienza, corrientes cristologicas, 1974;
]elonek, Typologia Mo;i.esz, 1976; Via, Moses and Meaning, 1976; Saito, op. cito
80-94
!I8. Nel N.T. acr,",E~o si ritrova solo in Hebr. II,23, ancora a proposito di Mos
bambino.
t~9: Questa forma ebraica di superlativo si trova, ad es., anche in Ion. 3,3 LXX:
mive era una 1t6)"L ~Eya.)" T] '"'t!> frE{!i, citt straordinariamente grande. Qui il
dativo significa in sommo grado, estremamente (Zerwick/Grosvenor, Analysis,
ad l.; Zerwick, Biblical Greek, nr. 56).
[20. Cfr. Ex. 2,2 s.: il bimbo fu tenuto nascosto per tre mesi, finch non fu pi
possibile celarlo. aVE,",p6.q>T] aoristo 2 passivo di ava:,",pq>w, nutrire, allevare.
Nel N.T. il verbo ricorre, oltre che in Acf. 7,21; 22,33, anche in Le. 4,16 varo (a
proposito di Ges); similmente in Flav. Ios., ant. 2,232; 9,142; 1 Clem. 25,3.
121. h,",EfrV,",o o a:v,",ou corrisponde a 1tOLE~VEXfrE,",a: del V. 19; cfr. sopra, n. Il4.
J 22. avd)"a:,",o,
aoristo 2 di O:Va:LpO~a:L, lo prese per s, lo adott. Tuttavia
Bauer, Wb., S.V. 2 vorrebbe escludere per ACf. 7,21 il senso di adottare. Ma vedi
Zerwick/Grosvenor, Analysis , ad l.; cfr. V. 21b.
123.11 passivo di 1ta:LOEVW ricorre in contesto analogo anche in 22,3; cfr. n. 124.
Altrove in Luca il verbo si ha solo in Le. 23,16.22 (all'attivo), dove significa castigare, fustigare. L'oggetto dell'insegnamento nel v. 22 introdotto D col semplice dativo (come anche in Flav. Ios., Ap. 1,22), o con v e il dativo (cfr. sopra, nota
L'). Sull'educazione e sul sapere di Mos vedi Philo, vito Mos. 1,20-24; Schiirer,
Gescbicbte des [discben Volkes Il 405; ]eremias, op. cito (-+ n. 117) 855, 4-17
[24. Cfr. ad es. Plat., Crit. 50e.51C.; Philo, vito Mos. 2,1; vedi al riguardo C. van
Unnik, Tarsus or [erusalem. The City 01 Paul's Youth (1962), in Id., Sparsa Collecta, 1973,259-320; cfr. ibid. 321-327; Haenchen, Apg. 597 n. I.
125. ouva:,",,, EV ,",LV~, forte in qualcosa, che si distingue in qualcosa; cfr. Ps. 23,
8 LXX; Ecclus 21,7; 47,5; Iudith Il,8. Vedi soprattutto Le. 24,19 (v EPY~ xa:~
.6ytp); Act. 18,24 (v ,",a:L ypa:q>a:i:).
126. Alla lettera: Allorch si compl per lui (1t)"T]pou,",o) il tempo di 40 anni. In
Ex. 2,Il si dice semplicemente: A quel tempo, allorch Mos era diventato adulto si rec dai suoi fratelli e vide il loro lavoro servile .... Sulla divisione della vita
di' Mos in vari periodi vedi anche Billerbeck II 679 s.; Conzelmann.
[27. L'espressione Lv~T] 1tt ,",Tjv xa:po~a:v a:\hou un semitismo; cfr. 4 Reg. 12,
5' Ier 316' 5121' Is 6516 LXX. Ma anche un greco pu dire: 1tt vouv Lva:~~~VE~ o'si~. (v~di'Ba~er, 'Wb., S.V. 2). L'espressione biblica nel N.T. ricorre, oltre
che in 1 Coro 2,9, solo in Le. 24,38 (v) e Act. 7,23 (cfr. 21,31).
128. Rifacendosi a Ex. 2,Il LXX: Mos si rec dai suoi fratelli, i figli di Israele.
Mentre, secondo il testo biblico, a caso Mos fa esperienza di quanto si dice in seguito, in Act. 7,23 un premuroso mcrxEIjJa:crfra:L lo scopo della visita di Mos ai
suoi fratelli. mcrx1t,",o~a:L verbo caro a Luca, vedi sopra, nr. 15 n. 33 Soggetti
sono Dio (Le. 1,68; 7,16; 15,14), il Messia (Le. 1,78), i membri della comunit
cristiana (Acf. 6,3) e i missionari (Acf. 15,36, come in 7,23: visitare i fratelli).
AcI. 7,2).24.25
pimento.':" 7,23-29 si rif a Ex. 2,II-22 e introduce alla rivelazione di Dio nel roveto ardente (cfr. Ex. 3).
24. Visitando gli Israeliti impegnati nei loro lavori servili Mo-
s vide che a uno di essi veniva fatta ingiustizia.'30 Egli s'~ppose al torto (rJl.J..u v ex:r o )'3 e fece vendetta dell'oppresso'" (7toLY)O'EV xoLxY)O'W),'33
abbattendo l'egiziano.?'
64
ACi. 7,26.27-28.29
26. Il giorno seguente Mos ricoo:parve>:': tra i ~uo~.frate~li, mentre due di essi stavano litigando. 4 Tento di ~1~onclliarli" e di metter pace,14 ricordando che erano fratelli (cx.OEcpo~ O''t'E) ,143 il che avrebbe dovuto impedire loro di farsi del
2
male a vicenda.Q4
25. Mos s'era sbagliato a pensare che i suoi fratelli avrebbero visto in lui il salvatore inviato da Dio: '35 OL o. ov O'vvf1xev .136 Gli Israeliti, incapaci di comprendere, non vollero riconoscere che Dio intendeva procurare loro la liberazione e la
salvezza'? mediante Mos. Il fatto che il v. 25 interrompa il
nesso nar~ativo c?n u~a riflessione non vuoI dire che questo
versetto S1astato mserito nel testo secondariamente.I"
[29. Su 1t.TJP~v'to.... xp6.vo (V.23)
e 1t.TJpwfrV'tWVhwv
Bauer.
Wb.,.s.v. 1t~TJPOW2 (riferiro al tempo). Quest'uso del verbo (compimento del tempo) ricorre In Luca (come nel resto del N.T.: Me. 1,15, cfr. lo. 7,8) solo al passivo:
Le. 21,24; AcI. 7,23.30; 9,23; 24,27.
130: Llwv :'LWl. cHLXOU~EVOV
(passivo del transitivo ,OLXW)dipende probabilmente da. ~OLXWV(Ex. 2,13). ,OLXWricorre in Act. coi seguenti significati:
25,II, intransitivo,
es~ere nel t~rto~>; 7,26.27 e 25,10, transitivo,
trattare
ingiustamente; 7,24, paSSIVO, soffnre mgiustamente.
Cfr. G. Schrenk, ,OLXW,in ThWNT
, 157-161.
'31. ,~uvojJ.aL, <:respingere,>, qui meglio ripagare
(come in Epict., diss. 4.13.
7), o anche - COSIHaenchen
- soccorrere
(come in Is. 59,16).
132. x~'ta1tovw, opprimere,
maltrattare;
anche in ACI. 4,2 D; 2 Petr. 2,7.
il participio
Ex.
a pugni.
di conato;
<tentava di conciliarli).
raz , dp1VTJ, qui in senso proprio
II,2I;
143.
Il
!.f+ a.OLXEL'tE,fate
lottando
cosa ingiusta,
,OLXW costruito
Ex.
Analysis, ad l.
Zerwick/Grosvenor,
o lotta),
come in Le.
b.
(vv. 27
il che contraddic
on ['accusativc
il rapporto
fraterno
dei
come nel V. 27
2,12 LXX.
29. Ora dunque Mos doveva temere d'essere punito per l'as-
contendenti.
I33.1tOLW XOLXTJClW
col dativo della persona,
(ed. McCown), cfr. anche Le. 18,7.8; 21,22.
r 34. 1ta'tcH;a -rv ALyu1t'tLOV, come in
dovuto
137',OL XELP(a'tov), ,come in 2,23; II,30; 15,23; cfr. Bauer, Wb., S.V. XELP 1.
Nell opera lucana crW't:'1PLa ricorre anche in Le. 1,69.71.77;
19,9; Act.4,12;
13,26.
4?; 16,17; 27,3~ ~edi excursus 8 n.20; nr.9 n. 53; nr. 14 n. 27. OLoovaL crW'tTJp~a~ d~ parte di DIO: Menand., Col., [ragm, 1,5 (ed. Korte-Thierfelder), crw'tTJPLa
SI riferisce alla salvezza d'Israele dall'Egitto
anche in Flav. Ios., ant. 2,331.
138. Cfr. tuttavia l'interesse lucano per cruvLvaL (Le. 24.45) e per l'incomprensione (Le. 2,50; 8,IO par. Me.; 18,34 divo Me.; ACI. 28,26.27) del messaggio di Cristo.
s di connazionale
[sraelita vedi J. Fichtner, in Th\XfNT VI 310-3 4
14 . 1t(~CTa'tO a'tov, lo pinse via da s. ,1twj}o~aL (med.) sta con l'accu a~i6
vo ad es. anche in 4 Reg. 4,27; Flav. los., ani. 17,91; P. Oxy. 1206,10. Il verbo IO
6
uso assoluto si trova in AcI. 7,39 e con oggetto la parola di Dio in 13,4 . (~~
parole ,1t(~cra'to a'tov, che caralt.erizzano
i.l comportamento,
d'I~raele verso l [~viato di Dio (a cui poi rimandano
11 V. 35 e Il V. 39), sono un aggrunta al testo blblico (Haenchen).
147./ipxwv
si trova
accanto
Hebr.13,8.
a oLxacr't1
nel N.T.
(in dipendenza
si ritrova
da
Ex.
010 in fO.4.52;
2,14a)
anche
in
Act. 16,35 D;
ACI. 7,29.)0-)4
sassinio dell'egiziano (cfr. Ex. 2,14 s.), per cui fugg'" e visse
esule'" nella terra di Madian'" (dove si spos, cfr. Ex. 2,2 I) e
gener due figli (cfr. Ex. 2,22).IJ2 La fuga di Mos non provocata direttamente dal Faraone, come si dice in Ex. 2,15, ma
dai suoi connazionali.
30-34. Questi versetti riassumono Ex. 3, I-I oa LXX. L'apparizione di Dio nel roveto ardente viene datata al tempo in cui
Mos aveva 80 anni (v. 30). A questa datazione segue pi tardi la notizia sulla quarantennale peregrinazione nel. deserto
(v. 36), alla fine della quale Mos, ali' et di r 2o anni (secondo Deut. 34,5-7), mor.':" Se si eccettua l'indicazione relativa
all'et di Mos, il v. 30 cita in sostanza Ex. 3,2a. Il dato sul
deserto presso il monte Sinai':" (LXX = XWpl}~) proviene da
Ex. 3,rb. Il v. 3 la riepiloga Ex. 3,3, il v. 3 rb. riassume Ex. 3,
4 (c'tI. 7tpoO"a.yn t8ELV). Il v. 32a riporta Ex. 3,6a, senza d!J.l. e
con la formulazione al plurale (Dio dei tuoi padri ). Il v. 32b
corrisponde a Ex. 3,6b. EV'tPO!J.OC;yEVO!J.EVOC;,tremante,':"
d una spiegazione psicologica del fatto che Mos non os
alzare lo sguardo. Il v. 33 corrisponde a Ex. 3,5, il v. 34a a Ex.
149. ECPU)'EV
... v 't~ M)'~ 'to,h~. Qui probabilmente la preposizione v indica
l'occasione e la causa; vedi Zerwick, Biblical Greek, nr. 119.
150.1t(ipo~xoc; qui forse in senso aggettivale, mentre nel v. 6 ricorreva come sostantivo (<<vicino, estraneo, straniero). Tuttavia 7,29 va letto alla luce di Ex. 2,22
(1t(ipo~x6c;d(J.~ v 'Yii a...o'tp{q.).
1ta.po~XOC;
sta per gr, lo straniero. Haenchen e
Conzelmann traducono: Beisasse (<<residente senza diritto di cittadinanza),
151. Ma/.)~a.(J.(cfr. Ex. 2,15 s.) versione greca indeclinabile dell'ebr. midjn. Questa forma si trova anche in Philo, mutai. nom, 1 IO. Sulla menzione di Madian nell'A.T. vedi A. Peter, in LThK VII 407 s.; inoltre H. St. J. Philby, The Land 01 Midian, London 1957.
152. Ex. 2,22 parla solo della nascita di Gersom, figlio di Sefora. Ex. 18,3 menziona, oltre a Gersom, anche il secondo figlio, Eliezer. Per questi nomi Aci. 7,29
non mostra alcun interesse.
153. Cfr. sopra, n. 126 (a v. 23).
154. :Ewii, qui nel nesso 't opOC;:Ewii, come in 7,38 (cos anche in Ex. 19,16; Lev.
7,38 e passim), il nome della montagna rocciosa sulla quale avvenne la prornulgazione della legge (Ex. 16,1; Deut. 33,2 e passim).
155. EV'tpO(J.OC;
)'Ev6(J.EVOC;
ricorre anche in 16,29; potrebbe quindi risalire a Luca.
Lo stesso vale per xa'tavow: Le. 6,41 par. MI.; 12,24,27 divo Mt,; 20,23 divo Mc.;
AcI. 7,31.32; II,6; 27,39.
AcI. 7,3-34.35.36
643
646
Actl,J9-4.4I-42o
conclusione della citazione presuppone l'assenza di Mos, anche se il discorso non ne dice il rnotivo.v? Ci pu tra l'altro
valere come indizio che dal v. 39 in poi risulta di nuovo evidente queIIa rielaborazione cristiano-deuteronomistica (vedi
gi i vv. 35.37) che pone in risalto la disobbedienza d'Israele
a Mos (v. 39) e che considera come sua conseguenza e punizione l'idolatria (vv. 40-42a). La critica a Israele - ammesso
che provenga da giudeocristiani - viene attualizzata col riferimento al comportamento tenuto nei confronti di Ges. Essa
sar espressamente enunciata nei rimproveri dei versetti conclusivi 51-53.
41-42a. Con xat (J.ocrXo1tol1]cra\l,
coordinato agli aoristi &.1t(~cra\l-r:o xat cr-r:p&'<pncra\l1So
del v. 39, s'accenna anzitutto alla
costruzione del viteIIo d'oro (Ex. 32.4). Ma la serie di pre-
anticipazione
del nominativo
nel v.40b (nominativus
466,1; Zerwick, Biblical Greek, nr. 25.
pendensi
vedi
180.llocrX01tOLW (come dOW-O-1tOLW),formato da Ilocrxo;, vitello, giovane toro. Cfr. Ex. 32,4: E1tOL"CJcrEV
Ilocrxov. Vedi Pellettier,
Valeur vocatrice, 1967.
181. Cfr. Ex. 32,6a: ciVE~L~ctcrEv ['Actpwv]
-frUcrLctVcrW""CJpLOU.
182. ECPPctLVOV"O
(imperfetto!)
sintetizza Ex. 32,6b. "WV XELpwv ct"wv si trova
anche in Ex. 32,4a. Il plurale "11 EPYct -r. X. ct. non si riferisce solo all'idolo
ma
chiaramente
anche alla frUcrLct; cfr. ACI. 9,20, dove pure si parla di idoli.
'
183. L'assoluto
Ecr"PEljJEVo: frEo probabilmente
va inteso in senso intransitivo'
vedi Zerwick/Grosvenor,
Analysis, ad l.
'
184.1) cr"pct"LI1 "ou OPctVOu,l'esercito del cielo: cos sono figuratamente
detti
gli astri (Bauer, Wb., S.V. cr"pct"La. 1), anche nella Bibbia greca: 2 Par. 33,3.5;
ler.s .
ACI1A2b-4344
42b-43. stato senz'altro l'autore di Act. a inserire nel contesto la citazione di Am. 5,25-27, destinata a provare che la punizione precedentemente menzionata, della caduta nell'idolatria (v. 42a) conforme alla Scrittura.i" Il v. 42b una formula d'introduzione tipicamente lucana, che indica la fonte citata, il libro dei dodici profeti.:" La citazione si riferisce al tempo che la casa d'Israele trascorse nel deserto (v. 42~). La
tenda di Moloch!" anch'essa, come la stella del dio Refan,'88 una prova dell'adorazione della milizia celeste (v.
42a). Infine, l'espressione 1tpocrXU\lEL\I
a-r:oLC;
(v. 43b),J89che
non corrisponde al testo dei LXX, e la sostituzione di Damasco
con Babilonia alla fine.?" possono illuminare l'intenzione di
Luca: l'esilio babilonese stato a suo tempo la vera e propria
punizione inflitta ad Israele per la disobbedienza alla legge e
per l'idolatria.
44. Con questo versetto il discorso passa al tema del tempio
(vv. 44-50). Anzitutto si ricorda il periodo trascorso da Israele nel deserto. Allora i nostri padri avevano/possedevano
(dvaL col dativo) la crX1]vi}-r:oup,ap-r:upLoU,
la tenda della testimonianza, come i LXX chiamano il padiglione sacro.?' costruito secondo le disposizioni date a MosJ92da Dio, il quale
185. Vedi Holtz, Untersucbungen 14-19. Egli conclude:
Anche qui Luca s'attiene
ai LXX. Egli non intraprende
alcun tentativo di assimilare in qualche modo al T.
M. il testo che nei LXX se ne discosta ampiamente
(18). Per un'interpretazione
pi dettagliata della citazione di Amos vedi Conzelmann.
186. Cfr. excursus 3.
r87. Mo.6X il dio cananeo-fenicio
del cielo e del sole (Am. 5,26 LXX);
Bauer, Wb., S.v.; H. Gross, Moloch, in LThK VII 531.
188. La trasmissione
del nome 'PctLcp6:v, 'POIlCP6: o sim. incerta.
'PctLCPctV;cfr. sopra n. 71:.
vedi
I LXX leggono
189. Negli altri passi in cui usa 1tpocrXUVWLuca non lo fa mai seguire
dal dativo:
Le. 4,7.8; 24,52; AcI. 8,27; 10,25; 24,1I. Ma vedi il dativo in referimento al ~ul~o
idolatrico politeistico:
ep. Ar, 135; 2 Clem. 3,1. Spesso i LXX usano 1tpOcrxuvEW m
rapporto col culto degli idoli; vedi Holtz, Untersucbungen 17 con n. 3.
190, Am, 5,27a legge: 1tXELVct~ctllctcrxOU. Sulla variazione lucana della citazione
vedi Holtz, op. cito 18.
19L Cos ad es. in Ex, 28>43, come traduzione di 'ohel mo'M. Nel N.T. l'espressione dei LXX ricorre anche in Apoc. 15,15; inoltre in I Clem. 43,2.5.
192, Xctfrw OLE"cict"o -a-wv ,,~ Movaii
1tOLTjcrctLa"Tjv;
cfr.
Ex,
25.8 s.
648
Act.7,44.45-46
649
Act. 7,45-4647"48a
650
Act7,47-48a.b-jo
1tOl:r)'"C"OL:04
Quest'affermazione riduttiva non rinnega il tempio; semplicemente chiarisce ci che gi l'A.T. sapeva: Dio
forse abita sulla terra? Ecco, il cielo e il cielo dei cieli non lo
possono contenere; tanto meno questa casa, che ho costruito,
dice lo stesso Salomone (r Reg. 8,27). Il tempio non pu costringere Dio in un luogo umano, per renderlo disponibile. E
allo stesso tempo l'affermazione del v. 48a indica - come conclusione del pi antico abbozzo storico che sta alla base del discorso - che i Giudei della diaspora per incontrarsi col loro
Dio non hanno bisogno di visitare il tempio gerosolimitano.
Quanto a Luca, la sua idea espressa nel discorso all' Areopago (17,24), dove si criticano concezioni pagane che fanno del
tempio un'abitazione di Dio.
48b-50. I vv. 48b-50 presentano ora - probabilmente per mano dello stesso Luca"" - una prova scritturistica del v. 48a:
Is. 66, I s. mostra che trono di Dio il cielo, come dice il xupLO.Egli ha creato il cielo e la terra. Perci nessun uomo pu
procurargli un luogo d'abitazione."? Mediante l'espressione
parallela '"C"67to
'"C"fi
xa'"C"a7taucrEw
il termine otxo chiaramente interpretato nel senso di un permanere (v. 49b). Sebbene la domanda: Quale casa volete mai edifcarmi (oi.xoooIJ.nO"E'"C"
(J.OL)?ricordi l'iniziativa di Salomone (obCOOO(J.i)O"E\I
mo) si trova anche nel11agrecit (riferita a Zeus ricorre ad es. in Pindaro ed Eschi10) e nel giudaismo ellenistico (LXX, Filone, test. XII Patr.i; v. Bauer, Wb., s.v. 2.
204. Il neutro plurale XE~po7tolTJ'tGt, cose fatte da mani d'uomo, si trova (accanto a Lev. 26,1; Is. 46,6, di idoli; Is. 16,12, del tempio), anche in Filone (vit. Mos.
2,168: ne~sun XE~po7tolTJ'tov va considerato Dio). Come aggettivo XE~po7tolTJ'to
nel N.T. ricorre nei seguenti passi: Me. 14,58 (vGt6); Act. 17,24 (Dio non abita v
XE~P07tO~'l)'to~ vGtoi:); Epb. 2,11 (7tEP~'tO[J.'l); Hebr.9,11 (o-XTJV1]o Xnpo7tolTJ'
'to); 9,24 (xnpo7tolTJ'tGt iy~Gt). L'aggettivo XE~po7tolTJ'to fu riferito da Filone (vit.
Mos.2,88) alla tenda del patto (LEp6v). Vedi E. Lohse, XE~po7tolTJ'to x't.., in
ThWNT IX 425 s.; Le Daut, Actes 7,48, 1964; Ramaroson Contre les temples
[aites de mains d'bomme, 1969.
'
205. Cfr. Holtz, Untersucbungen 29-31; Thornton, Stepben's Use 01 Isaiab LXVI.
I, 1974. L'ultima proposizione della citazione (v. 50) stata trasformata in una
d?n:and~ re~orica: al posto del yap motivante subentr la particella interrogativa
QUX~ e I ordine delle parole fu cambiato.
206. Anzi, Dio a indicare agli uomini il luogo della loro abitazione sulla terra
(Aci. 17,24.26).
Act.7,48b-jo.jI
65 I
a'"C"(i>,
v. 47), tuttavia anche con la citazione di Is. 66,1 s. si
critica non il tempio, ma solo un determinato fraintendimento
della sua natura e della sua furizione. Secondo la concezione di
Luca il tempio era casa di preghiera (Le. 19.44; Is. 56,7Y07
e luogo d'insegnamento; e quest'ultimo aspetto valeva specialmente per Ges (Le. 19,47 e passimi?"
5 I . Con questo versetto ha inizio la conclusione polemica del
discorso, nella quale l'oratore prende le distanze dagli uditori
giudei (cfr. ot 7ta'"C"pE
(J.W\I,vv. 51b.52a). Questa parte, che
fa riferimento a Ges, il Giusto promesso, e alla sua uccisione da parte degli uditori (v. 52), risale verosimilmente alla
rielaborazione cristiana e prelucana del discorso.f" Il rimprovero di testardaggine.?" d'incirconcisione dei cuori e degli 0recchi'" e di resistenza''" allo Spirito santo?" indirizzato
non solo ai padri giudei, ma soprattutto alla generazione attuale (v. 5 l). Solo esteriormente unito a quella parte del discorso che riguarda il tempio.'?" il suo contenuto si scaglia contro i persecutori e assassini dei profeti (di un tempo) e ai traditori e uccisori del Giusto promesso (nell'attuale generazione) (v. 52). Altrove, sulla base dell'opera storica deuterono207. Vedi anche Le. 24,53; ACI. 2,46 s.; 3,1; Schneider, Evangelium nacb Lukas
391-393.
208. Vedi anche Act. 3,1-26; 4,1 s.; 5,2I.42.
9.
Cfr.
Steck,
Geschick
der Propbeten 266-268, che vide nel discorso rielabo20
rato in senso cristiano una predica di conversione ai Giudei, il cui appello conclusivo alla meta noia sarebbe stato omesso nell'attuale contesto. Esso sarebbe venuto
Il
dopo 7,53.
210. o-x.TJPo'tpaXTJ.o espressione dei LXX (Ex. 33,3.5; 34,9; Deut: 9,6.13; Bar.
2,30; Ecclus 16,10); vedi anche Hen. gr. 98,11; I Clem. 53,3 (Deut9,13)
211. Il rimprovero &.7tEpL't[J.TJ'tO~XGtpOLGtLxGtL 'toi: wo-lv (dativo di relazione)
modellato su Leo. 26,41; Ier.e.t, Ez: 44,7.9 LXX. L'espressione indica l'indurimento (di circoncisi). Cfr. anche I QS 5,5; I QpHab II,13
212. &.v'tml7t'tw, volgersi contro, opporsi, testimoniato, ad es., in Polibio e Plutarco, oltre che nei LXX (Ex. 26,5.17; Num. 27,14)
213. Su 't 1t\IEV[J.Gt't iy~ov vedi sopra nr. 14 n. 108. Per Act. 7,5I cfr. Is. 63,10:
i]7tEl1h}C1GtVxGtL 7tGtpw1;uvGt'J -e 7tVEV[J.Gt't iy~ov Gt'tov.
2I4. Vedi invece Haenchen: Solo se quanto precede un rifiuto radical~ del culto del tempio si ha immediatamente il passaggio dal v. 50 a 51-53GlUstamente Wilckens,' Missionsreden' 214 osserva: Quest'accusa corrisponde in tutto e
per tutto allo scopo della parte centrale su Mos ....
652
Aci. 7,51.52-53
Aci. 7,54-8,3
v. 38), ma non l'hanno osservata?" Per questo l'accusa che rivolgono a Stefano va ritorta proprio contro di loro (6,I3 s.).